Incomprensibile ti amo

di Akuma-chan

- Capitolo 3°- Senza ragione -

Solo quando arrivammo nella hall mi chiesi se Rosemarie fosse ancora nel nostro alloggio. Una sensazione di timore m’invase. No, non era timore era fastidio. Non volevo rivederla, stavo bene con Louis e nessun’altra persona intorno anche se non riuscivo ad interpretare il suo gesto, i suoi pensieri e le sue parole. Voleva partecipare al mio gioco. Il gioco dell’amore che provavo verso di lui. L’aveva capito. Non era da biasimare, dopo il bacio.

- Lei è ancora...- feci cadere la frase a metà, sicuro che il mio compagno avesse capito a chi e a cosa mi stavo riferendo. Scosse la testa.

- Le ho detto di andarsene. Così ha fatto.- freddo. Distaccato e conciso. La risposta di Louis mi arrivò come un avvertimento a lasciarlo in pace. Mi stupii. Perché ora si comportava così? Cosa gli avevo fatto?... beh, lo avevo baciato! Era una scusa che non stava in piedi... e poi mi aveva baciato anche lui. Non riuscivo a capire più nulla. Forse stavo sognando e mi sarei svegliato tra poco con Louis che tentava di farmi tornare alla realtà dicendomi che era tornato con il sushi. Sospirai pesantemente. Avevo pianto. Mi ero vergognato e ora la voglia di scappare si era fatta ancora più forte. Perché Louis non mi guardava più in faccia? Perché saliva le scale con quel ritmo insopportabilmente monotono e non si voltava verso di me? Rose se n’era andata e ora? Cosa ci saremmo detti una volta in camera? Volevo chiarire. Solo questo. La sensazione di disagio che provavo non mi era mai passata attraverso l’animo e stavo male.

Napoleon aprì la stanza con la chiave. Entrai. Lui richiuse con due mandate e lanciò quel piccolo oggetto di metallo nel portacenere vuoto sul cassettone. Canestro. Si stiracchiò ed entrò in bagno. Seguii tutti i suoi movimenti, fece come se io non ci fossi e infilò la porta del bagno il più velocemente possibile. Ora potevo sentire l’acqua corrente del lavandino scorrere sul freddo metallo. Deglutii e chiusi gli occhi, lasciandomi cadere sul letto dove poche ore prima pensavo allo stesso ragazzo che se ne stava chiuso in bagno a strofinarsi la faccia con l’acqua gelida. Mi resi conto solo in quel momento che i miei sentimenti erano talmente forti da non sopportare nemmeno la distanza di pochi metri. Lo volevo vicino. Sentire di nuovo il calore del suo abbraccio. Baciarlo.

Uscì dal bagno con un asciugamano sulle spalle, non mi guardò negli occhi, si sdraiò sul suo letto chiudendo i suoi. Silenzio. Mi voltai verso di lui e lo chiamai con voce flebile. Mi udì ugualmente e voltò il capo permettendomi di guardare nei suoi occhi. E ora? Dovevo parlare. L’unica cosa che potei fare era chiedergli scusa. Per il bacio, per aver agitato in lui chissà quali sentimenti... per tutto.

- Mi dispiace.- Silenzio. Solo dopo pochi istanti Louis mi rispose.

- Non fa niente.- Classico. Non importa, non fa niente, non ti preoccupare. E invece io stavo morendo dall’impazienza di sapere perché mi aveva baciato anche lui, perché si stava comportando in quel modo... ma rimasi lì, disteso su quel letto a fissare i suoi occhi.

- Mi piaci.- le uniche parole che fui in grado di dire. Finalmente gliel’avevo detto. Ora lo sapeva... beh, forse l’aveva intuito già da prima però volevo essere io con la mia voce a farglielo sapere e non con mezze frasi, gesti inutili e baci rubati.

- Lo so.- mi rispose. Sorrisi. Non so il motivo preciso ma sentii l’impulso di sorridergli. Mi piaceva davvero tanto. Louis. Si alzò e lasciò l’asciugamano sul suo letto, venendosi a sdraiare sopra di me, senza una parola. Sentivo il suo corpo, tutto il suo calore estendersi in ogni parte del mio essere. Le mie braccia furono subito sulle sue spalle e le strinsi forte al mio petto.

- Louis...- chiamai il suo nome come in preda ad una sensazione di eccitamento estremo. Lui mi baciò il collo e si strinse a me, in silenzio.

- Ehi, El Cid...- sentii il suo respiro sulla mia spalla. Mi voltai verso di lui - Mi piaci.- concluse e poi le sue labbra furono di nuovo sulla mia bocca. Sentivo le sue braccia passarmi sotto la schiena e stringermi forte. Aprii lentamente la bocca, volevo sentire il suo sapore, il sapore di quel ragazzo scontroso e violento ma allo stesso tempo dolce e capace di sorridere tanto sinceramente di cui mi ero disperatamente innamorato. Acconsentì al mio invito e anche lui dischiuse le labbra, permettendomi di assaporare la sua lingua, mentre mi aggrappavo alla sua maglietta sulla schiena, tenendo i pugni chiusi e desiderando di levargliela. Che strano... per una volta che Louis portava la maglietta, smaniavo di strappargliela per vedere quei pettorali perfetti...

Sentivo ancora la sua lingua lambirmi il labbro inferiore e poi passare ad accarezzare la mia. Mi sentivo scoppiare, stava giocando con me come se fossi una bambola, prima farmi piangere, poi provare quella sensazione di disagio e infine fare crescere in me l’eccitazione con un bacio... un altro bacio. Era magnifico... quel sentimento, quella situazione, Louis... tutto quanto era splendido in quel momento. Non avevo mai provato una sensazione tanto forte per nessuno. Forse dovevo solo tirarmi un pizzicotto per svegliarmi ma il piacere corporale era troppo forte per essere scambiato per un’illusione. Il mio terzo bacio. Gli avevo regalato il primo poche ore prima, ma questo lui non lo sapeva... come poteva sapere che non avevo mai baciato nessuno? E che volevo solo le sue labbra, sempre e solo le sue labbra...

Quando ci discostammo aprii gli occhi e scrutai nei suoi.

- Stai giocando solo tu.- sussurrai.

- Mh...?- fece Louis stranito.

- Perché ti comporti così?- gli chiesi quasi al limite. Lui mi sorrise e si sdraiò accanto a me, sulla schiena.

-  Perché mi diverto a farti impazzire.- sorrise. Rimasi senza parole. Allora... lo sapeva fin dall’inizio...

- L’avevo capito, non sono mica così stupido!- continuò con il suo sorrisetto sulle labbra. Per la prima volta trovai quel sorriso arrogante molto attraente, era meraviglioso starlo a guardare mentre dalla sua bocca uscivano suoni dolci, sfiorandogli le labbra. E stava parlando a me, proprio a me, dei suoi sentimenti. Rimasi ad ascoltarlo - Mi sembrava un po’ strano che un ragazzo mi fissasse in quel modo quando giravo senza maglietta... come facevi tu... forse non te ne rendevi nemmeno conto.-

- In effetti no...- cercai di sembrare il meno stupito possibile e non scoppiare a ridere del mio imbarazzo.

- Beh, ad ogni modo...- si voltò appoggiando il mento sulla mia spalla -...mi sono divertito a farti diventare matto... -

Curvai la bocca facendo il finto arrabbiato. Già, perché infondo mi ero divertito anch’io... e molto. Avrei dovuto tirargli tanti di quei pugni per avermi fatto sentire alla stregua di uno zerbino... però non era stato poi così male... oddio forse stavo diventando anche masochista... però provare quelle sensazioni aveva contribuito a farmi crescere un po’, a farmi comprendere meglio il sentimento che provavo verso quel ragazzo che mi sorrideva compiaciuto e attendeva, forse, una risposta. Ma io risi, risi di cuore.

- Forse ho esagerato...- disse Louis lasciandosi trasportare dalle mie risa -... sei diventato matto sul serio!-

Continuai a ridere seguito dal mio compagno, accidenti e pensare che solo mezz’ora prima stavo piangendo come uno stupido! Era così bello però stare sullo stesso letto, così vicini e provare certe sensazioni tanto piacevoli... l’aveva capito, già da molto prima. E io che tentavo di nasconderlo in tutti i modi. E gli piacevo. Strano quel ragazzo, davvero strano. Ma era proprio da lui comportarsi in quel modo. Lo sapevo. Con ogni cosa che amava, anche con il calcio, scherzava, giocava e poi però... quando era sul punto di perderlo si scopriva e dava tutto sé stesso. E ora non potevo credere che stesse succedendo anche a me. A poco a poco il mio sorriso si attenuò e afferrai senza delicatezza Louis, tirando il suo corpo su di me, di nuovo.

- Louis... sei stato cattivo...- sussurrai al suo orecchio. Lui si rilassò, appoggiandosi meglio su di me.

- Ah, sì?- rispose con lo stesso tono suadente.

- Sì, monsieur Napoleon... e stavolta non la passi liscia.-

Louis rimase in attesa di una risposta, ma non volli dargli questa soddisfazione, anche perché non ero nemmeno sicuro di cosa dovevo fare a questo punto.

- Mi vuoi punire?- ridacchiò facendomi il solletico all’orecchio. Risi divertito.

- Mh... può darsi.- smisi all’istante di ridere, sentendo che una delle sue gambe si era insinuata tra le mie, e lui si stava alzando, di modo da poter fissare di nuovo i miei occhi.

- É da tanto che dura questa... cosa?- mi chiese. Ci misi poco a capire a cosa si stesse riferendo.

- Mmh...- pensai - ...da quando ti ho visto.-

Louis curvò le labbra da una parte in un sorrisetto malizioso, poi mi baciò affondando una mano tra i miei capelli.

- Mh... Louis...?-

- Che c’è?-

- Ti amo.- le parole che gli avevo appena rivolto riassumevano perfettamente i miei sentimenti. Lo amavo. Lo amavo davvero tanto. E quella dolce tortura a cui mi aveva sottoposto fino a quel momento aveva fatto nascere tutto questo. Era la prova che i miei sentimenti erano venuti in superficie velocemente... se Louis non si fosse comportato così, chissà quando avrei scoperto di essermi innamorato veramente di lui?

Mi guardò come se non se l’aspettasse. I suoi occhi erano colmi di una nuova emozione che non gli avevo mai visto.

- Pierre...- mormorò il mio nome come se avesse paura di rovinarlo. Gli accarezzai i capelli e poi una guancia -...vuoi... vuoi fare l’amore con me?-

Non fui sorpreso. O per lo meno il mio viso rimase rilassato e calmo, mentre il mio cuore aveva cominciato a battere a mille. Fare l’amore... non ci avevo pensato... non in quel modo frenetico che avevo in testa... eppure mi era capitato di volerlo... con Louis... solo con Louis.

Annuii timidamente, ma con un sorriso provocante e infilai velocemente le mani sotto la sua maglia, accarezzandogli la pelle calda e morbida. Mi piaceva la dolcezza e il calore del suo corpo... mi piaceva da morire.

- Ah, aspetta...- scattai a sedere. Louis schiuse gli occhi fissandomi preoccupato.

- Che... ho fatto qualcosa che...?- fece per chiedermi. Mi piaceva vederlo immerso in quello strano senso di colpa. Ce l’avrei lasciato per un po’ se la voglia di lui non si fosse impossessata completamente di me. Non dissi nulla, solo lo feci ridistendere sotto di me, levandogli la maglietta. Louis si stava ancora chiedendo cos’avessi in mente, mi guardava con un’aria da pecorella smarrita e devo ammettere che era la prima volta che gli vedevo quell’espressione di totale sottomissione. Sorrisi e mi sedetti sulle sue gambe.

- Questa è la tua punizione, monsieur Napoleon.-

Il viso del mio compagno si distese e mi lanciò uno sguardo malizioso, facendomi l’occhiolino.

- Oh... non essere tanto severo però, ok?-

- Non t’immagini neanche quanto sarò cattivo...- risposi tornando a riempirgli il collo di baci. Lo sentii sorridere.

- Beh, cercherò di resistere!-

Non gli diedi nemmeno il tempo di finire la frase che subito fui sulle sue labbra. Bellissime. Buonissime labbra. Mentre le sue dita s’insinuavano tra i miei capelli, la mia lingua accarezzava dolcemente la sua, la cercava ed esplorava lentamente la sua bocca. Spaziai con una mano sul suo petto nudo, potevo sentirgli il cuore battere forte sotto la carne e i capezzoli ormai turgidi. Gli morsi dolcemente il labbro inferiore, le sue mani mi accarezzavano il capo, cercando la mia bocca e abbrancando le ciocche ribelli che mi cadevano sul viso. Strinsi forte le sue spalle, volevo quasi penetrare dentro la sua schiena con le dita e premetti finché non gli sfuggì un gemito di piacere, ma non gli detti tregua; continuai a torturargli le labbra con la lingua e con piccoli morsi, lasciando scivolare di nuovo una delle sue gambe tra le mie, formando una specie di catena. Potei sentire la parte superiore del ginocchio rasentarmi l’inguine, provocandomi un brivido di eccitazione. Non avevo smesso un attimo di baciarlo e ora le mie dita erano scivolate lungo la sua schiena, fino sui glutei che ora mi riempivano le mani. Louis mi afferrò per il collo e, con una mossa decisa, la sua bocca e la mia furono una cosa sola, senza lasciar passare nemmeno uno spiraglio d’aria.

Era incredibile quanto mi stesse coinvolgendo quell’atto, sentivo tutti i nervi sull’attenti e il sangue correre freneticamente nelle vene. Le mie mani stavano ancora toccando con fame i glutei sodi e perfetti di Louis, spingendo il suo bacino verso il mio, finché la sua resistenza cedette e il suo corpo divenne mio, lasciandosi trasportare dal mio tocco.

Esaurito l’ossigeno, mi allontanai di poco dalle sue labbra, prendendo un lungo respiro. I miei pensieri erano annebbiati, avevo solo fame di Louis, che aveva ancora gli occhi chiusi e un delizioso rossore sul viso, ansando li riaprì piano e mi fissò riportando il respiro a livello normale.

- Forse ti... ho sottovalutato...- sussurrò sorridendo. Ricambiai il sorriso, ansimando a mia volta. Le sue mani mi accarezzarono il viso, poi scesero sul collo e lungo tutto il petto, fino a raggiungere l’estremità della mia maglia nera, levandomela con un gesto deciso e gettandola sul pavimento, non m’importava di dove fosse finita, solo ora che il mio petto nudo era a contatto con il suo, sentivo il calore accrescermi dentro. Pelle su pelle, carne su carne.

- Finalmente ti posso vedere anche io di nuovo senza maglietta!... beh, ne è valsa la pena!- il mio compagno rise, cingendo le braccia alla mia vita, mentre mi faceva prendere il suo posto sul letto, sfregò una guancia sui miei pettorali, come un bambino. Sorrisi. Quel contatto morbido e delicato mi fece sorridere di nuovo. Era dolce, Louis.

La mia schiena aderiva perfettamente al lenzuolo candido del mio letto, mentre il mio compagno si rialzava lentamente, cominciando a sfiorarmi il basso ventre con una mano e con la lingua a giocare con i miei capezzoli, facendomi sospirare di piacere. Si spostò più ingiù dopo pochi istanti e con facilità mi slacciò i pantaloni, levandomeli del tutto velocemente. Le mie mani erano ferme sulle sue spalle, ma ormai si era spinto troppo in basso perché potessi stringergliele con la forza di poco prima, senza contare che, sentendo l’elastico dei boxer abbassarsi sempre di più, i miei sensi erano ancora più inebetiti. Il tocco della sua bocca sul mio sesso mi fece trasalire. Cercavo disperatamente con le dita qualcosa a cui aggrapparmi, era come se mi girasse la testa, come se stessi per perdere i sensi. Mai provata una sensazione così intensa. Ad un tratto le sue mani si incrociarono alle mie, ed io strinsi, strinsi più forte che potei, perché la lingua di Louis stava tormentando il mio membro ormai eccitato ed eretto.

Ancora quella sensazione di vulnerabilità. Ero completamente nudo, sotto di lui. In quel momento Louis avrebbe potuto insultarmi o colpirmi a morte ma sicuramente non avrei reagito. Mi sentivo sicuro tra le sue braccia, così stranito da quell’eccitazione estrema, come se stessi per scoppiare da un momento all’altro; e gli premevo le mani. Le sue labbra, la sua lingua, era tutto così febbrilmente eccitante, se non mi avesse tenuto le mani avrei scoperto di tremare come una foglia tanta era l’eccitazione di cui mi nutriva Louis.

- ...No... Louis... aspetta...!- boccheggiai cercando di mettere insieme quelle tre semplici parole, che al momento mi riuscirono difficilissime da pronunciare. L’ultima cosa che volevo era venirgli in bocca, fortunatamente Louis lo capì.

Si spostò su di me con tutto il suo peso, baciandomi ancora e le mie mani che fino a pochi secondi prima cercavano le sue, ora bramavano intensamente di levargli i jeans quasi strappandoglieli di dosso, riuscii a sfilarglieli solo grazie al suo aiuto. Portai di nuovo le dita sui suoi glutei massaggiando dolcemente, potevo sentire la sua eccitazione anche se aveva ancora addosso i boxer. Le sue mani passavano dappertutto sul mio corpo, non riuscivano a stare ferme su uno stesso punto e non c’era muscolo che non fosse sensibile ed eccitato alle sue carezze impetuose. Prima che lo liberassi anche dall’indumento intimo, si mise a sedere, permettendomi di farlo, scoprendo la sua virilità con un gesto preciso. Si ributtò su di me, petto contro petto e lo abbracciai più forte che potei, mentre lo stimolo tra le mie gambe cominciava a non controllarsi più a contatto con il suo sesso.

Louis mi prese le spalle, invitandomi a girarmi. Ad un tratto una sensazione di dolore m’invase. Non era dolore fisico, solo il pensiero di quello che sarebbe successo poi mi faceva saltare il cuore in gola. Non volevo provare dolore. Ero praticamente immobile, mentre gli occhi di quel ragazzo mi fissavano con aria interrogativa.

- Qualcosa non va?- mi domandò semplicemente. Mi strinsi al suo petto come in cerca di protezione, volevo che mi abbracciasse, che circondasse il mio corpo con i muscoli delle sue braccia, che mi baciasse ancora, ma non volevo voltarmi... avevo paura.

- Non... non...- feci per cominciare, ma un gemito si fece largo nella mia gola. Non avrei pianto, non volevo farlo ancora, dargli l’impressione di essere uno senza spina dorsale. Io non piangevo mai così frequentemente e non mi sarebbe capitato ancora.

- Cerca di capire... io... non...- ripresi nutrendo speranza nella sua comprensione. Io non avevo mai fatto l’amore, e il pensiero m’intimoriva. Forse era anche perché non sapevo se Louis avesse già avuto esperienze con altri ragazzi... ero solo. Anche stando tra le sue braccia, avevo bisogno di una parola di sostegno, era incredibile quanto fossi vulnerabile in quel momento.

La stretta di Louis si fece più dolce e i suoi occhi verdi mi guardarono cambiando espressione.

- Ehi, non sono così maniaco!- rise baciandomi sul collo - Pierre...?- mi chiamò. Spostai i miei occhi sul suo sorriso e mi sentii riscaldare il cuore al solo udire quelle parole - Non ho nessuna fretta. Se non vuoi arrivare fino infondo non ti costringo di certo!- era bellissimo il suo sorriso e quando ripresi a baciarlo non potei fare a meno di stringerlo di nuovo a me, volevo farlo penetrare nel mio petto, nel mio cuore. Dalla sua bocca uscivano caldi respiri ancora rotti dall’eccitazione, fu allora che mi ricordai di quello che stavo facendo fino ad una manciata di secondi prima.

- Ehi...- gli baciai la fronte -...però non ho detto che non possiamo fare altro...- sorrisi. Alla vista del mio sorriso malizioso Louis non seppe resistere e si lasciò trasportare di nuovo dai miei tocchi, lasciandomi guidare. Gli passai un braccio sotto alla spalla e strinsi l’altra mia mano che lo abbracciava forte, in una stretta di piacere. Louis portò una mano tra i nostri due membri, prima lentamente, poi con movimenti sempre più veloci iniziò a dare piacere anche a me. Sentivo un calore indescrivibile diffondersi in tutto il corpo e l’eccitazione tra le gambe crescere fino al culmine, fino a scoppiare. Esplodemmo insieme, con un gemito di piacere. Continuai a muovere il bacino verso il suo, feci in tempo a voltarmi per vedere Louis mordere il cuscino con gli occhi chiusi ed un’espressione di sopportazione massima che si era incrinata dalla sensibilità del suo sesso che si stava svuotando sul letto, tra le mie gambe.

Non riuscivo più a pensare, stringevo gli occhi e le mie braccia premevano sul corpo del mio compagno che a sua volta mi abbracciava con violenza.

 

- Mh... Louis...?- furono le prime parole che dissi quando mi svegliai. Avevo paura che quello della sera prima fosse stato tutto un sogno dato dalla stanchezza... un meraviglioso sogno. Ero a letto. Da solo. Solo. Mi massaggiai gli occhi e mi alzai, rendendomi conto di essere nudo. Allora non avevo sognato! Mi sfuggì un sorriso. Raccolsi i boxer e me li infilai velocemente, guardandomi intorno. E Louis? Dov’era? I suoi vestiti per terra non c’erano più. Cominciai a preoccuparmi... beh forse era uscito per... per?... Che idiota! Non avevo pensato che potesse essere in bagno, così mi avvicinai alla porta e potei sentire lo scroscio dell’acqua della doccia. Davvero stupido... ero entrato nel panico non vedendolo lì vicino a me, senza pensare che stava solo a pochi metri di distanza!

Bussai. Nessuna risposta. Probabilmente non aveva sentito. Bussai nuovamente, un po’ più forte. Non rispose nemmeno stavolta, così decisi di entrare. Aprii lentamente la porta e la richiusi con altrettanta dolcezza dietro di me. Potei vedere il corpo perfetto di Louis dietro la tenda bianca trasparente, mi dava la schiena e si massaggiava le spalle. Lo scroscio dell’acqua bollente provocava un gran rumore e un gran vapore. Sorrisi e scostai la tenda, togliendomi di nuovo i boxer, che avevo utilizzato molto poco quella mattina. M’infilai senza un rumore nella doccia e ora che potevo vedere chiaramente i muscoli della schiena del mio compagno, salì in me una strana sensazione... la stessa della sera prima. Mentre il getto caldo dell’acqua cominciava a bagnarmi i capelli e a farli aderire alla pelle, mi avvicinai di un passo e gli cinsi la vita con le mani, appoggiando il capo alla sua schiena. Lo sentii sobbalzare, poi più nulla, solo mi prese le mani tra le sue e rimanemmo lì per qualche istante, cullati dal dolce tepore dell’acqua.

- Buongiorno...- sussurrai.

- Ciao...- mi rispose con voce dolce. Era così bello sentirlo di nuovo parlare, mi era mancata la sua voce. Si voltò e mi scostò i capelli bagnati dal viso, guadandomi come se fossi una specie di divinità. Arrossii. Perché mi guardava in quel modo? Riuscii a sorridergli, ma in imbarazzo com’ero abbassai subito lo sguardo.

Louis mi accarezzò il mento, alzandomelo in modo da poter raggiungere le mie labbra. Quel contatto bagnato era stupendo. Le mie mani scivolavano sulle spalle, sulla pelle del mio compagno come se fosse seta, mi strinsi a lui di nuovo, petto contro petto.

- Sei bellissimo.- mi disse. Arrossii ancora di più, solo che lui non poté vedermi, eravamo abbracciati. E poi all’udire quelle parole caddi in preda a quella sensazione di calma e dolcezza che sapeva infondermi tanta mitezza, tutta quella di cui avevo bisogno. Incredibile che lui, il tanto orgoglioso Napoleon, mi avesse appena rivolto quelle parole...

 

Sfregai l’asciugamano sui capelli e mi misi a sedere sul letto, tutto intento ad asciugarmeli.

- Ehi?- feci ad un tratto, spostando la salvietta sulle spalle e fissando Louis, la cui attenzione era rivolta nel cercare una maglietta nel fondo di un cassetto.

- Mh?- mi rispose voltandosi. Lo guardai con attenzione, poi sorrisi.

- Noi due... stiamo insieme, vero?-

Louis ricambiò al mio sorriso.

- Tu lo vorresti?-

Stavo per rispondergli con un assoluto SI, quando aggrottai le sopracciglia.

- Senti un po’, sono io che faccio le domande! Allora...?-

Il mio compagno mi venne vicino.

- Tu credi che io faccia certe cose senza essere sicuro dei miei sentimenti?-

- Certe cose... cosa?-

- Ma quello che abbiamo fatto ieri sera.- mi scompigliò i capelli ancora leggermente bagnati.

- Sì, beh... cioè no... insomma... ma questo che c’entra? La domanda era un’altra!- protestai.

- C’entra perché se non fossi sicuro di amarti, ora non ti chiederei di diventare il mio ragazzo.-

La mia espressione si fece incredula.

- Cos...? ...Tu sei troppo complicato.- conclusi. Louis sorrise.

- Allora?-

- Allora l’avevo detto prima io!- risposi.

- Ok, come vuoi. Da questo momento tu hai pieni poteri su di me!- ridacchiò affondando le mani nelle tasche posteriori dei jeans.

- Scemo!- gli tirai l’asciugamano - Anche se devo dire che la prospettiva è molto interessante!-

- Lo so... sono irresistibile!-

- Ma piantala! Casomai quello sono io!- lo tirai verso di me e gli baciai la fronte.

- Louis...?-

- Sì, mi chiamo così.- rise. Gli portai le mani sulle spalle, mentre lui si chinava verso di me, ancora seduto sul suo letto.

- Tu sei... già stato con qualcuno?- gli domandai mentre era impegnato a sorridere. Non si scompose, e come sempre mi rispose con un’altra domanda.

- Tu che pensi?-

- Che sei esasperante.- gli feci una smorfia, come un bambino. Mentre stavo abbassando lo sguardo quella risposta mi arrivò.

- No.- sollevai la testa di scatto, e mi ritrovai nei suoi occhi. - E tu?- mi chiese dopo un po’.

- Tu che pensi?- sorrisi malizioso. Louis mi abbracciò.

- Che sei un copione!-

Era stato facile, beh, stavamo insieme, no? Ora basta preoccuparmi di tutto. Sono felice. Grazie a Louis i miei sogni si sono realizzati.

 

Eravamo seduti di nuovo ad una terrazza di un caffè e l’unica cosa che mi veniva da fare era sorridere. Lui mi guardò con aria sospettosa mentre si stiracchiava. Era passata un’altra settimana e l’estate era quasi terminata.

- Che c’è?- mi chiese tornando ad appoggiare i gomiti sul tavolo. Scossi la testa.

- Ti guardavo.-

- Me ne sono accorto...- rise. Era bellissimo quando rideva, socchiudeva gli occhi verdi e si lasciava andare ad un sorriso dolce ma divertito.

- Ah... godiamoci gli ultimi istanti di libertà, tra meno di dieci giorni ricomincia tutto!- sospirai. Mi parve che il viso del mio compagno si fosse tutt’un tratto irrigidito e lo sguardo si fosse fatto triste.

- Louis...? Tutto ok?- gli domandai preoccupato.

- Mh...? No... è che...- trasse un sospiro stanco. Ora potevo notare la preoccupazione nascere nei suoi occhi, la tristezza. Ma perché? Attesi che concludesse la frase, ma non arrivò più nessuna parola.

- Ehi,- cercai di tranquillizzarlo, o forse di tranquillizzare me stesso - c’è qualche problema?-

Lui sospirò e alzò lo sguardo verso di me.

- No, tutto a postissimo!- sorrise.

 

Strinsi forte gli occhi, immerso nei sogni. Ad un tratto mi svegliai di soprassalto e mi voltai verso di lui. Aveva gli occhi aperti. Mi dimenticai del sogno che avevo appena fatto, doveva essere un incubo, ma la mia memoria non mi permise di ricordarlo.

Sentivo la pelle del petto di Louis sotto la mia guancia, e mi strinsi a lui. Le sue mani s’insinuarono sotto il copriletto, fino a raggiungere le mie spalle, circondandole e rispondendo all’abbraccio.

- Dormi?- gli chiesi, anche sapendo che non era così.

- No.- rispose. Mi misi a sedere, c’era decisamente qualcosa che non andava, già da un paio di giorni. Lo vedevo freddo e distaccato e non mi piaceva per niente sentire quelle sensazioni di lontananza.

- Che c’è che non va?- gli domandai. Lui si voltò dall’altra parte.

- Niente. Insonnia.- tagliò corto. Mi sentii come se mi stessero pugnalando quando mi voltò le spalle. Lo presi per un braccio e lo costrinsi a voltarsi di nuovo.

- Louis... non è vero.-

- Lascia stare. Ho sonno.-

- Louis!- non mi accorsi di aver alzato la voce - Non voltarmi le spalle in questo modo!!-

Il mio compagno si alzò sugli avambracci.

- Pierre...- sussurrò. Potevo vedere il suo volto nella penombra e le sue braccia offrirmi un abbraccio. Un abbraccio che per la prima volta rifiutai.