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i personaggi di Angel Sanctuary appartengono agli aventi diritto ecc. ecc.
L'incontro
di Cry
La guerra era cominciata.
Il cielo era ormai un unico campo di battaglia, magia, maledizioni, armi prodigiose, ma anche sangue, grida e disperazione. Le piume si staccavano dalle ali degli angeli, e cadevano volteggiando leggere, mentre il sangue tingeva il cielo di macabre aurore boreali.
La terra come sempre non era consapevole delle lotte che lei stessa aveva suscitato, e
assisteva allo spettacolo ammirata, traendone presagi per il futuro.
"Li odio. Sono così stupidi, come pecore che vanno al macello! Se mio padre non mia vesse mandata qui ora combatterei come si addice a una principessa, a un demone. Vorrei
ammazzarli tutti e vedere scorrere il loro sangue come scorre quello della mia gente, sarebbe un banchetto per i vermi, loro pari."
Cominciò a passeggiare tra gli alberi del giardino, in cui le piante terrestri erano miste a quelle del regno di Gehenna, creando ibridi mostruosi e suggestivi allo stesso tempo.
il vento aveva creato mucchi di piume in mezzo all'erba che rilucevano al sole del sangue perlato degli angeli. In mezzo a una radura c'era un mucchio più grosso, e i rami degli alberi erano spezzati.
"Non è un mucchio di piume, è un angelo, ed è ferito gravemente. Meglio che lo porti in casa". Era leggero come un fanciullo, nonostante fosse alto e indossasse un'armatura. "Dev'essere la struttura ossea degli angeli ad essere più leggera. Sembra che pesi solo l'armatura."
Arrivata in casa i demoni di grado inferiore si diedero da fare a pulire e cucire le ferite e con gli unguenti e le pozioni gli fecero riprendere conoscenza.
Aprì ci occhi e sembrò che la stanza brillasse di una nuova luce, bianca e calda allo stesso tempo. A Cry ricordò la luce del sole come si vede sott'acqua, morbida e soffusa. Parlò in maniera confusa, la voce come mille campane, poi richiuse gli occhi e riprese a dormire.
"Non ho mai visto niente di più bello. I suoi occhi sono puri come il cristallo, ci vedo riflessa la sua anima, ed è proprio una bella anima. Di solito gli angeli sono crudeli e pieni d'odio per le creature degli inferi. Ma nei suoi occhi ho letto solo gratitudine, dolore, e tanta tristezza. E' strano: perchè un angelo dovrebbe essere triste?"
Mentre era immersa in questi pensieri le venne in mente suo padre e fu come una doccia gelata. "Gli angeli sono nostri nemici. Io dovrei ucciderlo, non aiutarlo. Il dovere verso la mia gente mi spinge a farlo, non posso tirarmi
indietro, anche se mi spezza il cuore. In fondo però uccidere un ferito non è leale: aspetterò che si
riprenda e lo sfiderò ad armi pari."
Cry vegliò l'angelo tutta la notte, questi si agitava nel sonno invocando Dio e Rosiel, l'angelo prediletto, ma non chiedeva mai aiuto per sè, solo clemenza per i demoni.
Cry era sempre più confusa, e gli occhi dell'angelo lo tormentavano, riempiendola
di tenerezza allo stesso tempo.
Durante la notte il ferito cominciò a sfebbrare, e la mattina era quasi guarito, un miracolo nonostante la magia contenuta nelle medicine dei demoni.
Cry non riusciva a non lasciarsi trascinare dalla magia di quella voce, allo stesso tempo il suo senso dell'onore le diceva che il loro scontro era inevitabile. Dopo le prime domande su ciò che era successo l'angelo le disse:
"Io so cosa ti pesa nel cuore, mia gentile ospite. So come siete stati trattati voi demoni, ed è per questo che tu devi fare quello che senti giusto. Ma ti voglio dire una cosa sola: io sono Alexiel, la sorella gemella di Rosiel, l'angelo prediletto. Per quanto tu sia coraggiosa non potrai mai sconfiggermi se riprenderò le forze. Uccidimi subito oppure sacrificherai la tua preziosa vita. Sarebbe per me il più atroce dei dolori ferire una così dolce creatura."
Le parole dell'angelo turbarono Cry ancora di più. Alexiel uno degli angeli organici le parlava in quel modo provocandole
un affetto e una tenerezza mai provate. Non poteva ucciderla in nessun modo, ora ne era consapevole, ma non poteva neppure disonorare totalmente la sua famiglia innamorandosi di un angelo, per di più un angelo femmina.
Decise di non pensarci per il momento e chiese a quella che ormai era la sua ospite se avrebbe voluto fare un bagno per ristorarsi dopo la febbre.
"Leggo nella tua anima che tu non sei mal disposta nei miei confronti, e so che non ti pentirai mai di questo."
Alexiel si alzò dal letto i demoni servitori le avevano tolto l'armatura, lasciandola nuda. Cry notò la pelle opalescente e le ali candide ed ebbe subito voglia di accarezzarla,
ma si costrinse a prenderle l'occorrente per il bagno.
Quando fu di ritorno la trovò immersa nell'ampia vasca simile ad una piscina piena di acqua termale. Non potè fare a meno di ammirarla, mentre sentiva salire dal profondo qualcosa di
mai provato prima. Cry era vergine sia nel corpo che nello spirito, non aveva
mai provato attrazione verso nessuno dei pretendenti che suo padre le consigliava, aspettava la persona giusta, si diceva, e sapeva che ora l'aveva trovata. Ogni
cellula del suo corpo sembrava provare un'attrazione irresistibile verso l'essere che le stava davanti.
L'angelo aprì gli occhi, e la guardò con una tenerezza infinita. Si alzò e si avvicinò alla piccola demone. Senza dire nulla continuando a guardarla negli occhi le slacciò la veste, che cadde ai suoi piedi in un soffio.
Cry sentiva il calore della sua pelle bagnata ma non trovava il coraggio di toccarla: troppo pura, troppo bella. Fu ancora l'angelo a fare il primo passo, avvicino la sua bocca a quella di Cry e le diede un delicato bacio sulle labbra, la guardò negli occhi e la baciò con passione lasciandola senza pensieri, senza fiato con
un solo desiderio: appartenere totalmente a quella donna. Si trovarono dentro l'acqua a toccarsi, baciarsi e leccarsi. Cry era
affascinata da quei seni floridi perfetti e morbidi. Leccava con gusto i capezzoli per poi morderli e strapparle un gemito.
Adorava il contatto delle sue mani sulla sua pelle, che la toccavano dove nessuno l'aveva fatto prima. Ormai i suoi pensieri non esistevano più al di fuori delle sensazioni che riceveva dal suo corpo. Quando Alexiel la portò all'orgasmo urlò il suo nome più e più volte, voleva che il suono ricoprisse l'intera realtà che non aveva a che fare con il suo piacere e quello di lei.
Dormirono abbracciate nel grande letto di Cry, quando non si accarezzavano sognavano di farlo.
Il sole le sorprese stanche e soddisfatte la mattina dopo, quando le trombe della guerra ripresero a suonare.
Alexiel si irrigidì, il viso che fino a quel momento era stato sereno, assunse un'espressione seria e triste, gli occhi tornarono a mostrare la disperazione della guerra. Cry che aveva ancora la testa in mezzo ai suoi seni sentì il cuore che
accelerava, ma non d'eccitazione come la sera precedente.
Lacrime senza parole solcarono le sue guance e andarono a bagnare il morbido ventre dell'angelo.
"So che sei un angelo, so che devi stare con la tua gente, ma so anche che pensi che questa guerra sia ingiusta, che quello che noi chiediamo sia giustizia, non violenza. Perciò ti chiedo di fare ciò che ho letto nel tuo cuore: unisciti a noi. Unisciti ai demoni: con te, con un angelo organico, non saremo più deboli."
Alexiel non rispose.
I suoi occhi la fissavano, c'era amore in quello sguardo, e comprensione.
Cry sapeva che ora Alexiel era con loro.
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