Premesse.
Tutti i diritti sui personaggi sono di proprietà delle CLAMP.
Diritti Riservati.
Premetto che quando ho scritto la storia, non sapevo né i particolari della
fine di Tokyo Babylon, né la fine di X (veramente quella non la sa nessuno ^^).
Comunque parto dal presupposto che Subaru e Seishiro si siano scontrati (come,
in effetti, in X avviene…) e che lo scontro si sia concluso con Subaru che
uccide Seishiro o meglio, crede di averlo ucciso mentre Sakurazuka, in realtà,
si riprende. Questa è solo la mia versione. La storia parte quando la battaglia
tra Draghi del cielo e Draghi della terra si è ormai conclusa.
*
*
Questa è la mia primissima fan
fiction.
Spero davvero che vi piaccia, io l'ho
scritta con il cuore e spero che con il cuore la leggerete. Non è niente di
speciale...Ma è un sogno, una speranza, una cosa nata dentro di me ed è per
questo che io ci tengo molto!! Ecco anche perché spero regali bei momenti a
tutti quelli che la leggeranno!!!
Infinito di
Valchan
Era
stata davvero una brutta giornata! Non aveva smesso di piovere un
attimo…
Anche
adesso pioveva forte.
La
stanza era illuminata solo dalla luce proveniente dall’esterno:
i
lampioni già accesi, le insegne luminose, i fari delle auto…
Anche
Subaru non si era mai mosso. Il rumore della pioggia echeggiava a tratti
violentemente, poi si placava…Ma quasi subito riprendeva forte. Subaru
era seduto nel vano della finestra, guardava fuori, la testa appoggiata al
vetro, lo sguardo fisso.
Era
completamente assorto nei suoi pensieri…
Ora
diluviava. “Come piove forte…” stava pensando. “Che bella la
pioggia… Questa pioggia sembra
voler lavar via tutto. Che male! Sento tanto male….”.
Chiuse
gli occhi, li riaprì; inclinò un po’ la testa in avanti per
appoggiarla sulle ginocchia ma poi cambiò idea e l’appoggio
all’indietro, chiudendo per l’ennesima volta gli occhi.
Gli
era sempre piaciuto il rumore della pioggia, ora più che mai: il silenzio
gli sarebbe stato insopportabile. Si lasciò inghiottire da quel rumore,
quasi assordante e così penetrante.
Continuava
a sentire quel dolore…Ma perché? “Basta, fa troppo male…”.
I
suoi pensieri erano confusi, era stanco. Avrebbe voluto addormentarsi, sì
voleva solo dormire.
Voleva
dormire, per sempre.
Si
concentrò con tutte le sue forze su quel desiderio.
“Voglio
dormire, ti prego! Lasciami dormire! Lasciami…Ti prego…” supplicava
rivolto a quel sordo ma persistente dolore che aveva nel cuore.
Lo
desiderava tanto: addormentarsi lentamente…e non dover più riaprire gli
occhi…Mai più! Il diluvio si era leggermente attenuato, ora
piovigginava.
“Quel
rumore…di pioggia…forte…Ancora….Voglio sentirlo… Ancora…” i
suoi pensieri si perdevano.
“Voglio
dor…mi…..re…”.
*
* *
“…..iiinnnnn!!!!”………
“Driiiiiiinnnnn!!!!!!”
Cosa….Il telefono? Chi…Ma che ore erano?
“Pronto?”
Il giovane rispose, ma quasi meccanicamente.
“Ciao
Subaru. Sono io! Ascolta: devo vederti!”. COSA? Ma…NO, impossibile!
Subaru spalancò gli occhi fissando incredulo la parete. “No..Non è…possibile…Tu….”
Non riusciva a parlare, era come paralizzato. “Calmati, ti prego!
Incontriamoci, ti spiegherò tutto! E’ finita, Subaru! E’ tutto
finito!!!!”
L’onmyouji
riattaccò, sempre perso. “…Non può essere vivo! L’ho
ucciso…io…Io…con le mie mani…l’ho ucciso!”.
*
* *
Subaru
si svegliò di soprassalto. Era seduto per terra, appoggiato al divano e
aveva il telefono sulle gambe. Si strofinò gli occhi e si guardò
intorno.
Era
giorno.
Forse
aveva sognato…La voce di Sakurazuka riecheggiò nella sua testa. No: non
aveva sognato, aveva davvero sentito la sua voce dall’altra parte del
ricevitore. Dunque era vivo. “Possibile che l’incubo non sia ancora
finito?!!” pensò Subaru. Appoggiò la fronte alle ginocchia
raggomitolandosi e avvolgendosi le gambe con le braccia!
Gli
venne un gran freddo e una gran voglia di piangere…
“Non
ce la faccio più!!! Disse. “Non ce la faccio davvero più…Hai vinto
Seishiro! Mi arrendo! Spero solo che tu voglia ancora uccidermi!
Io…io…”
*
* *
Finalmente
Subaru trovò la forza di reagire. Si alzò. Voleva assolutamente
rintracciare Seishiro, al più presto. Inutile aspettare, meglio farla
finita. Ma, come faceva a rintracciarlo? Chissà da dove lo aveva
chiamato. Da una cabina o forse…Forse poteva telefonargli? No…E
poi…Il numero…
Cancellato!
Le
mani ancora sporche di sangue. Un’immagine orribile balenò nella mente
del giovane; lui la scacciò, all’istante. Ma sì, certo! Decise di
uscire. Non occorreva che cercasse il Sakurazukamori, sarebbe stato
Seishiro a trovare lui!
Presa
questa decisione, Subaru uscì subito, senza pensarci un attimo.
Uscì
così com’era, di corsa e si mise a vagare senza meta.
Camminava
guardandosi intorno, impaziente, sofferente.
Continuò
a camminare ancora e ancora, incurante del fatto che si stesse
allontanando moltissimo da casa e che stesse percorrendo vie in cui non
era mai stato.
Era
come se fosse attratto da qualcosa, ma da cosa lo ignorava.
Il
tempo passava; che ore fossero e da quanto tempo il giovane stesse
girovagando non lo avrebbe saputo dire nemmeno lui né tanto meno gli
importava.
Tuttavia
ad un certo punto si accorse di essere davvero esausto: non aveva fatto
una pausa, non si era mai fermato neanche per un momento! Ora quasi gli
mancava il fiato tanto che si fermò di colpo e si chinò lievemente
appoggiando le mani alle gambe ansimando. Ci mise qualche minuto per
riprendersi poi finalmente alzò la testa per guardarsi intorno. Vide che
dall’altra parte della strada c’era un piccolo parco con delle
panchine. Attraversò la strada senza nemmeno guardare e si sedette
stravolto su una delle panchine che aveva visto.
E
ora? Cosa fare? Com’è che non aveva ancora incontrato Seishiro?
Cominciava
ad avere freddo e la stanchezza si faceva sentire sempre di più.
“Dove
diavolo sei Seishiro?” pensò chiudendo gli occhi.
“Vuoi
deciderti a trovarmi? Trovami Seishiro!!!”.
“Mi
cercavi?”, Subaru aprì gli occhi di colpo.
Seishiro
era proprio lì, davanti a lui e gli sorrideva.
“Cosa
diavolo c’è da ridere lo sai solo tu!” disse il giovane, fissando
Seishiro con tanto disprezzo che l’uomo cambiò subito
espressione!
“Scusa!!”
disse Seishiro con un’aria molto triste e mortificata: aveva capito lo
stato d’animo di Subaru! “Non volevo irritarti, davvero…” continuò.
“Non volevo farti arrabbiare!”. Per un attimo Subaru si stupì di
quell’atteggiamento: non era da Sakurazuka. Ma poi riprese a guardarlo
con aria di sfida.
“Allora
cosa vuoi?” gli chiese freddo. “Ecco, io…Veramente…Volevo vederti
per sapere come stavi e poi…Volevo parlarti un po’…”. “E di
cosa?” rispose Subaru senza quasi far finire la frase a Seishiro.
“…Di noi due!” ribatté secco il Sakurazukamori sorridendo
lievemente ma sforzandosi tuttavia di non esagerare. “Allora il discorso
è già finito!” disse il ragazzo abbassando lo sguardo. “E’ tutto
finito Seishiro! Già da un po’! Non c’è più nulla da dire!”.
Era
più difficile di quanto immaginasse, pensò l’uomo. Come convincere
Subaru ad ascoltarlo? E come pretendere che gli desse un’altra
occasione?
“Non
vuoi nemmeno sapere come faccio ad essere qui, ora?” si decise infine a
chiedere Seishiro. “No, in verità non ha nessuna importanza né
m’interessa!” disse Subaru.
“L’unica
cosa che mi interessa è sapere cosa vuoi ancora da me e che intenzioni
hai!! Dimmi…Vuoi ancora uccidermi?”.
“No!
Credo di no, Subaru. Non voglio farti del male!
Tu però smettila! Così sei solo tu che fai del male a te sesso!
Ascoltami, lo so che è difficile per te ma io…Io…Sono qui solo perché
ero…ero…” “preoccupato” fu l’unica parola che venne in mente
al Sakurazukamori, ma non la disse. “ …Perché ti ho
sentito…”.
Seishiro
fece una lunga pausa.
Era
davvero strano parlare a Subaru in quel modo!
Sakurazuka
aveva pensato che sarebbe stato tutto più semplice. Il ragazzo, pensò,
non si sarebbe fidato di lui tanto presto.
“Senti
io sono qui per chiederti di darmi una seconda possibilità. Lo so che non
mi crederai mai, ma vedi, i miei sentimenti per te sono molto cambiati.
Adesso… E’ tutto diverso, adesso! Ci vorrà del tempo ma diamoci
entrambi un’altra possibilità. Io vorrei…”.
“Per
me invece non è cambiato proprio niente, Seishiro!” ribatté quasi
furioso Subaru!
“Anzi,
ora che la battaglia è finita, non ho più nulla che mi impedisca di
pensare… Ah, ma lascia stare, cosa
vuoi che te ne importi! Senti Seishiro: perché non te ne vai via, lontano
da me e così la finiamo di prenderci in giro? Anzi TU la pianti di
prendermi in giro e, dal momento che dici che i tuoi sentimenti sono
cambiati, me lo dimostri e per una volta pensi anche a me e mi dai la
possibilità di vivere in pace, finalmente? Lontano da te?”.
Ora
l’omnyouji fissava di nuovo Sakurazuka con un tale odio che Seishiro capì
che per il momento era inutile insistere. Subaru era evidentemente
alterato ed era anche più che normale che avesse reagito in quel modo. In
fondo, aveva le sue buone ragioni! Doveva lasciarlo un po’ tranquillo,
pensò. Doveva lasciargli il tempo di abituarsi alla nuova situazione e di
pensare…Sì, di pensare a quello che realmente provava, a quelli che
erano i suoi sentimenti e non doveva essere affatto facile per Subaru;
forse addirittura impossibile!
“Va
bene, Subaru. Allora facciamo che ora io vado via” esclamò infine
Seishiro, “Tu pensa a quello che desideri…Però devi ascoltare il tuo
cuore! Quando avrai preso una decisione definitiva, cercami, come hai
fatto oggi. A quel punto, e solo allora, mi dirai, però guardandomi
dritto negli occhi, cosa vuoi davvero che io faccia e io ti giuro che lo
farò!”. Subaru era stato preso un po’ alla sprovvista da un tale
discorso e non seppe come replicare.
Stava
ancora pensando quando l’uomo lo salutò.
“Allora
ciao! Ti aspetto!” disse Seishiro molto semplicemente.
Subaru
lo fissò a lungo mentre si allontanava.
Una
grande, immensa tristezza aveva di nuovo preso il posto nel suo cuore.
Era
meglio tornare a casa.
*
* *
Quando
la sveglia suonò, Seishiro ebbe per un attimo un incontrollabile istinto
assassino. Ma durò poco e la spense.
Doveva
alzarsi, un nuovo lavoro lo attendeva.
Mentre
si vestiva pensò che erano già passati 4 giorni da quando aveva visto
Subaru. Chissà come stava? Seishiro sapeva bene di aver promesso che
avrebbe aspettato che fosse Subaru a cercarlo però…Era preoccupato,
molto preoccupato per lui…
Quel
giorno il ragazzo era davvero fuori di sé.
Seishiro
era indeciso, non sapeva se rischiare che Subaru si irritasse nuovamente e
che lo cacciasse in malo modo se lui avesse tentato di avvicinarlo ancora
e di parlargli senza aspettare che fosse il giovane a cercarlo. Ci pensò
a lungo, mentre beveva il caffè e mangiava un biscotto…Oggi avrebbe
lavorato fino alle quattro del pomeriggio…
Infine
si decise, sarebbe andato a casa di Subaru dopo il lavoro.
Seishiro
uscì di casa dieci minuti dopo, c’era il sole ed era davvero una bella
giornata. Prima di andare da Subaru nel pomeriggio, pensò Seishiro,
sarebbe andato a comprargli un regalo anche se non aveva ancora la più
pallida idea di cosa regalargli.
*
* *
Subaru
era a casa. Vi era tornato sconvolto quel giorno, dopo aver rivisto
Seishiro, e non aveva fatto altro che dormire…La concezione del tempo
era ormai un optional per lui.
Ora
si sentiva un po’ meglio e aveva deciso di fare un po’ di
“colazione” anche se erano le quattro di pomeriggio.
Da quel terribile giorno in cui con le sue stesse mani, aveva messo
fine alla vita di Sakurazuka, non era stato più lo stesso.
Aveva
resistito fino alla fine della grande battaglia tra draghi del cielo e
draghi della terra ma poi la situazione era peggiorata. Aveva cominciato a
vivere come in uno stato di trance permanente e ad andare avanti quasi
meccanicamente, mangiando lo stretto indispensabile, dormendo, quando ci
riusciva, e facendo qualche piccolo lavoretto solo nel caso non si
trattasse di una cosa grossa e non richiedesse molta concentrazione.
I
suoi poteri risentivano enormemente del suo stato fisico e soprattutto di
quello mentale, così dedicarsi a casi più impegnativi sarebbe stato un
grave errore, di questo almeno, l’onmyouji era perfettamente
consapevole.
Subaru
aveva creduto che uccidere Seishiro fosse l’unica cosa che poteva fare e
non aveva mai pensato nemmeno per un attimo che ci fosse
un’alternativa.
L’aveva
ritenuta una cosa impossibile che ci fosse un altro modo di agire.
Credeva
che dopo la morte del Sakurazukamori, parte dell’odio, del rancore, del
rimorso e della tristezza che ormai da molto tempo albergavano nel suo
cuore, si sarebbero placati. Ne era fermamente convinto o comunque, aveva
fatto di tutto per convincersene.
Forse
era anche per questo motivo che l’immenso dolore che aveva provato un
attimo dopo aver compiuto quel gesto era stato tanto devastante quanto
inaspettato!
Si
era sentito all’improvviso completamente solo, e invece di sentirsi un
minimo sollevato perché finalmente aveva ucciso colui che, a sua volta,
aveva ucciso sua sorella, il dolore che aveva provato era stato talmente
grande che lo aveva quasi ucciso e
lo
aveva lasciato incapace di reagire in qualunque modo.
Non
ricordava come fosse tornato a casa, era ferito anche, sanguinava…
Ricordava
solo quelle mani…
Piene
di sangue…
Le
sue mani!
E
ricordava quella scritta “cancella numero” e di aver premuto “ok”,
poi più nulla.
Era
poi riuscito ad andare avanti solo perché sapeva della grande battaglia
che attendeva i draghi del cielo. Era andato avanti per Kamui, per aiutare
quel ragazzino a “recuperare” il Fuma di un tempo a cui Kamui era
ancora tanto affezionato.
Purtroppo
Subaru non aveva più nessuno da proteggere, né tanto meno da salvare;
non aveva più nessuno di cui gli importasse davvero tanto. Però c’era
Kamui e almeno per lui qualcosa la poteva ancora fare; chi meglio di
Subaru poteva capire quanto questo fosse importante per Kamui? Lo avrebbe
aiutato in ogni modo tanto, a quel tempo, era l’unica cosa di cui gli
importasse un minimo.
Ma
ora la battaglia era finita e lui si era illuso di poter dimenticare anche
Seishiro.
Ma
non era così.
Lui
gli voleva ancora bene, non poteva ucciderlo una seconda volta, non
lo avrebbe sopportato! Ma come sopportare anche di saperlo vivo e di non
poterlo…Non poteva…Non avrebbe mai potuto…
In
quella suonò il citofono. Subaru trasalì, era lui, ne era sicuro: era
Seishiro!
“Sì?”
rispose con voce tremante. “Perdonami Subaru!!!” echeggiò la voce
dell’uomo.
“Non
arrabbiarti! Ero…un po’…”. Una pausa quasi impercettibile:
“…preoccupato per te e
allora…Io…”.
“Sali
pure!” disse Subaru.
Seishiro
salì e trovò il giovane ad aspettarlo sulla porta.
“Cos’è
quel coso?” chiese Subaru sconcertato quando vide Seishiro
arrivare.
“Non
lo vedi?” disse Seishiro che, per fortuna, aveva la faccia coperta
dall’enorme peluche. “E’ un cane! E’ per te!” disse entrando a
fatica in casa con il “piccolo” pensierino per Subaru. Subaru guardò
Sakurazuka esterrefatto. “Non sapevo cosa prenderti” continuò
l’uomo, vista la faccia di Subaru. “Era lì tutto solo, in
vetrina”.
“Ci
credo che era solo viste le sue dimensioni” replicò il ragazzo.
“Ti
piace?” chiese Seishiro leggermente titubante.
“C’erano
anche altri animali ma io ho voluto prenderti il cane. Mi è sembrato il
più adatto!” concluse Seishiro sempre col cagnolone in braccio.
“Adatto?
In che senso?” chiese Subaru ma si vedeva che stava per perdere la
pazienza. “Perché è fedele!” rispose Seishiro con un microsorriso
che però eliminò subito dal suo viso. “Mettilo dove vuoi” disse
infine Subaru con aria distratta.
“Dobbiamo
parlare seriamente, Seishiro! Siediti!”.
“Ok”
rispose Sakurazuka sedendosi sul divano dopo aver appoggiato il cane in un
angolino. Subaru si era seduto di fronte a lui, sulla poltrona.
“Ho
deciso che non mi va di combattere nuovamente con te e che non mi va di
ucciderti una seconda volta” cominciò Subaru. “ Farò finta di averti
ucciso e se ci riuscirò o no è solo un mio problema e certo non ti
riguarda. Tu te ne andrai per la tua strada e io per la mia”. Subaru
fece una pausa poi, sempre senza guardare Seishiro, continuò: “Non mi
pare ci sia altra soluzione! Quindi non c’è nemmeno bisogno di
parlarne, visto che mi hai anche detto che avresti fatto quello che volevo
io!” concluse il ragazzo ora fissando Seishiro.
“Sei
sicuro che sia proprio questo che desideri, Subaru?” chiese Seishiro e
senza lasciare al giovane il tempo di rispondere, continuò: “Io ti
avevo però chiesto di ascoltare il tuo cuore! Lo hai fatto? Perché sai
io penso che Hokuto…”.
Fu
un terribile errore pronunciare quel nome! Subaru con uno scatto si lanciò
contro Seishiro afferrandogli il collo della camicia: era furioso!!
“Come osi nominare mia sorella?” tuonò l’onmyouji.
“Non
osare mai più pronunciare il suo nome! Non hai alcun diritto di tirarla
in mezzo, non ti è bastato quello che le hai fatto? Non ti basta di
avermela portata via?!!”.
Ora
Subaru aveva gli occhi pieni di lacrime; fissò Seishiro ancora per
qualche istante poi abbassò la testa e mollò la presa.
“Vattene
via! VATTENE VIA!!!!!!!!!!!” urlò. “Esci dalla mia vita! Non voglio
più vederti né sentirti. Io ti odio Seishiro!! Ti detesto con tutto me
stesso!!!! Vattene!!!
Il
più possibile lontano da me…Ora e per sempre!!”.
Subaru
non resse e dopo quelle ultime parole dette quasi soffocate dal pianto,
scappò via. Corse verso la sua camera e sbatté forte la porta.
Nella
stanza regnò il silenzio più assoluto.
*
* *
Com’era
bello il sole che tramontava.
Il
mare era così calmo.
Seduto
su una panchina, Seishiro guardava le barche che stavano rientrando e
sentiva il verso dei gabbiani che volteggiavano qua e là.
Il
pianto di Subaru però era ancora nelle sue orecchie.
In
realtà non lo aveva veramente udito piangere, ma il suo cuore sì, lo
aveva sentito! Aveva sentito i singhiozzi e i lamenti del ragazzo come se
fossero dentro di lui, e ancora li sentiva!!
Era
una sensazione orribile, era la prima volta che il Sakurazukamori provava
una cosa del genere. Sembrava che gli si spezzasse il cuore. Cosa avrebbe
fatto ora? Doveva mantenere la promessa? Doveva abbandonare Subaru proprio
ora che le cose potevano cambiare? Come poteva lasciarlo in quelle
condizioni? Non se la sentiva proprio.
Quel
desiderio…“Voglio addormentarmi e non…Non svegliarmi mai più!”.
Perché
faceva così male ogni volta che ci pensava?
Il
cielo era rosso ora…Sembrava rosso di sangue.
Seishiro
chiuse gli occhi.
“Lo
senti, Seishiro? Senti quello che sta pensando mio fratello! Lo capisci
cosa desidera?…”. “Va da lui! Ti prego, ti supplico: va da lui!!! Tu
devi andare…Devi andare!”.
“Perché
lui…Perché lui…”.
Queste
erano state le parole che aveva udito prima di svegliarsi dal grande sonno
in cui sentiva di essere caduto. Queste erano le parole di Hokuto che
Seishiro aveva sentito prima di svegliarsi nel suo letto, dopo il
terribile scontro con Subaru…L’ultimo!”.
Erano
state forse quelle parole, che lo avevano spinto inconsapevolmente ad
andare da Subaru? Inconsapevolmente sì, perché le parole di Hokuto le
aveva ricordate solo in seguito, dopo il suo primo incontro con Subaru. In
un altro momento, quelle parole, non lo avrebbero minimamente
toccato.
Probabilmente,
molto probabilmente, avrebbe lasciato Subaru nel suo brodo, anzi forse
sarebbe andato da lui, sì: ma per giocarci!
Per
giocarci ancora… Come una volta!
Però
i suoi sentimenti erano cambiati, da un po’…
Quando
aveva sentito quel pianto, quel giorno…
Quando
aveva cercato e trovato Subaru al parco, e gli aveva parlato, ricordava
solo di averlo sentito piangere e di averlo sentito esprimere quel
terribile desiderio!
Era
stata quella la prima volta che gli aveva fatto tanto male sentire, nel
suo cuore, ciò che Subaru stava provando, ciò che voleva!
Un
dolore tanto acuto quanto nuovo, sconosciuto.
Voleva
sapere!
Ecco
perché parlando con Subaru aveva cercato di capire cosa realmente il
ragazzo provasse…Cosa, dal profondo del suo cuore, desiderasse!
Ma
aveva fallito!
Il
ragazzo quel giorno era troppo scosso.
Ah
se solo non avesse nominato Hokuto, ora forse…
Perché
aveva reagito così? Perché piangeva?
Come
poteva lui far capire a Subaru i suoi sentimenti…
Solo
lui, solo Subaru poteva capire!!!! “Deve assolutamente arrivarci da
solo!” pensò.
Il
Sakurazukamori aprì gli occhi, li richiuse… “E io? Cosa provo
io?”.
Seishiro
era molto confuso e la cosa non gli piaceva affatto!
Quali
erano i suoi sentimenti? Anche lui voleva capire. “Io…lo amo?
Questo
nuovo sentimento che provo cos’è?
E’…amore?”.
Se
Subaru aveva bisogno di tempo, lo stesso valeva per lui.
E
il tempo, per fortuna, sembrava non mancare.
*
* *
Subaru
era sdraiato sul letto a pancia in giù. Aveva il viso che affondava nella
coperta e le braccia che formavano una sorta di barriera davanti alla
testa; così si era addormentato piangendo. Quando si svegliò, nella
stanza regnava ancora il più assoluto silenzio.
Come
sempre più spesso gli era capitato nei giorni scorsi, non avrebbe saputo
dire che ore fossero ma la stanza cominciava ad essere buia.
L’onmyouji
per un attimo ebbe l’irresistibile tentazione di richiudere gli occhi e
di cercare di riaddormentarsi.
Svegliarsi
del tutto avrebbe implicato pensare a qualcosa e, in quel momento, non
aveva nessunissima voglia di pensare, a niente!
Poi
però ci ripensò: meglio alzarsi e cercare di riprendersi.
Subaru
abbassò solo per un momento lo sguardo prima di raccogliere le
forze.
Quando
lo rialzò la vide. Seduta sul letto, con le gambe vicino alle sue
braccia, c’era una figura. Subaru la riconobbe subito ma fu proprio
questo a lasciarlo senza fiato.
Alzò
ancora lievemente la testa per poter osservare meglio il bel viso.
Quando
il suo sguardo e quello di lei si incrociarono, il viso della ragazza si
illuminò nel più amorevole dei sorrisi.
“Subaru,
Subaru…” disse con voce tanto dolce da rendere quasi impercettibile il
già lieve tono di rimprovero. “Ho..ku..to” riuscì infine a
pronunciare il ragazzo. La figura continuò: “Subaru, vuoi imparare ad
andare avanti da solo?! Non posso essere il tuo angelo custode. Devi
lasciarmi andare! Non posso rimanerti accanto per sempre, lo capisci?
Lasciami andare!”.
“Hokuto!”
disse Subaru stringendo forte la mano di lei appoggiata sul letto accanto
al suo braccio.
“Cosa
devo…”. “Subaru io ti conosco meglio di chiunque altro: sono tua
sorella gemella!” riprese Hokuto senza bisogno che suo fratello finisse
la frase.
“I
tuoi sentimenti arrivano dritti al mio cuore senza che io faccia il minimo
sforzo.
Mi
basta amarti per capire ciò che provi!”. Poi continuò con un tono,
sempre affettuoso, ma ora anche con un’intonazione un po’ più severa.
“Subaru io ti voglio tantissimo bene ed è per questo che non sono
riuscita ad andarmene quando ti ho sentito piangere!”.
Ora
l’espressione di Hokuto era più triste che mai. “Ti ho sentito ogni
volta che hai pianto, anche quando piangevi senza lacrime… Come
quel giorno…Quando diluviava fuori…E dentro di te. Ricordi cosa hai
desiderato, Subaru? “.
Subaru
spalancò gli occhi fissando sua sorella. Hokuto ora aveva un’aria
triste e severa allo stesso tempo. Dopo qualche istante sorrise
nuovamente, avvicinò il suo viso a quello di Subaru e disse
dolcemente:
“Subaru
io avverto dentro di te il grande odio che provi nei confronti di Seishiro
ma sento anche dell’altro! Io sento anche il profondo amore che provi
per lui! Fratellino puoi mentire a te stesso ma non alla tua sorellina!”
disse quasi ridendo.
Poi
riprese seria: “Questi due sentimenti sono ugualmente forti dentro di te
tanto che finora non hai saputo rinunciare né a uno né all’altro.
Nessuno dei due sembra, per adesso, aver preso il sopravvento ma non c’è
dubbio che entrambi ti stanno divorando!
Non
potranno convivere ancora a lungo insieme!”.
Subaru
intanto, aveva contemplato a lungo sua sorella, per tutto il tempo, senza
mai distogliere lo sguardo.
“Com’era
bella!! Sembrava…No…” pensò Subaru, “…Era un angelo, la sua
Hokuto!”.
Nel
frattempo sua sorella aveva ripreso: ”C’è però una grandissima
differenza tra questi due sentimenti, Subaru, ed è che l’odio non ti
porterà a nulla!! L’odio non ti da vie d’uscita, è una strada a
senso unico, senza ritorno! L’odio inoltre, ti consumerebbe anche se
rimanesse l’unico sentimento a dominare il tuo cuore. L’amore
invece…L’amore è tutt’altro!!” disse Hokuto illuminandosi
tutta.
“Subaru,
io voglio solo che tu sia felice, questo è il mio più grande desiderio!
La tua felicità è la cosa più importante, come hai potuto o puoi
pensare che io gioisca di tutto quest’odio che provi per Seishiro? Non
capisci che, in questo modo, stai facendo solo del male a te stesso e così…
Fai tanto male anche a me!!”.
Subaru
con uno scatto s’inginocchiò sul letto, poi abbracciò forte sua
sorella.
“Subaru,
ti prego, abbandona odio e rancore!! Scacciali dal tuo cuore!” lo
supplicò Hokuto commossa in quel lungo abbraccio.
“Se
tu sarai felice, lo sarò anch’io! So che vuoi bene a Seishiro e sappi
quindi che io l’ho perdonato, molto tempo fa…L’ho perdonato perché
tu possa amarlo senza sentirti in colpa, senza rimorsi. L’ho perdonato
perché l’odio ed il rancore stavano logorando anche me e non facevano
altro che farmi star male. E poi, se vi vorrete bene, io non dovrò più
preoccuparmi per te. Seishiro ti starà sempre accanto, d’ora in poi.
Devi solo volerlo e io so che è questo, proprio questo, che desideri.
E’ perché consapevole di non poter amare Seishiro che soffrivi tanto!
Ma sono stati i tuoi stessi sentimenti a far sì che lui potesse cambiare.
E’ come se tu fossi riuscito a toccargli il cuore. Non
sarà mai il Seishiro di un tempo, non lo è mai stato; ma è la persona
che, se lo vorrai, rimarrà al tuo fianco per sempre. Non dovrai mai più
sentirti solo! Quindi ora…” questa volta Hokuto aveva la voce rotta
dal pianto.
“Ora
devo andare, Subaru!! Ti voglio tanto, tanto bene, infinito!”.
“Addio
Hokuto, sarai sempre nel mio cuore, sorellina.”
Subaru
sentì che il corpo di Hokuto stava per svanire quindi si affrettò a
guardarla per l’ultima volta.
Lei
sorrideva e adesso, per la prima volta, sembrava davvero sollevata!
Poi
svanì del tutto.
“Addio”
disse sorridendo Subaru ma una lacrima scese solitaria sul suo viso.
*
* *
Subaru
era rimasto a lungo a fissare il punto in cui era apparsa quella dolce
entità.
Stava
ripensando a tutto ciò che gli aveva detto. Aveva una gran voglia di
vedere Seishiro, voleva a tutti i costi parlargli e dirgli, una volta per
tutte, quello che finora non gli aveva mai detto.
Si
sentiva abbastanza pronto ad accettare qualsiasi risposta da parte
dell’uomo; ora era assolutamente necessario che Sakurazuka sapesse
quello che davvero Subaru provava per lui!
Finalmente
il giovane gli avrebbe confessato i suoi sentimenti!!
Subaru
non stava più nella pelle, voleva vedere Seishiro subito!
Senza
nemmeno accorgersene, uscì di casa. Non sapeva dove ora abitasse Seishiro
ma sapeva anche che questo non aveva nessuna importanza, lo avrebbe
trovato comunque, seguendo semplicemente il suo istinto.
E
così fu.
Quando
Seishiro aprì la porta, Subaru lo guardò quasi subito negli occhi.
“Non rimanere lì fuori, dai Subaru, entra!” gli disse l’uomo molto
dolcemente; Subaru gli era parso così “fragile” in quel
momento….Così perso…Il ragazzo entrò abbassando lo sguardo e
Sakurazuka chiuse la porta. “Siediti!” disse Seishiro. Subaru però
aveva già rialzato lo sguardo e sembrò non aver sentito quello che
l’altro gli aveva appena detto.
L’onmyouji
era pallido, Seishiro lo guardava ma non sapeva cosa dirgli.
“Subaru…” cominciò, anche se non aveva ancora deciso cosa dire
esattamente. A dire il vero, l’uomo un’idea su cosa poteva fare
l’aveva: avrebbe voluto abbracciare Subaru ma chissà come avrebbe
reagito il ragazzo.
Subaru
intanto aveva abbassato lo sguardo un’altra volta. L’ultima cosa che
avrebbe voluto fare, era piangere ma mentre lo stava pensando, il suo viso
era già scaldato dalle lacrime che non riusciva proprio a trattenere.
“Io…Io…” cominciò a sussurrare Subaru. “Sei…shi…..ro!”,
“…Io…Io” continuava a ripetere con voce sempre più insicura e
soffocata. Ormai Subaru tremava visibilmente e si vedeva chiaramente che
faceva quasi fatica a reggersi in piedi.
Seishiro
si decise: si avvicinò a Subaru, gli passò delicatamente un braccio
sopra una spalla, l’altro braccio glielo passò intorno alla vita, poi
lo strinse forte a sé.
Subaru
cominciò a piangere ancora più forte, fino a quando si ritrovò a
singhiozzare convulsamente. Era ormai un pianto senza controllo, Subaru si
stava lasciando completamente andare.
Seishiro
però capì subito che il ragazzo aveva proprio bisogno di sfogarsi, così
lo lasciò piangere a lungo.
Sakurazuka
continuava ad abbracciare Subaru, voleva farlo sentire il più sicuro
possibile così che avesse tutto il tempo per calmarsi.
Subaru
però non aveva ancora smesso di piangere.
“Calmati!
Subaru, calmati!” gli sussurrava Seishiro.
Il
giovane aveva il cuore che gli batteva all’impazzata e non riusciva a
smettere di tremare. Seishiro
gli sembrava così “sincero” e lui stava davvero bene tra le sue
braccia tanto che cominciò lentamente a riprendere il controllo di sé.
Tra un singhiozzo e l’altro, cercava di riordinare un po’ le idee.
Incredibile a dirsi: non si era mai sentito così bene, così protetto…
Così
amato.
Seishiro
lo scaldava e a Subaru veniva sempre freddo quando si agitava.
Chiuse
gli occhi e premendo forte il suo viso contro il petto di Seishiro, si
abbandonò completamente e, a sua volta, lo strinse forte.
“Ti
amo..” sussurrò. “Ti amo, Seishiro!”.
Seishiro
sentì bene quelle parole anche se Subaru le aveva pronunciate sempre col
viso premuto contro di lui. Al ragazzo sembrava impossibile di aver detto
quella frase. Per quanto tempo aveva rimosso quei sentimenti e per quanto
aveva cercato di reprimerli, di ignorarli.
Non
poteva amare chi aveva ucciso sua sorella, aveva pensato.
Non
poteva fidarsi di quell’uomo che lo aveva tradito nel modo più crudele
e immorale possibile. Poteva provare solo odio e disprezzo per lui, solo
questo.
Ma
era stato effettivamente così?
Subaru
non ebbe il coraggio di pensare alla verità. L’ultima volta che aveva
confessato a se stesso i veri sentimenti che provava per Seishiro, era
stato l’inizio di tutto.
L’incubo
era cominciato allora, la prima volta che Subaru si era accorto di
amare…
Sì
di amare qualcuno con tutto il suo cuore.
Pensò
che non avrebbe più amato nessuno, almeno non nel modo in cui aveva amato
Seishiro e pensava che i suoi sentimenti per lui fossero stati
definitivamente annullati dalla crudeltà del Sakurazukamori.
Evidentemente,
non era così visto quello che provava ora!
Nel
suo cuore, nel profondo del suo cuore, aveva continuato a volergli
bene.
Nonostante
Seishiro si fosse rivelato per quello che in realtà era, spietato e senza
cuore, lui non avrebbe mai dimenticato il Seishiro buono, gentile e tanto
affettuoso con lui di cui si era infine innamorato.
Subaru
non poteva dimenticare un sentimento così grande, nato in lui lentamente,
quasi temuto e, fino alla fine, quasi ignorato.
Quale
meravigliosa sensazione aveva provato quando finalmente si era concesso di
ammettere che voleva davvero tanto tanto bene a quell’uomo e che era la
persona che avrebbe sempre voluto avere al suo fianco.
Ora
Subaru si era definitivamente calmato, pensando che forse adesso le cose
stavano davvero cambiando e che forse…
Qualcosa
di buono di quella persona, poteva recuperarlo.
Era
una grande speranza!
Ma
voleva delle conferme!
“Seishiro,
dimmi, perché sei tornato?” cominciò a chiedere.
“Perché
mi hai cercato quel giorno? Cosa vuoi da me? Non hai sempre detto che ti
ero del tutto indifferente? Hai sempre voluto solo farmi del male e poi
uccidermi.
Ora
torni e mi dici che non è più questo che vuoi. E io…Io non so più che
pensare.
Per
favore, spiegami?”.
“In
realtà…” cominciò serio Seishiro, “…non so bene nemmeno io cosa
mi sia successo. Vedi Subaru, devi perdonarmi ma, per la prima volta in
vita mia, provo questo sentimento nuovo e quindi sono un po’ confuso.
Non so se si possa definire amore…
Quello
che so però, è che desidero tanto starti accanto, e proteggerti, e farmi
perdonare e…”. “E cosa ti fa credere che io sia d’accordo? Non ho
forse cercato di ucciderti con tutte le mie forze?
Ti
ho odiato profondamente e, quando sei tornato, ho cercato di allontanarti
da me con tutte le mie forze e non volevo più vederti. Cosa ti ha spinto
ad insistere?” replicò Subaru che si stava agitando di nuovo non
sapendo se credere a quello che Seishiro gli stava dicendo. “Sapevi bene
di tutto il rancore e il disprezzo che covavo per te nel mio cuore! Allora
cosa ti ha fatto decidere di cercarmi? E’ per farmi soffrire ancora?”.
“NO!!”
rispose secco Seishiro.
“No,
ascolta! Quando mi sono svegliato dal mio lungo sonno, dopo il nostro
terribile scontro, la prima cosa che ho sentito è stata la tua voce! Ti
ho sentito piangere e ho provato una gran pena dentro di me.
Ti
sentivo star male e stavo male anch’io.
Non
capivo il motivo del tuo dolore; dal momento che pensavi di avermi
finalmente ucciso, pensavo fossi sollevato.
Poi
ho capito!
Ho
capito che soffrivi perché provavi ancora dell’affetto per me.
Ho
capito che il tuo amore era più grande dell’odio e che piangevi…perché
ti sentivi solo e…Perché ti mancavo io!!”.
Seishiro ora guardava Subaru cercando di apparire il più sincero
possibile. “Ma non è tutto, Subaru” continuò l’uomo mentre, preso
per mano il ragazzo, lo portava vicino al divano e lo faceva sedere.
“Devi
sapere che già durante il nostro scontro sentivo che c’era qualcosa che
non andava. Ci sono stati momenti durante i quali mi sembrava che tu non
facessi sul serio.
Nonostante
ci mettessi tutto te stesso negli attacchi e fossero colmi d’odio, ho
pensato che avresti comunque potuto fare molto di più.
Non
capivo perché!
Ma
anch’io sai, non riuscivo a dare il meglio di me.
Era
come se, arrivato a quel punto, non me la sentissi più di
ucciderti!
Poi…Forse
anche allora il tuo cuore piangeva, eri strano ed ero strano anch’io…E
forse è anche per questo che ad un certo punto mi sono lasciato colpire
e, devo dire, che ne sono stato contento! Sì perché cominciavo quasi a
non aver più voglia di combattere contro di te. Non lo so…Può essere
che mi stessi già innamorando di te, Subaru!
Chi
può dirlo!
Ma
adesso…Beh adesso io…Io penso di esserlo davvero.
Credo
di essermi davvero innamorato di te, Subaru!”. I due si fissarono a
lungo, soprattutto Subaru scrutava Seishiro. “Poteva credergli?” si
stava chiedendo Subaru quando Seishiro, come se avesse intuito quello che
lui stava pensando, fece l’unica cosa che potesse fare per cercare di
convincerlo.
Gli
alzò il viso mettendogli una mano sotto il mento. Voleva guardarlo negli
occhi e gli occhi di Subaru erano lucidi e il viso ancora umido dopo tutto
quel piangere. Poi Seishiro gli passò delicatamente il dorso della mano
su entrambe le guance. Fece una pausa tenendo ora il palmo della mano
sulla vellutata guancia di Subaru.
Avvicinò
molto dolcemente il suo viso a quello del ragazzo, poi appoggiò le sue
labbra su quelle morbidissime di lui. Subaru trasalì spalancando gli
occhi;
dopo
qualche secondo però li chiuse.
Seishiro
premette più forte le sue labbra su quelle di Subaru che istintivamente
le socchiuse. Ancora qualche istante e Subaru si abbandonò ad una delle
più belle sensazioni che avesse mai provato!
*
* *
Subaru
contemplava Seishiro dal basso. Era sdraiato sul letto, a pancia in su,
con le gambe piegate e la testa appoggiata su quelle di Seishiro. Anche
l’uomo lo stava guardando intensamente e intanto con una mano gli
accarezzava i capelli.
“Sei
proprio bello, Subaru!
Com’è
che non mi ero ancora accorto di quanto tu fossi diventato bello?” disse
Seishiro con un’espressione che Subaru non seppe interpretare, ma tanto
il ragazzo stava pensando ad altro.
“Sai
Seishiro, sei proprio una strana creatura!” iniziò il giovane, preso
dai suoi pensieri. “Così crudele ma capace di amare.
Un
temibile avversario, un assassino, capace però di darmi tanta sicurezza e
di farmi sentire così bene.
Una
perfetta “macchina” per uccidere che però mi bacia lasciandomi senza
fiato.”
Seishiro
sorrideva.
“Nero
e bianco. Caldo e freddo. Luce e oscurità. Bene e male…Insieme.
E
io ti amo, Seishiro! Nonostante tutto, ti amo da impazzire!
Ti
amo e ti odio, Seishiro!” concluse Subaru con un gran sospiro.
“Certo
che anche tu non scherzi, Subaru!” ridacchiò Seishiro divertito.
“Cosa
fai Seishiro? Mi prendi in giro?” sbottò serio Subaru. Seishiro
ridacchiò ancora. “Siamo entrambi due creature molto strane Subaru!
Molto speciali, direi.”
Cominciò
Seishiro, ora con un’espressione seria ma anche lievemente dolce in
viso.
“Abbiamo
poteri straordinari e una sensibilità fuori dal comune. Sentiamo tutta
una serie di cose che tutte le altre persone non sentono.
E
poi…Noi siamo uguali Subaru.
Siamo
la stessa cosa solo chiamata in modi diversi…E quindi, a volte,
fatichiamo a riconoscerci. Per questo motivo siamo indivisibili, uno non
può stare senza l’altro,
questo
è il nostro destino!
Quello
che proviamo l’uno per l’altro è difficile da classificare…Forse
non ha nemmeno un nome e la parola “amore” è solo quella che forse ci
si avvicina di più, tutto qui.
Ma
qualunque nome gli si voglia dare, è del tutto irrilevante! E lo sai
perché?
Perché
l’unica cosa che conta è che è qualcosa che va oltre le nostra stessa
vita.
Qualsiasi
cosa sia, Subaru, ciò che ci unisce durerà per sempre e niente,
niente
potrà mai cancellarlo!
E’…qualcosa
di…E’….Infinito!”.
Subaru
nel frattempo si era girato e si era sdraiato accanto a Seishiro.
Aveva
ascoltato molto attentamente tutto quello che la persona che amava aveva
detto ma era perplesso. Ora però un gran senso di tranquillità si stava
impadronendo di lui.
Sentire
il corpo dell’uomo così vicino al suo, così caldo, lo faceva sentire
come forse mai si era sentito in tutta la sua vita.
Seishiro
gli aveva messo un braccio intorno alle spalle dando come l’impressione
di volerlo tenere ancora di più vicino a sé. Subaru, a sua volta, gli
aveva appoggiato la testa sulla spalla ed entrambi avevano chiuso gli
occhi.
Subaru
fece un lungo sospiro, alzò la testa e la sistemò in modo da riuscire ad
appoggiare lievemente le sue labbra sul collo di Seishiro.
Sentì
il suo corpo e i suoi pensieri perdersi.
Lentamente.
Tutti
i sensi attenuarsi.
“In…fi…ni…..to!”
fu l’ultima cosa che pensò prima di addormentarsi.
FINE.
Se
avete commenti, critiche, domande, qualsiasi cosa: SCRIVETEMI
pure!! Mi farebbe molto piacere ricevere i vostri pareri. GRAZIE!!!!
Valchan^^
Ringraziamenti
e Note.
Ringrazio
davvero tanto Tai e Mad che
sono state le prime a leggere la mia ff e a darmi pareri e consigli su
come migliorarla! Inoltre, è sempre grazie a loro, che hanno cominciato a
parlarmi di Fan Fiction, che mi è venuta voglia di scriverne una
tutta mia. Se non era per loro, non avrei mai cominciato a scriverla
o, molto probabilmente, non l'avrei nemmeno finita. Loro invece mi hanno
sostenuto e spinto a completarla senza sapere se era bella o no!
C’è
una canzone che in un certo senso ha ispirato questa storia e alla quale
ho voluto quindi dare lo stesso titolo. E’ “Infinito” di Raf. Se
vorrete, ascoltatela: forse anche la mia storia sarà…Più completa. E
pensate a Subaru e Seishiro, vi assicuro che vi regalerà un’emozione
davvero bellissima. Tutti i diritti della canzone sono ovviamente
riservati.
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