Dato che sappiamo tutti che i personaggi sono di
Inoue io direi di passare avanti, ok?
Il seguito di 'Sogno', se quella non vi è piaciuta vi consiglio di stare ad
almeno un paio di continenti da questa perchè ciò che leggerete sarà molto
peggio (anche se qui non c'è alcun spargimento di sangue ^^).
Anche 'Incubo' ha subito il vaglio di Antares, che non finirò mai di
ringraziare ^*^
Grazie anche a Ria che sopporta la mie manie e le mie infinite idiosincrasie ^*^
Incubo parte
II di
Alessia
Non crediate che io dorma.
Attraverso le palpebre socchiuse, vi osservo.
I miei occhi brillano, scintillano e scruto ogni vostri gesto.
Rientrò in casa e trovò sua madre intenta a cucinare.
Rubacchiò un pezzetto di carne e lo allungò verso Maya che lo ringraziò coi suoi dolcissimi occhi marroni.
"Kaede..." sua madre non si era minimamente voltata, limitandosi a pronunciare il suo nome in tono di bonario rimprovero.
Suo figlio le si avvicinò e le stampò un bacio su una guancia, rivolgendole uno dei suoi migliori sorrisi.
Sorrisi davanti ai quali sua madre non poteva far altro che perdonarlo. Qualunque cosa avesse fatto.
Si sedette sul bancone di lavoro, osservando la donna indaffarata nel preparare la cena, quella sera sarebbe venuta una coppia di vecchi amici dei suoi genitori.
Maya era ai suoi piedi, sdraiata, sonnecchiando ma pronta a muoversi al minimo gesto del suo padrone.
"Dovresti andare a cambiarti, Kaede. Non puoi accogliere i nostri ospiti in quelle condizioni e poi non voglio che ti ammali" la donna fissò suo figlio con sguardo severo "Siamo a gennaio, non puoi permetterti di correre in mezzo all'acqua come fai d'estate"
"Ma mamma..." piegò la testa da un lato "...è proprio quello il bello dell'andare in spiaggia..."
La donna sorrise e avvicinandosi gli scompigliò i capelli "Fai come vuoi, ma sappi che se ti prendi la polmonite non mi sentirò minimamente colpevole, io ti ho avvertito"
"Ok!" e continuando a sorridere saltò giù dal bancone, uscendo dalla cucina seguito dal suo cane.
Si sdraiò sul letto sfogliando una rivista di basket, ma dopo pochi minuti si alzò di nuovo e tirò fuori dall'armadio degli abiti puliti.
Lasciò Maya addormentata sul suo letto e andò in bagno, dove si spogliò e si fermò per un momento davanti lo specchio sorridendo alla sua immagine riflessa.
Entrò nel box, non aveva tempo per fare il bagno, e miscelò l'acqua sino ad avere dei morbidi getti tiepidi che carezzavano il suo corpo.
Chiuse gli occhi e rivolse il viso verso l'alto, le labbra dischiuse, il corpo poggiato contro una delle pareti della doccia. Rimase immobile in quella posizione per più di cinque minuti, sembrava quasi che si fosse addormentato, infine si decise a prendere il flacone del bagno schiuma alle mandorle dolci.
Passò le mani sul suo corpo mentre alla sua mente tornava l'espressione pateticamente idiota di Sakuragi.
Fortunatamente il suo auto controllo gli era venuto in aiuto, perché era stato pericolosamente vicino allo scoppiargli a ridere in faccia.
Un sorriso lieve increspò le sue labbra e dopo aver chiuso i rubinetti uscì dalla doccia indossando il suo accappatoio.
Tornò in camera e indossò i pantaloni neri con sopra il maglione a collo altro grigio perla di cashmire direttamente sulla pelle nuda.
Osservò per un momento la foto della squadra in cui l'avevano costretto a comparire.
Idioti...
Rivolse lo sguardo a Maya e le si avvicinò sorridendole dolcemente.
"Prometto di portati qualcosa di buono, piccola" si batté un indice sulle labbra "Dammi un bacio" e il cane prontamente ubbidì all'ordine leccandolo.
"Brava" l'accarezzò sulla testa rimettendosi in piedi "Ci vediamo più tardi" ed uscì dalla stanza spegnendo la luce per andare al piano di sotto ad aiutare sua madre cogli ultimi dettagli.
"Tesoro, perché non porti Rei insieme a te?"
Dopo la cena si erano tutti trasferiti in salotto per prendere il caffè.
Era la prima volta che li incontrava, ed aveva scoperto che la migliore amica di sua madre ai tempi dell'università aveva sposato un funzionario dell'ambasciata britannica, e quando il mandato dell'uomo era terminato aveva deciso di seguirlo in giro per il mondo.
Ed ora erano tornati in Giappone per far conoscere le proprie origini al loro unico figlio, Rei.
Il rivangare vecchi ricordi non era uno dei suoi sport preferiti, così era andato in cucina per riempire la ciotola di Maya e passare il resto della serata insieme al suo cane, ma sua madre l'aveva bloccato ai piedi delle scale.
Osservò il ragazzo che da quanto aveva capito aveva la sua stessa età, e gli fece cenno di seguirlo iniziando a salire al piano superiore.
Lo sentì dietro di se ed aprì la porta della sua stanza.
Procedette al buio sino a raggiungere la piccola lampada che teneva sopra la scrivania per studiare.
La luce soffusa illuminò la stanza e Maya sbadigliò per poi scendere giù dal letto per avvicinarsi al suo padrone, scodinzolando felice.
Rukawa le posò davanti la ciotola per poi volgere lo sguardo verso l'altro ragazzo.
"Entra e chiudi la porta"
Rei quasi sobbalzò, ma fece come gli era stato detto, guardandosi in giro a metà tra l'imbarazzato e l'incuriosito.
"Giochi a basket?" chiese indicando la foto della squadra dello Shohoku.
"Hn..." Rukawa annuì senza rispondere. Perché sprecare fiato in risposte ovvie a domande ancora più ovvie?
"Dev'essere bello giocare un una squadra, sentire di far parte di un gruppo... purtroppo a causa dei continui spostamenti da un paese all'altro io ho potuto dedicarmi solo a sport singoli, come il pattinaggio e... scusa! Non volevo annoiarti..." mormorò contrito.
Rukawa si sedette sulla poltroncina della scrivania e fece cenno al ragazzo di sedersi sul letto.
L'unico rumore era quello che faceva Maya mangiando.
Lo osservò attentamente.
Era poco più basso di lui, biondo con occhi verdi e pelle dorata. Aveva un corpo armonioso e molto elegante.
Sorrise.
"Sei un pattinatore?" domandò come se gli interessasse sul serio.
Rei alzò la testa e gli sorrise a sua volta, annuendo "Si, pattinaggio artistico" spiegò, ma per Rukawa quella precisazione non aveva alcun significato"
Si alzò e mise un CD nello stereo.
"E' un gruppo nord europeo, li conosci?"
Rei ascoltò attentamente la musica, ma dovette scuotere la testa in segno di diniego. Rukawa si strinse nelle spalle ad indicare che non era importante che li conoscesse o meno e si sedette accanto a lui sul letto.
Il silenzio era teso, imbarazzato, pesante... o almeno lo era per Rei.
Rukawa era tranquillo al suo fianco mentre continuava a fissarlo.
Lentamente gli sfiorò la schiena, lungo la spina dorsale, con dita leggere.
"Rilassati..." sussurrò avvicinando il viso a quello dell'altro "...non ti mangio mica, sai?" bisbigliò sfiorandogli la guancia con le sue labbra.
Rei si allontanò di scatto, quasi spaventato "Co... cosa..?"
"Scusa..." Rukawa si allontanò di pochi centimetri "...ti ha dato fastidio ciò che ho fatto?" e lo fissò nei suoi occhi verdi limpidi come il mare sfidandolo a dire di si.
Rei abbassò lo sguardo "No..." mormorò piano.
Rukawa gli prese il mento fra due dita e gli fece alzare il volto, avvicinandosi e sfiorando le labbra di Rei con le sue.
"E questo..?"
Gli occhi del suo ospite lo fissavano sgranati, ma tutto ciò che la sua voce pronunciò fu un flebile
no.
Sorridendo gli sfiorò la linea della mascella con un dito, continuando a fissarlo negli occhi, mentre le dita, leggere, scesero sino ad intrecciarsi con quelle della mano di Rei.
Avvicinò di nuovo il suo volto a quello dell'altro, baciandolo piano e stuzzicando quelle labbra, quasi chiuse ermeticamente, con la sua lingua sino a quando non si schiusero concedendogli di entrare e conquistare la sua bocca.
Quando finì di mangiare, Maya si voltò verso il suo padrone ma si fermò piegando il muso da una parte, fissandolo interrogativamente, mentre Rukawa stava facendo sdraiare Rei sul letto.
Maya distolse lo sguardo e andò ad accucciarsi in un angolo dando un'ultima occhiata ai due e rimpiangendo il fatto che avesse perso il comodo letto del suo padrone come giaciglio.
Si rivestì lentamente, soddisfatto.
Alle sue spalle Rei sorrideva beato come un bambino di cinque anni.
Era passata quasi un'ora da quando era saliti ed era tempo che tornassero dai loro genitori.
"Kaede..."
Rukawa si voltò verso l'altro che lo fissava estasiato.
"Purtroppo domani dobbiamo ripartire, ma pensavo che potremmo scriverci e poi quest'estate potrei tornare qui in vacanza e noi..."
Rukawa lo interruppe dolcemente posandogli un dito sulle labbra, porgendogli un taccuino.
"Scrivimi il tuo indirizzo" mormorò passandogli alle spalle.
Idiota...
Come poteva pensare che gli interessasse frequentarlo?
Quel ragazzino era stato solo il piacevole diversivo di una serata. Anche se doveva ammettere che ci sapeva fare a letto e il sapere che al piano di sotto ci fossero i loro genitori aveva reso il tutto molto, molto più eccitante.
Quando Rei si voltò l'espressione di insofferenza fu rapidamente sostituita da un concentrato di dolcezza.
Uscirono dalla sua stanza e tornarono in soggiorno.
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