Today is Ria Day...buon compleanno Ria!!!


Disclaimers: I personaggi non sono miei, ma appartengono al loro autore!

Buona lettura!

Insieme

di Bombay

E’ proprio un idiota!

Gli ho passato la palla e lui che cosa ha fatto? L’ha lasciata cadere  a terra, restando inebetito a fissarmi con la bocca spalancata ed un’espressione cretina in volto.

Tutta la squadra mi sta fissando che c’è di tanto strano, ho passato la palla a Sakuragi.

Mi avranno ripetuto centinaia di volte che il basket è un gioco di squadra e di non fare il solista!

Per una volta che lo faccio tutti mi guardano come se fossi un alieno.

“Idiota” sibilo a denti stretti mentre raccolgo la palla e la butto nel cesto insieme alle altre.

Il gorilla annuncia la fine dell’allenamento; senza dire niente mi dirigo verso gli spogliatoi, seguito poco dopo da tutti gli altri.

Mi spoglio, butto la roba sudata nella borsa, prendo l’accappatoio blu e mi infilo nell’ultima doccia.

Lascio che l’acqua calda si porti via sudore e stanchezza, gli altri ragazzi ridono e scherzano nelle altre docce, ma a me poco importa.

Mi infilo l’accappatoio e torno nello spogliatoio, mi siedo su una panca mentre con un asciugamano tampono i capelli.

Chiudo gli occhi sono stanco ed ho fame, tutti gli altri escono salutandosi rumorosamente. Finalmente un po’ di silenzio.

Sospiro ed apro gli occhi: davanti a  me c’è Hanamichi, è coperto solo da un asciugamano legato in vita che lascia ben poco all’immaginazione.

“Perché mi hai passato la palla?” domanda puntando le mani sui fianchi.

Scrollo le spalle, non vedo che cosa ci sia di tanto strano.

“Ho solo provato a  fare uno schema, ma a quanto pare non sei in grado di prendere  dei passaggi così semplici”

Mi aspetto la sua solita reazione esagerata ed invece non arriva, si limita a fissarmi con un mezzo sorriso.

“Ehi hai detto più di cinque parole in fila. Cos’è hai la febbre?” e per accertarsene mi posa una mano sulla fronte, resto immobile trattenendo il respiro.

“No, non hai la febbre” sentenzia “Però sei strano” insiste.

Si siede al mio fianco, si asciuga alla meglio e si veste.

Tengo lo sguardo basso sul pavimento, sento il calore del suo corpo attraverso il tessuto spesso dell’accappatoio.

“Hai intenzione di dormire qui?” mi chiede mettendo tutta la sua roba nel borsone.

Lo fisso stupito, il silenzio viene però rotto dai nostri stomaci che brontolano.

Hanamichi scoppia a ridere e a mia volta faccio un pallido sorriso.

“Che ne dici se andiamo a mangiare un boccone?”

Scuoto la testa “No, grazie…”

“Dai… chiami a casa ed avvisi”

“Non c’è nessuno a casa mia”

“Oh, beh… una ragione di più per mangiare qualcosa in compagnia”

“No, grazie…” ripeto.

“Eddai… offro io…”

Sospiro scuotendo la testa “Va bene!”

 

Camminiamo fianco a fianco fino ad un McDonalds; Hanamichi parla di tutto e di più, io mi limito ad annuire ed intervenire ogni tanto.

Ancora non capisco come facciamo ad essere qui da più di due ore senza insultarci o prenderci a  pugni.

“Senti ma tu hai la ragazza?” mi domanda all’improvviso.

Sollevo lo sguardo dal mio hamburger.

“Allora???”

“No”

“Ero convinto del contrario visto che snobbi  completamente le ragazze a  scuola. Ti piace qualcuna però?”

“No… a me non piacciono le ragazze” vorrei sprofondare due metri sotto terra.

“Ah” è il suo unico commento, tiro un profondo respiro, ormai la frittata è fatta.

“Sono gay” confesso fissandolo negli occhi.

Resta in silenzio per alcuni istanti, sul suo viso non si legge nulla.

“Ma pensa! Chissà che faccia farebbero  le ragazze della tua tifoseria” ridacchia divertito.

Scuoto la testa è meglio che me ne vada, prima di fare qualche altra sciocchezza.

“Aspetta!”

Lo fisso e mi risiedo.

“Non hai risposto alla mia domanda” sussurra versandosi da bere. “Ti interessa qualcuno?”

Annuisco.

“Dai… lo conosco, chi è?”

Sollevo lo sguardo e lo fisso negli occhi, no decisamente non posso dirglielo.

“No, no…  aspetta voglio indovinare… mhhh, vediamo è Sendoh!”

Scuoto la testa “E’ inutile tanto non te lo dirò, poi Sendoh è etero!”

Corruga la fronte sembra triste, mah chissà che gli passa per la testa.

“E’ meglio andare si sta facendo tardi” sussurro.

Paghiamo ed usciamo dal locale.

“Piove e sta anche aumentando che sfortuna!” borbotta Hanamichi chiudendosi il giubbotto.

“Senti, non abito molto distante se vuoi, finché smette, puoi venire da me”

Sono proprio un cretino.

“Se non disturbo, va bene”

Corriamo sotto la pioggia  e nel giro di poco siamo a casa mia.

Hanamichi si guarda intorno “Però” esclama togliendosi le scarpe.

Lo faccio accomodare in salotto  e gli porto un asciugamano.

“Posso fare una telefonata, avviso mia madre che sono qui”

Annuisco e gli porgo il telefono, si alza parla brevemente con la madre e poi si risiede.

“I tuoi?”

“Sono in viaggio, per lavoro, tornano nel fine settimana”

“Non ti senti solo?”

Scrollo le spalle con non curanza “A volte”

Cala nuovamente il silenzio tra noi. E’ strano non si è scandalizzato quando gli ho detto di essere gay, quando l’ho detto ai miei genitori mia madre per poco non sveniva e mio padre è impallidito. Però tutto sommato l’hanno presa meglio del previsto. Io aveva già fatto le valige.

Tornando ad Hanamichi  si è rattristato quando gli ho detto che mi interessa qualcuno e se anche lui fosse… no sarebbe troppo bello per essere vero.

Restiamo seduti sul divano, la pioggia non cessa di cadere e non accenna a diminuire. Accendo la televisione. Non c’è niente di interessante, come sempre del resto.

Poso la testa indietro e chiudo gli occhi. Quando li riapro la luce del televisore mi infastidisce, mi sono addormentato.

Hanamichi  è accoccolato contro di me, dorme. Spengo la televisione ed accendo la piccola lampada sul tavolo accanto al divano.

Hanamichi si muove e nasconde il viso nell’incavo del mio collo, il suo  respiro mi solletica la pelle.

Poso la mia guancia sui suoi morbidi capelli rossi. Non credevo che fosse tanto piacevole stare in sua compagnia.

Sospiro e gli accarezzo lentamente i capelli, lo sento rabbrividire  al mio gesto.

“Sakuragi, sei sveglio?”

Un mugolio è la risposta che ricevo.

“Vuoi che me ne vada?” biascica.

“No!” rispondo un po’ troppo frettolosamente.

“Ho passato una piacevole serata” mormora sollevandosi un poco ci troviamo così di fronte, pericolosamente vicini, la mia mano indugia ancora tra le sue ciocche rosse.

Nuovamente cala il silenzio tra noi, Hanamichi posa la sua guancia sulla mia mano, chiude gli occhi.

Con il pollice gli accarezzo lo zigomo, poi poso anche l’altra mano su suo viso e mi avvicino a lui fino a quando le nostre labbra non si toccano.

Hanamichi non si tira indietro e questo mi da coraggio. Succhio le sue labbra, quando le apre un poco le violo lentamente con la lingua fino ad incontrare la sua curiosa che inizia a giocare con la mia.

Mi allontano un poco, Hanamichi resta immobile, con gli occhi  chiusi, l’espressione beata, non sembra rendersi pienamente conto di quanto è successo.

Apre gli occhi e sorride.

“Scusa” mormoro.

“Perché?”

Sono confuso, non capisco ed Hanamichi non mi da il tempo  di capire, posa ancora le sue labbra sulle mie.

Ci baciamo ancora e non penso più a nulla, se non al suo profumo, al suo calore, al suo sapore.

Quando respirare si rende ancora necessario ci separiamo spezzando quella magia.

Mi abbraccia e si accoccola a me.

“Come spieghiamo, domani a scuola, il nostro arrivo insieme?”

“Ci penseremo domani mattina!”

 

Effettivamente il nostro arrivo a scuola insieme suscita parecchi mormorii ed occhiate curiose, ma la cosa non mi interessa più di tanto.

Le solite noiose ore di lezione mi scivolano addosso come sempre, poi gli allenamenti.

Alla fine dopo la doccia sono quasi tentato di chiedere ad Hanamichi di tornare a  casa con me, ma mi trattengo. Lui mi saluta e se ne va con i suoi amici. Sospiro scrollando le spalle.

Passa una settimana  e tra me e  lui non è cambiato molto… beh una cosa è cambiata: non litighiamo più e di tanto in tanto riusciamo a creare anche degli schemi in campo, cosa che lascia tutti a bocca aperta.

“Sakuragi” lo chiamo finito l’allenamento di oggi.

Si volta e mi sorride.

“Ti va di mangiare un boccone insieme?” propongo.

Annuisce, solo che questa volta non finiamo in un fast-food, ma lo porto direttamente a casa mia.

“Sai cucinare?” mi domanda sorpreso.

“Si” rispondo muovendomi a mio agio per la cucina.

“Vuoi una mano?”

“No, combineresti solo guai”

“Che cosa??? Guarda che so cucinare anche io!!!” grida bloccandomi tra sé ed il ripiano.

Sorrido senza scompormi minimamente.

“Bene almeno non moriremo di fame”

Avvicina il viso al mio e mi bacia cogliendomi alla sprovvista, gli circondo i fianchi con le braccia e mi lascio andare contro il mobile.

Spinge il suo corpo sul mio e questo accende  tutti i miei sensi, quando le sue mani sfiorano la  pelle della mia schiena non capisco più nulla, muovo il bacino in avanti. Le nostre  erezioni si scontrano facendoci gemere, nonostante tutto riesco ancora a connettere.

“Aspetta” ansimo sul suo collo fermandogli le mani “Andiamo di sopra” mormoro.

“E la cena?” domanda ingenuamente lui.

“Mi è venuto un altro tipo di fame” sussurro leccandogli l’orecchio. Mi guarda un istante smarrito, poi un sorriso sornione gli illumina il viso.

“Oh ora che ci penso anche a me”

Lo prendo per mano e lo trascino su per le scale, faccio appena in tempo a chiudere la porta che mi abbraccia da dietro.

“Devo ammettere che hai proprio una bella camera” sussurra succhiandomi il collo.

Febbrilmente ci spogliamo scoprendoci eccitati e  timorosi allo stesso tempo.

Quando siamo entrambi nudi e stesi sul letto ci fissiamo.

Hanamichi arrossisce “Ora?” mormora.

Lo sospingo a  sdraiarsi, lo bacio e mentre le mie labbra si occupano delle sue, mi faccio strada tra le sue natiche e nel suo corpo.

Si irrigidisce spalancando gli occhi spaventato. Lascio il suo corpo, ma continuo ad accarezzargli la piccola fessura.

Quando sento che è rilassato lo bacio e lo penetro piano, muove il bacino venendomi incontro, aggiungo un secondo dito, inarca la schiena.

“Ti piace?” domando.

“Si, non smettere ti prego” scendo con le labbra sul suo petto, gli lambisco un capezzolo poi l’altro.

Scendo ancora fino al suo sesso, ne lecco la punta, lo sento tremare; lo avvolgo completamente ed aggiungo un terzo dito ai primi due.

Sussulta posandomi le mani sulla testa.

“Ah… ah… Kaede…”

Mi sollevo da lui lasciandolo insoddisfatto, gli divarico le gambe e mi posiziono tra esse.

Mi spingo in lui. “Male?” domando avanzando con cautela.

“Un po’ non molto”

Entro in lui completamente, è meraviglioso essere così profondamente uniti.

Hanamichi muove il bacino in un chiaro invito: esco piano da lui e rientro, scariche di piacere mi attraversano tutto il corpo.

Le nostre labbra si cercano e si trovano mentre il piacere e la passione crescono fino ad esplodere.

Il lungo gemito di Hanamichi si unisce al mio, crollo esausto su di lui. Ansimando forte mi stringe a sé.

Esco dal suo corpo  e mi accoccolo al suo fianco, il suo cuore batte all’impazzata.

I nostri stomaci brontolano senza ritegno, scoppiamo entrambi a ridere.

“Non ho molta voglia di cucinare, ti va bene un panino”

“Si certo vengo a darti una mano”

“Ah no… meglio di no! Aspettami qui!”  gli ordino, scendo dal letto ed indosso i pantaloni, vado in cucina e preparo i panini.

Sia Hanamichi che io li divoriamo, poi ci accoccoliamo l’uno contro l’altro, spengo la luce e ci addormentiamo profondamente.

 

Il mattino dopo, a scuola, ancora sguardi e mormorii e quando meno me l’aspetto,  Hanamichi mi prende per mano e mi da un rapido bacio sulle labbra..

Il gruppo di ragazzine RU-KA-WA crolla a terra  svenuto.

Il gorilla ed altri nostri compagni di squadra ci fissano sconvolti.

Ayako e Yohei sembrano gli unici che in qualche modo  se l’aspettavano.

La campanella suona, tutti entrano nell’edificio, Hanamichi ed io ci attardiamo.

Sorrido e gli sfioro la  guancia con le dita “Entriamo?”

“Certo come fanno altrimenti senza di me!”

Scuoto  la testa ed appena mi sorpassa gli do’ una pacca sul sedere, poi lo seguo.

Sarà divertente vedere cosa combineremo noi due insieme!

Fine


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