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**Note importanti in fondo**

 


Incontri notturni

di Mel

 

Vivere felicemente in una bella casa, uscire in giardino nelle giornate profumate  di maggio , sentire il profumo dell’ erba fresca e bagnata, sentirla frusciare sotto i piedi , avere la compagnia di un cucciolo , perché no, anche due  e girarsi sapendo che solo pochi istanti ti dividono dalla visione della persona che ami e che sai, perché lo puoi leggere nei suoi di occhi, che anche lei ti ama allo stesso modo ogni giorno in più di tutta la sua vita .

Ma questa non è la vita .

Questo è un film.

La vita , quella vera, quella che graffia e strappa via a pezzi la tua anima è questa…..svegliarsi nel buio delle notti dall’ odore ferroso delle fabbriche , sotto un cielo talmente scuro da sembrarti infine incolore, alle quattro della mattina mangiare quel poco che hai senza nemmeno volerlo , pensando a come ti permetterai quello che mangi solo il giorno dopo, prendere una giacca e uscire nel freddo, a quell’ ora fa freddo ogni volta fuori , anche d’ estate e camminare per le strade deserte  nel silenzio assordante, guardare i vetri chiusi e le luci  spente delle case a riposo , dirsi di ogni abitazione “ecco loro sono più felici di me”….la felicità …se non fosse solo una parola potrei odiarla sul serio, lei scivola intorno a me , mi guarda con i suoi occhi  sempre chiusi e sorridendo mi passa accanto senza lasciarmi il tempo di riprendermi e di stringerla a me , di legarla alla mia vita…… e scendo le scale di questo triste stabile , nere  come  spirali di fumo denso , l’ aria mi è sempre irrespirabile…………… alzarsi alle quattro, lavorare tutto il giorno e farlo fino a tardi , solo per poter vivere ,  quando esco non vedo il sole né lo vedo quando ritorno, mi sembra di vivere in un mondo di tenebre e me lo chiedo ad ogni passo , ad ogni respiro che il freddo strappa ai miei polmoni  ghermendo le innocenti nuvole candide del mio fiato  caldo con i suoi artigli di ghiaccio condannandole a sparire……..

… mi chiedo solo perché.

Perché a me , cosa ho fatto in questa vita…no, non basterebbe cosa ho fatto in questa vita , cosa ho fatto in una vita precedente, cosa posso aver mai fatto per meritare questo dolore , per vivere così , ho dovuto ingoiare sangue , non mi è stato nemmeno concesso di sputarlo, ho dovuto ricacciare indietro quelle lacrime che continuavano a salire,  per poter credere di essere forte, per poter vivere per un po’ d’ orgoglio che da solo mi ero dato , soffrire per una dignità che mi veniva tirata via come dei vestiti strappati ed ho lottato, così tanto, così a lungo da non ricordarmi quando ho cominciato, inseguire sogni subito infranti , possibilità negate  e trovare solo problemi e difficoltà ,uno dietro l’ altro, instancabili  e mi chiedo anche se in fondo a questa strada , questa vita , sulla quale sto strisciando troverò qualcosa , qualsiasi cosa  che possa anche solo per un attimo farmi rivedere gli occhi chiusi della felicità che vola leggera portata dal vento.

Per cosa sto lottando , se è per me sono stanco oramai, per ogni singola cosa che ho, ho dovuto soffrire, ho dovuto letteralmente tirarla a me con la forza , con i denti ,  con le unghie , senza poterne gioire per paura di vederla scomparire come tutto il resto, sentendo solo la risata di questa vita …..ma questa, se è la vita, vale la pena di venire vissuta così ? Sono nato pagandone  il prezzo più alto che un bimbo può permettersi , pagando con l’ unica ricchezza che un bimbo può possedere , la propria madre , per lei non getto via la mia vita perché so che è come se fosse anche la sua , ho pagato per ogni singola cosa sbagliata e per il mio carattere ribelle alla fine ho pagato con la vita di mio padre , che sciocco sono stato , pensavo di poter ….non lo so nemmeno cosa pensavo…ho freddo e so che anche se io ho pagato tutti i miei debiti e con l’ esperienza che ho ora non ne ho più contratti, non ho ricevuto niente in cambio da lei , dalla mia  crudele signora, la vita , lei mi ha chiesto tutto e non mi ha mai dato niente. neanche quando lo meritavo.

Ma in fondo quando esco posso vedere quasi l’ alba, quando la felicità mi passa accanto posso almeno vederla, quando scendo quelle scale posso dire di poterle risalire avendo un posto dove tornare, quando  lavoro posso dire di avere qualche amico accanto,quando respiro posso dire di essere ancora vivo……tante persone non hanno nemmeno questo……………..affondo le mie mani congelate nelle tasche cercando sempre più in fondo un po’ di calore, dubito di trovarlo, ma in fondo se c’ è una sola cosa che ancora non mi ha lasciato, fedele compagna di tutta questa vita , è la speranza , per lei e con lei vivo ogni giorno, alle volte la amo come si potrebbe amare una donna , semplicemente per il suo essere donna così come amo lei semplicemente  per il suo essere speranza ed con lei che io vado a dormire ogni notte ed è da lei che torno a piangere quando il dolore mi aggredisce e lei non mi ha mai deluso, mi  ha sempre fatto trovato qualche pensiero per andare avanti  ed è pensando con lei che trovo ancora la forza di sorridere mentre entro in fabbrica timbrando un cartellino ormai consunto.

 

 

 

*********

 

 

La giovane si affannava veloce e agitata intorno al guardaroba , prese anche la solita bottiglia d’ acqua e si diresse nel camerino accanto portando con sé tutta quella roba, barcollò leggermente davanti alla porta, si guardò intorno realizzando di essere sola e con entrambe le mani occupate , bussò alla porta con un calcio leggero e ridendone  entrò quasi subito, aprendo la maniglia con un gomito e spingendola col fianco, non attendeva una risposta, sapeva che non sarebbe arrivata , la persona in quella stanza non rispondeva mai, a stento qualche volta parlava .

Posando tutto sul piccolo ed elegante divanetto nero, la giovane guardò il ragazzo seduto vicino alla finestra , bellissimo e affascinante , i capelli neri corti davanti, ma lasciati ricadere in fili più lunghi sulla nuca e quegli occhi antracite scuro in quel momento vacui e lontani , incatenati ad un orizzonte che non si poteva vedere né raggiungere e solo per questo ancora più belli, una figura seducente così come la poteva descrivere  chiunque fosse entrato in quel momento , così come la descrivevano i giornali, parlando di lui non solo come di un attore dalla bellezza perfetta , ma anche come di un giovane dall’ intelligenza acuta e ironica , che traspariva dalle trame artistiche dei suoi film e dei suoi libri di sceneggiatura , un ragazzo diverso e unico insieme , eclettico nelle sue sfumature , vario nei suoi accenti di personalità , eterogeneo e solo perfetto……………………………………………..ma tutto questo nei suoi film e nei suoi libri, nella sua vita lui non parlava, non rideva, sembrava vivere solo in quelle due ore nelle quali recitava e nelle notti durante le quali scriveva ciò che avrebbe detto il giorno dopo e nei ritagli di tempo tra un pezzo di vita e l’ altro era lì che lo  si poteva trovare , su quella poltrona  alta girata verso la finestra con l’ orizzonte nello sguardo , una mano sotto il mento e i pensieri naufragati in un infinito altrove.

Sospirando lentamente lei si chiese come era possibile .

Era bello

Era perfetto

Aveva tutto ciò che si poteva desiderare.

Poteva essere felice.

Avrebbe dovuto esserlo.

Doveva essere felice.

 

 

 

 

Eppure non lo sembrava.

In fin dei conti non lo era.

 

La giovane sistemò quello che aveva portato , posò la bottiglietta sul tavolino accanto a lui, ritrovandosi quegli occhi ancora velatamente vaghi fissi su di sé e senza aspettarsi la domanda che vi leggeva rispose, scostandosi una lunga  ciocca di capelli neri e riccioli.

“Ho bussato, ti ho portato quello che serviva”

Lui si rigirò.

“Hn”

Significava “Non ti avevo sentito entrare” lei ne sorrise e finito di sistemare sul divano andò via .

 

 

Lui si alzò controvoglia, lanciò uno sguardo cupo ai vestiti e con insofferenza pensò agli incontri con i suoi ammiratori, ne avrebbe tenuto uno quello sera e un altro tra una settimana, si rifiutò nervosamente di pensarci ancora e ritornò a sedersi davanti all’ infinito spettacolo del cielo limpido, lentamente guardava il sole scendere nel suo giaciglio  che, senza incontrare la sua gemella luna, si preparava a donare agli occhi della notte, le stelle , i suoi raggi per poterle illuminare da lontano,anche lui era stato paragonato ad un sole, un astro nascente , aveva tutto quello che desiderava eppure non poteva gioirne, ma non voleva ammetterne con sé stesso il perché , non poteva dirsi che mancava ancora qualcosa, cosa avrebbe dovuto desiderare ancora ?

Aveva fama, ricchezza , rispetto, bellezza , persone pronte a servirlo, compiacerlo, persone pronte a fare qualsiasi cosa che pendevano dalle sue labbra , disposte a fare da amanti anche  solo per una notte…..era tutto quello che si poteva desiderare…poteva provare felicità.

Provava  solo disgusto e repulsione.

Qualsiasi cosa dicesse veniva ascoltato, qualunque cosa facesse veniva capita, accettata , elogiata , qualunque ordine desse veniva eseguito e tutte quelle persone che si sentivano in diritto di avvicinarsi e adularlo solo per la sua fama, per la sua apparenza così come si potrebbe adorare un idolo ricoperto d’ oro, ma vuoto dentro e loro non avevano mai guardato cosa c’ era dentro,lo ritenevano vuoto o  forse non sapevano nemmeno che esisteva qualcosa chiamato anima , che esisteva qualcosa di diverso e di più importante dell’ aspetto esteriore, qualcosa di più prezioso….di infinitamente più prezioso……….

Ma a loro cosa importava , finché fosse rimasto così in alto sarebbe stato un idolo per loro e poi nel momento del suo inevitabile declino sarebbero spariti tutti , l’ avrebbero criticato di nascosto , protetti dalla luce del loro nuovo dio e lui sarebbe stato solo, veramente solo, così come in fondo lo era adesso, eppure era difficile crederlo ora , ma sarebbe stato così , lui lo sapeva , lo sapeva bene e più dei soldi, più della gloria, più della bellezza quando quel momento  sarebbe arrivato lui avrebbe avuto bisogno solo degli occhi di una persona da amare.

Ma quella persona dov’ era?

 

 

 

 

*********

 

Sto tornando a casa saranno le undici passate oramai , ho freddo, i lampioni emanano una luce flebile ed inservibile accompagnandomi mesti in questo notturno , i coni di marciapiede illuminati  si alternano a quelli in ombra mentre proseguo stancamente ….non ho voglia di salire le scale interne , non voglio guardare quelle porte tutte uguali e infinitamente tristi e pensare a chi vive dietro di loro…persone come me alle quali davvero la vita non ha mai regalato niente…………..mi avvicino alle scale metalliche d’ emergenza e nonostante il freddo pungente , sento questo bisogno di restare ancora un po’ all’ aria aperta …non sono mai stati per me i posti chiusi …è per il mio lavoro che ho dovuto adattarmi…e in tanti modi diversi , ma ora posso anche strappare per me un piccolo desiderio a questa notte….inizio a salire queste scale  mentre alzo lo sguardo verso il cielo….non mi è mai sembrato  così lontano come ora,  sotto  le tonnellate di ferro di queste  grate, un cielo a scacchi degno di un prigioniero della vita quale io sono , un cielo negato quindi , difficile da raggiungere…….

…dimmi cielo chi di noi due è il prigioniero?….

Io costretto a salire queste scale in quest’ esistenza o tu immobile e immutabile  nella tua dimora costretto a guardare me e la vita che per te non passa?

 Mancano  molti piani ancora e accanto a questo vecchio stabile che si staglia  monotono nel buio , risplendono le luci al neon degli eleganti grattacieli vicini, la loro luce abbagliante illumina lateralmente la mia figura e metà del mio viso, mandando i suoi raggi ad infrangersi in minuscoli bagliori infuocati sui freddi gradini che sto salendo………

…è incredibile pensare a come possano coesistere due  realtà così diverse una accanto all’ altra , addirittura di fronte…..mi viene voglia di riderne quasi……quanto sa essere ironica questa vita….

Socchiudo leggermente la mia finestra , potrei entrare, eppure  mi giro rimanendo a guardare ancora quel palazzo splendente…….sembra un sole…ne sono attirato, appoggiandomi alla ringhiera  lo fisso cercando di contarne i piani  e la mia attenzione viene attirata  da uno di essi ….da lì non arriva nessuna  luce, probabilmente non sarà abitato…..sospiro insultandomi per aver pensato che forse un giorno avrei potuto comprare io quella casa …..non sarà mai possibile ……lasciandovi ancora scorrere sopra gli occhi  penso alla realtà……

….eccola lì la felicità che mi passa accanto senza vedermi, senza accorgersi di quanto disperatamente la cerchi ogni giorno e di come io ora la stia osservando da lontano…. lei rende loro felici …….si , loro saranno sicuramente felici.

 

 

*********

 

 

 

 

 

 

Non era felicità questa.

Mancava qualcosa alla sua vita , ne era sicuro oramai,non poteva ridursi tutto ad una critica positiva della stampa o al numero esagerato  di ammiratori che in quel momento lo circondavano, loro lo volevano toccare, volevano parlare con lui, sentire la sua voce e gridavano, gridavano  talmente forte da stordirlo, tanto da impedirgli di sentire i suoi stessi pensieri…no, non era per trovare quello che lui era andato avanti , no, non poteva essere solo quello ciò che c’ era da trovare…….

….. spinto da quelle mani sconosciute , in un labirinto di persone , tirato dalle sue guardie  verso la sua macchina , si sedé sulla pelle nera dell’ interno, affondando una mano tra i propri capelli lasciandola sui propri occhi …….era stanco……….l’ autista lo guardava in rispettoso silenzio dallo specchietto retrovisore, aspettava un ordine…..tsk.. un altro di quelli pronti  ad ubbidire ………era veramente stanco……..

Silenziosamente il giovane rientrò nel suo enorme appartamento, senza curarsi di accendere le luci, lasciò cadere a terra  la giacca e si diresse verso la finestra……appoggiandovi contro la propria mano osservò il posto in cui viveva …..i suoi occhi scorsero una dopo l’ altra le ville dei più ricchi  uomini della città…..le loro luci perennemente accese , nient’ altro che fari d’ ostentazione delle loro inutili ricchezze, e i suoni,le voci e la musica delle feste che riempiva il silenzio delle colline alla sera  a testimonianza delle loro apparenze felici…………  

 

Li disprezzava…..lo disgustavano profondamente mentre con rabbia  sentiva una voce ripetergli nella testa che allora doveva odiare anche sé  stesso perché viveva con loro , come loro…….no, lui non era così e per non confondersi con loro sarebbe andato via …..

Si giro di scatto e stendendosi su un divano prese il cellulare , componendo  al buio un numero che conosceva bene.

 

 

 

Il ragazzo dai capelli neri uscì da solo dal grande ascensore, si guardò intorno un istante prima di dirigersi deciso verso una porta  di colore scuro, fissò un attimo il campanello sul quale non appariva nessun nome e aperta la porta con una singola chiave argentata entrò nella sua nuova casa .

L’ ingresso spazioso l’ accolse aprendosi in fondo verso un ambiente luminoso , lui lo raggiunse lasciandosi catturare immediatamente  dalle intere pareti  fatte di finestre, accanto alle tende  tirate la luce entrava a fiotti rendendo luminosa ogni cosa  e fermandosi al centro della stanza lui poté scorgere dietro quel vetro, che ora non sembrava più così freddo illuminato com’ era da quei raggi caldi , un paesaggio vario e vivo, non più monotone curve grigie e aride sempre uguali a sé stesse , spoglie e rivestite orrendamente in pochi punti da ville lussuose …..ma un paesaggio vero, una città dall’ alto e in lontananza quelle stesse colline sembravano ora  prendere colore come macchie verdi, incontrandosi naturalmente con l’ orizzonte dal colore dell’ indaco, quell’ orizzonte fatto solo per essere guardato ….fatto solo per perdercisi col pensiero, incontrando dove nasce il sole  la sottile striscia azzurra del mare sulla costa.

 

 

Lui rimase immobile perdendosi in quell’ arcadica visione….il tempo scorreva ma lui non ne aveva cognizione……non sapeva più quanto tempo era rimasto lì immobile ad osservare, sapeva solo che ora ,mentre la linea azzurra e indaco dell’ orizzonte spariva lasciando il posto a strali di fuoco  su quel confine fra cielo e terra dove il sole moriva agonizzante, lui avrebbe avuto sempre qualcosa da guardare e nel quale perdersi.

 

Lasciando scivolare le dita sul vetro, bagnandole nella luce,  il ragazzo si spostò nella stanza , raggiunse la parete laterale alla sua sinistra senza mai smettere di fissare  neanche per un attimo quel paesaggio così  affascinante  che lo aveva incatenato a sé solo baciandolo con  quei raggi dorati  dal calore del fuoco.

 

Lasciando controvoglia quel tramonto  il ragazzo si girò lievemente rimanendo fermo davanti ad un’ ombra immensa che  vedeva davanti a sé.

Un palazzo, enorme e grigio.

Nell’ aria rarefatta del primo pomeriggio di giugno, il vento inconsistente accarezzava le forme rigide di quel grattacielo scuro , il colore dell’ intonaco non era più riconoscibile, in alcuni punti lo si poteva ancora vedere di sfuggita, lacero e consunto, gonfio della pioggia della primavera appena finita, l’ enorme struttura pareva stagliarsi a fatica in quel cielo talmente luminoso da abbagliare, sembrava a tratti cedere e ondeggiare quasi ripiegarsi su sé stessa , barcollando, ma era solo l’ effetto visivo del calore riflesso da quelle pietre nude e quelle scale di ferro , pesanti, inadeguate, circondavano soffocandolo un lato di quel palazzo, salendo come una creatura di acciaio verso il tetto, le finestre di ogni abitazione sparse lì intorno, piccole ,quasi invisibili, come feritoie, ogni cosa abbandonata e chiusa.

Fissando con i suoi profondi occhi del colore dell’ ebano quell’ ombra il ragazzo sorrise soddisfatto.

 

 

Il campanello elettrico suonò un paio di volte, nessuno rispose.

“Allora è in casa” si disse sorridendo il giovane mentre entrava.

Si guardò intorno fischiando d’ ammirazione e intravedendo oltre il corridoio una poltrona girata si diresse con espressione compiaciuta in quella direzione.

Il ragazzo seduto sulla poltrona non si girò pur avendolo sentito ed entrambi lo sapevano.

“Allora?”

“Hn”

Il nuovo arrivato si avvicinò lentamente.

“Cosa te ne pare dell’ appartamento che ti ho trovato?”chiese poi.

Il ragazzo moro si voltò finalmente per guardarlo.

Il suo manager , Yohei Mito.

Silenzio.

“Non mi dispiace affatto”

Mito si sorrise ….”non mi dispiace”….voleva dire che gli piaceva….aveva aggiunto anche “affatto”….voleva dire che gli piaceva e  molto

anche.

“Mi fa piacere…. – rispose avvicinandosi alle pareti vetrate –  …in effetti da qui si gode un’ ottima vista la sera”

Lo sguardo attento del manager osservò lentamente lo spettacolo notturno delle luci della città dall’ alto poi si girò dando le spalle al vetro.

“Ma so che tu preferisci il tramonto” concluse.

Il silenzio scese nuovamente nella stanza mentre i passi di Mito si allontanavano, verso la parete laterale.

Silenzio.

Gli occhi del ragazzo seduto seguirono quel movimento, aspettando.

“Ora capisco perché il prezzo è così basso, questo vecchio palazzo  di fronte rovina il panorama , non trovi?”

Il manager  si scostò dal vetro , prese due bicchieri da  sopra un piano di  fine granito e li riempi di Courvet.*

Ne porse uno al suo principale fissandolo negli occhi.

“Mmh chissà perché ma ho come l’ impressione che tu non sia di questo parere, vero?”mormorò.

Un sorriso ironico.

Dopo aver bevuto un sorso, il ragazzo seduto  posò il bicchiere sul tavolino, lentamente.

“Non dirmi che sei venuto qui solo per questo” chiese al suo manager.

Mito sorrise ancora .

“In effetti no – prese fiato , sospirando – come sai tra poco uscirà il tuo nuovo film, ho preso accordi col produttore per il giorno della prima , è tutto”

“Bene”

Silenzio.

 

“Hn ….e poi?”

I loro sguardi si incrociarono.

“Ah non ti si può nascondere niente …..”sospirò il manager.

Mito rivolse nuovamente il suo sguardo alle immense vetrate  poi  si girò serio.

“Pur avendo cercato di mantenere il segreto sul tuo cambio di residenza qualche notizia è trapelata…..probabilmente entro breve scopriranno che ora vivi qui……lo sai che non ero molto convinto di questa tua idea, pur non piacendoti la tua villa, per il semplice fatto che si trovava nella stessa zona della rappresentanza più ricca della città ti assicurava un certo grado di protezione in più……quando  si verrà a sapere  dove abiti  verrai assediato dagli ammiratori, ti aspetteranno in strada e in questa zona , in questo quartiere, sarà difficile organizzare dei turni di controllo efficaci…….”

Ancora il silenzio.

Il ragazzo moro si alzò.

“Non saranno necessari”

“Io credo di si, è probabile che domani stesso  parleranno del tuo trasferimento , non hai idea della gente che verrà qui ad aspettarti…..”

“Non esagerare”

Mito sospirò, non c’ era nient’ altro da fare.

“D’ accordo”

Il manager si diresse verso la porta salutando con un cenno della mano.

 

Rimasto solo, il ragazzo  si avvicinò ancora una volta  a quei vetri , guardando di nuovo quella sagoma scura .

Finalmente avrebbe potuto vedere dalla sua finestra un realtà che non appariva illusoria.

 

 

 

*********

 

 

E’ tardi oramai , cammino da un po’ , verso casa, l’ ultimo autobus è già passato , posso solo andare a piedi, alzo lo sguardo incontrando i colori accesi dei manifesti pubblicitari , i volti sconosciuti di persone famose illuminati anche di notte dalle luci artificiali come per sottolinearne l’ importanza , per farli competere con le stelle , le luci naturali della notte.

Non voglio più pensarci, in fin dei conti non è poi così importante.

Entro nel mio appartamento, non accendo la luce , tanto dovrò subito andare a dormire se voglio riuscire a riposare  almeno qualche ora , mentre lentamente mi spoglio guardo verso il “sole” di fronte, come sempre tutte le luci degli appartamenti sono accese………..

…guardo verso quel piano buio, ora la luce è accesa anche lì, qualcuno l’ ha comprato………..

…..chiudo un istante gli occhi sospirando …..non importa, mi dico …..e stancamente mi stendo sul letto.

Tanto quel sogno non poteva ugualmente essere mio.

 

 

*********

 

 

 

Era stanco , quel ragazzo impassibile lo era davvero, era stanco di quella vita, di quelle persone , tutto il giorno le aveva avute intorno, misurando la loro ipocrisia al primo sguardo, ma qualcosa era diverso dagli altri giorni, avrebbe potuto rifugiarsi , quella sera, in un posto nuovo e affascinante per trovarsi di fronte una vita vera……anelava a quella vista, anelava il momento in cui, appoggiandovisi contro, avrebbe fissato ancora una volta quel palazzo grigio e insulso attraverso il vetro e si sarebbe chiesto, per la prima volta  con qualcosa di simile alla curiosità , chi ci abitava e come vivevano ….come era quell’ altra realtà?

Le riprese erano terminate ,  era tardi , voleva tornare subito a casa, affidò al suo manager il resto dei compiti e salì in macchina imponendo all’ autista una certa velocità, le sue guardie non erano con lui, non le aveva volute, almeno quando tornava in quel rifugio voleva poter rimanere da solo, se le era trovate a fianco nel garage, inviate dal suo manager , ma le aveva congedate, in fin dei conti era  lui  che comandava.

Mentre cominciava a riconoscere appena il paesaggio del suo nuovo quartiere fermò la macchina e scese lasciandola andare via,proseguendo a piedi, voleva raggiungere veramente da solo quel rifugio.

Arrivato in prossimità del proprio appartamento sentì delle voci concitate e dei rumori  forti, alzò lo sguardo incredulo su una  grande folla che si accalcava all’ ingresso del suo palazzo.

Non poteva crederci.

Restò immobile mentre ripensava velocemente a quello che il suo manager gli aveva raccomandato solo la sera prima…………….

…..non c’ era che dire……… la stampa era sempre molto efficiente e veloce quando si trattava di seccature del genere…………

Lentamente il ragazzo cercò di allontanarsi, ma sentì una voce un po’ più alta additarlo e si accorse troppo tardi che quella folla lo aveva visto e che si stava dirigendo di corsa verso di lui………

Non era mai stato da lui scappare di fronte a nessuno, ma in quel caso per puro istinto cominciò a correre, non avrebbe potuto sperare di rimanere illeso, i suoi ammiratori l’ avrebbe voluto toccare , guardare da vicino e lui senza alcuna protezione rischiava di finire soffocato, nel migliore dei casi.

Iniziò a correre pensando ad un modo per raggiungere l’ ingresso e sparirvi, ma non era possibile , stava correndo nella direzione opposta……pensò velocemente a cosa poteva fare, voltò di scatto ad  un angolo infilandosi in una stradina che fiancheggiava un altro palazzo lì accanto , saltò alcuni sacchetti di plastica che ingombravano la strada e si girò un istante a controllare la situazione.

Alcuni lo avevano perso dopo il primo angolo, ma molti lo stavano ancora inseguendo……..lui corse veloce fino ad un altro angolo, svoltò a destra e poi quasi subito a sinistra……non conosceva ancora bene la zona , sperava solo di non finire in un vicolo cieco , cambiò ancora direzione , infilandosi in un vicoletto  dietro il proprio palazzo , da lì forse sperava di poter raggiungere l’ ingresso , si confuse tra le ombre dei cassonetti, correndo ancora, cercando di riprendere fiato si affacciò ad un angolo, poteva vedere quel tanto agognato ingresso…….

…….circondato di persone .

Non era possibile……..tutti gli ammiratori che avevano smesso di inseguirlo erano ritornati lì davanti , nella speranza di fermarlo perché  in un modo o nell’ altro sarebbe dovuto rientrare a casa.

Il ragazzo moro sospirò.

Improvvisamente altri rumori lo riscossero dai suoi pensieri  ricordandogli che qualcuno gli stava ancora dando la caccia, lui si guardò intorno, non poteva continuare a  correre in eterno….doveva nascondersi.

Si rifugiò in un’ altra ombra  e alzando di scatto il volto vide brillare sinistramente quelle enormi scale di ferro del vecchio palazzo che aveva visto  dalla propria  finestra …..mai come in quel momento gli sembrarono così invitanti……facendo attenzione al rumore delle sue scarpe sul metallo ne salì un piano nascondendosi in un cono d’ ombra ,in attesa.

Respirando lentamente , vide un gruppetto di persone fermarsi sotto la luce dei lampioni e guardarsi intorno, respirando affannosamente , non lo vedevano, era sparito , si sparsero un po’ in diverse direzioni finché in quel vicolo non rimase che quel ragazzo e il suo respiro.

 

 

 

 

Erano passati pochi minuti, si sentivano ancora delle voci non molto lontane, non era il caso di lasciare quel nascondiglio almeno per un altro po’………….ripreso fiato il ragazzo moro si guardò intorno, quelle scale le aveva viste dalla sua finestra , non pensava certo di finirci sopra…….alzò lo sguardo verso l’ alto…..non riusciva a vedere il cielo, ma sapeva che ci doveva essere …….chissà com’ era da lassù…..fu improvvisamente preso dal desiderio di saperlo , di vederlo con i propri occhi……si alzò lentamente , guardandosi ancora intorno e cominciò lentamente a salire quelle scale.

 

L’ aria era ancora fredda la sera , c’era vento, lui non sapeva nemmeno quanti piani avesse salito né sapeva quanti ne mancavano al tetto, si sentiva piuttosto stanco , aveva corso abbastanza e sedendosi in terra si appoggiò contro una finestra chiusa , osservando come tutti i piani del suo palazzo fossero illuminati anche a quell’ ora …..tutti tranne il suo…..bhe per forza……era umido , il ragazzo si portò un attimo le mani intorno alle braccia riscaldandosi e si  strinse spingendo contro il vetro dietro di sé .

Con un leggero rumore stridente quella finestra si aprì, spinta dal suo peso, facendolo cadere all’ indietro in  un piccolo appartamento.

Nel silenzio di quella stanza lui posò le mani in terra per rialzarsi e sentì una voce maschile chiedere.

 

 

“Chi c’ è?”

 

 

 

La voce di un ragazzo.

 

Il giovane si alzò , nel silenzio si sentì solo il fruscio dei suoi vestiti , di nuovo quella voce un po’ più impaziente ora.

“Chi è?”

 

Lui schiuse le labbra per rispondere, ma si fermò ….non sapeva cosa dire……sentì il cigolio della rete di un letto e capì che il ragazzo che aveva parlato si stava alzando…..forse sarebbe dovuto andare via ……era entrato in casa di uno sconosciuto ……si girò per uscire dalla finestra…….ma rimase fermo….si, uno sconosciuto….ma uno sconosciuto che abitava in quel palazzo che così tanto lo affascinava.

Il  ragazzo che si era alzato si stava ora muovendo , girando intorno al letto vide un ombra irriconoscibile davanti alla propria finestra ,non riusciva a distinguerne nemmeno i tratti nell’ oscurità totale e si decise a cercare l’ interruttore della luce.

Il ragazzo moro sentì dei passi avvicinarsi e poi allontanarsi quasi subito, doveva andare via ….perché indugiava?

 Oltre al rischio di venire riconosciuto, potevano sorgere altre complicazioni, per fuggire da lì sarebbe dovuto ritornare in strada e una volta sceso avrebbe potuto attirare l’ attenzione di quella folla che quasi certamente lo stava ancora aspettando………non doveva farsi riconoscere anche dal ragazzo che aveva svegliato…..non sapeva bene il perché….forse per non sentire anche da lui le solite ipocrite parole d’ apprezzamento…….o forse voleva  semplicemente mantenere la sua illusione che al mondo esistessero persone diverse e che quelle persone abitassero proprio in quel palazzo.

La voce interruppe i suoi pensieri e il silenzio teso.

“Ora basta”

Si sentì un rumore leggero, come se qualcuno stesse passando una mano su un muro.

Il ragazzo moro capì istintivamente le sue intenzioni e gli parlò, fermandolo.

 

“Non accendere la luce”

 

“Chi sei?”  

 

“Non ha importanza …..non ho cattive intenzioni”

 

“Per me ne ha di importanza……non riesco a vederti, non so chi sei , entri in casa mia a notte fonda….come puoi sperare che ti creda?”

Un attimo di pausa.

“Ora mi sono stancato… ”proseguì.

La sua mano riprese a cercare sulla parete.

“Aspetta ”

 

“Insomma  dimmi chi sei”

 

“Non posso dirtelo……..”

 

“Sei un ladro?”

 

“No, non sono un ladro, credimi”

 

“Allora che cosa ci fai qui, perché sei entrato in casa mia ?”

 

“Mi sto nascondendo”

 

“Se ti stai nascondendo vuol dire che hai fatto qualcosa di male o sbaglio?”

 

“Non sono un criminale”

 

“Allora da chi ti stai nascondendo?”

 

“Diciamo che sono una persona che ha degli ammiratori, mi stavo nascondendo da loro”

 

Silenzio.

Il ragazzo accanto alla parete scoppiò a ridere.

Una risata allegra, così naturale.

A lui sembrò incredibilmente bella in quel silenzio.

 

“Certo che per essere un criminale ne hai di fantasia” disse quel ragazzo , la voce ancora ammorbidita da quella risata .

 

“Non sono un criminale”scandì l’ altro.

 

“Senti io devo andare a dormire, mi devo alzare molto presto e comunque anche se sei un ladro qui dentro non troverai niente, quindi puoi anche andartene”

Il ragazzo moro sospirò.

“Ti ho già detto che non sono un ladro e non ho intenzioni ostili, mi sto semplicemente nascondendo”

 

“Si d’ accordo, non puoi andare a “nasconderti” da un'altra parte ?”scherzò ironico.

 

“Non mi credi vero?”

 

“Secondo te?”

 

“Va bene , allora se non ti fidi perquisiscimi, non ho armi né attrezzi da ladro e nemmeno un berretto sul viso”

 

Ritornò il silenzio tra i due , il ragazzo moro attese ,  cominciò a sentire dei passi che lentamente venivano verso di lui , poi di nuovo nessun rumore.

Attesa.

 

“Non ho intenzione di assalirti mentre ti avvicini se è questo che ti preoccupa” mormorò il ragazzo moro.

“So difendermi da solo, grazie” rispose indispettita quella voce colta in flagrante.

Quei passi ripresero incerti e improvvisamente una mano sfiorò  la camicia del ragazzo vicino alla finestra.

 

Quando l’ altra mano raggiunse la stoffa , entrambe cominciarono a scendere , toccando gli indumenti, in silenzio il ragazzo moro lo lasciò fare alzando le mani.

Quei tocchi erano leggeri, lui non amava assolutamente farsi toccare da nessuno  eppure quelle mani non gli davano particolarmente fastidio….non capiva ……ora le aveva sulle spalle e stavano salendo, toccando il collo, sul mento e poi sul viso e fra i capelli , tocchi leggeri e  , non ne era sicuro ,a tratti timidi  e quasi imbarazzati mentre dopo un attimo ancora si ritraevano velocemente da lui.

 

“Allora?”chiese soddisfatto il moro.

 

“D’ accordo, non sembri un ladro, comunque non puoi pretendere che mi fidi del primo che entra a casa mia di notte aprendo una finestra”

 

“In effetti hai ragione”

 

Passarono alcuni istanti.

Non sapevano cos’ altro dire , lentamente per non spaventarlo il ragazzo moro riaprì la finestra  ed uscì sulla grata delle scale , cautamente si affacciò alla ringhiera , dall’ alto vide del movimento, qualcuno era rimasto ancora nei dintorni e davanti all’ ingresso, ma non poteva vedere con precisione quanti erano, non poteva rischiare di nuovo e sinceramente non voleva affatto scendere da lì, quel ragazzo che aveva conosciuto , che aveva probabilmente spaventato e che ora lo stava spiando da dietro quel vetro lo affascinava in qualche modo, si era sentito attratto dal calore delle sue mani che poco prima lo avevano sfiorato, avrebbe voluto continuare a parlare con lui e questa era una cosa che sorprendeva lui stesso per primo…..lui che voleva parlare………..si, era così …… voleva parlare per vedere se ciò che pensava era giusto, perché gli era data l’ opportunità di scoprire com’ era quell’ altra realtà, perché forse quel ragazzo che stava aspettando lì dietro avrebbe mantenuto la  sua promessa di rimanere sincero  espressa in quella risata che lui aveva sentito…..voleva parlargli…… semplicemente per capire.

 

Il ragazzo moro rientrò.

 

“Cosa guardavi fuori?” si sentì chiedere.

 

“Purtroppo ci sono ancora delle persone rimaste nei dintorni, non posso scendere, rischierei di attirare la loro attenzione ……”

 

Silenzio.

 

“Senti posso nascondermi qui?”chiese infine il ragazzo dai capelli neri.

 

I secondi passarono in silenzio.

In fondo l’ altro non era assolutamente tenuto ad accettare.

 

Il ragazzo moro sospirò

“Anche fuori vicino alla finestra, chiudila pure se vuoi ….”

 

Niente.

 

Il ragazzo moro scosse lievemente la testa , era chiaro che l’ altro non era d’ accordo ….per quanto l’ avesse usata un po’ come scusa in effetti lui non sapeva dove andare, se fosse stato costretto a scendere, non sarebbe potuto certo tornare nel suo appartamento, l’ ingresso era ancora circondato, lo aveva visto…..eppure doveva rassegnarsi, lentamente posò una mano sulla maniglia aprendola per uscire ancora una volta  e forse per non tornare più.

 

 

“Che ore sono?”chiese  quella voce rimasta silenziosa finora.

 

“Saranno le tre e qualcosa” rispose lui.

 

Silenzio ancora .

 

“Va bene rimani pure qui , anche dentro, tanto a questo punto anche se te ne andassi non riuscirei a riposare molto ugualmente”

 

“Grazie”

 

 

 

Il silenzio ritornò tra di loro , il ragazzo moro si era seduto per terra accanto alla finestra ed ora guardava fuori , improvvisamente sentì dei passi , pensò che l’ altro ragazzo si stesse avvicinando invece poco dopo avvertì il leggero cigolio di protesta del letto e sentì un sospiro, riascoltando il silenzio ritornò a guardare fuori…..le luci artificiali del suo palazzo non arrivavano all’ interno , a malapena uno spiraglio di penombra si apriva  a destra, ma non bastava che a illuminare  una parte della sua scarpa…..in quel posto non rischiava di farsi riconoscere …non rischiava di sentirsi adulare per il suo aspetto…..ebbe un presentimento…..forse lì si sarebbe trovato bene dopo tanto tempo.

 

Il silenzio scivolò ancora languido , il monotono ticchettare delle lancette sembrava l’ unico riferimento presente , il rumore fuori non si sentiva dentro poi improvvisamente un suono forte e persistente riempì la stanza , il ragazzo seduto in terra sussultò leggermente.

 

“Ah scusa ….è la sveglia ….” sussurrò quella voce un po’ assopita , il ragazzo sul letto si tirò su, armeggiando quella cosa rumorosa per spegnerla.

 

Quando il silenzio ritornò la voce del ragazzo moro si levò facendosi udire.

 

“Ti svegli sempre a quest’ ora?”

 

“Più o meno si , sono un tipo mattiniero….”rispose senza troppe spiegazioni.

 

Si sentirono nel buio dei fruscii, probabilmente quel ragazzo si stava vestendo , anche se si trovavano nell’ oscurità più completa il ragazzo moro girò istintivamente la testa verso la finestra  per non guardarlo.

 

Per riempire quel ritaglio di silenzio dagli accenni imbarazzanti  lui chiese ancora qualcosa.

 

“Vivi da solo qui?”

 

Non sapeva cos’ altro chiedere, non aveva sentito nessun’ altro lì ,ma questo non dava la certezza che fosse solo….non che poi sapesse a cosa gli serviva chiederlo………

 

“Questa è una domanda sospetta, lo sai? ”

 

Il ragazzo moro rimase sconcertato poi sentì una risatina sommessa…….un attimo dopo quella voce si levò in un'altra risata allegra prima di rispondere affermativamente alla domanda.

 

La stanza tornò quieta , il ragazzo moro si alzò.

 

“Io vado via , fra poco devi uscire vero?”

 

“Si”

 

Lui aprì la finestra …….si voltò un istante , non poteva vedere, ma sentiva che si stavano guardando……

“Grazie” sussurrò.

 

“Addio” rispose il ragazzo dell’ appartamento.

 

Lui uscì senza più rispondere, sorrise ironicamente a sé stesso………non pensava affatto che quello sarebbe stato un addio.

 

 

 

Lentamente cominciò a scendere  , la notte ancora ricopriva con le sue tenebre tutti quei vicoli addormentati, il tempo sembrava non essere trascorso , sembrava essere rimasto  a quell’ istante in cui lui aveva salito quelle scale ed era entrato in un’ altra realtà , ma non era così , il tempo inclemente non si era fermato e in quella stanza il suono regolare di quella sveglia ne aveva scandito il trascorrere, a lungo.

 

Il ragazzo moro alzò il viso , guardando verso l’ alto, un piano sopra di sé….poteva ancora scorgere quella finestra.

 

Continuando a scendere lui contò i propri  passi e quei gradini, quei piani….dalle immense vetrate del suo appartamento quelle scale si vedevano, se forse avesse guardato più attentamente avrebbe potuto vedere quel piano tra gli altri e quella finestra e …si ….anche chi ci abitava……………sarebbe riuscito a vedere quel ragazzo sconosciuto che già lo aveva affascinato con un’ unica risata.

 

Sceso in strada si guardò intorno, camminò velocemente  fino all’ angolo dietro al proprio palazzo e senza farsi vedere vi  entrò sparendo.

 

 

 

*********

Lavoro da un po’ ….sono stanco ……non ho dormito quasi per niente…………..

…io..io ho incontrato un ragazzo questa notte……un ragazzo strano…….sfrontato…..

…quello che è successo non mi sembra ora neanche reale…nell’ assordante e monotono rumore dei macchinari il mio ricordo sembra svanire ….stracciato a pezzi  dalla realtà  ……..sembra perdere qualsiasi contorno e nitidità ……farsi sempre più lontano…….

 

Stanotte io ho davvero incontrato un ragazzo che non ho conosciuto?

 

Cos’ è stato…un lungo sogno…?

Addio gli ho detto……..a lui o ad un’ illusione …….?

Non so cosa sia vero e cosa non lo sia stato…..lui “è”  stato?

 

 

*********

 

 

 

Delicatamente il ragazzo richiuse il cellulare, le grida del suo manager  sembravano risuonargli ancora in testa , fortunatamente si era risparmiato il solito “te l’ avevo detto”, in fin dei conti Mito era  più spaventato che infuriato, si era visto tornare indietro sia le guardie, che aveva inviato, che l’ autista e aveva saputo solo la mattina presto che una folla di persone aveva circondato il palazzo quella notte e si era subito preoccupato di chiamarlo , lui lo aveva laconicamente rassicurato di essere stato bene e avvertendolo della sua assenza quel giorno agli studi aveva chiuso la comunicazione.

 

 

Lentamente si avvicinò alla sua finestra, fissò lo sguardo in direzione di quelle scale, partendo dal basso cominciò a contarne i piani, con esasperante lentezza  saliva incrociando finestre e gradini che non aveva conosciuto quella notte, contandoli, sussurrandone i numeri sulle labbra senza un suono e improvvisamente percorso da un brivido d’ eccitazione incontrò nel primo sole del mattino una piccola finestra bassa che quella notte gli aveva mostrato un altro mondo.

Lui chiuse gli occhi e sospirò.

 

 

 

Il tramonto riempiva l’ aria  cercando di resistere all’ ineluttabile destino di sparire dietro un orizzonte crudele , il ragazzo dagli occhi neri rimaneva seduto immobile, lasciando correre fuori da quel vetro il proprio sguardo attento, niente aveva attirato la sua attenzione , quel ragazzo non era tornato, probabilmente sarebbe rientrato solo più tardi quando ormai era la luna a dominare il cielo e lui non avrebbe potuto guardarlo.

 

Si alzò accostandosi al vetro freddo, vi si appoggiò contro , giocando con il bicchiere che teneva in mano, i suoi occhi si persero un istante nel paesaggio prima di tornare  alla strada  e lì vide passare un ragazzo….il passo lento, forse stanco, la testa lievemente chinata si era levata in uno sguardo verso il palazzo grigio di fronte , con quel gesto i suoi capelli si erano intrecciati agli ultimi raggi del sole prendendone il colore e l’ intensità……..rosso scuro…………..la sua  pelle ambrata sembrava calda persino da lontano , persino attraverso un vetro gelido, risaltando innocentemente da un maglietta estiva bianca ………………..quella figura dai toni caldi si stava allontanando  , seguendola lui rimase in attesa , perse un battito vedendo quel ragazzo salire sulle scale che da tanto stava fissando, lentamente, torturandolo, quelle gambe avvolte dai jeans salivano un piano dopo l’ altro , mentre lui sentiva il proprio respiro farsi più veloce e interrompersi ad ogni gradino in più…….una macchia di fuoco che saliva lentamente ….lui appoggiò una mano al vetro guardandolo, guardando la sua mano scorrere sulle ringhiere reggendosi  , guardando la sua figura arrivare a quel piano , guardandolo avvicinarsi a quella finestra ed entrarvi …………un lungo brivido percorse  il ragazzo dai capelli neri facendogli inarcare le  dita contro il vetro e poi si sentì solo il rumore di un bicchiere che cadeva infrangendosi.

 

 

 

Istanti.

Lunghi istanti lenti, regolati da un respiro rapido e instabile.

Kami…..

 

L’ ultima luce del giorno si riflesse ancora in quella piccola finestra mentre si apriva lasciando uscire ancora una volta quel ragazzo….quei modi di fare , quella sicurezza, non poteva essere un ospite occasionale….no…non sarebbe certo entrato da una finestra…lui abitava lì..

 

 

 

 

Lui.

 

 

 

 

Improvvisamente il cellulare squillò insistentemente, lanciando un’ occhiata veramente veloce all’ orologio il ragazzo moro  si ricordò dei propri  impegni quella sera,  mentre quel ragazzo scendeva le sue scale lì a fianco vide arrivare la propria auto….doveva scendere a sua volta….ma anche l’ altro stava scendendo…………………………….forse avrebbe potuto…………………..incontrarlo.

 

 

Prendendo solo la giacca si precipitò in strada , passò l’ ingresso e scorto dai suoi uomini si vide aprire la portiera dell’ auto, si avvicinò lentamente , ma senza entrare prese un semplice fazzoletto di carta  stringendolo in mano e si diresse verso un cestino ………

….davanti a sé quel ragazzo sceso dalle scale gli veniva incontro……….

 

….passi lenti, senza guardarsi , sfiorandosi forse appena , i due si incontrarono passandosi accanto, in direzioni opposte sopra l’ asfalto caldo…….

….lui, osservando migliaia di volte in un istante quel ragazzo la cui voce al buio non riusciva a rendere giustizia  al calore che possedeva , alla sua particolare bellezza, incontrò i suoi occhi prima di superarlo…occhi che poteva finalmente vedere …. dal colore della terra bruciata dal sole e venata d’ oro ……………………

 

 

 

<Verrò a trovarti stanotte >

 

 

 

Un pensiero fisso nella mente  mentre con un gesto elegante si liberava di quel fazzoletto lasciandolo cadere tra i rifiuti, una scusa, quel fazzoletto non era nient’ altro, ma  forse ora poteva significare l’ abbandono di tutto quello che c’ era stato prima per lui, una vita infelice , che lui non aveva desiderato………….. ora aveva trovato qualcosa che poteva valere di più, aveva trovato un sole che non rimaneva fermo nel cielo ………..

 

 

Aveva trovato il suo ‘tramonto’.

 

 

 

Le ore passavano lente, ciò che faceva non lo interessava affatto, i suoi occhi impazienti correvano spesso alla ricerca delle lancette dell’ orologio, ancora un po’ e sarebbe potuto andare via ….finalmente…..

 

 

 

 

*********

Torno a casa seguendo le stelle , sembrano volermi portare loro a casa stanotte , sembrano volere che io torni lì per forza………..

…ma in attesa di che cosa?

Forse…..quel sogno?

 

 

Sospiro entrando nel buio della stanza, rimango immobile ascoltando, il silenzio che segue mi porta la sua risposta….

…non c’ è nessuno…..

…..mi stendo sul letto e senza volerlo lascio scorrere i miei occhi su quella finestra ……devo chiuderla?

Lui potrebbe tornare…….

Mi chiedo se posso fidarmi a lasciar entrare  un sogno…..

Che assurdità sto pensando…..

Non esiste niente tranne questa vita e certo non esiste un sogno che venga a trovarmi….

…..sono solo stanco ora……

 

*********

 

 

 

 

 

Saliva quelle scale, ad ogni passo sembrava voler cominciare a correre eppure proseguiva lentamente senza fare rumore, arrivò vicino al vetro e lievemente bussò.

Non ottenne risposta, ma entrò lasciando cigolare la finestra.

 

Una voce assonnata , quella voce.

“Chi è?”

 

“Io”rispose il ragazzo moro sedendosi in terra.

 

Sentì il materasso protestare mentre il ragazzo disteso si alzava di scatto, lui sorrise lievemente immaginandosi il suo viso stupito.

 

Si sentì un sospiro.

 

“Forse non ci siamo capiti, io devo svegliarmi presto, devo dormire”

Lui lo sapeva, ma non gli importava poi molto, ma preferì non dirlo.

“Hn”

 

“Che significa questo hn ? Che ci fai di nuovo qui?”

Lo stava aggredendo, ma in realtà provava una strana sensazione nel sentirlo di nuovo lì.

Una strana sensazione.

 

“Sono venuto a scusarmi per ieri notte ….”

 

“…….e per ringraziarti dell’ ospitalità” aggiunse dopo un istante.

 

Silenzio.

 

“Non c’ era bisogno di ritornare apposta……comunque si, in effetti  fai bene a ringraziarmi  non è da tutti fidarsi di uno sconosciuto e ospitarlo alle tre del mattino …si…. sono proprio un “tensai”…..” si vantò quella voce.

 

“Sinceramente io direi un do’ hao piuttosto”rispose lui ironico.

 

“Ehi come ti permetti ……pensa a te piuttosto, che entri nelle case degli altri come un ladro….anzi come una volpe….una stupida volpe  per la precisione ……..”rispose il ragazzo “E poi si può sapere chi sei in realtà?”

 

“Una persona abbastanza famosa” rispose con calma lui.

 

“Senti ‘persona abbastanza famosa’ , io devo dormire”

 

Il ragazzo moro non rispose alle sue  provocazioni , era  sempre talmente rispettato sia dagli ammiratori che dai colleghi da non averne mai ricevute  , per lui era strano , non ci era abituato, era qualcosa di nuovo, sentirsi parlare liberamente e addirittura offendere ……. sorridendo nel buio si disse che anche quella volta aveva ragione , c’ era qualcuno diverso , qualcuno che diceva quello che pensava e lui era riuscito a trovarlo.

 

Silenzio.

 

“Posso rimanere qui?”sussurrò lui.

 

“Perché?”

 

“Non lo so”non stava propriamente mentendo eppure non era una risposta.

 

Silenzio.

A lungo.

 

 

Perché?” si sentì chiedere ancora.

Quella voce non era soddisfatta.

 

Decise di rispondere.

 

“Per capire in cosa sei diverso dagli altri……”

 

“Diverso?”

 

“Si”

 

“In cosa sono diverso io……per te?”

 

“Tu non guardi le apparenze……con me non lo hai fatto”

 

“Ma io non ti ho proprio visto, di quali apparenze parli ?”

 

“Appunto a te non è importato……..” si fermò.

 

“Continua…” chiese il ragazzo dai capelli rossi.

 

“No , non ha importanza adesso…”

 

 

 

Silenzio.

 

 

 

“Posso sapere il tuo nome?”domandò il ragazzo moro.

“Non sarebbe corretto chiedermelo , tu non ti sei presentato ……ma visto che io non sono una persona importante ….. – attesa –

Hanamichi, Hanamichi  Sakuragi”

 

“Hanamichi…” ripeté nel buio lui mormorando.

 

Il ragazzo dai capelli rossi provò un brivido nel sentir pronunciare il proprio nome in un sussurro, da tanto tempo nessuno lo chiamava più così con quella familiarità ed era proprio uno sconosciuto a farlo ora ………

 

Silenzio.

 

 

“Hanamichi”

Si sentì ancora una volta  , il ragazzo moro pensò che il  suono che usciva dalle sue labbra pronunciando quel nome gli piaceva, quel nome  sapeva farsi pronunciare .

 

Lo stava chiamando ora .Un altro brivido per quel ragazzo dai capelli rossi, senza sapere perché.

“Si?”

 

“Dimmi …..tu sei felice?”

 

Respiri , gli unici suoni, i loro.

 

“Perché mi fai una domanda del genere?”

 

“Sei felice?”lo ignorò lui.

 

Un sorridere ironico.

Quante volte si era fatto da solo quella domanda ?….non lo ricordava neppure più…ed ora sentirselo chiedere anche da quel (ombra?illusione?) ragazzo, uno sconosciuto…………sembrava essere suo destino continuare a chiederselo.

 

“Come potrei…… ‘lei’ non mi ha mai dato niente” rispose quel ragazzo dai capelli rossi con un filo di voce.

 

Lei?”

 

“Ah si…scusami…… ‘lei’ …la vita intendo”

 

Lui si immaginò sul suo volto un sorriso imbarazzato………quel volto …..l’ aveva visto solo un attimo nell’ istante in cui si erano sfiorati in strada e da allora lo aveva davanti agli occhi ……. fisso…….. e anche adesso aveva l’ impressione di riuscire a vederlo attraverso l’ oscurità ….

………non sapeva spiegarsi perché…ma era così .

 

“Parli della vita come di qualcosa di vivo, come una persona, come di una donna ….”notò lui

 

“ ‘Lei’ è la cosa più bella che ho e nello stesso tempo la più dolorosa ….sembra assurdo vero?”

 

Quella voce che parlava  era triste , non aveva quasi più niente della voce che lui ricordava la prima notte ….quelle parole dovevano rispecchiare un’ angoscia profonda e quell’ argomento un problema reale e doloroso.

Non voleva sentire quella tristezza …..era solo colpa sua …..aveva lasciato, con le sue domande, che quella voce si stremasse …non era più il caso, avrebbero avuto altro tempo per parlarne ancora ,se avessero voluto….. entrambi.

 

Cambiò argomento.

“Potrei chiederti un bicchiere d’ acqua?”chiese il ragazzo moro.

 

Non ebbe una risposta, ma lo sentì alzarsi , camminare e prendere qualcosa , qualche attimo dopo lo sentì davanti a sé.

 

“Tieni” disse semplicemente Hanamichi.

 

Lui allungò una mano, al buio incontrò la sua che stringeva un bicchiere , lo toccò sfiorandolo come in una carezza fugace , con le dita sulle sue, lasciandole subito dopo  per incontrare il vetro bagnato.

 

Un brivido attraversò  violento il corpo di quel ragazzo dagli occhi caldi.

 

Nel silenzio nessun rumore e poi  pochi passi e la distanza tra loro era tornata.

 

Lui posò a terra quel bicchiere e si alzò sempre lentamente .

 

 

“Vai via?”chiese Sakuragi.

 

“Si…….non voglio più disturbarti”

 

Si sentì il cigolare della finestra, stava andando via .

 

“Tornerai ?” chiese improvvisamente quel ragazzo ,voleva saperlo cosa doveva aspettarsi da lui…..

 

“Me lo chiedi?” rispose piano lui in piedi, girato verso il vetro.

 

“Se te lo chiedessi?”

 

“Tornerò”

 

“Io….” non sapeva…non sapeva a chi stava chiedendo qualcosa …..né perché ……

 

Avvertì dei passi , verso di sé , il ragazzo moro stava venendo verso di lui, sentì  al buio il suo volto avvicinarsi chinandosi e il suo respiro su un orecchio.

“Posso tornare da te domani notte?” sussurrò talmente piano da perdersi quasi nel silenzio.

In quella  stanza vuota non c’ era assolutamente bisogno di parlare così piano……………………….

Un altro brivido, l’ ultimo di quella notte, scosse il corpo di Sakuragi.

 

 

 

 

 

“Si”

 

 

 

 

 

 

*********

Io sono steso al buio, so che tra poco dovrò alzarmi…lui è andato via e io gli ho detto di tornare ………………………………perché?

Lui è tornato stanotte forse non è un sogno o un’ illusione ….le nostre dita prima si sono incontrate….potrei credere che lui esista…..

Eppure i suoi passi non si sentivano………….il  suo respiro poteva essere solo il vento che entrava …….e i suoi tocchi  solo l ’ illusione  dei miei sensi…………………………………………………………………………………………..potrei credere che lui non esista…

 

Brividi….quando  l’ ho sentito pronunciare il mio nome così piano…..quando ci siamo sfiorati …..quando accanto a me sul mio viso ho sentito il suo respiro nel mio orecchio……………………perché?

Mi ha fatto una domanda……sulla felicità…….ha toccato corde molto sottili e sempre talmente affilate da tagliare e fare male ……..

Lui……………domani tornerà veramente oppure ………in fondo perché mi interessa tanto, se lui non tornasse  tutto continuerebbe come prima ……………eppure …io…. non ….so…..mi stringo le braccia intorno al corpo………….perché?

Un’ ombra può essere felice ?

Può esserlo un’ illusione ?

Qualcosa che non esiste può essere felice?

Forse si…….forse proprio perché non esiste ………….infine …..

…penso solo che se lui tornerà domani io gli chiederò se è felice.

 

*********

 

 

 

“Io devo andare finisci tu qui”

“Va bene, domani pensi di esserci?”chiese il suo manager

“Perché me lo chiedi?”disse lui girandosi.

“Beh da un paio di giorni sembri un po’ stanco…..tutto qui”Mito alzò le spalle.

“Va tutto bene e domani ci sarò…ora devo andare”

Il suo manager lo guardò andare via e sospirando tornò in studio.

 

 

 

*********

Non so che ore sono, dovrei dormire ma attendo qualcuno….lui…..tornerà?

Agitato da sensazioni strane mi alzo…..non capisco……….mi avvicinò a quella finestra toccandola ………

E’ possibile che lo stia aspettando così?

E’ possibile che voglia risentire quei brividi ?

E’ veramente possibile che stia aspettando un sogno alla mia finestra?

Sospiro.

 

*********

 

 

 

Un rumore nel buio e lui entrò senza bussare.

Il ragazzo dai capelli rossi lo stava aspettando lì vicino, non fece in tempo a farsi sentire .

“Ah…………………………………………….”

 

Un rumore sordo, entrambi finirono a terra .

 

 

Il ragazzo moro si sollevò leggermente.

“Ahi……..”si lamentò Hanamichi.

Lui, dai capelli neri, si accorse che era ciò su cui era caduto che si lamentava ……..questa consapevolezza gliene portò un’ altra………aveva quel ragazzo sotto di sé…………..i loro respiri si mescolavano……..i suoi capelli sfioravano quella fronte dai fili rossi  ………….sorrise dolcemente

 

“Mi stavi aspettando?”chiese maliziosamente.

 

“Io…..a.alzati”

 

Le mani del ragazzo dai capelli neri  cercarono un punto fermo dove appoggiarsi ai lati di quel corpo,una vicino alla guancia sfiorandola in un tocco  dall’ aria casuale e l’ altra accanto ad un fianco , i loro ventri strusciarono mentre lui tentava di alzarsi senza convinzione , quel fruscio eccitò i suoi sensi , sentiva il calore di quel ragazzo cha assomigliava ad un tramonto oltrepassare la stoffa leggera e arrivare al suo corpo……………quel calore attirava ……doveva allontanarsene …………scostandosi appoggiò un istante una mano sul suo petto , sentì il suo cuore battere forte e si alzò spostandosi di lato.

 

Sakuragi si rimise in piedi , ringraziò l’ oscurità che gli aveva permesso di arrossire senza farsi vedere , sentiva il proprio respiro veloce e il cuore impazzire e non sapeva perché.

 

Si sedé sul letto mentre lui tornò vicino alla finestra in terra , il silenzio li accolse entrambi a lungo.

 

 

Sakuragi si passò una mano tra i capelli , lentamente, per calmarsi , questa volta non era certo che fossero stati solo brividi lungo il suo corpo……………..lasciò quei pensieri , li sentiva solo confusi e adesso aveva una domanda da fare ….a lui.

 

 

“Dimmi…”iniziò Hanamichi.

 

“Si?”

 

“E tu…….tu sei felice?”

 

 

Silenzio.

 

 

 

Non si aspettava quella domanda, ma era giusto rispondere , in fin dei conti lo aveva chiesto anche lui all’ altro.

 

 

“Mi manca qualcosa”rispose semplicemente.

Ed era vero.

 

“Se sei veramente una persona importante dovresti avere tutto, no?”

 

“Ci sono cose che non si possono comprare o ottenere così”

 

“Capisco,penso sia vero”

 

“Hn …..”

 

“E tu stai cercando quello che ti manca?”

 

“Posso dire di si e forse……..”

 

“Forse?”

 

<Forse lo sto trovando> pensò lui dagli  occhi neri.

 

“Niente…”rispose poi.

 

 

 

Dopo lunghi attimi di silenzio la quiete riempì la stanza , appoggiandosi al muro dietro le sue spalle il ragazzo moro sentì l’ altro distendersi sul letto, dalla finestra lasciata da loro negligentemente aperta  un vento ormai caldo della metà  di giugno  soffiava entrando dolcemente a far loro compagnia nell’ oscurità , avvolgendoli e lui,  dagli occhi antracite, si perse nei propri pensieri  e in un sonno leggero, tra i più dolci, perché il primo condiviso con qualcuno.

 

 

Il rumore insistente della sveglia lo destò  , Sakuragi allungò un braccio per spegnerla mugolando assonnato, doveva essersi addormentato senza accorgersene , si distese di nuovo mugolando ancora,  sentì un respiro e si girò di scatto …..

A terra poteva scorgere nella penombra appena  un po’ meno fitta i lineamenti  di un corpo che non riusciva a distinguere…..quell’ ombra era ancora lì , alzandosi a sedere sentì solo un respiro addormentato…………non era andato via …….si era addormentato come lui….con lui………………un lieve sorriso incurvò le sue labbra …entrambi la notte invece di dormire perdevano tempo a parlare e alla fine si erano addormentati..……………….lentamente, muovendosi d’ istinto, il ragazzo dai capelli rossi gli si avvicinò ………quel respiro continuava regolare ……….non sembrava affatto intenzionato a svegliarsi……..la luce ancora non era in grado di lasciarglielo vedere e Hanamichi si avvicinò ancora di più mettendosi in ginocchio davanti a lui, accostandosi ……….sentiva il suo respiro vicino …..come la notte prima…. ricordò in un istante , sentì un brivido leggero………lui gli era davanti …………e ora poteva decidere……

Sarebbe bastato alzarsi lentamente, raggiungere la parete e accendere la luce e avrebbe potuto vedere quel ragazzo, avrebbe visto se esisteva, se era reale ,se non era un sogno , un’ ombra o un’ illusione………………………….oh si  sarebbe stato facile …………ma dopo, svegliato dalla luce, lui sarebbe scomparso in un caso o nell’ altro, se non fosse scomparso con la luce rivelandosi solo un sogno sarebbe comunque scomparso fuggendo, scoperto da lui con l’ inganno…………………………..non voleva .

 

Non voleva .

No.

 

Non voleva vederlo scomparire  portato via dalla luce …..voleva ….si….voleva conoscerlo , parlare ancora , capire  perché si erano incontrati e perché lui era tornato ogni notte  , perché lo lasciava sfiorandolo ………………….perché  gli faceva provare qualcosa che non aveva mai provato….come quei brividi ………no, non l’ avrebbe fatto scomparire , per una volta che non era la vita a portargli via qualcosa perché avrebbe dovuto farlo lui stesso?

 

Piano Hanamichi alzò una mano per incontrare il suo viso……voleva svegliarlo , non sapendo il suo nome non poteva chiamarlo… ……sentiva il proprio cuore cominciare a battere forte , gli disse di calmarsi ma era inutile , mentre la sua mano spostava l’ aria per  arrivare da quella pelle, il ragazzo dai capelli rossi si chiese se sarebbe riuscito a toccarlo…….un’ ombra e un’ illusione sono immateriali …e lui come sarebbe stato ?

Sarebbe riuscito ad avvertire un contatto oppure le sue dita avrebbero stretto il niente, portando con quel gesto una triste conferma che lui non aveva voluto farsi dare dalla luce?

Non sapeva cosa aspettarsi…… sembrava tutto irreale………

Tese le dita.

 

 

………………………………..e  in quel momento  il tempo sembrò fermarsi …….

………………………………..e dilatarsi all’ infinito in un singolo istante …………

……………………………….testimone di un primo, breve e timido incontro voluto da lui……

 

La sua mano , lenta nell’ incedere, si appoggiò delicatamente su quel viso in una carezza leggera fino all’ angolo del mento.

 

Quel ragazzo disteso si lamentò lievemente, scostando il volto dall’ altra parte, Hanamichi si accorse di aver trattenuto il respiro fino ad allora .

Lui aprì gli occhi , schiudendoli piano e nella penombra riconobbe  una figura  indistinta ….. quel ragazzo…… davanti a sé.

 

Hanamichi si scostò lievemente, imbarazzato per quel gesto che aveva appena compiuto ……………una carezza, lo aveva accarezzato.

 

“Io …io ti volevo svegliare….devo..devo andare..v..”cercò di giustificarsi.

 

Il ragazzo dagli occhi neri lo interruppe dolcemente.

“Ssh…era la tua  mano quella che ho sentito sul viso?”

 

Hanamichi abbassò lo sguardo.

 

“Si” rispose talmente piano da non farsi quasi udire.

 

Lui  si mosse lentamente , allungando una mano e dolcemente la passò sul viso di quel ragazzo dai capelli rossi , prima solo sfiorandolo poi accarezzandolo lentamente.

Ricambiando il gesto appena ricevuto.

Quella pelle che stava    toccando  tremava  leggermente , lo avvertiva mentre i  loro corpi si stavano avvicinando , infinitamente lenti , richiamati l’ uno dall’ altro.

 

 

 

 

 

La stoffa leggera frusciò mentre  si abbracciavano.

 

 

 

 

Le mani strette sulle spalle , dietro la schiena poi più giù , per un istante , sui fianchi.

Si strinsero , un’ ultima volta.

Poi lui si allontanò.

 

“Grazie per questo risveglio”sussurrò.

 

E aperta la finestra scivolò via .

 

 

 

 

 

 

 

*********

 

 

Io mi sono stretto al suo corpo………….

Io mi sono lasciato abbracciare , l’ ho abbracciato ……….

Rimango immobile contro questa parete , seduto in terra dove poco fa era seduto lui, sento il viso in fiamme , sento ancora calore lì dove lui mi ha toccato con la sua mano ……….

…cerco di calmare il mio cuore , di rallentare il mio respiro , di ritrovare il controllo del mio corpo che trema ………….non ho freddo….è ….caldo…….sento caldo, dentro, in fondo  al petto , un po’ a sinistra …………io …kami ….ho paura…….non trovo un nome per queste sensazioni …….non trovo un nome che non mi faccia paura ……………….penso solo …..io e il mio sogno……….abbracciati.

 

 

*********

 

 

 

Lui era appoggiato al vetro, non era riuscito ad andare a lavorare, il suo cellulare suonava incessantemente , ma  a lui non importava affatto, non gli importava niente , niente che non fosse quel ragazzo…………….kami ……l’ aveva stretto a sé ………e non aveva sentito quel corpo allontanarsi , rifiutarsi……….aveva sentito quel ragazzo farsi stringere…………..chiuse una mano …..sentiva ancora sulle dita il ricordo di quella pelle calda , quella pelle che aveva potuto toccare , accarezzare……..dal calore intenso ……….kami……

….kami….kami …..kami  ……..no..non ce l’ avrebbe fatta ad aspettare la notte successiva  per vederlo e sentirlo , no……..

non ce l’ avrebbe fatta …………….

 

 

Il tempo scivolava via perfidamente lento, poche scuse pronunciate in tono serio al suo manager , un bicchiere in mano , ancora vicino a quel vetro, non se n’ era allontanato per tutto il giorno ed ora era il tramonto.

 

 

Appoggiando la fronte al vetro freddo lui lo vide passare in strada ……………un ansito uscì dalle sue labbra …si avvicinò di più , fermato da quella finestra contro la quale si stava appoggiando , toccandola  mentre invece avrebbe voluto toccare lui……

….quel ragazzo …..

……….che camminava lentamente nella luce rossa  del tramonto prendendo quei colori caldi per sé , per vestirsene e riscaldarsene , ridonandoli poi  a lui la notte quando si incontravano  e saliva quelle scale , lentamente , come a lasciarsi guardare , mentre il tramonto moriva ……quel tramonto che lui aveva sempre amato e guardato e in cui si era sempre perso e che ora non guardava più ,nemmeno di sfuggita perché messo a confronto con quel ragazzo ne era uscito perdente perché ……….perché …….

 

… ‘era quello il “tramonto” che ora amava’.

 

 

 

 

Un sospiro spezzato e lui attese la notte.

 

 

 

 

 

Salì quelle scale , veloce , leggero , davvero come un’ ombra della notte e senza chiederne il permesso rubò alla luna un raggio per illuminarsene un istante prima di entrare in quella finestra.

 

Silenzio.

 

“Se..sei tu?”chiese Hanamichi mettendosi a sedere sul letto.

 

Il ragazzo moro rimase in piedi, sorrise malizioso.

 

“Hn ….mi stavi forse aspettando sveglio?”

 

Sakuragi arrossì immediatamente.

“No..io…no…e ..”

 

 

Il ragazzo dagli occhi neri rise sommessamente , per la prima volta , dopo tanto tempo ……………

 

 

Hanamichi restò in silenzio , ad ascoltare la sua voce , sentendo il proprio cuore aumentare i battiti, steso sul letto.

 

Lui si sedé sul pavimento , sempre vicino alla finestra , guardando fuori.

 

Sentimenti confusi , che toglievano il respiro e la ragione , si agitavano  dentro di loro ………….non sapevano cosa fare……….

…..cosa dirsi …….sentivano solo uno la presenza dell’ altro e bastava a fargli  dimenticare ogni cosa ……………..

 

 

Il tempo passava ,ascoltando ognuno i respiri dell’ altro, senza farsi sentire , senza farlo capire ………….

 

 

Improvvisamente un rumore soffuso ma insistente  interruppe quel gioco di respiri e silenzio…………un suono che si ripeteva , una specie di segnale acustico …Sakuragi allungò una mano……….ma non era la sua sveglia ……..attraverso l’ oscurità guardò verso il suo ospite .

 

Il ragazzo moro sospirò , prese il cellulare dalla tasca e aprì la finestra.

Con un gesto del braccio lo tirò lontano , attraverso la ringhiera , richiudendo subito la finestra per non sentire ancora il suo suono e il rumore che avrebbe fatto schiantandosi al suolo.

 

Dopo un istante di silenzio Hanamichi cominciò a ridere sottovoce.

Lui ascoltò sorridendo quella risata sempre così bella.

 

 

“Non sei davvero un ladro se butti via così  un cellulare”rise ancora il ragazzo dai capelli rossi.

 

Il ragazzo dagli occhi neri gli rispose piano.

“Te l’ avevo detto”

 

Hanamichi lasciò passare un altro minuto poi chiese.

“Perché l’ hai fatto?”

 

Lui lo fissò al buio poi scandì lentamente.

 

 

 

“Mi  disturbava……..stavo ascoltando il tuo respiro ……….”

 

 

 

 

Sakuragi arrossì ancora mentre la sveglia cominciava a sua volta a  suonare.

 

Si alzarono entrambi.

 

Hanamichi si girò verso di lui , come a chiedergli silenziosamente di andare.

Lui cominciò ad avvicinarsi.

Sentendo i suoi passi verso di sé il ragazzo dai capelli rossi rimase fermo mentre il suo cuore saltava un battito.

 

 

Lui dai capelli d’ ebano e gli occhi neri alzò le braccia e lo strinse un istante …….di nuovo……a sé.

 

Un abbraccio fugace ed era già uscito , scendendo per le scale , pensando che senza toccarlo non era riuscito ad andarsene.

Mentre già attendeva la prossima notte.

 

 

 

 

Il suo manager lo guardava attentamente , lui sospirò prima di fissarlo in uno sguardo eloquente e infastidito, attorno a loro i tecnici e i macchinisti si aggiravano indaffarati per una parte del set.

Mito si avvicinò.

“Ascolta …………è ……sono un po’ di giorni che ti ….vedo …come dire….. un po’ assente…..ho provato pure a chiamarti ieri notte , ma…….il tuo cellulare non rispondeva…..poi ho perso la linea …….”

Il ragazzo moro incurvò lievemente le labbra al ricordo di dove fosse finito il suo cellulare ………di ‘come’ fosse finito.

 

E quel pensiero gliene portò un’ altro…………un pensiero caldo……..come il tramonto …….un pensiero che anche quella notte aveva potuto stringere a sé senza sentirsi rifiutare………….un pensiero che ora infiammava i suoi sensi mentre vi si perdeva lasciando vagare lontana la mente…………………..

 

La voce del suo manager  lo richiamò alla realtà.

“Insomma…….si può sapere dove sparisci la notte?”

Lui si girò , per prendere in mano una tazza di caffè e il copione , guardò Yohei  e con calma rispose.

 

“In un’ altra realtà….”

 

Mito lo fissò seriamente , poi si guardò intorno e si avvicinò lentamente , appoggiandogli una mano sulla spalla.

 

“Non avrai mica cominciato con……la droga?”chiese serio.

 

Il ragazzo moro lo fissò negli occhi,in silenzio, per un attimo …. come da sempre era abituato a fare prima di dire una cosa importante, una cosa che andava rispettata.

 

“Io non mi drogo ………mi sorprende che tu mi faccia una domanda del genere …………pensavo mi conoscessi oramai……”

 

Mito abbassò lo stesso sguardo che per un attimo si era velato di timore al pensiero che la risposta potesse essere si.

 

“Hai ragione , scusami”sospirò sollevato.

 

Lui scrollò le spalle , aveva rimproverato il proprio manager per quell’ affermazione che in fondo poteva essere anche in parte vera……..

……………guardò l’ orologio…… .mancava del tempo , troppo perché lui  riuscisse a rimanere  calmo……..le ore del giorno sembravano troppo lunghe ……..molto più lunghe delle  ore della notte………….quelle invece passavano in un attimo …….quando entrava in quella stanza il tempo scorreva più veloce , scivolava via dalle sue dita……senza dargli il tempo di fermarlo …….di farlo suo………………di farlo ….loro.

Era inquieto , attendeva la notte sempre di più ogni giorno che passava , irrimediabilmente affascinato , incantato da quella voce , da quel calore ……………….da quel ‘tramonto’ che a lui era concesso di ‘vedere’ anche di notte ……………..voleva tornare da lui ……non bastavano poche ore per notte……………non bastavano più ……………

 

 

Sorrise lievemente …..in fondo il suo manager aveva ragione ……….quelle notti con quel ragazzo erano  droga.

 

 

 

 

 

*********

 

E’ giorno.

Penso alla notte.

Le mie notti.

Il mio  ricordo di lui, di quello che mi fa , quello che mi fa provare, sembra soffrire e svanire , rompersi e dissolversi solo alla luce del giorno, nel sole…..

Per poi ricomparire più forte e affascinante appena la notte cala sulla sera e sulla terra…..

 

Sento stanchezza , ma sto bene, corro verso casa , più velocemente possibile , questa stessa strada che tante volte ho percorso lentamente vinto dalla tristezza e dalla fatica ora mi è indifferente ……ogni cosa lo è…..non mi guardo più intorno, non guardo più il cielo stellato che tanto ammiravo ………….mi ero affezionato al cielo della notte……………..perché mi accompagnava in silenzio verso casa , facendomi compagnia , il cielo della notte………….

….così scuro………dagli occhi neri ………(come i suoi)

….così grande ………immenso……….

….e dolce……….perché dolci erano i pensieri che mi portava a fare ………….perché mi perdevo anche se solo per attimi (intensi)……in lui …………dimenticando ogni dolore …….solo ammaliato da tutto quell’ infinito ………certo che, pur non avendo molto denaro né cose materiali…. nessuno……………nessuno avrebbe potuto togliermi il diritto di alzare il viso e farmi accarezzare da quest’ enorme sguardo nero vestito di luce  silenzioso e interminabile…………………nessuno, mai.

……….ma ora, ora non alzo più il viso , non mi perdo più  in una dolce contemplazione ……….ho un unico pensiero ……..

 

 

………tornare a casa e attendere che un sogno , il mio, bussi alla finestra  …………..

….per lasciarlo entrare da me ……… 

 

 

*********

 

 

 

 

 

 

Il ragazzo moro entrò battendo delicatamente due o tre volte sul vetro della finestra.

Appena entrato quella voce lo accolse.

 

“Ciao”

 

Lui ne sorrise, dolcemente poi si sistemò in terra , lasciando un braccio appoggiato al proprio ginocchio piegato, guardando un istante la luce della luna che si rifrangeva sul ferro grigio delle ringhiere lì fuori.

 

Hanamichi  sospirò lentamente , interrompendo quel silenzio troppo carico di aspettative.

 

Il ragazzo moro si girò verso di lui.

 

“Parlami di ‘lei’…………….”

 

 

 

Lei?” chiese Sakuragi senza capire.

 

Lui sussurrò in risposta.

 

“La vita ……… ‘lei’….”

 

 

Silenzio.

 

 

“Non c’ è molto da dire ……sulla mia vita …………………………………………..

……………..perché non c’ è molto nella mia vita ………”mormorò lui dai capelli rossi.

 

 

Lui cercò di guardarlo attraverso l’ oscurità.

Quella voce , così triste , come quella volta che l’ aveva sentita notti prima , era tornata.

Lui immaginò quel ragazzo , senza riuscire in alcun modo a vederlo, lo immaginò , seduto lì sul letto , quello sguardo caldo abbassato , la bocca piegata in un sorriso amaro, quel viso così solare chino e immobile ……….non sapeva perché ,ma faceva male immaginarlo così……sentirlo parlare così ……………

 

“Ma c’ è tanta gente che sta’ peggio……….che non ha davvero niente ………quindi io sto meglio di loro , no?”

riprese sforzandosi di cambiare tono.

 

Ora lui lo immaginava con un sorriso leggero sulle labbra e gli occhi di nuovo fieri per quel coraggio che cercava di darsi.

 

 

Era incredibile ……..era incredibile come riuscisse a capirlo solo ascoltando la sua voce ……..al punto di riuscire ad immaginare le espressioni del suo viso……….si sentiva bene …perché quella voce così sincera era reale e la voce,  si sa,  è lo specchio dell’ anima ……

……un’ anima sincera…………………l’ aveva trovata………….finalmente.

 

 

Silenzio.

 

 

Hanamichi si mise a sedere, le mani affondate nelle lenzuola piegate sotto di lui.

 

“Io….io mi alzo alle quattro….questo lo sai già……..lavoro qui vicino……….in una delle fabbriche qui intorno…………fino alla prima sera……..poi mi cambio e raggiungo il centro…………lì lavoro in un piccolo pub fino alla chiusura e anche la domenica ………”

 

 

Lui non disse niente.

 

 

“Così pago l’ affitto e le spese ordinarie ……………”

 

 

“Non hai nessuno…..con te?”

 

 

“No”

 

 

Silenzio.

Teso e sofferente.

 

 

“Loro sono morti” sussurrò quel ragazzo dai capelli rossi.

 

 

Il ragazzo moro  sospirò ,chiudendo gli occhi.

 

Era difficile crederlo…….quel ragazzo così solare , quasi allegro…………………..in realtà solo….profondamente solo.

Come lui , del resto, circondato di persone , ma solo ,dentro.

 

 

“ ‘Le..lei’ ……….li ha portati v..via ………tempo f.fa………. ‘lei’…..”disse Hanamichi con un filo di voce stringendo tra le dita quelle lenzuola  morbide.

 

Un singhiozzo.

 

Lui alzò di scatto il viso, sentendo distintamente un altro di quei tristi suoni.

 

Non attese.

 

Si alzò , veloce e lo raggiunse su quel letto.

 

Prese il suo mento tra le dita ,per alzarglielo , sentendo quelle lacrime calde bagnare la propria mano , lentamente sollevò  anche l’ altra  per passarla su quegli occhi , dolcemente , con il dorso e i polpastrelli ,ma sembrava non bastare , quelle lacrime , di un passato troppo doloroso per poter essere ricordato senza pagarne il prezzo , non volevano fermarsi e quelle mani che avevano tentato di asciugarle  erano ora completamente bagnate………………allora lui le passò su quel corpo lievemente tremante e con forza lo strinse contro il suo , in un abbraccio dolce e caldo.

 

Lo sentì restare fermo e poi abbandonarsi , lasciarsi confortare e avendolo tra le braccia lo strinse più forte……………

…….. odiandosi per averlo fatto parlare 

…….per averlo fatto ricordare…….e …………soffrire …….

 

Rimasero così a lungo, mentre quei singhiozzi pian piano  si trasformavano in lievi sospiri e infine  solo respiri , ma lui non lo lasciò andare………

 

“Mi dispiace - sussurrò il ragazzo dagli occhi neri - …………mi dispiace”

 

Hanamichi scosse la testa contro di lui , senza farsi lasciare.

E lui rimase lì ,a passare le mani sulla sua schiena , sul suo fianco ,piano, al buio.

 

 

 

 

Si scostarono leggermente, Hanamichi lo strinse un attimo, il suo dolore cacciato via dalle carezze di quelle mani.

 

 

 

“E tu …….lavori?”chiese.

 

 

 

Lui sorrise e con voce morbida rispose.

“Certo , non vado mica a rubare”

 

 

Sakuragi rise ………quella frase detta da lui …poi ………che la prima volta era entrato di notte e da una finestra …………..

 

Il ragazzo moro ascoltò quella risata , la voleva sentire e ci era riuscito.

 

Ma quella voce così bella , ora ancora un po’ più stanca………….

….. per tutta la sera  gli  era sembrata più insonnolita del solito ……

 

Lo strinse ancora, delicatamente , poi lo spinse sul letto , allontanandolo da sé e passandogli una mano sul viso per accarezzarlo lo lasciò, alzandosi.

 

“Riposa un po’ ……”mormorò.

 

E confondendosi con le lunghe ombre delle ringhiere sulle scale fredde andò via, prima che il suono metallico della sveglia  decidesse come ogni notte il loro momentaneo addio, prima che la vicinanza di quel ragazzo così caldo e indifeso ghermisse i suoi sensi , costringendolo a  cercare un contatto profondo con quelle labbra e quel corpo ……………..

……  prima che avesse il tempo di  capire chiaramente che era ormai perso ………irrimediabilmente perso …………

…….perso per uno stupendo tramonto notturno.

 

 

 

 

 

 

 

*********

 

Lui ha asciugato le mie lacrime.

Lui ha stretto il mio corpo.

Lui ……….kami…………..lui mi ha fatto rivedere , anche se solo per un istante , gli occhi chiusi della felicità che mi passava accanto……….kami……………………………..lui…………………………………….

………io……………………….

Non so……..non capisco ……………non credo …………………

Lui .

Lui.

Lui.

 

 

 

*********

 

 

Lui scivolò nella stanza , piano, bussando una volta sola al vetro.

Non sentì nessuna risposta mentre lentamente entrava.

 

Rimase fermo nel  silenzio, cercando in esso le risposte che voleva.

Un respiro , leggerissimo, si poteva a stento avvertire , ma bastava un suo lieve passo in avanti per cancellare quel piccolo suono rendendolo segreto all’ udito.

 

“Hanamichi……..?”chiamò piano , infine.

 

Non ottenne alcuna risposta, solo quel suono, a intervalli regolari , lottava per farsi sentire da lui.

 

Il ragazzo dai capelli neri si avvicinò lentamente  al letto e tendendo una mano incontrò il calore del corpo addormentato di Hanamichi.

 

Dormiva profondamente , tanto da non averlo sentito entrare…………

 

Lui sospirò , avevano passato svegli la maggior parte delle notti precedenti e quel ragazzo addormentato non aveva un solo lavoro, ne aveva due , doveva svegliarsi presto ogni mattina e lavorare duramente fino a sera inoltrata e non erano lavori  come il  suo , dal quale lui poteva assentarsi tranquillamente , nel quale era lui quello che comandava………………era una realtà diversa , quella stessa realtà che per tanto tempo aveva voluto cercare e vedere…………………e ora che la aveva davanti  faceva male………………ma era quella realtà  in sé stessa a fare male o  era il sapere che quel ragazzo soffriva perché apparteneva a quella realtà?

Erano più o meno la stessa cosa, ma rispondere di si alla seconda domanda portava implicazioni più grandi di una semplice sofferenza per la sorte di alcune persone meno fortunate………………….

 

Pensò a lui ,la notte prima , quando si erano lasciati ,aveva avvertito una nota un po’ più intensa di stanchezza nella sua  voce  e quella notte , prima che lui arrivasse , Morfeo lo aveva già visitato , portandolo dolcemente via con sé ……….

 

Con lentezza lui si sedé sulla sponda di quel  letto  , lasciando correre i propri pensieri , senza fermarli , senza quasi pensarli……..

…mentre le sue mani avevano già raggiunto l’ altro corpo e ora scivolavano lievi e dolci su quella pelle …………

….

Lui lo accarezzò a lungo, senza svegliarlo, permettendo  agli altri  suoi sensi di immaginare  ciò che la vista non poteva  vedere e così quelle dita scivolarono veloci e leggere sul viso , dalle tempie agli angoli dell’ occhio, dalle guance al mento , alla linea delle labbra , lungo la linea superiore e quella inferiore , insistendo con delicatezza  sulle pieghe morbide al centro , immaginandole con la mente , dando loro la forma che per prime le dita avevano percepito, dando loro la consistenza e anche il colore , che per pochi istanti , il giorno in cui si erano incontrati in strada , lui vi aveva scorto sopra …………..

Quelle dita continuarono la loro lenta e gentile discesa , passando sul collo , fino all’ incavo della spalla , in un lungo movimento morbido e diritto.

 

Il ragazzo dai capelli rossi mugolò piano e lui , sorridendo malizioso , ripeté quel movimento, più lentamente.

Un altro mugolio, più forte.

 

Le sue mani scesero ancora , incontrando la stoffa leggera di una maglia estiva , aggirarono quell’ ostacolo , infilandosi sotto il cotone, a contatto con la pelle calda , proprio sopra il cuore ………….

Lo sentiva battere , lento , regolare , vivo……..il torace che si alzava ed abbassava anch’esso lento , regolato dal sonno e da lì in una carezza profonda sull’ addome fino alla linea dei fianchi , fino alla linea dell’ inguine.

 

Inconsciamente Hanamichi si sollevò , inarcando lievemente la schiena , tendendo i fianchi  verso quelle dita , in un mugolio forte e distinto.

 

Completamente  ipnotizzato da quei movimenti il ragazzo dagli occhi neri ripeté anche quella carezza , partendo dallo sterno e scendendo  attraverso l’ addome fino a spostarsi di lato su quella linea che spariva verso l’ inguine , ma non solo con le punte delle dita , vi passò sopra  la propria mano aperta , accarezzando la pelle con il palmo.

 

Le labbra di Hanamichi si schiusero e ne uscì un suono più forte , non più un  semplice mugolio……..era un gemito.

 

 

Lui interruppe immediatamente quel gioco , diventato ormai pericoloso per i propri sensi, lasciò  quel corpo caldo  per ritornare vicino al suo viso ,  vi passò ancora le mani sopra , in carezze ben più innocenti , fino ai capelli , morbidi , setosi , che lui sapeva rossi come il fuoco,  come il tramonto ………………

Vi passò le mani dentro , giocando  con i fili che rimanevano impigliati tra le sue dita aperte  , fino a sentire quel ragazzo addormentato  sospirare di piacere.

 

 Il ragazzo dai capelli neri,  stendendosi accanto a lui sul letto, continuò a lungo ad accarezzarlo , piano , vegliando sul suo sonno, stringendolo lievemente a sé , senza lasciare che le sue mani si fermassero , fino a che il tempo a loro disposizione non finì.

 

La sveglia iniziò a suonare , lui si alzò prima che quel suono svegliasse quel ragazzo, avrebbe voluto rimanere accanto  a lui, magari stringerlo appena si fosse svegliato e sussurrargli un buongiorno all’ orecchio, ma non poteva …………non poteva ancora …….

……..l’ avrebbe solo inutilmente spaventato………….

Si diresse verso la finestra e attese ,  doveva andare via , ma prima voleva sentire la sua voce , fargli capire che anche quella notte era venuto da lui.

 

Hanamichi aprì gli occhi , con un gesto lento spense quella cosa rumorosa poi di scatto si mise a sedere , cercando di guardare intorno a sé.

Lui capì cosa stava facendo dai rumori che sentiva e rispose ad una domanda che non era ancora stata fatta.

 

“Sono qui”

 

 

Sentì un sospiro.

“Scusami - mormorò Hanamichi - ………io..mi sono addormentato …e ..e  perché non mi hai svegliato?”

 

Lui lo interruppe gentilmente.

 

“Non importa ………ho passato lo stesso una notte molto piacevole”

 

E uscì , sparendo nel vento caldo della fine della notte.

 

 

 

*********

 

 Cosa significa tutto ciò?

Perché ora che lui è andato via  il mio cuore ha ripreso a battere al proprio ritmo?

E’ rimasto qui …….con me……..chissà quanto a lungo………….io……….sento il suo profumo…….si…….il suo……..

…qui …….accanto a me………affondo il viso nelle lenzuola tiepide………….hanno il suo profumo………quello che ha riempito questa stanza la notte in cui è entrato per la prima volta ………………………..ma i sogni hanno un profumo?……..

Il mio lo ha ……………lo sento ancora , più forte , più vicino, ma so che lui non è qui……..non è più qui……..cos’ è la tristezza che provo nel pensare questa frase?

Cos’ è ?

Inspiro debolmente, il suo profumo è ancora qui, ogni volta che mi giro in questo letto lo sento, più forte………allora mi alzo……..sentirlo non mi fa capire più niente ……………………confuso…….mi sento confuso…………ma quel profumo mi segue , mi sposto , è ancora con me ……………..sono io………….allora sono io ad averlo addosso?

Perché?

Lui era lì in terra , come sempre  e non vicino a me ……..perché?

Lui …………forse si è avvicinato ……….sento qualcosa sulla pelle del viso…………calore ….come quella volta in cui  lui mi ha sfiorato con le dita …………ho il suo odore addosso e sento  il ricordo che  appartiene alla  mia pelle di quel tocco gentile farsi vivo, farsi come…..reale…………………

Lui mi ha toccato mentre dormivo?

Un brivido veramente violento scende lungo la mia schiena, devo andare via da qui, devo uscire……..

……. l’ aria comincia , al buio , a sembrarmi lui e il vento a sembrarmi  le sue mani……..

Esco , le stelle occhieggiano ancora nel cielo appena appena rischiarato , le guardo , sapendo quanto a lungo loro mi abbiano guardato in tutta la loro vita così simile alla mia ………….sole e destinate a scomparire senza che nessuno se ne accorga , come vedendole sempre al loro immutabile posto……………

Adesso le sto pregando……..

…vi prego , perdonate i piccoli desideri che ho rubato alle vostre amate notti ………desideri semplici e innocenti……..come salire le scale accarezzato dal vento, cantare sommessamente una canzone  per le persone che ho perso, che hanno perso me , sorridere alla luna inchinandosi scherzosamente, ma con sincerità davanti a lei per la sua bellezza……………..vi prego perdonatemi………e chiedete , se potete , un favore per me al vostro re …il sole……….chiedetegli di riposarsi domani , di non sorgere, di prendersi qualche giorno libero……….e chiedete alla luna, vostra regina, di prendere il suo posto , annunciando al mondo notti lunghe come giorni interi…….

…….no, no forse dovreste chiedere al sole di far durare i suoi giorni come le notti , per vedere se lui  …se lui tornerebbe da me anche quando le notti non esisteranno più …………..vi prego ……..chiedetegli qualsiasi cosa …………qualsiasi ……..

……..e  chiedeteglielo , per darmi il tempo , quello cha a noi manca sempre , sempre di più …………… per darmi il tempo di capire …………capire di cosa sono fatte queste notti  insieme , di cosa sono fatti questi giorni divisi……….di cosa sono fatti questi sentimenti ……di come si chiama questa paura che sento, leggera e vaga , in me , quando penso a lui……………

e scendo queste scale e alzo la testa e mi sembra che il vento abbia sussurrato qualcosa ………..una parola che comincia per a……..

……….tempo…….tempo  per capire ……gli rispondo iniziando a camminare……………

 

 

*********

 

 

 

Anche quella notte lui sparì da tutto , dal mondo che lo conosceva, per entrare in una piccola finestra  sempre buia.

 

“Hanamichi..?” chiamò subito.

 

“Sono qui”rispose l’ altro, la voce bassa e calma.

 

Lui lo prese per un invito e si avvicinò.

 

Il ragazzo dai capelli rossi  lo sentì sedersi accanto a sé , sollevò il viso, imbarazzato.

 

 

“Io..io…..mi dispiace ancora per ieri …………ero…”

 

“Sssh………non importa , ti ho detto, no?”un tono gentile , basso.

 

Restarono in silenzio.

 

Facendo scivolare una mano fra le pieghe delle lenzuola , lui sfiorò una volta le dita di Hanamichi, le sfiorò ancora insistendo , finché non lasciò quella mano sulla sua.

 

Attimi.

 

Sakuragi scostò le dita.

 

Lui  alzò uno sguardo profondo come quell’ oscurità su di lui.

 

 

“Hai paura di me?” chiese.

 

Alzando di scatto il viso Hanamichi rispose d’ istinto.

 

“No”

 

Un sorriso leggero.

 

“Hai paura di toccarmi?”chiese ancora il ragazzo dai capelli neri.

 

Hanamichi si morse le labbra.

“No … non credo……..”rispose.

 

Lui prese la sua mano , quella mano che si era ritirata  e la strinse , nella sua .

 

Hanamichi  si ritrasse ancora senza dire niente.

 

“Perché ?” chiese solo lui dai capelli neri.

 

Hanamichi si alzò dal letto, accostandosi alla parete.

 

 

 

“Io ..io non lo so…….non so più niente……..ti prego non chiedermi niente………tu  e queste notti……….io ……ti prego voglio vederti ……lasciami accendere la luce ………………”sussurrò infine con un filo di voce.

 

 

 

Gli occhi neri di quel ragazzo si allargarono dallo stupore mentre fissava il vuoto di fronte a sé.

 

No……….se prima era  stata una semplice richiesta, un gioco quasi……………..ora no……non era più un gioco ….lui lo sapeva, lo sentiva …………

…..se Hanamichi lo avesse visto , se si fosse fatto vedere e riconoscere da lui sarebbe sparito tutto , si sarebbe dissolto tutto , allagato di nuovo , annegato  per l’ ennesima volta , in quel mare  viscido di complimenti falsi e di finte lusinghe  e tutto quello che lui aveva creato, in quelle notti , con quel ragazzo e  la sua sincerità , con loro insieme,  sarebbe crollato, perso , scomparso per sempre…………come ogni cosa vera che sfortunatamente era venuta a contatto con quel mondo al quale lui apparteneva …………….no….ora che lo aveva trovato non lo voleva perdere, assolutamente, non voleva perdere quel tramonto così prezioso , così unico , quasi

 

suo…………………no…………NO…..

 

 

 

“No…….ti prego non chiedermelo”rispose solo , le parole facevano fatica a uscire.

 

 

 

 

 

“Io non so ……..che fare……..che altro  fare ……io……”

 

Lui sentì le mani di Sakuragi percorrere  lievemente la parete alla ricerca dell’ interruttore , esattamente come la prima notte.

 

Il ragazzo dagli occhi neri si alzò di scatto  verso di lui.

 

Al buio, attimi intensi, sospesi.

 

La mano di lui  teneva ferma quella di Hanamichi  proprio sopra quell’ interruttore , sarebbe bastato un  piccolo movimento………e la luce sarebbe diventata  come una condanna per loro.

 

“Ti prego , non rovinare tutto ………non farlo…….”mormorò il ragazzo dagli occhi neri.

 

Lui che pregava qualcuno per avere qualcosa…………..lui che aveva tutto …………… era la prima volta in tutta la sua vita.

 

Hanamichi  lasciò scivolare una lacrima sopra il proprio viso , un respiro più forte avvicinò quel ragazzo dagli occhi antracite a quella

 pelle , il calore che emanava era così  dolce , lo attraeva  , lo attirava,  irresistibilmente  e avvicinandosi ancora , riempiendo il vuoto e il buio fra loro le  labbra di quel ragazzo, dai  colori scuri come la notte in cui si muoveva, erano su quelle dell’ altro.

 

 

Un incontrarsi leggero, un trovarsi ben più sensuale.

 

Dolcemente lui tracciò con la  propria bocca i contorni  di quelle labbra, quelle stesse labbra che solo la  notte prima aveva esplorato  con le dita , immaginandole  e ora non doveva più immaginarle e basta, doveva sentirle , voleva sentirle , contro le sue , più forte, di più.

Schiuse la bocca , leccandolo dolcemente , chiedendo permesso , passandogli una mano dietro la vita , per cominciare a stringerlo a sé, attendendo fra le carezze leggere che stava riservando agli angoli di quella bocca  una risposta.

 

E nel momento in cui quel permesso venne concesso, nel momento in cui ogni altro senso si perse in quel bacio completo , mentre lui affondava la lingua nella sua bocca per la prima volta  con delicatezza e sentimento, quella mano tenuta ferma scivolò via dall’ interruttore  con la promessa di non tornarvi mai più.

 

Si strinsero , trovando i reciproci corpi  e quella mano ,quasi colpevole  di una condanna , scivolata lungo un fianco fu trovata e raccolta da quella di lui , che la strinse ,forte, con l’ intenzione di non permetterle più di ritrarsi e di commettere sciocchezze.

 

Lentamente , proprio come stavano facendo le loro lingue , anche quelle dita cominciarono ad intrecciarsi , trovando sicurezza e il loro vero posto tra gli spazi vuoti delle dita dell’ altro.

 

Si separarono, senza volerlo, quasi senza lasciarsi fino all’ ultimo istante , fino all’ ultimo millimetro di quelle labbra ancora condivise.

Poi  lui sussurrò.

 

“Vieni”

 

E tirandolo con sé , condusse Hanamichi fino alla sponda del letto, senza lasciare la sua mano, il ragazzo dai capelli rossi rispose alla stretta della sua mano come a volerlo fermare per dirgli qualcosa  ma lui si sedé in terra , tirandolo giù con sé.

 

Con la schiena appoggiata al lato del letto , riparati dal vento caldo e curioso , che prima aveva spiraleggiato intorno a loro , risalendo verso i loro visi  uniti per partecipare anch’ esso a quel primo bacio, riparati persino dalla penombra che entrava dalla finestra  e abbracciati , desiderosi di sentire e vedere solo con le mani e le labbra , rimasero insieme , baciandosi  a lungo , secondi , minuti forse ore, parlando con le loro carezze , dialogando con le labbra contro quelle dell’ altro, conoscendosi con i sensi ,

 

iniziando ad amarsi.

 

 

 

 

 

Infine poco prima della fine del tempo a loro riservato Hanamichi sussurrò.

 

“Scusami ……….non avevo capito ………….non avevo capito che dovevo sentirti e non vederti……….scusami….”

 

Lui lo baciò lievemente , a fior di labbra.

Voleva dire ……..”Cosa importa oramai……”

 

 

Silenzio.

 

 

 

“Tornerai…….domani?”chiese Hanamichi in un altro lieve sussurro.

 

Dopo averlo rifiutato all’ inizio di quella notte , dopo quello che aveva cercato di fare ,quel ragazzo sarebbe potuto andare via e non tornare più , per paura di quella luce  che poteva sempre venir accesa ………………

 

Arrivo un’ unica risposta , la più attesa , la più bella.

 

“Si………………….come ogni notte …………………...e tu ……………………………………………mi aspetterai ?”

 

 

Un sorriso vero  quello di quel ragazzo dai capelli rossi.

 

“Si…… come ogni notte”

 

 

E lui andò via , il rumore triste della sveglia che suonava , come sottofondo di un addio  di poche ma lunghe ore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*********

 

 

 

 

 

Io mi sono innamorato di un sogno.                                                                                                                 Io lo amo.           

 

 

 

 

 

*********

 

 

 

 

Ogni altra notte insieme fu così.

Lui entrava in quella stanza , si avvicinava a quel ragazzo e intrecciando le proprie dita , restavano ore intere a baciarsi , senza bisogno di parlare , senza più voler parlare ……………..le parole facevano male ……………i baci no.

 

Una di quelle notti lui era steso vicino alla finestra , seduto in terra , come sempre.

Hanamichi  riposava su di lui , fra le sue ginocchia , abbandonato sul suo torace caldo, il vento estivo li accarezzava languidamente , il ragazzo dai capelli neri  fissò in silenzio quella striscia di penombra lasciata da un pallido raggio di luna  che illuminava il proprio piede sinistro , una striscia sottile nella quale finalmente qualcosa era appena visibile emergendo dall’ oscurità che regnava ogni notte su di loro e su quella stanza, sussurrando lui  chiese ad Hanamichi di stendersi  in terra.

Il ragazzo dai capelli rossi si scostò leggermente , senza capire , poi senza lasciare la sua mano,per paura che ciò significasse lasciarlo andare via ,  si sentì spingere a terra e si fece distendere  senza opporre resistenza , una mano accarezzò il suo viso , come a ringraziarlo e lui si ritrovò  disteso sul pavimento fresco, la testa vicino alla finestra , un raggio di luce lunare sul viso e quel ragazzo al suo fianco, di lato.

 

Silenzio.

 

Le lunghe dita  del ragazzo dagli occhi neri e profondi  sfiorarono gentilmente quelle labbra così belle.

 

“Finalmente posso vederle ………….”mormorò .

 

“Cosa puoi vedere ?”chiese Hanamichi , il cuore che batteva sempre più forte.

 

Silenzio.

 

“Le tue labbra……..ti ho chiesto di distenderti in questo cono di penombra solo per vederle…………così posso almeno guardarle un attimo prima di baciarti ……………….”

 

 

 

Hanamichi arrossì, chiuse gli occhi e attese quel bacio ormai promesso , lasciandosi  prima guardare , mentre in una lenta discesa quel ragazzo soddisfava il suo dolce  desiderio.

 

 

 

 

 

 

La luna immobile e silenziosa , ammaestrava le stelle più piccole a rimanerle accanto , illuminandole , proteggendole dalle nubi oscure che vagavano pericolose nel cielo notturno , lui saliva ancora una volta quelle scale , le amava ormai, come amava quella piccola finestra , come amava quella stanza sempre buia …………………come amava lui ……..kami …… non poteva crederci …………..l’ aveva trovato ……un tramonto che gli era concesso di vedere anche di notte , che gli era concesso di toccare come nessun altro uomo poteva fare , di baciarlo come mai nessuno prima d’ ora aveva fatto…………………..quel sentimento che faceva aumentare il suo respiro , rendendolo irregolare, non per la fatica di salire le scale e quel sentimento che rendeva il suo battito folle e veloce, che rendeva i suoi sensi acuti e desiderosi , che   rendeva ogni altra cosa meno importante nel momento in cui si abbassava  per entrare in quel mondo , che rendeva  tutto ……perfetto.

 

Come poter ignorare ancora che nome stupendo  avesse quel sentimento?

 

 

 

Lui lo raggiunse sul letto e lo baciò per salutarlo , un nuovo incontrarsi …….eppure perché sembrava essere sempre come il primo e come quelli che sarebbero venuti dopo ? 

 

Rimasero insieme , sulle lenzuola fresche a bere baci ognuno dalle  labbra dell’ altro , infinito tempo , poi Hanamichi  si alzò , lasciandolo lì , raggiunse la finestra e rimase a fissare il buio fuori in silenzio.

 

“A cosa stai pensando?”chiese lui dai capelli neri .

 

Hanamichi si voltò appena.

 

“A te”rispose.

 

Lui rise sommessamente.

“E hai bisogno di farlo lontano da me ?” chiese ancora ridendo piano.

 

Hanamichi sorrise a sua volta.

 

 

“Dai ……vieni qui……..ti sarà più facile pensare a me …mentre stai tra le mie braccia ……mentre senti le mie labbra …..vieni  da me…….”mormorò il ragazzo moro.

 

“No” sussurrò Hanamichi.

 

“Guarda che dovresti ubbidirmi” disse maliziosamente lui.

 

“Io non ho mai ubbidito a nessuno”

 

Lui si alzò , sorridendo  dolcemente , lo raggiunse e lo strinse  a sé , cingendogli da dietro la vita , lasciando scivolare più giù , sui fianchi,  una delle mani.

Hanamichi sospirò.

 

“Lo sai che sono una persona importante che dà ordini a un sacco di altra gente? – gli sussurrò lui dai capelli neri scherzando – ….non accetto rifiuti….da nessuno , soprattutto da te ………”

 

Un bacio sul collo e Hanamichi mugolò.

 

“Riesci a pensare meglio  a me ora?”chiese lui dagli occhi neri.

 

“No …..non riesco a pensare affatto…….con te vicino…….”

Lui rise.

Il ragazzo dai capelli rossi gli scivolò tra le braccia e scappò verso il letto, al buio non ne vide la sponda e cadde tra le lenzuola  , lui lo raggiunse e stendendosi al suo fianco  lo strinse a sé.

 

Rimasero fermi , le mani di Hanamichi intorno alla vita del ragazzo che lo stringeva , le dita di quel ragazzo , invece, tra i suoi capelli rossi , lo accarezzavano dolcemente.

 

“Adoro il colore dei tuoi capelli……. rossi……………. come il tramonto……….”

 

“Come…come fai a sapere di che colore ….sono i miei capelli …..?” chiese  stupito Sakuragi 

 

“Hai ragione …..ti chiedo perdono …….vedi un giorno ….senza poter resistere ………ti ho guardato ……tornavi a casa  dal lavoro , proprio al tramonto…………ed è stato allora che ho visto il colore dei tuoi capelli …..rosso….. e quello dei tuoi occhi …nocciola…….e ho visto te ……….”

 

Hanamichi arrossì.

 

Perché non glielo aveva mai detto ?

Ora lui sapeva qual’ era il suo aspetto …….mentre lui dell’ altro non sapeva niente …………

 

 

“Lo so che non è giusto ……….perdonami …..se ho tenuto tutto per me……..”continuò lui.

 

Hanamichi  sospirò.

 

Lui si accorse di averlo ferito e lo accarezzò poi gli sussurrò in un orecchio.

 

“Non puoi vedermi , ma cerca di immaginarmi……i miei occhi sono neri…………..e anche i miei capelli lo sono……….”

 

Hanamichi alzò una mano , ormai si trovava sotto di lui .

 

“Neri ,eh? “ sussurrò accarezzandogli i capelli , rigirandoli tra le dita.

 

 

Silenzio, mentre  il ragazzo dai capelli rossi saggiava la consistenza di quei capelli setosi e delle labbra del proprietario di quei fili neri.

 

 

“Neri come la notte?”chiese con un filo di voce Sakuragi.

“Neri come la notte” rispose lui.

 

 

“Io oramai amo la notte” sussurrò ancora Hanamichi.

 

Questa frase……….detta al posto di un’ altra ……….per non scoprirsi ……….

 

Gli occhi neri di lui si posarono al buio su quelli nocciola dell’ altro.

 

“Perché ami la notte ?”chiese solo.

 

Hanamichi rimase in silenzio.

 

“Perché?” chiese ancora una volta.

 

Il ragazzo dai capelli rossi lo strinse.

 

“Perché ci sei tu , di notte” rispose infine , talmente piano da non farsi quasi udire.

 

Lui  dai capelli neri sorrise dolcemente a quell’ inizio di confessione poi parlò.

 

“Io mi muovo nella notte …per venire da te…..ma non la amo ………………………….io  amo il tramonto ………..e sopra ogni altra cosa …..amo il mio tramonto …………rosso come il fuoco……………………………

 

 

 

 

…..io amo te……..”

 

 

 

 

 

 

Lacrime piccole e felici  scivolarono lungo la pelle del viso di Hanamichi , ma lui, dagli occhi neri,  non le vide e non se ne accorse , fino a che non lo sentì mormorare tra i lievi singhiozzi.

 

 

“Io…i.o amo i sogni………ma sopra ogni altra co.sa …………io…amo il mi.o  sogno……….amo te……..”

 

 

 

 

 

Si unirono in un bacio.

Un tramonto e un sogno.

 

 

 

 

 

*********

Io non vivo più.

Se  non vedo su di me il cielo scuro, se non vedo le stelle complici  sparpagliarsi nel cielo, nero come i suoi capelli, se non vedo la luna , amorevole, sorgere  dietro al mio vecchio stabile , come a guidarmi lì dove il mio sogno  mi sta aspettando ……..io non vivo.

Il tempo passa lento di giorno e veloce di notte , è colpa della vita , lei , come sempre , è gelosa che io abbia trovato qualcosa per il quale vale la pena andare avanti e così, non potendo toglierci altro, lei ci ruba il tempo quando siamo insieme ………

….insieme …….

…io e il mio sogno….

…io e il mio amore ….

…io e lui…..

Ora non ho più paura di dirlo, di pensarlo…………..è  amore ………………….

…………………………………………………………………………………….lui è diventato per me un sogno d’ amore.

 

*********

 

Lui  fissava vuotamente  le scene del film che venivano girate, voleva andare via , non gli importava niente di quel film, fuori era appena scesa la notte  e un tramonto lo stava aspettando , perché doveva rimanere lì inutilmente ?

 

“A che stai pensando?”si sentì chiedere da una voce  conosciuta alle spalle.

 

Il suo manager lo fissava sorridendo.

 

“Niente”

 

“Ah sarà…..ma qualcosa mi dice che non  vorresti essere qui…………sbaglio?”

 

Lui lo guardò  a sua volta.

 

“Se ti dicessi che è vero, cambierebbe qualcosa ?”

 

“Assolutamente no”

 

“Allora evitiamo”

 

Il manager scrollò le spalle , era davvero intrattabile  quando doveva trattenersi più a lungo sul set, quasi avesse un appuntamento tutte le sere ……………..sospirando si allontanò , andando a cercare i cameraman  per riguardare le riprese effettuate.

 

Lui rimase lì , a dirigere le ultime riprese , lo sguardo ogni minuto rivolto all’ orologio, sospirando per ogni secondo che perdeva, sgridando gli attori mentre avrebbe voluto sgridare il tempo e ordinargli di fermarsi per permettergli di correre verso il proprio tramonto  alla periferia della città.

 

 

 

Quando  lui entrò , il silenzio lo accolse , accanto alla piccola finestra un’ ombra riposava , appoggiata al muro, senza neanche avvicinarsi lui riconobbe il suo tramonto.

Si era addormentato lì in terra , mentre lo aspettava ……………

Lui sorrise …….era proprio dolce …il suo piccolo tramonto………..

Il ragazzo dai capelli neri si sedé accanto a lui , senza fare rumore , lentamente e con delicatezza avvicinò quel corpo addormentato al proprio , lo strinse un attimo e poi , dopo essersi concesso qualche minuto del calore di quel corpo , lo sollevò portandolo sul letto………

Si stese con lui , tirandolo subito a sé, non c’ era bisogno di coprirlo , faceva caldo ,era quasi la fine di giugno ormai, il vento aveva smesso di venirli a trovare e l’ aria leggera si riempiva dei profumi delle notti d’ estate , preannunciando l’ inizio di quella stagione ………….

Lui dagli occhi neri passò distrattamente le mani sul viso di Hanamichi , sentiva la pelle lasciarsi accarezzare , donare il proprio calore………troppo forse……..lui si fece attento , era vero , era quasi estate , ma quel ragazzo sembrava troppo caldo ……….forse era solo immaginazione ……….una delle mani di lui scivolò sotto la stoffa leggera del ragazzo addormentato…………anche il suo cuore batteva troppo veloce …………..forse stava sognando………forse stava sognando proprio lui mentre lo aveva accanto ………… il ragazzo moro lo accarezzò ancora e rimase immobile…….

Improvvisamente Hanamichi  cominciò ad agitarsi , alzando le mani verso l’ alto , tendendosi …………..stava sognando……….

……un incubo…………

Lui delicatamente gli prese il viso tra le mani e lo chiamò , insistendo , a bassa voce , fino a che non capì che si era svegliato, allora lo rassicurò , passandogli le dita tra i capelli , facendosi riconoscere con l’ odore delle sue mani e la dolcezza delle sue carezze………

 

“Ah …..se.sei ...tu ….io ti stavo aspe.ttando … pri.ma …..”mugolò Hanamichi.

 

Lui  lo strinse più forte.

“Lo so…”

Il ragazzo dai capelli rossi si abbandonò alla stretta di quelle braccia respirando piano ma velocemente.

 

 

 

“Che cosa …c’ è?…Non ti senti bene?” chiese lui.

 

Hanamichi si strinse all’ altro.

“No ….io…”

 

Lui gli passò una mano sul viso.

 

“Hai avuto un incubo?”chiese ancora.

 

“Si……ma non …..ricordo………. –       silenzio        – ……  so ….solo che tu …non c’ eri…ed io………”

 

Lui lo baciò.

“Sta’ tranquillo………io sono qui……………. riposa……….. la notte  dovresti dormire invece di aspettare me ……”

 

 

 

“Come posso non aspettarti?……Hai visto …se non ci sei …..ho solo incubi…….lascia che ti aspetti…….solo per sognare l’ amore…..”

 

 

Lui sentì una lacrima pungergli gli occhi.

Troppo stupendo per osare sperare che fosse vero.

 

“ Ora sono qui…….veglierò sul tuo sonno ………………….sognami , amore mio”

 

“Si”

 

 

Silenzio.

 

 

 

Lui rimase  a lungo stretto a quel ragazzo, solo ad ascoltare il silenzio e quel respiro che pian piano si era fatto profondo e regolare, le ore passavano , mai , mai lui avrebbe creduto che  potessero durare così poco……….eppure era così.

Erano quasi le quattro.

  

Il loro tempo stava per finire  e così lui decise di rubarne un altro po’.

 

Spense la sveglia , prima che potesse suonare  e svegliare quel ragazzo così dolce che lui stava ancora stringendo al proprio petto, si ridistese con lui, portandolo su di sé ,abbracciandolo……….la dolce musica del silenzio li avvolgeva , come  a proteggerli……..

 

…e le prime luci dell’ alba entrarono a lacerare l’ oscurità.

 

I raggi si facevano più intensi, il tempo scorreva ancora , a lui non sembrava mai essere abbastanza , la luce cominciava a rendere tutto visibile.

 

Dal buio delle notti alle quali lui si era abituato vide emergere intorno  a sé  una stanza che non aveva mai potuto vedere.

Ora rimase a guardarla.

 

Era tutto lì..

 

La cucina , un piccolo tavolino, una sedia , un divanetto basso divisi dall’ angolo  vicino alla finestra da un piccolo muretto, sopra di esso un vaso e fogli, fogli sparsi, sull’ acquaio pochissimi bicchieri  e un piatto.

Più in là la finestra , piccola , bassa e lucida  e lì accanto un’ altra sedia , qualche indumento sopra , poi un comodino e la sveglia sopra…..

dall’ altro lato un armadio, un’ anta socchiusa , subito accanto una porta, poi un’ altra  con le chiavi che pendevano dalla serratura  e l’ interruttore della luce.

 

Sotto di lui il letto , bianco , morbido  e tra le sue braccia quel ragazzo.

 

Poteva vederlo, un raggio , filtrando attraverso la superficie tersa del vetro , accarezzava quella pelle , donandole colore e visibilità.

 

Lui lo fissò in uno sguardo intenso.

Il viso, gli occhi chiusi , i tratti rilassati, le labbra dischiuse e perfette , la loro linea che spariva vicino al proprio petto contro il quale l’ altro era stretto, il suo corpo abbandonato , steso, quasi intrecciato al suo , i piedi avvolti intorno alle lenzuola e quei capelli rossi , sparpagliati sulla camicia di lui , che si aprivano in fili sottili verso l’ alto, come un fiore esotico , intensi e luminosi , persino nell’ incerta luce dell’ alba.

 

Stupendo.

 

Lui rimase a guardarlo……………

….guardarlo….finalmente ………….

…rimase a toccare quel corpo , per poter credere di averlo tra le braccia , ad accarezzarlo , in gesti lenti, riverenti , d’ amore…… 

mentre il sole saliva alla sua dimore diurna………il cielo.

 

 

 

 

Era tardi, doveva andare via, non voleva …….non voleva ………

Si alzò, lasciando quel corpo alle dolci mani delle lenzuola e del sonno , adagiandogli la testa  su un cuscino , con dolcezza.

Prese un foglio, tra quelli che trovò lì e scrisse qualche parola poi tornò da Hanamichi, si piegò su di lui e gli regalò un bacio leggero,

 l’ ultimo di quell’ alba perfetta , avvertì un mugolio………….doveva andare, subito……..o svegliandosi l’ altro l’ avrebbe visto…………

…….l’ oscurità non poteva più proteggerlo……….doveva andare ……..

 

Hanamichi aprì gli occhi.

Era tutto sfuocato, una mano conosciuta lo accarezzava , una voce amata gli parlava , davanti ai  suoi occhi un viso così vicino da essere irriconoscibile ….aveva  l’ odore di un  sogno di una notte d’ estate………………….l’ odore del suo sogno…………

 

“Riposa ……………………………io ti amo”

 

E Hanamichi chiuse di nuovo gli occhi sorridendo mentre lui , dopo essersi voltato in un ultimo sguardo intenso, andava via.

 

 

 

*********

 

Apro gli occhi………….mi sento bene ……..così come da tanto non riuscivo a sentirmi………….

 

………ho fatto un sogno stupendo……………

lui era qui con me , mi toccava , mi accarezzava , leggero e dolce , vegliava su di me , regalandomi un sonno profondo …………

….nessun incubo poteva raggiungermi, nessun pensiero triste , nessun ricordo del passato………….

…lui cacciava via tutto sussurrandomi ogni tanto ….”ti amo”……………….

..ho ancora  queste due parole così belle in testa , girano nella mia mente , senza posa………ma io non voglio che escano…..devono rimanere lì e poi lentamente scendere fino al mio cuore …………………………………………….riempiendolo.

Ma era un sogno?

Lui è venuto da me stanotte?

Mi alzo e improvvisamente mi accorgo  che è giorno, la luce illumina  ogni angolo della mia stanza compreso il quadrante della sveglia verso il quale mi giro ………………………………….

 

Sono quasi le sette……………

 

Perché la sveglia non ha suonato?

Cammino nella stanza , come alla ricerca di qualcosa , poi la mia attenzione viene attirata da un foglio, bianco , piegato sotto a quella sveglia pigra che stamani mi ha fatto perdere il lavoro e lo prendo in mano, aprendolo .

 

 

“Perdonami ……………………..non ti ho potuto svegliare ……………ho rubato un po’ di tempo per noi…….

……….era così bello guardarti dormire ……………….era così bello , finalmente , guardarti …………

……..a questa notte………………………………….

 Un sogno.

Il tuo.”

 

 

I miei occhi si riempiono di lacrime , ma non piango, le ricaccio indietro , ingoiandole insieme alla gioia.

 

Lui era qui , stanotte ………………e tutto quello che ricordo, che credevo di aver sognato, è successo veramente…..

…lui era qui ed io l’ ho quasi visto andare via ……la sua figura sfuocata si allontanava …………

……dopo avermi stretto, accarezzato , baciato e ………

………guardato ………

……per tutta la notte…………….

 

 

Arrossisco al pensiero, ho voglia d’ aria , esco.

 

La luce del sole mi abbaglia , da quanto tempo non la vedo, così forte e luminosa ……

….mi lascio baciare anche da lei  e  dall’ aria calda e profumata  della mattina ………

……ma subito i miei pensieri ritornano alla notte e a ciò che mi ha regalato……………………………

 

……….un sogno…………..

 

 

*********

 

 

 

 

 

 

 

Per lui oramai non c’ erano più i lunghi pomeriggi passati nel niente , con l’ orizzonte negli occhi , non c’ erano più gli sguardi vuoti  e il tempo che non passava senza uccidere , giorno dopo giorno , la  speranza di vedere una realtà diversa……………..

Ma ora c’ era solo quella realtà diversa……………………………e stupenda………………

 

L’ aveva tenuto tra le braccia tutta la notte, avevo continuato a guardarlo……………..quel ragazzo dai capelli rossi , così forte e debole insieme , quasi soffocato dalla vita crudele…………………quasi………….abbandonato…………con fiducia alle sue mani

……..unito al suo corpo…………….

…..ma non completamente ……

 

Lui scosse la testa a quei pensieri , i sensi del corpo stranamente agitati , irrequieto, mentre cercava sollievo posando la testa contro i grandi vetri delle finestre di casa sua ………………

…forse quella notte avrebbe trovato risposta a quelle sensazioni tornando da lui.

……………………………….

 

………………………..

 

……………..

 

Con le labbra schiuse in un sorriso soddisfatto , mentre la notte iniziava, Mito rimaneva appoggiato ad un angolo dietro il palazzo, la luce piccola e rossa di una sigaretta in mano , una giacca lunga e leggera , appena mossa dal vento dell’ estate……………..

girò un attimo lo sguardo e vide una  figura salire  su delle scale di metallo che aveva osservato per tutto il giorno , vide quell’ ombra , che assomigliava decisamente troppo ad una ‘persona abbastanza famosa’  entrare in una piccola finestra  , la stessa finestra nella quale aveva visto entrare un altro ragazzo a lui  sconosciuto , guardò di sfuggita ancora un’ altra volta , sorrise , ancora un’ altra volta e andò via ,

prima di sentirsi di troppo in quella notte fatta apposta per permettere a due persone, che da tanto si chiamavano, di incontrarsi.

 

………………………………………………

 

……………………………

 

 

 

Lui entrò dalla piccola finestra , accolto da un saluto gentile, un bacio profumato  e  un dolce rimprovero per la notte scorsa.

 

“…..sei arrivato senza svegliarmi …….sei andato via senza svegliarmi …….insomma …….sei o no il mio sogno ?…..

Mi devi avvertire”

 

sospirò Hanamichi  fingendosi arrabbiato.

 

“Hai ragione” disse solo lui e con un altro bacio delicato si fece perdonare.

 

Rimasero a lungo a lasciare che le loro labbra si incontrassero, seduti sul letto, le mani intrecciate, i respiri veloci , nel buio e nel silenzio.

Poi lui , dai capelli neri , si alzò ……….sentiva il bisogno di allontanarsi da quel ragazzo………..ancora non capiva quei sentimenti forti che gli spiraleggiavano dentro , agitandolo……………………………………………………………………..eccitandolo….

aveva bisogno di  aria , forse perché faceva caldo dentro quella stanza ora che la stagione cominciava……………..

si sedé vicino alla finestra  contro il muro fresco e aprì completamente il vetro cercando vento e aria  che in realtà non soffiavano neanche fuori……………rimase immobile…………………

Un’ atmosfera irreale si chiudeva sopra quella stanza ……………..Hanamichi si era nuovamente steso sul letto senza dire niente ……..lui dai capelli neri ne ascoltava il respiro , per calmarsi ………………..non capiva …….sentiva qualcosa di indefinito e forte ……….

….kami …..cos’ è che i suoi sensi reclamavano?…………………………

 

Ascoltando in silenzio sentì dei  fruscii , faceva caldo e quel ragazzo continuava a girarsi nel letto , lui lo immaginò un singolo istante  rigirarsi sudato tra le lenzuola umide e ,di puro istinto, si alzò, andando da lui.

 

Salì sul letto , trovò le sue mani , le strinse , trovò il suo corpo , vi si stese sopra e trovò le sue labbra , le unì con passione alle proprie.

Hanamichi , stupito in un primo momento , si rilassò subito , sorridendo e basta nei rari momenti in cui lui lasciava le sue labbra.

 

E mentre lo baciava e toccava il suo corpo , la sua pelle, il ragazzo dagli occhi neri come quella notte sentiva crescere quei sentimenti e un’ urgenza …

 

 

………………………………………………………………..desiderio…………………………………………………………………..

 

 

si………poteva chiamarlo così ormai……………..un desiderio profondo ……..

 

………….che riguardava esclusivamente il corpo del ragazzo che aveva sotto di sé.

 

 

Continuò a baciare quel ragazzo dai capelli rossi , a scivolare con le mani su di lui , a sentirlo mugolare, fino a che una carezza casuale non strappò un gemito alle belle labbra di Hanamichi.

 

Quell’ unico suono,debole e fioco , ma quasi assordante nel silenzio che vi era intorno a loro ,risuonò nella sua testa e rivelò l’ intensità del desiderio che lui provava , riversandosi nel suo corpo come un’ onda bruciante di sensi e sentimento………………

 

Il ragazzo moro alzò il viso, prendendo quello di Hanamichi tra le mani  e ad un soffio dalle labbra gli sussurrò.

 

 

 

 

 

“Io vorrei fare l’ amore con te”

 

 

 

 

 

 

Silenzio.

Un respiro spezzato riempì lo spazio tra le loro bocche ,sfiorando il viso del ragazzo moro in un soffio caldo e tremante.

 

 

 

“……..Kami……………………..io………………..”

 

 

 

Lui gli posò un dito sulla guancia facendolo scorrere verso le labbra , ancora semiaperte.

 

 

 

“Sssssh……………………non questa notte ………………..non ora…………………..

…………domani ……………………………………..domani notte ………………………………..”

sussurrò lui.

 

 

Il corpo di Hanamichi si abbandonò sul letto , girando di lato la testa.

 

 

“Io……io non ti ho mai neppure visto ……….” sussurrò Sakuragi , l’ oscurità che nascondeva il rossore del suo viso.

 

“Perché? Ti importerebbe? – disse lui sollevandosi –……….Ti importerebbe vedere il mio viso? Cambierebbe qualcosa se non avessi un bell’ aspetto  oppure se fossi bellissimo?……………………..rispondimi ……”

chiese il ragazzo moro , una nota triste nella voce.

 

 

La domanda più importante era stata fatta .

Da quella domanda sarebbe dipeso il futuro di quegli incontri.

Anche senza vederlo avrebbe capito dalla sua voce , quella voce che aveva imparato a conoscere , se diceva la verità o se mentiva , se considerava importante la bellezza ………….e se così fosse stato …….se per lui la bellezza, l’ aspetto esteriore  fosse stato tutto sarebbe stato uguale agli altri …………………………..uno dei tanti …che invece di rivelarsi subito per ciò che era l’ aveva illuso per qualche notte ………e sarebbe svanito tutto.

 

 

Il silenzio si allungava fra loro , quasi crudelmente.

 

 

Un respiro.

 

“Per tante persone conta molto ……………………la bellezza ,intendo………….….

ma tu lo sai, vero, che io non ubbidisco mai alla gente………………….?”

 

questa frase,pronunciata lasciandosi dipingere un sorriso sul viso nel pronunciarla.

 

Lui sorrise a sua volta , gli occhi appena velati , le labbra improvvisamente raggiunte e sfiorate da quelle di Hanamichi .

 

Si abbracciarono stretti , sistemandosi di fianco su un letto troppo piccolo per due corpi  stesi distanti ma perfetto per due corpi uniti in un abbraccio.

 

 

“Ti amo”seppe solo pronunciare piano il ragazzo dai capelli neri.

 

 

 

 

 

“Ssssh …………..riservalo per domani notte ……con me ……………ne avrò bisogno”

 

 

 

 

 

mormorò Hanamichi.

 

 

 

 

 

 

 

Lunghi attimi in silenzio.

Ancora abbracciati , si alzarono , lui tenendo per mano Hanamichi , senza dire niente , lo tirò con sé a terra , raggiungendo quel muro accanto alla piccola finestra …………………….

Ora soffiava  un po’ di vento  che a fatica riusciva ad entrare e a stendersi accanto a loro , a passare leggero e caldo sul corpo disteso a terra di Hanamichi, la sua testa dolcemente appoggiata  sulle gambe di quel ragazzo dai capelli neri che teneva le spalle contro il muro.

E lui dagli occhi neri passava le sue mani fra quei capelli rossi , accarezzandone un filo per volta , lentamente , fino a lasciarlo ricadere insieme agli altri sulle proprie gambe ……………il suo desiderio fatto sopire da quella promessa per  la notte che sarebbe venuta il giorno dopo ……………

…….il solo pensiero mandava brividi d’ eccitazione lungo la sua schiena e faceva stringere le sue mani intorno alle ciocche di capelli ….

 

 

D’ improvviso Hanamichi , che pensava in silenzio , alzò le mani  tendendole verso il viso di quel ragazzo moro, lui  abbassò  il volto per farsi raggiungere e accettò le carezze che quelle mani portavano con sé , ricambiandole poi con un bacio lento e profondo, mentre si lasciavano la voce di quel tramonto fra le sue braccia lo raggiunse.

 

 

“…….il …..mio …dolce sogno d’ amore……”sussurrò soltanto.

 

 

 

“Sono un sogno per te ?” chiese lui stringendolo.

 

 

Hanamichi annuì piano, girando la testa contro le sue gambe per farsi capire.

“Il più bello che io abbia mai fatto……….ti prego……………………………………… non sparire ……

………………………………………………………..anche tu….”

 

 

 

“No…..io non sparirò……..perché  dubiti?”

 

 

 

“ ‘Lei’……………… ‘lei’ , che mi odia ………… vorrà portarti via ………… ora che sei così prezioso…………………………per me”

rispose tristemente Hanamichi cercando la sua mano per portarsela sul viso e rimanervi appoggiato contro mentre mormorava ancora.

 

“Ed io …..che non posso vederti ……ho paura che una notte , insieme a te , entri anche ‘lei’ o che ti aspetti fuori e che tu , promettendomi di tornare la notte dopo mentre esci , venga portato via da ‘lei’ , lontano da me…………………………..kami ….ti supplico ………non sparire ……………..dimmi che esisterai per me ………sempre……………………..”

 

 

Lui rimase in silenzio …… ……….poi lo  sollevò leggermente e si stese a terra , al suo posto, con una mano lo tirò a sé ,  invitandolo  gentilmente  a salirgli sopra, ritrovandosi sotto il suo dolce peso.

 

 

 

“Toccami” disse il ragazzo dagli occhi neri.

 

 

Silenzio.

Una mano , lenta e insicura , si posò sul suo petto.

 

Hanamichi passò quella  mano sulla stoffa sull’ addome.

 

 

“Si ….toccami , immaginando di vedermi…….”

 

 

E Sakuragi lo fece , passando in ampi gesti le proprie mani  su di lui , sulla stoffa  leggera di una camicia estiva , sui lati del torace , di nuovo sul petto,poi  sui fianchi , sulle forme regolari del viso , tra quei capelli  di cui ora conosceva il colore , sugli occhi , sui fianchi , più giù , in una carezza innocente e inconsapevole.

Lui gemé.

 

 

Hanamichi si fermò.

Le guance arrossate, il respiro rotto……….imbarazzato.

 

 

 

 

“Mi hai visto?” chiese allora  il ragazzo dai capelli neri, accarezzandogli un fianco.

 

“Si”

 

 

 

Lui si alzò , lentamente  e una volta in piedi strinse contro il proprio corpo il ragazzo dai capelli rossi.

 

 

 

“Hanamichi…….. ‘lei’ non sarà qui ad attendermi…………………………….sarà già morta di gelosia , guardandoci insieme –

lo baciò piano –……….ed io non lascerò che nessuno mi impedisca di tornare qui …………..da te …………………

perché domani notte io verrò a prendere l’ amore che mi hai promesso …………………. 

…….insieme al tuo corpo……………..

….se ancora vorrai………………………………………………………………….”

 

 

 

“Lo vorrò sempre”

rispose Hanamichi mentre arrossiva.

 

 

 

E lui , sfiorandogli con due dita il mento , si allontanò camminando indietro e sparì  in quello che restava di quella notte…………

…….mentre con un sospiro tremante Hanamichi  cadde sulle ginocchia……………………

 

 

 

 

 

 

 

 

*********

 

 

 

 

 Io amo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

….mi giro un attimo ……….ho  visto passare qualcosa accanto a me …………qualcosa di infinitamente bello, una forma perfetta , ma aveva gli occhi chiusi…………..

sento che passerà ancora …………

sento che sarà domani notte la prossima volta …………………………………………e

sento che passerà più vicina a me e al mio cuore …………

 

…………….voglio prepararmi a prenderla …………ad afferrarla …..e tenerla stretta………un istante per sempre

 

 

…. insieme a lui ………

 

 

*********

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ questa notte.

 

 

 

Lui  spense tutte le luci del proprio appartamento, uscendo, la luce della luna si rifletteva sulla superficie argentea della chiave che entrava nella serratura …………………….un solo piccolo rumore…………………………………………..come un ansito………….

Il ragazzo dai capelli neri rabbrividì di puro piacere…………………eccitato……………solo per quel suono e i pensieri che gli aveva portato…………………..

Sorrise  dolcemente …………………………………..poi camminando lentamente verso l’ atrio del palazzo si disse che un sogno che si rispettava non faceva certi pensieri.

 

 

 

 

 

 

Uscì nella notte appena scesa…………………….la notte non scende al calare del sole…………………………….quella è la sera………….la notte è unica ……………………………comincia con le tenebre e finisce con le tenebre………………perché quella squarciata dal sole non è la notte , ma l’ alba …………………………..

 

La notte è solo tenebra ……………………..le stelle e la luna non riusciranno mai ad illuminarla ……….ci hanno provato e continuano a farlo …………………..nei secoli dei secoli…………………ma la notte si è creata oscura e tale rimarrà …………………

Mentre alle stelle e all’ orgogliosa luna non rimane che servirla …………farle compagnia ……………lottare con le nubi per liberare il cielo …….……renderla quasi visibile senza riuscirvi e così darle ancora più fascino…………………esaltarla …………………………e invidiarla nella sua pienezza e infinità…….

 

 

 

 

 

Ma quella notte , mentre lui alzava il suo sguardo profondo e  innamorato verso le scale di freddo ferro che stavano per portarlo in un altro mondo , diverso ogni notte , ogni cosa sembrava guardarlo e invidiarlo.

 

Lui volse il viso al cielo, la luna tentava di nascondere il proprio leggero rossore dietro una nuvola lievemente rosata ,spiandolo , le stelle ammiccavano nel cielo , sembravano parlare l’ una con l’ altra , confidarsi quel segreto , che era stato raccontato ad alcune di loro dal vento caldo e dall’ aria …………………..il segreto di due amanti che stavano per incontrarsi ……………………..

………………………….

……. per unirsi

 

 

…….due anime sole e tristi……………………….infinitamente ……………………..che si erano incontrate nel vento caldo , sotto le stelle , sotto la luna …………………………………una notte.

 

 

E le stelle continuavano a parlare l’ una con l’ altra , chiedendo alla brezza di seguire quel ragazzo che cominciava a salire quelle scale , seguirlo e spiarlo per farsi poi raccontare quello che era accaduto, i suoni che si potevano udire , l’ amore che si poteva percepire ….e poi sedute tutte insieme intorno alla luna , come piccole figlie , si sarebbero fatte mimare dall’ aria e dal vento insieme quei gesti d’ amore  osservati di nascosto dalla brezza   per potervi sospirare e magari lasciarsi cadere in un ultimo sospiro d’ amore ………………

stelle cadenti ad illuminare il cielo scuro………………….

 

E la notte …….orgogliosa , che osservava in un silenzio altero  tutte le sue serve che sospiravano per qualcos’ altro , decise di  recarsi da quei due amanti che avevano ammaliato le sue ancelle …………

 

E li vide……………………uno lento e rapito dai propri pensieri di sentimento sulle scale , che saliva verso il suo mondo d’ amore…. ……………….l’ altro , con il cuore in tumulto, tra le lenzuola fresche ,con solo le lenzuola addosso , senza altro , che attendeva ………………………………….

…….il sogno che veniva a prenderlo ……………………………..

 

 

 

E la notte non poté niente…………………..affascinata anch’ essa dallo splendore di quella stessa attesa d’ amore……….richiamò il suo manto e tornò ad invidiarli , pensando, sospirando per il giorno che la seguiva senza mai raggiungerla e che già lei inconsapevolmente amava , da tante e tante ere.

 

 

 

Lui entrò in quella piccola finestra , con un sorriso malizioso la chiuse lasciando fuori la brezza che lo seguiva, il vento caldo, lo sguardo delle stelle , la luce della luna e  la notte stessa.

 

 

 

 

Doveva essere tutto solo per loro quell’ incontro notturno.

 

 

 

Lui , dai capelli neri , si avvicinò al letto, si lasciò scivolare di dosso la giacca , fino a terra , ai piedi della sponda di quel letto,

Hanamichi lo attendeva , il respiro veloce , le mani strette alle lenzuola , per i lievissimi spasmi d’ eccitazione che sentiva addosso , che aveva sentito più forti  insieme ad un sussulto quando il suo …sogno….era entrato nella sua stanza  a reclamare     amore.

 

 

Lui prima di anche solo sfiorare il letto con il proprio corpo , salutò con un bacio il suo amante.

Poi salì sul letto , sopra l’ altro ragazzo , che con i capelli rossi sparsi sul cuscino lo aspettava tremante.

Senza vestiti , solo le lenzuola a coprirlo…………………….kami ….quel sogno dai capelli neri quasi gemé eccitato quando lo capì e quando sentì sotto di sé il cotone delle lenzuola modellarsi sul corpo nudo di Hanamichi.

 

Si baciarono , a lungo, in tanti modi diversi , per esprimere tante cose anche  senza parole ,oramai estraniati dal mondo fuori a quella stanza.

 

Si separarono da quel primo e molteplice contatto, Hanamichi alzò le braccia stringendolo, lui dagli occhi neri inspirò l’ odore di quella pelle nuda ………..

……..sapone ……………un odore delicato e leggero di sapone……………….l’ odore di chi subito dopo un bagno caldo si infila nel letto …………………………sorrise……………………..poi si sollevò cercando di guardarlo attraverso le ombre della notte.

 

 

Hanamichi schiuse le labbra e  gli sussurrò una richiesta.

 

 

 

“Fai piano”

 

 

 

 

Lui sorrise  dolcissimamente………………………allora era una prima volta …………..

con un bacio e una frase lo tranquillizzò.

 

 

 

“Tutto quello che vuoi ”

 

 

 

 

Altri baci , carezze e i primi ansiti.

 

Hanamichi si lasciava a lui , poi lo fermò per chiedere  ancora  una cosa.

 

 

“……come posso chiamarti ?……..puoi dirmi un nome …con cui chiamarti?………………….io vorrei poterlo fare……mentre  tu….”

 

Lui lo accarezzò sul viso , poi si avvicinò al suo orecchio e vi  sussurrò  sfiorandolo con un soffio caldo.

 

“…..Ede   …….per ora chiamami così…..”

 

“………………………Ede…………”mormorò Hanamichi ripetendo quel nome.

 

 

Si strinsero , cercandosi con rinnovata passione , le lenzuola frusciavano , impazienti di venir sollevate , le mani lambivano la pelle che trovavano , le labbra si incontravano ancora e ancora.

 

Un altro attimo di silenzio.

 

“Ede….”

 

“Dimmi”

 

 

 

Quelle che seguirono furono semplici parole sussurrate nel silenzio più completo.

 

 

 

“…………ti prego ……ti supplico ……non sparire ……….io ora ho come l’ impressione ……..è come se stessi per venir amato da un’ ombra …………………………….

 

 

 

……………dimmi che non sei solo un sogno…………………………………….”

 

 

 

La voce dolce e triste di Hanamichi , le sue mani  che  si tesero ,raggiungendo il  viso di quell’ ombra , pregandolo tra le carezze di rispondergli…….subito ……..per poter calmare l’ ansia che provava……………..

 

 

“…..ho capito……..”rispose lui e sollevandosi , invertì le loro posizioni, sistemandosi  sotto il corpo, ancora avvolto dal lenzuolo, di Hanamichi.

 

 

 

 

“Toccami …………………………come ieri notte…………”disse il ragazzo dai capelli neri.

 

 

 

E il ragazzo dai capelli rossi passò una mano sul suo petto , sulla camicia che ancora l’ altro indossava.

 

 

“No……………………..non così …………….sotto la stoffa ………………

tocca la mia pelle…………………………..”disse il moro.

 

 

Hanamichi portò la mano verso il basso , vicino alla cintura , scostando un lembo della camicia e insinuandovi sotto le dita.

Il contatto con la pelle calda del ragazzo dagli occhi neri gli rubò un ansito.

Le sue mani salirono lentamente verso lo sterno , passando sull’ addome, vicino al piccolo incavo dell’ ombelico, fino al petto , al cuore sotto di esso e ai capezzoli del torace.

Le mani si fermarono.

 

“………su avanti …………..segui le linee del  mio corpo e chiudi gli occhi……………………immaginami …………………..

……la senti la mia pelle ,no?…………………………….le illusioni sono immateriali ………e le ombre non hanno calore……

……………” disse piano il ragazzo moro lasciandosi toccare.

 

Hanamichi annuì , continuando ad accarezzarlo ancora a lungo, aprendo i bottoni , seguendo le linee , sentendo la pelle e il calore come gli era stato detto…………………………

…..ed era vero ……………………………..con gli occhi chiusi poteva quasi vederlo, mescolando nella sua immaginazione  le linee del suo corpo  alle forme del viso che tante volte aveva sentito sotto le mani , al colore dei capelli e degli occhi che conosceva , alla voce  e al profumo ……….

……………………..

lo aveva  come davanti agli occhi.

 

 

Lui , sorridendo , afferrò una delle mani del ragazzo dai capelli rossi e la portò sul proprio petto , facendosi accarezzare lentamente sulla pelle sensibile dei capezzoli e gemé lentamente.

 

Hanamichi  si fermò , ritraendosi imbarazzato , colpevole di essere stato la causa di quel suono….incredulo di esserlo.

Ma lui lo tenne fermo lì , sul suo cuore.

 

 

“…………………..senti i miei gemiti?……….le visioni non gemono…………….. –

 

sussurrò Ede sollevandosi , in ginocchio l’ uno davanti all’ altro sul letto , si baciarono un’ altra volta , poi lui , dai capelli neri lo spinse fra le lenzuola , facendolo distendere di nuovo sotto di sé

 

 –………………………………………e i sogni non fanno l’ amore …………………………………”

 

 

 

Lui si liberò dalla camicia ormai aperta e la fece scivolare a terra ,baciò Hanamichi , infilando delicatamente la lingua nella sua bocca ,si sollevò in ginocchio sopra di lui e prendendo i lembi delle lenzuola in mano li strinse.

 

Il respiro di Hanamichi si fece in un istante irregolare e ansimante, il suo cuore batteva veloce , una domanda sfiorò il suo orecchio.

 

“Posso?” chiese gentilmente Ede.

 

Nel silenzio assordante Hanamichi rispose di si.

 

Le lenzuola scivolarono via lentamente dal suo corpo , tirate verso il basso dalle mani del ragazzo dai capelli neri , il loro frusciare eccitò entrambi , il corpo nudo di Hanamichi si lasciò guardare dall’ oscurità,  steso e abbandonato sotto quello dell’ altro.

 

 

Le mani del ragazzo moro raggiunsero la pelle dell’ altro, in lunghe e ampie carezze , cercavano di calmare i piccoli brividi che percorrevano il corpo di Sakuragi , passavano delicate ma insistenti sul petto, sulle braccia , sul ventre e sulla linea dei fianchi accompagnate dai sospiri di piacere del ragazzo dai capelli rossi fino a che tutto si perse in un altro dolce bacio.

 

 

Ede si sollevò , per iniziare a spogliarsi, Hanamichi lo strinse.

 

“Aspetta …….”chiese il ragazzo dai capelli rossi.

 

“Che cosa c’ è …….?” sussurrò dolcemente lui.   

 

“….Io   …..dimmi che mi ami………………………….ora puoi dirmelo………………….”

 

 

Lui , dagli occhi neri e profondi  si avvicinò , strinse più forte che poté quel ragazzo così stupendo e innocente.

 

 

“………….Io esisto……………………………………………..e ti amo ……………………..forse esisto proprio per amarti …….

……………..e non sparirò nel nulla ………………………..perdonami se ci ho messo così tanto a trovarti………………………………..

……………………………………………lasciati amare da me …………………..”disse.

 

 

Hanamichi  sussurrò solo di si con le lacrime agli occhi.

 

 

 

 

Ede si sollevò , lentamente si alzò per spogliarsi completamente e far finalmente incontrare i loro corpi , Hanamichi lo attendeva , in silenzio.

 

Il ragazzo dai capelli neri , al buio , lentamente , risalì sul letto e si stese su di lui strappando un gemito ad entrambi , con le mani Ede cercò subito le labbra di Hanamichi, le trovò , socchiuse e tremanti , le accarezzò, piano.

 

“Non avere paura…………….”disse.

 

 

 

“…………..piano……..”chiese ancora Hanamichi

 

 

 

Lui lo baciò, voleva dire ……”….non ti farò male….”

 

E non furono più parole, divenne solo tutto silenzio, mentre cominciava una lunga danza d’ amore.

 

Non parlarono più ,i loro corpi lo fecero per loro.

 

Ede gli baciò una spalla, scendendo con la bocca lungo tutto il braccio,fino al polso che  prese in mano , per poggiarvi sopra le labbra , scendendo poi nel palmo , baciando anch’ esso e subito dopo le punte delle dita ….una ad una ……………………infine le lasciò  per inseguire la linea dell’ addome fino al ventre , fino a riempire la piccola cavità dell’ ombelico con la lingua , fino a perdersi sull’ inguine a mordere delicatamente la pelle dell’ anca.

 

Gemiti e ansimi.

 

 

Lui , dai capelli e dagli occhi neri , continuò quei preliminari risalendo verso il viso , baciandolo ,baciando gli occhi chiusi e le labbra aperte, il collo  e l’ incavo alla sua base , il petto proprio sopra il cuore  e poi sempre più giù , di nuovo sul ventre, sulla linea dei fianchi e più giù ancora , su una coscia , in baci leggeri fino all’ interno e ancora una volta  sulle labbra , a lungo.

 

 

Altri  lunghi e lenti baci …………………………

…un’ unione che si attardava per renderla solo più attesa e piacevole ………………….

 

 

Hanamichi  si lasciava baciare ,cercando con le mani di accarezzare il corpo del proprio amante , per rendergli il piacere che sentiva,

 per accettarlo e amarlo.

Il ragazzo dai capelli neri , occupandosi ancora di quelle labbra morbide e piene , fece scivolare in basso una mano e con delicatezza la fece passare sul membro del ragazzo  che aveva sotto di sé.

 

Un gemito forte , quasi un grido.

 

La prima volta che lo toccava così……………

 

Un altro bacio lento zittì gli ansimi di Hanamichi mentre quella mano riprendeva il proprio compito, ben presto il ragazzo dai capelli rossi si scostò dalle labbra di Ede  reclinando indietro la testa per trovare aria e poter emettere gemiti ormai impossibili da trattenere.

 

La mano del ragazzo dai capelli neri lasciò il corpo ormai  tremendamente caldo di Hanamichi per poterlo girare , Ede si stese sopra la schiena del suo amante cospargendola di baci e carezze , poi lasciando una mano a muoversi lenta e ipnotica sulla pelle di un fianco  prese le proprie dita in bocca leccandole e bagnandole e le passò delicatamente  sopra la piccola apertura  bagnandola a sua volta per poi ritrarsi nuovamente.

 

Senza attendere Hanamichi si voltò nel suo abbraccio , stendendosi sotto di lui , abbandonandosi , cercando altri baci , ricevendoli , donandoli , stringendosi , abbracciandolo mentre la danza diventava più veloce e incontrollata e i loro fianchi premevano l’ uno sull’ altro

………

e loro non lo potevano vedere  ma il vetro della finestra bassa tremava leggermente mentre la brezza vi sbatteva contro cercando di entrare e vedere con i propri mille occhi l’ unione che i mortali chiamavano amore per poterla raccontare fra le tanto grandi storie del mondo che era solita portare con sé al di là del mare  alla fine dell’ estate ……………………

 

 

Ma loro erano persi …………….persi in quell’ amore tanto grande trovato una notte in una piccola  stanza dalla finestra aperta.

 

 

 

I corpi si muovevano strusciando , insieme ……..

 gesti naturali , abbracciarsi , cercarsi mentre Hanamichi con innocenza schiudeva le gambe per accogliere il corpo dell’ altro e lui , dai capelli e dagli occhi neri , entrava con naturalezza e semplicità.

 

Hanamichi si tese , inarcando completamente le schiena , una sensazione nuova e sconfinata.

 

 

Ede rimase immobile accarezzandogli i capelli , come faceva sempre ogni notte quando si stendevano  a terra insieme vicino alla finestra , per dirgli ancora una volta che andava tutto bene.

Lo baciò , aprendogli le labbra con le proprie , ascoltando il suo respiro impazzito sulla propria pelle , sentendo in brividi intensi i loro corpi e la loro unione.

 

 

Il ragazzo dai capelli  d’ ebano lo abbracciò passandogli le mani dietro la schiena e su un fianco poi spinse dolcemente dentro di lui , una volta.

 

Hanamichi si tese ancora , reclinando la testa , gemendo piacevolmente con tutta la voce che aveva.

 

Ede lo fissò negli occhi attraverso l’ oscurità , si guardarono , senza vedersi.

 

 

“M.i ….mi   s.enti ?” chiese

 

 

“…S.si….” rispose tra i gemiti ed il calore Hanamichi.

 

 

“I.o …….io ..esisto……………………………………………………………………………………………………………………

 

 

per……am.arti……………..”

 

 

Un movimento profondo e un grido alto.

Le spinte si rincorrevano una dietro l’ altra , lente , intense, ornate da gemiti , puro piacere e grida ……..

….grida che portavano i loro nomi ………….…….(quel nome di un ragazzo caldo e bello come un tramonto e  quel nome richiesto prima di quei momenti di passione …………………….)

………….ora Hanamichi poteva gridarlo quel nome che conosceva 

 

 

 

Insieme.

 

Il liquido caldo del ragazzo dagli occhi d’ antracite scivolò nel corpo di Hanamichi , facendolo inarcare  ,mentre il suo scivolava tra loro in un ultimo grido profondo.

 

Silenzio.

 

Respiri irregolari , l’ uno ascoltava quelli dell’ altro , gioendo di esserne insieme la causa.

 

Ede si sollevò facendo attenzione, accarezzò con una mano il viso disteso di Hanamichi  e chiudendogli la bocca con un bacio uscì  piano da lui , rubandogli solo un ansito.

 

 

Il silenzio ancora , i loro respiri che tornavano normali , le loro mani che cercavano quelle dell’ altro , come se avessero paura di perdersi  in quell’ oscurità che li circondava ….ma anche prima c’ era tutta quell’ oscurità?…………loro non  se ne’erano accorti ……..

da quando il ‘ sogno’ era entrato in quella stanza  , da quando si erano toccati, baciati ………………uniti………….c’era stata solo luce per loro …………………….luce calda e bianca ………………ed ora la notte tornava alle loro menti , a cullare i loro pensieri ,a stendersi  intorno a loro …………………………………..

……mentre i  loro corpi  tornavano due.

 

 

 

Ede si stese al suo fianco accarezzandolo , incontrando in lievi tocchi le sue labbra , dolcemente  e lentamente , per calmare entrambi ….

Hanamichi  si avvicinò  di più a lui  facendosi prendere tra le sue braccia , sospirando…………….

 

 

“Come ti senti ?”chiese piano il ragazzo dai capelli neri.

 

 

“B.bene……” rispose arrossendo Hanamichi.

 

 

“Ho fatto piano……con te?” chiese ancora lui accarezzandogli la schiena e un fianco.

 

 

Il ragazzo dai capelli rossi si strusciò contro di lui, tentando di nascondere il viso tra le lenzuola e il suo petto prima di sussurrare una risposta quasi  soffocata dall’ imbarazzo.

 

 

“Si………………………………………………………………………………………………..io ..ho sentito …..solo amore…..”

 

 

Ede sorrise  veramente.

Lo strinse e  baciandolo lievemente rispose.

 

 

“Ne sono contento………era quello che volevo”

 

 

“Ti amo………………..tanto” disse solo Hanamichi   lasciandosi ai suoi tocchi , sempre più stanco , gli occhi appena socchiusi.

 

Lui, dai capelli neri , lo sapeva, lo sentiva , accanto a sé , stanco , sfinito ……………per l’ intensità di un breve e lungo atto d’ amore…… …….lo toccava dolcemente , solo per fargli sentire la propria presenza mentre si addormentava , ripetendogli il proprio ..ti amo… all’ orecchio ……………..per non farglielo dimenticare , nemmeno nell’ oblio del sonno.

 

 

 

Adagiati nel leggero dormiveglia , insieme , stretti , la notte scorreva lenta , trovandoli ora addormentati ora appena sollevati a baciare l’ altro in silenzio , a rassicurarsi di averlo accanto per poi  tornare a dormire ancora un attimo.

 

In uno di quei momenti si svegliarono insieme , cercandosi subito con le labbra , gli occhi ancora chiusi, il tempo che scivolava via , anche se chiuso fuori da quella stanza come tutto il resto.

 

 

 

Il ragazzo dagli occhi neri  parlò sospirando.

 

“Tra poco ………..devi andare, vero?”

 

 

 

 

Dolore soffuso.

Disagio.

 

 

Hanamichi  capì  , lo sentiva anche lui.

 

 

Desiderio di restare ancora insieme.

Quanto più possibile.

Ancora.

 

 

 

Hanamichi  sorrise dolcemente  contro il viso del proprio amante.

In fondo aveva strappato qualche  desiderio alla notte, ora poteva chiederne uno  al giorno…………

 

 

 

“No, posso restare ………………………………………………………………………………ma…tu…”disse solo.

 

Un pensiero veloce, ansia , una tristezza.

 

Il ragazzo dai capelli rossi si girò, parlando piano ,seppur con velata malinconia.

 

 

 

 

“…..tu ……tu vai via come le ombre ……………..sparisci , toccato ………solo sfiorato …….dai raggi del sole dell’ alba………….

……………….

Non sarai un’ illusione ?

Non sarò impazzito?…………..………………………………….

……………

parlami……….”

 

 

 

 

 

 

 

 

Ede rimase in silenzio. A lungo. Aveva pensato  nei momenti in cui si era svegliato quella notte .

Aveva ancora una vaga incertezza, forse ancora ….paura…….ma doveva , per sé , per lui , per quell’ amore  che meritava sincerità  …….

 

 

Si sollevò su di lui guardandolo attraverso  l’ oscurità , vedendolo nella sua mente.

 

 

 

“No………sono io impazzito……….perdonami e amami ………….

 

 

 ……………………………………………..stanotte io non andrò via …………..”promise infine lui dai capelli neri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hanamichi trattenne il respiro , un significato grande dietro quelle parole.

 

 

“……………potremo guardarci………..”

 

 

 

Un lento e tremulo sospiro.

“Ho paura” disse Hanamichi.

 

 

Ede posò una mano sul petto del proprio amante sotto di sé, accarezzando la pelle sopra il cuore ,accarezzando quel cuore con le proprie parole .

 

“Di cosa?” chiese gentile.

 

 

“Di…… te…”

 

Ede scosse la testa.

 

 

“Non averne …………..non averne ………………….ti amo”

 

 

Hanamichi  perse una lacrima che si infranse silenziosa sulle lenzuola , dopo essere scivolata tra i suoi capelli.

 

“Hai ragione ………………………come potrei ……………….come potrei  avere    paura del mio        sogno  d’ amore………..

…….ora che ti ho sentito esistere ………………dentro…di me ?”

  

 

 

Alzò le braccia stringendolo a sé e rimase solo il silenzio.

 

 

 

Abbracciati attesero l’ alba.

I loro cuori battevano rapidi  e forti , vivi, sempre più veloci ad ogni nuova strale di luce che si adagiava leggera sulla linea piatta  dell’ orizzonte  insieme alle altre, tra l’ indaco e il rosa pallido ………………..chiusero gli occhi , tra i pensieri e l’ amore ………….

 

 

 

…fino a che un timido raggio  separò il fitto velo d’ oscurità  della loro stanza.

 

 

 

 

Ancora troppo poco per vedersi , non si guardarono, ma il sole  sorge velocemente , si sa, per non soffrire troppo a lungo nel vedere la sua luna nell’ altra metà del cielo , splendida e  sempre irraggiungibile , mandandole  le ultime stelle illuminate come baci  di un addio fino all’ alba seguente.

 

 

Loro si cercarono , stringendosi ancora di più , sotto un lenzuolo leggero e fresco.

L’ alba avanzava.

 

 

 

La luce entrò irradiandosi  silenziosa negli angoli , risalendo dal pavimento ai muri , ai piedi del letto , trovando due corpi ancora uniti  e stretti.

 

 

 

Doveva svegliarli.

Lo fece.

 

 

Lui  , dai capelli neri aprì gli occhi , incontrando la sagoma incerta  di quella stanza che aveva visto qualche alba fa , contro di sé , sul proprio petto sentì le ciglia di Hanamichi aprirsi   sfiorandogli la pelle .

 

Silenzio

 

 

 

 

Il ragazzo dai capelli rossi rimase a fissare  la pelle bianca del proprio amante davanti a sé ……………….

…riusciva a vederla ……………….

…..vi passò le dita sopra , dolcemente , per accertarsi che non fosse un’ illusione ………………

….no..no..esisteva ………..se solo avesse alzato il viso avrebbe visto lui…………………….lui…

Lui che era  arrivato nella sua vita passando da una finestra socchiusa ………

Lui che quella notte non era andato via ………………………..

Lui che l’ amava ……………

Lui che lo aveva amato per primo ………….dolcemente , senza dolore , piano…………

Lui…………..veramente un …………….sogno ……….

 

 

che la notte e la vita non erano riuscite a portare via …………………………

 

 

 

 

 

Hanamichi  si tese lievemente risalendo il corpo di Ede , strusciandolo , senza dar modo ad entrambi di vedere l’ altro e lo baciò , unendo i loro visi in una carezza talmente vicina da non permettere ancora lo sguardo , lui rispose perdendosi in quell’ ultimo attimo ancora che sapeva di incontro notturno.

 

 

 

 

Lentamente era giunto il momento.

Si separarono , scivolando l’ uno lontano dall’ altro con infinita lentezza, accompagnati dal frusciare leggero delle lenzuola intorno a loro.

Sguardi profondi e immersi.

Si videro.

 

 

 

Dapprima ,ancora un attimo, solo forme indefinite , ancora ombre , poi Hanamichi posò i suoi occhi su un viso conosciuto e sconosciuto insieme, estraneo alla sua vista, ma noto ai suoi sensi …………….

quante volte aveva baciato e si era lasciato baciare da quelle labbra che ora guardava ………….

quante volte aveva accarezzato  quella pelle bianca sul mento o sulle guance…………..

quante volte quegli occhi neri e profondi si erano silenziosamente incontrati al buio con i suoi senza che nessuno dei due  lo sapesse…….

quante volte aveva toccato quei fili neri che ora rilucevano sotto i raggi del sole …………..

quante volte quella notte i loro capelli si erano mescolati  insieme , sfiorandosi , in un bacio, un abbraccio ……………………..

 

Un viso bellissimo , perfetto , che lo fissava ……………………

 

Kami  …….amato da un ragazzo stupendo………

 ………………………sorrise piano…….

……. si sentì arrossire ………….

………………………………………e lo guardò amandolo in uno sguardo…………………………

 

 

 

Lui , il ragazzo dai capelli neri , rimase immobile , chiuse solo una volta gli occhi , per poi riaprirli , deciso a farsi fissare…..

sentiva su di sé lo sguardo attento del suo amore , anzi  lo vedeva ………passare dalle labbra , al mento , alle guance , agli occhi e ai capelli …………….con i suoi occhi caldi , ancora più di quanto li ricordasse , grandi e stupiti, le sue labbra semiaperte , belle come le ricordava e i suoi capelli rossi ,del colore  del tramonto, ma infinitamente più vivi.

 

 

Si dimenticò un istante  di essere a sua volta osservato e lo guardò veramente.

 

 

 

  

 E ora li vide…quegli occhi, gli occhi della persona amata , erano davanti a lui, per lui ……………………..così voleva essere guardato….

…………così.

Da lui.

Per sempre.

 

 

Schiuse le labbra per esprimere quel pensiero.

 

 

 

“Come ho potuto perdere il tuo sorriso finora…………………….

 come ho potuto perdere il tuo viso che si tinge  innocentemente di rosso imbarazzandosi…………………

 come ho potuto perdere il calore dei tuoi occhi  che mi baciano………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………………………..

Baciami con i tuoi occhi”

 

disse piano lui dai capelli d’ ebano.

 

 

 

 

E Hanamichi  lo fece, rimanendo a fissarlo , immobile , con  le labbra che gli tremavano lievemente , mentre il rossore si diffondeva sulla pelle e gli occhi rilucevano  tra i fili arruffati dei capelli rossi …………

 

 

 

Stupendo, veramente stupendo , pensò una volta in più Ede.

 

 

 

 

 

 

“Kami sama ………sei uno splendido ‘tramonto’ ………….come hai potuto essere mio stanotte?” si chiese ad alta voce , mormorando.

 

 

 

 

Hanamichi  sorrise ancora.

Ede tese quindi le braccia verso di lui , aspettandolo , per farsi accettare in un abbraccio……………

dopo avergli mostrato veramente tutto di sé ………….cominciando , insolitamente , da quello che aveva dentro , fino a fargli vedere ciò che era fuori.

 

 

Hanamichi  si strinse a lui , immediatamente, senza farlo attendere o dubitare.

Si ritrovarono in quell’ abbraccio.

 

 

 

 

Rimasero ancora stesi, accanto , fra i baci e le carezze che da quella notte non erano mai cessati.

Hanamichi  sollevò il viso chiedendo un bacio, dopo averlo avuto trovò il coraggio di chiedere un’ ultima cosa.

 

“Posso sapere il tuo nome ,adesso?”

 

 

 

Lui lo guardò sorridendo apertamente.

 

 

“Kaede , Kaede Rukawa”

 

 

 

Hanamichi  rimase in silenzio.

“…….Ede ………….Kaede……”mormorò poi.

 

 

 

“Si……….Kaede…”si sentì rispondere dopo un’ altra carezza.

 

 

 

Improvvisamente  Hanamichi si sollevò su un gomito, fissandolo sconvolto negli occhi neri.

 

 

“Oh Kami……………..R.Rukawa?”

 

 

Un lampo triste  attraversò quello sguardo nero.

 

 

“T.tu sei ………………un attore………………….io ho visto……….le tue foto………in città………”

 

 

 

Kaede abbassò lo sguardo.

E così era stato riconosciuto anche da lui…………..non subito è vero…………perché lo aveva notato , guardando  nella stanza , che il ragazzo di cui si era innamorato non aveva nemmeno un televisore in casa ………………….aveva sperato per un attimo che non lo avesse mai visto ……………potevano pensarci più avanti , con calma ……………..invece …….come sempre la sua fama arrivava prima di lui………………o semplicemente con un po’ di ritardo…………………………..ma quella volta era diverso………doveva esserlo……..aveva lottato per quel ragazzo………………………aveva infranto ogni legge ………le proprie , quelle del mondo dello spettacolo , quelle di violazione di domicilio…………………..aveva passato le sue notti e i suoi giorni sveglio per lui………………aveva lasciato ogni altro interesse………………….si era fatto dare del ladro e del criminale……………………lo aveva ascoltato ,consolato , fatto innamorare di sé …………e finalmente………………………raggiunto ………………….per poi vederselo scivolare via dalle mani e dalla vita solo per due manifesti e un paio di foto?

No…………….

NO.

 

 

 

 

Lo strinse a sé , per non lasciarlo andare via.

 

 

“Dimmi che per te non è cambiato niente ……………….ti prego ……………” si ritrovò a sussurrare al suo orecchio.

 

 

Hanamichi si scostò per guardarlo.

“Come potrei dirlo………………..”rispose.

 

 

Kaede sospirò angosciato.

No, no ,no.

 

 

Hanamichi continuò a guardarlo , innocentemente.

 

 

“E’ cambiato tutto da questa notte……………………………………ci siamo amati………………………………ho amato

…….. per la prima volta………… – ammise arrossendo –…………è tutto diverso …………..ti sei lasciato vedere da me………

………ho scoperto chi sei……….”

 

 

Kaede non riusciva a seguirlo.

Non voleva seguirlo.

 

“Ma forse……….non tutto è cambiato …………..almeno una cosa  è rimasta……………………. – si avvicinò  baciandolo , facendosi stringere di nuovo da lui –    ……………il mio amore per te …………..è uguale a prima ……..”

 

 

Kaede incurvò lievemente gli angoli della bocca.

Poteva sperare?

 

 

Hanamichi  si staccò un’ altra volta da lui, abbandonandolo.

 

“No……forse è cambiato anche quello…………………………………. –gli occhi di Kaede si incupirono in un istante –……………..

……si………………………….

 

 

……è diventato più forte, no?”

 

Hanamichi rise.

 

Kaede lo guardò sorridendo.

Il tramonto di cui si era innamorato si divertiva a farlo impazzire di preoccupazione…………………bene……….

 

 

Per punirlo il ragazzo dai capelli neri lo stese sotto di sé, chiudendogli quella bocca stupenda con un lungo bacio, poi si rialzò su di lui fissandolo in silenzio.

 

 

Voleva solo un’ ultima conferma.

 

 

 

“Hanamichi…………..”

 

“Si?”

 

 

“Ti prego …………….dimmi  qual è il mio nome……………………………………..per te…………..”

 

 

 

Il ragazzo dai capelli del colore del fuoco gli rubò un bacio , capendo ogni  significato dietro  quella domanda.

Non era più il momento di scherzare.

 

 

Si abbandonò sotto di lui e gli disse solo:

 

 

“…………..Ede…………………..Ede è il tuo unico nome per me …………………………e sei  e sarai  solo il mio sogno d’ amore….

 

 

 

 

 

………….il tuo  nome è    ‘amore’………………………………..”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kaede Rukawa  annuì e stendendosi su di lui , lo baciò con passione , tirando su di loro un lenzuolo.

 

 

 

 

 

Si amarono ancora una volta , alla luce delicata e sempre più forte dell’ alba che diventava mattina ………………

Hanamichi sopra di lui ……………..Kaede dentro di lui …………………..guardandosi , senza smettere nemmeno un istante di fissarsi , nemmeno un istante , solo un momento prima di raggiungere il  piacere si permisero di socchiudere gli occhi gridando, per poi riaprirli  subito e perdersi  l’ uno nell’ altro , infinito tempo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si alzarono , pigramente , a fine mattina , ancora dimentichi che esisteva un mondo fuori da quella stanza………………….

….fecero colazione nel letto , insieme , mescolando i baci alle briciole dei biscotti ………….

…….poi rimasero ancora abbracciati…………….

 

 

 

 

 

“Devo andare …………” sussurrò improvvisamente Kaede.

 

Era tardi ormai e per quanto avesse cercato il modo di  dirglielo dolcemente ,faceva male a lui per primo.

 

Hanamichi  sospirò , lo sapeva già da un po’ , lo aveva capito che non sarebbero rimasti  insieme tutto il giorno , non potevano,avevano una vita e aveva scoperto che quella del suo amante  era molto più lontana di quanto avesse immaginato.

 

 

Kaede si alzò , accarezzandolo un’ ultima volta , guardandolo……………poi  si rivestì ,raccogliendo i propri indumenti sparsi un po’ ovunque , Hanamichi lo fissava , senza muoversi , solo quando lo vide avvicinarsi alla finestra per uscire lo chiamò , accostandosi a lui , con solo il lenzuolo intorno ai fianchi , lo abbracciò , gli era difficile lasciarlo andare via dopo averlo avuto così  vicino …………

 

“Tornerai …………..vero?”gli chiese Hanamichi.

 

 

 

“Tornerò sempre da te ………………ovunque io sia …………….. ovunque tu sia …………….”

 

 

 

 

 

Hanamichi sorrise , le loro labbra si unirono ancora una volta  ed infine  si separarono.

 

Lui dai capelli neri  uscì e scivolò via ,lasciando dietro di sé il proprio profumo e il rumore delle scale di metallo che stava scendendo. 

 

 

 

 

 

 

Hanamichi sospirò lievemente , lasciò cadere a terra il lenzuolo che lo copriva e lentamente si allontanò per concedersi una doccia calda….

I suoi pensieri scorrevano veloci come l’ acqua sul suo corpo…………………..

……..amava …………riusciva  appena a crederci…………..amava e veniva amato……………………kami ………era stupendo…..

…aveva potuto guardare il suo ‘sogno’ …………………no……….doveva smetterla di chiamarlo così ……………..non era un sogno……..non più………………era reale …………..bellissimo e reale……………………..arrossendo si chiese come aveva fatto un ragazzo così bello  a innamorarsi di uno come lui…………………….insignificante ……..senza alcuna attrattiva  …………

…mentre lui , dagli occhi neri e profondi, era un attore , una persona famosa……………ricca………bella…………poteva avere tutto …………aveva  tutto …….cos’ altro poteva cercare……………………fuori dal mondo dorato nel quale era nato ……….cosa ……e perché ………….?

Veloce il ricordo di una delle notti precedenti si affacciò alla sua mente……………..una di quelle notti aveva chiesto ad Ede se era felice……………si….se lo ricordava bene…………e lui aveva risposto che mancava ancora qualcosa  perché lo fosse ……….

……..ed ora?…………………………lo era ?……………………………non lo sapeva……..…………sapeva solo che sentiva qualcosa dentro di sé , dolce, profondo , caldo………….un sentimento tutto particolare…………un sentimento solo per lui……….per quel ragazzo stupendo che gli aveva preso il cuore solo parlandogli , senza nemmeno farsi vedere ……………arrivando di  notte , silenzioso come le nubi nel cielo…………………….

….

Hanamichi uscì dalla doccia, senza  asciugarsi o coprirsi e si distese sul letto………………………

…quel letto dove …………..dove aveva fatto l’ amore per la prima volta in tutta la sua vita ………………

ed era stato meraviglioso………………………

 

Il tempo scivolava via , Hanamichi si addormentò di nuovo, socchiudendo gli occhi , sospirò ……………..

..mancava ancora un po’ al tramonto……….troppo per lui………….per i suoi sensi…………per il suo amore………

……si alzò vestendosi………….e rapito da un pensiero che già da prima lo aveva intrappolato nella sua rete rimase ad aspettare la notte…………

 

 

 

 

 

 

Kaede  correva veloce verso il grande stabile scuro……………..aveva fatto prima che poteva ………………….

…era arrivato al lavoro con almeno quattro ore di ritardo………………….andava via almeno tre ore prima ……………………..

…….qualcosa non lo aveva lasciato in pace per tutto il giorno …………..

…occhi……….occhi brucianti …….fissi nei suoi …………….

…gli occhi della persona amata ……..

……com’ erano belli……….

…ma solo gli occhi non riusciva proprio a farseli bastare…….pensò correndo su per quelle scale …………………correndo da lui………….

 

 

 

 

 

I due  corpi si strinsero ……………ansimando , gemendo , infine gridando…………………..Hanamichi cadde sfinito tra le braccia del suo amante , rilassandosi…………….

…..

“Ede…….”

“Ti amo” rispose solo lui.

 

 

Rimasero stesi a lungo ,tra i respiri leggeri e le carezze……………..

 

 

“Ede………pensavo ………”

 

“A cosa?”chiese lui stringendolo.

 

 

“La prima volta che sei entrato qui io………….io ti ho dato del ladro e del criminale ……………kami…………..”

 

 

Kaede rise piano.

 

“In effetti…………me lo ero scordato…………”

 

“……………io….io…………ah kami……..e pensare che sei così famoso da dover essere tu a preoccuparti dei ladri ………

………ma …era buio …non sapevo chi eri ………….e..”

 

“Ti ho spaventato, vero?”

 

Hanamichi annuì contro di lui, strusciandosi contro la sua guancia.

 

“Mi dispiace…..”sussurrò Ede.

 

Hanamichi sorrise.

“Allora mi perdoni?”

 

“Mmmh……………..dovrei punirti ……………..oh si …dovrei punire la tua bellissima bocca che non ne vuole sapere di stare chiusa …….potrei chiuderla  io …………..per un bel po’……………..”mormorò malizioso Kaede imprigionando il suo amore sotto di sé.

 

Hanamichi rise ancora di più , rendendo vani tutti i tentativi  di Ede di chiudere veramente quella bocca con la propria …………..

 

 …poi il ragazzo dai capelli neri lo baciò seriamente , senza più scherzare ……..mentre i suoi occhi diventavano più cupi e fissi in quelli dell’ altro………………mentre scendeva sul collo e sulla gola……………

 

Hanamichi  sorrise gemendo.

“………ehi…… ‘persona abbastanza famosa’…volevo ricordarti che domani io devo andare a lavorare ……..”

 

 

La voce bassa di Kaede lo raggiunse in risposta  vicino ad un orecchio.

 

 

“Mhm……..vuoi che faccia piano?”

 

 

Hanamichi gemé  più forte sentendo entrambe le mani del suo amante su di sé , eccitato per quelle parole ed il tono basso e roco con il quale erano state pronunciate.

 

“……………s..si…………….piano…….ti prego….”

 

 

 

E Kaede lo amò …………………dolcemente , con attenzione, senza farlo stancare troppo , lasciandolo solo quando furono le dolci mani del sonno a reclamarlo………………

…rimase con lui fino a quando entrambi abbracciati  e vicini non scesero le scale per tornare in quel mondo che

   per qualche altra ora avevano completamente dimenticato…………….

 

 

 

 

 

 

 

Seduti accanto guardavano la città spenta e addormentata …………..o così sembrava………ma non era importante……….

….quella notte il vento caldo non voleva lasciarli stare……………..li tormentava, infilandosi dietro ai loro corpi appoggiati al freddo metallo delle ringhiere, sotto quei vestiti leggeri  che la stessa brezza aveva poco prima trovato a terra ai piedi del letto nella loro camera, passando tra i loro corpi allacciati , sempre in cerca di un contatto ………faceva caldo ma lontani uno dall’ altro sapevano che avrebbe sentito vuoto e freddo ………….. ora la luna li guardava socchiudendo i propri angoli  e le stelle potevano finalmente vederli……………………….

…..la notte stessa li accoglieva mentre stesi sulle grate  sopra quelle scale rimanevano in silenzio provando amore ……………

 

 

 Un gesto dolce , Kaede  gli passò una mano sul viso , accarezzandogli le labbra con le punte delle dita , salendo poi verso i capelli …….

….

 

 

“Vorrei ……..vorrei averti a casa mia………..ora…”disse Ede guardandolo.

 

Hanamichi  alzò uno sguardo su di lui, timidamente.

 

“Perché?”

 

 

“Per poterti amare anche lì………………….per riempire la mia casa vuota  dei tuoi sospiri , del tuo amore……………..di te…….

 

…..per non soffrire così tanto nelle poche ore che ogni giorno devo passare  lì da solo …………..”

 

 

Hanamichi lo ringrazio per quelle parole  d’ amore con un bacio e una carezza  mentre il  vento stesso riprendeva a soffiare dopo essersi fermato un istante nel sentire parole così belle uscire dalle labbra di un vero amante.

 

 

“Dove abiti?”chiese  il ragazzo dai capelli rossi.

 

Kaede guardava davanti a sé e gli indicò  con una mano un edificio lì vicino, alto e luminoso,un grattacielo.

 

 

Hanamichi sospirò stupito e mormorò

 

“..il sole………….”

 

“Cosa?”

 

Il ragazzo dai capelli rossi guardò sorridendo il suo amore parlando con calma.

 

“Si ………quello è il sole di questo quartiere…………..sempre acceso ogni  notte ,ad ogni piano…………….luminoso e bello come il sole ………………………un sole che mi piaceva guardare ogni sera , mentre salivo queste scale per tornare a casa……………..mi fermavo a fissarlo …………….e poi c’ era un piano……….sempre spento di notte ……………..”

 

“Quale?”

 

 

“Quello …..si …era sempre spento …….anche se abitato …………penso che il proprietario debba aver trovato un posto migliore dove passare le sue notti per lasciarlo ogni sera ………”

 

 

 

Kaede fu su di lui, poco prima di baciarlo sussurrò.

 

 

 

 

“Oh si ……………ha proprio trovato un posto migliore dove passare le sue notti …………….”

 

 

Hanamichi  rise meravigliato , distendendosi  sulle grate fredde , le mani calde di Ede  gli circondavano la nuca e i capelli  per non farlo sbattere contro il metallo duro e ghiacciato…………….mentre la sua bocca si occupava di lui………….

 

 

“Abiti …………abiti  lì?”chiese Hanamichi ridendo ancora.

 

 

“Si…………….ma passo tutte le mie notti in un altro mondo……………e su delle scale scomode  invece che nel mio morbido letto………”

 

 

La voce calda del ragazzo dai capelli rossi si levò in un’ altra risata , che da sola bastava ad illuminare la notte circostante  risuonando  nell’ aria.

 

 

“Rientriamo dentro ?”chiese poi Kaede abbracciandolo.

 

 

“S.si ………ma perché….si sta bene qui…….?”

 

 

“Perché mi sono ricordato ora che anche tu hai un letto morbido…………”

 

 

Hanamichi  lo strinse ridendo contro di lui……………..quella sera Ede aveva proprio intenzione di sentirle , le sue risate…….

 

 

…rimasero ancora qualche attimo sdraiati poi si alzarono………….

 

..prima di rientrare Hanamichi si perse ancora con lo sguardo fisso in quel ‘sole’ ……………

….Kaede gli si avvicinò ……….

 

 

 

“Verrai ………….da me?”

 

 

“Quando?”

 

 

 

“Domani…………………………domani notte………………”

 

 

 

“Si………domani notte…….”

 

 

“Io sarò lì ad aspettarti………………….”

 

 

Silenzio.

 

 

 

 

 

 

“Così proverai anche tu cosa vuol dire aspettarti ogni notte………….”sussurrò malizioso Hanamichi.

 

Ede sorrise.

 

 

“……e proverai anche cosa sento ogni volta che poi  ti vedo entrare dalla mia finestra ……….”

 

 

 

Kaede sorrise ancora e prendendo per mano il suo ‘ tramonto’ rientrò con lui nella loro stanza.

 

 

 

 

 

 

 

La notte avanzava , Kaede aspettava , seduto al buio vicino ai vetri delle finestre ……………

…il tempo  sembrava dilatarsi dolorosamente  ………………….attesa ……………….

…così si chiamava quella sensazione quasi soffocante che saliva ad ogni  secondo che passava  lento e incurante?

 

Un bussare leggero fece perdere un battito al suo cuore mentre lentamente si alzava attraversando il corridoio buio.

 

 

Davanti alla sua porta , il suo meraviglioso ‘tramonto’ notturno.

 

 

Lo fece entrare , chiudendo la porta con il peso dei loro corpi , mentre cercava incessantemente  le labbra dell’ altro.

 

 

Si baciarono a lungo, scivolando lontano dalla porta , per strusciarsi contro le pareti  del corridoio , lasciando cadere a terra alcuni vestiti , continuando a cercarsi , con le mani , le labbra , il corpo,  contro i muri bianchi.

 

Davanti a loro  si aprivano ora le intere vetrate del salotto , fuori lontani i neon e le luci della città vista dall’ alto…………….

 

 

Hanamichi si avvicinò al vetro , senza più vestiti sul corpo  e appoggiò una mano tremante al vetro.

 

“E’ bellissimo”sussurrò guardando fuori.

 

 

Kaede dietro di lui gli baciò una spalla , facendolo girare per guardarlo.

 

 

“Si………………………………bellissimo…….”        mormorò fissandolo.

 

 

Hanamichi arrossì e le loro labbra si trovarono di nuovo.

 

 

Il ragazzo dai capelli rossi sfuggì a quella dolce prigionia , spostandosi di lato , strusciandosi sui vetri , allontanandosi…………….

 

Ede lo seguì riuscendo a strappargli qualche altro bacio leggero  mentre si rincorrevano in quella penombra fatta di mille riflessi minuscoli di luce sul vetro…………………………

 

I loro respiri si inseguivano senza posa , le mani accarezzavano la pelle morbida e calda , mentre il freddo di quelle pareti di cristallo lasciava scendere  brividi estenuanti lungo le loro schiene mentre vi si spingevano contro…………….

 

…..i baci umidi sempre più veloci , contatti profondi  di un’ emozione condivisa e crescente , calda e soffusa ………………

 

…finché con il petto premuto contro uno di quei vetri Hanamichi si ritrovò prigioniero nelle braccia del suo amante  ……….

 

….i respiri ansanti  appannavano lievemente le enormi vetrate  e lo sguardo profondo di Ede si fissò lontano , dove una scala scura di un palazzo scuro  conduceva ad una piccola finestra …………………

 

 

“Hanamichi…….”sussurrò.

 

“Si..?”ansimò il ragazzo stretto tra il corpo rovente dietro di sé e la fredda vetrata.

 

 

“Da qui ………si vedono le nostre scale e la tua finestra ……………”

 

 

Hanamichi  si sollevò leggermente guardando davanti a sé ……………..

 

La luce leggera dei lampioni permetteva di vedere quelle scale , che spiraleggiando salivano verso l’ alto , con gli occhi lui cercò il proprio piano , lo trovò gemendo per i tocchi delle mani di Kaede sui fianchi e i suoi baci sulla nuca , ne osservò le grate per poi scendere a sfiorare con gli occhi la piccola finestra ora chiusa…………..

 

………il viso di Ede si appoggiò dolcemente sulla sua spalla mentre come ultime parole di quella notte gli mormorava.

 

 

 

 

 

 

 

“Ed io …da qui ………………ogni giorno …………

……………………………….guardavo la mia felicità andare su e giù per quelle scale …………………………………………….”

 

 

 

 

 

Hanamichi sorrise e appoggiandosi completamente contro il vetro si lasciò a lui.

Kaede fu delicato, lo strinse , suggendo il suo collo , baciandolo sulla  schiena , su ogni scapola , scendendo lungo tutta la colonna , risalendo lentamente………..

…..lo spinse un po’ di più contro il vetro  per far scendere le proprie dita su di lui , per farle entrare e uscire nel suo corpo , con piccoli movimenti lenti e dolci , facendolo gridare contro il vetro delle finestre …………

..lo tenne  fermo , facendolo girare , osservando nella penombra i suoi occhi e le sue labbra , sentendo il respiro veloce e l’ abbandono con il quale si appoggiava con le spalle alle finestre che aveva riempito di gemiti…………..

..fissandolo Ede scese lungo il suo corpo , in una dolce carezza portata da tutta la sua pelle che si strusciava contro quella dell’ altro…..

…ancora , ancora una volta …………..

………fino ad una carezza intima , una richiesta nello sguardo e due mani che si intrecciavano per allontanarsi  insieme verso un’ altra stanza , più interna ……………….

 

…..dove entrambi entrarono per stendersi su di un enorme letto , gemere al più semplice e innocente dei tocchi e prepararsi ad un’ altra unione …………………..

 

….con delicatezza il corpo del ragazzo dagli occhi neri entrò in quello caldo sotto di lui , scivolando dolcemente fino in fondo , accompagnato da un grido e una lacrima di piacere……………

….

 

….mentre ad ogni movimento profondo la notte sembrava scomparire per lasciare i loro sensi avvolti dal candore di un ambiente nel quale sembravano respirare la luce stessa …………………

 

….tra le grida , l’ amore e la notte ……………………..

 

 

…………..si ritrovarono  nell’ unione del piacere raggiunto insieme…………………………….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E quel ragazzo dai capelli neri prese la propria felicità prendendo lui , quella notte, una volta e per sempre.

 

 

 

E quel ragazzo dai capelli rossi che ora riposava con gli occhi chiusi , i sensi ancora accesi, aveva sempre pensato che per poter dire di  aver afferrato la felicità  avrebbe dovuto stringere qualcosa di immateriale, mentre ora aveva solo lui fra le braccia.

Ed era felicità.

 

 

 

 

 

 

Cercando uno nell’ altro avevano trovato quel pezzo di infinito che li completava entrambi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La notte successiva quando Kaede salì velocemente quelle scale per raggiungere la stanza del ragazzo che amava si trovò davanti solo un vetro chiuso.

 

 

Bussò.

Una volta.

Ancora.

Ancora una volta.

 

 

 

No.

Hanamichi non poteva non essere lì.

Lo avrebbe avvertito.

Glielo avrebbe detto , dispiaciuto di dover perdere per chissà quale  grave  motivo una delle loro notti insieme.

No.

 

 

Una mano pallida si posò contro quel vetro , dall’ interno.

 

Una voce lontana e bassa  parlò attraverso quella finestra.

Ora irrimediabilmente chiusa.

 

 

 

 

“Va via”

 

 

 

 

 

 

“Perché?”

Ebbe il coraggio di chiederlo, almeno quello gli era dovuto.

 

 

Cosa aveva fatto?

Cosa?

Dove aveva sbagliato?

Dove?

 

 

Gli aveva negato un bacio?

Una carezza?

Un abbraccio?

Il proprio ‘ti amo’ ogni  istante in cui lo vedeva  e ogni volta che lo sentiva respirare?

Ne aveva forse dimenticata una sola di quelle volte?

 

Aveva  forse peccato contro la notte e contro la luna riservando a lui tutta la sua ammirazione?

Aveva offeso il sole del tramonto perché da  settimane ormai non lo guardava più, attratto da un altro tramonto dai colori del giorno ma che viveva di notte? 

Aveva forse osato troppo nel voler sperare di trasformare un semplice incontro notturno in un amore eterno?

 

 

 

 

 

 

E Hanamichi  chiuse gli occhi , pieni di lacrime.

Era l’ ultima incertezza che aveva …….l’ ultima ………

E senza alcuna spiegazione parlò per dissiparla …………..era l’ ultima ……………………………….

 

 

 

“Dimmi che non stai solo giocando…………..con me …….ora ……….dimmelo………….”disse

 

 

Kaede perse un battito ed il respiro.

 

 

“No….non è vero …lasciami entrare ………….”sussurrò sulle proprie labbra.

 

 

Hanamichi cominciò a passare le proprie mani  sul vetro , in movimenti lenti e circolari , per calmarsi …….

Kaede seguì  quelle mani con i suoi occhi profondi  e poi alzò le proprie dita per seguire quelle  dell’ altro, le rincorreva,incessantemente, le inseguiva, tentando al tempo stesso di inseguire lui e i suoi pensieri………………………

 

 

“Io non sarò un tuo divertimento……..lo sai questo, vero?” mormorò lui dai capelli rossi.

 

 

“Non lo sei mai stato………….. ti prego credimi , credimi”

 

“No, no, non più, forse……….tu……no…..io…..”piccoli fili di voce spezzata che uscivano incoerentemente.

 

 

“Perché non vuoi credermi, fidati di me…………………………. come la prima notte in cui sono entrato da te e non mi conoscevi , fidati, ti prego, ti prego….non ne hai avuto in cambio dolore……………….fidati di nuovo…”parole veloci dette con un filo di voce.

 

“Dimmi allora cos’ è che ti mancava per essere felice ………….dimmelo……..”

 

 

“Tu ………tu mi mancavi ………….non eri lì ………non c’ erano notti da passare …………………………………amando…

……...c’erano solo notti infinite e uguali……….

……ora amo………………………………………………………………….credimi”

 

 

 

 

Nel loro dialogo erano stati tutti sussurri…….il mondo non doveva sentire quelle parole , né la notte doveva sentirle  o avrebbe pianto stelle cadenti  nel cielo più scuro.

 

 

 

 

Il vento era in silenzio mentre le loro mani si erano fermate e quelle di Kaede sul vetro avevano raggiunto quelle a lungo anelate del suo amante.

 

 

Un istante, due istanti, tre istanti ……troppi ………troppi senza averlo vicino quella notte , la prima notte in cui non lo aveva  accanto, Hanamichi  ne pianse dentro di sé  mentre attraverso quella finestra ora sentiva qualcosa che cercava di posarsi sulle sue mani ………….

 

Kaede abbassò il viso e raggiunte le dita che si stagliavano  nitide dall’ interno contro la superficie trasparente le baciò , una ad una , in gesto  profondo , ricevendone in cambio  solo il gelo della parete di vetro contro la quale i suoi baci si infrangevano……………………..

…….. ma sorridendo mentre lo faceva.

 

 

Hanamichi rise pianissimo , lasciando che la sua mano , oggetto di tale attenzione, tremasse per l’ emozione.

 

Poi lasciando scivolare via una lacrima

 

“Ti credo , ti credo …”

 

 

 

“E io  ti amo …………”rispose Ede.

 

 

 

“I sogni non mentono vero?”

 

 

 

“Dimmi  che sono ancora il tuo sogno”pregò Ede.

 

 

“Si……. te l’ ho detto …………lo sarai sempre, sempre”

 

 

E lasciando che la propria mano scivolasse via dal freddo della finestra, il ragazzo dai capelli neri entrò da lui , attraverso una finestra ora lasciata aperta……………………………………..

 

 

 

Stretti , lì , in terra, senza la forza di fare un passo senza prima aver toccato l’ altro, averlo abbracciato e unito a sé in un bacio.

 

 

“Vivi con me , ti prego”sussurrò Ede , sempre più piano.

 

 

“Con te?”

 

“Si ,con me ….accanto a me ….ogni giorno……..nella mia casa …..in quel ‘sole’ sempre acceso……………”

 

“Lì, con te?”

 

“Si ……e ogni notte saliremo queste scale , per incontrarci qui e amarci , perché questo è un mondo veramente  tutto nostro , verremo qui apposta ……..per amore………io di te e tu di me …………….ogni notte…………..”

 

 

“Sai  io………. quando guardavo quel piano sempre spento una notte sperai di abitarci , un giorno ……………………..ma sapevo che quel sogno  non sarebbe mai potuto essere mio ………………ed ora …………..”

Altre piccole lacrime che si infrangevano da un corpo all’ altro.

 

 

“Tu puoi avere tutti i sogni che vuoi………………………………….a cominciare da me”

 

 

 

“Mi basti tu  insieme ad  un incontro notturno, per sempre”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Passarono altri giorni , veloci e in continua attesa……………………

…e altre notti , lunghe e ogni volta sempre più amate………………………

……un ragazzo dai capelli neri che saliva delle scale per chiudersi con un sorriso una piccola finestra bassa alle spalle  ………

…..un ragazzo dai colori del tramonto che scendeva  delle scale per incontrarsi con il proprio sogno d’ amore ………

e poi solo due ombre che ogni notte salivano insieme  nel loro mondo, lasciando fuori ogni altra cosa , persino la notte stessa che ormai persa per loro due  lasciava loro  il proprio manto per adornarli e  proteggerli………………………….

 

……….tutto questo a lungo, anche ora ……………

….ancora ………………………

 

 

 

 

Stesi e abbracciati sotto le lenzuola calde e umide dei loro corpi , le labbra unite , le mani intrecciate , i capelli che si sfioravano , il rumore dei loro cuori che si univano solo dopo che lo avevano fatto i loro corpi………………….

 

Nel silenzio di una di quelle mattine , sentirono passare sopra di loro qualcosa di leggero e infinitamente grande , qualcosa d’ importante , di unico e infinito , qualcosa che li guardava dolcemente , rimanendo con loro per tutto il tempo che avrebbero passato insieme nei giorni, nei mesi , negli anni ……………………….

…qualcosa dalla leggera consistenza di petali di farfalla su uno stelo di ghiaccio …………………….

 

…qualcosa che aperti i propri occhi sempre chiusi , grandi come il mondo e infiniti come lo spazio, ora  li guardava sorridendo ……………..

 

 

 

 

 

 

…….felicità……………………………….

 

………………

…..

..

 

 

 

                                                                        ‘mi avete presa finalmente …….quanto mi avete fatto attendere……….’ 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*pregiato champagne francese.

 

 

**

Come avete potuto comprendere tra  gli asterischi ci sono i pensieri in prima persona di Hana mentre quando mi riferisco a Ru almeno fin quasi alla fine uso sempre <lui>, quindi quando si trova nel testo un ‘lui’ non specificato sto parlando di Ede perché se invece parlo di Hana lo specifico in altro modo.

 

 

 

 

 

 

E così è finita anche Incontri ……è sempre triste dover lasciare una storia …………….

…….Incontri era un po’ come un sogno  più che una storia …………..era un mondo veramente  alternativo ……….

….che io  adoro immaginare caldo e dolce………….un mondo strano ………………….onirico e piccolo,come una sfera……

…questa storia è stata un po’ un mio vezzo………….un capriccio ………

…..e scriverla è stato difficile ……l’ ho letta e riletta ………a lungo ……………….

ed ora che ho scritto la parola fine  penso sia completa ……………………………………………………….

 

 

Come promesso la dedico tutta a Ila………

…è il suo regalo  …………………………………..è sua……………………………..

 

come lo sono stati i suoi pensieri per me ………………….

 

Baci a Naika , Elyxyz , Saya , Kira,Hymeko le saluto e ringrazio………..le loro mail  sono state come perle preziose per me ……….

Grazie davvero.

 

 

Mel


 


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