Ciao! Questa mia nuova storia è molto più
leggera delle altre, però contiene comunque il tema che tratto di solito,
quello dell'amore.
Indifference
2.Guardami...
di
Vikysweetgirl
Andrea
Corro fuori di casa, prendendo al volo un biscotto fatto in casa da mia madre
e salutando velocemente la famiglia mattiniera.
Prendo la bicicletta e pedalo verso la scuola. Claudio deve restituirmi un
libro e la sola idea che avrò una scusa per trovarmi di fronte a lui e
potergli sfiorare anche per un solo istante la mano, mi riempie di gioia!
Lo aspetto all’entrata. Lui proviene da un’altra scuola, per questo non
l’avevo mai visto prima di quel famoso giorno in palestra. Anzi, viene proprio
da un’altra città.
Sono impaziente, impaziente di vederlo, di vedere il suo viso stagliarsi sullo
squallore del mondo e illuminare la mia giornata.
Eccolo.
Cammina con passo felpato dalla strada là in fondo, come ogni mattina. Subito,
prima che arrivi troppo vicino e se ne accorga, gli faccio una bella lastra.
Oggi indossa jeans neri strettissimi, stivaletti sempre neri con lacci bianchi
e una giacca che gli arriva sotto il sedere.
Adoro la sua giacca, fa così elegante!
Porta con noncuranza lo zaino in spalla e mi si avvicina con un accenno di
sorriso.
_Buongiorno Claudio!
_’giorno. Ti ho riportato il libro. M’è piaciuto parecchio.
_Si? Ovvio! A uno come te non poteva non piacere Oscar Wilde.
Fruga nello zaino, tira fuori il libro e me lo porge.
_Grazie.
_Figurati, posso prestartene altri se vuoi…
_Ci penserò. Senti, oggi pomeriggio verresti a casa mia a darmi una mano con
matematica? Domani ho il compito in classe e nelle mie condizioni sarà un
miracolo se verrò solo classificato!
_Ti riduci sempre all’ultimo momento! Scemo!
Claudio allarga il suo meraviglioso sorriso.
Mi sento mancare.
Durante tutta la conversazione ho dovuto fare i conti col mio cuore impazzito.
Sento di essere arrossito e sicuramente sto sbrilluccicando tutto e lui col
suo sguardo malizioso e il sorriso sicuro non fa mistero di sapere come mi
sento ogni volta che parlo con lui.
Come se non bastasse, irrealmente si avvicina di più a me, sfiorandomi il
collo con la mano e guardandomi dritto negli occhi, come se nessuno potesse
vederci, fraintendere il suo gesto e classificarlo come frocio senza pensarci
troppo
E chi se ne frega degli altri in questo momento!
Cavolo, ho il viso di Claudio a un centimetro dal mio e la sua mano che mi
sfiora. Sento che potrei svenire se non si sposta! MA NON VOGLIO CHE SI
SPOSTI, VOGLIO SVENIRE.
Ma lui si sposta e trattiene a stento una risata, una risata buona, non con lo
scopo di ferirmi.
_Allora a dopo. Bye.
_Ciao…
Lo saluto senza più fiato e mi stringo “Il ritratto di Dorian Gray” al petto.
La mia giornata ha raggiunto l’apice.
Claudio
In classe non mi va di ascoltare niente. Con un messaggio ho appena lasciato
Michela, un messaggio che faceva pressappoco così: Scusami, ma non funziona
più. Credo sia meglio che ognuno prenda la sua strada. P.S. cmq è stato bello.
Diretto, abbastanza gentile.
Perfetto mi sono tolto quell’impiccio. Michela è un gran pezzo di fica, con
due seni assurdi e delle labbra espertissime nel fare certe cose che non sto
qui a raccontare. Però non è stata altro che una con cui fare sesso,
ovviamente l’ho sempre tradita. Che ci posso fare sono fatto così. Non sono
fedele. Che poi non l’ho mai tradita con altre, ma solo con Andrea.
Si, il mio piccolo Andrea. Non bisogna farsi ingannare dalla sua aria da
verginello inesperto, gli ho insegnato tutto quello che c’è da sapere
nell’arte del sesso. Ed è bravo si, anche se troppo spesso si lascia andare a
manifestazioni d’affetto, gesti smielati e dichiarazioni velate che io colgo
sempre ma non glielo faccio credere.
E’ un bravo ragazzo, è gentile, è carino, bravo a letto ma non lo amo.
E’ il mio divertimento, certamente il mio preferito e quello a cui sono più
affezionato. Non vorrei mai che gli accadesse qualcosa di male, è il mio
confidente e il mio amante.
Ma solo questo.
Per fortuna la giornata scolastica finisce più velocemente di quello che
pensavo.
Vado a casa, nel pomeriggio arriverà Andrea, alle 16:00 come sempre, preciso
come un orologio svizzero, sorridente ed eccitato…
… spero quanto me, perché non ho voglia di studiare tutto il giorno…
Andrea
Sono un pochetto disgustato dalla mia immagine riflessa nello specchio.
Indosso con attenzione i miei jeans attillati, cercando di sentirmeli ben
addosso e ci metto sopra un maglioncino rosso, che mi da un’aria da ragazzino
o peggio da secchione.
Lo tolgo subito, non è di certo l’impressione che voglio dare al ragazzo di
cui sono follemente innamorato! Indosso una camicia bianca e ci metto sopra un
golf blu che è ancora peggio di prima.
Nuovo proposito: rinnovare il guardaroba.
Allora mi rimetto il maglione rosso e mi passo le dita tra i capelli, tentando
di dare un senso ai miei ciuffi ribelli che proprio non ne vogliono sapere di
starsene apposto. Penso ai capelli di Claudio… sono lisci e soffici e cadono
sempre perfettamente sulla sua fronte alta.
Mi accorgo di essermi imbambolato davanti allo specchio, ma non in
contemplazione della mia misera figura, ma dell’immagine di Claudio che ho
nella testa. Mi infilo le All Stars e corro di sotto inciampando due volte per
le scale.
Non vedo l’ora di tuffarmi nei suoi occhi.
Claudio
Bussano alla porta. Sono sicuro che è Andrea, perché batte i pugni
forsennatamente sulla porta invece di suonare il campanello come tutte le
persone civili. Vado ad aprirgli e me lo vedo davanti, che si specchia nel
pomello del portone. Appena si accorge di me si raddrizza come un soldatino e
avvampa. Quel suo improvviso rossore mi diverte e riesco a trattenermi a
stento dal ridere.Non si può ridere in faccia alla persona che si desidera
scopare.
_Ciao! Ho fatto tardi?!_ chiede facendo i conti col proprio fiatone.
_No. Puntuale come al solito Andrea.
Lui sorride, soddisfatto che io noti la sua puntualità ed entra tutto felice
in casa, seguendomi.
Posa la borsa a tracolla sulla sedia nella mia stanza e si getta di schiena
sul letto, incrociando le mani dietro la testa e guadando il mio lampadario
con le frange blu che so piacergli molto._Allora, che argomento devi ripassare
per domani?_ mi chiede.
_Equazioni di secondo grado.
_Sei prossimo alla maturità e siete ancora lì?
_IO sono ancora li.Lo stendo col mio sorriso, ne sono consapevole, perché
sgrana leggermente gli occhi e schiude le labbra…
… schiude le labbra e non attendevo altro.
Mi avvicino a lui, gli siedo accanto sul letto, vado ad accarezzare le sue
labbra con il pollice e lui mi lascia fare, sospirando e chiudendo gli occhi.
Sostituisco le dita con la mia bocca che vorace va a tappare la sua, a
succhiare i suoi petali rossi, a suggere con la lingua quella bocca
inesplorata da chiunque altro all’infuori di me. Senza troppe cerimonie salgo
su di lui, una gamba su ogni lato, e prendo a baciarlo sul collo, sentendolo
gemere a queste piccole attenzioni che gli riservo. Mi piace giocarci, giocare
con questa sua sensibilità, gustare ogni sua espressione imbarazzata e di
profondo piacere, ogni suo rossore, ogni suo gemito che tenta di controllare.
L’ho in pugno ormai. So che adora i preliminari.
Gli sfilo i pantaloni e glielo infilo dentro, piano ma a fondo, senza
fermarmi, senza dargli tempo di abituarsi alla mia presenza. Ormai sembra
fatto apposta per me, è sempre pronto ad accogliermi, conosce la posizione più
comoda, il modo migliore per farmi entrare senza sentire dolore e ormai il suo
corpo non oppone più l’iniziale resistenza, il mio piccolo sa tutto e lo fa
bene quasi quanto me.
_Aaah..!!
_Ti fa male?_ gli chiedo tra i sospiri affannosi.
_N… no.
Mi sdraio sulla schiena e me lo porto sopra, facendo in modo che possa
cavalcarmi pur essendo io da sotto a guidarlo. Adoro questa posizione e lui è
fantastico mentre la fa. Ha gli occhi chiusi, le guance rosse e geme rapito
dal piacere, si muove avanti e indietro ed io da sotto gli do il ritmo,
spingendo i fianchi in su, facendoglielo sentire bene.
Sto per venire allora esco da lui e vengo all’istante. Alcuni schizzi
finiscono sul suo viso e lui tenta di pararli ma senza riuscirci. Rimane
immobile a guardarmi. E’ venuto anche lui e il suo corpicino trema un po’.
_Scusa._ dico ancora affannato.
_Non fa niente…_ mi dice con una vocina che sembra più un pigolio._Vado in
bagno.
Lui annuisce e si pulisce la faccia.
Aveva un’espressione triste.
Andrea
Perché diavolo lo faccio ancora…
Tanto so che mi è amico solo perché gli piace scoparmi. Eppure sono così
felice quando mi fa capire che mi vuole, quando mi guarda con sguardo da
predatore, quando mi afferra, quando mi penetra, quando viene gemendo. Tanto
so già che dopo non ci saranno mai coccole e bacini. Solo lui che si va a
pulire e io che mi rivesto, lo aspetto per dirgli che lo amo, lui non risponde
e me ne vado.
Mi rivesto e risistemo il letto che abbiamo appena usato. E’ ancora caldo di
noi. Mi ci siedo compostamente sopra e lo aspetto. Esce dal bagno accompagnato
da una nuvola di vapore. Gli sorrido sinceramente. E’ bellissimo e lo amo
sempre di più.
_Tutto ok?_ mi chiede.
Annuisco energicamente e mi alzo.
_Ti amo.
Lui rimane in silenzio. Come sempre. Sorrido e me ne vado.
Tanto so che non voleva studiare realmente la matematica… ma un po’
d’anatomia.
Sono passati due giorni e ancora non mi ha parlato.
Eppure la voglia di guardarlo dritto negli occhi e vedere il suo sorriso è
l’unica cosa che vorrei. A scuola non ascolto nulla, le parole della gente mi
scivolano addosso come pioggia sulla pelle e non posso far altro che rimanere
preda del vortice dei miei pensieri, dei miei desideri…
Lo osservo da lontano, sta giocando a calcio con i suoi amici e ride
spensierato. Mi viene da sorridere di me stesso. Io sto qui a struggermi, a
torturami e lui lì sereno e che non mi pensa nemmeno per sbaglio… però quanto
è bello… com’è fantastico in ogni suo gesto, com’è elegante e sprezzante di
ogni cosa che non gli interessa…
… oh, lo amo…
Guardami penso. Guardami, guardami, guardami e non staccare più i tuoi occhi
da me! Dì che sono la cosa più bella che tu abbia mai visto, che sono la cosa
più eccitante che puoi desiderare, l’unico che vuoi per la vita!
Si volta nella mia direzione. Mi guarda e io sussulto. Sorride. Io ricambio
felice come un bambino.
Quanto sono stupido.
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