In every
world, with you
di
Anna
Capitolo 1: La scoperta
***Hanamichi Sakuragi***
Pian piano la polvere sollevata dalla frana si dirada... Più che vederlo, lo
sento: qui c'è buio pesto! Ma per lo meno ora l'aria sta tornando
respirabile... Tento di alzarmi da terra e per fortuna ci riesco: non ho
nulla di rotto... Meno male!
Facciamo il punto della situazione... O almeno proviamoci!
Io e i ragazzi della squadra di basket stavamo facendo un'escursione in
queste grotte per celebrare degnamente l'inizio dei campionati nazionali,
quando c'è stata la frana... Ho visto distintamente i massi cadere fra me e
gli altri, prima che le torce si spegnessero e Kaede mi afferrasse e mi
tirasse indietro per evitarmi di venire schiacciato da uno dei sassi...
Kaede! Dov'è la kitsune?
- Kitsuneeeeeeee! - urlo, sperando che mi risponda, ma l'unico suono che
torna alle mie orecchie è l'eco della mia voce che rimbomba tra le pareti...
Dannazione, qua non si vede nulla!
- Kitsune! - grido di nuovo, ma un'altra volta la sola risposta che ottengo
è data dall'eco del mio richiamo.
A quanto pare non ho altra scelta, se lo voglio trovare!
- Lux! - ordino e la caverna viene rischiarata dalla luce che emana il mio
corpo. Registro mentalmente che questo antro è molto ampio e che quindi
l'aria non sarà un problema. Beh, ci mancava solo di doversi preoccupare di
morire per asfissia!
Mi guardo attorno e vedo qualcosa che mi stringe il petto in una morsa di
paura: a meno di un metro da me si apre uno strapiombo...
Kaede!
Provo a sporgermi e lo vedo: è a terra, probabilmente svenuto... Oppure...
No, non ci voglio pensare! Non ora!
Come faccio a raggiungerlo?
Maledizione volpaccia! Perchè mi hai tirato via da sotto quel macigno? Se
non lo avessi fatto, adesso molto probabilmente non saresti laggiù! Baka
kitsune! Baka, baka, baka! Se sei morto non te la perdono! E se lo sei,
spero di cuore che il tuo fantasma torni a tormentarmi, così potrò fartela
pagare molto cara! Capito?!? Non osare morire! Altrimenti, altro che
pelliccia diventi! Dovrai affrontare l'ira funesta del Tensai, mi sono
spiegato???
Come faccio a scendere? Di calarsi non c'è verso e non posso di certo
saltare... A questo punto, tanto vale andare fino in fondo, tanto non credo
di avere nulla da perdere! A che serve essere un mago se non puoi usare i
tuoi poteri in caso di necessità? E direi che questa è un'emergenza bella e
buona!
- Alae! - pronuncio.
In un attimo due candide ali triple spuntano dalla mia schiena,
fortunatamente senza distruggermi la maglietta... Hehe, i vantaggi della
magia! Spiego le ali e mi getto nel vuoto: ora la cosa più importante è
raggiungere Kaede...
Spero per te che tu sia solo addormentato, kitsune! Altrimenti non rispondo
delle mie azioni!
***Kaede Rukawa***
Cos'è questa luce che mi si sta avvicinando? Ho appena ripreso i sensi, o
forse sto solo sognando... No, il dolore sordo e pulsante alla gamba mi
avverte che sono ben sveglio. Cerco di muovermi, ma non riesco a muovere
l'arto ferito. Kuso!
Ricordo di aver afferrato Hana e averlo tirato indietro perchè quell'idiota
non si era accorto del masso che stava per cadergli addosso... Fortuna che
poi sono io quello che dorme in piedi! Devo essere caduto da qualche
parte...
Hana! Sarà ancora vivo?
La luce mi si è avvicinata: è emanata da una figura alata con i capelli
rossi... Che sia un angelo? L'angelo della morte è venuto a prendermi? Non
ho mai creduto nè in Dio nè tantomeno in cherubini e company, ma forse ora
dovrei cambiare idea...
- Kaede... - mi chiama dolcemente, con una voce calda e tranquillizzante,
simile a quella della scimmia. Metto a fuoco lo sguardo e mi lascio sfuggire
un gemito quando vedo che questa creatura ha le sembianze del do'aho...
- Sei un angelo? - chiedo senza troppi giri di parole.
L'essere luminoso sorride e mi risponde: - Qualcosa di simile... -
- Sei venuto a portarmi via? - domando di nuovo, sentendo la paura crescere
in me. Se è venuto a prendermi, significa che sto morendo... E io non posso
ancora andarmene! Devo ancora diventare Mvp, battere Sendoh, diplomarmi per
andare a giocare nell'NBA e poi...
- Sì, devo portarti via di qua... - replica con tono di voce grave.
No, non può ancora essere il mio momento!
- No, non puoi... - dico in un sussurro.
Spiacente, ho ancora una cosa da fare prima di lasciare la terra e non posso
assolutamente andarmene prima di averla fatta, o altrimenti non sarei Kaede
Rukawa!
- Perchè? - mi domanda, molto seriamente.
- Devo ancora dire ad Hana che lo amo... - ammetto: a che servirebbe mentire
alla Morte? A quanto pare ha funzionato, perchè l'angelo sorride con
un'espressione dolcissima... Ma poi torna serio...
- E devi proprio farlo sul fondo di un burrone, kitsune? Non per
contraddirti, ma il Tensai avrebbe in mente posti più romantici... -
ribatte.
Sgrano gli occhi: questo è proprio Hanamichi, non un angelo!
- Do'aho? - Ma sei proprio tu?
- Baka kitsune! Chi altri dovrei essere? - si irrita all'istante.
Allora non è l'angelo della morte! Però la luce e le ali?
- E quelle? - lo interrogo di nuovo, tentando di fargli un cenno verso le
cose piumate dietro le sue spalle.
- E' una storia lunga... Sei ferito? -
- Mi fa male la gamba... - rispondo senza riflettere.
Qualcuno mi può spiegare che sta succedendo?!?
***Hanamichi Sakuragi***
Bene, nel complesso sta bene... A parte la ferita alla gamba non riporta
altri danni: è tutto intero! Se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei
mai perdonato! Stavo per venire meno al mio compito... Cavoli, io devo
proteggerlo, non ammazzarlo! Faccio sparire le ali e mi chino ad esaminarlo.
Sposto il sasso che gli impedisce di muovere la gamba e vedo che la ferita è
più grave di quanto pensassi... Maledizione! Io non ho poteri curativi sugli
altri! Ci vorrebbe Kogure!
A questo punto, non mi rimane che una cosa da fare... Se Mitsui lo scopre,
mi fa la pelle!
- Chiudi gli occhi, volpe, e fidati di me! Poi prometto di spiegarti tutto!
- gli dico.
- Hn... - mugugna lui, facendo sparire le sue iridi blu dietro le palpebre.
Coraggio, Hana...
- Tui dolores, mei diveniat...
Tuus labor mihi detur...
Tui dolores, mei diveniat...
Tuus labor mihi detur! - recito, preparandomi al male che sicuramente
proverò.
Infatti, non appena l'incantesimo avrà luogo, la ferita di Kaede passerà a
me e lui tornerà a stare bene, come se nulla fosse successo. E, come ho
appena detto, un dolore lancinante mi trafigge all'altezza della coscia. Mi
mordo le labbra per impedirmi di urlare: non voglio farmi sentire dalla mia
volpe... Come faceva questa kitsune a sopportare la ferita senza nemmeno
lamentarsi?
- Ma che diavolo... Hana! - lo sento borbottare, quando riapre gli occhi.
Sembra quasi arrabbiato...
- Che cosa hai fatto? - mi domanda, preoccupato forse.
- Ti ho guarito... Non conoscevo altro modo... - gli spiego.
Tento di sorridere, ma l'impresa è più ardua del previsto. Devo stringere i
denti: tra poco il male si attenuerà da solo... O almeno lo spero...
- Perchè? - chiede Rukawa.
Credo che sia arrivato il momento delle spiegazioni... Ormai ho la certezza
che siamo solo noi due qui e quindi non corro rischi che altri sentano. E
poi ha il diritto di sapere la verità...
- Perchè il mio compito è proteggervi, maestà... -
***Kaede Rukawa***
Ok, il do'aho è impazzito del tutto! Perchè diavolo mi chiama maestà?!? E
soprattutto cosa significa che il suo compito è proteggermi?!?
- Spiegami tutto! - ordino seccamente.
- Come avete capito, io non sono un essere umano comune. Io sono dotato di
poteri che vanno oltre la normalità, alcuni mi definirebbero un mago... Ma
non sono l'unico, solo a Kanagawa ce ne sono almeno 6 di cui io conosco la
presenza. Noi proveniamo da quella che è normalmente chiamata una
"dimensione parallela" e tutti noi siamo qui con scopi diversi. - inizia a
spiegarmi. Ok, questo l’ ho capito, ma non mi ha ancora detto quello che
voglio sapere!
- E io cosa c'entro in tutto questo? - domando.
- Adesso vi spiego... Nel nostro mondo l'ordine è garantito dalla presenza
di un re e di una regina che governano su di noi con saggezza. Gli attuali
reggenti hanno avuto un figlio e a lui sarebbe spettato il dominio sul regno
alla loro morte. Ma un gruppo di streghe e di maghi vedevano di cattivo
occhio i sovrani perchè non facevano distinzione tra i più potenti e i meno
potenti, così organizzarono un complotto per levare di mezzo la famiglia
reale. Un primo tentativo di assassinio venne sventato, ma per sicurezza il
re e la regina decisero che era bene che loro figlio si allontanasse da quel
mondo, sigillando i suoi ricordi e i suoi poteri in un oggetto che gli
sarebbe stato molto caro. Per proteggerlo, mandarono anche il più fidato dei
generali con il suo compagno e una delle guardie di palazzo. Dal canto suo,
il capo dei cospiratori, Miyamasu, mandò due sicari perchè trovassero il
principe e lo uccidessero... La promessa sposa del principe ha
arbitrariamente deciso di seguire il suo fidanzato, per tentare di
conquistarlo e fare così in modo che lui la sposi anche nel nostro mondo...
E' riuscito a trovarlo, vero, ma a quanto pare è stata l'unica cosa che ha
ottenuto... Come credo che avrete capito, il principe siete voi...-
Il rossino fa una pausa e io ne approfitto.
- Qual è l'identità di queste persone? - gli chiedo. Hana smette di
esaminare la ferita sulla gamba e mi fissa.
- Lo farò alla sola condizione che voi continuiate a comportarvi come se
foste ignaro di tutto... - ribatte, stranamente molto serio.
- Questo lo deciderò io... - rispondo.
- Allora non vi dirò nulla... - sindaca lui, scrollando le spalle.
- Do'aho! - sibilo. Penso di avere il diritto di sapere chi è che ha
intenzione di scovarmi e farmi la pelle!
- Può anche essere vero... Ciò non toglie che non vi dirò nulla lo stesso:
se voi agiste contro di loro, vi scoprireste irrimediabilmente. E non si sa
se oltre ai due sicari ci siano altre persone che vogliano uccidervi, o
peggio... - spiega.
- Ho come la netta sensazione che mi legga nel pensiero, ma preferisco non
indagare... Anche se devo ammettere che effettivamente non ha tutti i
torti...
- Ok! Te lo prometto! E smettila di darmi del voi! - sbotto.
La scimmia sorride e poi tira un lungo sospiro. Allora?!?
- Mitsui è il generale e Kogure il suo compagno. Mito è la guardia di
palazzo... Sendoh e Fujima sono i due sicari, ma a quanto pare il porcospino
è troppo impegnato a pensare a Koshino per perdere tempo a trovarvi. Infine
c'è Haruko: la vostra promessa sposa... - conclude.
Soffoco un gemito di orrore puro alla prospettiva di un solo giorno come
sposo della Babbuina e vedo che Hana sorride in maniera strana... Beh, devo
ammettere che alla luce di questa scoperta, alcune cose tornano a posto! Per
esempio come facciano i capelli di Sendoh a rimanere dritti dritti o come
faccia la primate decerebrata a essere la sorella del capitano! Però c'è
ancora qualcosa che non torna...
- E tu? chi sei? - gli domando.
***Hanamichi Sakuragi***
Già, una bella domanda...
- Cosa? - domando, tentando di prendere un po' di tempo e fingendo di essere
riscosso dai miei pensieri.
- Qual’ è il tuo ruolo? - ripete, socchiudendo i suoi bellissimi occhi blu.
A questo punto, sono costretto a mentirgli... Non ho altra scelta...
- Io sono una creatura del mondo magico che vive a Kanagawa. Quando ho
incontrato un mio vecchio amico, cioè Yohei, e ho scoperto che il principe
si trovava in questa dimensione ho promesso a me stesso che lo avrei
protetto... -
Anche a costo della mia vita, ma questo è meglio che me lo tenga per me.
Spero che mi abbia creduto...
- Hn... - mugugna in risposta.
E' andata! Chiudo gli occhi, sentendomi sollevato e triste allo stesso
tempo. Quanto vorrei potergli dire tutta la verità! Ma i patti sono patti e
io non voglio venire meno alla parola data...
I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Mitsui.
"Hana? Hana, mi senti?" (Stanno usando la telepatia. NdMe)
‘Sì... Come state?’
"Noi bene. Tu e Rukawa?"
‘Tutto a posto... Anche se gli ho dovuto dire alcune cosette...’
"..."
Mitchy non mi risponde più...
Due secondi dopo appaiono di fronte a me le proiezioni astrali di Hisashi e
Kogure.
- Idiota! Perché l'hai fatto? - mi urla subito contro l'ex-teppista della
squadra. Il suo compagno lo calma posandogli una mano sulla spalla e
indicandogli il crepaccio da cui era caduta la mia kitsune e i jeans
strappati e insanguinati di Kaede e la macchia che si è allargata sui miei
pantaloni. E bravo il Megane-kun, ha già capito tutto!
- Immobilitatis! - sibila Hisashi alla volta di Kaede, congelandolo a mo' di
statua sul posto, una bellissima statua a dire il vero... Bene, in questo
modo non potrà sentire che cosa ci diciamo noi tre...
- Che cosa sa? - chiede Kiminobu.
Ripeto anche a loro quello che ho detto poco fa al volpino e noto che pian
piano si tranquillizzano.
- E di voi due non gli hai detto nulla? - chiede stupito il Quattrocchi.
Magari avessi potuto!
- No! E non deve sapere nulla! - intimo io.
- Ma prima o poi recupererà i suoi ricordi... - mi fa notare.
Pensi che non ci abbia mai pensato? Ma anche per questo ho già pronta la
soluzione...
- A quello penseremo a tempo debito... - rispondo io.
In quel momento l'incantesimo che immobilizza Kaede finisce e lui si
riscuote.
- Che cosa ha fatto? - chiede Ru, totalmente ignaro di quello che ci siamo
detti io e gli altri due.
- Ho fatto incantesimi a catena e ho rischiato di mettermi nelle condizioni
di essere scoperto se ci fosse stato qualche mago abbastanza potente in
zona... - mento io. Ormai sta diventando un'abitudine, quella di storpiare
la realtà.
- Hn... - mugugna, come da copione.
- Hana... Dimmi che non hai fatto quello che penso... - se ne esce Mitsui,
dopo essersi svegliato da un'apparente situazione di coma in cui, a quanto
pare, ha riflettuto su come possono essere andate le cose.
- Ovvero? - domando, facendo finta di non aver compreso.
- Che mi dici dei suoi jeans? - chiede.
- Mi ero fatto male, ma lui mi ha guarito... Qualcosa non va? - si
intromette la kitsune.
- No, a parte il fatto che è un maledetto idiota! - continua imperterrito
Mitchy mentre io ringrazio il cielo che una proiezione astrale non abbia
consistenza, perchè credo che altrimenti, in caso contrario, il mio collo
correrebbe un grosso rischio...
- Questo era risaputo... Comunque continuo a non capire... - dice Ru,
corrugando la fronte... Devo sopprimere l'istinto di andargli vicino e
passarci la mano per distendergliela... Una volta lo facevo sempre...
- Semplice, adesso non sappiamo come spiegare il fatto che i tuoi jeans sono
tagliati e macchiati e tu non sei ferito, mentre la sua gamba è contusa, ma
i jeans integri... - si intromette Kogure. Grazie, Megane-kun!
- Ci scambiamo i vestiti... Tanto più o meno abbiamo la stessa taglia... -
risponde Kaede.
- Forse ora è il caso che voi torniate nei vostri corpi, prima che qualcuno
si insospettisca... - aggiungo io.
Mitsui solleva un sopracciglio con un'aria alquanto confusa, ma ha il
buonsenso di non dire nulla. Kiminobu annuisce e i due svaniscono d'incanto
come si sono materializzati.
Rimasti soli, io e il volpino ci guardiamo e io mi domando come possa
sentirsi dopo quello a cui ha appena assistito.
- Anche tu sai farlo? - mi domanda.
Faccio un cenno di assenso.
- E io? - continua.
- Voi avete poteri molto maggiori dei miei... Pensate che non avete nemmeno
bisogno di pronunciare formule magiche per compiere incantesimi... - ammetto
io.
- Comunque sia, appena ci tireranno fuori di qui penso che vi farebbe
piacere riavere indietro i vostri poteri... Sono custoditi nella fascetta
nera che usate sempre per giocare a basket... - gli rivelo.
Lui rimane in silenzio e io tento di rialzarmi in piedi. Mi sfilo i
pantaloni e noto che dovrò dar loro una pulita dal sangue prima di farli
indossare al principe.
- Mundati sint! - ordino, e in un attimo la macchia scompare.
- Maestà, dovreste scambiare i vestiti con i miei prima che arrivino i
soccorsi, o non potremmo veramente spiegare la vostra condizione... - gli
ricordo.
Sempre senza dire una parola Kaede si leva la maglietta e i jeans e me li
allunga. Io gli passo i miei e poi mi levo la t-shirt, passandogliela.
- Che cosa sono quelle cicatrici? - mi chiede, facendo cenno alle ferite
rimarginate che ho sulla spalla e sul fianco.
- Ricordi di qualche rissa... - rispondo, finendo di rivestirmi. Il profumo
di Kaede mi avvolge e sento una gran nostalgia di quando potevo sentirlo
senza nessun problema.
Bene, ora non mi resta che riportare entrambi in cima a questo burrone,
altrimenti non avrei motivazioni valide su come Rukawa possa essere
totalmente illeso.
- Perdonatemi, maestà, ma devo chiedervi ancora una cosa. Sarebbe bene che
noi tornassimo lassù... - gli dico, indicandogli l'entrata della grotta.
- Non possiamo arrampicarci, quindi devo chiedervi di fidarvi di me... -
continuo.
- Va bene... - mi risponde.
- Dovreste passarmi le braccia attorno al collo e tenervi stretto... - gli
spiego. Lui annuisce e fa come gli ho domandato. A me manca il fiato
nell'averlo così vicino... Gli cingo la vita con le braccia e gli dico di
tenersi forte.
- Alae! - dico e le ali mi rispuntano.
***Kaede Rukawa***
Quando sento che ci stiamo staccando dal suolo mi stringo più forte ad
Hanamichi, istintivamente. Nel farlo ho la sensazione di un deja-vu, come se
fossi già stato così abbracciato a lui... E' una bella sensazione... E non
ho nemmeno paura che lui mi lasci cadere di sotto...
Quando atterriamo dolcemente sulla cima della parete noto che Hana fa una
smorfia di dolore nell'appoggiare il peso sulla gamba. Rimaniamo abbracciati
ancora per un po'. E' come se nessuno dei due avesse la forza per staccarsi
dall'altro... Ho come la sensazione di aver già vissuto un momento come
questo, ma non mi ricordo nè dove nè quando... Ridicolo! Mi allontano dal
do'aho e mi siedo su un masso vicino all'entrata, osservando che la scimmia
si è lasciata cadere per terra e ha appoggiato la testa alla parete, senza
riuscire a nascondere una smorfia. Mi alzo e gli vado vicino.
- Forse faresti bene a sdraiarti... - gli dico, ma lui mi guarda come se non
mi avesse capito.
- Come? - Lo dicevo io che non aveva capito nulla!
- Stenditi, avanti... - dico in tono imperioso, facendogli passare un
braccio dietro la schiena per aiutarlo a muoversi. Docilmente, lui si lascia
spostare e sgrana gli occhi quando gli faccio poggiare la testa sulle mie
gambe. Stupido do'aho...
Chiude gli occhi e io rimango a fissarlo: non ha ancora detto nulla riguardo
alla mia pseudo-dichiarazione... Lo osservo e trattengo a forza la mia mano,
che da sola stava andando ad accarezzare i suoi capelli.
- Mitchy sostiene che non avrei dovuto dirvi nulla, sulla vostra identità
intendo... E ho paura che abbia ragione... Come l'avete presa? - mi domanda
con un evidente tono di apprensione nella voce.
- Bene, credo... - rispondo, anche perchè non so come definirmi... Sono
stupito, ma non troppo... Direi più che altro che sono incuriosito...
- Meno male... So che voi siete molto testardo e orgoglioso, quindi penso di
dovervi chiedere il permesso di poter continuare a proteggervi come facevo
prima... - si azzarda a dire. In una cosa però ci ha preso: mi dà fastidio
sapere che ho bisogno di protezione!
- E in cosa consisterebbe la tua protezione? - gli domando. Sinceramente non
mi sono mai accorto di essere protetto...
- Beh, finora vi ho impedito di uccidervi ogni volta che vi addormentavate
in bicicletta... Ed inoltre sorveglio che nè Sendoh nè Fujima si accorgano
della vostra identità... E distraggo la vostra fidanzata! - mi spiega,
sogghignando nel pronunciare l'ultima frase. Beh, in fondo non si intromette
più di tanto nella mia vita, quindi posso anche lasciare che continui! Però
mi ha fatto venire una curiosità: - E come distrarresti la mia "fidanzata"?
-
- Ore wa tensai desu, Harukina cara... - ribatte lui, con un sorriso.
- Pensate veramente che io mi possa realmente innamorare di una ragazza così
scialba e idiota? Mi sottovalutate... - aggiunge poi.
- Do'aho... - lo apostrofo, nascondendo un sorriso divertito.
Tra di noi cala il silenzio, ma a me va bene così. Osservo Hana e penso a
quanto sia strano tutto quello che mi ha detto... E poi lui è veramente
bello, quando non si deforma il viso in strane espressioni... Di lui mi
piacciono soprattutto gli occhi: due pozze di caffè in cui si rispecchiano
tutte le sue emozioni...
- Forse dovresti far sparire la luce prima che arrivino i soccorsi... - gli
faccio notare.
- Abbiamo ancora qualche minuto... E ne volevo approfittare per discutere
con voi ancora una questione, se mi permettere... - mi dice.
- Ca**o, Hana! Piantala di darmi del voi! Che c'è ancora? -
Non mi piace che mi si rivolga in modo così ossequioso: non è da do'aho!
Rivoglio la mia scimmia rossa, non un umile servitore! Ridammi indietro il
mio uragano dalla testa rossa, l'unico che riesca a svegliarmi dalla mia
apatia...
- Vi ho detto che vi avrei ridato i vostri poteri, ma non penso che sia
ancora il momento per voi di riavere la vostra memoria... - spiega.
- Smettila di darmi del voi! - gli sibilo.
Lui non mi dice nulla e fa sparire la luce... Credo che questo voglia dire
che stanno per arrivare gli altri...
Capitolo 2: Ritorno a casa
***Hanamichi Sakuragi***
Sono tornato a casa dall'allenamento stanco morto. Mi lascio cadere sul
divano in cerca di un po' di riposo: da quando Kaede ha riavuto i suoi
poteri ho dovuto sorvegliarlo più da vicino per evitare che li usi a
sproposito, ma allo stesso tempo ho anche dovuto faticare il doppio per
evitare che mi scoprisse! Non oso immaginare che cosa mi avrebbe fatto in
quel caso...
Non gli ho ancora detto nulla riguardo alla sua pseudo-dichiarazione in
fondo alla grotta e lui continua a puntarmi addosso quei suoi occhi così
belli con aria interrogativa... E io devo pure resistere all'istinto di
andargli davanti e baciarlo...
Già, non posso dirgli che lo amo, quindi figuriamoci dimostrarglielo! Eppure
sarebbe così bello tenerlo stretto, o solo intrecciare le dita con le sue...
O passare le dita tra i suoi capelli...
Se solo avessi la possibilità di afferrarlo per un attimo, non riuscirei più
a lasciarlo andare... Lo terrei sempre accanto a me e non lo farei
allontanare nemmeno di pochi centimetri! Ma a quanto pare i miei sentimenti
sono nati sotto una cattiva stella... Ma proprio pessima!
I miei pensieri vengono interrotti dal trillare del campanello. Mi alzo a
fatica per andare ad aprire: sono Mitsui e Kogure... Perfetto, per
completare questa giornata stupenda ci mancavano solo loro due!
- Ciao Hana, ci fai entrare? - esordisce Kiminobu.
Mi sposto per farli entrare e dico loro di accomodarsi in salotto.
- Posso offrirvi qualcosa? - domando.
- No, grazie... - rifiuta gentilmente il quattrocchi.
- Avanti, che è successo? - li incalzo. Se sono venuti fin qui per vedermi,
allora significa che è accaduto qualcosa di molto importante. Quale pazzo si
attraverserebbe tutta la città, altrimenti, per venire a trovare un compagno
di squadra che vede tutti i giorni prima delle lezioni e agli allenamenti?
- Abbiamo ricevuto un messaggio dal re: vuole che suo figlio torni a casa...
- mi risponde Hisashi, scrutandomi alla ricerca di una qualsiasi reazione
che però non vedrà... Non ho alcuna intenzione di mostrare davanti a loro i
miei sentimenti...
- Ho capito... - replico semplicemente. - Lui lo sa già? - indago.
- No, non ancora. - mi risponde il Megane-kun.
- Bene, sarò io a dirglielo e a ridargli i suoi ricordi... Qualcosa in
contrario? - domando, con il tono di chi comunque non accetta un "no" come
risposta.
- Per me va bene, ma c'è un'altra cosa di cui vorremmo parlarti... - inizia
Kogure, con il suo miglior tono da "Mamma Chioccia", togliendosi gli
occhiali e risistemandoseli due secondi dopo.
- Non preoccuparti: ho intenzione di rispettare l'impegno preso... Finora
non sono mai venuto meno alla parola data e non ho alcuna intenzione di
farlo proprio adesso... - lo interrompo, reprimendo l'istinto di sferrare un
pugno al muro per sfogare la rabbia che mi sta crescendo dentro.
- Questo lo sappiamo! - sbotta Mitsui.
- Kimi-chan si riferiva all'incantesimo che hai usato sul principe per
guarirlo. Non abbiamo più avuto occasione per discuterne, ma ora mi sembra
arrivato il momento di farlo... Sai cosa comporta, vero, quello che hai
fatto? - continua.
Certo che lo so, cosa credi?!? Che se fosse stato un altro lo avrei fatto lo
stesso?
- Hai... - rispondo, con una scrollata di spalle.
- Io invece credo proprio di no! Ti rendi conto che d'ora in poi qualsiasi
ferita riceverà lui si ripercuoterà su di te? Ne sei consapevole? - ribatte
con tono abbastanza arrabbiato il mio sempai. Oppure sto sbagliando e lui è
solo preoccupato... Hisashi fa sempre così: maschera sempre quello che
prova...
- Ne sono consapevole... E la cosa non mi spaventa! - sindaco, come per dire
che il discorso si chiude qui.
Ma Mitchy non vuol demordere: - Dannazione, Hana! Questo ti legherà a lui
per tutta la vita! Fino a che TU non morirai... E io non sono in grado di
sciogliere quel legame! Nè io nè altri maghi molto più potenti di me! -
Le sapevo già tutte queste cose, non c'era bisogno che me le ricordassi
tu... E non devi preoccuparti: a me non importa di morire, nè mi spaventa
l'idea di vedermi comparire ferite all'improvviso...
- Ti faccio io una domanda ora, Hisashi: se in quella maledetta caverna ti
fossi trovato nella mia stessa situazione e al posto di Kaede ci fosse stato
Kogure, cosa avresti fatto? - gli chiedo.
Il sempai afferra la mano del suo compagno e fa un sospiro, poi mi risponde:
- Probabilmente avrei fatto lo stesso, ma il punto non è questo... -
Ah no?!? E quale sarebbe, di grazia?
- Ascoltatemi molto attentamente, tutti e due! - li apostrofo. - Se ben
ricordate, la condizione essenziale perchè quell'incantesimo funzioni è che
chi lo attua lo desideri veramente e, soprattutto, che non agisca sotto
alcuna costrizione... E' fondamentale che chi pronuncia quella formula, lo
faccia per amore... Ed è esattamente quello che ho fatto io. So benissimo
che posso morire da un momento all'altro perchè qualcuno ha colpito Kaede,
ma a me non importa, perchè tanto lontano da lui sarei stato lo stesso come
morto... In questo modo ho la possibilità di continuare a proteggere la
persona di cui sono innamorato, anche se da lontano... E non è stata questa
magia che mi ha legato a lui per tutta la vita, perchè tanto lo ero già da
un bel pezzo! -
Mi fermo e faccio una pausa. Nel silenzio che cala, nessuno dei due miei
ospiti dice una parola.
Poi continua: - L'unico qui che non sa che cosa comporta quell'incantesimo è
proprio Kaede e voi non glielo direte, chiaro? Non deve saperlo in nessun
caso! E se gli venisse qualche dubbio, voi negherete tutto! In quanto ai
suoi ricordi, glieli renderò questa sera in modo che voi abbiate il tempo di
tornare nella nostra dimensione e assicurarvi che non ci siano pericoli di
sorta ad attenderlo quando oltrepasserà il portale. Se ci fossero dei
problemi, contattatemi come nella grotta e vedremo di trovare una soluzione.
E non fate parola con nessuno dell'incantesimo! - concludo alla fine.
Sto per perdere Kaede definitivamente: andatevene fuori dai piedi e
lasciatemi un po' solo, così che possa per lo meno tentare di prepararmi a
quello che dovrò affrontare...
Volto loro le spalle e tento di soffocare il dolore che sento al petto al
solo pensiero che la storia stia per ripetersi. Sento una mano sulla spalla,
poi Kogure mi parla: - Non posso dirti che so quello che provi, perchè
sarebbe una bugia... E non posso nemmeno dirti di non preoccuparti, che
tanto prima o poi lo dimenticherai: so benissimo che non è così... Però tu
devi farti forza, perchè pur non sapendo niente di tutto quello che c'è
stato tra di voi, anche il Kaede di adesso è innamorato di te e soffrirebbe
se sapesse che stai male... -
Che è, un tentativo di incoraggiamento?
Annuisco e sento che i miei sempai si allontanano ed escono di casa...
Sono solo: posso finalmente mettermi a piangere...
Alla fine il momento è arrivato: il principe deve tornare al suo regno e io
lo vedrò scomparire dalla mia vita... Di nuovo...
- Maestà... - dico, inchinandomi non appena lui mi ha fatto entrare in casa.
Evidentemente stava dormendo, perchè ha i capelli tutti arruffati e
l'espressione ancora un po' assonnata...
- Quando la smetterai di chiamarmi "maestà" e di darmi del voi? - sibila
Kaede, socchiudendo gli occhi e tentando di assumere un'aria minacciosa, ma
l'unico effetto che ottiene è assomigliare a un cucciolo che fa i
capricci... E' sempre di pessimo umore quando lo svegliano...
- Oggi stesso, maestà... Dovete tornare a casa... - gli rispondo.
- A casa? - mi domanda.
- Esatto, maestà... Ho pensato che forse vi avrebbe fatto piacere indossare
abiti tipici del nostro mondo, così vi ho portato questi... - dico
allungandogli una borsina. - Se volete, dovreste metterli... Poi vi renderò
i vostri ricordi e quindi il portale si aprirà e lo attraverserete... -
Ho scelto un vestito che lui adorava... Spero che gli piaccia ancora... Una
volta, lo metteva spesso in alcune occasioni...
La kitsune afferra la sportina che le sto porgendo. Mi fissa per un attimo e
fa per salire le scale, probabilmente per andare a cambiarsi.
- Scusate, maestà... Avrei bisogno della vostra fascetta nera per poter
preparare il rito... - gli dico.
Lui annuisce e continua a salire i gradini. Sparisce per un secondo e poi
torna, tenendo in mano il suo portafortuna. Lo afferro e in quel momento le
nostra dita si sfiorano in una carezza gentile che mi procura un brivido
lungo la schiena. Fisso il ragazzo di fronte a me per un attimo che sembra
durare un secolo, ma poi lui si volta di nuovo e risale nella sua stanza.
Sospiro, più che altro per rassegnazione, poi vado in cucina e prendo un
coltello ben affilato. Mi procuro una piccola ferita al braccio sinistro e
lascio cadere tre gocce di sangue sulla fascetta di Kaede, prima di mettere
il taglio sotto l'acqua e nasconderlo con un cerotto. Pulisco il coltello e
lo rimetto a posto. Prendo la fascia tra le mani e recito la formula:
- Ab sanguine ad texilem,
Ab memoria ad oblium,
Ab spiritu ad materiam...
Ab sanguine ad texilem,
Ab memoria ad oblium,
Ab spiritu ad materiam...
Ab sanguine ad texilem,
Ab memoria ad oblium,
Ab spiritu ad materiam...
Nullam rem de me ricorda,
Nostrum passatum oblisci,
Id quod fumus de memoria excidi! -
Spero che funzioni...
***Kaede Rukawa***
Il vestito che Hana mi ha detto di mettere mi piace molto... Sono dei
calzoni un po' attillati e un’ ampia tunica senza maniche, entrambi color
della notte, abbinati a una mantellina nera...
Li indosso chiedendomi perchè mai lo stia facendo... Forse dovrei
semplicemente lasciar perdere tutto e dire al do'aho che io voglio restare
in questa dimensione e continuare la mia vita di liceale sempre assonnato e
appassionato di basket... Ma questo significherebbe scappare dalle proprie
responsabilità, e io non fuggo mai...
Passo la mano sulla maglietta di Jordan che indossavo prima: a quanto pare,
dovrò abbandonare anche quella...
La prendo ed esco dalla mia camera, per l'ultima volta: credo che Hana mi
stia aspettando...
Scendo le scale e lo trovo che sta fissando la foto che la squadra del liceo
Shohoku ha fatto all'inizio del campionato... Ricordo bene quel giorno,
quando Hana ha giurato che nulla avrebbe potuto impedirgli di diventare più
bravo di me...
Come se avesse percepito la mia presenza alle sue spalle, il rossino si gira
e mi punta addosso due occhi in cui mi sembra di leggere tristezza... Ma è
solo un attimo, perchè la sua espressione cambia prima in stupore e poi in
qualcosa di molto simile alla malinconia, ma non so spiegarmene il motivo.
- Vi sta molto bene... - mi dice, accennando un sorriso.
Mi avvicino a lui e gli tendo la mia maglia: almeno avrà qualcosa che gli
ricorderà me, sempre che lui voglia ricordarmi... Lui mi guarda stupito, poi
fissa la maglietta e poi risposta lo sguardo su di me.
- Non posso accettare... - mi risponde, con un tono di voce bassissimo,
quasi volesse nascondermi la vera intonazione delle sue parole.
- Perchè? - domando.
- Non posso... - ripete in un soffio.
- Se te lo ordinassi? - chiedo, anche se non ho alcuna intenzione di farlo.
- Allora vi ubbidirei... - dice, tentando di nuovo un sorriso che però a
quanto pare non gli riesce...
Non capisco questo suo atteggiamento: si è sempre tenuto a distanza di
sicurezza da me e ora sembra quasi triste per il fatto che finalmente si sta
liberando di me e dall'incombenza di dovermi proteggere...
- Non te lo imporrò... Volevo solo lasciarti qualcosa per ricordarti di me,
quando non potrai più prendermi a pugni... - tento di spiegargli. Lui allora
allunga una mano e afferra la maglietta, riposando di nuovo gli occhi nei
miei: non riesco a capire se ha veramente gli occhi lucidi o se è solo una
mia impressione.
- La custodirò come un tesoro molto prezioso, maestà... - mi dice.
- E ora cosa dobbiamo fare? - gli domando, per tentare di spezzare la
tensione che percepisco.
- Aspettare che il portale si apra... E' questione di minuti... Quando si
sarà aperto, vi renderò i vostri ricordi e poi voi dovrete attraversarlo,
come vi ho già spiegato. A detta di Mitsui, dovreste arrivare nelle stanze
di vostro padre... - risponde.
- E a chi mi conosce in questo mondo, che dirai? -
Dovrai pur trovare una spiegazione per la mia improvvisa scomparsa, o no?
- Diremo che siete partito per gli USA, per giocare nell'NBA, come avete
sempre sognato... - è la sua risposta.
- Hn... - Effettivamente è una buona idea! A me sarebbe piaciuto veramente
poterci giocare, misurarmi con i campioni americani e giocare al fianco di
Jordan nei Chicago Bulls, oppure contro di lui con i Los Angeles Lakers...
- E tu che farai? - lo interrogo ancora.
- Continuerò la mia vita da liceale esaltato, felice della partenza del suo
rivale di sempre... - mormora, abbassando gli occhi. Vorrei anche chiedergli
che cosa ha intenzione di fare con la Babbuina, ma non ho voglia di
visualizzarmi un film horror in cui lui si sposa la primate... Quasi quasi
preferirei che si mettesse con Fukuda! Chissà se si è accorto del fatto che
quell'idiota del Ryonan gli muore dietro...
- Ecco una cosa che non ho mai capito: se il tuo compito era quello di
proteggermi, perchè mi hai sempre preso a pugni, o a testate? - gli chiedo,
accorgendomi troppo tardi di quello che ho detto. Anche se però devo
ammettere che dopo aver visto come ha ridotto Tetsuo, mi sono accorto che
con me è molto più delicato...
- Semplice: nessuno avrebbe mai immaginato che in realtà io non vi odiavo
seriamente, ma che vi stavo vicino per evitarvi di correre troppi
pericoli... Forse non ho scelto un metodo efficace, ma pensavo che un odio
sconsiderato avrebbe destato meno sospetti di un'amicizia... - replica,
scrollando le spalle. Già, in effetti nemmeno io mi sarei mai immaginato che
in realtà lui mi era vicino per vegliare su di me... Una sorta di angelo
custode, pasticcione e rumoroso...
- Non è stata una brutta pensata... - ammetto.
- Per forza: ore wa Tensai desu! - tenta si scherzare lui, ma tutta la sua
allegria sembra essersi dileguata.
- Prima che io torni a casa, rispondi alla mia dichiarazione: Aishiteru,
Hanamichi... - gli dico di getto, avvicinandomi di più a lui.
La mia scimmia arrossisce e, fissando con molta attenzione il pavimento,
mormora un "non saprei cosa rispondervi, maestà..." molto sommesso. Sorrido,
ma è più che altro un ghigno amaro: mi ha respinto... Non che mi aspettassi
qualcosa di diverso, ma volevo sentirlo con le mie orecchie per non dovermi
torturare in un futuro con i "se" e i "forse"... Però una cosa la voglio
fare, prima di uscire dalla sua vita.
- Ho un ordine per te... - gli dico e lui alza di nuovo lo sguardo verso di
me, facendomi capire che ho tutta la sua attenzione.
- Ditemi... - aggiunge, inutilmente direi.
- Chiudi gli occhi e resta fermo... - ordino e lui esegue. Chiude gli occhi
e rimane immobile. Mi avvicino a lui sino a sfiorare il suo corpo con il mio
e gli faccio scivolare le braccia attorno al collo. Ha un fremito e io non
capisco il perchè, ma al momento non mi importa... Sfioro le sue labbra con
le mie e lui sgrana gli occhi, fissandomi quasi spaventato. Io lo abbraccio
più forte, chiudendo gli occhi come lui, mentre mi stringe a sè, ricambiando
il mio bacio e approfondendolo, aumentando la sua stretta al punto che mi
sembra quasi di soffocare... Ho come la sensazione di rivivere un evento già
passato... Penso che porterò sempre in me il ricordo dell'unico bacio che
sia riuscito ad avere da lui...
Ci stacchiamo e quando riapro gli occhi mi accorgo che Hana sta piangendo e
io proprio non riesco a capire il perchè, nè di queste lacrime nè della sua
reazione di prima... Gli accarezzo una guancia bagnata con la mano e lui
cerca di nuovo di sorridere.
- Il portale si sta aprendo... - dice, indicando un puntino luminoso accanto
a me che si sta allargando sempre di più.
- Vieni con me... - sussurro.
- Sono costretto a disobbedirvi, maestà... - mi mormora, senza riuscire a
fermare le lacrime che stanno rigando il suo viso. Che vogliano dire che
almeno un po' a me ci tiene?
- Memoria liberata sit,
Ad suum dominum redeat! - recita e io sento come se una diga avesse ceduto
nella mia testa e tutti i miei ricordi passati tornassero al loro posto.
- Ciao kitsune... - mi dice Hana, prima di lasciarmi andare e spingermi
gentilmente verso la luce, che mi risucchia... Non ho nemmeno potuto
salutarlo...
Mi ritrovo catapultato in un salone splendente, che riconosco essere la
camera di mio padre. Hana ha avuto ragione...
Non ho nemmeno il tempo di riprendermi dalla sorpresa che mi ritrovo tra le
braccia una donna che assomiglia molto ad Ayako: è mia madre! Mi abbraccia e
dice che le sono mancato. Vorrei poterle dire che anche per me è lo stesso,
ma non posso: come avrei potuto, se avevo completamente dimenticato la sua
esistenza? Ero convinto di essere orfano...
Mio padre, un nanerottolo quasi uguale a Ryota, mi si avvicina e mi saluta.
Mi stacco dalla mamma ed eseguo un inchino, come prevede il cerimoniale, il
tutto molto meccanicamente...
Devo fare il punto della situazione: sono tornato nel mio mondo ed ho
ritrovato la mia famiglia, ma a quanto pare ho perso il mio amore, che è
rimasto nel mondo "umano"... Dove vorrei tanto essere anche io, ora...
Accusando stanchezza e stordimento, domando ai miei genitori il permesso di
ritirarmi nelle mie stanze perchè questo cambiamento improvviso mi ha
frastornato non poco... Il che è vero, indi non ho nemmeno detto una bugia!
Ottenuto il loro consenso, vado a rifugiarmi nelle mie stanze e ivi trovo
Makoto, uno dei ragazzi che sono al servizio del re, che sta sistemando un
nuovo mazzo di fiori sul mobile accanto alla finestra.
- Bentornato, maestà! - mi dice con entusiasmo che mi ricorda Hanamichi,
sprofondando in un goffo inchino che rischia di fargli rovesciare l'acqua
del vaso che ha ancora tra le mani.
- Arigatou... - rispondo. Mi guardo attorno: devo riprendere confidenza con
questo luogo...
Alla fine però la mia attenzione viene attratta dalla mia mano, quella che
ha toccato le lacrime di Hana...
Perchè piangevi, amore mio? Perchè mi hai baciato in quel modo? Possibile
che forse tu mi voglia almeno un po' di bene? Che il tuo odio fosse
realmente solo una finzione? Ho pensato spesso al perchè tu mi abbia guarito
in quel modo, in fondo alla grotta, ma non riuscivo a trovare una
spiegazione per il tuo comportamento dopo... Come se ti facessi paura e tu
volessi mantenere una distanza di sicurezza tra di noi...
- Scusate l'ardire, maestà... Dov'è Hana? - mi domanda Makoto, diventando
tutto rosso. Mi ero dimenticato della sua presenza... Un attimo, che ha
detto??? Come fa lui a conoscere il mio rossino? E poi perchè viene a
chiederlo proprio a me, come se io lo sapessi per certo? Qui urge
indagare...
- Perchè lo domandi proprio a me? - lo interrogo, scrutandolo molto
attentamente. Da che ricordo, lui non è mai stato nell'altra dimensione...
- No, nulla... Perdonatemi... - si schermisce, facendo per andarsene.
Forse mentre sono stato lontano, questo tizio ha dimenticato che quando io
faccio una domanda, esigo poi una risposta!
- Fermo lì! - lo blocco. - Non mi hai ancora risposto... -
Lui si volta verso di me, ma non parla: ma di solito non sono io quello
silenzioso fino alla morte?!?
- Come fai a conoscere Hana? - domando. Iniziamo con quesiti semplici e
vediamo se riesco ad ottenere una risposta!
Il ragazzo socchiude gli occhi e mi guarda abbastanza interrogativamente,
come io di solito guardo qualcuno per chiedergli se mi stia prendendo in
giro...
Poi finalmente si decide ad aprire bocca: - E' mio cugino, non ricordate? -
No, non ricordo! Credi che altrimenti te lo domanderei?
- No... E ora la seconda domanda: perchè hai chiesto a me dov'è Hana?
Rispondimi o ordinerò che tu venga chiuso in prigione fino a che non ti sarà
tornato l'uso della parola! - lo minaccio, visto che sto iniziando a
spazientirmi non poco!
- Visto che voi due siete sempre stati molto legati e, che quando lui se n'è
andato da qua, voi avete giurato che lo avreste riportato indietro a
qualsiasi costo, mi sembrava strano non vederlo al vostro fianco come
sempre... - replica lui.
Riportarlo indietro? Al vostro fianco, come sempre? Questo pazzo sta
delirando!
- E poi il vostro vestito... - aggiunge, di fronte al mio silenzio, senza
però finire la frase.
- Cosa c'entra il mio abito? -
- Beh, di solito mettevate quel vestito quando volevate... Come potrei
dire... Festeggiare qualcosa di speciale con lui... - mi spiega.
I casi sono due: o io sto diventando matto, oppure questo impertinente mi
sta prendendo in giro! Che significa tutto questo?
- Io non ricordo di aver mai fatto qualcosa con Hanamichi in questa
dimensione... - rifletto ad alta voce, lasciandomi cadere sul letto.
- Cosa? - domanda, chiaramente furioso, il presunto parente della scimmia
rossa.
- Ho detto che non ricordo nulla di quanto stai dicendo! Tu farnetichi... -
gli rispondo.
Makoto cambia espressione, i suoi occhi color nocciola si riempiono di
rabbia scarsamente mascherata: - Come avete potuto dimenticare? - mi urla,
infuriato. Che buffo, sembra Koshino, con quel lampo omicida negli occhi...
- Cosa ho dimenticato? - gli chiedo, colpito dal suo atteggiamento. Mi sto
convincendo sempre di più che qui c'è qualcosa che non va...
- Hanamichi... Allora non ha significato niente per voi? Vi ha salvato la
vita due volte, ha rischiato molte volte di finire nei guai se avessero
scoperto che di notte veniva da voi di nascosto, non vi ha mai lasciato solo
e si è sempre preoccupato prima di voi e poi di se stesso... E voi venite a
dirmi che vi siete scordato tutto??? - ribatte.
Non capisco... Come è possibile che siano accadute tutte queste cose se ho
conosciuto Hana solo quest'anno, allo Shohoku? Ma d'altra parte questo
ragazzo non ha nulla da guadagnare nel mettere in piedi questa scenata...
- Sei libero di crederci o meno, ma io non ho alcun ricordo di quello che mi
stai dicendo... Io ho conosciuto tuo cugino solo con l'inizio del liceo... -
replico io.
Ma adesso che ci penso, quando Hana mi ha stretto a sè ho avuto una
sensazione di deja-vu... E lo stesso è successo quando ci siamo baciati...
- Rispondete voi a una domanda: chi vi ha regalato il libro di poesie che
tenete sul comodino? - mi chiede Makoto, che adesso si è calmato un po'.
Sembra che nemmeno lui riesca a capire cosa diavolo sta succedendo... E'
consolante!
Ci penso, ma non mi viene in mente chi possa avermelo donato...
- Non lo so... - ammetto.
Lui si avvicina al mobile e afferra l'oggetto in questione, aprendolo alla
prima pagina e poi me lo porge. Lo prendo e lo osservo: c'è una dedica in
inchiostro blu, chiaramente scritta a mano. Dice: "Questi poeti hanno
tentato in molti modi diversi di esprimere a parole cosa sentivano per la
persona amata... Nel mio piccolo, ci ho pensato anche io, ma tutto quello
che sono riuscito a scrivere è stato: Aishiteru, Kaede... Ed è tutto quello
che so: che ti amo... Hanamichi"
Resto un attimo a fissare queste parole e a chiedermi se non sia stato tutto
uno scherzo di pessimo gusto... Ma la scrittura è proprio quella del rossino.
Chiudo il volume e lo appoggio sul materasso accanto a me, rendendomi conto
che ho letto quel libro miliardi di volte e che quindi non può essere stato
portato qui dopo la mia partenza...
- Come è possibile? - mormoro. Qualcuno mi dia una spiegazione!
- Non lo so, maestà... Forse siete vittima di qualche incantesimo... Ma non
capisco chi avrebbe potuto trarre vantaggio da questa vostra dimenticanza...
-
Già, chi? E soprattutto come! Un attimo...
- E' stato Hana... - sussurro. Non può che essere così...
- Hana? - mi fa eco suo cugino.
- Quando mi ha ridato i miei ricordi, deve aver escluso quelli che
riguardavano noi due... - realizzo.
Mi sento come se mi avessero pugnalato: perchè l'ha fatto? Voleva lasciarmi
e non ha trovato un modo meno vigliacco? Però se vuoi rompere con qualcuno,
non lo baci come lui ha fatto con me, nè tantomeno lo stringi come se
volessi inglobarlo dentro di te! O forse ha solo voluto togliersi la voglia
di baciare un principe...
- Altro che "Ciao kitsune..."! - sibilo, non sapendo se sono più arrabbiato,
ferito o deluso...
- Che cosa avete detto? - mi domanda il ragazzo in piedi accanto a me.
- Che probabilmente il do'aho non sapeva come dirmi che aveva cambiato idea
su di noi, così ha cancellato la mia memoria... E poi ha anche avuto il
coraggio di... - Non finisco la frase e sferro un pugno al materasso...
Bastardo!
- Non quello, ciò che avete detto prima... - dice Makoto.
- Che mi ha salutato dicendo "Ciao kitsune...", come se niente fosse... -
ripeto, sentendomi sempre più ferito e meno arrabbiato. Sto male, ma non so
nemmeno io come reagire...
- Maestà... Non credo che vi volesse lasciare... Quel suo chiamarvi "kitsune"...
Diceva sempre che quando lo faceva, voleva dirvi "ti amo"... - replica
timidamente.
Ma che cosa vai farneticando?
- Tu stai delirando... - lo rimbrotto.
- No, mio signore... Hana di solito vi chiamava così perchè diceva sempre
che siete furbo come una volpe... Che lo avevate attirato nella trappola più
bella del mondo, lo avevate catturato e ormai lui non riusciva più a fare a
meno di voi... E anche se a volte litigavate e lui si allontanava un po',
voi alla fine riuscivate sempre a farlo tornare sui suoi passi, con una
calma e un'astuzia tipica di quell'animale... Diceva che il tranello più
bello e letale che gli avevate teso era stato farlo innamorare di voi... -
mi spiega. - Il chiamarvi "kitsune" voleva dire, per lui, che ormai vi amava
più della sua stessa vita... A me lo ripeteva sempre... - conclude.
Ecco allora perchè mi dava sempre della volpe... E io non ho mai capito...
Pur nella finzione dell'odiarmi, mi ha sempre ripetuto che mi amava, a modo
suo...
Devo tornare subito da lui: voglio sapere il perchè si è comportato così...
Perchè ha voluto che mi scordassi tutto? Non penserà mica di passarla
liscia, vero? Andrò da lui domani, dopo gli allenamenti... E gli conviene
avere un'ottima spiegazione per me! Adesso voglio riordinare le idee e
capire cosa c'è stato tra di noi...
- Makoto! Domattina tu sarai a mia disposizione, sono stato chiaro? -
ordino.
- Sì, mio principe... -
Capitolo 3: I ricordi
***Hanamichi Sakuragi***
La palestra è tornata deserta, dopo l'allenamento... Ho comunicato alla
squadra la partenza di Kaede, per gli USA ho detto... E le loro reazioni
sono state a dir poco sconvolgenti! Ayako si è stupita per il fatto che
fossi io a doverglielo comunicare e che l'avessi saputo prima di loro. Ryota
ha commentato che finalmente io potrò smetterla di dichiararmi "il Tensai" e
fare a botte durante gli allenamenti, ma la sua voce non era propriamente
allegra. Mitsui e Kogure non li ho nemmeno guardati... Haruko è scoppiato in
un pianto isterico, il trio delle oche si è esibito nel migliore degli
svenimenti di gruppo, salvo poi tirarsi in piedi e mettersi ad urlare che di
sicuro io l'ho ucciso e ne ho occultato il cadavere... Per un attimo ho
accarezzato l'idea di compiere sì un omicidio, ma di tre pulci! Le altre
matricole non hanno detto nulla, ma il Gorilla mi ha veramente lasciato
allibito! Indifferente a tutto, ha solo detto che ora i campionati nazionali
saranno più difficili da vincere... Gli ho mollato un pugno in pieno viso,
ma nessuno ha osato dirmi nulla... L'unico che ha reagito al mio gesto è
stato Mitsui che mi ha praticamente trascinato negli spogliatoi intimandomi
di calmarmi e di lasciare perdere, altrimenti ci pensava lui a mettermi a
cuccia...
Tiro a canestro: colpisco il ferro... Beh, ci avrei giurato! Ecco! E sono
anche stufo di star qui a lanciare una maledetta palla in un anello
provvisto di retina! Ormai non ho più nessun motivo per farlo, visto che lui
non c'è più... Ah, no... Non è vero! Rimangono Sendoh e Fujima da tenere
sotto controllo!
Tiro di nuovo: tabellone... Sono proprio negato per i tiri da tre! Quasi
quasi faccio un incantesimo a questo malefico pallone per fare in modo che
entri sempre nel canestro... No, se non l'ho fatto fino ad ora, non credo
che sia il caso di iniziare adesso... Non mi chiamo Akira, io! Sento un
rumore e mi giro: la porta si sta chiudendo... Sarà stato un colpo di
vento... Poco male, tanto le porte antincendio si aprono sempre, da dentro!
Sarebbe stato un problema se fossi stato all'esterno e avessi dovuto
entrare! Allora si che sarebbe stata tragica!
Mi appresto a tirare nuovamente, con la netta impressione che tanto non farò
centro lo stesso... Sto per lanciare, ma vengo scaraventato per terra da un
pugno che mi colpisce in pieno viso... E non ho potuto nemmeno schivarlo dal
momento che non ho potuto vedere chi me l'ha sferrato, visto che è stato
tanto coraggioso da rendersi invisibile prima di aggredirmi! Finisco a terra
e scruto la palestra, ma tanto so già che non riuscirò a vedere il mio
aggressore se non sarà lui per primo a mostrarsi...
- Chi è il codardo che mi attacca senza farsi vedere? - domando ad alta
voce.
- Do'aho! Chi sarebbe il vigliacco? - mi risponde in un sibilo colui che mi
ha colpito, annullando l'incantesimo d'invisibilità.
- Ka... Ka... Kaede! Che diavolo ci fai qui? - riesco a chiedere, una volta
ripresomi dallo stupore.
- Non lo immagini? - replica, mentre mi alzo.
- No... - ammetto, anche se ho uno stramaledetto brutto presentimento... Ma
perchè mi ha mollato quel pugno?!? Non poteva semplicemente farsi vedere?
- Rivoglio TUTTI i miei ricordi ed esigo delle spiegazioni da te! -
controbatte incrociando le braccia e socchiudendo gli occhi, fino a ridurli
a due fessure sottilissime. Mamma quanto è bello! No, torniamo con i piedi
per terra...
- Ma maestà, vi ho reso tutta la vostra memoria... - mento spudoratamente,
ma la kitsune non ci crede e tenta di darmi un altro pugno, ma stavolta
riesco ad afferrarle il polso e bloccarlo in tempo. Purtroppo però mi sono
dimenticato che quando Kaede si arrabbia sa essere molto pericoloso e ho
sottovalutato il fatto che ha due braccia, così mi ritrovo il suo pugno
sinistro stampato nello stomaco. Cavoli, fa male da morire!!! Lascio la
presa dal suo braccio per portarmi entrambe le mani sulla zona lesa, ma
commetto un grave errore perchè il mio volpino oggi non conosce cos'è la
pietà e mi colpisce di nuovo con il destro... Finisco steso per terra con
lui a cavalcioni sopra di me e capisco che di sicuro, se continuo così, non
ne esco nè vivo nè intero, quindi devo reagire in qualche modo! Riesco a
bloccare i polsi di Rukawa e, con uno sforzo non indifferente, ribalto la
situazione e lo inchiodo a terra. Ma ancora una volta sottovaluto l'ira del
mio amore perchè mi arriva una ginocchiata dritta dritta nella schiena...
Soffoco un gemito di dolore e istintivamente mi sdraio sopra di lui: prova a
muoverti ora! Finalmente il principe si calma e io per un istante mi perdo
nei suoi occhi blu, così belli... Ho una voglia irrefrenabile di baciarlo,
ma non posso proprio farlo... Ma allora perchè il mio corpo non ne vuole
sapere di obbedirmi?!? Chiudo gli occhi e tiro un lungo sospiro, prima di
raccogliere tutta la mia forza di volontà e alzarmi.
- Che spiegazioni volete? - chiedo, girandogli le spalle. Se non si alza
entro in cinque secondi abbandono tutti i miei buoni propositi e riprendo da
dove ho iniziato! Quattro... Tre... Due...
- Perchè non mi hai ridato tutti i miei ricordi e hai cancellato quello che
riguardava noi due? - mi domanda.
Salvo in extremis! Ma che bella domanda... E io che cosa dovrei
rispondergli? Di certo non posso raccontargli la verità!
- Deve esserci stato un imprevisto con l'incantesimo... - mi invento sul
momento, augurandomi che se la beva.
- E sicuramente è stato un imprevisto anche il fatto che tu mi abbia mentito
quando ti ho chiesto quale fosse il tuo ruolo in tutta questa storia... -
ribatte glaciale. Mica stupido, il volpino!
Kaede gira attorno a me e mi si piazza davanti: che belli i suoi occhi...
E ora cosa gli dico? Sarò anche il grande Tensai, ma in questo momento sono
decisamente a corto di idee! Help!
***Kaede Rukawa***
Hana non parla... Io lo fisso e lui non dice assolutamente nulla... Sembra
un bambino scoperto a fare una marachella che non sa come discolparsi con i
suoi genitori... Che tenero! Ma decisamente non ho alcuna intenzione di
mettermi a recitare il ruolo del padre! Ultimamente tutti hanno deciso di
imitarmi: non parlano... Prima Makoto e ora la scimmia rossa... Potrei quasi
pensare che sto trasmettendo un virus che paralizza le corde vocali!
Ho pensato a lungo al motivo per cui può avere fatto tutto questo, ma non ho
trovato alcuna risposta plausibile... A parte una che, oltre ad essermi
stata negata dal cugino del do'aho, mi spaventa terribilmente... Io, Kaede
Rukawa, sono spaventato dal fatto che questo idiota possa avermi voluto
escludere dalla sua vita!
- Volevi lasciarmi e non sapevi in che altro modo farlo? - gli domando.
- No! - risponde lui immediatamente sgranando gli occhi e guardandomi con
un'espressione a metà tra l'inorridito e lo scandalizzato. Poi si ricompone
un attimo e, senza smettere di fissarmi come se mi fossero appena spuntate
le antenne, continua: - Questo non lo devi pensare, mai! Mai, capito? -
Non so esultare o prenderlo a pugni!
- E allora qual è il problema? - gli richiedo, abbastanza prossimo a perdere
la pazienza.
- Non me lo chiedere... - sussurra alla fine.
Bene, visto che è così ostinato non mi resta che passare al piano B! Non ho
alcuna intenzione di lasciare che si tenga il suo segreto, ma è chiaro che
in questo modo non otterrò nulla.
- Ok, come vuoi... - dico, poi mi volto e faccio per andarmene.
- Maestà... - mi chiama il rossino, ma io non mi giro. E nemmeno mi fermo!
Possibile che non abbia ancora capito che la deve smettere di darmi del voi
se non vuole fare una brutta fine e, soprattutto, se vuole che gli risponda?
- Teme kitsune! Ma vuoi fermarti un attimo? - mi urla, seccato.
Sorrido: finalmente c'è riuscito! Non mi sembrava così difficile! Mi giro a
guardarlo e lui, con gli occhi bassi, mi dice semplicemente: - Gomen ne... -
Annuisco ed esco dalla palestra: non penserà certo di cavarsela così,
vero?!?
Non appena ho la certezza che non mi abbia seguito e che sono in un luogo
isolato, mi levo i vestiti e li nascondo prima di trasformarmi in un gatto e
dirigermi verso la casa del do'aho... Come si dice? A mali estremi, estremi
rimedi! E io non ho alcuna intenzione di lasciar perdere quello che è
successo e continuare come se niente fosse accaduto!
Primo: rivoglio tutta la mia memoria.
Secondo: voglio sapere che cosa ha spinto Hana a comportarsi in questo modo
assurdo.
Terzo, ma non meno importante: rivoglio il mio ragazzo! E io ottengo sempre
quello che mi prefiggo! Anche perchè mi sembra abbastanza palese che i
sentimenti di Hanamichi nei miei confronti non sono ancora cambiati... Cioè,
voglio dire, mi accorgo che anche lui sta male per questa situazione, ma se
non vuole, o forse non può, fare qualcosa per rimettere a posto le cose, non
significa certo che non ci debba provare io!
Ecco l'abitazione che stavo cercando... E' comodo essere un gatto: posso
intrufolarmi senza problemi tra le sbarre della ringhiera... Mi accomodo
sullo zerbino di fronte alla porta, sperando che, quando rientra, il do'aho
si accorga di me e non mi calpesti! Non sarà così idiota... Hn... Mi sa
tanto che è meglio se mi sposto un po' più contro la porta: prevenire è
meglio che curare! E ora posso finalmente godermi un po' di meritato
riposo...
Hn... Chi è che mi sveglia? Io non perdono chi disturba il mio sonno!
Graffio il braccio di chi mi sta sostenendo, istintivamente... Apro gli
occhi e mi accorgo che, rientrato dall'allenamento, il do'aho mi ha trovato
e mi ha portato in casa... Se avesse osato lasciarmi fuori, lo avrei
strozzato!
- Siamo permalosetti, eh? - mi domanda, scherzando.
Lo fisso per un attimo, fingendo di scrutarlo. Quasi quasi lo graffio...
- Hai fame? - mi chiede, posandomi dolcemente sul tavolo della cucina.
- Miao! - Certo che ho fame, idiota! Non hai visto che ore sono?
Il rossino prende un piatto abbastanza fondo e ci versa del latte, poi me lo
mette davanti... Suppongo mi abbia preso per un cucciolo... Alzo lo sguardo
e non riesco più a distoglierlo, visto che mi si para davanti la visione di
Hana che beve direttamente dal cartone, mentre un paio di gocce birichine
gli scivolano sulla gola... Bellissimo...
Rimette a posto il latte, mi viene vicino e mi accarezza dolcemente la
testa, sorridendo.
- Hai il pelo nero come i capelli della kitsune... - mormora.
Mi osserva mangiare, senza dire nulla. E questo mi provoca una sensazione
quasi di disagio: da quando è così silenzioso?
- Ce l'hai un nome? - mi domanda. Poi, probabilmente rendendosi conto che
sta parlando con un gatto non munito di parola, aggiunge: - Se ti va, puoi
restare qui... Ti chiamerò Kitsune... -
Certo che tu la fantasia non sai proprio dove sta di casa!
Hana mi prende in braccio e mi posa per terra, dicendomi di non fare troppi
danni. Poi va al piano di sopra, probabilmente in camera sua. Rimango
immobile un attimo, indeciso se seguirlo o meno... Quello stupido non ha
mangiato nulla e, visto il tempo che è passato da quando ci siamo lasciati
in palestra, è impossibile che si sia fermato a cenare da qualche parte...
Decido che è meglio se vado a vedere dove diavolo si è cacciato... Salgo
anche io le scale e mi dirigo verso l'unica porta socchiusa da cui esce uno
spiraglio di luce. Il mio rossino è seduto sul letto e tiene tra le mani
qualcosa che da qui non vedo. Ha uno sguardo molto triste... Entro nella
stanza e gli salto sulle gambe: non voglio vedere quell'espressione sul suo
viso! Passato il primo momento di stupore, inizia a coccolarmi e mi chiede
se mi sentivo solo anche io. Sì, Hana...
Suona il campanello e la scimmia deve andare ad aprire, così mi fa spostare
sul materasso e torna di sotto.
Ecco cosa stava guardando il mio do'aho: la mia maglietta... Allora non mi
sono sbagliato a pensare che anche lui stia male... Dal salotto sento la
voce del padrone di casa che sta facendo accomodare qualcuno. Scendo anche
io: sono curioso da morire... Mi fermo sotto il mobile vicino alla porta,
così posso osservare non visto cosa succede.
Il visitatore è Kogure, stranamente solo.
- Mitsui? - chiede Hana.
- E' rimasto a casa. Come stai? - risponde Kiminobu.
- Così... - risponde il mio amore, scrollando le spalle. Poi continua: - Sei
venuto a rimproverarmi per il pugno che ho dato ad Akagi? Se è così, stai
perdendo il tuo tempo... -
Cosa?!? Il do'aho ha picchiato il capitano?
- No, credo che se lo sia meritato... Nemmeno io pensavo che avrebbe reagito
così... - replica il sempai, sotto lo sguardo truce del mio tesoro.
- Senza Rukawa i campionati nazionali saranno più difficili da conquistare:
dovremmo allenarci di più e più duramente! - dice il rossino, scimmiottando
il Gorilla. Poi torna serio e continua: - Non gli importa nulla di Kaede,
solo dei suoi stramaledetti campionati nazionali! E' fortunato che sia
intervenuto Mitchy! -
Ha picchiato Akagi... Per questo? Non ci posso credere...
- Cerca di capirlo: il titolo nazionale è il sogno della sua vita... - tenta
di difenderlo il Megane-kun.
- L'unica cosa che capisco è che vivrò ogni giorno di quello che mi resta
lontano dal ragazzo che amo! - replica il mio amore, con le lacrime agli
occhi.
Mi fa impressione vederlo così: lui è un concentrato di allegria e voglia di
vivere... Non può avere quell'espressione di dolore nello sguardo! Io non
posso permettere che questo accada! Kogure si avvicina al do'aho, un po'
troppo per i miei gusti, e lo abbraccia, accarezzandogli i capelli. La mia
gelosia viene soppiantata dalla rabbia dettata dall'impotenza di non poter
essere io a farlo... Però non ho alcuna intenzione di lasciare che un altro
osi abbracciare il MIO ragazzo! Salto sul mobile e faccio cadere a terra di
proposito la cornice che ci stava sopra: non ci provare mai più a sfiorare
il MIO Hana! Il Quattrocchi sobbalza e si gira a controllare cosa sia
successo. Cosa c'è, hai paura che fosse Mitsui?
Mi vede e sgrana gli occhi: quasi quasi glieli potrei anche strappare...
- Non sapevo che avessi un gatto... - dice, mentre il rossino viene verso di
me, prendendomi in braccio e calmandomi all'istante. Ciò non toglie però che
se mi porta vicino al sempai, io non mi reputo in grado di trattenermi dal
rifarmi le unghie sul suo bel visino... Hana è solo mio!
- L'ho incontrato venendo a casa... E' stupendo, vero? - risponde il mio
uragano rosso, accarezzandomi con dolcezza infinita. Io mi struscio contro
la sua mano, ma sento che Kogure sta ridendo sommessamente.
- Ho paura che quel cucciolo ti abbia già addomesticato! - commenta,
tentando di darsi un contegno.
- Vero... Mi ricorda Kaede... Forse tenendolo con me, riuscirò a sentirmi
meno vuoto... - replica.
- Miao! - miagolo, reclamando la sua attenzione per leccargli la mano. Mi
sento stringere il cuore: lui soffre, e forse in parte è anche colpa sua, ma
io devo fare qualcosa per impedirlo! Anche perchè pure io mi sento vuoto,
senza di lui.
Kiminobu, finalmente, se ne va fuori dai piedi, così Hanamichi mi riporta in
camera sua e mi fa mettere sul cuscino del suo letto, dopo aver scostato le
lenzuola. Poi si siede accanto a me, riprende in mano la maglia di Jordan e
me la mostra.
- Vedi? Questo è tutto quello che mi rimane del mio amore... Una
maglietta... Però per lui valeva più di qualsiasi altro gioiello... - mi
dice, di nuovo con quello sguardo triste e rassegnato.
- Sai, penso che se solo la macchiassi lui tornerebbe da me per tagliarmi la
testa! E potrei anche farlo, solo per poterlo rivedere ancora una volta e
dirgli che lo amo... - aggiunge, interrompendosi con un sospiro. Si alza e
va ad appoggiare la t-shirt su una sedia.
Anche io ti amo, Hana... E non mi importa nulla di quello stupido pezzo di
stoffa se posso riavere te indietro, non lo capisci? Ma tu non hai voluto
dirmi quale fosse il problema e io non riesco a capire il motivo per cui hai
fatto succedere tutto questo...
Il rossino si spoglia e io rimango a fissarlo, felice del fatto che non se
ne possa accorgere. Ritorna a letto e si infila sotto il lenzuolo,
prendendomi delicatamente tra le braccia dopo che ho iniziato a miagolare.
- Sai, anche Kaede dopo che ci eravamo messi insieme non voleva mai dormire
da solo... Salvo poi lamentarsi che se non riusciva ad addormentarsi prima
di me passava la notte in bianco perchè io parlo anche nel sonno... Solo lui
poteva innamorarsi di un impiastro come me... Comunque, buonanotte! - dice,
chiudendo gli occhi.
Mi assicuro che si sia veramente addormentato e riprendo le mie vere
sembianze. Lo osservo dormire e mi permetto di passare la mano tra i suoi
capelli... Non preoccuparti, amore mio, ora porrò fine a tutto questo!
- Mens apretur,
Ricordi rivelentur... - mormoro, appoggiando la mano sulla sua fronte. Come
in un film, i suoi ricordi mi scorrono davanti agli occhi...
* 1^ flashback*
Un bambino sui sei anni stava appoggiato alla balaustra del balcone della
sua camera, osservando il giardino sotto di lui. All'improvviso si trovò di
fronte un altro bimbo, all'incirca della sua età, con assurdi capelli rossi
e due occhi vivaci color nocciola. Costui si era calato dall'albero che
cresceva lì affianco, rimanendo appeso a testa in giù e tenendosi con le
gambe a uno dei rami. Preso alla sprovvista da questa improvvisa
apparizione, il primo ragazzino diede un pugno in faccia al nuovo arrivato,
sibilando un "do'aho" a denti stretti.
- Ma sei scemo? - urlò il rossino, lasciandosi cadere sul pavimento. Non
ottenendo alcuna risposta, si decise a passare alle buone maniere: - Ohayo!
Watashi wa Hanamichi! - si presentò.
- ... - L'altro non disse nulla, limitandosi ad osservare quella strana
scimmia che aveva avuto il coraggio di rivolgergli la parola in quel modo.
- Hai perso la lingua? Tu come ti chiami? - incalzò il piccolo acrobata.
- Kaede... - rispose semplicemente il moretto.
- Hahaha! Hai un nome da femmina! - iniziò a prenderlo in giro Hana.
- Do'aho! - ripetè il primo, sferrandogli un altro pugno. I due iniziarono a
picchiarsi di santa ragione: questo fu il primo incontro tra Hana e Ru!
Strano ma vero, da quel momento i due divennero inseparabili!
* fine 1^ flashback - inizio 2^ flashback*
Kaede se ne stava chiuso in biblioteca: per colpa di Hanamichi doveva
scontare una punizione inflittagli dal precettore di etichetta... E quindi
eccolo lì, seduto a un tavolo a scrivere una ricerca sui vari registri
formali sviluppatisi fino a quel momento, dall'inizio della monarchia. Ma
l'ingiustizia era stata che solo LUI si era beccato la sgridata, perchè il
suo complice era riuscito a svignarsela prima che il professore si
riprendesse dalla doccia di cubetti di ghiaccio che lo aveva investito non
appena aveva aperto la porta della sua camera!
- Hana, questa me la paghi cara... - mormorò alquanto seccato il dodicenne
seduto alla scrivania.
Il suo lavoro venne interrotto da un bussare leggero alla finestra. Alzato
lo sguardo, si accorse che fuori c'era una sottospecie di pettirosso che
stava battendo col becco sul vetro. Incuriositosi, si alzò ed andò ad aprire
per permettere a quella strana creatura di entrare. Questi volò all'interno
trasformandosi nella causa di tutte le sventure del principe: Hanamichi!
- Non potevo lasciare che fossi solo tu a subire le conseguenze della nostra
bravata, no? -
* fine 2^ flashback - inizio 3^ flashback*
Le guardie di palazzo erano tutte in agitazione: a quanto erano riusciti a
capire i due giovani, un sicario era riuscito a penetrare all'interno del
palazzo per uccidere il principe.
- Ci deve solo provare... - disse il diretto interessato, con un tono
fortemente irritato.
- Ma perchè diamine non prendi mai nulla sul serio? Quel tizio è qui per
ucciderti, casomai non lo avessi capito! - gli rispose l'amico, abbastanza
nervoso per quanto stava accadendo.
- So difendermi da solo! - ribattè Kaede, fermamente convinto di quello che
asseriva.
- Non stiamo parlando di uno sprovveduto, volpaccia senza cervello! - tentò
di fargli capire gentilmente il rossino.
- Io non capisco perchè... - Il moretto non riuscì a finire la frase, perchè
si ritrovò steso per terra con sopra Hanamichi, che ce lo aveva trascinato.
- Sai difenderti da solo, vero? - cercò di ironizzare la scimmia, non
riuscendo a nascondere una smorfia di dolore.
Facendolo scostare, il principe si rese conto che la testa rossa aveva fatto
da scudo tra lui e un pugnale, piccolo quanto potenzialmente letale, che era
chiaramente destinato a lui.
- Do'aho! - lo apostrofò.
- Baka kitsune! - gli rispose il ferito.
Il loro battibecco venne interrotto dalla materializzazione nella stanza di
colui che aveva lanciato l'arma.
- Ma che eroe... - commentò sarcasticamente la figura appena apparsa.
- Il Tensai sa fare questo ed altro... - ribattè con un sorriso stentato
Hana, mentre Kaede lo aiutava a rialzarsi.
- Non sei tu, il mio obbiettivo... - disse l'assassino.
- Io invece credo proprio che lo diventerò, perchè se vuoi toccare questa
volpaccia, dovrai prima passare sul mio cadavere... - controbatté il rossino,
ignorando il sibilo arrabbiato della kitsune che gli intimava di chiudere il
becco e smettere di comportarsi da idiota.
- Se proprio insisti... -
Un altro pugnale venne scagliato contro il principe, ma Hana riuscì ancora
una volta a interporsi fra la lama e il suo bersaglio, ferendosi a una
spalla.
- Do'aho! - sibilò Rukawa sostenendolo, poi si rivolse all'intruso: - Sei
morto. -
Una campana di ghiaccio imprigionò il sicario, mentre affilatissime lame
ghiacciate ne trapassavano il corpo. Infine, una fiammata ridusse in cenere
colui che aveva tentato di uccidere la persona sbagliata.
- Come stai? - domandò preoccupato il moretto all'amico.
- Il Tensai non si lascia sconfiggere così facilmente... - rispose a fatica
il rossino, prima di chiudere gli occhi e svenire.
Quando li riaprì, scoprì di essere stato trasportato in un letto e si
accorse anche che il gelo che sentiva attorno alla ferita era sparito.
L'avevano portato nella camera di Kaede... Mosse lo sguardo per tentare di
distinguere la figura del volpino nella camera, ma non lo scorse fino a che
non voltò il capo, trovandosi faccia a faccia con il volpacchiotto
addormentatosi al suo fianco. Hana sorrise: fortunatamente stava bene!
Quando aveva visto il primo coltello avvicinarsi al principe gli era preso
un colpo... Qualcuno gli aveva fasciato le ferite, notò, ma questo
particolare passò in secondo piano in quanto l'attenzione della testa rossa
venne attirata totalmente dal ragazzo che dormiva accanto a lui. Rimase a
fissarlo per un buon lasso di tempo, fino a che non vide le sue palpebre
muoversi lentamente e il moretto si svegliò.
- Buongiorno... - gli disse dolcemente.
- Hn... Come stai? - chiese il volpino, stropicciandosi gli occhi.
- Come stai tu! - replicò l'autoproclamato Tensai.
- Do'aho! Io bene! - ribattè seccato l'altro.
- Allora sto bene anche io... -
- Do'aho! Quei coltelli erano impregnati di veleno magico: ti resteranno
sempre le cicatrici! Idiota! - lo aggredì la kitsune, ma poi si calmò e
aggiunse: - Mi hai fatto preoccupare... -
Dopo averlo ammesso arrossì, per l'imbarazzo di aver rivelato un fatto così
intimo e... Compromettente! Ma invece di scappare via, fece qualcosa che
stupì non poco la testa rossa: gli si accoccolò accanto, abbracciandolo.
- Ho avuto paura che mi lasciassi da solo... - mormorò.
Il rossino non riusciva a credere che quello stava accadendo davvero.
- Io non ti lascerò solo, mai! - sindacò. Poi si fece coraggio, decidendo
che voleva permettere ai suoi veri sentimenti di venire a galla: - Kaede...
Devo dirti una cosa... -
Il volpino si alzò, fissandolo negli occhi.
- Cosa? -
- Lo so che tu sei un principe e io solo il figlio della cuoca... Emh...
Forse sono troppo sfacciato o troppo stupido... Ma... Ecco... Io... Non
prendertela... Io... Aishiteru... -
La volpe sorrise dolcemente, poi si chinò a sfiorare le labbra della scimmia
con le sue: - Anche io... -
* fine 3^ flashback - inizio 4^ flashback*
Hanamichi stava appoggiato alla balaustra del balcone, fissando il vuoto
sotto di sè. Stava tentando di riordinare le idee dopo quello che le sue
orecchie avevano appena sentito: Kaede avrebbe dovuto sposare entro l'anno
una donna che suo padre aveva scelto... Non poteva crederci! E la tizia in
questione, per giunta, aveva la fama di essere un'oca di prima categoria.
- Sapevo che saresti venuto qui... - disse una voce nota alle sue spalle.
Il rossino non rispose nulla, si limitò ad annuire per fargli capire che lo
aveva sentito.
- Hana! Dì qualcosa! - lo pregò la volpe, avvicinandosi e abbracciandolo da
dietro.
- Qui tutto è iniziato e qui tutto è destinato a finire... Congratulazioni
per il fidanzamento... - disse a voce bassissima l'altro, stringendo più
forte i pugni nella speranza di calmare la tristezza che gli saliva dentro.
- Non lo sapevo! L'ho scoperto anche io oggi! Credimi! Io non... -
Il principe non riuscì a finire la frase, perchè il suo valletto si era
girato nel suo abbraccio e gli aveva posato un dito sulle labbra.
- Non mi devi alcuna spiegazione... - lo interruppe. - Lei com'è? -
- In una parola? Una Babbuina! E' brutta, antipatica, stupida e pure ebete!
- rispose con uno sguardo di puro disgusto.
Hanamichi si lasciò scappare un sorriso, che venne subito cancellato dalla
domanda che gli premeva.
- Consolante... E questo significa che non ci sarà più spazio per me nella
tua vita? -
- Non dirlo nemmeno per scherzo! E' per lei che non c'è spazio... - rispose
Kaede.
- Koibito, guarda in faccia la realtà... Tu ti devi sposare... Non c'è più
un domani per noi... - mormorò l'altro. Poi, in tono molto triste, aggiunse:
- Ho fatto tanto per conquistarti, e ora sarà un'altra ad averti... -
La kitsune lo strinse più forte, lasciandosi scappare una lacrima: capiva
benissimo come si sentiva il suo amore... Si staccò quel tanto che bastava
per poterlo guardare negli occhi, poi, prendendogli il viso tra le mani, gli
diede un bacio a fior di labbra, mormorando: - Io sono e sarò sempre e solo
tuo... Solo tuo... -
Quella notte, su quello stesso terrazzo, i due fecero l'amore per la prima
volta.
La mattina dopo una furia dai capelli rossi fece irruzione nella stanza di
re Ryu, dopo aver quasi travolto le due guardie alla porta.
- Brutto vecchiardo... - ringhiò, prendendolo per il bavero del vestito. Non
riuscì ad aggiungere altro perchè arrivarono altri soldati di corsa, che lo
staccarono con la forza dal sovrano.
- Lasciatelo! Potete andare! - ordinò il padre di Kaede. Le guardie
obbedirono e, seppure riluttanti, li lasciarono soli.
- Maledetto vecchiaccio incartapecorito! Come puoi fare una cosa simile a
tuo figlio? - lo aggredì subito il più giovane.
- Cosa gli avrei fatto? - replicò l'altro, fingendo di non capire.
- Obbligarlo a sposarsi! - urlò, parecchio infuriato Hana, trattenendosi a
stento dal dargli una testata.
- Chi è che mi parla? Il valletto o l'innamorato? - domandò in tono ironico
il re.
- L'amico! Voi siete suo padre! Dovreste pensare alla sua felicità! -
ribattè, sempre più prossimo a perdere la pazienza.
- Hanamichi, lo so anche io che questa decisione non fa piacere a mio
figlio, ma prima che suo padre, io sono il sovrano di questo e regno e come
tale devo pensare alla felicità di tutto un popolo... - tentò di spiegargli
re Ryu.
- A me non importa nulla nè del popolo, nè di me! A me interessa solo la
felicità di Kaede, di nessun altro! E so per certo che costringerlo a
sposare una sconosciuta gli precluderà tutte le strade per essere felice! -
obbiettò il Tensai.
- Sono stato costretto ad agire così, perchè finchè ci sarai tu al suo
fianco, lui non guarderà nessun altro! - si inalberò il sovrano.
- Quindi il problema sono io... -
Nella stanza calò un silenzio di tomba, rotto dopo qualche istante dalla
voce di Hana: - Bene, non mi si lascia altra scelta... Se voi annullerete
questo fidanzamento e permetterete a Kaede di scegliere da solo la persona
che sposerà, io uscirò dalla sua vita: vivrò tra gli Uomini e non tornerò
indietro mai più... Che ne dite? -
- E sia... Sei sicuro che non te ne pentirai? -
- L'unica cosa di cui mi pento è che ho deciso della vita di Kaede senza che
lui potesse dire la sua... -
Il patto venne stipulato e quel giorno stesso Hanamichi Sakuragi si trasferì
nel mondo umano.
* fine 4^ flashback*
Hn... Allora è proprio destino che io e il do'aho facciamo sempre a pugni!
Ecco come sono andate le cose... Non avrei mai immaginato che dietro a tutto
questo ci fosse mio padre... Ma a costo di mettermi contro tutto e tutti,
non lascerò che mi separino dal mio amore! Mai!
Mi infilo nel letto accanto a lui: ormai è troppo tempo che noi due dormiamo
separati...
Capitolo 4: Di nuovo noi due
***Hanamichi Sakuragi***
Sto facendo il sogno più bello del mondo...
Kaede mi sta baciando in quel modo che mi fa sempre impazzire, mentre
accarezza la mia pelle nuda... Siamo tutti e due eccitati, sento la sua
erezione sfregarsi contro la mia, in una dolcissima tortura... Lo guardo
negli occhi e mi ritrovo a specchiarmi in due pozze blu, ardenti dello
stesso desiderio che si riflette anche nei miei.
Sento le sue labbra scendere lungo il mio corpo, leccarmi e farmi perdere la
ragione... Non c'è altro in questa stanza: solo la sua bocca chiusa su di me
e il piacere che mi pervade... Quando vengo, Kaede si struscia su di me e mi
bacia, facendomi sentire il mio sapore misto al suo...
Adesso c'è una sola cosa che voglio... Voglio entrare in lui...
Lui mi accoglie dentro di sè con un’ arrendevolezza che mi fa scorrere il
sangue più veloce nelle vene... Sento che invoca il mio nome e mi dice di
muovermi più velocemente, cosa che io faccio con immensa gioia...
Veniamo tutti e due, poi io mi sdraio accanto a lui tirandomelo contro. Non
penserà mica di scapparmi, vero?
- Aishiteru, kitsune... - mormoro, prima di addormentarmi di nuovo.
- Aishiteru, do'aho... -
Mi sveglio con la sensazione di essere finalmente riuscito a tornare in
Paradiso dopo aver vissuto a lungo all'Inferno... Il mio amore si sta
stringendo a me e io istintivamente lo abbraccio più stretto: finalmente è
di nuovo accanto a me... Kaede...
Kaede?!?
Apro di scatto gli occhi, trovandomi a fissare gli occhi stranamente svegli
e vigili della mia volpe...
Con un urlo mi tiro a sedere e poi scappo fuori dal letto: non è possibile!
Allora quello di stanotte non è stato un sogno!
- Come hai fatto ad entrare? - gli chiedo.
- Miao... - mi risponde lui con un lampo di luce malizioso negli occhi.
Il gatto! Kitsune malefica e imbrogliona: me l'ha fatta! Arrossisco quando
mi rendo conto delle cose che ho confessato ieri sera a quel cucciolotto e
al mio presunto sogno... Dannazione! Il mio amore si mette in ginocchio sul
letto e mi tende la mano: cosa faccio? Se è qui vuol dire che ha scoperto
tutto, ma come?!? E poi, dopo stanotte, non credo che abbia più molto senso
continuare a fingere... Mi siedo accanto a lui, tanto oramai penso che il
mio piano sia completamente fallito! Ci baciamo lentamente poi, quando ci
stacchiamo, ci fissiamo per un attimo negli occhi.
- Lasciami indovinare... Scommetto che rivuoi i tuoi ricordi, vero? - gli
domando, con un pizzico di ironia nella voce.
- Hn... - mugugna lui.
Sorrido: conoscendolo, se casomai glielo negassi, mi congelerebbe lentamente
fino a quando non gli direi la verità... Testardo come un mulo, più che come
una volpe! Certo che però potrebbe anche degnarsi di parlarmi!
- E se non lo facessi? - gli domando, giusto per tastare il terreno. Lui mi
fulmina con lo sguardo e mi metto a ridere: non c'è bisogno che parli... Ho
già capito tutto!
Mi alzo e gli mostro la sua fascetta nera, tenendola sul palmo della mano.
- E' tutto qua... Sicuro di rivolerli indietro? Soffriresti di meno se non
sapessi nulla... - tento di convincerlo ancora una volta.
- Do'aho! Certo che sono sicuro! - mi risponde, in tono molto serio.
Ne ero certo... Chissà perchè non avevo alcun dubbio... Brucio la fascetta:
l'ha voluto lui... Vedo i suoi occhi allargarsi, poi li socchiude e mi
regala un pugno in piena faccia... Kitsune no baka!
- Do'aho! Non ho un nome da femmina! - sibila il mio volpino, ma poi però mi
getta le braccia attorno al collo e mi abbraccia. Il mio cuore sta battendo
a mille mentre lo stringo a me: quanto mi è mancato... Io dovevo essere
impazzito!
- Non fare mai più una cosa simile, capito? - mi mormora, accentuando la
stretta.
- Come ho fatto a starti lontano così a lungo? - gli domando, anche se a
dire il vero lo sto chiedendo più a me stesso.
- Promettimi che non ci proverai mai più... - insiste lui. Stai tranquillo,
koibito, non ti lascerò andare mai più! Ora che ti ho di nuovo tra le
braccia, credi che sarei capace di separarmi da te, un'altra volta?
- Te lo prometto... - sussurro in risposta.
Lo bacio e mi stacco da lui solo quel tanto che basta per fissarlo di nuovo
e poggiare la mia fronte contro la sua, accarezzandogli il viso con le mani,
e poi abbracciarlo di nuovo. Sfioro di nuovo le sue labbra con le mie,
premendo la mia bocca sulla sua e baciandolo finalmente come si deve.
Gli accarezzo i capelli e sento che si stringe a me, accarezzandomi la
schiena. Così ci ritroviamo stesi sul letto, l'uno sull'altro.
- Non dovremmo farlo, lo sai... - gli sussurro, non appena mi permette di
staccarmi per riprendere fiato. Anche se lo vorrei tanto, non ho ancora
dimenticato il mio patto con suo padre.
- Perchè? - mi chiede, evidentemente contrariato.
Non so cosa rispondergli... Non voglio dirgli cosa è successo tra me e re
Ryu...
- Io non posso... - gli dico, guardandolo negli occhi.
- Se è per il patto che hai stretto con mio padre, non preoccuparti! Non ho
alcuna intenzione di rispettarlo! -
Naaaaaaaaniiiiii? E lui come l'ha scoperto?
- Quale patto? - faccio finta di non capire, nella vana speranza che stia
solo bluffando.
- Do'aho! Puoi anche smettere di mentirmi: ho visto i tuoi ricordi... -
replica lui, tranquillamente.
Che ha fatto?!? Devo aver capito male io, perchè lui non può avere fatto
veramente una cosa simile...
So che dovrei essere furioso, ma l'unica cosa che posso pensare è che questo
volpino me l'ha fatta sotto il naso, rendendomi pan per focaccia! Il mio
amore è proprio astuto... Però mi sembra strano che non mi abbia ancora
strozzato...
- Capisco... Ti prego, non essere arrabbiato con me: io volevo solo che tu
fossi felice... - tento di spiegargli, sperando che capisca. Lo so che lui
odia chi decide della sua vita, ma non ho avuto altra scelta!
- Lo so... Ma io per essere felice ho bisogno di te... - mi risponde,
regalandomi il sorriso più bello e dolce del mondo... Rimango incantato a
fissarlo, poi lui fa sparire le sue labbra sotto le mie, facendomi andare
completamente in tilt.
- Io sono e sarò sempre e solo tuo... - mi mormora, ripetendo quello che mi
aveva già detto una volta, prima di strusciarsi contro di me come un gatto
che fa le fusa... Al diavolo re Ryu e la Babba! Kaede ha ragione: noi ci
apparteniamo e nessuno riuscirà a dividerci se non ci siamo riusciti noi
stessi...
- Aishiteru... - gli mormoro e lui sorride di nuovo.
Come sei bello, kitsune...
- E ho una voglia terribile di fare l'amore con te... - aggiungo, mandando
al diavolo l'imbarazzo che mi assale ogni volta che devo parlare di questi
"argomenti".
- E che cosa aspetti? - replica.
Ho mai detto che ti amo, kitsune?
Siamo qui, abbracciati nel mio letto dopo aver fatto l'amore... Ancora non
mi sembra possibile che sia successo tutto questo! Sicuramente sto sognando!
- Hey kitsune, sei sveglio? -
Ho bisogno di chiederti una cosa molto importante, perciò non posso proprio
aspettare!
- No, sto dormendo! - mi risponde, senza aprire gli occhi. Allora se è così
è meglio che non lo svegli...
- Scusa allora... - rispondo, soprappensiero.
Hey! Un momento...
- Teme kitsune! Ti prendi gioco di me??? - gli dico, a metà tra l'arrabbiato
e il divertito.
- Hn... - mugugna come da copione. Ma quando imparerà a rispondere con le
parole e non con versi strani? Credo che ormai abbia inventato una lingua
tutta sua fatta di "Hn" e "Nh"...
- Cosa hai intenzione di fare, ora? Restare qui o tornare nel nostro mondo?
-
Se restiamo qui, probabilmente verranno a riprenderci, ma d'altro canto se
tornassimo a casa dovremmo affrontare non poche difficoltà...
- Penso che sarebbe meglio se tornassimo a palazzo e affrontassimo una volta
per tutte mio padre... La Babba, se vuole, se la sposa lui! - mi risponde
con decisione.
E sia! Mi fa piacere che abbia parlato di "noi" e non di "io", ma per questa
volta è meglio che non glielo dica: credo che le sue orecchie abbiano già
sentito abbastanza romanticherie sdolcinate per oggi!
- Bene! Questo significa che il Tensai seguirà la stupida volpe negli USA! -
gli dico, sorridendo.
Kaede, probabilmente stufo delle mie giustificatissime proclamazioni di
genialità, si solleva e mi fissa furente: - Ora puoi anche smetterla, con
questa storia del Tensai! -
E perdermi la possibilità di stuzzicarti? Mai... Anche perchè adoro come
degeneravano di solito le nostre liti...
- Ore wa tensai desu, kitsune no baka! - replico, guadagnandomi un bel pugno
in testa.
Scoppio a ridere, mentre il mio koibito mi guarda interrogativamente. Dopo
un attimo, però, si scoccia e borbotta un "do'aho" tra i denti, poi mi volta
la schiena e torna a stendersi nel letto.
Mi sdraio dietro di lui e me lo tiro contro: non ho alcuna intenzione di
perdermi nemmeno un istante del tempo in cui posso averlo vicino!
- Non ridevo per te! Ridevo perchè pensavo che probabilmente io e te non
vivremo mai un giorno senza qualche litigata da ricordare... - gli sussurro
contro l'orecchio.
Lui si gira, con quella luce maliziosa negli occhi che mi fa impazzire tutte
le volte e che promette molte cose...
- E non preferiresti ricordare qualcos'altro? - domanda, con un sorrisino
stupendo.
Beh, a dirla tutta sì!
- E cosa proporresti? - ribatto, baciandolo sulle labbra.
- Hn... Sai, visitando la tua memoria ho notato molte immagini di me sotto
la doccia degli spogliatoi... Che ne dici di cambiare un po' ambientazione?
- replica, leccandomi le labbra...
Volpino traditore! Come puoi dirmi questo?
- Hai lasciato inesplorato qualche angolo della mia testa, o l'hai vista
tutta? - indago.
- Mistero... -
Stupida, adorabile volpaccia... E va bene! Cambiamo questo sfondo! Anche se
veramente non era all'ambiente che di solito prestavo attenzione...
Aiuto! Sto diventando un hentai come Sendoh!
Voglio dire, va bene la lontananza, la crescita ormonale, il fatto che Kaede
è la creatura più sexy e desiderabile di questi due mondi, ma adesso sto
esagerando... Dopo la doccia, durata molto più del previsto, siamo scesi in
cucina per mettere qualcosa sotto i denti, solo che sul tavolo non ci è
finito il cibo, ma Kaede...
Aiuto, il porcospino mi ha contagiato!
Al momento il mio volpino si sta rifacendo la doccia, visto che a quanto
pare la prima è stata inutile... Io mi sto sforzando di sopprimere l'istinto
di salire al piano superiore e movimentargliela un po'!
Ok, concentriamoci sul preparare il pranzo... Già, preparare la pappa e
smettere di pensare a cosa abbiamo fatto prima su questo tavolo... Fosse
facile!
In ogni caso mi sembra strano essere qui, lontano da guardie sempre vigili,
servitori ossequiosi, incontri notturni clandestini e matrimonio in omaggio!
Qui siamo solo io e lui, due ragazzi innamorati che vogliono semplicemente
stare insieme... Lui qui non è un principe e io non sono il suo valletto...
Forse la scelta migliore per noi due è rimanere qui, non tornare nel nostro
mondo... Restare qui, vincere i campionati nazionali, finire il liceo,
trasferirci in un college americano, entrare all'università, giocare
nell'NBA... Vincere nell'NBA! Realizzare il suo sogno di diventare il
migliore del mondo...
Sento Kaede alle mie spalle e mi giro, riuscendo a non svenire per
miracolo... Quel ragazzo vuole farmi impazzire, non c'è altra spiegazione
plausibile! E' assolutamente stupendo, con i capelli ancora bagnati, i miei
jeans e i piedi nudi... Ma perchè non ho aspettato ad apparecchiare???
Sono un hentai!
Ma chi non lo sarebbe a vederlo così???
- So a cosa stai pensando... - se ne esce, facendomi sussultare e
interrompendo la mia contemplazione. Se non sapessi che è impossibile che
riesca a leggermi nel pensiero senza che me ne accorga, potrei anche
spaventarmi!
- Cosa penso? - gli domando, andandogli vicino. Spero non si stesse
riferendo alla mia fantasia poco casta su questa tavola... Non che mi
dispiacerebbe, si intende, ma in quel caso mi toccherebbe sgomberare il
tutto alla velocità della luce, rischiando di rompere piatti e bicchieri...
- Vorresti rimanere qui, vero? - risponde, passandomi le braccia attorno al
collo, mentre io gli cingo la vita.
Beh, kitsune, se vuoi essere violentato sei sulla strada giusta!
Mi sforzo di rimanere lucido e annuisco. Se non dovessimo ritornare da
quella specie di genitore che ti ritrovi, sarebbe proprio così grave?
- Ci ho pensato anche io... Non sono così legato alla mia famiglia da avere
problemi a non vederli mai più, però essendo loro figlio sono anche un
principe e come tale ho delle responsabilità, capisci? Non posso abbandonare
tutto... Certo, se dovessero chiedermi cosa voglio, allora sceglierei di
restare qui con te, ma nessuno me lo chiederà mai... - mi dice, nascondendo
il viso contro il mio collo. Io accentuo la stretta: lo so, Kaede, lo so...
Non preoccuparti, io capisco che il tuo ruolo ti impone di tornare a casa,
che non puoi sfuggire ai tuoi doveri... Ma io non ti lascerò solo, nemmeno
se ti dovessi sposare!
- Lo so... E io sarò accanto a te... - gli mormoro, dandogli un bacio sui
capelli.
Restiamo immobili per un po', godendo la sensazione di calore che mi dà
questo suo improvviso momento di debolezza. Poi però quest'attimo passa e
l'atmosfera cambia... La mia kitsune si riscuote e mi bacia, con mia immensa
gioia.
- Non ho detto a nessuno che venivo qui... Si staranno preoccupando... - mi
fa notare.
- E tu lascia che si preoccupino ancora per qualche ora... - rispondo,
iniziando ad accarezzarlo.
- Hn... - mugugna lui. Bene, il pranzo aspetterà ancora per un po'!
***Kaede Rukawa***
Bene, il momento è arrivato: si torna a casa...
Hana ha insistito per portare con noi un pallone da basket, un canestro,
divisa dello Shohoku e la mia maglietta di Jordan... Ha anche scritto una
lettera alla scuola, comunicando che avrebbe raggiunto la madre in America e
che quindi non avrebbe finito l'anno al liceo. Poi ha voluto anche
telefonare a Ryota per salutarlo, scusandolo se gli aveva rotto le scatole
durante gli allenamenti. E adesso mi sta tenendo per mano, forse
ripensandoci...
Beh, se non volesse più andarsene lo capirei...
- Pronto? - chiedo.
Lui fissa le nostre dita intrecciate, poi mi guarda e sorride.
- Let's go! - dice.
Apro il portale e lo attraversiamo insieme, ritrovandosi in quella che è la
mia camera.
- Bentornato a casa... - gli sussurro, abbracciandolo: ora che siamo di
nuovo qui, dobbiamo approfittare di ogni momento di intimità che ci è
concesso...
- Io sono a casa se sto con te... - mi risponde, fissandomi come se fossi la
cosa più preziosa del mondo.
Ci scambiamo un bacio veloce, poi ci stacchiamo e decidiamo di cambiarci i
vestiti, mettendoci degli abiti di questa dimensione. Io mi vesto di blu,
perchè so che lui adora questo colore su di me, mentre lui sceglie un
completo nero che secondo me mette in risalto i suoi occhi... Lo osservo ed
è come se lo vedessi di nuovo per la prima volta... Mio padre dovrà
vedersela con me, se pensa di separarmi da lui!
- Andiamo? - gli chiedo.
Lui mi guarda un po' allibito, poi corruga la fronte e mi domanda: - Dove? -
- Da mio padre. - gli annuncio semplicemente. E' ora che si metta in testa
che io la Babbuina non voglio vederla nemmeno in foto, figurarsi sposarla e...
Ho un brivido di disgusto al solo pensiero... Dovrei fare un figlio con
quello scherzo della natura? Ma non se ne parla nemmeno! A parte il fatto
che sarebbe impossibile riuscire a farci qualcosa con quella, credo sarebbe
una vera crudeltà mettere al mondo una creatura che sarebbe costretta a
chiamarla "mamma"...
- Hey, kitsune! Che ci andiamo a fare da tuo padre? - mi domanda.
Hn... A volte lo strozzerei!
- A decidere cosa indosseremo per la festa di dopodomani! - replico con una
vena ironica nella voce, che però sfugge al mio do'aho. Infatti Hana inizia
a blaterare qualcosa sul fatto che lui sta bene con qualsiasi colore, ma io
di sicuro sto meglio con il blu perchè fa risaltare i miei occhi... Stupida
scimmia, ma quanto parli? Gli punto addosso uno sguardo alquanto esasperato
che lo blocca e gli fa capire che lo sto prendendo in giro, così inizia a
sbraitare che una stupida volpaccia come me non deve osare prendere in giro
il mitico Tensai.
No, amore mio, non mi prendo gioco di un genio, solo del ragazzo più ingenuo
che esiste al mondo! Ma che mi ha fatto innamorare anche per questo suo
aspetto...
- Hn... - mugugno, facendolo irritare di più.
Lui continua nella sua tirata fino a che io decido che ne ho abbastanza e
che le mie povere orecchie hanno bisogno di un momento di calma, così prendo
il suo viso tra le mani e premo le mie labbra sulle sue. Ah, il dolce suono
del silenzio! Ci stacchiamo e lui fa per dire qualcosa, ma io lo zittisco,
posandogli un dito sulle labbra.
- E' ora che mio padre smetta di intromettersi nella mia vita... - gli
spiego, prima di lasciarlo andare. Esco dalla mia camera e lui mi segue
subito a ruota.
- Aspetta Kaede! Io ho fatto un patto con tuo padre! - mi ricorda,
chiaramente preoccupato.
Scrollo le spalle: - Ma io no! -
Proseguo verso le stanze dei miei genitori, mentre il mio rossino mi viene
dietro, agitandosi sempre di più. Non che io sia più tranquillo, ma non ho
certo intenzione di permettere a qualcuno, che non ha mai trovato un attimo
di tempo per me, di decidere cosa ne sarà della mia vita! Mi fermo di fronte
alla porta e guardo il mio amore: il nervosismo si legge a chiare lettere
nei suoi occhi, ma lui sembra inutilmente intenzionato a non volermelo far
notare.
- Andiamo? - gli chiedo. In fondo, quello che sto per fare coinvolge anche
lui... Hana annuisce e bussa alla porta. Entriamo e, come mi vede, mia madre
si precipita a vedere come sto. La mia mamma mi chiede ogni due secondi dove
ero fuggito, senza però lasciarmi il tempo per risponderle. Mio padre,
invece, continua a passare lo sguardo da me al do'aho senza dire una parola.
- Smettila, mi sembra evidente dove è stato! - se ne esce all'improvviso,
gelando mia madre e permettendomi di scrollarmela di dosso. Il re mi guarda,
esprimendomi tutta la sua contrarietà con uno sguardo carico di rabbia che
io continuo a sostenere in atteggiamento di sfida. La tensione è palpabile
nell'aria, ma mia madre sembra non accorgersene...
Hanamichi è rimasto un passo indietro, così io gli vado di fianco e
intreccio le mie dita con le sue...
- E questo cosa significa? - mi domanda, socchiudendo gli occhi come fa di
solito quando qualcosa lo irrita.
- Mi sembra palese: io non sposo nessuno! E non mi importa se non posso non
farlo perchè sono il principe. Per quanto riguarda questo aspetto della mia
vita, me ne frego della ragione di stato! Io amo Hanamichi e non ho
intenzione di dividere la mia vita con nessun altro! - gli spiego,
mantenendo il mio solito atteggiamento falsamente indifferente.
Mia madre non dice nulla, si limita a fissarci: probabilmente non ha la
minima idea di cosa stia succedendo!
- E tu non dici nulla? - domanda il sovrano al mio ragazzo.
Il mio rossino stringe più forte la mia mano, poi inizia a parlare senza
abbassare lo sguardo: - Che volete che vi dica? Quando strinsi il nostro
patto, dissi che l'unica cosa di cui mi importava è la felicità di Kaede. E
a questo mi attengo. Se lui vuole me per essere felice, allora io combatterò
per rimanergli accanto. -
Mio padre non batte ciglio, come se avesse appena sentito qualcosa che non
ha importanza. Ma per ne ha, tanta!
- Con o senza la vostra approvazione, io ho fatto la mia scelta: quando mi
legherò a qualcuno, quella persona sarà Hanamichi e nessun'altro! Indi
potete comunicare alla famiglia della Babba che non ci sarà alcun
matrimonio, sempre che non la vogliate sposare voi... - aggiungo io, con il
tono di chi non ammette repliche.
Facciamo per andarcene, ma mio padre ci blocca: - Dove credete di andare? -
Mi giro di nuovo e lo fulmino con lo sguardo, ma è la mia scimmia a parlare
anche per me: - Se voi ci impedite di vivere il nostro amore, andremo dove
potremo stare insieme! -
- E non siamo tenuti a dirvi dove! Voi continuate ad occuparvi del vostro
regno e noi continueremo a badare a noi stessi! Questo è tutto! - concludo
io.
- Non avrai intenzione di lasciarli andare così, vero? - si intromette mia
madre.
- Taci! - tenta di zittirla il re, ma non ci riesce...
- Certo che no! Mio figlio ha diritto di scegliere con chi trascorrere la
sua vita, non puoi farlo tu per lui! - gli ribatte.
- Lasciate stare, madre: non serve a nulla tentare di scalfire il diamante
con il gesso! - le dico. Ad essere sinceri, un po' mi dispiace dovermi
allontanare da lei, ma non mi si lascia altra scelta...
- Voi non capite... - se ne esce mio padre, lasciandosi cadere stancamente
su una poltrona.
- Cosa? - chiedo, abbastanza incuriosito da questo cambiamento di
atteggiamento. Se noi non lo intuiamo da soli, ci illumini lui!
- In questo momento, non possiamo permetterci di affrontare lo scandalo di
una unione del principe con un uomo comune, nonostante l'uguaglianza tra le
persone che andiamo tanto predicando. Se non ci fossero questi tentativi di
ribellione da parte di Miyamasu e seguaci potreste fare quello che volete,
ma la situazione non lo permette! - dice, chiudendo gli occhi e dimostrando
di averci riflettuto sopra a lungo. Sospira, poi continua: - So che voi due
siete molto legati... Vi ho visto crescere insieme e sono stato felicissimo
quando ho visto che qualcuno era riuscito a penetrare la corazza di gelo che
mio figlio si era costruito attorno... Non vorrei chiedervi di separarvi, ma
sono costretto a farlo! -
Hn... Non credo proprio!
- Il problema sarebbe dunque Miyamasu? - domanda Hana, ancora un po'
scettico. Mio padre annuisce.
- Allora ce ne libereremo! - sindaco io.
Bene, la decisione è stata presa! Io, Hana, Mitsui, Kogure e Mito partiamo
domattina e andiamo ad estirpare il problema Miyamasu una volta per tutte!
Il mio amore è andato a parlare con sua madre e io ho pensato che era meglio
se quei due rimanevano soli...
Forse non avrei dovuto coinvolgere altre persone in quello che può sembrare
un capriccio personale, ma al momento l'unica cosa che voglio è spianare la
strada al futuro mio e del mio ragazzo... Che c'è di male in questo?
Qualcuno sta bussando leggermente alla porta: chi è che rompe?
- Avanti! - dico, sperando di non trovarmi davanti rompiscatole di sorta...
Il mio desiderio è esaudito perchè la persona in questione è la sorellina di
Hana. Che ci fa qui?
- Ciao! - mi dice, guardandomi con due occhioni tristi tristi che mi fanno
venire in mente quando veniva a rifugiarsi nel letto con me e suo fratello,
perchè aveva paura dei temporali.
- Ciao... - rispondo, addolcendomi all'istante.
- Hana-chan ha detto che andate via di nuovo... - se ne esce, con un tono
che sembra quasi una domanda.
- Hn... - mugugno, annuendo.
- Volevo salutarti... - mi spiega, arrossendo.
Sorrido: sembra la prima volta che le ho detto di chiamarmi solo "Kaede" e
lei si era imbarazzata perchè le avevano insegnato che io ero il principe e
non un ragazzo come suo fratello... Le vado vicino e scompiglio
affettuosamente i capelli biondi di questo folletto scatenato: è l'unica
persona oltre al mio amore che riesce a farmi togliere la mia maschera da
ghiacciolo umano.
- E perchè fai quella faccia? - le domando.
- Perchè ho paura che dopo non tornate più... - replica. Che, ci vuoi
portare sfortuna?
- Certo che torniamo! - le rispondo.
Finalmente mi fa un bel sorriso.
- Posso darti un bacio per salutarti come fa Hana-chan? - mi chiede,
speranzosa.
Beh, posso anche concederglielo... Mi abbasso e le dico che va bene, così si
illumina di felicità e fa qualcosa che non mi sarei mai aspettato: sfiora le
mie labbra con le sue e scappa via, tutta felice...
Pazza, tale e quale al fratello!!!
Capitolo 5: Il viaggio
***Hanamichi Sakuragi***
E così siamo partiti...
Pensare che solo ieri io e la kitsune eravamo nel mio letto ad abbracciarci
e coccolarci, mentre ora ci troviamo imbarcati su questa specie di battello
volante che ci sta portando dritto dritto tra le grinfie di Miyamasu!
Non è stato facile spiegare a mia madre che avevo intenzione di lasciarla
sola un'altra volta, soprattutto dopo che ero praticamente svanito nel
nulla... Invece Momoko, la mia sorellina, mi ha abbracciato forte forte e mi
ha intimato di tornare a casa il prima possibile, riportando anche Kaede
sano e salvo! Ho come l'impressione che le piaccia il mio volpino, ma non ho
le prove... In ogni caso, anche se fosse, non potrei assolutamente darle
torto!
- Pensieroso, do'aho? - mi domanda il mio amore, affiancandosi a me e
facendomi spaventare: non lo avevo sentito arrivare... Lo abbraccio,
stringendolo a me. Le nostre labbra si incontrano in una carezza dolce e
prolungata, ma quando ci stacchiamo lo vedo sorridere in modo strano. Non mi
convince...
- Cosa c'è? - decido di indagare.
- Nulla... - tenta di dissimulare lui, ma io non ho alcuna intenzione di
demordere!
- Dai, volpe, dimmelo! - lo incalzo, logorato dalla curiosità.
- Sei sicuro di volerlo sapere? - mi sussurra, malizioso.
Devo iniziare a preoccuparmi?
- Hai! - annuisco, convinto ad arrivare fino in fondo.
- Proprio ieri sera, una dolce fanciulla mi ha rubato un bacio simile... -
mi risponde.
- Naanii? - urlo, sconvolto facendo un salto indietro. Che cosa ha fatto
chi? Chi ha fatto cosa? Chi ha osato?
- Ho detto che, proprio ieri sera, una dolce fanciulla mi ha rubato un bacio
simile... - replica lui, tranquillissimo.
Sto per esplodere in una serie di improperi e imprecazioni, quando realizzo
che mi sembra impossibile che qualcuna si avvicini a lui tanto da poterlo
baciare, soprattutto una donna! E, vista la mia grande intuizione, lo fisso
negli occhi, rendendomi conto che sono illuminati da una luce di puro
divertimento... Perchè ho come l'impressione che mi stia prendendo in giro?
- E chi sarebbe questa folle? - chiedo, tentando di trattenermi dal
prenderlo a testate. Dopotutto, non posso metterlo fuori uso proprio
adesso... E se lo mando K.O. non mi può più dire il nome di questa kamikaze!
- Tua sorella... - dice, mentre sul suo viso spunta un sorriso più che
divertito.
La mia ira si placa di colpo: una sorella degna del Tensai! Con degli ottimi
gusti, tra l'altro! Agguanto il mio volpino e me lo tiro vicino, baciandolo
un'altra volta.
- Così ho recuperato il maltolto... - gli mormoro, prima di smettere di
giocare e baciarlo languidamente.
Le nostre effusioni vengono interrotte dal discreto tossicchiare di qualcuno
che ora verrà buttato fuori bordo: Mito! Ma proprio ora doveva arrivare?
- Che c'è? - sbotta Kaede, abbastanza seccato.
- Emh... Io volevo sapere semplicemente il motivo vero per cui ci siamo
imbarcati in questa impresa e, dal momento che Mitsui-san mi ha risposto che
lui non ne sapeva nulla, ho pensato di venire a chiederlo a voi... -
risponde.
Beh, non ha tutti i torti! Non so come re Ryu li abbia convinti a partire
con noi, ma sospetto vivamente che li abbia gentilmente obbligati... Ma se
Mitchy e Kogure possono anche aver intuito la ragione per la quale siamo
qui, Yohei è rimasto all'oscuro di tutto e non sarebbe giusto chiedergli di
rischiare la pelle per qualcosa che non conosce...
- A te che spiegazioni hanno dato? - gli domando, prima che la kitsune abbia
la possibilità di proferir parola.
- Nessuna: mi hanno solo ordinato di partire... - replica, lasciando
chiaramente intendere quanto la cosa lo abbia infastidito.
E ti pareva che quel vecchiaccio facesse qualcosa di buono, una volta tanto!
- Per aiutare un amico ti può bastare? - gli dico io, schiacciandogli
l'occhio.
Lui sorride e annuisce, poi se ne va chiedendoci scusa per il disturbo.
Io ritorno a focalizzare l'attenzione sul volpacchiotto al mio fianco, poi
lo bacio dolcemente.
- Sai, non avrei mai pensato che per stare con te avrei dovuto combattere,
nel senso più fisico della parola... - gli confesso, sistemandogli dietro
l'orecchio un ciuffo di capelli ribelli. Beh, a dire il vero non avevo mai
pensato al nostro futuro: non avevo mai voluto pensare ai problemi che
avremmo dovuto affrontare...
- Hn... - mugugna lui in risposta.
Lo osservo un attimo e mi accorgo che, a differenza di quello che vuol far
apparire all'esterno, non è totalmente tranquillo... Qualcosa lo
preoccupa...
- Cosa c'è che non va? - indago, sedendomi sul parapetto e tirandomelo in
braccio. Stranamente non si ribella come fa di solito, ma poggia la testa
sulla mia spalla, lasciandosi coccolare.
- Ieri, la tua sorellina è venuta a salutarmi... Mi ha detto che aveva paura
che noi non tornassimo più... Questo mi ha fatto riflettere: e se uno di noi
non dovesse ritornare indietro? Se io dovessi morire, tu cosa faresti? - mi
sussurra.
La situazione è alquanto buffa: lui, proprio lui, ha paura di morire... E
non sa che non è lui a rischiare la vita...
Comunque tengo per me i miei pensieri e sono felice che, dalla posizione in
cui è, lui non possa vedere il sorriso amaro che si apre sul mio volto.
Adesso devo solo rassicurarlo, senza dirgli nulla dell'incantesimo...
- L'erba cattiva non muore mai, kitsune! Ecco perchè vivrai in eterno! -
tento di scherzare, fallendo miseramente.
- Do'aho! Sii serio per una volta! - mi apostrofa, un po' seccato.
Beh, io ci ho provato...
- Ok, come vuoi... Io ho la certezza che tu tornerai a casa sano e salvo,
perchè prima di farti del male dovranno passare sui resti del mio cadavere!
- ribatto seriamente. Anche perchè se questa può sembrare una frase fatta,
nel nostro caso non lo è, ma anzi rispecchia in pieno la realtà dei fatti...
Fino a che sarò vivo, io verrò ferito al posto di Kaede, senza la
possibilità che questo legame venga reciso... Ma questo non ha importanza,
perchè io non voglio che ciò avvenga! Mi va bene così! Anche perchè se a lui
dovesse succedere qualcosa, io non saprei come andare avanti!
- Non è la morte a spaventarmi, ma la solitudine... - mi mormora.
Io gli accarezzo i capelli senza dire nulla, ma dopo un attimo il mio amore
si scosta un po': - Hanamichi Sakuragi, non provare a fare l'eroe un'altra
volta! Altrimenti, non appena ti sei rimesso, ti disabilito io! - mi
minaccia, fissandomi con occhi furenti.
E' inutile che mi guardi così, koibito, anche perchè la realtà ormai è
questa e non si può cambiare... Ma una cosa te la devo assolutamente dire...
- Ti amo... - gli dico a bassa voce, prima di sfiorare le sue labbra con le
mie.
- Ed è per questo che ho intenzione di proteggerti, anche a costo della
vita! Non per fare l'eroe... - gli preciso. Voglio che abbia ben chiaro
questo punto, perchè non voglio correre il rischio di passare per il solito
sbruffone megalomane.
- Lo so... - replica lui, concedendomi un sorriso, - Ma devi promettermi di
non strafare... - continua, tornando di nuovo serio.
- Lo farò solo se tu prometterai qualcosa a me... - ribatto, intrecciando le
mie dita alle sue.
Come appare ancora più bianca la sua pelle a contrasto con la mia... Mi
ricordo che la prima volta che abbiamo fatto l'amore, sul terrazzo di camera
sua, mi sembrava di tenere tra le braccia una creatura angelica... Quella
sera ero veramente terrorizzato all'idea di perderlo per sempre, ma invece
lui mi ha fatto il regalo più bello del mondo...
- Hn... - mugugna, stringendo la mia mano.
- Se mi dovesse succedere qualcosa, tu devi andare avanti... Ma non dirmi di
sì solo per farmi contento! Non voglio che, se io dovessi venire a mancare,
tu ti chiuda a riccio e non permetta a nessuno di avvicinarsi a te... Voglio
che tu continui a vivere, non a sopravvivere! - gli dico lentamente,
fissandolo negli occhi.
Si è arrabbiato, lo sapevo! Infatti corruga la fronte e sta per dire
qualcosa, ma io lo fermo posandogli un dito sulle labbra, prima di passargli
una mano per distendergli la fronte.
- Tu promettilo e basta, non recriminare... - lo imploro, perchè per me è
fondamentale che lui dica di sì. Non voglio che, se la nostra missione
dovesse andar male, lui si chiuda a riccio, lasciando il resto del mondo
fuori... Lui deve vivere, anche per me!
Perchè così qualcun'altro potrà renderti felice, dove potrei fallire io;
perchè il tuo sorriso è troppo bello per lasciare che si spenga a causa di
un do'aho come me; perchè per me significherebbe morire due volte... Perchè
se tu mi lasciassi solo, io non avrei la forza per esistere senza di te, ma
tu non hai bisogno di appoggiarti a me per affrontare un altro giorno...
Kaede fa un cenno di assenso, ma a me non basta.
- Dimmelo... - gli chiedo, perchè la sua parola è una certezza, ma un cenno
del capo può anche essere dissimulato...
***Kaede Rukawa***
- Te lo prometto... -
Nel sentirmi pronunciare quelle tre semplici parole, il viso di Hana cambia
espressione, diventando meno teso. Ho come l'impressione che mi stia tacendo
qualcosa, ma non ho la minima idea di cosa potrebbe essere.
Cosa mi nascondi, koibito? E perchè mi parli come se sapessi che molto
probabilmente mi lascerai solo? Se ti azzardi a farmi una cosa simile, io
non te la perdono! Anzi, ti seguirò per fartela pagare!
- Cos'è che non mi dici, Hana? - gli domando.
Lui sorride, ma questo gesto non si riflette nei suoi occhi, che
rimangono... Non so... Sembrano quasi... Malinconici...
- Che non avrei voluto coinvolgere altre persone in questa storia. - mi
risponde.
Lo so, anche a me quest'idea non aggrada molto, ma ci sono momenti in cui
bisogna essere un minimo egoisti: tu sei l'unica persona che conta nella mia
vita, tutto il resto è subordinato a questo!
- Hn... - mugugno, anche perchè non so cosa dire.
Rimaniamo in silenzio: ormai non abbiamo più bisogno di sprecare fiato in
inutili parole!
Mi accoccolo meglio contro di lui e mi lascio andare, ascoltando il battito
regolare del suo cuore. E' un suono rilassante e rassicurante per me: ad
ogni pulsazione sembra dirmi di non temere, che lui è ancora vivo ed è al
mio fianco, che non sono solo ad affrontare le difficoltà che mi si parano
di fronte...
Non penso che oramai ci siano qualcosa o qualcuno in grado di separarci,
nemmeno il fallimento del nostro piano... Se venissimo sbaragliati, potremmo
sempre fingerci morti e scappare nel mondo umano vivendo come negli ultimi
mesi, come due uomini normali... Non ci serve la magia: noi bastiamo l'uno
all'altro, ed è questa l'unica cosa che conta! Noi due... E nient'altro...
Sento Hana che canticchia, così tendo l'orecchio per capire cosa sta
mormorando. Le parole sono molto belle e mi piacciono da morire: - Andrà
tutto bene,
Non può succedere
Niente di male mai
A due come noi...
Andrà tutto bene
Chi può dividere
Quello che siamo
Non può finire mai... -
Non so perchè, ma ho come la sensazione che la mia scimmia la stia cantando
più che altro per convincere se stessa.
C'è una strana malinconia nell'aria e io non riesco a capire perchè il mio
do'aho mi abbia guardato con quello sguardo strano... Ma forse non è questo
il momento di pensare...
Mi alzo e il mio amore fa lo stesso, seguendomi nella nostra cabina. Chiudo
a chiave la porta dietro di noi, poi mi volto e lo faccio sedere sul letto.
Stranamente lui se ne sta buono buono in silenzio, ad osservarmi, mentre mi
tolgo lentamente la tunica. Mi siedo sulle sue gambe e gli sfilo altrettanto
piano la parte superiore del vestito, prima di baciarlo sul collo, sulla
guancia e sulle labbra.
Quando sento le sue mani accarezzarmi la schiena, gli sorrido
maliziosamente.
- Hai intenzione di sedurmi, kitsune? - mi sussurra, poi alza la mano per
scostarmi un ciuffo di capelli ribelli che mi cade sempre davanti agli
occhi.
Non gli rispondo: questa scimmia ha fatto una domanda troppo idiota! E'
proprio un do'aho!
Lo spingo indietro sul letto, iniziando a baciarlo. Lui risponde ai miei
baci, mentre le sue mani riprendono a vagare su di me... L'atmosfera che ci
circonda è magica: sembra quasi che sia di nuovo la prima volta...
Sto per far scivolare le labbra sul suo collo, ma vengo interrotto da
qualcuno che bussa alla porta.
- Ignoralo... - mi mormora il mio amore. Tanto nemmeno io ho intenzione di
interrompermi proprio adesso...
Il bussare si ripete sempre più intenso e rumoroso, così mi passo una mano
sugli occhi e mi alzo, scrutando il mio rossino: sembra giusto quel filo
arrabbiato... Con un sospiro rassegnato, apro la porta: è di nuovo Mito...
Quasi quasi lo congelo sul posto...
- Spero per te che sia importante! - sibilo, tentando di mascherare in
qualche modo la mia voglia tremenda di rompergli tutte le ossa e
polverizzarlo. Mai che si possa stare in pace, in questo mondo!
- Mitsui-san mi ha mandato a chiamarvi... Non è colpa mia... - si scusa il
nuovo venuto, inchinandosi. Sento il mio compagno che si mette a ridere di
fronte all'espressione terrorizzata di Yohei, così fulmino anche lui: do'aho!
Mai che prenda qualcosa sul serio! A me dà un fastidio pazzesco non poter
andare avanti con quello che avevamo iniziato e lui si mette a ridere?
- Dai, Kaede, così lo spaventi! Non è colpa sua se Mitchy è un rompiscatole!
Grazie, Yohei... Arriviamo tra 5 minuti... Ma ora sparisci! - interviene
Sakuragi, alzandosi e chiudendo la porta in faccia al nanerottolo. Poi viene
verso di me e mi abbraccia, ma io non lo ricambio: voglio che si renda conto
che sono fortemente contrariato da quanto è successo!
- Sei adorabile anche quando metti il broncio... - mi mormora, alzandomi il
mento con due dita. Mi posa un bacio leggero sulla punta del naso, poi
aggiunge: - Ma quando sorridi mi fai sempre battere il cuore un po' più
forte... -
Non so se prenderlo sul serio o credere che è solo una delle sue tattiche
per calmarmi. Lo fisso, accigliato, e lui, come al solito, passa la mano
sulla mia fronte, spianandola.
- Se in quella tua testa bacata stai pensando che a me non importi nulla del
fatto che siamo stati così malamente interrotti, kitsune, allora non sai
quanto ti sbagli! Ma di certo prendersela con Yohei non migliora le cose...
Risparmia le forze per dopo... - continua, in tono allusivo.
Hn... Da quando il mio do'aho ragiona? Credevo fosse una funzione
sconosciuta al suo cervello... Anche perchè, se non erro, di solito è lui
quello pronto a rompere la testa a tutti!
- Guarda che qui quello che deve risparmiare le forze sei tu! - lo provoco,
concedendogli un sorrisetto ironico.
- Teme kitsune! - si arrabbia lui, regalandomi una testata degna di quella
zucca di marmo che si ritrova. Però un po' si è trattenuto, ecco perchè gli
rispondo con un solo pugno.
- Così siamo pari! - sindaco io, bloccando il destro che stava per
sferrarmi.
- Quanto ti detesto, volpaccia... - mi mormora, prima di abbracciarmi di
nuovo e dandomi un bacio in fronte, dove mi aveva colpito.
- Sapessi io, do'aho... - gli sussurro, passandogli le braccia attorno al
collo e baciandolo sulle labbra.
- Andiamo? - mi domanda, sciogliendosi dall'abbraccio e prendendomi per
mano. Annuisco: prima vediamo che vuole quello scocciatore, prima possiamo
dedicarci a passatempi ben più piacevoli!
Raggiungiamo gli altri e subito Hana dà una testata a Mitsui, per aver
interrotto un momento speciale gli spiega.
- Stupida scimmia decerebrata! E' una cosa seria! - gli urla il nostro
generale, così il mio rossino si rimette a cuccia, pronto ad ascoltarlo.
- Sentiamo... - intervengo io, abbastanza ansioso di tornare in cabina.
- Il fatto è che se dovessimo combattere, non potremmo fare continuo
affidamento sulle mere tecniche magiche. Ecco perchè credo sia il caso che
ognuno di noi si scelga un'arma, altrimenti corriamo il rischio di partire
troppo svantaggiati rispetto ai nostri avversari... - spiega Hisashi.
Effettivamente ha ragione: non sappiamo ancora cosa dovremo affrontare ed è
meglio essere pronti per qualsiasi evenienza... Nonostante ognuno di noi
comandi un elemento della natura, è sempre meglio essere pronti a tutto!
Kogure ha scelto un pugnale lungo, molto adatto a lui, anche perchè, non
avendo particolari poteri offensivi, dovrà rimanere indietro per curarci
casomai venissimo feriti. Mitsui ha scelto un arco: con la sua mira è la
scelta migliore, così potrà coprirci le spalle anche da una lunga distanza.
Mito ha scelto due pugnali e una lancia, che credo sia l'arma con cui ha più
confidenza.
Hana ha scelto una spada lunga, la sua preferita da sempre... E' molto abile
nel maneggiarla, visto che spesso si esercitava per ingannare il tempo
mentre io mi sorbivo interminabili lezioni noiosissime... Anche io opto per
una spada, un po' più leggera della sua, ma in ogni caso letale. Poi
entrambi abbiamo lo stesso pensiero: legare anche due piccoli pugnali sulle
cosce, in caso di emergenza.
- Era da un po' che non prendevo in mano una spada... Ti va un duello,
kitsune, o ti sei arrugginito troppo? - mi sfida il mio koi.
*** Hanamichi Sakuragi***
Gli occhi della mia volpe si accendono della solita luce combattiva che gli
illumina lo sguardo prima di un confronto con qualche avversario che ritiene
alla sua altezza. Prevedo un bel combattimento divertente... Kaede è sempre
stato abilissimo nell'usare quel tipo di lama, lo so bene! Però è da tanto
tempo che io e lui non abbiamo modo di misurarci in un duello serio...
- Do'aho! Preparati a perdere... - risponde.
- Ore wa Tensai desu, kitsune no baka! - replico, come da copione: se non lo
facessi, non sarei più io!
- Evitate di uccidervi a vicenda prima del tempo! Non voglio feriti! - si
intromette Mitchy.
Azz! Ha ragione! Non posso nemmeno graffiarlo! Va bene che non avevo
comunque intenzione di fargli male, ma ricordarmelo mi ha fatto bene.
Usciamo sul ponte e iniziamo a incrociare le spade: come previsto, il mio
volpino è veramente tremendo! Non mi lascia un attimo di respiro, attaccando
e difendendo in maniera eccellente. Mi piace vederlo combattere, perchè tira
fuori tutta la sua natura felina, muovendosi agilmente e velocemente. Ha una
ottima tecnica e tenta sempre di portarmi a scoprirmi, ma oggi non ci
riuscirà! Ho intenzione di dargli del filo da torcere!
Dopo un'ora e mezza di combattimento ininterrotto, decidiamo di sospendere
le ostilità e ci lasciamo cadere sul legno del pavimento, rimanendo fermi a
guardare il cielo. Fra poco tramonterà il sole e il cielo si sta già
tingendo di un tenue colore rosato... Cerco la mano del mio volpacchiotto e
la stringo, con la consapevolezza che sto correndo il rischio di non poterlo
più fare, alla fine di questa follia.
- Sai, kitsune, il cielo di notte assomiglia ai tuoi occhi: uno sfondo blu
scuro in cui brillano mille luci diverse... - gli dico, tentando di
esprimere un pensiero che mi ha attraversato spesso la mente in questi
ultimi tempi e sperando che lui non si infastidisca troppo per le mie
parole: lui odia quando dico troppe smancerie...
- Sei tu che accendi quelle luci, Hana... - mi mormora, stringendosi al mio
fianco.
Adoro quando si accoccola contro di me, come se cercasse qualcuno a cui
aggrapparsi, che lo faccia sentire protetto ed amato... E' raro che lui si
lasci andare così, ma quando lo fa, l'unico a cui permette di saperlo sono
io...
- Andiamo in camera? - gli sussurro all'orecchio, con un tono fortemente
allusivo.
In un istante Kaede è già in piedi e si è avviato verso il nostro
alloggio... Quanto mi piace questo suo lato così diverso dalla maschera di
freddezza che indossa di solito!
Kami-sama, ti prego, se io dovessi morire, mandagli qualcuno che riesca a
farlo felice... Ti prego...
***Kaede Rukawa***
Hana mi sta accarezzando dolcemente i capelli, mentre ce ne stiamo
abbracciati, seduti sul bordo di questo vascello a guardare le stelle. Ci
siamo avvolti in una coperta morbida e ci stiamo godendo lo spettacolo del
cielo stellato, senza l'interferenza di tutte le luci che illuminano
Kanagawa... Di solito non sono molto incline a queste romanticherie, ma oggi
è una nottata speciale... Sento anche io il clima di attesa che aleggia
attorno a noi due: se riusciamo nel nostro intento, potremo finalmente
amarci liberamente...
Stranamente il mio amore se ne sta silenzioso e tranquillo, trattenendosi
dallo stordirmi di parole come fa di solito... Veramente, oggi è stato più
silenzioso e tranquillo del solito...
Il mio sguardo viene attirato da una stella cadente: credo che ora dovrei
esprimere un desiderio...
Ti prego, fa che io e Hanamichi possiamo essere felici insieme, per
sempre... Esaudisci la mia richiesta, piccola stella che ti esaurirai in una
scia luminosa... Ti prego...
Capitolo 6: La resa dei
conti
***Hanamichi Sakuragi***
Eccoci arrivati...
Siamo appena sbarcati: ora inizia la nostra missione, sperando che vada
tutto a buon fine!
Mentre eravamo in viaggio ci è giunta la notizia che Miyamasu ha richiamato
attorno a sè suo figlio e i suoi servitori più potenti e fidati: Akira
Sendoh, Fujima, Hasegawa e Minami...
Inizio a temere che forse non abbiamo avuto una buona idea a venire solo
noi... Spero che vada tutto bene!
- A quanto pare l'unica possibilità che abbiamo di risparmiarci
combattimenti inutili e contare su un minimo di effetto sorpresa è
materializzarci all'interno di quel palazzo... - commenta Mitsui, esaminando
il territorio si fronte a noi.
- E non potevamo farlo da subito, risparmiandoci il tempo del viaggio? -
polemizza Mito.
- La distanza era troppa: rischiavamo di perderci o sbagliare
destinazione... E poi avremmo sprecato troppe energie preziose... - gli
spiega conciliante Kogure.
Dal canto mio, io sono felice di aver viaggiato su quel vascello, perchè
così ho avuto ancora qualche minuto di intimità con la mia volpe...
- Se potete, evitate di fare morti... - dico io, perchè non credo che sia
giusto spegnere delle vite solo per permettere a me e a Kaede di stare
insieme senza dovercene andare nell'altra dimensione. In fondo, loro non
hanno colpa se noi ci siamo trovati a vivere una storia d'amore un po' fuori
dagli schemi... Se fossimo stati due semplici ragazzi, questo non sarebbe
stato necessario...
- Hn... - annuisce la mia kitsune: probabilmente ha capito che cosa mi sta
passando per la testa! E non credo che sia troppo differente da quello che
pensa anche lui. Anche gli altri fanno un cenno di assenso, anche se Yohei
non mi sembra molto convinto... Come dargli torto? Come richiesta può
sembrare effettivamente un po' strampalata, soprattutto a chi è abituato a
ragionare con una mente militare...
- Andiamo! - dice Mitsui, estraendo una freccia e sistemandola sull'arco,
prima di smaterializzarsi. Kiminobu lo segue a ruota e così fa anche Mito.
Io e Kaede sfoderiamo la spada e ci prendiamo per mano, prima di fare la
stessa cosa.
Ricompariamo di fronte alla porta di quella che è la stanza principale della
casa, Mitchy crea una folata di vento che la spalanca, senza preavviso per
coloro che sono all'interno, o almeno così crediamo.
Entriamo e ci troviamo di fronte Miyamasu, comodamente seduto su una
poltrona posta su un piano rialzato, protetto dalla schiera dei suoi quattro
fidi. Qualcosa mi dice che ci stava aspettando... E mi pare altresì palese
che di parlamentare non se ne parla nemmeno...
- Kaede, non voglio sminuirti, ma è meglio che tu resti un attimo indietro
mentre noi rimuoviamo questi quattro ostacoli... Poi Miyamasu è tutto tuo! -
gli sussurro, senza distogliere lo sguardo da Sendoh: mi sembra che non sia
molto contento di trovarsi qui, a combattere contro di noi...
- Hn... - annuisce il mio volpino, insolitamente docile, prima di aggiungere
che lo fa controvoglia. Come se non lo sapessi!
- Vi siete messi in trappola da soli... - dice il vecchiaccio occhialuto,
con un ghigno malefico stampato in faccia che mi fa venire voglia di fargli
cambiare espressione con un bel pugno! Peccato che prima io abbia un altro
problema da risolvere...
- Risparmia il fiato, demente! - lo zittisco, limitandomi a rivolgergli uno
sguardo sprezzante.
Nello stesso momento le mura del palazzo svaniscono e noi ci ritroviamo in
una pianura erbosa. L'unica cosa che rimane è lo scranno del capo dei futuri
sconfitti.
Fujima si schiera di fronte a Yohei, Hasegawa si para davanti a Mitsui e
Minami decide di ignorare il Megane-kun e avanza, bloccandosi solo quando si
trova a pochi centimetri dal volpino sbagliato.
Figurarsi se le cose vanno come dico io, per una volta!
Beh, a me rimane da affrontare il Porcospino depresso...
Mitsui mette facilmente al tappeto il suo avversario e aiuta Mito a
sbarazzarsi del nanerottolo dello Shoyo, così possono dedicarsi a coprirci
le spalle dalle guardie che stanno arrivando per dar manforte ai loro
comandanti.
- Iniziamo? - mi domanda Akira.
Lo osservo e riconfermo la mia prima sensazione: non mi sembra molto
motivato a combattere contro di me... Ha la stessa espressione che ho io
quando devo studiare l'algebra o la geometria!
- Perchè ho la netta impressione che in questo momento tu vorresti essere da
tutt'altra parte? - gli domando con ironia, sperando che la prenda come una
provocazione.
- Perchè la realtà non è molto diversa. - risponde lui, scrollando le spalle
e modificando di pochissimo il suo eterno sorrisetto, prima di farlo svanire
del tutto: allora forse la sua paralisi facciale è meno grave di quanto
pensassi! Comunque ciò non toglie che tutto questo sia alquanto strano...
Stranissimo!
Guardo con la coda dell'occhio il mio Kaede che sta lottando contro Minami e
mi rassicuro almeno un pochino nel vedere che non è minimamente in
difficoltà. Non avevo molti dubbi in proposito, ma controllare non fa mai
male! Mi accorgo anche che Yohei ha creato attorno a noi un fossato
abbastanza largo e profondo, lasciandoci lo spazio sufficiente per poter
combattere senza preoccuparci di caderci dentro, ma impedendo a nuovi
soldati di saltarlo e raggiungerci. Mitsui invece sta mantenendo una forte
corrente d'aria che non permette alle loro frecce di raggiungerci, mentre
Kogure li sta proteggendo con una barriera, evitando così che si distraggano
a causa del combattimento della kitsune e, teoricamente, del mio... Ottimo!
La mia attenzione torna a Sendoh, stupendomi per il fatto che non mi abbia
ancora attaccato, approfittando del momento in cui l'ho ignorato.
- Allora? - gli domando.
- Sto aspettando che tu mi attacchi... - replica il figlio di Miyamasu.
Perfetto, da quando in qua il mondo gira al contrario?
Creo un alto muro di fiamme attorno a noi, per isolarci e fare in modo che
nessuno possa interromperci o sapere che succede tra noi due.
- Dove sta il trucco? - gli chiedo, avvicinandomi cautamente. Se avesse
voluto sferrare il suo attacco, avrebbe già potuto farlo cento volte...
- Nessun trucco... Ho promesso ad Hiroaki che non avrei combattuto con
nessuno. - spiega lui, accigliandosi un po'.
E adesso chi diavolo è Hiroaki? Ah, certo! L'orso scorbutico! Koshino! Sì,
ma che c'entra lui?!?
- Beh, allora che ci fai qui? - insisto, visto che sto capendo sempre di
meno.
- Ci devo stare. - replica, lapidario.
Sarà utile che gli spieghi un piccolissimo particolare: - Nessuno può
obbligarti a fare qualcosa che non vuoi. -
- Non in questo caso. - ribatte.
Io sarò anche un mulo cocciuto con una testa più dura del marmo, ma qui c'è
qualcosa che non mi torna...
- E perchè? - continuo, deciso a vederci chiaro fino in fondo.
- Se non lo faccio, mio padre non scioglierà l'incantesimo che ha lanciato
su Hiro... Tutto chiaro, scimmia? - mi risponde, tentando di sfoderare di
nuovo uno dei suoi soliti sorrisini ebeti.
Bene, è ora che il Tensai dia prova della sua indiscussa genialità!
- Ok, Porcospino, facciamo un patto! Tu fingiti svenuto e noi costringeremo
tuo padre a liberare la tua dolce metà, ci stai? Tanto non sei tu, quello
per cui siamo venuti fin qui... -
***Kaede Rukawa***
Finalmente sono riuscito a mettere KO Minami! Anche se non sembra, è un osso
duro...
Mi volto un po' preoccupato verso la cortina di fuoco che isola Hana e
Sendoh, chiedendomi che diamine stiano facendo quei due... Dopo un paio di
minuti le fiamme si spengono, rivelando il mio rossino in piedi accanto ad
Akira, che probabilmente ha perso i sensi. Il figlio del nemico ha in testa
un chiaro segno lasciato da una testata della mia scimmia rossa: e ti
pareva! Il Tensai non si smentisce mai!
Meno male che sta bene...
Il mio ragazzo viene verso di me e mi esamina, constatando che il Calimero
spennacchiato non mi ha nemmeno graffiato.
Insieme ci giriamo verso Miyamasu, rimasto impassibile di fronte alla
pietosa scena della sconfitta clamorosa dei suoi fedeli servitori. Non sono
tranquillo: ha un atteggiamento un po' troppo sicuro per i miei gusti... Più
che un capo che ha appena assistito alla disfatta del suo esercito, sembra
un gatto che ha giocato con il topo... Non mi piace per nulla...
- Credete di avermi sconfitto? - domanda in tono superbo. Poi, senza darci
il tempo di rispondere, aggiunge: - Il bello deve ancora venire! Non avete
fretta di andarvene, vero? -
Si alza in piedi e pronuncia delle parole in una lingua strana che non
capisco e che a occhio e croce dovrebbe essere sumero. Accanto a me Hana si
solleva in aria e, mentre impreca per il fatto che non riesce a capire che
cosa stia succedendo, viene avvolto da numerosi fili luminosi che partono
dalle mani del nostro nemico, poi torna con i piedi per terra, stagliandosi
di fronte a me.
Il vecchiaccio occhialuto, come lo chiama il mio amore, alza un braccio e
Hanamichi lo imita, guardando allucinato il suo arto.
- Ma che diavolo... - borbotta, mentre sfodera la sua spada.
Il mio rossino mi attacca, ma io riesco ad evitare il suo fendente
scansandomi di lato. Lo guardo interrogativamente, sguainando anche la mia
lama e non capendo cosa diavolo stia combinando quel cretino.
Mi attacca un'altra volta e questa volta riesco a parare il colpo.
- Kitsune, non è colpa mia! Non riesco a controllare i miei movimenti! - mi
dice, in tono spaventato.
Dall'alto del suo "trono", il nostro nemico si mette a ridere sguaiatamente.
Poi finalmente decide di smettere di torturare le nostre povere orecchie con
la sua risata e parla: - Ora ho io il controllo sul suo corpo! Cosa scegli,
principino? O muori tu, o muore lui... -
Quel maledetto bastardo...
Hana tenta di nuovo di ferirmi, ma io riesco di nuovo a parare e scansarmi,
alzando una muraglia di acqua per tenermelo lontano. Non voglio attaccare,
perchè altrimenti rischio di ferire il mio koibito. E di arrivare prima a
quel maledetto essere non se ne parla nemmeno... Maledizione!
- Dobbiamo fare qualcosa... - dico alla mia testa rossa, arrivandogli alle
spalle e evitando per un pelo una palla infuocata, sperando che almeno lui
abbia un'idea.
- E cosa? - mi chiede, sempre più spaventato. Ma bene, anche lui è nella mia
stessa condizione!
- E io che ne so? - ribatto, evitando un altro fendente.
- Teme kitsune! Sei tu la volpe! - sbraita lui.
- Do'aho! - replico io, come d'abitudine. Ma qui c'è poco da scherzare: la
situazione è molto grave! E dobbiamo uscirne al più presto!
Incrociando le spade, ingaggiamo una specie di braccio di ferro, che
fortunatamente ci permette di fermarci in una situazione di parità.
- Kaede, ti fidi di me? - mi domanda, fissando nei miei occhi uno sguardo
deciso e serio. Ha escogitato qualcosa, ma no so perchè ho un brutto
presentimento...
- Sì... - gli rispondo, tentando di capire dal suo sguardo cosa può avere in
mente.
- Ferisciti il braccio destro e la gamba sinistra... Vedrai che non ti
succederà nulla... Ti prego, fidati di me! - mi dice.
Il do'aho è impazzito! Ma i suoi occhi sono lucidi, non sono quelli di un
folle...
- Ma che stai dicendo? - protesto, saltando indietro per far riposare un
attimo le braccia e circondandomi di nuovo da un vortice d'acqua. Non
capisco cosa sta dicendo! Va bene che c'è Kogure per curarmi, ma procurarmi
quelle ferite significherebbe mettermi fuori gioco... Mitsui mi urla di non
farlo...
Non capisco! Devo dar retta ad Hana o al buonsenso?
- Ti prego, fidati... - mi supplica il mio amore, lanciandomi addosso una
serie di frecce di fuoco che si spengono a contatto con la mia barriera e la
fanno svanire. Poi attacca lui, per l'ennesima volta.
E va bene! Lui è il mio amore... Se dice una cosa simile vuol dire che ha i
suoi motivi... E se è lui a volermi morto, allora mi lascerò uccidere!
Gli lancio contro una forte tempesta di neve per stordirlo un attimo, poi
faccio quello che mi ha chiesto. Per un attimo sento un dolore fortissimo e
la sensazione del sangue caldo che scorre sulla mia pelle mi fa pensare che
sto facendo una follia bella e buona. Il mio incantesimo finisce,
permettendo così al mio rossino di lanciare un pugnale contro di me,
colpendomi vicino al cuore. Alzo lo sguardo e lo guardo, smarrito: ha voluto
uccidermi...
- Scusa, kitsune... - dice, con le lacrime agli occhi.
Sto per ribattere di smetterla, quando una luce blu sprigionata dai nostri
corpi ci avvolge e io percepisco la stessa energia che ci ha circondato
quella volta nella grotta, quando lui mi ha guarito... Provo di nuovo quella
sensazione di calore spandersi dentro di me e le ferite guariscono in un
attimo, mentre il pugnale cade ai miei piedi, rompendosi.
Svanita la luce, vedo Hana gemere e accasciarsi al suolo, mentre sui suoi
vestiti si aprono tre macchie di sangue che si allargano a vista d'occhio,
negli stessi punti in cui mi ero tagliato io.
Corro da lui e lo stringo a me, urlando a Kiminobu di muoversi e venire a
curarlo.
Il Megane-kun accorre e fa come gli ho detto, mentre il mio do'aho mi guarda
e sorride.
- Ti avevo detto che non ti sarebbe successo nulla... Ora non può più usarmi
per farti del male... - mi mormora.
- Do'aho! - lo sgrido io, cercando di non mettermi a piangere.
Ho paura... Il mio rossino ha chiuso gli occhi e non mi risponde più quando
lo chiamo! Sbrigati, maledetto Quattrocchi!
Adagio il suo corpo al suolo e mi alzo: ora sono veramente infuriato! Quel
maledetto me la pagherà molto cara! Lo guardo e ora finalmente vedo che è
completamente terrorizzato. Dietro di me si schierano sia Yohei che Hisashi:
la rabbia per quello che hanno visto ha fatto dimenticare loro la stanchezza
per i combattimenti precedenti.
- Sei morto! - dico all'indirizzo del nostro nemico, lanciandogli contro
delle lame di ghiaccio.
Purtroppo lui è abbastanza veloce da schivarle, ma Mito e Mitsui
intervengono per impedirgli di scappare: il primo crea una fossa profonda e
l'altro ce lo spinge con una folata di vento violenta. E' in trappola... La
sua fine è segnata!
Avanzo sino al bordo e lo fisso con uno sguardo furente, mentre lui implora
pietà. Gli lancio contro altre lame a cui Mitchy ha impresso maggiore
velocità e violenza, trafiggendolo e facendo attenzione a non farlo morire
sul colpo.
Il verme muore davanti ai miei occhi: se l'è voluta!
Sento la mano del sempai posarsi gentilmente sulla mia spalla, ma a me non
serve il suo conforto! Io rivoglio il mio Hanamichi, non lui!
Torno da Kogure e gli chiedo come sta il mio amore. Kiminobu dice che il mio
rossino è solo svenuto e che avrà una convalescenza molto lunga, ma che se
la caverà. Sollevo il suo corpo da terra, rifiutando l'aiuto dei miei
compagni: nessuno può toccare il mio ragazzo!
- Che ne facciamo degli altri? - mi domanda Mito, riportandomi per un attimo
alla realtà. Mi guardo attorno e vedo che, con la morte del mago i suoi
incantesimi sono stati annullati e noi siamo di nuovo all'interno del
palazzo. Sendoh sta tenendo tra le braccia il corpo di Koshino e tenta di
svegliarlo, mentre gli altri tre che hanno combattuto contro di noi se ne
stanno seduti contro il muro, tentando di recuperare le forze. Le altre
guardie sono terrorizzate e stanno scappando...
- Lasciateli perdere... Hana voleva così e noi rispetteremo la sua volontà!
- sindaco io.
E' ora di tornare a casa...
Epilogo
***Hanamichi Sakuragi***
Oggi è un giorno speciale!
Io e Kaede dobbiamo andare a una festa di fidanzamento: Koshino ha
finalmente detto di sì a Sendoh e quindi tra sei mesi avremo un bel
matrimonio! Finita la battaglia, abbiamo scoperto che anche Hiroaki era una
creatura di questa dimensione, con sommo sgomento di tutti...
- Hey, kitsune! Sei pronto? - strillo all'indirizzo del mio amore.
- Arrivo! -
Quando lo vedo mi prende un colpo e mi lascio cadere sul letto. E'
bellissimo... Si è messo dei pantaloni grigio perla e una tunica blu
cobalto...
- Posso spogliarti? - gli chiedo, tirandomelo vicino. Non può vestirsi così
e poi pensare che io riesca a trattenermi dal mettergli le mani addosso! E'
come chiedere al sole di splendere di notte: non esiste!
Ancora non mi sembra vero: finalmente posso stare con il mio volpino alla
luce del sole...
E pensare che fino a un mese fa... No, non voglio ricordarlo!
- Kaede... Aishiteru... - gli soffio contro le labbra, prima di baciarlo.
***Kaede Rukawa***
Quando ci stacchiamo, rimango fermo un attimo a fissare negli occhi il mio
rossino, crogiolandomi per qualche momento nel piacere che mi dà quella luce
di ammirazione e adorazione che li illumina...
- Aishiteru, Hana... - gli rispondo.
Da quando abbiamo sconfitto Miyamasu ho iniziato a dirgli più spesso quello
che provo per lui: ho avuto troppa paura che non avrei più potuto farlo! E
ora ho intenzione di ribadirgli il mio amore il più spesso possibile, per
non avere rimpianti quando mi guarderò alle spalle...
Il mio koibito... Ecco tutto quello che vedrò quando un giorno ripenserò al
passato! Io e lui, pezzi di un puzzle che si completano a vicenda, il giorno
e la notte, il ghiaccio e il fuoco, un cuore in due...
E mentre ci baciamo di nuovo, non posso non pensare che il fidanzamento di
Sendoh può anche attendere: ora preferisco dedicare il mio tempo al mio
ragazzo!
Tutto il resto viene dopo...
****
Un megagalattico Grazie a Sumire che mi ha fatto dabeta reader!
***
Questa ff è dedicata alla mia amica Camy che mi sopporta (e non è facile) e
che mi incita sempre a scrivere storie nuove: ciao bella!
.
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