Rieccomi qui con la seconda ed ultima parte di questa fic.

I personaggi non sono miei, li uso solamente per conseguire uno dei due scopi per i quali scrivo, ovvero il piacere che mi dà il poter parlare di loro. Il secondo scopo, invece, è quello di poter comunicare con le mie opere qualche emozione al lettore, coinvolgerlo e farlo sognare e divertirsi con me...

Ora, buona lettura ^__^!



Innesto

parte II - Ombre dal passato

di Dream


Accarezzo il mio pugno fasciato, mentre Yohei porta nella sua camera due bicchieri e una caraffa di tè.

Ho un martellio profondo alle tempie e non vorrei in alcun caso sentir parlare, o, ancora peggio, interrogare qualcuno adesso, ma non ho scelta, perchè DEVO sapere: questi dubbi, queste ombre oscure del suo passato mi stanno martoriando!

Non posso farci nulla: ora che la rabbia è svanita e che sono riuscito a riconquistare perlomeno una parvenza di calma, non riesco a non ripensare ai momenti stupendi che io ed Hanamichi abbiamo passato insieme, attimi meravigliosi in cui ci pareva di essere una cosa sola, e ci comprendevamo con uno sguardo, un respiro, lo sfioramento di una mano...Occasioni magiche per le quali mi rendevo conto che valeva la pena di lottare in questo cazzo di mondo, e che mi facevano sentire amato e necessario per qualcuno. 

Ci sono state delle circostanze nelle quali sono riuscito a percepire il suo amore, in cui l'ho avvertito chiaramente! Non posso essermi sbagliato in questo modo! No...O sì?

Lui ha provato qualcosa per me, deve! Non può essere altrimenti! Ma cosa? Lui ha provato egualmente qualcosa per quell'altro...MA COSA?! 

Questo è l'unico problema, il punto interrogativo: non so come classificare esattamente i suoi sentimenti, non riesco a capire se lui abbia considerato la nostra una storia senza importanza, una parentesi insignificante, e se il suo cuore sia mai stato mio, o se sia sempre appartenuto a quel maledetto stronzo...Sono almeno riuscito ad accarezzarglielo? 

Devo conoscere i fatti, per poter fare una qualsiasi cosa. Devo sapere, per poter decidere definitivamente se odiarlo, dimenticarlo, disprezzarlo...Lottare contro...O per lui. 

Per lui? NO! Basta con queste idee! Fra noi è finita ormai. E' necessario che lo sia, non può andare in altro modo. Però io voglio lo stesso poter sperare in qualcosa di bello nel mio futuro...E' idiota, lo so, ma come riuscirei adesso ad immaginarmi senza il mio do'aho? Eppure so già che non riuscirò a tornare da lui...Che il mio orgoglio me lo impedirebbe.

Questo stesso orgoglio che ora mi spinge a chiedere chiarimenti e spiegazioni per dissipare i miei dubbi, nonostante la mia ben nota misantropia.

Almeno si tratta di Mito, quindi mi risulterà più semplice. E' una delle pochissime persone la cui compagnia non mi crei disagio o fastidio. Ho avuto modo di apprezzarlo in parecchie occasioni, fra le quali la volta in cui, l'anno scorso, si è accusato di rissa per salvare il club di basket. Senza contare poi le mille circostanze in cui ha offerto il suo aiuto e sostegno incondizionato ad Hana.

Anche se questo, però, non rende di certo le cose tanto più facili: devo trovare da solo il coraggio di conoscere, la forza di affrontare ed accettare quanto potrebbe dirmi.

"Mito, tu conosci Ryo Azaki?"

Scruto attentamente il suo volto, per non farmi sfuggire ogni minima reazione che la pronuncia di questo nome potrebbe causargli, ma, anche se fossi stato distratto o semi-addormentato, mi sarei avveduto comunque del pallore diffuso che ha assunto il suo viso, del tremito che lo sta scuotendo e che gli fa cadere di mano un bicchiere, il quale si infrange in mille schegge sul pavimento.

Immediatamente udiamo da fuori la voce di sua madre: "Yohei, che succede?!"

Lui prende un respiro, prima di ribattere con una voce che mi giunge un po' alterata: "Niente, non preoccuparti!"

Quindi riporta la sua attenzione su di me, con un'aria inequivocabilmente sconvolta e le sopracciglia corrugate: "Te ne ha parlato Hanamichi?"

"No, l'ho visto io stesso poco fa."

Lui sussulta leggermente, prima di invitarmi a raccontare. Sforzandomi un poco, gli faccio una breve e neutra relazione dell'accaduto. Lo vedo ascoltarmi attentamente. Quando giungo al momento del bacio, si morde violentemente il labbro inferiore, voltandosi verso la finestra per nascondermi l'espressione del suo viso.

Infine una mia pausa più lunga annuncia la fine del mio sacrificio oratorio. Lo odo sospirare e chiedermi con voce stanca: "Cosa vuoi sapere da me?"

"Parlami di loro..." Lo esorto, preparandomi alla sua relazione.

 

 

Mi stendo sul nostro letto, ma dal lato usato da lui. Posso avvertire il profumo inebriante e sensuale di Kaede che impregna il cuscino, che inebria i miei sensi...E lentamente, confusamente, il mio pensiero indietreggia, riportandomi alla mia adolescenza, alla mia infanzia, a Ryo.

Abitava lungo la costa, nella villa accanto a quella dei miei nonni. Non riesco a rammentare un attimo della mia vita che non sia stato trascorso assieme a lui, delle scoperte non condivise, dei giochi che non siano da noi stati sperimentati. In tutte le  mie pazzie lui mi affiancava, sebbene avesse un carattere diametralmente opposto al mio. Forse era proprio per questo che andavamo così d'accordo: la sua calma suppliva alla mia impetuosità, la sua modestia e timidezza alla mia arroganza e spavalderia, la sua debolezza veniva difesa dalla mia forza, la mia solitudine riempita dalla sua dolcezza.

Eravamo inseparabili, fratelli, amici, cielo e terra, acqua e fuoco, luna e sole. 

Non posso non ricordare con un sorriso sulle labbra e lacrime di rimpianto agli occhi i pomeriggi trascorsi a giocare ai pirati nella pineta, le sere in cui intrappolavamo le lucciole nelle bottiglie, le notti in cui di nascosto sgusciavamo dalle finestre per ritrovarci in una capanna abbandonata sulla costa, dove tentavo di terrorizzarlo con racconti di paura. E devo dire che ci riuscivo benissimo! 

Momenti sereni in cui tutto era così semplice e chiaro, in cui lo consideravo ancora come un amico e basta, e non arrossivo o tremavo al suo sguardo...

 

 

"Ero quasi geloso del loro legame: Hanamichi e Ryo erano l'uno l'ombra dell'altro. Tuttavia Azaki non frequentava la nostra stessa scuola, dove invece la testa rossa aveva fatto brigata con me e gli altri membri dell'Armata. Ma all'esterno non c'era verso di separarli. Quando si trovavano assieme, mi sentivo sempre di troppo, quasi un intruso che desiderava violare la loro complicità, i loro segreti. Per quanto insistessero con me affinchè io restassi in loro compagnia, cercavo sempre scuse per andarmene, per lasciarli soli. La loro non è mai stata una semplice amicizia... Ricordo perfettamente come scintillassero gli occhi di Ryo, quando incontravano la figura di Hanamichi. Credo che gli abbia voluto bene da sempre... Era inevitabile che nascesse qualcosa..."

Raccolgo le ginocchia al petto, cingendole con le braccia, cercando di soffocare l'impulso di andarmene per non scoprire segreti che ora tanto temo...

E' un effetto del dolore che sento io, o davvero anche le parole ed il viso di Yohei sono sconvolti di sofferenza? E' solo una mia impressione?

 

 

Avevo tredici anni, quando io e Ryo decidemmo una sera di fare una passeggiata lungo la spiaggia.

Rivedo ancora perfettamente il tramonto che stava illuminando il mare di mille pagliuzze dorate, il sole che, come una sfera infuocata, si immergeva nelle acque profonde dell'oceano, ed il cielo che si faceva più cupo, mentre iniziavano ad ammiccare tremule le prime stelle. Ci sono certe immagini che non sbiadiscono mai nella propria mente, e credo che questa sia una di quelle.

Lui era stranamente silenzioso. 

Dopo un po' ci sedemmo l'uno accanto all'altro sulla sabbia, in un'atmosfera di serena complicità.

La pace era così totale, la felicità così vicina...Istintivamente lui mi si avvicinò, ed io lo cinsi con un braccio. Sussultò a questo mio contatto, ma poi decise di posare la testa sulla mia spalla, chiudendo gli occhi.

Mi sembra ancora di sentire il suo respiro tranquillo sfiorarmi il collo... Improvvisamente una lacrima bagnò la mia spalla. Lo scostai da me, preoccupato per la sua reazione: stava piangendo in silenzio.

"Ryo-chan, cos'hai? Ti senti male, c'è qualche problema?"

Lui mi sorrise in silenzio, prima di confessarmi i suoi sentimenti. 

"Ti voglio bene, Hanamichi." 

Rammento tuttora quanto mi fosse sembrato tonto...Era naturale che mi volesse bene, gliene volevo anch'io!

"Cosa c'è di strano? Anch'io ti voglio bene!"

Ma lui per replica allargò ancora di più il suo sorriso, che si fece lievemente sardonico.

"Non hai capito, idiota. Il mio affetto non è quello di un amico, ma quello di due persone che si amano, e che scelgono di condividere la loro vita insieme!

Lessi la paura riflessa nei suoi occhi turchini: e poi doveva essere lui quello fifone! Aveva invece avuto il coraggio di gettarsi nel vuoto, di ammettere e dare voce a quei sentimenti che io ancora tacevo, perfino con me...

Ammirai profondamente il suo coraggio, la sua sincerità...E lo baciai, come se fosse stata la cosa più naturale da fare: le sue labbra sapevano di fresco, di sincerità e purezza...

Mi sentii felice, completo.

 

 

"Fui l'unico a cui rivelarono la reale natura del legame che li univa, poichè ero il migliore amico di Hanamichi e conoscevo anche molto bene Azaki. Non scorderò mai le loro espressioni felici, quando mi spiegarono di volersi bene, di amarsi...Sì, usarono proprio questo verbo."

Non posso tollerare che Hana abbia affermato di amare qualcun'altro, quando neppure nei miei confronti ha mai ammesso chiaramente di provare questo sentimento! No, non mi ha mai detto "Ti amo". Solo..."Ti voglio bene", "Mi sento legato a te", o "Mi piaci."...

Che paranoie, eh? Prima non ci avevo badato più di tanto, ma ora l'effettiva importanza di questo fatto mi colpisce come una scudisciata. Forse non me l'ha mai confessato perchè non è riuscito a provare con me gli stessi sentimenti che nutriva per quel...Quante volte avrà fatto confronti fra noi?! Ed io non l'ho mai nemmeno sospettato! Dannazione!

La voce atona di Mito continua, come un nastro registrato: "Erano veramente completi assieme, nessuno screzio aveva ragione di turbarli. Quello era stato un periodo di gioia per Hana. Il sorriso radioso e vero che rivolgeva ad Azaki posso rivederlo solo ora, quando si trova con te..."

Lo osservo ansioso, ma lui non mi fornisce di ulteriori commenti e spiegazioni.

"Ryo gli fu sempre accanto, persino alla morte di suo padre, aiutandolo a superare i suoi sensi di colpa. Trascorsero due anni, e giunse la terza media, momento in cui Azaki se ne andò con il padre in Germania, che dovette recarsi lì per affari. Riuscì a tollerare questa decisione solo perchè gli fu promesso che sarebbe stato iscritto ad una prestigiosa scuola di musica. Suonava il piano divinamente, era la sua vita..."

Lo sguardo di Yohei è lucido, perso nei ricordi, e conferma un sospetto che inizia a prendere piede nella mia mente.

 

 

Quello fu uno dei momenti peggiori della mia vita: presagivo che non avrei potuto fare a meno di lui, che ne avevo bisogno, che mi serviva il suo amore! Ero convinto che da solo mi sarei perso, avrei smarrito la via. Avevo paura di lasciarlo andare, mi sentivo turbato, e non forte a sufficienza per volare senza il suo sostegno. 

Fra noi due mi ero avvezzato sempre a considerare la mia persona come il punto saldo e fermo, colui che infondeva coraggio all'altro. Ma non era così. Non lo era mai stato davvero!

La notte precedente alla sua partenza facemmo per la prima volta l'amore, nella baracca abbandonata dove una volta lo spaventavo con racconti di terrore.

Fu lui ad esprimere questo bisogno, il desiderio di fondersi veramente a me, di sentirsi parte di me, anima e corpo. Anch'io ovviamente lo desideravo, ma non avrei mai potuto imporgli una scelta che lui non condividesse, sottoporlo a una qualsiasi pressione. Lo apprezzai ed amai ancora di più, per il coraggio dimostrato nel voler affrontare il dolore e l'atto di possesso...

Quando ci unimmo, e divenimmo un solo corpo, un unico spirito, riuscì a mormorarmi: "Promettimi che mi aspetterai...Giura che diverremo di nuovo una cosa sola, quando ritornerò da te."

Io potei solo ansimare: "Te lo giuro..." Prima di abbandonarmi esanime e sfinito sul suo petto, col cuore straziato dalla gioia di quel momento e dalla sofferenza di un imminente addio. 

Ne ignoro la ragione, ma io sentii sempre la nostra separazione come un addio, non come un arrivederci...Quasi il mio cuore avvertisse l'imminente arrivo del suo vero padrone.

 

 

"Il periodo successivo fu tremendo per Hanamichi: pareva che nessuno potesse consolarlo o distogliergli la mente da quella perdita, dalla lontananza. Tentò di distrarsi interessandosi a delle ragazze: diventò una sorta di gioco per lui, ma in realtà non ve ne fu nessuna ad averlo interessato veramente. Il suo cuore seguitò a rimanere fedele ad Azaki...Finchè non arrivasti tu." 

Sussulto. Ho quasi timore di scoprire il mio ruolo in questa storia.

"Fin dal primo istante in cui ti vide, compresi che in lui si era smosso qualcosa, che qualcosa aveva ripreso a battere, forse quel cuore congelato ed indurito dall'attesa e da un sentimento che era diventato un impegno, più che una realtà. Tentò disperatamente di mantenersi fedele a Ryo ed alla promessa che li univa, provò ad odiarti, a disprezzarti, ad allontanarti...Ma più fuggiva e negava questi sentimenti che nella sua mente rappresentavano solo un pericolo, una vergogna, più essi crescevano, lo pressavano, lo inseguivano.

Gli consigliai allora di non opporre loro resistenza: non era giusto soffocare ciò che iniziava a sentire per te solamente per mantenersi fedele a quello che ormai, pur non volendolo lui ammettere, era diventato solo un ricordo, un tassello di passato. Trascorse del tempo, fra rimorsi, sofferenze, battaglie interne e lacrime.

Infine, disperato, si arrese ad una lotta già persa in partenza, ed aprì le porte del suo animo a te, al tuo amore. E questo gli riempì nuovamente la vita, riportò in lui la fiducia e la gioia, ricolorando la sua esistenza divenuta vuota e sterile. Confessò allora a Ryo di non essere in grado di rimanergli fedele e ti si dichiarò. Il resto lo sai..."

 

 

Come hai potuto, Kaede? Che strano potere hai usato per svellere da me un sentimento che ormai credevo parte del mio cuore, e sostituirlo con la realtà del nostro amore? 

Se solo tu riuscissi a immaginare il mio dolore, la sofferenza che mi pressava quando ero consapevole di tradire il mio ragazzo ogniqualvolta pensavo a te...Ma la pena si faceva ancora più grande, se tentavo di reprimere le sensazioni estranee ed al contempo familiari che eri stato in grado di suscitare in me!

Perchè...Come mi sono innamorato di te? Sei così diverso da Ryo-chan, e non sto parlando dell'aspetto fisico: di quello se ne accorgerebbe perfino un paraplegico...

Mi riferisco ai sorrisi che illuminavano spesso il volto del mio precedente ragazzo, ma che tu sei così restio a regalarmi...Tuttavia proprio per questo mi sono tanto cari, inestimabili. Parlo della tua fierezza, che hai domato e piegato a fatica per offrirti a me. Non dico che a Ryo fosse risultato semplice, ma sicuramente a te deve essere costato molto di più...E penso alla tua forza, che talora nega il desiderio intenso che ho di stringerti e proteggerti, come facevo con Azaki, ma che suscita la mia ammirazione ed il mio rispetto, ed anche, perchè no, una sorta di tenerezza, dal momento che solo io conosco la tua fragilità nascosta, che ad essa si contrappone e che ti ostini a voler celare anche a me, ma che nonostante tutto io avverto. 

Non sei gentile, non sei romantico. Talvolta appari fin troppo duro e cinico nei tuoi continui tentativi di demolizione ai miei slanci passionali, nelle tue docce fredde...Ma mi basta udire i tuoi timidi e impauriti mormorii nella notte, le tue rare confessioni, restie per il timore di rivelare una debolezza, per sentirmi il petto scoppiare d'amore.

Ti amo, Kaede. Ti amo in un modo che non avrei mai giudicato possibile. Amo il modo in cui parli con me, la maniera in cui ti comporti, i tuoi pregi, le tue mancanze. Ma, soprattutto, amo quello che rappresenti per me...Ed ho bisogno di te, più di quanto tu ne abbia di me.

Ho paura, non so cosa tu abbia intenzione di fare con me, adesso...Mi sento come un fiore reciso che anela dell'acqua: io allo stesso modo anelo il tuo amore. Ma tu mi stai lasciando languire, non mi reclami per te, nè mi vuoi lasciare ad un altro.

Ti prego, perdonami! PERDONAMI e torna con me! Devi renderti conto che noi abbiamo un significato solo se visti l'uno in funzione dell'altro! Mai più ti nasconderò qualcosa, mai più ti mentirò! Mi metterò a nudo di fronte a te, squarciandomi anche il petto se lo vorrai!

Mi piacerebbe dirtelo, ora. Ripetere la stessa frase che tu avevi rivolto a me: voglio solo te, solo te, nella mia vita... 

 

 

Yohei mi si siede a fianco, attendendo che io parli. Ma non so che dire, veramente. Secondo quanto lui ha raccontato, Hanamichi ora si è lasciato alle spalle Azaki, lo ha rifiutato. Per me. Ma perchè non mi ha detto nulla allora? Avrei avuto il diritto di sapere! Non avrebbe dovuto negarmi la possibilità di conoscerlo: non esisterebbero allora queste ombre, fra noi, e non avrebbe deluso in tal modo la mia fiducia...Non mi avrebbe fatto male!! 

"Non mi avrebbe dovuto nascondere questa storia!" La mia voce è carica di un risentimento quasi forzato, di un astio che in sè nasconde la paura di un cedimento. Questo perchè in realtà, me ne rendo conto, il mio unico desiderio, ora, sarebbe di mettere da parte ogni cosa, scordare ciò che è stato e gettarmi fra le braccia di Hana supplicando di essere stretto ed amato. Il mio cuore è colmo del desiderio di dimenticare tutto, perdonarlo e riiniziare. Ma la razionalità della mia mente mi impone di non scordare il modo in cui sono stato trattato, di non tornare da lui, di non umiliarmi oltre...Che devo fare, chi è giusto seguire?

Gemo, portandomi una mano alle tempie e massaggiandole nervosamente.

Mito mi rivolge un'occhiata comprensiva: "Capisco che debba essere difficile per te, questa situazione, ma Hanamichi si è comportato così solo perchè temeva la tua reazione. Aveva paura che vi sareste allontanati, che avresti potuto diffidare di lui. Non aveva intenzione di celarti nulla: te lo avrebbe confessato. Credimi, lo so. Non voleva approfittarne o prendersi gioco di te. Lui ti ama, io posso affermarlo sinceramente, ti ama più di tutto, ed ha il terrore di perderti. Può aver sbagliato, ma ritengo che tu sia abbastanza forte da superare assieme a lui questo screzio. Non ho alcun dubbio. Vi volete bene, non lasciate che dei fantasmi vi separino."

Le sue parole sono pericolose, vogliono assecondarmi a seguire i miei sentimenti ed impulsi, che mi esortano a tornare da Hanamichi, a perdonargli tutto...Ma io cerco di combattere loro, di contrastarli!

Mito evidentemente si accorge di questo mio conflitto interno, poichè riprende: "Rukawa, permettimi di dirti una cosa, una frase che spesso mi ripeteva mia nonna, e che mi è stata utile più volte: una persona è veramente forte solo se riesce a contrastare le ingiunzioni del proprio orgoglio. Tu sei veramente forte, Rukawa? Sei in grado di contrastare la parte peggiore di te, o vuoi soccombere ad essa?" Mi sorride in silenzio, notando il mio sussulto. 

Eppure...Non so ancora cosa fare. Come è giusto che mi comporti? Ho paura di mostrarmi debole, ho paura di molte cose...Troppe. In primo luogo di me stesso.

Dopo un po' mi azzardo a chiedergli un favore: "Posso dormire da te, stanotte?" 

Non voglio ancora dover affrontare il mio do'aho, che sicuramente mi starà attendendo. Ho bisogno di altro tempo, per riflettere, per decidere quale direzione prendere con lui, dove orientarmi circa la nostra relazione...

Yohei assume un'aria comicamente impaurita: "Tu mi vuoi morto! Confessa!"

"Nh?"

"La scimmia mi ammazzerebbe, se sapesse di questa tua proposta..." 

Riesce a strapparmi un sorriso, prima di rifarsi serio ed annuire alla mia richiesta.

Approfitto della sua ospitalità, cenando in compagnia dei suoi familiari. Dopo aver guardato con lui un po' di TV, e cercato di assecondare i suoi tentativi di dialogo, ci siamo recati di nuovo nella sua stanza. 

Stende un paio di futon e poi ci alterniamo a fare due docce veloci, prima che lui mi auguri una buona nottata e spenga la luce.

Fra noi cala il silenzio. Mi sento tormentato da ciò che ho saputo: questa storia continua a vorticarmi in mente, la gelosia mi afferra e si ritrae di fronte alla rabbia, per poi prendermi di nuovo, come un gioco di onde impetuose. Il mio cuore e la mia mente sono in tempesta: non riuscirò a dormire, stanotte, seppure questo, detto da me, risulti quasi comico.

"Allora, hai deciso che farai?"

Sussulto, preso in fallo nei miei dubbi come un bambino colto con le mani nella marmellata. Credevo che Mito fosse già nel mondo di Morfeo...

"Sai, Rukawa, mi hai stupito sfavorevolmente!"

Eh? Cosa intende dire? Il suo tono di voce non lascia presagire nulla di buono, trasuda una sottile vena di disprezzo che non posso non avvertire.

"Nh?" Mi limito ad emettere, sapendo che non è necessario aggiungere oltre, per fargli dire ciò che in realtà desidera dire.

Mito riprende: "Guardandoti in partita, mi ero immaginato che tu fossi un ragazzo di carattere, pronto a lottare per raggiungere i suoi obbiettivi, uno che non si lascia mettere sotto i piedi da nessuno...Ed ora, per tua propria volontà, ti stai facendo sconfiggere e trattare come uno straccio! Sei un ingenuo? Non ti rendi conto che, comportandoti così, fai proprio il gioco di Azaki? Abbi fiducia, io lo conosco, e so che farebbe di tutto pur di ottenere ciò che vuole. E lui ora vuole Hanamichi, l'ha sempre voluto. Te lo lasci fregare in questo modo, senza fargli vedere chi sei, senza fargli capire a chi è che appartiene? Lui te lo porterà via, e tu glielo permetti...Credevo che quella testa rossa fosse tua, che tu ci tenessi, che lo amassi...Ma evidentemente non è così, poichè, invece di lottare, stai lì a crogiolarti in un dolore ed in un astio che vuoi crearti, permettendogli di fare ciò che più gli aggrada. Continua in questo modo, e Sakuragi ti verrà soffiato sotto il naso, e non lo rivedrai più! Non sei in grado di reagire? Non sai lottare? Che delusione, che smacco, per il grande Kaede Rukawa..."

Man mano che queste parole colme di sfida e di derisione fuoriescono dalle sue labbra, anche impregnate di un sordo dolore, io cerco di mantenermi calmo e controllato, mentre le mie mani si serrano sempre più convulsamente attorno alle coperte, stropicciandole, ed i miei occhi si sbarrano, furibondi ed oltraggiati, rivolgendo lampi sinistri a chi sta mettendo in discussione la mia forza. 

Dopo un po' non riesco più a reggere e mi slancio addosso alla presenza avvolta nel buio di questo ragazzo imprudente che vuole provocarmi, scagliando alla cieca qualche pugno per costringerlo al silenzio.

"TACI! HANAMICHI E' MIO E NON PERMETTERO' A QUEL FOTTUTO BASTARDO DI PORTARMELO VIA!" Il mio urlo trapassa l'oscurità, rieccheggiando sinistro nelle mie orecchie.

Lo odo ridacchiare: "Ehi! Vuoi svegliarmi l'intero quartiere?"

Tuttavia la collera che mi acceca non mi permette di seguire le sue parole: no! Hanamichi è mio, solo mio! E' la MIA testa rossa, il MIO do'aho! Non può appartenere a nessun altro che a me, non deve amare nessun altro che me, e nessuno deve anche solo azzardarsi a pensare di prendermelo! Io lo amo. LO AMO e non lascerò che mi venga portato via! Hana dovrà capire di appartenermi, di non poter amare altri che me, di essere destinato a me, come io lo sono a lui! Gli farò comprendere che solo con me ha senso lottare, amare, soffrire, gioire, godere...Che con nessun altro potrà sentirsi allo stesso modo, che esclusivamente assieme a me gli è concesso di provare queste sensazioni...Che siamo fatti per stare assieme...Che il concetto di ognuno è racchiuso nel cuore dell'altro!

Lo capirà! Lo capirà, certo, a costo di spaccargli quella testa dura a craniate*!

(*Frase di Ria! Mi è piaciuta subito l'idea ^__^! NdDream).

Ansimo violentemente e infine mi scosto, lasciandomi ricadere di nuovo sul mio futon.

"Finalmente sei tornato quello che eri! Mi preoccupavi, sai? Ora posso anche cercare di dormire...E' di nuovo tutto a posto..." Sbadiglia con voce serafica, stiracchiandosi ed emettendo qualche comico mugolio dovuto ai cazzotti presi. 

Mi viene quasi da ridere, poichè alla fine ho capito che ha cercato di provocarmi solo per darmi una scrollata...Credo che, se fossi una persona comune, gli direi pure grazie per avermi fatto comprendere alla buon ora cosa devo fare, e dove incanalare le mie energie. Lo sapevo già, a dir la verità, ma non volevo riconoscerlo: non riuscivo a rendermi conto che l'amore vuol dire anche forza, non solo debolezza, poichè è necessaria grinta per lottare ai fini di conservarlo...Vabbè, vorrà dire che questi ringraziamenti dovrà limitarsi ad immaginarseli: non spreco certo parole per sciocchezze, io! 

Ma Hanamichi è fortunato ad avere per amico una persona così speciale...

Dopo un po' vengo colto di sorpresa da un nuovo intervento di Yohei, fatto stavolta su tono amaro e disilluso, quasi un riscontro aspro: "Azaki lo ama ancora, è evidente." 

Lo odo sospirare e non posso trattenermi, nonostante il mio consueto riserbo, dal chiedergli: "Da quanto lo ami?"

Lo sento trasalire, ma dopo un attimo risponde: "Non so. Da sempre, credo. Ma ho fatto in modo che nè lui nè Hanamichi mi scoprissero."

Ora comprendo perchè un ragazzo come Yohei non abbia ancora voluto legarsi a nessuno, e come mai non cerchi nemmeno di farlo. Non so cosa dire, per fargli capire che mi dispiace, che lo ammiro per la sua fedeltà all'amico del cuore, e che vorrei aiutarlo, ma che ne ignoro il modo.

"Mi auguro che tutto si risolva."

"Oh, non ho dubbi...Il problema è come. Vorrei non amare Ryo, perchè so che è un sentimento privo di speranza...Ma non dipende da me."

Dal suo tono intuisco che non ha voglia parlarne oltre, e rispetto questo suo desiderio. Del resto, chi più di me può riconoscere il bisogno del silenzio?

 

 

La luce tenue che filtra dalla finestra mi avverte che dovrebbe essere ormai prima mattina, ma io non apro gli occhi. Mi sono svegliato or ora da un sogno splendido, e non ho voglia di riprendere contatto con la realtà troppo presto. 

Ah! Ho sognato Kaede, ovviamente...Beh, cosa pretendete, ve l'ho pur detto che è stato un sogno splendido, no? 

Cerco di rammentarne i particolari per tenere lontani dalla mia mente il più a lungo possibile i ricordi della serata di ieri.

Prima che fosse troppo tardi, sono uscito e mi sono recato da Ryo, nella sua abitazione che si trova accanto alla casa di mia nonna, e che suo padre su sua pressione non ha venduto. 

Ho tentato di essere leale, pur mettendo le cose in chiaro: gli ho offerto il mio sostegno e la mia amicizia, ma gli ho anche fatto comprendere che non può più aspirare ad avere il mio cuore...Anche perchè la scelta di concederglielo non sono più io a poterla prendere: esso ormai è nelle mani della mia kitsune, indipendentemente dalla mia volontà, e credo che ci rimarrà a tempo da definirsi...Se solo la mia volpe decidesse di averne cura.

Gemo lievemente. Il sogno è stato così intenso, così reale, che riesco ancora ad avvertire il profumo sottile che permea la sua pelle candida...Il suo fiato caldo, la sua mano che avvolge il mio torace...

Ma...Un attimo! Io adesso sono sveglio, no? Ok, ok, risparmiatevi le vostre battutine idiote! Ad ogni modo, ora sono desto, quindi non dovrei continuare ad avvertire il calore del suo corpo accanto al mio! Allora questo significa...

Apro gli occhi all'improvviso e il mio cuore si ferma mentre mi ritrovo, esattamente sopra il mio viso, a meno di cinque centimetri dalla mio volto esterrefatto, i lineamenti impassibili della mia volpe, che pare voler scrutare ogni mio minimo movimento facciale. 

Sussulto, evitando di poco l'infarto per lo spavento subito. 

Vorrei vedere voi a svegliarvi beati e tranquilli, rivolgere il vostro primo sguardo alla giornata e trovarvi, come prima cosa, due occhi metallici fermamente piantonati nei vostri, a distanza di meno di un palmo!

"Ce ne hai messo di tempo per svegliarti, do'aho!" Sussurra, con calma gelida.

Non ho il tempo di rispondere, che subito la sua fronte, a velocità fulminea e spiazzante, cala con uno scatto sulla mia, procurandomi una sonora capocciata che rieccheggia per almeno mezz'ora sin nei più profondi recessi della mia mente e mi dona un bernoccolo di perlomeno un metro. Ma tra ieri e oggi si è proprio messo in testa di massacrarmi?!

"KITSUNEEEE! TI SEI BEVUTO IL CERVELLOOOO!" Sbraito, a dir poco incavolato nero, rispondendo immediatamente a questa non tanto velata provocazione con un gancio che lo prende alla mascella e lo ribalta all'indietro.

In breve siamo l'uno addosso all'altro, a menarci come due disperati, ruzzolando fra le coperte del suo letto ormai sfatto.

Ma, sia perchè io sono ancora più o meno addormentato, sia perchè lui mi pare alterato come minimo il doppio di me, sia perchè (ed è un dettaglio non trascurabile!) questa situazione mi porta alla mente occasioni in cui ci siamo rotolati fra le coperte con scopi ben più...Ehm...Interessanti...Kaede riesce ad avere la meglio su di me, e mi abbatte sotto di lui, bloccandomi in una presa ferrea i polsi e pesando sul mio corpo.

"Do'aho!" Sibila, con due occhi che mandano fiamme.

Io gemo, perchè le sue dita premono contro la mia pelle e sembrano volermisi conficcare nel braccio. Lui, a risposta, aumenta la pressione della stretta, lasciandomi dei segni rossi sull'epidermide ambrata.

"Do'aho!" Ripete, con lo stesso tono "Tu sei mio!"

"Eh?" Emetto, incredulo e intimorito ad un tempo dal scintillio intimidente del mio sguardo. Dove vuole andare a parare?

"Prova a guardare ancora una volta sola un altro ragazzo, a toccarlo anche solo con la punta di un dito, chiunque esso sia, e ti stacco la testa! Tu mi appartieni! Tu sei solo MIO!"

Non ci credo! Rukawa, Kaede Rukawa...E' GELOSO? Geloso di me? Ma allora...

"Avanti! Dillo! Dì che sei mio!" Mi ingiunge, con tono di minaccioso comando, quasi sfidandomi a fare il contrario.

E poi sarei io l'idiota...

"Cretino! Certo che sono tuo!"

Lui mi guarda, come incredulo, aspettandosi forse chissà quale altra reazione o moto di ribellione! Ma cosa potrei dire di diverso? Ho giurato a me stesso che non gli avrei più mentito...

"Sei mio...Mio soltanto?" Ripete, con una voce vagamente incredula.

"Tuo. Ora, sempre, finchè mi vorrai accanto a te."

Ci fissiamo ancora a lungo, prima che sia io ad azzardare un quesito: "Mi vuoi?"

Lui lascia andare i miei polsi e si abbandona sfinito, senza rispondermi, su di me, abbandonando il viso nell'incavo della mia gola, quasi a volersi celare al mio sguardo.

Io, dal canto mio, non replico più, non dico nulla. Mi limito a cingere il suo corpo ad un tempo sottile e vigoroso con le braccia e ad affondare a mia volta il capo nella sua nuca, assaporando con sorpresa l'intensa gioia che mi dà anche solo un semplice suo abbraccio. Sento che tutta la sua rabbia, che la sua ira è magicamente sparita lasciando spazio a un desiderio di tenerezza, che lui però non ammetterebbe mai, nemmeno sotto tortura...

Dopo un po' mi decido ad interrompere questo silenzio che non mi è poi così consono: "Temevo che non saresti tornato!"

"Sono qui." Mi risponde la sua voce profonda, mentre una mano bianca accarezza lievemente la mia chioma rossa. "Sono qui. Per restare...Con te." Chiarisce.

Lo stringo più forte, ma poi mi scosto: "Devo spiegarti."

Lui inaspettatamente diniega: "Non è necessario. E' passato, non mi interessa. Ciò che conta per me è il presente...Ed il futuro, assieme a te. Voglio solo che tu mi garantisca che...Non lo ami più."

I suoi profondissimi occhi blu implorano, supplicano di venire rassicurati. Lui, come al solito, ha usato il verbo 'volere' con un tono autoritario, ma non ha potuto evitare che io leggessi la preghiera espressa dal suo sguardo. Non vuole dimostrare alcun cedimento, ma io percepisco del timore...Timore insensato.

"Io amo te, Kaede. Potrei ripetertelo infinite volte...Ti amo, ti amo, ti amo... Sarebbero comunque insufficienti!" Sentenzio "Quindi preferisco passare ai fatti!"

Cogliendolo alla sprovvista, ancora scioccato per la mia dichiarazione, capisco che è la mia volta di afferrare i suoi polsi e di immobilizzarli contro le coperte, e copro il suo corpo con il mio divorando questa bocca adorabile, dolce, imbronciata, desiderata...Sua, insomma.

Dopo aver battuto il record mondiale di apnea con un bacio lungo, umido e sensuale, mi tuffo forsennatamente nell'impresa di spogliarlo da questi assurdi impedimenti chiamati comunemente 'vestiti'.

"Oi kitsune, ma quanto ti vesti?"

Imperterrito proseguo nella mia opera, quando la sua voce insolitamente...Tesa, seria? No, solamente diversa dalla consuetudine, mi blocca.

"Hana..."

"Nh?" Mitico, gli rubo pure le battute...

"Ti amo."

Non svegliatemi...

 

 

Abbiamo speso così tante energie in attività straordinarie, stamattina, che è venuta fame pure a me! Fortuna che è domenica, altrimenti non oso pensare in che stato mi sarei presentato a scuola ed agli allenamenti.

Comunque, scendiamo al piano di sotto per fare colazione, anche se ormai sono le dieci passate. E' incredibile come anche questi piccoli gesti quotidiani mi risultino cari e speciali, se condivisi con lui. E' una sensazione straordinaria, che mi fa sfarfallare lo stomaco, e che non ho alcuna intenzione di accettare per scontata!

Del resto, il mio do'aho è una continua sorpresa. Anche se preferisco quelle belle, di sorprese...Però non si può avere tutto, ammetto amaramente, pensando ai fatti di ieri.

Ma ormai ieri mi sembra già lontano anni luce, mentre da in piedi mi sporgo per addentare una fetta biscottata che la testa rossa mi porge dall'altro lato del tavolo. Ho volutamente imprigionato tra le mie labbra un suo dito, e glielo addento scherzosamente, prima che lui si ritragga ridendo.

DRIIIIIIN! DRIIIIN!

Accidenti, che scocciatura! Il telefono!

"Hana, vai tu per favore?"

Lui si precipita immediatamente nella stanza attigua, e lo odo sollevare la cornetta.

"Sì?...Sì, sono io...No, ora abito qui, mia madre non ha sbagliato a darvi il numero...Oh, ma è lei signore! Che piac...COSA?"

La sua voce, che prima dialogava tranquilla con l'interlocutore dall'altra parte del filo, ora si alza di un paio di ottave, facendosi sconvolta e preoccupata. Presagisco brutte notizie, così mi affaccio alla stanza in cui si trova, e lo vedo mentre stringe convulsamente il telefono fra le mani con un'aria sconvolta.

La sua voce si è smorzata, ma non per questo mi appare meno angosciata.

"Sì...Sì...Arrivo subito. Ma sta bene, vero? Mio Dio...Arrivederci."

Riaggancia ed in fretta e furia si slancia verso le scale. Lo seguo, tentando di capirci qualcosa.

"Hanamichi, che cosa è successo?"

Non mi guarda nemmeno per rispondere, teso ad infilarsi i jeans.

"Era il padre di Azaki. Ryo ha cercato di togliersi la vita!"

Il suo sguardo mi fa paura: è incredulo ed allucinato. Non riesce ad accettare come vera questa notizia, gli pare impossibile...Ed allo stesso tempo si sta chiedendo se non sia colpa sua. La sua aria confusa e smarrita mi fa capire che ha bisogno di me, quindi mi vesto anch'io, scambiando una manica con l'altra per l'urgenza, pronto ad accompagnarlo all'ospedale.

"Cosa fai?"

"Vengo con te!"

Insieme ci precipitiamo al piano di sotto e ci slanciamo nel taxi più vicino. Ho appena avuto il tempo sufficiente per arraffare il mio cellulare, così ora compongo il numero di Mito...

 

 

Rukawa ha voluto assolutamente accompagnarmi e, devo dire, gliene sono grato. Mi sento sconvolto ed incredulo, e di conseguenza non riesco affatto a ragionare: è lui che si informa sulla posizione della stanza di Ryo, sulle sue condizioni, e che mi afferra per una manica, quasi trascinandomi per i corridoi asettici di quest'ospedale.

Non sono in grado di formulare alcun pensiero. Non so perchè, ma nella mia mente continua a ripetersi solamente una assurda ed inutile frase: "Odio gli ospedali...Li odio." Mi rendo conto che la sto anche biascicando, mentre seguo il mio volpino e vedo scorrere dinnanzi ai miei occhi malati, medici, medicinali, stanze e stanze di disperazione ed angoscia.

La mia attenzione si ridesta solo quando scorgo finalmente il padre di Ryo, seduto con la testa fra le mani, davanti ad una stanza chiusa. Accanto a lui noto anche la presenza di Yohei, con gli occhi lucidi, ma non mi interrogo sul motivo della sua presenza, o su null'altro, fuorchè sulle condizioni del mio amico.

"Cosa è successo?"

Il genitore solleva il capo, per rispondermi: "Sono arrivato stamattina da lui, e l'ho trovato steso sul divano. Lì per lì ho creduto che fosse addormentato, ma il suo riposo mi è poi sembrato innaturale, troppo profondo, ed il suo viso eccessivamente pallido. Solo in seguito ho notato la boccetta di tranquillanti totalmente vuota sul pavimento accanto a lui..." Geme, coprendosi gli occhi con una mano.

"E' fuori pericolo, vero?"

"I medici dicono che ormai è salvo, e che si dovrebbe svegliare fra poco."

Sospiro di sollievo, sentendo un macigno enorme sgravarmi il petto. Solo ora, che il panico è passato, posso comprendere quanto prima fossi sconvolto e preoccupato!

"Hanamichi...Ti prego...Tu gli sei sempre stato amico...Aiutalo, perchè io non so che cosa fare..."

Quest'implorazione ha un suono sinistro alle mie orecchie.

"Non so se te l'abbia detto...Ma lui è malato...Di leucemia."

Sussulto: in preda alla distensione per la buona notizia appresa, per un attimo mi ero dimenticato di questa irreale verità. Immediatamente il mio volto si rifà cupo ed assorto, mentre noto che Yohei e Kaede hanno trasalito, scioccati: loro lo ignoravano. Soprattutto Mito mi appare sconvolto: i suoi occhi neri si spalancano, con l'aria terrorizzata di chi crede di vivere in un incubo.

Il signor Azaki riprende: "Sakuragi...Lui potrebbe cavarsela. I medici danno una buona percentuale per un esito positivo ad un intervento al midollo...Ma lui...Non so se abbia voglia di vivere."

"Cosa vuol dire?! Che Ryo VUOLE MORIRE?!!" La voce sconvolta di Yohei attira su di noi l'attenzione di tutte le persone presenti nel reparto.

"Sta affrontando un periodo difficile: la malattia, la morte di sua madre e l'infortunio alla mano destra...Scoprire di non poter più suonare il piano lo ha gettato a terra! Ho tentato di aiutarlo, ma mi allontana...Vi prego, pensateci voi: siete suoi amici." 

All'improvviso, la porta della camera di fronte a noi si apre e ne esce un'infermiera che ci annuncia il risveglio del paziente. Di diritto per primo vi entra il padre, mentre noi attendiamo il nostro turno fuori: nessuno prova la voglia di commentare i fatti, forse perchè talvolta il silenzio è l'unico commento possibile*. (*Omaggio a Nausicaa: piccolo furto ad una sua storia^^. Grazie per le tue splendide fic! NdDream.)

Poco dopo il padre ne esce e si rivolge a noi: "Potete entrare. Gli ho detto che siete qui, e credo gli farebbe piacere vedervi."

Assieme ci dirigiamo verso la soglia, varcandola con l'animo sospeso.

 

 

Balza subito agli occhi un letto bianco, i muri bianchi, il mobilio bianco così come anche è bianco il volto del ragazzo posato sul cuscino. In quel pallore risaltano vividi quegli occhi di un colore tanto insolito per un Giapponese. Essi si posano immediatamente su Hanamichi, procurando in me un lieve moto di stizza che mio malgrado non posso reprimere.

"Hana...Sei qui?" Tenta di porgergli la mano, che il mio do'aho prende fra le sue, prima di posarla di nuovo sulle lenzuola.

"Perchè lo hai fatto? Perchè rinunci a vivere?" Non avrei mai voluto udire una tale angoscia nella voce di chi amo...Io che vorrei potergli evitare ogni sofferenza.

Azaki chiude gli occhi, stanco: "Non voglio operarmi!" Afferma con tono flebile ma deciso.

Io mi volto ora in direzione di Yohei: questa sua mancanza di reazioni mi sta preoccupando. Credevo che avrebbe fatto qualcosa, una volta rivisto dopo così tanto tempo il ragazzo che ama. Invece il suo viso è immobile, con lo sguardo rivolto al giovane sul letto. Apparentemente sembra che non lo sconvolga alcuna emozione. Apparentemente.

Di fronte al nostro silenzio, quella voce spossata e neutra continua: "Perchè dovrei seguitare a soffrire? Sono solo...Tu hai trovato la persona con cui condividere la tua via, ed hai deciso senza di me che quella persona non sono io...Non potrò mai più suonare...Ho perso le ragioni che mi spingevano a lottare e ad oppormi alla malattia: per chi mai dovrei farlo ora?"

Si eleva nella stanza una supplica spezzata: "Fallo per me..."

Ci giriamo tutti verso Mito, spalancando gli occhi di fronte alle lacrime ed alla sofferenza che incrinano il suo viso.

"Tu...Sei...Yohei-chan...Come mai ti trovi qui?"

Ma Mito non risponde: avanza lentamente fino al letto di Ryo e si lascia cadere in ginocchio, posando la fronte sulla mano diafana che prima Hana aveva stretto. Quella stessa mano che gli preclude la possibilità di dedicarsi al pianoforte.

"Se non vuoi vivere per te, fallo per me...Io ti amo, ti amo da sempre, e non potrei sopportare di dovermi svegliare la mattina e pensare, per prima cosa, che la persona che adoro non è più fra noi...Che non c'è più. Non puoi procurarmi questa sofferenza, NON DEVI! Sei sempre stato tutto per me..."

Il mio Hana vorrebbe avvicinarsi a loro, ma io gli poso una mano sulla spalla, accennandogli di uscire. Lui capisce che devono essere lasciati soli, ed assieme ci avviamo verso la porta. Mi volto verso il letto, prima di varcare la soglia, e noto che nello sguardo di Azaki si è accesa una luce che prima non c'era...

 

 

Sono trascorsi più o meno tre mesi da questi avvenimenti tristi. 

Mi ha sorpreso scoprire gli effettivi sentimenti che il mio migliore amico ha sempre segretamente nutrito per il mio ex ragazzo. Non l'ho mai sospettato: forse ha ragione la kitsune a definirmi un po' tonto...Ma del resto anche Ryo ne è rimasto scioccato, segno che Yohei deve averli celati proprio accortamente!

Mi sento un verme, ricordando a quanto spesso parlavo di noi due a Mito: era il mio unico confidente, gli rivelavo tutto. Solamente davanti a lui io e Ryo potevamo permetterci di conservare il nostro reale atteggiamento, dovuto al sentimento che ci legava, senza nasconderci dietro ad una ipocrita facciata di amicizia. Chissà quanto deve aver sofferto, mascherando la pena mentre mi dava i suoi consigli, mentre mi spingeva fra le braccia di chi amava per farmi felice, sopprimendo in tal modo le sue possibilità...Il suo cuore probabilmente sanguinava, quando era costretto a nascondere dietro una facciata allegra la gelosia che lo tormentava durante i nostri abbracci!

Vorrei averlo potuto sapere prima: avrei cercato di evitargli inutile dolore gratuito! E mi sorprende ancora di più il fatto che lui non abbia mai cessato di volermi bene e di aiutarmi come un fratello, sebbene non gli mancassero ragioni per detestarmi!

Spero solo che ora si possa riscattare delle prove affrontate, anche se la decisione di una svolta favorevole non è in mano sua, ma del ragazzo che adora.

Ryo Azaki ha accettato di farsi operare. L'esito è stato positivo, e lentamente sta riprendendo la sua vita e le sue abitudini, anche per merito di Mito. Si è trasferito di nuovo qui a Kanagawa, ed ora quei due stanno molto assieme. Non fraintendetemi, non hanno alcun rapporto che non vada al di là della normale amicizia, ma Yohei è comunque felice così. Gli ho chiesto se questa situazione non lo faccia soffrire, dal momento che la relazione che lui vorrebbe è molto diversa da quella che ora c'è fra loro, ma mi ha risposto che anche potergli solo stare vicino ed essergli utile lo rende contento. Lo ammiro tantissimo, e Kaede con me.

Devo dire che la mia volpe non è stata molto soddisfatta del recente trasferimento di Azaki, ma si è dimostrata leale, ed evita di rendergli pesante il fastidio che la sua presenza ed i suoi sentimenti per me gli comportano, rispettosa delle sue condizioni. Detto fra noi, io sono anche un po' soddisfatto: la kitsune è gelosa di me...Eheheheh! Ora che finalmente ha capito cosa intendevo dire e cosa provavo quando lo vedevo in compagnia del dannato porcospino, si è deciso anche ad allontanarlo un po'! Mai abbastanza, però...Ma che posso pretendere? 

Detto fra noi, mi lusinga vederlo così possessivo! Talvolta perfino un po' troppo (con lui mai mezze misure...), ma comunque...

Ritornando all'argomento precedente...Io non rinuncio a sperare che Ryo possa riuscire a ricambiare Yohei! In fondo sono simili e si conoscono anche loro dalla prima infanzia. Sono certo che sarebbero felici, ed io vorrei veramente che tutti potessero provare la gioia che è in grado di dare un rapporto pari a quello che ho con Kaede. 

Mi sono già avveduto che Azaki ha mutato gradualmente atteggiamento nei confronti di Mito, e che gli si è fatto più vicino, più attento ed anche più dolce: so che gli è grato per l'aiuto datogli in questi mesi... Spero solo che non cerchi di negare l'amore che qualcun'altro potrà suscitargli solo per l'assurda idea di mantenersi fedele al passato, di dimostrarmi qualcosa: sarebbe un idiozia!

Tuttavia questi pensieri non mi occupano ancora a lungo, perchè la mia mente ritorna ad uno che è divenuto ormai il ritornello della mia vita: dov'è la kitsune? 

In casa non c'è, non sarà mica andato ad allenarsi da solo? 

Gironzolo un po' per le stanze, giusto per assicurarmi che non si sia addormentato in qualche angolo. Convinto della sua assenza sto per uscire pronto a dirigermi al campetto, quando noto la sua inconfondibile figura sensuale e snella allungata sull'erba del giardino del retro, sotto il ciliegio. Questo è un invito bello e buono a passare un po' di tempo fra noi...Il modo migliore per trascorrerlo, a parer mio! 

Non crederai che ti lasci in pace, volpino...Infatti lo raggiungo!

 

 

Socchiudo gli occhi, quando odo dei passi, ma so già di chi si tratta. Immaginavo che mi avrebbe raggiunto, e del resto volevo proprio che lo facesse, anche se, ovviamente, non glielo dirò.

Si siede accanto a me, ed io, fra il folto ventaglio delle mie ciglia scure, noto la sua espressione dolce e desiderosa, che gli compare in volto ogni volta che mi guarda, e mi sento colmare di gratitudine, verso di lui e verso il destino che ha voluto pormelo accanto.

"A che pensi, kitsune?"

"Come sai che non dormivo?" Mi ha sorpreso un poco, a dir la verità...

"Intuito del Tensai!"

Chissà che risposta mi aspettavo...Però voglio dirgli comunque su cosa riflettevo: è una constatazione che sto facendo ormai da parecchi giorni, e di cui desidero renderlo partecipe.

"Hana, non ti sembra strano?"

"Cosa?"

"Che noi siamo qui assieme..." Non credo che mi spiegherò bene, ma mi auguro proprio di farmi capire stavolta. "Voglio dire, noi dovremmo essere proprio le persone più distanti in assoluto. Siamo completamente diversi, ci siamo odiati a lungo...Eppure siamo riusciti ad unirci, e tu dici di amarmi ed hai deciso di rimanere con me nonostante sia tornato da te il ragazzo cui hai voluto bene e con cui hai trascorso tutta la tua infanzia. Mi sembra impossibile di aver potuto io farti dimenticare quel legame, e farmi amare da te più di quanto hai amato lui senza far nulla di speciale, solo comportandomi e dimostrandomi come sono..." Che confusione! Spero che abbia compreso quello che ho tentato di spiegargli, perchè ci terrei a sapere cosa ne pensa.

Osservo ansioso il suo splendido viso aperto e sincero, che ora ha assunto un'espressione assorta.

Decide di sdraiarsi accanto a me, prima di parlare a sua volta con tono sommesso. "Sai, Kaede, mio padre diceva sempre che l'amore è come un innesto...Si chiedeva spesso come mai, di venti innesti che facesse, solamente uno o due riuscissero ad attecchire. Semplicemente non c'erano ragioni, era un mistero! Non si poteva spiegare razionalmente come mai proprio quei due rami, assieme, riuscissero a dare vita ad una pianta, mentre i rimanenti non fossero in grado di congiungersi e germogliare. Aveva concluso allora che semplicemente era destinato che fosse così, e che i due virgulti erano stati creati per venire uniti, per incontrarsi e dare vita assieme ad una pianta salda, che avrebbe dato buoni frutti, che avrebbe affrontato e superato l'inverno, per rinascere in primavera...E che solo quei due germogli potevano farcela, l'uno per l'altro: non ve ne erano altri che potessero essere sostituiti a uno dei due, ottenendo lo stesso risultato..."

Manteniamo il silenzio per un po', ed inaspettatamente sono io ad interromperlo. "Hana, io vorrei affrontare sempre con te gli inverni della mia vita..."

"No, Kaede. Se rimarremo assieme non ci saranno mai inverni per noi, ma solo un'eterna giornata di primavera..."

 

Fine^^

Dream: Bene! Ennesimo ed immenso THANK YOU a chi ha raggiunto il traguardo! Spero di non avervi tediato...

Hana: Mmmh...Coff! Coff!

Ru: Ehi! Possibile che, nelle tue fic, tu sia solo in grado di mettermi nei guai?! Si può sapere perchè non ti decidi mai a scrivere una bella fic tranquilla dove io e Hana non abbiamo problemi e lo facciamo come ricci?!

Dream: Forse non apprezzi il mio genio creativo?

Ru: Genio creativo? @__@! Uah ah ah ah ah!!!!!

Dream^^: Sendoh?! Che ne dici di una bella Sen-Hana?

Sendoh: Sìììììììììììì ^________^!

Ru: AAAAAAHHHHHHHHHH!!!!! 



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