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**Note importanti in
fondo**
Incontri
notturni
di Mel
Vivere felicemente in
una bella casa, uscire in giardino nelle giornate profumate di maggio ,
sentire il profumo dell’ erba fresca e bagnata, sentirla frusciare sotto i
piedi , avere la compagnia di un cucciolo , perché no, anche due e girarsi
sapendo che solo pochi istanti ti dividono dalla visione della persona che
ami e che sai, perché lo puoi leggere nei suoi di occhi, che anche lei ti
ama allo stesso modo ogni giorno in più di tutta la sua vita .
Ma
questa non è la vita .
Questo è un film.
La
vita , quella vera, quella che graffia e strappa via a pezzi la tua anima è
questa…..svegliarsi nel buio delle notti dall’ odore ferroso delle fabbriche
, sotto un cielo talmente scuro da sembrarti infine incolore, alle quattro
della mattina mangiare quel poco che hai senza nemmeno volerlo , pensando a
come ti permetterai quello che mangi solo il giorno dopo, prendere una
giacca e uscire nel freddo, a quell’ ora fa freddo ogni volta fuori , anche
d’ estate e camminare per le strade deserte nel silenzio assordante,
guardare i vetri chiusi e le luci spente delle case a riposo , dirsi di
ogni abitazione “ecco loro sono più felici di me”….la felicità …se non fosse
solo una parola potrei odiarla sul serio, lei scivola intorno a me , mi
guarda con i suoi occhi sempre chiusi e sorridendo mi passa accanto senza
lasciarmi il tempo di riprendermi e di stringerla a me , di legarla alla mia
vita…… e scendo le scale di questo triste stabile , nere come spirali di
fumo denso , l’ aria mi è sempre irrespirabile…………… alzarsi alle quattro,
lavorare tutto il giorno e farlo fino a tardi , solo per poter vivere ,
quando esco non vedo il sole né lo vedo quando ritorno, mi sembra di vivere
in un mondo di tenebre e me lo chiedo ad ogni passo , ad ogni respiro che il
freddo strappa ai miei polmoni ghermendo le innocenti nuvole candide del
mio fiato caldo con i suoi artigli di ghiaccio condannandole a sparire……..
… mi
chiedo solo perché.
Perché a me , cosa ho fatto in questa vita…no, non basterebbe cosa ho fatto
in questa vita , cosa ho fatto in una vita precedente, cosa posso aver mai
fatto per meritare questo dolore , per vivere così , ho dovuto ingoiare
sangue , non mi è stato nemmeno concesso di sputarlo, ho dovuto ricacciare
indietro quelle lacrime che continuavano a salire, per poter credere di
essere forte, per poter vivere per un po’ d’ orgoglio che da solo mi ero
dato , soffrire per una dignità che mi veniva tirata via come dei vestiti
strappati ed ho lottato, così tanto, così a lungo da non ricordarmi quando
ho cominciato, inseguire sogni subito infranti , possibilità negate e
trovare solo problemi e difficoltà ,uno dietro l’ altro, instancabili e mi
chiedo anche se in fondo a questa strada , questa vita , sulla quale sto
strisciando troverò qualcosa , qualsiasi cosa che possa anche solo per un
attimo farmi rivedere gli occhi chiusi della felicità che vola leggera
portata dal vento.
Per
cosa sto lottando , se è per me sono stanco oramai, per ogni singola cosa
che ho, ho dovuto soffrire, ho dovuto letteralmente tirarla a me con la
forza , con i denti , con le unghie , senza poterne gioire per paura di
vederla scomparire come tutto il resto, sentendo solo la risata di questa
vita …..ma questa, se è la vita, vale la pena di venire vissuta così ? Sono
nato pagandone il prezzo più alto che un bimbo può permettersi , pagando
con l’ unica ricchezza che un bimbo può possedere , la propria madre , per
lei non getto via la mia vita perché so che è come se fosse anche la sua ,
ho pagato per ogni singola cosa sbagliata e per il mio carattere ribelle
alla fine ho pagato con la vita di mio padre , che sciocco sono stato ,
pensavo di poter ….non lo so nemmeno cosa pensavo…ho freddo e so che anche
se io ho pagato tutti i miei debiti e con l’ esperienza che ho ora non ne ho
più contratti, non ho ricevuto niente in cambio da lei , dalla mia crudele
signora, la vita , lei mi ha chiesto tutto e non mi ha mai dato niente.
neanche quando lo meritavo.
Ma in
fondo quando esco posso vedere quasi l’ alba, quando la felicità mi passa
accanto posso almeno vederla, quando scendo quelle scale posso dire di
poterle risalire avendo un posto dove tornare, quando lavoro posso dire di
avere qualche amico accanto,quando respiro posso dire di essere ancora
vivo……tante persone non hanno nemmeno questo……………..affondo le mie mani
congelate nelle tasche cercando sempre più in fondo un po’ di calore, dubito
di trovarlo, ma in fondo se c’ è una sola cosa che ancora non mi ha
lasciato, fedele compagna di tutta questa vita , è la speranza , per lei e
con lei vivo ogni giorno, alle volte la amo come si potrebbe amare una donna
, semplicemente per il suo essere donna così come amo lei semplicemente per
il suo essere speranza ed con lei che io vado a dormire ogni notte ed è da
lei che torno a piangere quando il dolore mi aggredisce e lei non mi ha mai
deluso, mi ha sempre fatto trovato qualche pensiero per andare avanti ed è
pensando con lei che trovo ancora la forza di sorridere mentre entro in
fabbrica timbrando un cartellino ormai consunto.
*********
La
giovane si affannava veloce e agitata intorno al guardaroba , prese anche la
solita bottiglia d’ acqua e si diresse nel camerino accanto portando con sé
tutta quella roba, barcollò leggermente davanti alla porta, si guardò
intorno realizzando di essere sola e con entrambe le mani occupate , bussò
alla porta con un calcio leggero e ridendone entrò quasi subito, aprendo la
maniglia con un gomito e spingendola col fianco, non attendeva una risposta,
sapeva che non sarebbe arrivata , la persona in quella stanza non rispondeva
mai, a stento qualche volta parlava .
Posando tutto sul piccolo ed elegante divanetto nero, la giovane guardò il
ragazzo seduto vicino alla finestra , bellissimo e affascinante , i capelli
neri corti davanti, ma lasciati ricadere in fili più lunghi sulla nuca e
quegli occhi antracite scuro in quel momento vacui e lontani , incatenati ad
un orizzonte che non si poteva vedere né raggiungere e solo per questo
ancora più belli, una figura seducente così come la poteva descrivere
chiunque fosse entrato in quel momento , così come la descrivevano i
giornali, parlando di lui non solo come di un attore dalla bellezza perfetta
, ma anche come di un giovane dall’ intelligenza acuta e ironica , che
traspariva dalle trame artistiche dei suoi film e dei suoi libri di
sceneggiatura , un ragazzo diverso e unico insieme , eclettico nelle sue
sfumature , vario nei suoi accenti di personalità , eterogeneo e solo
perfetto……………………………………………..ma tutto questo nei suoi film e nei suoi libri,
nella sua vita lui non parlava, non rideva, sembrava vivere solo in quelle
due ore nelle quali recitava e nelle notti durante le quali scriveva ciò che
avrebbe detto il giorno dopo e nei ritagli di tempo tra un pezzo di vita e
l’ altro era lì che lo si poteva trovare , su quella poltrona alta girata
verso la finestra con l’ orizzonte nello sguardo , una mano sotto il mento e
i pensieri naufragati in un infinito altrove.
Sospirando lentamente lei si chiese come era possibile .
Era
bello
Era
perfetto
Aveva
tutto ciò che si poteva desiderare.
Poteva essere felice.
Avrebbe dovuto esserlo.
Doveva essere felice.
Eppure non lo sembrava.
In
fin dei conti non lo era.
La
giovane sistemò quello che aveva portato , posò la bottiglietta sul tavolino
accanto a lui, ritrovandosi quegli occhi ancora velatamente vaghi fissi su
di sé e senza aspettarsi la domanda che vi leggeva rispose, scostandosi una
lunga ciocca di capelli neri e riccioli.
“Ho
bussato, ti ho portato quello che serviva”
Lui
si rigirò.
“Hn”
Significava “Non ti avevo sentito entrare” lei ne sorrise e finito di
sistemare sul divano andò via .
Lui
si alzò controvoglia, lanciò uno sguardo cupo ai vestiti e con insofferenza
pensò agli incontri con i suoi ammiratori, ne avrebbe tenuto uno quello sera
e un altro tra una settimana, si rifiutò nervosamente di pensarci ancora e
ritornò a sedersi davanti all’ infinito spettacolo del cielo limpido,
lentamente guardava il sole scendere nel suo giaciglio che, senza
incontrare la sua gemella luna, si preparava a donare agli occhi della
notte, le stelle , i suoi raggi per poterle illuminare da lontano,anche lui
era stato paragonato ad un sole, un astro nascente , aveva tutto quello che
desiderava eppure non poteva gioirne, ma non voleva ammetterne con sé stesso
il perché , non poteva dirsi che mancava ancora qualcosa, cosa avrebbe
dovuto desiderare ancora ?
Aveva
fama, ricchezza , rispetto, bellezza , persone pronte a servirlo,
compiacerlo, persone pronte a fare qualsiasi cosa che pendevano dalle sue
labbra , disposte a fare da amanti anche solo per una notte…..era tutto
quello che si poteva desiderare…poteva provare felicità.
Provava solo disgusto e repulsione.
Qualsiasi cosa dicesse veniva ascoltato, qualunque cosa facesse veniva
capita, accettata , elogiata , qualunque ordine desse veniva eseguito e
tutte quelle persone che si sentivano in diritto di avvicinarsi e adularlo
solo per la sua fama, per la sua apparenza così come si potrebbe adorare un
idolo ricoperto d’ oro, ma vuoto dentro e loro non avevano mai guardato cosa
c’ era dentro,lo ritenevano vuoto o forse non sapevano nemmeno che esisteva
qualcosa chiamato anima , che esisteva qualcosa di diverso e di più
importante dell’ aspetto esteriore, qualcosa di più prezioso….di
infinitamente più prezioso……….
Ma a
loro cosa importava , finché fosse rimasto così in alto sarebbe stato un
idolo per loro e poi nel momento del suo inevitabile declino sarebbero
spariti tutti , l’ avrebbero criticato di nascosto , protetti dalla luce del
loro nuovo dio e lui sarebbe stato solo, veramente solo, così come in fondo
lo era adesso, eppure era difficile crederlo ora , ma sarebbe stato così ,
lui lo sapeva , lo sapeva bene e più dei soldi, più della gloria, più della
bellezza quando quel momento sarebbe arrivato lui avrebbe avuto bisogno
solo degli occhi di una persona da amare.
Ma
quella persona dov’ era?
*********
Sto
tornando a casa saranno le undici passate oramai , ho freddo, i lampioni
emanano una luce flebile ed inservibile accompagnandomi mesti in questo
notturno , i coni di marciapiede illuminati si alternano a quelli in ombra
mentre proseguo stancamente ….non ho voglia di salire le scale interne , non
voglio guardare quelle porte tutte uguali e infinitamente tristi e pensare a
chi vive dietro di loro…persone come me alle quali davvero la vita non ha
mai regalato niente…………..mi avvicino alle scale metalliche d’ emergenza e
nonostante il freddo pungente , sento questo bisogno di restare ancora un
po’ all’ aria aperta …non sono mai stati per me i posti chiusi …è per il mio
lavoro che ho dovuto adattarmi…e in tanti modi diversi , ma ora posso anche
strappare per me un piccolo desiderio a questa notte….inizio a salire queste
scale mentre alzo lo sguardo verso il cielo….non mi è mai sembrato così
lontano come ora, sotto le tonnellate di ferro di queste grate, un cielo
a scacchi degno di un prigioniero della vita quale io sono , un cielo negato
quindi , difficile da raggiungere…….
…dimmi cielo chi di noi due è il prigioniero?….
Io
costretto a salire queste scale in quest’ esistenza o tu immobile e
immutabile nella tua dimora costretto a guardare me e la vita che per te
non passa?
Mancano molti piani ancora e accanto a questo vecchio stabile che si
staglia monotono nel buio , risplendono le luci al neon degli eleganti
grattacieli vicini, la loro luce abbagliante illumina lateralmente la mia
figura e metà del mio viso, mandando i suoi raggi ad infrangersi in
minuscoli bagliori infuocati sui freddi gradini che sto salendo………
…è
incredibile pensare a come possano coesistere due realtà così diverse una
accanto all’ altra , addirittura di fronte…..mi viene voglia di riderne
quasi……quanto sa essere ironica questa vita….
Socchiudo leggermente la mia finestra , potrei entrare, eppure mi giro
rimanendo a guardare ancora quel palazzo splendente…….sembra un sole…ne sono
attirato, appoggiandomi alla ringhiera lo fisso cercando di contarne i
piani e la mia attenzione viene attirata da uno di essi ….da lì non arriva
nessuna luce, probabilmente non sarà abitato…..sospiro insultandomi per
aver pensato che forse un giorno avrei potuto comprare io quella casa …..non
sarà mai possibile ……lasciandovi ancora scorrere sopra gli occhi penso alla
realtà……
….eccola lì la felicità che mi passa accanto senza vedermi, senza accorgersi
di quanto disperatamente la cerchi ogni giorno e di come io ora la stia
osservando da lontano…. lei rende loro felici …….si , loro saranno
sicuramente felici.
*********
Non
era felicità questa.
Mancava qualcosa alla sua vita , ne era sicuro oramai,non poteva ridursi
tutto ad una critica positiva della stampa o al numero esagerato di
ammiratori che in quel momento lo circondavano, loro lo volevano toccare,
volevano parlare con lui, sentire la sua voce e gridavano, gridavano
talmente forte da stordirlo, tanto da impedirgli di sentire i suoi stessi
pensieri…no, non era per trovare quello che lui era andato avanti , no, non
poteva essere solo quello ciò che c’ era da trovare…….
…..
spinto da quelle mani sconosciute , in un labirinto di persone , tirato
dalle sue guardie verso la sua macchina , si sedé sulla pelle nera dell’
interno, affondando una mano tra i propri capelli lasciandola sui propri
occhi …….era stanco……….l’ autista lo guardava in rispettoso silenzio dallo
specchietto retrovisore, aspettava un ordine…..tsk.. un altro di quelli
pronti ad ubbidire ………era veramente stanco……..
Silenziosamente il giovane rientrò nel suo enorme appartamento, senza
curarsi di accendere le luci, lasciò cadere a terra la giacca e si diresse
verso la finestra……appoggiandovi contro la propria mano osservò il posto in
cui viveva …..i suoi occhi scorsero una dopo l’ altra le ville dei più
ricchi uomini della città…..le loro luci perennemente accese , nient’ altro
che fari d’ ostentazione delle loro inutili ricchezze, e i suoni,le voci e
la musica delle feste che riempiva il silenzio delle colline alla sera a
testimonianza delle loro apparenze felici…………
Li
disprezzava…..lo disgustavano profondamente mentre con rabbia sentiva una
voce ripetergli nella testa che allora doveva odiare anche sé stesso perché
viveva con loro , come loro…….no, lui non era così e per non confondersi con
loro sarebbe andato via …..
Si
giro di scatto e stendendosi su un divano prese il cellulare , componendo
al buio un numero che conosceva bene.
Il
ragazzo dai capelli neri uscì da solo dal grande ascensore, si guardò
intorno un istante prima di dirigersi deciso verso una porta di colore
scuro, fissò un attimo il campanello sul quale non appariva nessun nome e
aperta la porta con una singola chiave argentata entrò nella sua nuova casa
.
L’
ingresso spazioso l’ accolse aprendosi in fondo verso un ambiente luminoso ,
lui lo raggiunse lasciandosi catturare immediatamente dalle intere pareti
fatte di finestre, accanto alle tende tirate la luce entrava a fiotti
rendendo luminosa ogni cosa e fermandosi al centro della stanza lui poté
scorgere dietro quel vetro, che ora non sembrava più così freddo illuminato
com’ era da quei raggi caldi , un paesaggio vario e vivo, non più monotone
curve grigie e aride sempre uguali a sé stesse , spoglie e rivestite
orrendamente in pochi punti da ville lussuose …..ma un paesaggio vero, una
città dall’ alto e in lontananza quelle stesse colline sembravano ora
prendere colore come macchie verdi, incontrandosi naturalmente con l’
orizzonte dal colore dell’ indaco, quell’ orizzonte fatto solo per essere
guardato ….fatto solo per perdercisi col pensiero, incontrando dove nasce il
sole la sottile striscia azzurra del mare sulla costa.
Lui
rimase immobile perdendosi in quell’ arcadica visione….il tempo scorreva ma
lui non ne aveva cognizione……non sapeva più quanto tempo era rimasto lì
immobile ad osservare, sapeva solo che ora ,mentre la linea azzurra e indaco
dell’ orizzonte spariva lasciando il posto a strali di fuoco su quel
confine fra cielo e terra dove il sole moriva agonizzante, lui avrebbe avuto
sempre qualcosa da guardare e nel quale perdersi.
Lasciando scivolare le dita sul vetro, bagnandole nella luce, il ragazzo si
spostò nella stanza , raggiunse la parete laterale alla sua sinistra senza
mai smettere di fissare neanche per un attimo quel paesaggio così
affascinante che lo aveva incatenato a sé solo baciandolo con quei raggi
dorati dal calore del fuoco.
Lasciando controvoglia quel tramonto il ragazzo si girò lievemente
rimanendo fermo davanti ad un’ ombra immensa che vedeva davanti a sé.
Un
palazzo, enorme e grigio.
Nell’
aria rarefatta del primo pomeriggio di giugno, il vento inconsistente
accarezzava le forme rigide di quel grattacielo scuro , il colore dell’
intonaco non era più riconoscibile, in alcuni punti lo si poteva ancora
vedere di sfuggita, lacero e consunto, gonfio della pioggia della primavera
appena finita, l’ enorme struttura pareva stagliarsi a fatica in quel cielo
talmente luminoso da abbagliare, sembrava a tratti cedere e ondeggiare quasi
ripiegarsi su sé stessa , barcollando, ma era solo l’ effetto visivo del
calore riflesso da quelle pietre nude e quelle scale di ferro , pesanti,
inadeguate, circondavano soffocandolo un lato di quel palazzo, salendo come
una creatura di acciaio verso il tetto, le finestre di ogni abitazione
sparse lì intorno, piccole ,quasi invisibili, come feritoie, ogni cosa
abbandonata e chiusa.
Fissando con i suoi profondi occhi del colore dell’ ebano quell’ ombra il
ragazzo sorrise soddisfatto.
Il
campanello elettrico suonò un paio di volte, nessuno rispose.
“Allora è in casa” si disse sorridendo il giovane mentre entrava.
Si
guardò intorno fischiando d’ ammirazione e intravedendo oltre il corridoio
una poltrona girata si diresse con espressione compiaciuta in quella
direzione.
Il
ragazzo seduto sulla poltrona non si girò pur avendolo sentito ed entrambi
lo sapevano.
“Allora?”
“Hn”
Il
nuovo arrivato si avvicinò lentamente.
“Cosa
te ne pare dell’ appartamento che ti ho trovato?”chiese poi.
Il
ragazzo moro si voltò finalmente per guardarlo.
Il
suo manager , Yohei Mito.
Silenzio.
“Non
mi dispiace affatto”
Mito
si sorrise ….”non mi dispiace”….voleva dire che gli piaceva….aveva aggiunto
anche “affatto”….voleva dire che gli piaceva e molto
anche.
“Mi
fa piacere…. – rispose avvicinandosi alle pareti vetrate – …in effetti da
qui si gode un’ ottima vista la sera”
Lo
sguardo attento del manager osservò lentamente lo spettacolo notturno delle
luci della città dall’ alto poi si girò dando le spalle al vetro.
“Ma
so che tu preferisci il tramonto” concluse.
Il
silenzio scese nuovamente nella stanza mentre i passi di Mito si
allontanavano, verso la parete laterale.
Silenzio.
Gli
occhi del ragazzo seduto seguirono quel movimento, aspettando.
“Ora
capisco perché il prezzo è così basso, questo vecchio palazzo di fronte
rovina il panorama , non trovi?”
Il
manager si scostò dal vetro , prese due bicchieri da sopra un piano di
fine granito e li riempi di Courvet.*
Ne
porse uno al suo principale fissandolo negli occhi.
“Mmh
chissà perché ma ho come l’ impressione che tu non sia di questo parere,
vero?”mormorò.
Un
sorriso ironico.
Dopo
aver bevuto un sorso, il ragazzo seduto posò il bicchiere sul tavolino,
lentamente.
“Non
dirmi che sei venuto qui solo per questo” chiese al suo manager.
Mito
sorrise ancora .
“In
effetti no – prese fiato , sospirando – come sai tra poco uscirà il tuo
nuovo film, ho preso accordi col produttore per il giorno della prima , è
tutto”
“Bene”
Silenzio.
“Hn
….e poi?”
I
loro sguardi si incrociarono.
“Ah
non ti si può nascondere niente …..”sospirò il manager.
Mito
rivolse nuovamente il suo sguardo alle immense vetrate poi si girò serio.
“Pur
avendo cercato di mantenere il segreto sul tuo cambio di residenza qualche
notizia è trapelata…..probabilmente entro breve scopriranno che ora vivi
qui……lo sai che non ero molto convinto di questa tua idea, pur non
piacendoti la tua villa, per il semplice fatto che si trovava nella stessa
zona della rappresentanza più ricca della città ti assicurava un certo grado
di protezione in più……quando si verrà a sapere dove abiti verrai
assediato dagli ammiratori, ti aspetteranno in strada e in questa zona , in
questo quartiere, sarà difficile organizzare dei turni di controllo
efficaci…….”
Ancora il silenzio.
Il
ragazzo moro si alzò.
“Non
saranno necessari”
“Io
credo di si, è probabile che domani stesso parleranno del tuo trasferimento
, non hai idea della gente che verrà qui ad aspettarti…..”
“Non
esagerare”
Mito sospirò, non c’
era nient’ altro da fare.
“D’
accordo”
Il
manager si diresse verso la porta salutando con un cenno della mano.
Rimasto solo, il ragazzo si avvicinò ancora una volta a quei vetri ,
guardando di nuovo quella sagoma scura .
Finalmente avrebbe potuto vedere dalla sua finestra un realtà che non
appariva illusoria.
*********
E’
tardi oramai , cammino da un po’ , verso casa, l’ ultimo autobus è già
passato , posso solo andare a piedi, alzo lo sguardo incontrando i colori
accesi dei manifesti pubblicitari , i volti sconosciuti di persone famose
illuminati anche di notte dalle luci artificiali come per sottolinearne l’
importanza , per farli competere con le stelle , le luci naturali della
notte.
Non
voglio più pensarci, in fin dei conti non è poi così importante.
Entro
nel mio appartamento, non accendo la luce , tanto dovrò subito andare a
dormire se voglio riuscire a riposare almeno qualche ora , mentre
lentamente mi spoglio guardo verso il “sole” di fronte, come sempre tutte le
luci degli appartamenti sono accese………..
…guardo verso quel piano buio, ora la luce è accesa anche lì, qualcuno l’ ha
comprato………..
…..chiudo
un istante gli occhi sospirando …..non importa, mi dico …..e stancamente mi
stendo sul letto.
Tanto
quel sogno non poteva ugualmente essere mio.
*********
Era
stanco , quel ragazzo impassibile lo era davvero, era stanco di quella vita,
di quelle persone , tutto il giorno le aveva avute intorno, misurando la
loro ipocrisia al primo sguardo, ma qualcosa era diverso dagli altri giorni,
avrebbe potuto rifugiarsi , quella sera, in un posto nuovo e affascinante
per trovarsi di fronte una vita vera……anelava a quella vista, anelava il
momento in cui, appoggiandovisi contro, avrebbe fissato ancora una volta
quel palazzo grigio e insulso attraverso il vetro e si sarebbe chiesto, per
la prima volta con qualcosa di simile alla curiosità , chi ci abitava e
come vivevano ….come era quell’ altra realtà?
Le
riprese erano terminate , era tardi , voleva tornare subito a casa, affidò
al suo manager il resto dei compiti e salì in macchina imponendo all’
autista una certa velocità, le sue guardie non erano con lui, non le aveva
volute, almeno quando tornava in quel rifugio voleva poter rimanere da solo,
se le era trovate a fianco nel garage, inviate dal suo manager , ma le aveva
congedate, in fin dei conti era lui che comandava.
Mentre cominciava a riconoscere appena il paesaggio del suo nuovo quartiere
fermò la macchina e scese lasciandola andare via,proseguendo a piedi, voleva
raggiungere veramente da solo quel rifugio.
Arrivato in prossimità del proprio appartamento sentì delle voci concitate e
dei rumori forti, alzò lo sguardo incredulo su una grande folla che si
accalcava all’ ingresso del suo palazzo.
Non
poteva crederci.
Restò
immobile mentre ripensava velocemente a quello che il suo manager gli aveva
raccomandato solo la sera prima…………….
…..non
c’ era che dire……… la stampa era sempre molto efficiente e veloce quando si
trattava di seccature del genere…………
Lentamente il ragazzo cercò di allontanarsi, ma sentì una voce un po’ più
alta additarlo e si accorse troppo tardi che quella folla lo aveva visto e
che si stava dirigendo di corsa verso di lui………
Non
era mai stato da lui scappare di fronte a nessuno, ma in quel caso per puro
istinto cominciò a correre, non avrebbe potuto sperare di rimanere illeso, i
suoi ammiratori l’ avrebbe voluto toccare , guardare da vicino e lui senza
alcuna protezione rischiava di finire soffocato, nel migliore dei casi.
Iniziò a correre pensando ad un modo per raggiungere l’ ingresso e sparirvi,
ma non era possibile , stava correndo nella direzione opposta……pensò
velocemente a cosa poteva fare, voltò di scatto ad un angolo infilandosi in
una stradina che fiancheggiava un altro palazzo lì accanto , saltò alcuni
sacchetti di plastica che ingombravano la strada e si girò un istante a
controllare la situazione.
Alcuni lo avevano perso dopo il primo angolo, ma molti lo stavano ancora
inseguendo……..lui corse veloce fino ad un altro angolo, svoltò a destra e
poi quasi subito a sinistra……non conosceva ancora bene la zona , sperava
solo di non finire in un vicolo cieco , cambiò ancora direzione ,
infilandosi in un vicoletto dietro il proprio palazzo , da lì forse sperava
di poter raggiungere l’ ingresso , si confuse tra le ombre dei cassonetti,
correndo ancora, cercando di riprendere fiato si affacciò ad un angolo,
poteva vedere quel tanto agognato ingresso…….
…….circondato di persone .
Non
era possibile……..tutti gli ammiratori che avevano smesso di inseguirlo erano
ritornati lì davanti , nella speranza di fermarlo perché in un modo o nell’
altro sarebbe dovuto rientrare a casa.
Il
ragazzo moro sospirò.
Improvvisamente altri rumori lo riscossero dai suoi pensieri ricordandogli
che qualcuno gli stava ancora dando la caccia, lui si guardò intorno, non
poteva continuare a correre in eterno….doveva nascondersi.
Si
rifugiò in un’ altra ombra e alzando di scatto il volto vide brillare
sinistramente quelle enormi scale di ferro del vecchio palazzo che aveva
visto dalla propria finestra …..mai come in quel momento gli sembrarono
così invitanti……facendo attenzione al rumore delle sue scarpe sul metallo ne
salì un piano nascondendosi in un cono d’ ombra ,in attesa.
Respirando lentamente , vide un gruppetto di persone fermarsi sotto la luce
dei lampioni e guardarsi intorno, respirando affannosamente , non lo
vedevano, era sparito , si sparsero un po’ in diverse direzioni finché in
quel vicolo non rimase che quel ragazzo e il suo respiro.
Erano
passati pochi minuti, si sentivano ancora delle voci non molto lontane, non
era il caso di lasciare quel nascondiglio almeno per un altro
po’………….ripreso fiato il ragazzo moro si guardò intorno, quelle scale le
aveva viste dalla sua finestra , non pensava certo di finirci sopra…….alzò
lo sguardo verso l’ alto…..non riusciva a vedere il cielo, ma sapeva che ci
doveva essere …….chissà com’ era da lassù…..fu improvvisamente preso dal
desiderio di saperlo , di vederlo con i propri occhi……si alzò lentamente ,
guardandosi ancora intorno e cominciò lentamente a salire quelle scale.
L’
aria era ancora fredda la sera , c’era vento, lui non sapeva nemmeno quanti
piani avesse salito né sapeva quanti ne mancavano al tetto, si sentiva
piuttosto stanco , aveva corso abbastanza e sedendosi in terra si appoggiò
contro una finestra chiusa , osservando come tutti i piani del suo palazzo
fossero illuminati anche a quell’ ora …..tutti tranne il suo…..bhe per
forza……era umido , il ragazzo si portò un attimo le mani intorno alle
braccia riscaldandosi e si strinse spingendo contro il vetro dietro di sé .
Con
un leggero rumore stridente quella finestra si aprì, spinta dal suo peso,
facendolo cadere all’ indietro in un piccolo appartamento.
Nel
silenzio di quella stanza lui posò le mani in terra per rialzarsi e sentì
una voce maschile chiedere.
“Chi
c’ è?”
La
voce di un ragazzo.
Il giovane si alzò ,
nel silenzio si sentì solo il fruscio dei suoi vestiti , di nuovo quella
voce un po’ più impaziente ora.
“Chi
è?”
Lui
schiuse le labbra per rispondere, ma si fermò ….non sapeva cosa dire……sentì
il cigolio della rete di un letto e capì che il ragazzo che aveva parlato si
stava alzando…..forse sarebbe dovuto andare via ……era entrato in casa di uno
sconosciuto ……si girò per uscire dalla finestra…….ma rimase fermo….si, uno
sconosciuto….ma uno sconosciuto che abitava in quel palazzo che così tanto
lo affascinava.
Il
ragazzo che si era alzato si stava ora muovendo , girando intorno al letto
vide un ombra irriconoscibile davanti alla propria finestra ,non riusciva a
distinguerne nemmeno i tratti nell’ oscurità totale e si decise a cercare l’
interruttore della luce.
Il
ragazzo moro sentì dei passi avvicinarsi e poi allontanarsi quasi subito,
doveva andare via ….perché indugiava?
Oltre al rischio di venire riconosciuto, potevano sorgere altre
complicazioni, per fuggire da lì sarebbe dovuto ritornare in strada e una
volta sceso avrebbe potuto attirare l’ attenzione di quella folla che quasi
certamente lo stava ancora aspettando………non doveva farsi riconoscere anche
dal ragazzo che aveva svegliato…..non sapeva bene il perché….forse per non
sentire anche da lui le solite ipocrite parole d’ apprezzamento…….o forse
voleva semplicemente mantenere la sua illusione che al mondo esistessero
persone diverse e che quelle persone abitassero proprio in quel palazzo.
La
voce interruppe i suoi pensieri e il silenzio teso.
“Ora
basta”
Si
sentì un rumore leggero, come se qualcuno stesse passando una mano su un
muro.
Il
ragazzo moro capì istintivamente le sue intenzioni e gli parlò, fermandolo.
“Non
accendere la luce”
“Chi
sei?”
“Non
ha importanza …..non ho cattive intenzioni”
“Per
me ne ha di importanza……non riesco a vederti, non so chi sei , entri in casa
mia a notte fonda….come puoi sperare che ti creda?”
Un
attimo di pausa.
“Ora
mi sono stancato… ”proseguì.
La
sua mano riprese a cercare sulla parete.
“Aspetta ”
“Insomma dimmi chi sei”
“Non
posso dirtelo……..”
“Sei
un ladro?”
“No,
non sono un ladro, credimi”
“Allora che cosa ci fai qui, perché sei entrato in casa mia ?”
“Mi
sto nascondendo”
“Se
ti stai nascondendo vuol dire che hai fatto qualcosa di male o sbaglio?”
“Non
sono un criminale”
“Allora da chi ti stai nascondendo?”
“Diciamo che sono una persona che ha degli ammiratori, mi stavo nascondendo
da loro”
Silenzio.
Il
ragazzo accanto alla parete scoppiò a ridere.
Una
risata allegra, così naturale.
A lui
sembrò incredibilmente bella in quel silenzio.
“Certo che per essere un criminale ne hai di fantasia” disse quel ragazzo ,
la voce ancora ammorbidita da quella risata .
“Non
sono un criminale”scandì l’ altro.
“Senti io devo andare a dormire, mi devo alzare molto presto e comunque
anche se sei un ladro qui dentro non troverai niente, quindi puoi anche
andartene”
Il
ragazzo moro sospirò.
“Ti
ho già detto che non sono un ladro e non ho intenzioni ostili, mi sto
semplicemente nascondendo”
“Si
d’ accordo, non puoi andare a “nasconderti” da un'altra parte ?”scherzò
ironico.
“Non
mi credi vero?”
“Secondo te?”
“Va
bene , allora se non ti fidi perquisiscimi, non ho armi né attrezzi da ladro
e nemmeno un berretto sul viso”
Ritornò il silenzio tra i due , il ragazzo moro attese , cominciò a sentire
dei passi che lentamente venivano verso di lui , poi di nuovo nessun rumore.
Attesa.
“Non
ho intenzione di assalirti mentre ti avvicini se è questo che ti preoccupa”
mormorò il ragazzo moro.
“So
difendermi da solo, grazie” rispose indispettita quella voce colta in
flagrante.
Quei
passi ripresero incerti e improvvisamente una mano sfiorò la camicia del
ragazzo vicino alla finestra.
Quando l’ altra mano raggiunse la stoffa , entrambe cominciarono a scendere
, toccando gli indumenti, in silenzio il ragazzo moro lo lasciò fare alzando
le mani.
Quei
tocchi erano leggeri, lui non amava assolutamente farsi toccare da nessuno
eppure quelle mani non gli davano particolarmente fastidio….non capiva ……ora
le aveva sulle spalle e stavano salendo, toccando il collo, sul mento e poi
sul viso e fra i capelli , tocchi leggeri e , non ne era sicuro ,a tratti
timidi e quasi imbarazzati mentre dopo un attimo ancora si ritraevano
velocemente da lui.
“Allora?”chiese soddisfatto il moro.
“D’
accordo, non sembri un ladro, comunque non puoi pretendere che mi fidi del
primo che entra a casa mia di notte aprendo una finestra”
“In
effetti hai ragione”
Passarono alcuni istanti.
Non
sapevano cos’ altro dire , lentamente per non spaventarlo il ragazzo moro
riaprì la finestra ed uscì sulla grata delle scale , cautamente si affacciò
alla ringhiera , dall’ alto vide del movimento, qualcuno era rimasto ancora
nei dintorni e davanti all’ ingresso, ma non poteva vedere con precisione
quanti erano, non poteva rischiare di nuovo e sinceramente non voleva
affatto scendere da lì, quel ragazzo che aveva conosciuto , che aveva
probabilmente spaventato e che ora lo stava spiando da dietro quel vetro lo
affascinava in qualche modo, si era sentito attratto dal calore delle sue
mani che poco prima lo avevano sfiorato, avrebbe voluto continuare a parlare
con lui e questa era una cosa che sorprendeva lui stesso per primo…..lui che
voleva parlare………..si, era così …… voleva parlare per vedere se ciò che
pensava era giusto, perché gli era data l’ opportunità di scoprire com’ era
quell’ altra realtà, perché forse quel ragazzo che stava aspettando lì
dietro avrebbe mantenuto la sua promessa di rimanere sincero espressa in
quella risata che lui aveva sentito…..voleva parlargli…… semplicemente per
capire.
Il
ragazzo moro rientrò.
“Cosa
guardavi fuori?” si sentì chiedere.
“Purtroppo ci sono ancora delle persone rimaste nei dintorni, non posso
scendere, rischierei di attirare la loro attenzione ……”
Silenzio.
“Senti posso nascondermi qui?”chiese infine il ragazzo dai capelli neri.
I
secondi passarono in silenzio.
In
fondo l’ altro non era assolutamente tenuto ad accettare.
Il
ragazzo moro sospirò
“Anche fuori vicino alla finestra, chiudila pure se vuoi ….”
Niente.
Il
ragazzo moro scosse lievemente la testa , era chiaro che l’ altro non era d’
accordo ….per quanto l’ avesse usata un po’ come scusa in effetti lui non
sapeva dove andare, se fosse stato costretto a scendere, non sarebbe potuto
certo tornare nel suo appartamento, l’ ingresso era ancora circondato, lo
aveva visto…..eppure doveva rassegnarsi, lentamente posò una mano sulla
maniglia aprendola per uscire ancora una volta e forse per non tornare più.
“Che
ore sono?”chiese quella voce rimasta silenziosa finora.
“Saranno le tre e qualcosa” rispose lui.
Silenzio ancora .
“Va
bene rimani pure qui , anche dentro, tanto a questo punto anche se te ne
andassi non riuscirei a riposare molto ugualmente”
“Grazie”
Il
silenzio ritornò tra di loro , il ragazzo moro si era seduto per terra
accanto alla finestra ed ora guardava fuori , improvvisamente sentì dei
passi , pensò che l’ altro ragazzo si stesse avvicinando invece poco dopo
avvertì il leggero cigolio di protesta del letto e sentì un sospiro,
riascoltando il silenzio ritornò a guardare fuori…..le luci artificiali del
suo palazzo non arrivavano all’ interno , a malapena uno spiraglio di
penombra si apriva a destra, ma non bastava che a illuminare una parte
della sua scarpa…..in quel posto non rischiava di farsi riconoscere …non
rischiava di sentirsi adulare per il suo aspetto…..ebbe un presentimento…..forse
lì si sarebbe trovato bene dopo tanto tempo.
Il
silenzio scivolò ancora languido , il monotono ticchettare delle lancette
sembrava l’ unico riferimento presente , il rumore fuori non si sentiva
dentro poi improvvisamente un suono forte e persistente riempì la stanza ,
il ragazzo seduto in terra sussultò leggermente.
“Ah
scusa ….è la sveglia ….” sussurrò quella voce un po’ assopita , il ragazzo
sul letto si tirò su, armeggiando quella cosa rumorosa per spegnerla.
Quando il silenzio ritornò la voce del ragazzo moro si levò facendosi udire.
“Ti
svegli sempre a quest’ ora?”
“Più
o meno si , sono un tipo mattiniero….”rispose senza troppe spiegazioni.
Si
sentirono nel buio dei fruscii, probabilmente quel ragazzo si stava vestendo
, anche se si trovavano nell’ oscurità più completa il ragazzo moro girò
istintivamente la testa verso la finestra per non guardarlo.
Per
riempire quel ritaglio di silenzio dagli accenni imbarazzanti lui chiese
ancora qualcosa.
“Vivi
da solo qui?”
Non
sapeva cos’ altro chiedere, non aveva sentito nessun’ altro lì ,ma questo
non dava la certezza che fosse solo….non che poi sapesse a cosa gli serviva
chiederlo………
“Questa è una domanda sospetta, lo sai? ”
Il
ragazzo moro rimase sconcertato poi sentì una risatina sommessa…….un attimo
dopo quella voce si levò in un'altra risata allegra prima di rispondere
affermativamente alla domanda.
La
stanza tornò quieta , il ragazzo moro si alzò.
“Io
vado via , fra poco devi uscire vero?”
“Si”
Lui
aprì la finestra …….si voltò un istante , non poteva vedere, ma sentiva che
si stavano guardando……
“Grazie” sussurrò.
“Addio” rispose il ragazzo dell’ appartamento.
Lui
uscì senza più rispondere, sorrise ironicamente a sé stesso………non pensava
affatto che quello sarebbe stato un addio.
Lentamente cominciò a scendere , la notte ancora ricopriva con le sue
tenebre tutti quei vicoli addormentati, il tempo sembrava non essere
trascorso , sembrava essere rimasto a quell’ istante in cui lui aveva
salito quelle scale ed era entrato in un’ altra realtà , ma non era così ,
il tempo inclemente non si era fermato e in quella stanza il suono regolare
di quella sveglia ne aveva scandito il trascorrere, a lungo.
Il
ragazzo moro alzò il viso , guardando verso l’ alto, un piano sopra di
sé….poteva ancora scorgere quella finestra.
Continuando a scendere lui contò i propri passi e quei gradini, quei
piani….dalle immense vetrate del suo appartamento quelle scale si vedevano,
se forse avesse guardato più attentamente avrebbe potuto vedere quel piano
tra gli altri e quella finestra e …si ….anche chi ci abitava……………sarebbe
riuscito a vedere quel ragazzo sconosciuto che già lo aveva affascinato con
un’ unica risata.
Sceso
in strada si guardò intorno, camminò velocemente fino all’ angolo dietro al
proprio palazzo e senza farsi vedere vi entrò sparendo.
*********
Lavoro da un po’ ….sono stanco ……non ho dormito quasi per niente…………..
…io..io
ho incontrato un ragazzo questa notte……un ragazzo strano…….sfrontato…..
…quello che è successo non mi sembra ora neanche reale…nell’ assordante e
monotono rumore dei macchinari il mio ricordo sembra svanire ….stracciato a
pezzi dalla realtà ……..sembra perdere qualsiasi contorno e nitidità
……farsi sempre più lontano…….
Stanotte io ho davvero incontrato un ragazzo che non ho conosciuto?
Cos’
è stato…un lungo sogno…?
Addio
gli ho detto……..a lui o ad un’ illusione …….?
Non
so cosa sia vero e cosa non lo sia stato…..lui “è”
stato?
*********
Delicatamente il ragazzo richiuse il cellulare, le grida del suo manager
sembravano risuonargli ancora in testa , fortunatamente si era risparmiato
il solito “te l’ avevo detto”, in fin dei conti Mito era più spaventato che
infuriato, si era visto tornare indietro sia le guardie, che aveva inviato,
che l’ autista e aveva saputo solo la mattina presto che una folla di
persone aveva circondato il palazzo quella notte e si era subito preoccupato
di chiamarlo , lui lo aveva laconicamente rassicurato di essere stato bene e
avvertendolo della sua assenza quel giorno agli studi aveva chiuso la
comunicazione.
Lentamente si avvicinò alla sua finestra, fissò lo sguardo in direzione di
quelle scale, partendo dal basso cominciò a contarne i piani, con
esasperante lentezza saliva incrociando finestre e gradini che non aveva
conosciuto quella notte, contandoli, sussurrandone i numeri sulle labbra
senza un suono e improvvisamente percorso da un brivido d’ eccitazione
incontrò nel primo sole del mattino una piccola finestra bassa che quella
notte gli aveva mostrato un altro mondo.
Lui
chiuse gli occhi e sospirò.
Il
tramonto riempiva l’ aria cercando di resistere all’ ineluttabile destino
di sparire dietro un orizzonte crudele , il ragazzo dagli occhi neri
rimaneva seduto immobile, lasciando correre fuori da quel vetro il proprio
sguardo attento, niente aveva attirato la sua attenzione , quel ragazzo non
era tornato, probabilmente sarebbe rientrato solo più tardi quando ormai era
la luna a dominare il cielo e lui non avrebbe potuto guardarlo.
Si
alzò accostandosi al vetro freddo, vi si appoggiò contro , giocando con il
bicchiere che teneva in mano, i suoi occhi si persero un istante nel
paesaggio prima di tornare alla strada e lì vide passare un ragazzo….il
passo lento, forse stanco, la testa lievemente chinata si era levata in uno
sguardo verso il palazzo grigio di fronte , con quel gesto i suoi capelli si
erano intrecciati agli ultimi raggi del sole prendendone il colore e l’
intensità……..rosso scuro…………..la sua pelle ambrata sembrava calda persino
da lontano , persino attraverso un vetro gelido, risaltando innocentemente
da un maglietta estiva bianca ………………..quella figura dai toni caldi si stava
allontanando , seguendola lui rimase in attesa , perse un battito vedendo
quel ragazzo salire sulle scale che da tanto stava fissando, lentamente,
torturandolo, quelle gambe avvolte dai jeans salivano un piano dopo l’ altro
, mentre lui sentiva il proprio respiro farsi più veloce e interrompersi ad
ogni gradino in più…….una macchia di fuoco che saliva lentamente ….lui
appoggiò una mano al vetro guardandolo, guardando la sua mano scorrere sulle
ringhiere reggendosi , guardando la sua figura arrivare a quel piano ,
guardandolo avvicinarsi a quella finestra ed entrarvi …………un lungo brivido
percorse il ragazzo dai capelli neri facendogli inarcare le dita contro il
vetro e poi si sentì solo il rumore di un bicchiere che cadeva
infrangendosi.
Istanti.
Lunghi istanti lenti, regolati da un respiro rapido e instabile.
Kami…..
L’
ultima luce del giorno si riflesse ancora in quella piccola finestra mentre
si apriva lasciando uscire ancora una volta quel ragazzo….quei modi di fare
, quella sicurezza, non poteva essere un ospite occasionale….no…non sarebbe
certo entrato da una finestra…lui abitava lì..
Lui.
Improvvisamente il cellulare squillò insistentemente, lanciando un’ occhiata
veramente veloce all’ orologio il ragazzo moro si ricordò dei propri
impegni quella sera, mentre quel ragazzo scendeva le sue scale lì a fianco
vide arrivare la propria auto….doveva scendere a sua volta….ma anche l’
altro stava scendendo…………………………….forse avrebbe potuto…………………..incontrarlo.
Prendendo solo la giacca si precipitò in strada , passò l’ ingresso e scorto
dai suoi uomini si vide aprire la portiera dell’ auto, si avvicinò
lentamente , ma senza entrare prese un semplice fazzoletto di carta
stringendolo in mano e si diresse verso un cestino ………
….davanti a sé quel ragazzo sceso dalle scale gli veniva incontro……….
….passi lenti, senza guardarsi , sfiorandosi forse appena , i due si
incontrarono passandosi accanto, in direzioni opposte sopra l’ asfalto
caldo…….
….lui, osservando migliaia di volte in un istante quel ragazzo la cui voce
al buio non riusciva a rendere giustizia al calore che possedeva , alla sua
particolare bellezza, incontrò i suoi occhi prima di superarlo…occhi che
poteva finalmente vedere …. dal colore della terra bruciata dal sole e
venata d’ oro ……………………
<Verrò a trovarti stanotte >
Un
pensiero fisso nella mente mentre con un gesto elegante si liberava di quel
fazzoletto lasciandolo cadere tra i rifiuti, una scusa, quel fazzoletto non
era nient’ altro, ma forse ora poteva significare l’ abbandono di tutto
quello che c’ era stato prima per lui, una vita infelice , che lui non aveva
desiderato………….. ora aveva trovato qualcosa che poteva valere di più, aveva
trovato un sole che non rimaneva fermo nel cielo ………..
Aveva
trovato il suo ‘tramonto’.
Le
ore passavano lente, ciò che faceva non lo interessava affatto, i suoi occhi
impazienti correvano spesso alla ricerca delle lancette dell’ orologio,
ancora un po’ e sarebbe potuto andare via ….finalmente…..
*********
Torno
a casa seguendo le stelle , sembrano volermi portare loro a casa stanotte ,
sembrano volere che io torni lì per forza………..
…ma
in attesa di che cosa?
Forse…..quel sogno?
Sospiro entrando nel buio della stanza, rimango immobile ascoltando, il
silenzio che segue mi porta la sua risposta….
…non
c’ è nessuno…..
…..mi
stendo sul letto e senza volerlo lascio scorrere i miei occhi su quella
finestra ……devo chiuderla?
Lui
potrebbe tornare…….
Mi
chiedo se posso fidarmi a lasciar entrare un sogno…..
Che
assurdità sto pensando…..
Non
esiste niente tranne questa vita e certo non esiste un sogno che venga a
trovarmi….
…..sono
solo stanco ora……
*********
Saliva quelle scale, ad ogni passo sembrava voler cominciare a correre
eppure proseguiva lentamente senza fare rumore, arrivò vicino al vetro e
lievemente bussò.
Non
ottenne risposta, ma entrò lasciando cigolare la finestra.
Una
voce assonnata , quella voce.
“Chi
è?”
“Io”rispose il ragazzo moro sedendosi in terra.
Sentì
il materasso protestare mentre il ragazzo disteso si alzava di scatto, lui
sorrise lievemente immaginandosi il suo viso stupito.
Si
sentì un sospiro.
“Forse non ci siamo capiti, io devo svegliarmi presto, devo dormire”
Lui
lo sapeva, ma non gli importava poi molto, ma preferì non dirlo.
“Hn”
“Che
significa questo hn ? Che ci fai di nuovo qui?”
Lo
stava aggredendo, ma in realtà provava una strana sensazione nel sentirlo di
nuovo lì.
Una
strana sensazione.
“Sono
venuto a scusarmi per ieri notte ….”
“…….e
per ringraziarti dell’ ospitalità” aggiunse dopo un istante.
Silenzio.
“Non
c’ era bisogno di ritornare apposta……comunque si, in effetti fai bene a
ringraziarmi non è da tutti fidarsi di uno sconosciuto e ospitarlo alle tre
del mattino …si…. sono proprio un “tensai”…..” si vantò quella voce.
“Sinceramente io direi un do’ hao piuttosto”rispose lui ironico.
“Ehi
come ti permetti ……pensa a te piuttosto, che entri nelle case degli altri
come un ladro….anzi come una volpe….una stupida volpe per la precisione
……..”rispose il ragazzo “E poi si può sapere chi sei in realtà?”
“Una
persona abbastanza famosa” rispose con calma lui.
“Senti ‘persona abbastanza famosa’ , io devo dormire”
Il
ragazzo moro non rispose alle sue provocazioni , era sempre talmente
rispettato sia dagli ammiratori che dai colleghi da non averne mai ricevute
, per lui era strano , non ci era abituato, era qualcosa di nuovo, sentirsi
parlare liberamente e addirittura offendere ……. sorridendo nel buio si disse
che anche quella volta aveva ragione , c’ era qualcuno diverso , qualcuno
che diceva quello che pensava e lui era riuscito a trovarlo.
Silenzio.
“Posso rimanere qui?”sussurrò lui.
“Perché?”
“Non
lo so”non stava propriamente mentendo eppure non era una risposta.
Silenzio.
A
lungo.
“Perché?” si
sentì chiedere ancora.
Quella voce non era soddisfatta.
Decise di rispondere.
“Per
capire in cosa sei diverso dagli altri……”
“Diverso?”
“Si”
“In
cosa sono diverso io……per te?”
“Tu
non guardi le apparenze……con me non lo hai fatto”
“Ma
io non ti ho proprio visto, di quali apparenze parli ?”
“Appunto a te non è importato……..” si fermò.
“Continua…” chiese il ragazzo dai capelli rossi.
“No ,
non ha importanza adesso…”
Silenzio.
“Posso sapere il tuo nome?”domandò il ragazzo moro.
“Non
sarebbe corretto chiedermelo , tu non ti sei presentato ……ma visto che io
non sono una persona importante ….. – attesa –
Hanamichi, Hanamichi Sakuragi”
“Hanamichi…” ripeté nel buio lui mormorando.
Il
ragazzo dai capelli rossi provò un brivido nel sentir pronunciare il proprio
nome in un sussurro, da tanto tempo nessuno lo chiamava più così con quella
familiarità ed era proprio uno sconosciuto a farlo ora ………
Silenzio.
“Hanamichi”
Si
sentì ancora una volta , il ragazzo moro pensò che il suono che usciva
dalle sue labbra pronunciando quel nome gli piaceva, quel nome sapeva farsi
pronunciare .
Lo
stava chiamando ora .Un altro brivido per quel ragazzo dai capelli rossi,
senza sapere perché.
“Si?”
“Dimmi …..tu sei felice?”
Respiri , gli unici suoni, i loro.
“Perché mi fai una domanda del genere?”
“Sei
felice?”lo ignorò lui.
Un
sorridere ironico.
Quante volte si era fatto da solo quella domanda ?….non lo ricordava neppure
più…ed ora sentirselo chiedere anche da quel (ombra?illusione?) ragazzo, uno
sconosciuto…………sembrava essere suo destino continuare a chiederselo.
“Come
potrei…… ‘lei’
non mi ha mai dato niente” rispose quel ragazzo dai capelli rossi con un
filo di voce.
“Lei?”
“Ah
si…scusami…… ‘lei’
…la vita intendo”
Lui
si immaginò sul suo volto un sorriso imbarazzato………quel volto …..l’ aveva
visto solo un attimo nell’ istante in cui si erano sfiorati in strada e da
allora lo aveva davanti agli occhi ……. fisso…….. e anche adesso aveva l’
impressione di riuscire a vederlo attraverso l’ oscurità ….
………non sapeva spiegarsi perché…ma era così .
“Parli della vita come di qualcosa di vivo, come una persona, come di una
donna ….”notò lui
“ ‘Lei’
è la cosa più bella che ho e nello stesso tempo la più dolorosa ….sembra
assurdo vero?”
Quella voce che parlava era triste , non aveva quasi più niente della voce
che lui ricordava la prima notte ….quelle parole dovevano rispecchiare un’
angoscia profonda e quell’ argomento un problema reale e doloroso.
Non
voleva sentire quella tristezza …..era solo colpa sua …..aveva lasciato, con
le sue domande, che quella voce si stremasse …non era più il caso, avrebbero
avuto altro tempo per parlarne ancora ,se avessero voluto….. entrambi.
Cambiò argomento.
“Potrei chiederti un bicchiere d’ acqua?”chiese il ragazzo moro.
Non
ebbe una risposta, ma lo sentì alzarsi , camminare e prendere qualcosa ,
qualche attimo dopo lo sentì davanti a sé.
“Tieni” disse semplicemente Hanamichi.
Lui
allungò una mano, al buio incontrò la sua che stringeva un bicchiere , lo
toccò sfiorandolo come in una carezza fugace , con le dita sulle sue,
lasciandole subito dopo per incontrare il vetro bagnato.
Un
brivido attraversò violento il corpo di quel ragazzo dagli occhi caldi.
Nel
silenzio nessun rumore e poi pochi passi e la distanza tra loro era
tornata.
Lui
posò a terra quel bicchiere e si alzò sempre lentamente .
“Vai
via?”chiese Sakuragi.
“Si…….non voglio più disturbarti”
Si
sentì il cigolare della finestra, stava andando via .
“Tornerai ?” chiese improvvisamente quel ragazzo ,voleva saperlo cosa doveva
aspettarsi da lui…..
“Me
lo chiedi?” rispose piano lui in piedi, girato verso il vetro.
“Se
te lo chiedessi?”
“Tornerò”
“Io….” non sapeva…non sapeva a chi stava chiedendo qualcosa …..né perché ……
Avvertì dei passi , verso di sé , il ragazzo moro stava venendo verso di
lui, sentì al buio il suo volto avvicinarsi chinandosi e il suo respiro su
un orecchio.
“Posso tornare da te domani notte?” sussurrò talmente piano da perdersi
quasi nel silenzio.
In
quella stanza vuota non c’ era assolutamente bisogno di parlare così
piano……………………….
Un
altro brivido, l’ ultimo di quella notte, scosse il corpo di Sakuragi.
“Si”
*********
Io
sono steso al buio, so che tra poco dovrò alzarmi…lui è andato via e io gli
ho detto di tornare ………………………………perché?
Lui è
tornato stanotte forse non è un sogno o un’ illusione ….le nostre dita prima
si sono incontrate….potrei credere che lui esista…..
Eppure i suoi passi non si sentivano………….il suo respiro poteva essere solo
il vento che entrava …….e i suoi tocchi solo l ’ illusione dei miei
sensi…………………………………………………………………………………………..potrei credere che lui non esista…
Brividi….quando l’ ho sentito pronunciare il mio nome così piano…..quando
ci siamo sfiorati …..quando accanto a me sul mio viso ho sentito il suo
respiro nel mio orecchio……………………perché?
Mi ha
fatto una domanda……sulla felicità…….ha toccato corde molto sottili e sempre
talmente affilate da tagliare e fare male ……..
Lui……………domani tornerà veramente oppure ………in fondo perché mi interessa
tanto, se lui non tornasse tutto continuerebbe come prima ……………eppure …io….
non ….so…..mi stringo le braccia intorno al corpo………….perché?
Un’
ombra può essere felice ?
Può
esserlo un’ illusione ?
Qualcosa che non esiste può essere felice?
Forse
si…….forse proprio perché non esiste ………….infine …..
…penso solo che se lui tornerà domani io gli chiederò se è felice.
*********
“Io
devo andare finisci tu qui”
“Va
bene, domani pensi di esserci?”chiese il suo manager
“Perché me lo chiedi?”disse lui girandosi.
“Beh
da un paio di giorni sembri un po’ stanco…..tutto qui”Mito alzò le spalle.
“Va
tutto bene e domani ci sarò…ora devo andare”
Il
suo manager lo guardò andare via e sospirando tornò in studio.
*********
Non
so che ore sono, dovrei dormire ma attendo qualcuno….lui…..tornerà?
Agitato da sensazioni strane mi alzo…..non capisco……….mi avvicinò a quella
finestra toccandola ………
E’
possibile che lo stia aspettando così?
E’
possibile che voglia risentire quei brividi ?
E’
veramente possibile che stia aspettando un sogno alla mia finestra?
Sospiro.
*********
Un
rumore nel buio e lui entrò senza bussare.
Il
ragazzo dai capelli rossi lo stava aspettando lì vicino, non fece in tempo a
farsi sentire .
“Ah…………………………………………….”
Un
rumore sordo, entrambi finirono a terra .
Il
ragazzo moro si sollevò leggermente.
“Ahi……..”si lamentò Hanamichi.
Lui,
dai capelli neri, si accorse che era ciò su cui era caduto che si lamentava
……..questa consapevolezza gliene portò un’ altra………aveva quel ragazzo sotto
di sé…………..i loro respiri si mescolavano……..i suoi capelli sfioravano quella
fronte dai fili rossi ………….sorrise dolcemente
“Mi
stavi aspettando?”chiese maliziosamente.
“Io…..a.alzati”
Le
mani del ragazzo dai capelli neri cercarono un punto fermo dove appoggiarsi
ai lati di quel corpo,una vicino alla guancia sfiorandola in un tocco dall’
aria casuale e l’ altra accanto ad un fianco , i loro ventri strusciarono
mentre lui tentava di alzarsi senza convinzione , quel fruscio eccitò i suoi
sensi , sentiva il calore di quel ragazzo cha assomigliava ad un tramonto
oltrepassare la stoffa leggera e arrivare al suo corpo……………quel calore
attirava ……doveva allontanarsene …………scostandosi appoggiò un istante una
mano sul suo petto , sentì il suo cuore battere forte e si alzò spostandosi
di lato.
Sakuragi si rimise in
piedi , ringraziò l’ oscurità che gli aveva permesso di arrossire senza
farsi vedere , sentiva il proprio respiro veloce e il cuore impazzire e non
sapeva perché.
Si
sedé sul letto mentre lui tornò vicino alla finestra in terra , il silenzio
li accolse entrambi a lungo.
Sakuragi si passò una mano tra i capelli , lentamente, per calmarsi , questa
volta non era certo che fossero stati solo brividi lungo il suo corpo……………..lasciò
quei pensieri , li sentiva solo confusi e adesso aveva una domanda da fare
….a lui.
“Dimmi…”iniziò Hanamichi.
“Si?”
“E
tu…….tu sei felice?”
Silenzio.
Non
si aspettava quella domanda, ma era giusto rispondere , in fin dei conti lo
aveva chiesto anche lui all’ altro.
“Mi
manca qualcosa”rispose semplicemente.
Ed
era vero.
“Se
sei veramente una persona importante dovresti avere tutto, no?”
“Ci
sono cose che non si possono comprare o ottenere così”
“Capisco,penso sia vero”
“Hn
…..”
“E tu
stai cercando quello che ti manca?”
“Posso dire di si e forse……..”
“Forse?”
<Forse lo sto trovando>
pensò lui
dagli occhi neri.
“Niente…”rispose poi.
Dopo lunghi attimi di
silenzio la quiete riempì la stanza , appoggiandosi al muro dietro le sue
spalle il ragazzo moro sentì l’ altro distendersi sul letto, dalla finestra
lasciata da loro negligentemente aperta un vento ormai caldo della metà di
giugno soffiava entrando dolcemente a far loro compagnia nell’ oscurità ,
avvolgendoli e lui, dagli occhi antracite, si perse nei propri pensieri e
in un sonno leggero, tra i più dolci, perché il primo condiviso con
qualcuno.
Il
rumore insistente della sveglia lo destò , Sakuragi allungò un braccio per
spegnerla mugolando assonnato, doveva essersi addormentato senza
accorgersene , si distese di nuovo mugolando ancora, sentì un respiro e si
girò di scatto …..
A terra poteva scorgere
nella penombra appena un po’ meno fitta i lineamenti di un corpo che non
riusciva a distinguere…..quell’ ombra era ancora lì , alzandosi a sedere
sentì solo un respiro addormentato…………non era andato via …….si era
addormentato come lui….con lui………………un lieve sorriso incurvò le sue labbra
…entrambi la notte invece di dormire perdevano tempo a parlare e alla fine
si erano addormentati..……………….lentamente, muovendosi d’ istinto, il ragazzo
dai capelli rossi gli si avvicinò ………quel respiro continuava regolare
……….non sembrava affatto intenzionato a svegliarsi……..la luce ancora non era
in grado di lasciarglielo vedere e Hanamichi si avvicinò ancora di più
mettendosi in ginocchio davanti a lui, accostandosi ……….sentiva il suo
respiro vicino …..come la notte prima…. ricordò in un istante , sentì un
brivido leggero………lui gli era davanti …………e ora poteva decidere……
Sarebbe bastato alzarsi lentamente, raggiungere la parete e accendere la
luce e avrebbe potuto vedere quel ragazzo, avrebbe visto se esisteva, se era
reale ,se non era un sogno , un’ ombra o un’ illusione………………………….oh si
sarebbe stato facile …………ma dopo, svegliato dalla luce, lui sarebbe
scomparso in un caso o nell’ altro, se non fosse scomparso con la luce
rivelandosi solo un sogno sarebbe comunque scomparso fuggendo, scoperto da
lui con l’ inganno…………………………..non voleva .
Non
voleva .
No.
Non
voleva vederlo scomparire portato via dalla luce …..voleva ….si….voleva
conoscerlo , parlare ancora , capire perché si erano incontrati e perché
lui era tornato ogni notte , perché lo lasciava sfiorandolo ………………….perché
gli faceva provare qualcosa che non aveva mai provato….come quei brividi
………no, non l’ avrebbe fatto scomparire , per una volta che non era la vita a
portargli via qualcosa perché avrebbe dovuto farlo lui stesso?
Piano
Hanamichi alzò una mano per incontrare il suo viso……voleva svegliarlo , non
sapendo il suo nome non poteva chiamarlo… ……sentiva il proprio cuore
cominciare a battere forte , gli disse di calmarsi ma era inutile , mentre
la sua mano spostava l’ aria per arrivare da quella pelle, il ragazzo dai
capelli rossi si chiese se sarebbe riuscito a toccarlo…….un’ ombra e un’
illusione sono immateriali …e lui come sarebbe stato ?
Sarebbe riuscito ad avvertire un contatto oppure le sue dita avrebbero
stretto il niente, portando con quel gesto una triste conferma che lui non
aveva voluto farsi dare dalla luce?
Non
sapeva cosa aspettarsi…… sembrava tutto irreale………
Tese
le dita.
………………………………..e in quel momento il tempo sembrò fermarsi …….
………………………………..e dilatarsi all’ infinito in un singolo istante …………
……………………………….testimone di un primo, breve e timido incontro voluto da lui……
La
sua mano , lenta nell’ incedere, si appoggiò delicatamente su quel viso in
una carezza leggera fino all’ angolo del mento.
Quel
ragazzo disteso si lamentò lievemente, scostando il volto dall’ altra parte,
Hanamichi si accorse di aver trattenuto il respiro fino ad allora .
Lui
aprì gli occhi , schiudendoli piano e nella penombra riconobbe una figura
indistinta ….. quel ragazzo…… davanti a sé.
Hanamichi si scostò lievemente, imbarazzato per quel gesto che aveva appena
compiuto ……………una carezza, lo aveva accarezzato.
“Io
…io ti volevo svegliare….devo..devo andare..v..”cercò di giustificarsi.
Il
ragazzo dagli occhi neri lo interruppe dolcemente.
“Ssh…era la tua mano quella che ho sentito sul viso?”
Hanamichi abbassò lo sguardo.
“Si”
rispose talmente piano da non farsi quasi udire.
Lui
si mosse lentamente , allungando una mano e dolcemente la passò sul viso di
quel ragazzo dai capelli rossi , prima solo sfiorandolo poi accarezzandolo
lentamente.
Ricambiando il gesto appena ricevuto.
Quella pelle che stava toccando tremava leggermente , lo avvertiva
mentre i loro corpi si stavano avvicinando , infinitamente lenti ,
richiamati l’ uno dall’ altro.
La
stoffa leggera frusciò mentre si abbracciavano.
Le
mani strette sulle spalle , dietro la schiena poi più giù , per un istante ,
sui fianchi.
Si
strinsero , un’ ultima volta.
Poi
lui si allontanò.
“Grazie per questo risveglio”sussurrò.
E
aperta la finestra scivolò via .
*********
Io mi
sono stretto al suo corpo………….
Io mi
sono lasciato abbracciare , l’ ho abbracciato ……….
Rimango immobile contro questa parete , seduto in terra dove poco fa era
seduto lui, sento il viso in fiamme , sento ancora calore lì dove lui mi ha
toccato con la sua mano ……….
…cerco di calmare il mio cuore , di rallentare il mio respiro , di ritrovare
il controllo del mio corpo che trema ………….non ho freddo….è ….caldo…….sento
caldo, dentro, in fondo al petto , un po’ a sinistra …………io …kami ….ho
paura…….non trovo un nome per queste sensazioni …….non trovo un nome che non
mi faccia paura ……………….penso solo …..io e il
mio
sogno……….abbracciati.
*********
Lui
era appoggiato al vetro, non era riuscito ad andare a lavorare, il suo
cellulare suonava incessantemente , ma a lui non importava affatto, non gli
importava niente , niente che non fosse quel ragazzo…………….kami ……l’ aveva
stretto a sé ………e non aveva sentito quel corpo allontanarsi ,
rifiutarsi……….aveva sentito quel ragazzo farsi stringere…………..chiuse una
mano …..sentiva ancora sulle dita il ricordo di quella pelle calda , quella
pelle che aveva potuto toccare , accarezzare……..dal calore intenso ……….kami……
….kami….kami
…..kami ……..no..non ce l’ avrebbe fatta ad aspettare la notte successiva
per vederlo e sentirlo , no……..
non
ce l’ avrebbe fatta …………….
Il
tempo scivolava via perfidamente lento, poche scuse pronunciate in tono
serio al suo manager , un bicchiere in mano , ancora vicino a quel vetro,
non se n’ era allontanato per tutto il giorno ed ora era il tramonto.
Appoggiando la fronte al vetro freddo lui lo vide passare in strada ……………un
ansito uscì dalle sue labbra …si avvicinò di più , fermato da quella
finestra contro la quale si stava appoggiando , toccandola mentre invece
avrebbe voluto toccare lui……
….quel ragazzo …..
……….che camminava lentamente nella luce rossa del tramonto prendendo quei
colori caldi per sé , per vestirsene e riscaldarsene , ridonandoli poi a
lui la notte quando si incontravano e saliva quelle scale , lentamente ,
come a lasciarsi guardare , mentre il tramonto moriva ……quel tramonto che
lui aveva sempre amato e guardato e in cui si era sempre perso e che ora non
guardava più ,nemmeno di sfuggita perché messo a confronto con quel ragazzo
ne era uscito perdente perché ……….perché …….
… ‘era
quello il “tramonto” che ora amava’.
Un
sospiro spezzato e lui attese la notte.
Salì
quelle scale , veloce , leggero , davvero come un’ ombra della notte e senza
chiederne il permesso rubò alla luna un raggio per illuminarsene un istante
prima di entrare in quella finestra.
Silenzio.
“Se..sei tu?”chiese Hanamichi mettendosi a sedere sul letto.
Il
ragazzo moro rimase in piedi, sorrise malizioso.
“Hn
….mi stavi forse aspettando sveglio?”
Sakuragi arrossì immediatamente.
“No..io…no…e ..”
Il
ragazzo dagli occhi neri rise sommessamente , per la prima volta , dopo
tanto tempo ……………
Hanamichi restò in silenzio , ad ascoltare la sua voce , sentendo il proprio
cuore aumentare i battiti, steso sul letto.
Lui
si sedé sul pavimento , sempre vicino alla finestra , guardando fuori.
Sentimenti confusi , che toglievano il respiro e la ragione , si agitavano
dentro di loro ………….non sapevano cosa fare……….
…..cosa
dirsi …….sentivano solo uno la presenza dell’ altro e bastava a fargli
dimenticare ogni cosa ……………..
Il
tempo passava ,ascoltando ognuno i respiri dell’ altro, senza farsi sentire
, senza farlo capire ………….
Improvvisamente un rumore soffuso ma insistente interruppe quel gioco di
respiri e silenzio…………un suono che si ripeteva , una specie di segnale
acustico …Sakuragi allungò una mano……….ma non era la sua sveglia ……..attraverso
l’ oscurità guardò verso il suo ospite .
Il
ragazzo moro sospirò , prese il cellulare dalla tasca e aprì la finestra.
Con
un gesto del braccio lo tirò lontano , attraverso la ringhiera , richiudendo
subito la finestra per non sentire ancora il suo suono e il rumore che
avrebbe fatto schiantandosi al suolo.
Dopo
un istante di silenzio Hanamichi cominciò a ridere sottovoce.
Lui
ascoltò sorridendo quella risata sempre così bella.
“Non
sei davvero un ladro se butti via così un cellulare”rise ancora il ragazzo
dai capelli rossi.
Il
ragazzo dagli occhi neri gli rispose piano.
“Te
l’ avevo detto”
Hanamichi lasciò passare un altro minuto poi chiese.
“Perché l’ hai fatto?”
Lui
lo fissò al buio poi scandì lentamente.
“Mi
disturbava……..stavo ascoltando il tuo respiro ……….”
Sakuragi arrossì ancora mentre la sveglia cominciava a sua volta a suonare.
Si
alzarono entrambi.
Hanamichi si girò verso di lui , come a chiedergli silenziosamente di
andare.
Lui
cominciò ad avvicinarsi.
Sentendo i suoi passi verso di sé il ragazzo dai capelli rossi rimase fermo
mentre il suo cuore saltava un battito.
Lui
dai capelli d’ ebano e gli occhi neri alzò le braccia e lo strinse un
istante …….di nuovo……a sé.
Un
abbraccio fugace ed era già uscito , scendendo per le scale , pensando che
senza toccarlo non era riuscito ad andarsene.
Mentre già attendeva la prossima notte.
Il
suo manager lo guardava attentamente , lui sospirò prima di fissarlo in uno
sguardo eloquente e infastidito, attorno a loro i tecnici e i macchinisti si
aggiravano indaffarati per una parte del set.
Mito
si avvicinò.
“Ascolta …………è ……sono un po’ di giorni che ti ….vedo …come dire….. un po’
assente…..ho provato pure a chiamarti ieri notte , ma…….il tuo cellulare non
rispondeva…..poi ho perso la linea …….”
Il
ragazzo moro incurvò lievemente le labbra al ricordo di dove fosse finito il
suo cellulare ………di ‘come’ fosse finito.
E
quel pensiero gliene portò un’ altro…………un pensiero caldo……..come il
tramonto …….un pensiero che anche quella notte aveva potuto stringere a sé
senza sentirsi rifiutare………….un pensiero che ora infiammava i suoi sensi
mentre vi si perdeva lasciando vagare lontana la mente…………………..
La
voce del suo manager lo richiamò alla realtà.
“Insomma…….si può sapere dove sparisci la notte?”
Lui
si girò , per prendere in mano una tazza di caffè e il copione , guardò
Yohei e con calma rispose.
“In
un’ altra realtà….”
Mito
lo fissò seriamente , poi si guardò intorno e si avvicinò lentamente ,
appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Non
avrai mica cominciato con……la droga?”chiese serio.
Il
ragazzo moro lo fissò negli occhi,in silenzio, per un attimo …. come da
sempre era abituato a fare prima di dire una cosa importante, una cosa che
andava rispettata.
“Io
non mi drogo ………mi sorprende che tu mi faccia una domanda del genere
…………pensavo mi conoscessi oramai……”
Mito
abbassò lo stesso sguardo che per un attimo si era velato di timore al
pensiero che la risposta potesse essere si.
“Hai
ragione , scusami”sospirò sollevato.
Lui
scrollò le spalle , aveva rimproverato il proprio manager per quell’
affermazione che in fondo poteva essere anche in parte vera……..
……………guardò l’ orologio…… .mancava del tempo , troppo perché lui riuscisse
a rimanere calmo……..le ore del giorno sembravano troppo lunghe ……..molto
più lunghe delle ore della notte………….quelle invece passavano in un attimo
…….quando entrava in quella stanza il tempo scorreva più veloce , scivolava
via dalle sue dita……senza dargli il tempo di fermarlo …….di farlo
suo………………di farlo ….loro.
Era
inquieto , attendeva la notte sempre di più ogni giorno che passava ,
irrimediabilmente affascinato , incantato da quella voce , da quel calore
……………….da quel ‘tramonto’ che a lui era concesso di ‘vedere’ anche di notte
……………..voleva tornare da lui ……non bastavano poche ore per notte……………non
bastavano più ……………
Sorrise lievemente …..in fondo il suo manager aveva ragione ……….quelle notti
con quel ragazzo erano droga.
*********
E’
giorno.
Penso
alla notte.
Le
mie notti.
Il
mio ricordo di lui, di quello che mi fa , quello che mi fa provare, sembra
soffrire e svanire , rompersi e dissolversi solo alla luce del giorno, nel
sole…..
Per
poi ricomparire più forte e affascinante appena la notte cala sulla sera e
sulla terra…..
Sento
stanchezza , ma sto bene, corro verso casa , più velocemente possibile ,
questa stessa strada che tante volte ho percorso lentamente vinto dalla
tristezza e dalla fatica ora mi è indifferente ……ogni cosa lo è…..non mi
guardo più intorno, non guardo più il cielo stellato che tanto ammiravo
………….mi ero affezionato al cielo della notte……………..perché mi accompagnava in
silenzio verso casa , facendomi compagnia , il cielo della notte………….
….così scuro………dagli occhi neri ………(come i suoi)
….così grande ………immenso……….
….e
dolce……….perché dolci erano i pensieri che mi portava a fare ………….perché mi
perdevo anche se solo per attimi (intensi)……in lui …………dimenticando ogni
dolore …….solo ammaliato da tutto quell’ infinito ………certo che, pur non
avendo molto denaro né cose materiali…. nessuno……………nessuno avrebbe potuto
togliermi il diritto di alzare il viso e farmi accarezzare da quest’ enorme
sguardo nero vestito di luce silenzioso e interminabile…………………nessuno, mai.
……….ma ora, ora non alzo più il viso , non mi perdo più in una dolce
contemplazione ……….ho un unico pensiero ……..
………tornare a casa e attendere che un sogno , il mio, bussi alla finestra
…………..
….per
lasciarlo entrare da me ………
*********
Il
ragazzo moro entrò battendo delicatamente due o tre volte sul vetro della
finestra.
Appena entrato quella voce lo accolse.
“Ciao”
Lui
ne sorrise, dolcemente poi si sistemò in terra , lasciando un braccio
appoggiato al proprio ginocchio piegato, guardando un istante la luce della
luna che si rifrangeva sul ferro grigio delle ringhiere lì fuori.
Hanamichi sospirò lentamente , interrompendo quel silenzio troppo carico di
aspettative.
Il
ragazzo moro si girò verso di lui.
“Parlami di ‘lei’…………….”
“Lei?”
chiese Sakuragi senza capire.
Lui
sussurrò in risposta.
“La
vita ……… ‘lei’….”
Silenzio.
“Non
c’ è molto da dire ……sulla mia vita …………………………………………..
……………..perché non c’ è molto nella mia vita ………”mormorò lui dai capelli
rossi.
Lui
cercò di guardarlo attraverso l’ oscurità.
Quella voce , così triste , come quella volta che l’ aveva sentita notti
prima , era tornata.
Lui
immaginò quel ragazzo , senza riuscire in alcun modo a vederlo, lo immaginò
, seduto lì sul letto , quello sguardo caldo abbassato , la bocca piegata in
un sorriso amaro, quel viso così solare chino e immobile ……….non sapeva
perché ,ma faceva male immaginarlo così……sentirlo parlare così ……………
“Ma
c’ è tanta gente che sta’ peggio……….che non ha davvero niente ………quindi io
sto meglio di loro , no?”
riprese sforzandosi di cambiare tono.
Ora
lui lo immaginava con un sorriso leggero sulle labbra e gli occhi di nuovo
fieri per quel coraggio che cercava di darsi.
Era
incredibile ……..era incredibile come riuscisse a capirlo solo ascoltando la
sua voce ……..al punto di riuscire ad immaginare le espressioni del suo
viso……….si sentiva bene …perché quella voce così sincera era reale e la
voce, si sa, è lo specchio dell’ anima ……
……un’
anima sincera…………………l’ aveva trovata………….finalmente.
Silenzio.
Hanamichi si mise a sedere, le mani affondate nelle lenzuola piegate sotto
di lui.
“Io….io mi alzo alle quattro….questo lo sai già……..lavoro qui vicino……….in
una delle fabbriche qui intorno…………fino alla prima sera……..poi mi cambio e
raggiungo il centro…………lì lavoro in un piccolo pub fino alla chiusura e
anche la domenica ………”
Lui
non disse niente.
“Così
pago l’ affitto e le spese ordinarie ……………”
“Non
hai nessuno…..con te?”
“No”
Silenzio.
Teso e sofferente.
“Loro
sono morti” sussurrò quel ragazzo dai capelli rossi.
Il
ragazzo moro sospirò ,chiudendo gli occhi.
Era
difficile crederlo…….quel ragazzo così solare , quasi allegro…………………..in
realtà solo….profondamente solo.
Come
lui , del resto, circondato di persone , ma solo ,dentro.
“ ‘Le..lei’
……….li ha portati v..via ………tempo f.fa………. ‘lei’…..”disse
Hanamichi con un filo di voce stringendo tra le dita quelle lenzuola
morbide.
Un
singhiozzo.
Lui
alzò di scatto il viso, sentendo distintamente un altro di quei tristi
suoni.
Non
attese.
Si
alzò , veloce e lo raggiunse su quel letto.
Prese
il suo mento tra le dita ,per alzarglielo , sentendo quelle lacrime calde
bagnare la propria mano , lentamente sollevò anche l’ altra per passarla
su quegli occhi , dolcemente , con il dorso e i polpastrelli ,ma sembrava
non bastare , quelle lacrime , di un passato troppo doloroso per poter
essere ricordato senza pagarne il prezzo , non volevano fermarsi e quelle
mani che avevano tentato di asciugarle erano ora completamente
bagnate………………allora lui le passò su quel corpo lievemente tremante e con
forza lo strinse contro il suo , in un abbraccio dolce e caldo.
Lo
sentì restare fermo e poi abbandonarsi , lasciarsi confortare e avendolo tra
le braccia lo strinse più forte……………
……..
odiandosi per averlo fatto parlare
…….per averlo fatto ricordare…….e …………soffrire …….
Rimasero così a lungo, mentre quei singhiozzi pian piano si trasformavano
in lievi sospiri e infine solo respiri , ma lui non lo lasciò andare………
“Mi
dispiace - sussurrò il ragazzo dagli occhi neri - …………mi dispiace”
Hanamichi scosse la testa contro di lui , senza farsi lasciare.
E lui
rimase lì ,a passare le mani sulla sua schiena , sul suo fianco ,piano, al
buio.
Si
scostarono leggermente, Hanamichi lo strinse un attimo, il suo dolore
cacciato via dalle carezze di quelle mani.
“E tu
…….lavori?”chiese.
Lui
sorrise e con voce morbida rispose.
“Certo , non vado mica a rubare”
Sakuragi rise ………quella
frase detta da lui …poi ………che la prima volta era entrato di notte e da una
finestra …………..
Il
ragazzo moro ascoltò quella risata , la voleva sentire e ci era riuscito.
Ma quella voce così
bella , ora ancora un po’ più stanca………….
…..
per tutta la sera gli
era sembrata più insonnolita del solito ……
Lo
strinse ancora, delicatamente , poi lo spinse sul letto , allontanandolo da
sé e passandogli una mano sul viso per accarezzarlo lo lasciò, alzandosi.
“Riposa un po’ ……”mormorò.
E
confondendosi con le lunghe ombre delle ringhiere sulle scale fredde andò
via, prima che il suono metallico della sveglia decidesse come ogni notte
il loro momentaneo addio, prima che la vicinanza di quel ragazzo così caldo
e indifeso ghermisse i suoi sensi , costringendolo a cercare un contatto
profondo con quelle labbra e quel corpo ……………..
……
prima che avesse il tempo di capire chiaramente che era ormai perso
………irrimediabilmente perso …………
…….perso per uno stupendo tramonto notturno.
*********
Lui
ha asciugato le mie lacrime.
Lui
ha stretto il mio corpo.
Lui
……….kami…………..lui mi ha fatto rivedere , anche se solo per un istante , gli
occhi chiusi della felicità che mi passava accanto……….kami……………………………..lui…………………………………….
………io……………………….
Non
so……..non capisco ……………non credo …………………
Lui .
Lui.
Lui.
*********
Lui
scivolò nella stanza , piano, bussando una volta sola al vetro.
Non
sentì nessuna risposta mentre lentamente entrava.
Rimase fermo nel silenzio, cercando in esso le risposte che voleva.
Un
respiro , leggerissimo, si poteva a stento avvertire , ma bastava un suo
lieve passo in avanti per cancellare quel piccolo suono rendendolo segreto
all’ udito.
“Hanamichi……..?”chiamò piano , infine.
Non
ottenne alcuna risposta, solo quel suono, a intervalli regolari , lottava
per farsi sentire da lui.
Il
ragazzo dai capelli neri si avvicinò lentamente al letto e tendendo una
mano incontrò il calore del corpo addormentato di Hanamichi.
Dormiva profondamente , tanto da non averlo sentito entrare…………
Lui
sospirò , avevano passato svegli la maggior parte delle notti precedenti e
quel ragazzo addormentato non aveva un solo lavoro, ne aveva due , doveva
svegliarsi presto ogni mattina e lavorare duramente fino a sera inoltrata e
non erano lavori come il suo , dal quale lui poteva assentarsi
tranquillamente , nel quale era lui quello che comandava………………era una realtà
diversa , quella stessa realtà che per tanto tempo aveva voluto cercare e
vedere…………………e ora che la aveva davanti faceva male………………ma era quella
realtà in sé stessa a fare male o era il sapere che quel ragazzo soffriva
perché apparteneva a quella realtà?
Erano
più o meno la stessa cosa, ma rispondere di si alla seconda domanda portava
implicazioni più grandi di una semplice sofferenza per la sorte di alcune
persone meno fortunate………………….
Pensò
a lui ,la notte prima , quando si erano lasciati ,aveva avvertito una nota
un po’ più intensa di stanchezza nella sua voce e quella notte , prima che
lui arrivasse , Morfeo lo aveva già visitato , portandolo dolcemente via con
sé ……….
Con
lentezza lui si sedé sulla sponda di quel letto , lasciando correre i
propri pensieri , senza fermarli , senza quasi pensarli……..
…mentre le sue mani avevano già raggiunto l’ altro corpo e ora scivolavano
lievi e dolci su quella pelle …………
….
Lui
lo accarezzò a lungo, senza svegliarlo, permettendo agli altri suoi sensi
di immaginare ciò che la vista non poteva vedere e così quelle dita
scivolarono veloci e leggere sul viso , dalle tempie agli angoli dell’
occhio, dalle guance al mento , alla linea delle labbra , lungo la linea
superiore e quella inferiore , insistendo con delicatezza sulle pieghe
morbide al centro , immaginandole con la mente , dando loro la forma che per
prime le dita avevano percepito, dando loro la consistenza e anche il colore
, che per pochi istanti , il giorno in cui si erano incontrati in strada ,
lui vi aveva scorto sopra …………..
Quelle dita continuarono la loro lenta e gentile discesa , passando sul
collo , fino all’ incavo della spalla , in un lungo movimento morbido e
diritto.
Il
ragazzo dai capelli rossi mugolò piano e lui , sorridendo malizioso , ripeté
quel movimento, più lentamente.
Un
altro mugolio, più forte.
Le
sue mani scesero ancora , incontrando la stoffa leggera di una maglia estiva
, aggirarono quell’ ostacolo , infilandosi sotto il cotone, a contatto con
la pelle calda , proprio sopra il cuore ………….
Lo
sentiva battere , lento , regolare , vivo……..il torace che si alzava ed
abbassava anch’esso lento , regolato dal sonno e da lì in una carezza
profonda sull’ addome fino alla linea dei fianchi , fino alla linea dell’
inguine.
Inconsciamente Hanamichi si sollevò , inarcando lievemente la schiena ,
tendendo i fianchi verso quelle dita , in un mugolio forte e distinto.
Completamente ipnotizzato da quei movimenti il ragazzo dagli occhi neri
ripeté anche quella carezza , partendo dallo sterno e scendendo attraverso
l’ addome fino a spostarsi di lato su quella linea che spariva verso l’
inguine , ma non solo con le punte delle dita , vi passò sopra la propria
mano aperta , accarezzando la pelle con il palmo.
Le
labbra di Hanamichi si schiusero e ne uscì un suono più forte , non più un
semplice mugolio……..era un gemito.
Lui
interruppe immediatamente quel gioco , diventato ormai pericoloso per i
propri sensi, lasciò quel corpo caldo per ritornare vicino al suo viso ,
vi passò ancora le mani sopra , in carezze ben più innocenti , fino ai
capelli , morbidi , setosi , che lui sapeva rossi come il fuoco, come il
tramonto ………………
Vi
passò le mani dentro , giocando con i fili che rimanevano impigliati tra le
sue dita aperte , fino a sentire quel ragazzo addormentato sospirare di
piacere.
Il
ragazzo dai capelli neri, stendendosi accanto a lui sul letto, continuò a
lungo ad accarezzarlo , piano , vegliando sul suo sonno, stringendolo
lievemente a sé , senza lasciare che le sue mani si fermassero , fino a che
il tempo a loro disposizione non finì.
La
sveglia iniziò a suonare , lui si alzò prima che quel suono svegliasse quel
ragazzo, avrebbe voluto rimanere accanto a lui, magari stringerlo appena si
fosse svegliato e sussurrargli un buongiorno all’ orecchio, ma non poteva
…………non poteva ancora …….
……..l’
avrebbe solo inutilmente spaventato………….
Si
diresse verso la finestra e attese , doveva andare via , ma prima voleva
sentire la sua voce , fargli capire che anche quella notte era venuto da
lui.
Hanamichi aprì gli occhi , con un gesto lento spense quella cosa rumorosa
poi di scatto si mise a sedere , cercando di guardare intorno a sé.
Lui
capì cosa stava facendo dai rumori che sentiva e rispose ad una domanda che
non era ancora stata fatta.
“Sono
qui”
Sentì
un sospiro.
“Scusami - mormorò Hanamichi - ………io..mi sono addormentato …e ..e perché
non mi hai svegliato?”
Lui
lo interruppe gentilmente.
“Non
importa ………ho passato lo stesso una notte molto piacevole”
E
uscì , sparendo nel vento caldo della fine della notte.
*********
Cosa
significa tutto ciò?
Perché ora che lui è andato via il mio cuore ha ripreso a battere al
proprio ritmo?
E’
rimasto qui …….con me……..chissà quanto a lungo………….io……….sento il suo
profumo…….si…….il suo……..
…qui
…….accanto a me………affondo il viso nelle lenzuola tiepide………….hanno il suo
profumo………quello che ha riempito questa stanza la notte in cui è entrato per
la prima volta ………………………..ma i sogni hanno un profumo?……..
Il
mio lo ha ……………lo sento ancora , più forte , più vicino, ma so che lui non è
qui……..non è più qui……..cos’ è la tristezza che provo nel pensare questa
frase?
Cos’
è ?
Inspiro debolmente, il suo profumo è ancora qui, ogni volta che mi giro in
questo letto lo sento, più forte………allora mi alzo……..sentirlo non mi fa
capire più niente ……………………confuso…….mi sento confuso…………ma quel profumo mi
segue , mi sposto , è ancora con me ……………..sono io………….allora sono io ad
averlo addosso?
Perché?
Lui
era lì in terra , come sempre e non vicino a me ……..perché?
Lui
…………forse si è avvicinato ……….sento qualcosa sulla pelle del viso…………calore
….come quella volta in cui lui mi ha sfiorato con le dita …………ho il suo
odore addosso e sento il ricordo che appartiene alla mia pelle di quel
tocco gentile farsi vivo, farsi come…..reale…………………
Lui
mi ha toccato mentre dormivo?
Un
brivido veramente violento scende lungo la mia schiena, devo andare via da
qui, devo uscire……..
…….
l’ aria comincia , al buio , a sembrarmi lui e il vento a sembrarmi le sue
mani……..
Esco
, le stelle occhieggiano ancora nel cielo appena appena rischiarato , le
guardo , sapendo quanto a lungo loro mi abbiano guardato in tutta la loro
vita così simile alla mia ………….sole e destinate a scomparire senza che
nessuno se ne accorga , come vedendole sempre al loro immutabile posto……………
Adesso le sto pregando……..
…vi
prego , perdonate i piccoli desideri che ho rubato alle vostre amate notti
………desideri semplici e innocenti……..come salire le scale accarezzato dal
vento, cantare sommessamente una canzone per le persone che ho perso, che
hanno perso me , sorridere alla luna inchinandosi scherzosamente, ma con
sincerità davanti a lei per la sua bellezza……………..vi prego perdonatemi………e
chiedete , se potete , un favore per me al vostro re …il sole……….chiedetegli
di riposarsi domani , di non sorgere, di prendersi qualche giorno
libero……….e chiedete alla luna, vostra regina, di prendere il suo posto ,
annunciando al mondo notti lunghe come giorni interi…….
…….no, no forse dovreste chiedere al sole di far durare i suoi giorni come
le notti , per vedere se lui …se lui tornerebbe da me anche quando le notti
non esisteranno più …………..vi prego ……..chiedetegli qualsiasi cosa
…………qualsiasi ……..
……..e
chiedeteglielo , per darmi il tempo , quello cha a noi manca sempre , sempre
di più …………… per darmi il tempo di capire …………capire di cosa sono fatte
queste notti insieme , di cosa sono fatti questi giorni divisi……….di cosa
sono fatti questi sentimenti ……di come si chiama questa paura che sento,
leggera e vaga , in me , quando penso a lui……………
e
scendo queste scale e alzo la testa e mi sembra che il vento abbia
sussurrato qualcosa ………..una parola che comincia per a……..
……….tempo…….tempo per capire ……gli rispondo iniziando a camminare……………
*********
Anche
quella notte lui sparì da tutto , dal mondo che lo conosceva, per entrare in
una piccola finestra sempre buia.
“Hanamichi..?” chiamò subito.
“Sono
qui”rispose l’ altro, la voce bassa e calma.
Lui
lo prese per un invito e si avvicinò.
Il
ragazzo dai capelli rossi lo sentì sedersi accanto a sé , sollevò il viso,
imbarazzato.
“Io..io…..mi dispiace ancora per ieri …………ero…”
“Sssh………non importa , ti ho detto, no?”un tono gentile , basso.
Restarono in silenzio.
Facendo scivolare una mano fra le pieghe delle lenzuola , lui sfiorò una
volta le dita di Hanamichi, le sfiorò ancora insistendo , finché non lasciò
quella mano sulla sua.
Attimi.
Sakuragi scostò le dita.
Lui
alzò uno sguardo profondo come quell’ oscurità su di lui.
“Hai
paura di me?” chiese.
Alzando di scatto il viso Hanamichi rispose d’ istinto.
“No”
Un
sorriso leggero.
“Hai
paura di toccarmi?”chiese ancora il ragazzo dai capelli neri.
Hanamichi si morse le labbra.
“No …
non credo……..”rispose.
Lui
prese la sua mano , quella mano che si era ritirata e la strinse , nella
sua .
Hanamichi si ritrasse ancora senza dire niente.
“Perché ?” chiese solo lui dai capelli neri.
Hanamichi si alzò dal letto, accostandosi alla parete.
“Io ..io
non lo so…….non so più niente……..ti prego non chiedermi niente………tu e
queste notti……….io ……ti prego voglio vederti ……lasciami accendere la luce
………………”sussurrò infine con un filo di voce.
Gli
occhi neri di quel ragazzo si allargarono dallo stupore mentre fissava il
vuoto di fronte a sé.
No……….se prima era stata una semplice richiesta, un gioco quasi……………..ora
no……non era più un gioco ….lui lo sapeva, lo sentiva …………
…..se Hanamichi lo
avesse visto , se si fosse fatto vedere e riconoscere da lui sarebbe sparito
tutto , si sarebbe dissolto tutto , allagato di nuovo , annegato per l’
ennesima volta , in quel mare viscido di complimenti falsi e di finte
lusinghe e tutto quello che lui aveva creato, in quelle notti , con quel
ragazzo e la sua sincerità , con loro insieme, sarebbe crollato, perso ,
scomparso per sempre…………come ogni cosa vera che sfortunatamente era venuta a
contatto con quel mondo al quale lui apparteneva …………….no….ora che lo aveva
trovato non lo voleva perdere, assolutamente, non voleva perdere quel
tramonto così prezioso , così unico , quasi
suo…………………no…………NO…..
“No…….ti prego non chiedermelo”rispose solo , le parole facevano fatica a
uscire.
“Io
non so ……..che fare……..che altro fare ……io……”
Lui
sentì le mani di Sakuragi percorrere lievemente la parete alla ricerca
dell’ interruttore , esattamente come la prima notte.
Il
ragazzo dagli occhi neri si alzò di scatto verso di lui.
Al
buio, attimi intensi, sospesi.
La
mano di lui teneva ferma quella di Hanamichi proprio sopra quell’
interruttore , sarebbe bastato un piccolo movimento………e la luce sarebbe
diventata come una condanna per loro.
“Ti
prego , non rovinare tutto ………non farlo…….”mormorò il ragazzo dagli occhi
neri.
Lui
che pregava qualcuno per avere qualcosa…………..lui che aveva tutto …………… era
la prima volta in tutta la sua vita.
Hanamichi lasciò scivolare una lacrima sopra il proprio viso , un respiro
più forte avvicinò quel ragazzo dagli occhi antracite a quella
pelle , il calore che emanava era così dolce , lo attraeva , lo
attirava, irresistibilmente e avvicinandosi ancora , riempiendo il vuoto e
il buio fra loro le labbra di quel ragazzo, dai colori scuri come la notte
in cui si muoveva, erano su quelle dell’ altro.
Un
incontrarsi leggero, un trovarsi ben più sensuale.
Dolcemente lui tracciò con la propria bocca i contorni di quelle labbra,
quelle stesse labbra che solo la notte prima aveva esplorato con le dita ,
immaginandole e ora non doveva più immaginarle e basta, doveva sentirle ,
voleva sentirle , contro le sue , più forte, di più.
Schiuse la bocca , leccandolo dolcemente , chiedendo permesso , passandogli
una mano dietro la vita , per cominciare a stringerlo a sé, attendendo fra
le carezze leggere che stava riservando agli angoli di quella bocca una
risposta.
E nel
momento in cui quel permesso venne concesso, nel momento in cui ogni altro
senso si perse in quel bacio completo , mentre lui affondava la lingua nella
sua bocca per la prima volta con delicatezza e sentimento, quella mano
tenuta ferma scivolò via dall’ interruttore con la promessa di non tornarvi
mai più.
Si
strinsero , trovando i reciproci corpi e quella mano ,quasi colpevole di
una condanna , scivolata lungo un fianco fu trovata e raccolta da quella di
lui , che la strinse ,forte, con l’ intenzione di non permetterle più di
ritrarsi e di commettere sciocchezze.
Lentamente , proprio come stavano facendo le loro lingue , anche quelle dita
cominciarono ad intrecciarsi , trovando sicurezza e il loro vero posto tra
gli spazi vuoti delle dita dell’ altro.
Si
separarono, senza volerlo, quasi senza lasciarsi fino all’ ultimo istante ,
fino all’ ultimo millimetro di quelle labbra ancora condivise.
Poi
lui sussurrò.
“Vieni”
E
tirandolo con sé , condusse Hanamichi fino alla sponda del letto, senza
lasciare la sua mano, il ragazzo dai capelli rossi rispose alla stretta
della sua mano come a volerlo fermare per dirgli qualcosa ma lui si sedé in
terra , tirandolo giù con sé.
Con
la schiena appoggiata al lato del letto , riparati dal vento caldo e curioso
, che prima aveva spiraleggiato intorno a loro , risalendo verso i loro
visi uniti per partecipare anch’ esso a quel primo bacio, riparati persino
dalla penombra che entrava dalla finestra e abbracciati , desiderosi di
sentire e vedere solo con le mani e le labbra , rimasero insieme ,
baciandosi a lungo , secondi , minuti forse ore, parlando con le loro
carezze , dialogando con le labbra contro quelle dell’ altro, conoscendosi
con i sensi ,
iniziando ad amarsi.
Infine poco prima della fine del tempo a loro riservato Hanamichi sussurrò.
“Scusami ……….non avevo capito ………….non avevo capito che dovevo sentirti e
non vederti……….scusami….”
Lui
lo baciò lievemente , a fior di labbra.
Voleva dire ……..”Cosa importa oramai……”
Silenzio.
“Tornerai…….domani?”chiese Hanamichi in un altro lieve sussurro.
Dopo
averlo rifiutato all’ inizio di quella notte , dopo quello che aveva cercato
di fare ,quel ragazzo sarebbe potuto andare via e non tornare più , per
paura di quella luce che poteva sempre venir accesa ………………
Arrivo un’ unica risposta , la più attesa , la più bella.
“Si………………….come ogni notte …………………...e tu ……………………………………………mi aspetterai ?”
Un
sorriso vero quello di quel ragazzo dai capelli rossi.
“Si……
come ogni notte”
E lui
andò via , il rumore triste della sveglia che suonava , come sottofondo di
un addio di poche ma lunghe ore.
*********
Io mi
sono innamorato di un sogno.
Io lo
amo.
*********
Ogni
altra notte insieme fu così.
Lui
entrava in quella stanza , si avvicinava a quel ragazzo e intrecciando le
proprie dita , restavano ore intere a baciarsi , senza bisogno di parlare ,
senza più voler parlare ……………..le parole facevano male ……………i baci no.
Una
di quelle notti lui era steso vicino alla finestra , seduto in terra , come
sempre.
Hanamichi riposava su di lui , fra le sue ginocchia , abbandonato sul suo
torace caldo, il vento estivo li accarezzava languidamente , il ragazzo dai
capelli neri fissò in silenzio quella striscia di penombra lasciata da un
pallido raggio di luna che illuminava il proprio piede sinistro , una
striscia sottile nella quale finalmente qualcosa era appena visibile
emergendo dall’ oscurità che regnava ogni notte su di loro e su quella
stanza, sussurrando lui chiese ad Hanamichi di stendersi in terra.
Il
ragazzo dai capelli rossi si scostò leggermente , senza capire , poi senza
lasciare la sua mano,per paura che ciò significasse lasciarlo andare via ,
si sentì spingere a terra e si fece distendere senza opporre resistenza ,
una mano accarezzò il suo viso , come a ringraziarlo e lui si ritrovò
disteso sul pavimento fresco, la testa vicino alla finestra , un raggio di
luce lunare sul viso e quel ragazzo al suo fianco, di lato.
Silenzio.
Le
lunghe dita del ragazzo dagli occhi neri e profondi sfiorarono gentilmente
quelle labbra così belle.
“Finalmente posso vederle ………….”mormorò .
“Cosa
puoi vedere ?”chiese Hanamichi , il cuore che batteva sempre più forte.
Silenzio.
“Le
tue labbra……..ti ho chiesto di distenderti in questo cono di penombra solo
per vederle…………così posso almeno guardarle un attimo prima di baciarti
……………….”
Hanamichi arrossì, chiuse gli occhi e attese quel bacio ormai promesso ,
lasciandosi prima guardare , mentre in una lenta discesa quel ragazzo
soddisfava il suo dolce desiderio.
La
luna immobile e silenziosa , ammaestrava le stelle più piccole a rimanerle
accanto , illuminandole , proteggendole dalle nubi oscure che vagavano
pericolose nel cielo notturno , lui saliva ancora una volta quelle scale ,
le amava ormai, come amava quella piccola finestra , come amava quella
stanza sempre buia …………………come amava lui ……..kami …… non poteva crederci
…………..l’ aveva trovato ……un tramonto che gli era concesso di vedere anche di
notte , che gli era concesso di toccare come nessun altro uomo poteva fare ,
di baciarlo come mai nessuno prima d’ ora aveva fatto…………………..quel
sentimento che faceva aumentare il suo respiro , rendendolo irregolare, non
per la fatica di salire le scale e quel sentimento che rendeva il suo
battito folle e veloce, che rendeva i suoi sensi acuti e desiderosi , che
rendeva ogni altra cosa meno importante nel momento in cui si abbassava per
entrare in quel mondo , che rendeva tutto ……perfetto.
Come
poter ignorare ancora che nome stupendo avesse quel sentimento?
Lui
lo raggiunse sul letto e lo baciò per salutarlo , un nuovo incontrarsi
…….eppure perché sembrava essere sempre come il primo e come quelli che
sarebbero venuti dopo ?
Rimasero insieme , sulle lenzuola fresche a bere baci ognuno dalle labbra
dell’ altro , infinito tempo , poi Hanamichi si alzò , lasciandolo lì ,
raggiunse la finestra e rimase a fissare il buio fuori in silenzio.
“A
cosa stai pensando?”chiese lui dai capelli neri .
Hanamichi si voltò appena.
“A
te”rispose.
Lui
rise sommessamente.
“E
hai bisogno di farlo lontano da me ?” chiese ancora ridendo piano.
Hanamichi sorrise a sua volta.
“Dai
……vieni qui……..ti sarà più facile pensare a me …mentre stai tra le mie
braccia ……mentre senti le mie labbra …..vieni da me…….”mormorò il ragazzo
moro.
“No”
sussurrò Hanamichi.
“Guarda che dovresti ubbidirmi” disse maliziosamente lui.
“Io
non ho mai ubbidito a nessuno”
Lui
si alzò , sorridendo dolcemente , lo raggiunse e lo strinse a sé ,
cingendogli da dietro la vita , lasciando scivolare più giù , sui fianchi,
una delle mani.
Hanamichi sospirò.
“Lo
sai che sono una persona importante che dà ordini a un sacco di altra gente?
– gli sussurrò lui dai capelli neri scherzando – ….non accetto rifiuti….da
nessuno , soprattutto da te ………”
Un
bacio sul collo e Hanamichi mugolò.
“Riesci a pensare meglio a me ora?”chiese lui dagli occhi neri.
“No
…..non riesco a pensare affatto…….con te vicino…….”
Lui
rise.
Il
ragazzo dai capelli rossi gli scivolò tra le braccia e scappò verso il
letto, al buio non ne vide la sponda e cadde tra le lenzuola , lui lo
raggiunse e stendendosi al suo fianco lo strinse a sé.
Rimasero fermi , le mani di Hanamichi intorno alla vita del ragazzo che lo
stringeva , le dita di quel ragazzo , invece, tra i suoi capelli rossi , lo
accarezzavano dolcemente.
“Adoro il colore dei tuoi capelli……. rossi……………. come il tramonto……….”
“Come…come fai a sapere di che colore ….sono i miei capelli …..?” chiese
stupito Sakuragi
“Hai
ragione …..ti chiedo perdono …….vedi un giorno ….senza poter resistere ………ti
ho guardato ……tornavi a casa dal lavoro , proprio al tramonto…………ed è stato
allora che ho visto il colore dei tuoi capelli …..rosso….. e quello dei tuoi
occhi …nocciola…….e ho visto te ……….”
Hanamichi arrossì.
Perché non glielo aveva mai detto ?
Ora
lui sapeva qual’ era il suo aspetto …….mentre lui dell’ altro non sapeva
niente …………
“Lo
so che non è giusto ……….perdonami …..se ho tenuto tutto per me……..”continuò
lui.
Hanamichi sospirò.
Lui
si accorse di averlo ferito e lo accarezzò poi gli sussurrò in un orecchio.
“Non
puoi vedermi , ma cerca di immaginarmi……i miei occhi sono neri…………..e anche
i miei capelli lo sono……….”
Hanamichi alzò una mano , ormai si trovava sotto di lui .
“Neri
,eh? “ sussurrò accarezzandogli i capelli , rigirandoli tra le dita.
Silenzio, mentre il ragazzo dai capelli rossi saggiava la consistenza di
quei capelli setosi e delle labbra del proprietario di quei fili neri.
“Neri
come la notte?”chiese con un filo di voce Sakuragi.
“Neri
come la notte” rispose lui.
“Io
oramai amo la notte” sussurrò ancora Hanamichi.
Questa frase……….detta al posto di un’ altra ……….per non scoprirsi ……….
Gli
occhi neri di lui si posarono al buio su quelli nocciola dell’ altro.
“Perché ami la notte ?”chiese solo.
Hanamichi rimase in silenzio.
“Perché?” chiese ancora una volta.
Il
ragazzo dai capelli rossi lo strinse.
“Perché ci sei tu , di notte” rispose infine , talmente piano da non farsi
quasi udire.
Lui
dai capelli neri sorrise dolcemente a quell’ inizio di confessione poi
parlò.
“Io
mi muovo nella notte …per venire da te…..ma non la amo ………………………….io amo il
tramonto ………..e sopra ogni altra cosa …..amo il mio tramonto
…………rosso come il fuoco……………………………
…..io
amo te……..”
Lacrime piccole e
felici scivolarono lungo la pelle del viso di Hanamichi , ma lui, dagli
occhi neri, non le vide e non se ne accorse , fino a che non lo sentì
mormorare tra i lievi singhiozzi.
“Io…i.o
amo i sogni………ma sopra ogni altra co.sa …………io…amo il mi.o sogno……….amo
te……..”
Si
unirono in un bacio.
Un tramonto e un sogno.
*********
Io
non vivo più.
Se non vedo su di me
il cielo scuro, se non vedo le stelle complici sparpagliarsi nel cielo,
nero come i suoi capelli, se non vedo la luna , amorevole, sorgere dietro
al mio vecchio stabile , come a guidarmi lì dove il mio sogno mi sta
aspettando ……..io non vivo.
Il
tempo passa lento di giorno e veloce di notte , è colpa della vita
, lei
, come sempre , è gelosa che io abbia trovato qualcosa per il quale vale la
pena andare avanti e così, non potendo toglierci altro, lei ci ruba il tempo
quando siamo insieme ………
….insieme …….
…io e
il mio sogno….
…io e
il mio amore ….
…io e
lui…..
Ora
non ho più paura di dirlo, di pensarlo…………..è amore ………………….
…………………………………………………………………………………….lui è diventato per me un sogno d’ amore.
*********
Lui
fissava vuotamente le scene del film che venivano girate, voleva andare via
, non gli importava niente di quel film, fuori era appena scesa la notte e
un tramonto lo stava aspettando , perché doveva rimanere lì inutilmente ?
“A
che stai pensando?”si sentì chiedere da una voce conosciuta alle spalle.
Il
suo manager lo fissava sorridendo.
“Niente”
“Ah
sarà…..ma qualcosa mi dice che non vorresti essere qui…………sbaglio?”
Lui
lo guardò a sua volta.
“Se
ti dicessi che è vero, cambierebbe qualcosa ?”
“Assolutamente no”
“Allora evitiamo”
Il
manager scrollò le spalle , era davvero intrattabile quando doveva
trattenersi più a lungo sul set, quasi avesse un appuntamento tutte le sere
……………..sospirando si allontanò , andando a cercare i cameraman per
riguardare le riprese effettuate.
Lui
rimase lì , a dirigere le ultime riprese , lo sguardo ogni minuto rivolto
all’ orologio, sospirando per ogni secondo che perdeva, sgridando gli attori
mentre avrebbe voluto sgridare il tempo e ordinargli di fermarsi per
permettergli di correre verso il proprio tramonto alla periferia della
città.
Quando lui entrò , il silenzio lo accolse , accanto alla piccola finestra
un’ ombra riposava , appoggiata al muro, senza neanche avvicinarsi lui
riconobbe il suo tramonto.
Si
era addormentato lì in terra , mentre lo aspettava ……………
Lui
sorrise …….era proprio dolce …il suo piccolo tramonto………..
Il
ragazzo dai capelli neri si sedé accanto a lui , senza fare rumore ,
lentamente e con delicatezza avvicinò quel corpo addormentato al proprio ,
lo strinse un attimo e poi , dopo essersi concesso qualche minuto del calore
di quel corpo , lo sollevò portandolo sul letto………
Si
stese con lui , tirandolo subito a sé, non c’ era bisogno di coprirlo ,
faceva caldo ,era quasi la fine di giugno ormai, il vento aveva smesso di
venirli a trovare e l’ aria leggera si riempiva dei profumi delle notti d’
estate , preannunciando l’ inizio di quella stagione ………….
Lui
dagli occhi neri passò distrattamente le mani sul viso di Hanamichi ,
sentiva la pelle lasciarsi accarezzare , donare il proprio calore………troppo
forse……..lui si fece attento , era vero , era quasi estate , ma quel ragazzo
sembrava troppo caldo ……….forse era solo immaginazione ……….una delle mani di
lui scivolò sotto la stoffa leggera del ragazzo addormentato…………anche il suo
cuore batteva troppo veloce …………..forse stava sognando………forse stava
sognando proprio lui mentre lo aveva accanto ………… il ragazzo moro lo
accarezzò ancora e rimase immobile…….
Improvvisamente Hanamichi cominciò ad agitarsi , alzando le mani verso l’
alto , tendendosi …………..stava sognando……….
……un
incubo…………
Lui
delicatamente gli prese il viso tra le mani e lo chiamò , insistendo , a
bassa voce , fino a che non capì che si era svegliato, allora lo rassicurò ,
passandogli le dita tra i capelli , facendosi riconoscere con l’ odore delle
sue mani e la dolcezza delle sue carezze………
“Ah
…..se.sei ...tu ….io ti stavo aspe.ttando … pri.ma …..”mugolò Hanamichi.
Lui
lo strinse più forte.
“Lo
so…”
Il
ragazzo dai capelli rossi si abbandonò alla stretta di quelle braccia
respirando piano ma velocemente.
“Che
cosa …c’ è?…Non ti senti bene?” chiese lui.
Hanamichi si strinse all’ altro.
“No
….io…”
Lui
gli passò una mano sul viso.
“Hai
avuto un incubo?”chiese ancora.
“Si……ma non …..ricordo………. – silenzio – …… so ….solo che tu
…non c’ eri…ed io………”
Lui
lo baciò.
“Sta’
tranquillo………io sono qui……………. riposa……….. la notte dovresti dormire invece
di aspettare me ……”
“Come
posso non aspettarti?……Hai visto …se non ci sei …..ho solo incubi…….lascia
che ti aspetti…….solo per sognare l’ amore…..”
Lui
sentì una lacrima pungergli gli occhi.
Troppo stupendo per osare sperare che fosse vero.
“ Ora
sono qui…….veglierò sul tuo sonno ………………….sognami , amore mio”
“Si”
Silenzio.
Lui
rimase a lungo stretto a quel ragazzo, solo ad ascoltare il silenzio e quel
respiro che pian piano si era fatto profondo e regolare, le ore passavano ,
mai , mai lui avrebbe creduto che potessero durare così poco……….eppure era
così.
Erano
quasi le quattro.
Il
loro tempo stava per finire e così lui decise di rubarne un altro po’.
Spense la sveglia , prima che potesse suonare e svegliare quel ragazzo così
dolce che lui stava ancora stringendo al proprio petto, si ridistese con
lui, portandolo su di sé ,abbracciandolo……….la dolce musica del silenzio li
avvolgeva , come a proteggerli……..
…e le
prime luci dell’ alba entrarono a lacerare l’ oscurità.
I
raggi si facevano più intensi, il tempo scorreva ancora , a lui non sembrava
mai essere abbastanza , la luce cominciava a rendere tutto visibile.
Dal
buio delle notti alle quali lui si era abituato vide emergere intorno a sé
una stanza che non aveva mai potuto vedere.
Ora
rimase a guardarla.
Era
tutto lì..
La
cucina , un piccolo tavolino, una sedia , un divanetto basso divisi dall’
angolo vicino alla finestra da un piccolo muretto, sopra di esso un vaso e
fogli, fogli sparsi, sull’ acquaio pochissimi bicchieri e un piatto.
Più
in là la finestra , piccola , bassa e lucida e lì accanto un’ altra sedia ,
qualche indumento sopra , poi un comodino e la sveglia sopra…..
dall’
altro lato un armadio, un’ anta socchiusa , subito accanto una porta, poi
un’ altra con le chiavi che pendevano dalla serratura e l’ interruttore
della luce.
Sotto
di lui il letto , bianco , morbido e tra le sue braccia quel ragazzo.
Poteva vederlo, un raggio , filtrando attraverso la superficie tersa del
vetro , accarezzava quella pelle , donandole colore e visibilità.
Lui
lo fissò in uno sguardo intenso.
Il
viso, gli occhi chiusi , i tratti rilassati, le labbra dischiuse e perfette
, la loro linea che spariva vicino al proprio petto contro il quale l’ altro
era stretto, il suo corpo abbandonato , steso, quasi intrecciato al suo , i
piedi avvolti intorno alle lenzuola e quei capelli rossi , sparpagliati
sulla camicia di lui , che si aprivano in fili sottili verso l’ alto, come
un fiore esotico , intensi e luminosi , persino nell’ incerta luce dell’
alba.
Stupendo.
Lui
rimase a guardarlo……………
….guardarlo….finalmente ………….
…rimase a toccare quel corpo , per poter credere di averlo tra le braccia ,
ad accarezzarlo , in gesti lenti, riverenti , d’ amore……
mentre il sole saliva alla sua dimore diurna………il cielo.
Era
tardi, doveva andare via, non voleva …….non voleva ………
Si
alzò, lasciando quel corpo alle dolci mani delle lenzuola e del sonno ,
adagiandogli la testa su un cuscino , con dolcezza.
Prese
un foglio, tra quelli che trovò lì e scrisse qualche parola poi tornò da
Hanamichi, si piegò su di lui e gli regalò un bacio leggero,
l’
ultimo di quell’ alba perfetta , avvertì un mugolio………….doveva andare,
subito……..o svegliandosi l’ altro l’ avrebbe visto…………
…….l’
oscurità non poteva più proteggerlo……….doveva andare ……..
Hanamichi aprì gli occhi.
Era
tutto sfuocato, una mano conosciuta lo accarezzava , una voce amata gli
parlava , davanti ai suoi occhi un viso così vicino da essere
irriconoscibile ….aveva l’ odore di un sogno di una notte d’
estate………………….l’ odore del suo sogno…………
“Riposa ……………………………io ti amo”
E
Hanamichi chiuse di nuovo gli occhi sorridendo mentre lui , dopo essersi
voltato in un ultimo sguardo intenso, andava via.
*********
Apro
gli occhi………….mi sento bene ……..così come da tanto non riuscivo a
sentirmi………….
………ho
fatto un sogno stupendo……………
lui
era qui con me , mi toccava , mi accarezzava , leggero e dolce , vegliava su
di me , regalandomi un sonno profondo …………
….nessun incubo poteva raggiungermi, nessun pensiero triste , nessun ricordo
del passato………….
…lui
cacciava via tutto sussurrandomi ogni tanto ….”ti amo”……………….
..ho
ancora queste due parole così belle in testa , girano nella mia mente ,
senza posa………ma io non voglio che escano…..devono rimanere lì e poi
lentamente scendere fino al mio cuore …………………………………………….riempiendolo.
Ma
era un sogno?
Lui è
venuto da me stanotte?
Mi
alzo e improvvisamente mi accorgo che è giorno, la luce illumina ogni
angolo della mia stanza compreso il quadrante della sveglia verso il quale
mi giro ………………………………….
Sono
quasi le sette……………
Perché la sveglia non ha suonato?
Cammino nella stanza ,
come alla ricerca di qualcosa , poi la mia attenzione viene attirata da un
foglio, bianco , piegato sotto a quella sveglia pigra che stamani mi ha
fatto perdere il lavoro e lo prendo in mano, aprendolo .
“Perdonami ……………………..non
ti ho potuto svegliare ……………ho rubato un po’ di tempo per noi…….
……….era così bello
guardarti dormire ……………….era così bello , finalmente , guardarti …………
……..a questa
notte………………………………….
Un sogno.
Il tuo.”
I
miei occhi si riempiono di lacrime , ma non piango, le ricaccio indietro ,
ingoiandole insieme alla gioia.
Lui
era qui , stanotte ………………e tutto quello che ricordo, che credevo di aver
sognato, è successo veramente…..
…lui
era qui ed io l’ ho quasi visto andare via ……la sua figura sfuocata si
allontanava …………
……dopo avermi stretto, accarezzato , baciato e ………
………guardato ………
……per
tutta la notte…………….
Arrossisco al pensiero, ho voglia d’ aria , esco.
La
luce del sole mi abbaglia , da quanto tempo non la vedo, così forte e
luminosa ……
….mi
lascio baciare anche da lei e dall’ aria calda e profumata della mattina
………
……ma
subito i miei pensieri ritornano alla notte e a ciò che mi ha
regalato……………………………
……….un sogno…………..
*********
Per
lui oramai non c’ erano più i lunghi pomeriggi passati nel niente , con l’
orizzonte negli occhi , non c’ erano più gli sguardi vuoti e il tempo che
non passava senza uccidere , giorno dopo giorno , la speranza di vedere una
realtà diversa……………..
Ma
ora c’ era solo quella realtà diversa……………………………e stupenda………………
L’
aveva tenuto tra le braccia tutta la notte, avevo continuato a
guardarlo……………..quel ragazzo dai capelli rossi , così forte e debole insieme
, quasi soffocato dalla vita crudele…………………quasi………….abbandonato…………con
fiducia alle sue mani
……..unito
al suo corpo…………….
…..ma
non completamente ……
Lui
scosse la testa a quei pensieri , i sensi del corpo stranamente agitati ,
irrequieto, mentre cercava sollievo posando la testa contro i grandi vetri
delle finestre di casa sua ………………
…forse quella notte avrebbe trovato risposta a quelle sensazioni tornando da
lui.
……………………………….
………………………..
……………..
Con
le labbra schiuse in un sorriso soddisfatto , mentre la notte iniziava, Mito
rimaneva appoggiato ad un angolo dietro il palazzo, la luce piccola e rossa
di una sigaretta in mano , una giacca lunga e leggera , appena mossa dal
vento dell’ estate……………..
girò
un attimo lo sguardo e vide una figura salire su delle scale di metallo
che aveva osservato per tutto il giorno , vide quell’ ombra , che
assomigliava decisamente troppo ad una ‘persona abbastanza famosa’ entrare
in una piccola finestra , la stessa finestra nella quale aveva visto
entrare un altro ragazzo a lui sconosciuto , guardò di sfuggita ancora un’
altra volta , sorrise , ancora un’ altra volta e andò via ,
prima
di sentirsi di troppo in quella notte fatta apposta per permettere a due
persone, che da tanto si chiamavano, di incontrarsi.
………………………………………………
……………………………
Lui
entrò dalla piccola finestra , accolto da un saluto gentile, un bacio
profumato e un dolce rimprovero per la notte scorsa.
“…..sei arrivato senza svegliarmi …….sei andato via senza svegliarmi
…….insomma …….sei o no il mio sogno ?…..
Mi
devi avvertire”
sospirò Hanamichi fingendosi arrabbiato.
“Hai
ragione” disse solo lui e con un altro bacio delicato si fece perdonare.
Rimasero a lungo a lasciare che le loro labbra si incontrassero, seduti sul
letto, le mani intrecciate, i respiri veloci , nel buio e nel silenzio.
Poi
lui , dai capelli neri , si alzò ……….sentiva il bisogno di allontanarsi da
quel ragazzo………..ancora non capiva quei sentimenti forti che gli
spiraleggiavano dentro , agitandolo……………………………………………………………………..eccitandolo….
aveva
bisogno di aria , forse perché faceva caldo dentro quella stanza ora che la
stagione cominciava……………..
si
sedé vicino alla finestra contro il muro fresco e aprì completamente il
vetro cercando vento e aria che in realtà non soffiavano neanche
fuori……………rimase immobile…………………
Un’
atmosfera irreale si chiudeva sopra quella stanza ……………..Hanamichi si era
nuovamente steso sul letto senza dire niente ……..lui dai capelli neri ne
ascoltava il respiro , per calmarsi ………………..non capiva …….sentiva qualcosa
di indefinito e forte ……….
….kami …..cos’ è che i suoi sensi reclamavano?…………………………
Ascoltando in silenzio sentì dei fruscii , faceva caldo e quel ragazzo
continuava a girarsi nel letto , lui lo immaginò un singolo istante
rigirarsi sudato tra le lenzuola umide e ,di puro istinto, si alzò, andando
da lui.
Salì
sul letto , trovò le sue mani , le strinse , trovò il suo corpo , vi si
stese sopra e trovò le sue labbra , le unì con passione alle proprie.
Hanamichi , stupito in un primo momento , si rilassò subito , sorridendo e
basta nei rari momenti in cui lui lasciava le sue labbra.
E
mentre lo baciava e toccava il suo corpo , la sua pelle, il ragazzo dagli
occhi neri come quella notte sentiva crescere quei sentimenti e un’ urgenza
…
………………………………………………………………..desiderio…………………………………………………………………..
si………poteva chiamarlo così ormai……………..un desiderio profondo ……..
………….che riguardava esclusivamente il corpo del ragazzo che aveva sotto di
sé.
Continuò a baciare quel ragazzo dai capelli rossi , a scivolare con le mani
su di lui , a sentirlo mugolare, fino a che una carezza casuale non strappò
un gemito alle belle labbra di Hanamichi.
Quell’ unico suono,debole e fioco , ma quasi assordante nel silenzio che vi
era intorno a loro ,risuonò nella sua testa e rivelò l’ intensità del
desiderio che lui provava , riversandosi nel suo corpo come un’ onda
bruciante di sensi e sentimento………………
Il
ragazzo moro alzò il viso, prendendo quello di Hanamichi tra le mani e ad
un soffio dalle labbra gli sussurrò.
“Io
vorrei fare l’ amore con te”
Silenzio.
Un
respiro spezzato riempì lo spazio tra le loro bocche ,sfiorando il viso del
ragazzo moro in un soffio caldo e tremante.
“……..Kami……………………..io………………..”
Lui
gli posò un dito sulla guancia facendolo scorrere verso le labbra , ancora
semiaperte.
“Sssssh……………………non questa notte ………………..non ora…………………..
…………domani ……………………………………..domani notte ………………………………..”
sussurrò lui.
Il
corpo di Hanamichi si abbandonò sul letto , girando di lato la testa.
“Io……io non ti ho mai neppure visto ……….” sussurrò Sakuragi , l’ oscurità
che nascondeva il rossore del suo viso.
“Perché? Ti importerebbe? – disse lui sollevandosi –……….Ti importerebbe
vedere il mio viso? Cambierebbe qualcosa se non avessi un bell’ aspetto
oppure se fossi bellissimo?……………………..rispondimi ……”
chiese il ragazzo moro , una nota triste nella voce.
La
domanda più importante era stata fatta .
Da
quella domanda sarebbe dipeso il futuro di quegli incontri.
Anche
senza vederlo avrebbe capito dalla sua voce , quella voce che aveva imparato
a conoscere , se diceva la verità o se mentiva , se considerava importante
la bellezza ………….e se così fosse stato …….se per lui la bellezza, l’ aspetto
esteriore fosse stato tutto sarebbe stato uguale agli altri …………………………..uno
dei tanti …che invece di rivelarsi subito per ciò che era l’ aveva illuso
per qualche notte ………e sarebbe svanito tutto.
Il
silenzio si allungava fra loro , quasi crudelmente.
Un
respiro.
“Per
tante persone conta molto ……………………la bellezza ,intendo………….….
ma tu
lo sai, vero, che io non ubbidisco mai alla gente………………….?”
questa frase,pronunciata lasciandosi dipingere un sorriso sul viso nel
pronunciarla.
Lui
sorrise a sua volta , gli occhi appena velati , le labbra improvvisamente
raggiunte e sfiorate da quelle di Hanamichi .
Si
abbracciarono stretti , sistemandosi di fianco su un letto troppo piccolo
per due corpi stesi distanti ma perfetto per due corpi uniti in un
abbraccio.
“Ti
amo”seppe solo pronunciare piano il ragazzo dai capelli neri.
“Ssssh …………..riservalo per domani notte ……con me ……………ne avrò bisogno”
mormorò Hanamichi.
Lunghi attimi in silenzio.
Ancora abbracciati , si alzarono , lui tenendo per mano Hanamichi , senza
dire niente , lo tirò con sé a terra , raggiungendo quel muro accanto alla
piccola finestra …………………….
Ora
soffiava un po’ di vento che a fatica riusciva ad entrare e a stendersi
accanto a loro , a passare leggero e caldo sul corpo disteso a terra di
Hanamichi, la sua testa dolcemente appoggiata sulle gambe di quel ragazzo
dai capelli neri che teneva le spalle contro il muro.
E lui
dagli occhi neri passava le sue mani fra quei capelli rossi , accarezzandone
un filo per volta , lentamente , fino a lasciarlo ricadere insieme agli
altri sulle proprie gambe ……………il suo desiderio fatto sopire da quella
promessa per la notte che sarebbe venuta il giorno dopo ……………
…….il
solo pensiero mandava brividi d’ eccitazione lungo la sua schiena e faceva
stringere le sue mani intorno alle ciocche di capelli ….
D’
improvviso Hanamichi , che pensava in silenzio , alzò le mani tendendole
verso il viso di quel ragazzo moro, lui abbassò il volto per farsi
raggiungere e accettò le carezze che quelle mani portavano con sé ,
ricambiandole poi con un bacio lento e profondo, mentre si lasciavano la
voce di quel tramonto fra le sue braccia lo raggiunse.
“…….il …..mio …dolce sogno d’ amore……”sussurrò soltanto.
“Sono
un sogno per te ?” chiese lui stringendolo.
Hanamichi annuì piano, girando la testa contro le sue gambe per farsi
capire.
“Il
più bello che io abbia mai fatto……….ti prego……………………………………… non sparire ……
………………………………………………………..anche tu….”
“No…..io non sparirò……..perché dubiti?”
“ ‘Lei’………………
‘lei’
, che mi odia ………… vorrà portarti via ………… ora che sei così
prezioso…………………………per me”
rispose tristemente Hanamichi cercando la sua mano per portarsela sul viso e
rimanervi appoggiato contro mentre mormorava ancora.
“Ed
io …..che non posso vederti ……ho paura che una notte , insieme a te , entri
anche ‘lei’
o che ti aspetti fuori e che tu , promettendomi di tornare la notte dopo
mentre esci , venga portato via da ‘lei’
, lontano da me…………………………..kami ….ti supplico ………non sparire ……………..dimmi
che esisterai per me ………sempre……………………..”
Lui
rimase in silenzio …… ……….poi lo sollevò leggermente e si stese a terra ,
al suo posto, con una mano lo tirò a sé , invitandolo gentilmente a
salirgli sopra, ritrovandosi sotto il suo dolce peso.
“Toccami” disse il ragazzo dagli occhi neri.
Silenzio.
Una
mano , lenta e insicura , si posò sul suo petto.
Hanamichi passò quella mano sulla stoffa sull’ addome.
“Si
….toccami , immaginando di vedermi…….”
E
Sakuragi lo fece , passando in ampi gesti le proprie mani su di lui , sulla
stoffa leggera di una camicia estiva , sui lati del torace , di nuovo sul
petto,poi sui fianchi , sulle forme regolari del viso , tra quei capelli
di cui ora conosceva il colore , sugli occhi , sui fianchi , più giù , in
una carezza innocente e inconsapevole.
Lui
gemé.
Hanamichi si fermò.
Le
guance arrossate, il respiro rotto……….imbarazzato.
“Mi
hai visto?” chiese allora il ragazzo dai capelli neri, accarezzandogli un
fianco.
“Si”
Lui
si alzò , lentamente e una volta in piedi strinse contro il proprio corpo
il ragazzo dai capelli rossi.
“Hanamichi…….. ‘lei’
non sarà qui ad attendermi…………………………….sarà già morta di gelosia ,
guardandoci insieme –
lo
baciò piano –……….ed io non lascerò che nessuno mi impedisca di tornare qui
…………..da te …………………
perché domani notte io
verrò a prendere l’ amore che mi hai promesso ………………….
…….insieme al tuo corpo……………..
….se
ancora vorrai………………………………………………………………….”
“Lo
vorrò sempre”
rispose Hanamichi mentre arrossiva.
E lui
, sfiorandogli con due dita il mento , si allontanò camminando indietro e
sparì in quello che restava di quella notte…………
…….mentre con un sospiro tremante Hanamichi cadde sulle ginocchia……………………
*********
Io
amo.
….mi
giro un attimo ……….ho visto passare qualcosa accanto a me …………qualcosa di
infinitamente bello, una forma perfetta , ma aveva gli occhi chiusi…………..
sento
che passerà ancora …………
sento
che sarà domani notte la prossima volta …………………………………………e
sento
che passerà più vicina a me e al mio cuore …………
…………….voglio prepararmi a prenderla …………ad afferrarla …..e tenerla
stretta………un istante per sempre
….
insieme a lui ………
*********
E’
questa notte.
Lui
spense tutte le luci del proprio appartamento, uscendo, la luce della luna
si rifletteva sulla superficie argentea della chiave che entrava nella
serratura …………………….un solo piccolo rumore…………………………………………..come un
ansito………….
Il
ragazzo dai capelli neri rabbrividì di puro piacere…………………eccitato……………solo
per quel suono e i pensieri che gli aveva portato…………………..
Sorrise dolcemente …………………………………..poi camminando lentamente verso l’ atrio
del palazzo si disse che un sogno che si rispettava non faceva certi
pensieri.
Uscì
nella notte appena scesa…………………….la notte non scende al calare del
sole…………………………….quella è la sera………….la notte è unica ……………………………comincia
con le tenebre e finisce con le tenebre………………perché quella squarciata dal
sole non è la notte , ma l’ alba …………………………..
La
notte è solo tenebra ……………………..le stelle e la luna non riusciranno mai ad
illuminarla ……….ci hanno provato e continuano a farlo …………………..nei secoli
dei secoli…………………ma la notte si è creata oscura e tale rimarrà …………………
Mentre alle stelle e all’ orgogliosa luna non rimane che servirla …………farle
compagnia ……………lottare con le nubi per liberare il cielo …….……renderla quasi
visibile senza riuscirvi e così darle ancora più fascino…………………esaltarla
…………………………e invidiarla nella sua pienezza e infinità…….
Ma
quella notte , mentre lui alzava il suo sguardo profondo e innamorato verso
le scale di freddo ferro che stavano per portarlo in un altro mondo ,
diverso ogni notte , ogni cosa sembrava guardarlo e invidiarlo.
Lui
volse il viso al cielo, la luna tentava di nascondere il proprio leggero
rossore dietro una nuvola lievemente rosata ,spiandolo , le stelle
ammiccavano nel cielo , sembravano parlare l’ una con l’ altra , confidarsi
quel segreto , che era stato raccontato ad alcune di loro dal vento caldo e
dall’ aria …………………..il segreto di due amanti che stavano per incontrarsi
……………………..
………………………….
…….
per unirsi
…….due anime sole e tristi……………………….infinitamente ……………………..che si erano
incontrate nel vento caldo , sotto le stelle , sotto la luna
…………………………………una notte.
E le
stelle continuavano a parlare l’ una con l’ altra , chiedendo alla brezza di
seguire quel ragazzo che cominciava a salire quelle scale , seguirlo e
spiarlo per farsi poi raccontare quello che era accaduto, i suoni che si
potevano udire , l’ amore che si poteva percepire ….e poi sedute tutte
insieme intorno alla luna , come piccole figlie , si sarebbero fatte mimare
dall’ aria e dal vento insieme quei gesti d’ amore osservati di nascosto
dalla brezza per potervi sospirare e magari lasciarsi cadere in un ultimo
sospiro d’ amore ………………
stelle cadenti ad illuminare il cielo scuro………………….
E la
notte …….orgogliosa , che osservava in un silenzio altero tutte le sue
serve che sospiravano per qualcos’ altro , decise di recarsi da quei due
amanti che avevano ammaliato le sue ancelle …………
E li
vide……………………uno lento e rapito dai propri pensieri di sentimento sulle scale
, che saliva verso il suo mondo d’ amore…. ……………….l’ altro , con il cuore in
tumulto, tra le lenzuola fresche ,con solo le lenzuola addosso , senza altro
, che attendeva ………………………………….
…….il
sogno che veniva a
prenderlo
……………………………..
E la
notte non poté niente…………………..affascinata anch’ essa dallo splendore di
quella stessa attesa d’ amore……….richiamò il suo manto e tornò ad invidiarli
, pensando, sospirando per il giorno che la seguiva senza mai raggiungerla e
che già lei inconsapevolmente amava , da tante e tante ere.
Lui
entrò in quella piccola finestra , con un sorriso malizioso la chiuse
lasciando fuori la brezza che lo seguiva, il vento caldo, lo sguardo delle
stelle , la luce della luna e la notte stessa.
Doveva essere tutto solo per loro quell’ incontro notturno.
Lui ,
dai capelli neri , si avvicinò al letto, si lasciò scivolare di dosso la
giacca , fino a terra , ai piedi della sponda di quel letto,
Hanamichi lo attendeva , il respiro veloce , le mani strette alle lenzuola ,
per i lievissimi spasmi d’ eccitazione che sentiva addosso , che aveva
sentito più forti insieme ad un sussulto quando il suo …sogno….era entrato
nella sua stanza a reclamare amore.
Lui
prima di anche solo sfiorare il letto con il proprio corpo , salutò con un
bacio il suo amante.
Poi
salì sul letto , sopra l’ altro ragazzo , che con i capelli rossi sparsi sul
cuscino lo aspettava tremante.
Senza
vestiti , solo le lenzuola a coprirlo…………………….kami ….quel sogno dai capelli
neri quasi gemé eccitato quando lo capì e quando sentì sotto di sé il cotone
delle lenzuola modellarsi sul corpo nudo di Hanamichi.
Si
baciarono , a lungo, in tanti modi diversi , per esprimere tante cose anche
senza parole ,oramai estraniati dal mondo fuori a quella stanza.
Si
separarono da quel primo e molteplice contatto, Hanamichi alzò le braccia
stringendolo, lui dagli occhi neri inspirò l’ odore di quella pelle nuda
………..
……..sapone ……………un odore delicato e leggero di sapone……………….l’ odore di chi
subito dopo un bagno caldo si infila nel letto
…………………………sorrise……………………..poi si sollevò cercando di guardarlo attraverso
le ombre della notte.
Hanamichi schiuse le labbra e gli sussurrò una richiesta.
“Fai
piano”
Lui
sorrise dolcissimamente………………………allora era una prima volta …………..
con
un bacio e una frase lo tranquillizzò.
“Tutto quello che vuoi ”
Altri
baci , carezze e i primi ansiti.
Hanamichi si lasciava a lui , poi lo fermò per chiedere ancora una cosa.
“……come posso chiamarti ?……..puoi dirmi un nome …con cui
chiamarti?………………….io vorrei poterlo fare……mentre tu….”
Lui
lo accarezzò sul viso , poi si avvicinò al suo orecchio e vi sussurrò
sfiorandolo con un soffio caldo.
“…..Ede …….per ora chiamami così…..”
“………………………Ede…………”mormorò Hanamichi ripetendo quel nome.
Si
strinsero , cercandosi con rinnovata passione , le lenzuola frusciavano ,
impazienti di venir sollevate , le mani lambivano la pelle che trovavano ,
le labbra si incontravano ancora e ancora.
Un
altro attimo di silenzio.
“Ede….”
“Dimmi”
Quelle che seguirono furono semplici parole sussurrate nel silenzio più
completo.
“…………ti prego ……ti supplico ……non sparire ……….io ora ho come l’ impressione
……..è come se stessi per venir amato da un’ ombra …………………………….
……………dimmi che non sei solo un sogno…………………………………….”
La
voce dolce e triste di Hanamichi , le sue mani che si tesero ,raggiungendo
il viso di quell’ ombra , pregandolo tra le carezze di
rispondergli…….subito ……..per poter calmare l’ ansia che provava……………..
“…..ho capito……..”rispose lui e sollevandosi , invertì le loro posizioni,
sistemandosi sotto il corpo, ancora avvolto dal lenzuolo, di Hanamichi.
“Toccami …………………………come ieri notte…………”disse il ragazzo dai capelli neri.
E il
ragazzo dai capelli rossi passò una mano sul suo petto , sulla camicia che
ancora l’ altro indossava.
“No……………………..non così …………….sotto la stoffa ………………
tocca
la mia pelle…………………………..”disse il moro.
Hanamichi portò la mano verso il basso , vicino alla cintura , scostando un
lembo della camicia e insinuandovi sotto le dita.
Il
contatto con la pelle calda del ragazzo dagli occhi neri gli rubò un ansito.
Le
sue mani salirono lentamente verso lo sterno , passando sull’ addome, vicino
al piccolo incavo dell’ ombelico, fino al petto , al cuore sotto di esso e
ai capezzoli del torace.
Le
mani si fermarono.
“………su avanti …………..segui le linee del mio corpo e chiudi gli
occhi……………………immaginami …………………..
……la
senti la mia pelle ,no?…………………………….le illusioni sono immateriali ………e le
ombre non hanno calore……
……………” disse piano il ragazzo moro lasciandosi toccare.
Hanamichi annuì , continuando ad accarezzarlo ancora a lungo, aprendo i
bottoni , seguendo le linee , sentendo la pelle e il calore come gli era
stato detto…………………………
…..ed
era vero ……………………………..con gli occhi chiusi poteva quasi vederlo, mescolando
nella sua immaginazione le linee del suo corpo alle forme del viso che
tante volte aveva sentito sotto le mani , al colore dei capelli e degli
occhi che conosceva , alla voce e al profumo ……….
……………………..
lo
aveva come davanti agli occhi.
Lui ,
sorridendo , afferrò una delle mani del ragazzo dai capelli rossi e la portò
sul proprio petto , facendosi accarezzare lentamente sulla pelle sensibile
dei capezzoli e gemé lentamente.
Hanamichi si fermò , ritraendosi imbarazzato , colpevole di essere stato la
causa di quel suono….incredulo di esserlo.
Ma
lui lo tenne fermo lì , sul suo cuore.
“…………………..senti i miei gemiti?……….le visioni non gemono…………….. –
sussurrò Ede sollevandosi , in ginocchio l’ uno davanti all’ altro sul letto
, si baciarono un’ altra volta , poi lui , dai capelli neri lo spinse fra le
lenzuola , facendolo distendere di nuovo sotto di sé
–………………………………………e i sogni non fanno l’ amore …………………………………”
Lui
si liberò dalla camicia ormai aperta e la fece scivolare a terra ,baciò
Hanamichi , infilando delicatamente la lingua nella sua bocca ,si sollevò in
ginocchio sopra di lui e prendendo i lembi delle lenzuola in mano li
strinse.
Il
respiro di Hanamichi si fece in un istante irregolare e ansimante, il suo
cuore batteva veloce , una domanda sfiorò il suo orecchio.
“Posso?” chiese gentilmente Ede.
Nel
silenzio assordante Hanamichi rispose di si.
Le
lenzuola scivolarono via lentamente dal suo corpo , tirate verso il basso
dalle mani del ragazzo dai capelli neri , il loro frusciare eccitò entrambi
, il corpo nudo di Hanamichi si lasciò guardare dall’ oscurità, steso e
abbandonato sotto quello dell’ altro.
Le
mani del ragazzo moro raggiunsero la pelle dell’ altro, in lunghe e ampie
carezze , cercavano di calmare i piccoli brividi che percorrevano il corpo
di Sakuragi , passavano delicate ma insistenti sul petto, sulle braccia ,
sul ventre e sulla linea dei fianchi accompagnate dai sospiri di piacere del
ragazzo dai capelli rossi fino a che tutto si perse in un altro dolce bacio.
Ede
si sollevò , per iniziare a spogliarsi, Hanamichi lo strinse.
“Aspetta …….”chiese il ragazzo dai capelli rossi.
“Che
cosa c’ è …….?” sussurrò dolcemente lui.
“….Io …..dimmi che mi ami………………………….ora puoi dirmelo………………….”
Lui ,
dagli occhi neri e profondi si avvicinò , strinse più forte che poté quel
ragazzo così stupendo e innocente.
“………….Io esisto……………………………………………..e ti amo ……………………..forse esisto proprio
per amarti …….
……………..e non sparirò nel nulla ………………………..perdonami se ci ho messo così
tanto a trovarti………………………………..
……………………………………………lasciati amare da me …………………..”disse.
Hanamichi sussurrò solo di si con le lacrime agli occhi.
Ede
si sollevò , lentamente si alzò per spogliarsi completamente e far
finalmente incontrare i loro corpi , Hanamichi lo attendeva , in silenzio.
Il
ragazzo dai capelli neri , al buio , lentamente , risalì sul letto e si
stese su di lui strappando un gemito ad entrambi , con le mani Ede cercò
subito le labbra di Hanamichi, le trovò , socchiuse e tremanti , le
accarezzò, piano.
“Non
avere paura…………….”disse.
“…………..piano……..”chiese ancora Hanamichi
Lui
lo baciò, voleva dire ……”….non ti farò male….”
E non
furono più parole, divenne solo tutto silenzio, mentre cominciava una lunga
danza d’ amore.
Non
parlarono più ,i loro corpi lo fecero per loro.
Ede
gli baciò una spalla, scendendo con la bocca lungo tutto il braccio,fino al
polso che prese in mano , per poggiarvi sopra le labbra , scendendo poi nel
palmo , baciando anch’ esso e subito dopo le punte delle dita ….una ad una
……………………infine le lasciò per inseguire la linea dell’ addome fino al ventre
, fino a riempire la piccola cavità dell’ ombelico con la lingua , fino a
perdersi sull’ inguine a mordere delicatamente la pelle dell’ anca.
Gemiti e ansimi.
Lui ,
dai capelli e dagli occhi neri , continuò quei preliminari risalendo verso
il viso , baciandolo ,baciando gli occhi chiusi e le labbra aperte, il
collo e l’ incavo alla sua base , il petto proprio sopra il cuore e poi
sempre più giù , di nuovo sul ventre, sulla linea dei fianchi e più giù
ancora , su una coscia , in baci leggeri fino all’ interno e ancora una
volta sulle labbra , a lungo.
Altri lunghi e lenti baci …………………………
…un’
unione che si attardava per renderla solo più attesa e piacevole ………………….
Hanamichi si lasciava baciare ,cercando con le mani di accarezzare il corpo
del proprio amante , per rendergli il piacere che sentiva,
per
accettarlo e amarlo.
Il
ragazzo dai capelli neri , occupandosi ancora di quelle labbra morbide e
piene , fece scivolare in basso una mano e con delicatezza la fece passare
sul membro del ragazzo che aveva sotto di sé.
Un
gemito forte , quasi un grido.
La
prima volta che lo toccava così……………
Un
altro bacio lento zittì gli ansimi di Hanamichi mentre quella mano
riprendeva il proprio compito, ben presto il ragazzo dai capelli rossi si
scostò dalle labbra di Ede reclinando indietro la testa per trovare aria e
poter emettere gemiti ormai impossibili da trattenere.
La
mano del ragazzo dai capelli neri lasciò il corpo ormai tremendamente caldo
di Hanamichi per poterlo girare , Ede si stese sopra la schiena del suo
amante cospargendola di baci e carezze , poi lasciando una mano a muoversi
lenta e ipnotica sulla pelle di un fianco prese le proprie dita in bocca
leccandole e bagnandole e le passò delicatamente sopra la piccola apertura
bagnandola a sua volta per poi ritrarsi nuovamente.
Senza
attendere Hanamichi si voltò nel suo abbraccio , stendendosi sotto di lui ,
abbandonandosi , cercando altri baci , ricevendoli , donandoli ,
stringendosi , abbracciandolo mentre la danza diventava più veloce e
incontrollata e i loro fianchi premevano l’ uno sull’ altro
………
e
loro non lo potevano vedere ma il vetro della finestra bassa tremava
leggermente mentre la brezza vi sbatteva contro cercando di entrare e vedere
con i propri mille occhi l’ unione che i mortali chiamavano amore per
poterla raccontare fra le tanto grandi storie del mondo che era solita
portare con sé al di là del mare alla fine dell’ estate ……………………
Ma
loro erano persi …………….persi in quell’ amore tanto grande trovato una notte
in una piccola stanza dalla finestra aperta.
I
corpi si muovevano strusciando , insieme ……..
gesti naturali , abbracciarsi , cercarsi mentre Hanamichi con innocenza
schiudeva le gambe per accogliere il corpo dell’ altro e lui , dai capelli e
dagli occhi neri , entrava con naturalezza e semplicità.
Hanamichi si tese , inarcando completamente le schiena , una sensazione
nuova e sconfinata.
Ede
rimase immobile accarezzandogli i capelli , come faceva sempre ogni notte
quando si stendevano a terra insieme vicino alla finestra , per dirgli
ancora una volta che andava tutto bene.
Lo
baciò , aprendogli le labbra con le proprie , ascoltando il suo respiro
impazzito sulla propria pelle , sentendo in brividi intensi i loro corpi e
la loro unione.
Il
ragazzo dai capelli d’ ebano lo abbracciò passandogli le mani dietro la
schiena e su un fianco poi spinse dolcemente dentro di lui , una volta.
Hanamichi si tese ancora , reclinando la testa , gemendo piacevolmente con
tutta la voce che aveva.
Ede
lo fissò negli occhi attraverso l’ oscurità , si guardarono , senza vedersi.
“M.i
….mi s.enti ?” chiese
“…S.si….” rispose tra i gemiti ed il calore Hanamichi.
“I.o
…….io ..esisto……………………………………………………………………………………………………………………
per……am.arti……………..”
Un
movimento profondo e un grido alto.
Le
spinte si rincorrevano una dietro l’ altra , lente , intense, ornate da
gemiti , puro piacere e grida ……..
….grida che portavano i loro nomi ………….…….(quel nome di un ragazzo caldo e
bello come un tramonto e quel nome richiesto prima di quei momenti di
passione …………………….)
………….ora Hanamichi poteva gridarlo quel nome che conosceva
Insieme.
Il
liquido caldo del ragazzo dagli occhi d’ antracite scivolò nel corpo di
Hanamichi , facendolo inarcare ,mentre il suo scivolava tra loro in un
ultimo grido profondo.
Silenzio.
Respiri irregolari , l’ uno ascoltava quelli dell’ altro , gioendo di
esserne insieme la causa.
Ede
si sollevò facendo attenzione, accarezzò con una mano il viso disteso di
Hanamichi e chiudendogli la bocca con un bacio uscì piano da lui ,
rubandogli solo un ansito.
Il
silenzio ancora , i loro respiri che tornavano normali , le loro mani che
cercavano quelle dell’ altro , come se avessero paura di perdersi in quell’
oscurità che li circondava ….ma anche prima c’ era tutta quell’
oscurità?…………loro non se ne’erano accorti ……..
da
quando il ‘ sogno’ era entrato in quella stanza , da quando si erano
toccati, baciati ………………uniti………….c’era stata solo luce per loro
…………………….luce calda e bianca ………………ed ora la notte tornava alle loro menti ,
a cullare i loro pensieri ,a stendersi intorno a loro …………………………………..
……mentre i loro corpi tornavano due.
Ede
si stese al suo fianco accarezzandolo , incontrando in lievi tocchi le sue
labbra , dolcemente e lentamente , per calmare entrambi ….
Hanamichi si avvicinò di più a lui facendosi prendere tra le sue braccia
, sospirando…………….
“Come
ti senti ?”chiese piano il ragazzo dai capelli neri.
“B.bene……” rispose arrossendo Hanamichi.
“Ho
fatto piano……con te?” chiese ancora lui accarezzandogli la schiena e un
fianco.
Il
ragazzo dai capelli rossi si strusciò contro di lui, tentando di nascondere
il viso tra le lenzuola e il suo petto prima di sussurrare una risposta
quasi soffocata dall’ imbarazzo.
“Si………………………………………………………………………………………………..io ..ho sentito …..solo amore…..”
Ede
sorrise veramente.
Lo
strinse e baciandolo lievemente rispose.
“Ne
sono contento………era quello che volevo”
“Ti
amo………………..tanto” disse solo Hanamichi lasciandosi ai suoi tocchi , sempre
più stanco , gli occhi appena socchiusi.
Lui,
dai capelli neri , lo sapeva, lo sentiva , accanto a sé , stanco , sfinito
……………per l’ intensità di un breve e lungo atto d’ amore…… …….lo toccava
dolcemente , solo per fargli sentire la propria presenza mentre si
addormentava , ripetendogli il proprio ..ti amo… all’ orecchio ……………..per
non farglielo dimenticare , nemmeno nell’ oblio del sonno.
Adagiati nel leggero dormiveglia , insieme , stretti , la notte scorreva
lenta , trovandoli ora addormentati ora appena sollevati a baciare l’ altro
in silenzio , a rassicurarsi di averlo accanto per poi tornare a dormire
ancora un attimo.
In
uno di quei momenti si svegliarono insieme , cercandosi subito con le labbra
, gli occhi ancora chiusi, il tempo che scivolava via , anche se chiuso
fuori da quella stanza come tutto il resto.
Il
ragazzo dagli occhi neri parlò sospirando.
“Tra
poco ………..devi andare, vero?”
Dolore soffuso.
Disagio.
Hanamichi capì , lo sentiva anche lui.
Desiderio di restare ancora insieme.
Quanto più possibile.
Ancora.
Hanamichi sorrise dolcemente contro il viso del proprio amante.
In
fondo aveva strappato qualche desiderio alla notte, ora poteva chiederne
uno al giorno…………
“No,
posso restare ………………………………………………………………………………ma…tu…”disse solo.
Un
pensiero veloce, ansia , una tristezza.
Il
ragazzo dai capelli rossi si girò, parlando piano ,seppur con velata
malinconia.
“…..tu ……tu vai via come le ombre ……………..sparisci , toccato ………solo sfiorato
…….dai raggi del sole dell’ alba………….
……………….
Non
sarai un’ illusione ?
Non
sarò impazzito?…………..………………………………….
……………
parlami……….”
Ede
rimase in silenzio. A lungo. Aveva pensato nei momenti in cui si era
svegliato quella notte .
Aveva
ancora una vaga incertezza, forse ancora ….paura…….ma doveva , per sé , per
lui , per quell’ amore che meritava sincerità …….
Si
sollevò su di lui guardandolo attraverso l’ oscurità , vedendolo nella sua
mente.
“No………sono io impazzito……….perdonami e amami ………….
……………………………………………..stanotte io non andrò via …………..”promise infine lui dai
capelli neri.
Hanamichi trattenne il respiro , un significato grande dietro quelle parole.
“……………potremo guardarci………..”
Un
lento e tremulo sospiro.
“Ho
paura” disse Hanamichi.
Ede
posò una mano sul petto del proprio amante sotto di sé, accarezzando la
pelle sopra il cuore ,accarezzando quel cuore con le proprie parole .
“Di
cosa?” chiese gentile.
“Di……
te…”
Ede
scosse la testa.
“Non
averne …………..non averne ………………….ti amo”
Hanamichi perse una lacrima che si infranse silenziosa sulle lenzuola ,
dopo essere scivolata tra i suoi capelli.
“Hai
ragione ………………………come potrei ……………….come potrei avere paura del
mio sogno d’ amore………..
…….ora che ti ho sentito esistere ………………dentro…di me ?”
Alzò
le braccia stringendolo a sé e rimase solo il silenzio.
Abbracciati attesero l’ alba.
I
loro cuori battevano rapidi e forti , vivi, sempre più veloci ad ogni nuova
strale di luce che si adagiava leggera sulla linea piatta dell’ orizzonte
insieme alle altre, tra l’ indaco e il rosa pallido ………………..chiusero gli
occhi , tra i pensieri e l’ amore ………….
…fino
a che un timido raggio separò il fitto velo d’ oscurità della loro stanza.
Ancora troppo poco per vedersi , non si guardarono, ma il sole sorge
velocemente , si sa, per non soffrire troppo a lungo nel vedere la sua luna
nell’ altra metà del cielo , splendida e sempre irraggiungibile ,
mandandole le ultime stelle illuminate come baci di un addio fino all’
alba seguente.
Loro
si cercarono , stringendosi ancora di più , sotto un lenzuolo leggero e
fresco.
L’
alba avanzava.
La
luce entrò irradiandosi silenziosa negli angoli , risalendo dal pavimento
ai muri , ai piedi del letto , trovando due corpi ancora uniti e stretti.
Doveva svegliarli.
Lo
fece.
Lui
, dai capelli neri aprì gli occhi , incontrando la sagoma incerta di quella
stanza che aveva visto qualche alba fa , contro di sé , sul proprio petto
sentì le ciglia di Hanamichi aprirsi sfiorandogli la pelle .
Silenzio
Il
ragazzo dai capelli rossi rimase a fissare la pelle bianca del proprio
amante davanti a sé ……………….
…riusciva a vederla ……………….
…..vi
passò le dita sopra , dolcemente , per accertarsi che non fosse un’
illusione ………………
….no..no..esisteva ………..se solo avesse alzato il viso avrebbe visto
lui…………………….lui…
Lui
che era arrivato nella sua vita passando da una finestra socchiusa ………
Lui
che quella notte non era andato via ………………………..
Lui
che l’ amava ……………
Lui
che lo aveva amato per primo ………….dolcemente , senza dolore , piano…………
Lui…………..veramente un …………….sogno ……….
che
la notte e la vita non erano riuscite a portare via …………………………
Hanamichi si tese lievemente risalendo il corpo di Ede , strusciandolo ,
senza dar modo ad entrambi di vedere l’ altro e lo baciò , unendo i loro
visi in una carezza talmente vicina da non permettere ancora lo sguardo ,
lui rispose perdendosi in quell’ ultimo attimo ancora che sapeva di incontro
notturno.
Lentamente era giunto il momento.
Si
separarono , scivolando l’ uno lontano dall’ altro con infinita lentezza,
accompagnati dal frusciare leggero delle lenzuola intorno a loro.
Sguardi profondi e immersi.
Si
videro.
Dapprima ,ancora un attimo, solo forme indefinite , ancora ombre , poi
Hanamichi posò i suoi occhi su un viso conosciuto e sconosciuto insieme,
estraneo alla sua vista, ma noto ai suoi sensi …………….
quante volte aveva baciato e si era lasciato baciare da quelle labbra che
ora guardava ………….
quante volte aveva accarezzato quella pelle bianca sul mento o sulle
guance…………..
quante volte quegli occhi neri e profondi si erano silenziosamente
incontrati al buio con i suoi senza che nessuno dei due lo sapesse…….
quante volte aveva toccato quei fili neri che ora rilucevano sotto i raggi
del sole …………..
quante volte quella notte i loro capelli si erano mescolati insieme ,
sfiorandosi , in un bacio, un abbraccio ……………………..
Un
viso bellissimo , perfetto , che lo fissava ……………………
Kami
…….amato da un ragazzo stupendo………
………………………sorrise piano…….
…….
si sentì arrossire ………….
………………………………………e lo guardò amandolo in uno sguardo…………………………
Lui ,
il ragazzo dai capelli neri , rimase immobile , chiuse solo una volta gli
occhi , per poi riaprirli , deciso a farsi fissare…..
sentiva su di sé lo sguardo attento del suo amore , anzi lo vedeva
………passare dalle labbra , al mento , alle guance , agli occhi e ai capelli
…………….con i suoi occhi caldi , ancora più di quanto li ricordasse , grandi e
stupiti, le sue labbra semiaperte , belle come le ricordava e i suoi capelli
rossi ,del colore del tramonto, ma infinitamente più vivi.
Si
dimenticò un istante di essere a sua volta osservato e lo guardò veramente.
E
ora li vide…quegli occhi, gli occhi della persona amata , erano davanti a
lui, per lui ……………………..così voleva essere guardato….
…………così.
Da
lui.
Per
sempre.
Schiuse le labbra per esprimere quel pensiero.
“Come
ho potuto perdere il tuo sorriso finora…………………….
come
ho potuto perdere il tuo viso che si tinge innocentemente di rosso
imbarazzandosi…………………
come
ho potuto perdere il calore dei tuoi occhi che mi baciano………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………..
Baciami con i tuoi occhi”
disse
piano lui dai capelli d’ ebano.
E
Hanamichi lo fece, rimanendo a fissarlo , immobile , con le labbra che gli
tremavano lievemente , mentre il rossore si diffondeva sulla pelle e gli
occhi rilucevano tra i fili arruffati dei capelli rossi …………
Stupendo, veramente stupendo , pensò una volta in più Ede.
“Kami
sama ………sei uno splendido ‘tramonto’ ………….come hai potuto essere mio
stanotte?” si chiese ad alta voce , mormorando.
Hanamichi sorrise ancora.
Ede
tese quindi le braccia verso di lui , aspettandolo , per farsi accettare in
un abbraccio……………
dopo
avergli mostrato veramente tutto di sé ………….cominciando , insolitamente , da
quello che aveva dentro , fino a fargli vedere ciò che era fuori.
Hanamichi si strinse a lui , immediatamente, senza farlo attendere o
dubitare.
Si
ritrovarono in quell’ abbraccio.
Rimasero ancora stesi, accanto , fra i baci e le carezze che da quella notte
non erano mai cessati.
Hanamichi sollevò il viso chiedendo un bacio, dopo averlo avuto trovò il
coraggio di chiedere un’ ultima cosa.
“Posso sapere il tuo nome ,adesso?”
Lui
lo guardò sorridendo apertamente.
“Kaede , Kaede Rukawa”
Hanamichi rimase in silenzio.
“…….Ede ………….Kaede……”mormorò poi.
“Si……….Kaede…”si sentì rispondere dopo un’ altra carezza.
Improvvisamente Hanamichi si sollevò su un gomito, fissandolo sconvolto
negli occhi neri.
“Oh
Kami……………..R.Rukawa?”
Un
lampo triste attraversò quello sguardo nero.
“T.tu
sei ………………un attore………………….io ho visto……….le tue foto………in città………”
Kaede
abbassò lo sguardo.
E
così era stato riconosciuto anche da lui…………..non subito è vero…………perché lo
aveva notato , guardando nella stanza , che il ragazzo di cui si era
innamorato non aveva nemmeno un televisore in casa ………………….aveva sperato per
un attimo che non lo avesse mai visto ……………potevano pensarci più avanti ,
con calma ……………..invece …….come sempre la sua fama arrivava prima di
lui………………o semplicemente con un po’ di ritardo…………………………..ma quella volta
era diverso………doveva esserlo……..aveva lottato per quel ragazzo………………………aveva
infranto ogni legge ………le proprie , quelle del mondo dello spettacolo ,
quelle di violazione di domicilio…………………..aveva passato le sue notti e i
suoi giorni sveglio per lui………………aveva lasciato ogni altro
interesse………………….si era fatto dare del ladro e del criminale……………………lo aveva
ascoltato ,consolato , fatto innamorare di sé …………e
finalmente………………………raggiunto ………………….per poi vederselo scivolare via dalle
mani e dalla vita solo per due manifesti e un paio di foto?
No…………….
NO.
Lo
strinse a sé , per non lasciarlo andare via.
“Dimmi che per te non è cambiato niente ……………….ti prego ……………” si ritrovò a
sussurrare al suo orecchio.
Hanamichi si scostò per guardarlo.
“Come
potrei dirlo………………..”rispose.
Kaede
sospirò angosciato.
No,
no ,no.
Hanamichi continuò a guardarlo , innocentemente.
“E’
cambiato tutto da questa notte……………………………………ci siamo amati………………………………ho
amato
……..
per la prima volta………… – ammise arrossendo –…………è tutto diverso …………..ti sei
lasciato vedere da me………
………ho
scoperto chi sei……….”
Kaede
non riusciva a seguirlo.
Non
voleva seguirlo.
“Ma
forse……….non tutto è cambiato …………..almeno una cosa è rimasta……………………. – si
avvicinò baciandolo , facendosi stringere di nuovo da lui – ……………il mio
amore per te …………..è uguale a prima ……..”
Kaede
incurvò lievemente gli angoli della bocca.
Poteva sperare?
Hanamichi si staccò un’ altra volta da lui, abbandonandolo.
“No……forse è cambiato anche quello…………………………………. –gli occhi di Kaede si
incupirono in un istante –……………..
……si………………………….
……è
diventato più forte, no?”
Hanamichi rise.
Kaede
lo guardò sorridendo.
Il
tramonto di cui si era innamorato si divertiva a farlo impazzire di
preoccupazione…………………bene……….
Per
punirlo il ragazzo dai capelli neri lo stese sotto di sé, chiudendogli
quella bocca stupenda con un lungo bacio, poi si rialzò su di lui fissandolo
in silenzio.
Voleva solo un’ ultima conferma.
“Hanamichi…………..”
“Si?”
“Ti
prego …………….dimmi qual è il mio nome……………………………………..per te…………..”
Il
ragazzo dai capelli del colore del fuoco gli rubò un bacio , capendo ogni
significato dietro quella domanda.
Non
era più il momento di scherzare.
Si
abbandonò sotto di lui e gli disse solo:
“…………..Ede…………………..Ede è il tuo unico nome per me …………………………e sei e sarai
solo il mio sogno d’ amore….
………….il
tuo nome è ‘amore’………………………………..”
Kaede
Rukawa annuì e stendendosi su di lui , lo baciò con passione , tirando su
di loro un lenzuolo.
Si
amarono ancora una volta , alla luce delicata e sempre più forte dell’ alba
che diventava mattina ………………
Hanamichi sopra di lui ……………..Kaede dentro di lui …………………..guardandosi ,
senza smettere nemmeno un istante di fissarsi , nemmeno un istante , solo un
momento prima di raggiungere il piacere si permisero di socchiudere gli
occhi gridando, per poi riaprirli subito e perdersi l’ uno nell’ altro ,
infinito tempo.
Si
alzarono , pigramente , a fine mattina , ancora dimentichi che esisteva un
mondo fuori da quella stanza………………….
….fecero colazione nel letto , insieme , mescolando i baci alle briciole dei
biscotti ………….
…….poi rimasero ancora abbracciati…………….
“Devo
andare …………” sussurrò improvvisamente Kaede.
Era
tardi ormai e per quanto avesse cercato il modo di dirglielo dolcemente
,faceva male a lui per primo.
Hanamichi sospirò , lo sapeva già da un po’ , lo aveva capito che non
sarebbero rimasti insieme tutto il giorno , non potevano,avevano una vita e
aveva scoperto che quella del suo amante era molto più lontana di quanto
avesse immaginato.
Kaede
si alzò , accarezzandolo un’ ultima volta , guardandolo……………poi si rivestì
,raccogliendo i propri indumenti sparsi un po’ ovunque , Hanamichi lo
fissava , senza muoversi , solo quando lo vide avvicinarsi alla finestra per
uscire lo chiamò , accostandosi a lui , con solo il lenzuolo intorno ai
fianchi , lo abbracciò , gli era difficile lasciarlo andare via dopo averlo
avuto così vicino …………
“Tornerai …………..vero?”gli chiese Hanamichi.
“Tornerò sempre da te ………………ovunque io sia …………….. ovunque tu sia …………….”
Hanamichi sorrise , le loro labbra si unirono ancora una volta ed infine
si separarono.
Lui
dai capelli neri uscì e scivolò via ,lasciando dietro di sé il proprio
profumo e il rumore delle scale di metallo che stava scendendo.
Hanamichi sospirò lievemente , lasciò cadere a terra il lenzuolo che lo
copriva e lentamente si allontanò per concedersi una doccia calda….
I
suoi pensieri scorrevano veloci come l’ acqua sul suo corpo…………………..
……..amava …………riusciva appena a crederci…………..amava e veniva
amato……………………kami ………era stupendo…..
…aveva potuto guardare il suo ‘sogno’ …………………no……….doveva smetterla di
chiamarlo così ……………..non era un sogno……..non più………………era reale
…………..bellissimo e reale……………………..arrossendo si chiese come aveva fatto un
ragazzo così bello a innamorarsi di uno come lui…………………….insignificante
……..senza alcuna attrattiva …………
…mentre lui , dagli occhi neri e profondi, era un attore , una persona
famosa……………ricca………bella…………poteva avere tutto …………aveva tutto …….cos’
altro poteva cercare……………………fuori dal mondo dorato nel quale era nato
……….cosa ……e perché ………….?
Veloce il ricordo di una delle notti precedenti si affacciò alla sua
mente……………..una di quelle notti aveva chiesto ad Ede se era
felice……………si….se lo ricordava bene…………e lui aveva risposto che mancava
ancora qualcosa perché lo fosse ……….
……..ed ora?…………………………lo era ?……………………………non lo sapeva……..…………sapeva solo che
sentiva qualcosa dentro di sé , dolce, profondo , caldo………….un sentimento
tutto particolare…………un sentimento solo per lui……….per quel ragazzo stupendo
che gli aveva preso il cuore solo parlandogli , senza nemmeno farsi vedere
……………arrivando di notte , silenzioso come le nubi nel cielo…………………….
….
Hanamichi uscì dalla doccia, senza asciugarsi o coprirsi e si distese sul
letto………………………
…quel
letto dove …………..dove aveva fatto l’ amore per la prima volta in tutta la
sua vita ………………
ed
era stato meraviglioso………………………
Il
tempo scivolava via , Hanamichi si addormentò di nuovo, socchiudendo gli
occhi , sospirò ……………..
..mancava ancora un po’ al tramonto……….troppo per lui………….per i suoi
sensi…………per il suo amore………
……si
alzò vestendosi………….e rapito da un pensiero che già da prima lo aveva
intrappolato nella sua rete rimase ad aspettare la notte…………
Kaede correva veloce verso il grande stabile scuro……………..aveva fatto prima
che poteva ………………….
…era
arrivato al lavoro con almeno quattro ore di ritardo………………….andava via
almeno tre ore prima ……………………..
…….qualcosa non lo aveva lasciato in pace per tutto il giorno …………..
…occhi……….occhi brucianti …….fissi nei suoi …………….
…gli
occhi della persona amata ……..
……com’ erano belli……….
…ma
solo gli occhi non riusciva proprio a farseli bastare…….pensò correndo su
per quelle scale …………………correndo da lui………….
I
due corpi si strinsero ……………ansimando , gemendo , infine
gridando…………………..Hanamichi cadde sfinito tra le braccia del suo amante ,
rilassandosi…………….
…..
“Ede…….”
“Ti
amo” rispose solo lui.
Rimasero stesi a lungo ,tra i respiri leggeri e le carezze……………..
“Ede………pensavo ………”
“A
cosa?”chiese lui stringendolo.
“La
prima volta che sei entrato qui io………….io ti ho dato del ladro e del
criminale ……………kami…………..”
Kaede
rise piano.
“In
effetti…………me lo ero scordato…………”
“……………io….io…………ah kami……..e pensare che sei così famoso da dover essere tu
a preoccuparti dei ladri ………
………ma
…era buio …non sapevo chi eri ………….e..”
“Ti
ho spaventato, vero?”
Hanamichi annuì contro di lui, strusciandosi contro la sua guancia.
“Mi
dispiace…..”sussurrò Ede.
Hanamichi sorrise.
“Allora mi perdoni?”
“Mmmh……………..dovrei punirti ……………..oh si …dovrei punire la tua bellissima
bocca che non ne vuole sapere di stare chiusa …….potrei chiuderla io
…………..per un bel po’……………..”mormorò malizioso Kaede imprigionando il suo
amore sotto di sé.
Hanamichi rise ancora di più , rendendo vani tutti i tentativi di Ede di
chiudere veramente quella bocca con la propria …………..
…poi
il ragazzo dai capelli neri lo baciò seriamente , senza più scherzare
……..mentre i suoi occhi diventavano più cupi e fissi in quelli dell’
altro………………mentre scendeva sul collo e sulla gola……………
Hanamichi sorrise gemendo.
“………ehi…… ‘persona abbastanza famosa’…volevo ricordarti che domani io devo
andare a lavorare ……..”
La
voce bassa di Kaede lo raggiunse in risposta vicino ad un orecchio.
“Mhm……..vuoi che faccia piano?”
Hanamichi gemé più forte sentendo entrambe le mani del suo amante su di sé
, eccitato per quelle parole ed il tono basso e roco con il quale erano
state pronunciate.
“……………s..si…………….piano…….ti prego….”
E
Kaede lo amò …………………dolcemente , con attenzione, senza farlo stancare troppo
, lasciandolo solo quando furono le dolci mani del sonno a reclamarlo………………
…rimase con lui fino a quando entrambi abbracciati e vicini non scesero le
scale per tornare in quel mondo che
per qualche altra ora avevano completamente dimenticato…………….
Seduti accanto guardavano la città spenta e addormentata …………..o così
sembrava………ma non era importante……….
….quella notte il vento caldo non voleva lasciarli stare……………..li
tormentava, infilandosi dietro ai loro corpi appoggiati al freddo metallo
delle ringhiere, sotto quei vestiti leggeri che la stessa brezza aveva poco
prima trovato a terra ai piedi del letto nella loro camera, passando tra i
loro corpi allacciati , sempre in cerca di un contatto ………faceva caldo ma
lontani uno dall’ altro sapevano che avrebbe sentito vuoto e freddo …………..
ora la luna li guardava socchiudendo i propri angoli e le stelle potevano
finalmente vederli……………………….
…..la
notte stessa li accoglieva mentre stesi sulle grate sopra quelle scale
rimanevano in silenzio provando amore ……………
Un
gesto dolce , Kaede gli passò una mano sul viso , accarezzandogli le labbra
con le punte delle dita , salendo poi verso i capelli …….
….
“Vorrei ……..vorrei averti a casa mia………..ora…”disse Ede guardandolo.
Hanamichi alzò uno sguardo su di lui, timidamente.
“Perché?”
“Per
poterti amare anche lì………………….per riempire la mia casa vuota dei tuoi
sospiri , del tuo amore……………..di te…….
…..per non soffrire così tanto nelle poche ore che ogni giorno devo passare
lì da solo …………..”
Hanamichi lo ringrazio per quelle parole d’ amore con un bacio e una
carezza mentre il vento stesso riprendeva a soffiare dopo essersi fermato
un istante nel sentire parole così belle uscire dalle labbra di un vero
amante.
“Dove
abiti?”chiese il ragazzo dai capelli rossi.
Kaede
guardava davanti a sé e gli indicò con una mano un edificio lì vicino, alto
e luminoso,un grattacielo.
Hanamichi sospirò stupito e mormorò
“..il
sole………….”
“Cosa?”
Il
ragazzo dai capelli rossi guardò sorridendo il suo amore parlando con calma.
“Si
………quello è il sole di questo quartiere…………..sempre acceso ogni notte ,ad
ogni piano…………….luminoso e bello come il sole ………………………un sole che mi
piaceva guardare ogni sera , mentre salivo queste scale per tornare a
casa……………..mi fermavo a fissarlo …………….e poi c’ era un piano……….sempre
spento di notte ……………..”
“Quale?”
“Quello …..si …era sempre spento …….anche se abitato …………penso che il
proprietario debba aver trovato un posto migliore dove passare le sue notti
per lasciarlo ogni sera ………”
Kaede
fu su di lui, poco prima di baciarlo sussurrò.
“Oh
si ……………ha proprio trovato un posto migliore dove passare le sue notti
…………….”
Hanamichi rise meravigliato , distendendosi sulle grate fredde , le mani
calde di Ede gli circondavano la nuca e i capelli per non farlo sbattere
contro il metallo duro e ghiacciato…………….mentre la sua bocca si occupava di
lui………….
“Abiti …………abiti lì?”chiese Hanamichi ridendo ancora.
“Si…………….ma passo tutte le mie notti in un altro mondo……………e su delle scale
scomode invece che nel mio morbido letto………”
La
voce calda del ragazzo dai capelli rossi si levò in un’ altra risata , che
da sola bastava ad illuminare la notte circostante risuonando nell’ aria.
“Rientriamo dentro ?”chiese poi Kaede abbracciandolo.
“S.si
………ma perché….si sta bene qui…….?”
“Perché mi sono ricordato ora che anche tu hai un letto morbido…………”
Hanamichi lo strinse ridendo contro di lui……………..quella sera Ede aveva
proprio intenzione di sentirle , le sue risate…….
…rimasero ancora qualche attimo sdraiati poi si alzarono………….
..prima di rientrare Hanamichi si perse ancora con lo sguardo fisso in quel
‘sole’ ……………
….Kaede gli si avvicinò ……….
“Verrai ………….da me?”
“Quando?”
“Domani…………………………domani notte………………”
“Si………domani notte…….”
“Io
sarò lì ad aspettarti………………….”
Silenzio.
“Così
proverai anche tu cosa vuol dire aspettarti ogni notte………….”sussurrò
malizioso Hanamichi.
Ede
sorrise.
“……e
proverai anche cosa sento ogni volta che poi ti vedo entrare dalla mia
finestra ……….”
Kaede
sorrise ancora e prendendo per mano il suo ‘ tramonto’ rientrò con lui nella
loro stanza.
La
notte avanzava , Kaede aspettava , seduto al buio vicino ai vetri delle
finestre ……………
…il
tempo sembrava dilatarsi dolorosamente ………………….attesa ……………….
…così
si chiamava quella sensazione quasi soffocante che saliva ad ogni secondo
che passava lento e incurante?
Un
bussare leggero fece perdere un battito al suo cuore mentre lentamente si
alzava attraversando il corridoio buio.
Davanti alla sua porta , il suo meraviglioso ‘tramonto’ notturno.
Lo
fece entrare , chiudendo la porta con il peso dei loro corpi , mentre
cercava incessantemente le labbra dell’ altro.
Si
baciarono a lungo, scivolando lontano dalla porta , per strusciarsi contro
le pareti del corridoio , lasciando cadere a terra alcuni vestiti ,
continuando a cercarsi , con le mani , le labbra , il corpo, contro i muri
bianchi.
Davanti a loro si aprivano ora le intere vetrate del salotto , fuori
lontani i neon e le luci della città vista dall’ alto…………….
Hanamichi si avvicinò al vetro , senza più vestiti sul corpo e appoggiò una
mano tremante al vetro.
“E’
bellissimo”sussurrò guardando fuori.
Kaede
dietro di lui gli baciò una spalla , facendolo girare per guardarlo.
“Si………………………………bellissimo…….” mormorò fissandolo.
Hanamichi arrossì e le loro labbra si trovarono di nuovo.
Il
ragazzo dai capelli rossi sfuggì a quella dolce prigionia , spostandosi di
lato , strusciandosi sui vetri , allontanandosi…………….
Ede
lo seguì riuscendo a strappargli qualche altro bacio leggero mentre si
rincorrevano in quella penombra fatta di mille riflessi minuscoli di luce
sul vetro…………………………
I
loro respiri si inseguivano senza posa , le mani accarezzavano la pelle
morbida e calda , mentre il freddo di quelle pareti di cristallo lasciava
scendere brividi estenuanti lungo le loro schiene mentre vi si spingevano
contro…………….
…..i
baci umidi sempre più veloci , contatti profondi di un’ emozione condivisa
e crescente , calda e soffusa ………………
…finché con il petto premuto contro uno di quei vetri Hanamichi si ritrovò
prigioniero nelle braccia del suo amante ……….
….i
respiri ansanti appannavano lievemente le enormi vetrate e lo sguardo
profondo di Ede si fissò lontano , dove una scala scura di un palazzo scuro
conduceva ad una piccola finestra …………………
“Hanamichi…….”sussurrò.
“Si..?”ansimò il ragazzo stretto tra il corpo rovente dietro di sé e la
fredda vetrata.
“Da
qui ………si vedono le nostre scale e la tua finestra ……………”
Hanamichi si sollevò leggermente guardando davanti a sé ……………..
La
luce leggera dei lampioni permetteva di vedere quelle scale , che
spiraleggiando salivano verso l’ alto , con gli occhi lui cercò il proprio
piano , lo trovò gemendo per i tocchi delle mani di Kaede sui fianchi e i
suoi baci sulla nuca , ne osservò le grate per poi scendere a sfiorare con
gli occhi la piccola finestra ora chiusa…………..
………il
viso di Ede si appoggiò dolcemente sulla sua spalla mentre come ultime
parole di quella notte gli mormorava.
“Ed
io …da qui ………………ogni giorno …………
……………………………….guardavo la mia felicità andare su e giù per quelle scale
…………………………………………….”
Hanamichi sorrise e appoggiandosi completamente contro il vetro si lasciò a
lui.
Kaede
fu delicato, lo strinse , suggendo il suo collo , baciandolo sulla schiena
, su ogni scapola , scendendo lungo tutta la colonna , risalendo
lentamente………..
…..lo
spinse un po’ di più contro il vetro per far scendere le proprie dita su di
lui , per farle entrare e uscire nel suo corpo , con piccoli movimenti lenti
e dolci , facendolo gridare contro il vetro delle finestre …………
..lo
tenne fermo , facendolo girare , osservando nella penombra i suoi occhi e
le sue labbra , sentendo il respiro veloce e l’ abbandono con il quale si
appoggiava con le spalle alle finestre che aveva riempito di gemiti…………..
..fissandolo Ede scese lungo il suo corpo , in una dolce carezza portata da
tutta la sua pelle che si strusciava contro quella dell’ altro…..
…ancora , ancora una volta …………..
………fino ad una carezza intima , una richiesta nello sguardo e due mani che
si intrecciavano per allontanarsi insieme verso un’ altra stanza , più
interna ……………….
…..dove entrambi entrarono per stendersi su di un enorme letto , gemere al
più semplice e innocente dei tocchi e prepararsi ad un’ altra unione
…………………..
….con
delicatezza il corpo del ragazzo dagli occhi neri entrò in quello caldo
sotto di lui , scivolando dolcemente fino in fondo , accompagnato da un
grido e una lacrima di piacere……………
….
….mentre ad ogni movimento profondo la notte sembrava scomparire per
lasciare i loro sensi avvolti dal candore di un ambiente nel quale
sembravano respirare la luce stessa …………………
….tra
le grida , l’ amore e la notte ……………………..
…………..si ritrovarono nell’ unione del piacere raggiunto insieme…………………………….
E
quel ragazzo dai capelli neri prese la propria felicità prendendo lui ,
quella notte, una volta e per sempre.
E
quel ragazzo dai capelli rossi che ora riposava con gli occhi chiusi , i
sensi ancora accesi, aveva sempre pensato che per poter dire di aver
afferrato la felicità avrebbe dovuto stringere qualcosa di immateriale,
mentre ora aveva solo lui fra le braccia.
Ed
era felicità.
Cercando uno nell’ altro avevano trovato quel pezzo di infinito che li
completava entrambi.
La
notte successiva quando Kaede salì velocemente quelle scale per raggiungere
la stanza del ragazzo che amava si trovò davanti solo un vetro chiuso.
Bussò.
Una
volta.
Ancora.
Ancora una volta.
No.
Hanamichi non poteva non essere lì.
Lo
avrebbe avvertito.
Glielo avrebbe detto , dispiaciuto di dover perdere per chissà quale grave
motivo una delle loro notti insieme.
No.
Una
mano pallida si posò contro quel vetro , dall’ interno.
Una
voce lontana e bassa parlò attraverso quella finestra.
Ora
irrimediabilmente chiusa.
“Va
via”
“Perché?”
Ebbe
il coraggio di chiederlo, almeno quello gli era dovuto.
Cosa
aveva fatto?
Cosa?
Dove
aveva sbagliato?
Dove?
Gli
aveva negato un bacio?
Una
carezza?
Un
abbraccio?
Il
proprio ‘ti amo’ ogni istante in cui lo vedeva e ogni volta che lo sentiva
respirare?
Ne
aveva forse dimenticata una sola di quelle volte?
Aveva forse peccato contro la notte e contro la luna riservando a lui tutta
la sua ammirazione?
Aveva
offeso il sole del tramonto perché da settimane ormai non lo guardava più,
attratto da un altro tramonto dai colori del giorno ma che viveva di notte?
Aveva
forse osato troppo nel voler sperare di trasformare un semplice incontro
notturno in un amore eterno?
E
Hanamichi chiuse gli occhi , pieni di lacrime.
Era
l’ ultima incertezza che aveva …….l’ ultima ………
E
senza alcuna spiegazione parlò per dissiparla …………..era l’ ultima
……………………………….
“Dimmi che non stai solo giocando…………..con me …….ora ……….dimmelo………….”disse
Kaede
perse un battito ed il respiro.
“No….non è vero …lasciami entrare ………….”sussurrò sulle proprie labbra.
Hanamichi cominciò a passare le proprie mani sul vetro , in movimenti lenti
e circolari , per calmarsi …….
Kaede
seguì quelle mani con i suoi occhi profondi e poi alzò le proprie dita per
seguire quelle dell’ altro, le rincorreva,incessantemente, le inseguiva,
tentando al tempo stesso di inseguire lui e i suoi pensieri………………………
“Io
non sarò un tuo divertimento……..lo sai questo, vero?” mormorò lui dai
capelli rossi.
“Non
lo sei mai stato………….. ti prego credimi , credimi”
“No,
no, non più, forse……….tu……no…..io…..”piccoli fili di voce spezzata che
uscivano incoerentemente.
“Perché non vuoi credermi, fidati di me…………………………. come la prima notte in
cui sono entrato da te e non mi conoscevi , fidati, ti prego, ti prego….non
ne hai avuto in cambio dolore……………….fidati di nuovo…”parole veloci dette con
un filo di voce.
“Dimmi allora cos’ è che ti mancava per essere felice ………….dimmelo……..”
“Tu
………tu mi mancavi ………….non eri lì ………non c’ erano notti da passare
…………………………………amando…
……...c’erano solo notti infinite e uguali……….
……ora
amo………………………………………………………………….credimi”
Nel
loro dialogo erano stati tutti sussurri…….il mondo non doveva sentire quelle
parole , né la notte doveva sentirle o avrebbe pianto stelle cadenti nel
cielo più scuro.
Il
vento era in silenzio mentre le loro mani si erano fermate e quelle di Kaede
sul vetro avevano raggiunto quelle a lungo anelate del suo amante.
Un
istante, due istanti, tre istanti ……troppi ………troppi senza averlo vicino
quella notte , la prima notte in cui non lo aveva accanto, Hanamichi ne
pianse dentro di sé mentre attraverso quella finestra ora sentiva qualcosa
che cercava di posarsi sulle sue mani ………….
Kaede
abbassò il viso e raggiunte le dita che si stagliavano nitide dall’ interno
contro la superficie trasparente le baciò , una ad una , in gesto profondo
, ricevendone in cambio solo il gelo della parete di vetro contro la quale
i suoi baci si infrangevano……………………..
……..
ma sorridendo mentre lo faceva.
Hanamichi rise pianissimo , lasciando che la sua mano , oggetto di tale
attenzione, tremasse per l’ emozione.
Poi
lasciando scivolare via una lacrima
“Ti
credo , ti credo …”
“E
io ti amo …………”rispose Ede.
“I
sogni non mentono vero?”
“Dimmi che sono ancora il tuo sogno”pregò Ede.
“Si……. te l’ ho detto …………lo sarai sempre, sempre”
E
lasciando che la propria mano scivolasse via dal freddo della finestra, il
ragazzo dai capelli neri entrò da lui , attraverso una finestra ora lasciata
aperta……………………………………..
Stretti , lì , in terra, senza la forza di fare un passo senza prima aver
toccato l’ altro, averlo abbracciato e unito a sé in un bacio.
“Vivi
con me , ti prego”sussurrò Ede , sempre più piano.
“Con
te?”
“Si
,con me ….accanto a me ….ogni giorno……..nella mia casa …..in quel ‘sole’
sempre acceso……………”
“Lì,
con te?”
“Si
……e ogni notte saliremo queste scale , per incontrarci qui e amarci , perché
questo è un mondo veramente tutto nostro , verremo qui apposta ……..per
amore………io di te e tu di me …………….ogni notte…………..”
“Sai
io………. quando guardavo quel piano sempre spento una notte sperai di abitarci
, un giorno ……………………..ma sapevo che quel sogno non sarebbe mai potuto
essere mio ………………ed ora …………..”
Altre
piccole lacrime che si infrangevano da un corpo all’ altro.
“Tu
puoi avere tutti i sogni che vuoi………………………………….a cominciare da me”
“Mi
basti tu insieme ad un incontro notturno, per sempre”
Passarono altri giorni , veloci e in continua attesa……………………
…e
altre notti , lunghe e ogni volta sempre più amate………………………
……un
ragazzo dai capelli neri che saliva delle scale per chiudersi con un sorriso
una piccola finestra bassa alle spalle ………
…..un
ragazzo dai colori del tramonto che scendeva delle scale per incontrarsi
con il proprio sogno d’ amore ………
e poi
solo due ombre che ogni notte salivano insieme nel loro mondo, lasciando
fuori ogni altra cosa , persino la notte stessa che ormai persa per loro
due lasciava loro il proprio manto per adornarli e proteggerli………………………….
……….tutto questo a lungo, anche ora ……………
….ancora ………………………
Stesi
e abbracciati sotto le lenzuola calde e umide dei loro corpi , le labbra
unite , le mani intrecciate , i capelli che si sfioravano , il rumore dei
loro cuori che si univano solo dopo che lo avevano fatto i loro
corpi………………….
Nel
silenzio di una di quelle mattine , sentirono passare sopra di loro qualcosa
di leggero e infinitamente grande , qualcosa d’ importante , di unico e
infinito , qualcosa che li guardava dolcemente , rimanendo con loro per
tutto il tempo che avrebbero passato insieme nei giorni, nei mesi , negli
anni ……………………….
…qualcosa dalla leggera consistenza di petali di farfalla su uno stelo di
ghiaccio …………………….
…qualcosa che aperti i propri occhi sempre chiusi , grandi come il mondo e
infiniti come lo spazio, ora li guardava sorridendo ……………..
…….felicità……………………………….
………………
…..
..
‘mi
avete presa finalmente …….quanto mi avete fatto attendere……….’
Fine
*pregiato champagne francese.
**
Come
avete potuto comprendere tra gli asterischi ci sono i pensieri in prima
persona di Hana mentre quando mi riferisco a Ru almeno fin quasi alla fine
uso sempre <lui>, quindi quando si trova nel testo un ‘lui’ non specificato
sto parlando di Ede perché se invece parlo di Hana lo specifico in altro
modo.
E
così è finita anche Incontri ……è sempre triste dover lasciare una storia
…………….
…….Incontri era un po’ come un sogno più che una storia …………..era un mondo
veramente alternativo ……….
….che
io adoro immaginare caldo e dolce………….un mondo strano ………………….onirico e
piccolo,come una sfera……
…questa storia è stata un po’ un mio vezzo………….un capriccio ………
…..e
scriverla è stato difficile ……l’ ho letta e riletta ………a lungo ……………….
ed
ora che ho scritto la parola fine penso sia completa ……………………………………………………….
Come
promesso la dedico tutta a Ila………
…è il
suo regalo …………………………………..è sua……………………………..
come
lo sono stati i suoi pensieri per me ………………….
Baci
a Naika , Elyxyz , Saya , Kira,Hymeko le saluto e ringrazio………..le loro
mail sono state come perle preziose per me ……….
Grazie davvero.
Mel
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