Ciao! Questa mia nuova storia è molto più
leggera delle altre, però contiene comunque il tema che tratto di solito,
quello dell'amore.
Indifference
3.New
Look
di
Vikysweetgirl
Claudio
Gioco a pallone. E sto vincendo ovviamente.
Oltre al fatto che sono bravo ci si mette anche il fatto che la maggior parte
degli avversari mi teme. Eh si, la mia fama arriva prima di me, anche nelle
partitine di calcio scolastico. L’arbitro fischia; mi fermo. Alzo la testa e
vedo Andrea, che sta li impalato a “seguire” la partita.
Lo so, bambino, che stai guardando me. Lo so che ti stai beando del mio corpo
sudato, dei miei capelli bagnati, delle mie gambe scoperte…
Lo so, lo so, che credi?
Distolgo lo sguardo e torno a vincere la partita.
Andrea
E’ da ore che sono chiuso in camera mia.
Ma, buon Dio, cosa serve ai ragazzi come Claudio per potersi innamorare?
Ho tirato fuori tutti i vestiti che ho e la scelta, devo dire, non è molto
vasta: maglioni, camice e jeans tutti uguali. Sospiro.
Perfetto!
La voglia di essere più alla moda cresce dentro di me.
Così forse Claudio mi guarderà finalmente! E non come fa di solito, ma mi
guarderà veramente.
Ho comprato una cosina che mi renderà – o almeno spero – più desiderabile.
Esco di casa. So che a quest’ora è agli allenamenti di pallacanestro. Si,
perché lui non è solo un mago nel calcio ma anche nel basket.
E poi ditemi se non è divino…
Mi vergogno un po’ ad andare in giro conciato a questo modo ma la vergogna è
meglio che me la faccia passare subito, perché Claudio è proprio laggiù.
Mi blocco. Oddio, oddio che faccio.
Ooooh basta menate mentali! Non appena mi avvicino si volta e si fissa a
guardarmi e si becca pure una pallonata in testa.
Allarmato gli corro incontro.
_Claudio! E’ tutto apposto?!_ mi fermo a pochi passi da lui che si massaggia
la testa e continua a fissarmi a bocca aperta. Capisco finalmente che è
sorpreso dal mio nuovo look. Arrossisco_ non distrarti così…_ gli dico in un
sussurro, abbassando la testa ma non distogliendo lo sguardo da lui.
_Che cazzo hai fatto?!_ mi domanda con un tono di voce allibito.
_Cos… emh… io…
Ok, ok, forse ho esagerato. I capelli biondo platino non mi si addicono molto
probabilmente. Poi dritti a quel modo… Temo di aver esagerato col gel!
Sono così orrendo come mi dicono gli occhi di Claudio?
Lui, confermando i miei timori, si mette a ridere, coprendosi la faccia con la
mano, guardandosi attorno, come per cercare di trattenersi.
_Andrea! Non ti si può guardare!
Prima cazzotto.
_Ma… cioè…
_Che hai fatto a quei capelli? Non sei svenuto guardandoti allo specchio?
Secondo cazzotto.
Abbasso gli occhi, imbarazzatissimo. Perché sono così ridicolo?
Mi scende una lacrima sul viso e corro via prima di poterla fermare.
Benissimo, dovrei scriverci un libro: come rendersi ridicolo in 2 minuti.
Mentre corro mi tiro su il cappuccio della felpa. Mi chiudo in camera mia, a
piangere come un cretino in un angolo.
Claudio
Saluto i miei amici e mi incammino verso casa.
Se ripenso ad Andrea… cosa diavolo gli è saltato in mente conciandosi a quel
modo? Le sopracciglia scure con quel biondo slavato creavano un contrasto
orrido!
Temo se la sia presa.
Eh, oh, cazzo, non ci sono riuscito a trattenermi!
Ok, non mi costa nulla deviare di un po’… vado a trovarlo.
Sua madre è gentile come al solito, mi lascia subito entrare e salire in
camera del figlio.
Al diavolo le buone maniere, evito di bussare, tanto non mi aprirebbe.
Apro la porta e mi appare una visione da film dell’orrore. Si sta tagliando i
capelli con un paio di forbici da carta, furiosamente.
_Che cazzo fai?!_ gli dico correndogli incontro, bloccandogli le braccia e
strappandogli l’arnese dalle mani.
_Che ci fai qui?!_ mi chiede calmandosi improvvisamente dalla sua sfuriata.
Si è morso le labbra, le ha tutte screpolate e abbassa la testa, nascondendosi
al mio sguardo.
_No, che sai facendo tu! Che ti salta in mente? Cazzo sei impazzito? Hai un
taglio sulla faccia._ gli dico abbastanza scosso dalla scena a cui ho
assistito.
_Riparavo a un danno…_dice a bassa voce, apparentemente calmo; respira breve e
velocemente.
_Sei un idiota! Non prendere alla lettera quello che dico!
_E allora che parli a fare se non devo tener conto di ciò che dici?_ mi
chiede, con due occhi limpidi.Sospiro. Lo porto in bagno e gli ficco la testa
sotto il lavandino. Mentre l’acqua gli bagna i capelli prendo dello shampoo e
glielo spremo sopra, iniziando subito a strofinargli la testa con vigore.
_Sei uno scemo. Ti sembra il caso di farne una tragedia?_ parlo, addolcendo il
tono di voce rispetto a prima.
_Ma sei tu che hai detto…
_E ti metti a fare quel casino? Sei un idiota Andrea!
_Lo so…
La sua voce è così triste e sconsolata che avverto una fitta al cuore, che mai
prima avevo provato. Provo pena e non si dovrebbe vero? La pena è brutta…
Dopo averlo lavato per bene lo risciacquo e poi lo afferro per il colletto
della maglia ormai tutto bagnato e lo tiro su.
Sorrido. Ha i capelli ormai biondi tutti per aria, gocciolanti. E’ carino.
Gli butto sopra un asciugamano e inizio a strofinarlo. Lui rimane in silenzio,
lasciandosi fare tutto, come un bambino che si fida totalmente della mamma.
Prendo il fon e glieli asciugo, passando le dita fra quei capelli morbidi,
vaporosi, coccolandolo in qualche modo. Dallo specchio vedo che lui ha gli
occhi chiusi. So che si sta godendo il momento, ha le guance arrossate di
piacere.
Spengo l’apparecchio e lo faccio voltare verso di me e inizio a sistemargli i
capelli, lisciandoli con le mani, portandogli alcuni ciuffi dietro le
orecchie.
_Ora va bene. Guardati. Per fortuna non si sono rovinati troppo.Si volta verso
lo specchio ed è sorpreso.
_Sto bene così?_ chiede con un tono molto infantile.
_Oh, si. Quel gel te li faceva strani… poi alzati a quel modo. No, ti si
addicono così, tenuti giù, naturali. Anche biondo sei carino._ gi dico
accarezzandogli quei capelli che chiuso nella sua stanza, aveva odiato tutto
il pomeriggio.
Si volta verso di me e sorride. _Grazie, sei dolce.
Mi sento crudele quando reagisce così. Non sono dolce, sono uno stronzo.
Andrea
Che giornata!
Mi viene da sorridere nonostante la figuraccia assurda e le lacrime che quello
stronzo mi ha fatto versare. Sto sotto le coperte e mi agito tutto. E’ stato
così dolce stasera con me, che quasi non ci credevo.
Le sue mani mi hanno accarezzato i capelli, mi hanno coccolato. Quelle dita mi
hanno pettinato e quegli occhi mi hanno guardato dolcemente.
Può bastarmi così poco per essere felice?
Sì.
Osservo un peluche sulla mia scrivania. Mi alzò e lo prendo tra le mani.
Lo stringo al petto.
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