Imprevisti
d’amore 2 -Semper
Fidelis- By elyxyz Adesso no, non voglio più difendermi,
I
hear your voice and all the darkness disappears.
I belong to you (Il ritmo
della passione), Eros feat. Anastacia Il vapore saliva in calde
volute verso il soffitto, mentre solo lo sciabordio dell’acqua smossa
rompeva l’idilliaco incanto del silenzio, nel bagno dei Prefetti. Miss Poppie li aveva tenuti
segregati in infermeria fino al tardo pomeriggio di quel giorno. Ma la forzata inattività
aveva reso Padfoot intrattabile. Rem sorrise indulgente e aprì l’ennesimo rubinetto, da cui fuoriuscivano bolle di sapone grosse quanto meloni, mentre un grosso bestione nero si divertiva a rincorrerle per tutta la grande stanza. La sirena bionda del ritratto li guardava curiosa, mentre i lunghi capelli le fluttuavano al vento. Quando Felpato tentò di morsicare una bolla saponata, questa gli esplose sul naso, facendolo starnutire in modo ridicolo. Remus scoppiò a ridere a quella scena, e decise che aveva sopportato a sufficienza il suo sfogo. “Su, Paddy.. vieni qua!” -lo richiamò, con il chiaro intento di stuzzicarlo.- “Biscottino, Paddy!!” Un lampo divertito attraversò le iridi scure del cane, prima che questi cominciasse ad ignorare il suo giochino, e si dirigesse di gran carriera verso il trampolino che sovrastava l’enorme vasca rettangolare. Solo troppo tardi, Rem comprese la reale portata del guaio. La palla di pelo s’immerse schizzando acqua e sapone ovunque. Quando Lunastorta riuscì a riaprire gli occhi, davanti a lui comparve il giovane Black, nuovamente umano, e chiaramente compiaciuto. “E’ l’ora del bagnetto, padrone?” scherzò il più alto dei due, accoccolandosi tra le ginocchia del compagno, la schiena contro il petto. “Anche.” Fu la replica, accompagnata da un leggero bacio sulla scapola. “Ho dimenticato in camera la mia paperella autoquaquereggiante..” frignò Padfoot, come un bambino a cui avevano sottratto un gioco. “Lascia stare.. tra poco non ti servirà..” fu la spiegazione suadente, e un sapiente massaggio alla base del collo. “Ma Honeymoon! Tu lo sai che senza.. ah! Pa-paperetta non riesco.. ah! a rilassarmi.. mhhh..” “Ah, no?” insinuò il biondo, i cui capelli bagnati erano diventati color cenere. Sir reclinò la testa in avanti, per permettere alle dita del compagno di scivolare meglio sulle prime vertebre cervicali.. “Hai delle mani di fata, parola mia!.. te l’ha mai detto nessuno, Honey?” Rem finse di pensarci un po’ su, e poi replicò: “No, non mi pare… non di recente, almeno..” “Bene, altrimenti avrei dovuto sopprimente il malcapitato.” Si risolvette, con un tono di voce fin troppo definitivo. Lunastorta si chiese se il suo ragazzo stesse scherzando.. ma la gelosia di un Black lasciava poco spazio a dubbi. E un Black.. beh, un Black non perdona mai. No? Nh.. faceva anche quello
parte dei loro imprevisti d’amore, dopotutto. “Vuoi fare a cambio?” s’offerse Felpato, ravvivandosi una lunga ciocca di capelli che gli era caduta sugl’occhi, facendogli il solletico. “Ancora due.. Ehi! Sirius.. cosa sono queste macchie rosse?” -chiese, sfiorando con l’indice destro la parte alta della scapola.- “Non le avevo notate, prima.” Il moretto si strinse nelle
spalle, come a dire che era una sciocchezza. “Con tutti i tagli che avevi? Potevano scambiarti per l’ultimo ricamo a punto croce di ‘Magicamente cucire’ di questo mese.. aveva altro a cui pensare, magari le sono sfuggite..” ipotizzò, abbastanza reticente, perché era raro che la medimaga si sbagliasse su qualcosa. Dopo averli rimproverati a dovere, infatti, li aveva visitati e curati molto meticolosamente, tuttavia.. A Remus qualcosa non tornava.. Sirius sospirò, rassegnato. Quando Moony sfoderava la modalità ‘mamma-chiocca’ non c’erano maghi che tenessero! “Ti prude?” s’interessò, clinico. “No.” “Ti pizzica?” insistette. No-o.” “Mph.. però sei arrossato..” constatò, secco. “Saranno state quelle dannate zanzare, l’altra sera, nel parco..” suppose Paddy, sparando un’ipotesi a caso. “Tendo ad escluderlo.. ce le avrei anche io..” “E se fosse un semplicissimo eritema o un po’ di efelidi??” chiese Sir, che aveva perso un po’ la pazienza. “E’ bene che dopo tu faccia un salto in astanteria..” Sirius si risollevò di scatto, all’improvviso: “IO NON HO NUL-” Ma una mano sul suo sedere lo
fece zittire all’istante. Black contorse il collo, quel tanto che gli era concesso, e intravide appena dei puntini scarlatti, mezza spanna sopra al suo coccige. “Sembrerebbero.. mh.. sì, sembrano proprio delle punture di pulce..” e il suo tono la diceva lunga: l’interesse medico aveva surclassato persino l’ansia della spiacevole novità. Il moro si scostò bruscamente di lato. “Ehi!! Io non ho le pulci!!” chiarì, offeso. Rem capì all’istante che da
quel versante non avrebbe raggiunto nulla. “Allora potrebbe essere un herpes magico.. qualche brutto scherzo.. magari qualcosa di infettivo..” e calcò con nonchalance sull’ultima parola. Il compagno sussultò,
registrando le implicazioni di quella frase. Paddy sgranò gli occhi,
improvvisamente sconsolato.
E difatti la risposta non si
fece attendere. Moony represse un sorriso di
vittoria. Felpato arrossì, sentendosi
molto sciocco, per essersi incaponito su un punto che stava così a cuore
al suo amore. “Possiamo ricominciare da dove avevamo interrotto?” propose, speranzoso. “Neanche per sogno!” – fu la secca rettifica, e il moro impallidì- “Magari sei allergico a me..” ci scherzò su Remus ammiccando, e tuttavia dirigendosi ai loro accappatoi, chiaro segno che –per quella sera- le loro effusioni erano finite. Un basso ringhiare palesava il disappunto di Padfoot, a cui non rimase altro che seguirlo fuori dall’acqua. **** Il vapore saliva in calde
volute verso il soffitto, mentre solo lo sciabordio dell’acqua smossa
rompeva l’idilliaco incanto del silenzio, nel bagno dei Prefetti. Sbuffando per il tedio,
controllò l’ora per l’ennesima volta. Da quando aveva scoperto quanto fosse più proficuo occupare quella vasca in due, gli riusciva difficile gustarsi appieno il bagno, e i confort che esso offriva. Accarezzò l’acqua davanti a
sé con pigrizia, disegnando una piccola spirale saponata. Lupin si volse curioso verso il nuovo arrivato: “Allora?” “Allora niente.” Fu la risposta evasiva. “Eh?” Sir non aggiunse altro. S’indirizzò verso il primo sgabello libero, e iniziò a spogliarsi con noncuranza. Remus attese che entrasse
nella vasca, prima di chiedere altri chiarimenti. “Sono tutto orecchi..” tagliò corto poi, allontanando un paio di mani vogliose. Paddy sbuffò, seccato, prima di indicarsi il collo e il fondoschiena: “Non c’è più nulla. Falso allarme! Madama Chips non vede niente di niente, contento?” Rem annuì, stranito. Ma Sirius non aveva terminato: “Ah, per inciso: tagliati le unghie.. è stato imbarazzante, direi.. dover accampare scuse su scuse per questi nuovi segni..” Moony sorrise. “Miss Poppie è vecchia, non scema.” Precisò Felpato, leccando le ferite del suo amor proprio. “Ne sono felice. Abbiamo appurato che godi di ottima salute..” concluse Lunastorta. “Allora adesso possiamo giocare?” domandò il moro, con gli occhi chiari che brillavano d’inconfondibile impazienza. “Certo. E’ un tuo diritto.” Concesse l’altro, mettendosi comodo contro il bordo liscio. “Merda!! Ho dimenticato anche stasera la mia paperella..” piagnucolò Padfoot, sconsolato. Rem s’allungò oltre il bordo della vasca, sino a prendere uno degli asciugamani diligentemente impilati a loro uso e consumo. Recitò sottovoce un incantesimo, e la salvietta si tramutò in un pollo di plastica. “Le lezioni di
Trasfigurazione Avanzata danno i loro frutti, eh?!” gongolò Sir, un attimo
prima di prendere le sembianze di Paddy e di andare a rincorrere il pollo
incantato che zampettava qua e là. Quando lo catturò, questi emise un suono gommoso di protesta, e ritornò ad essere il telo di spugna che era in origine. Felpato lo trascinò
orgoglioso verso Remus, come se fosse stato un valoroso trofeo. “Dannato sacco di pulci!” lo rimproverò Lunasorta, fintamente arrabbiato. Un “Woff!!” oltraggiato fu la
replica del cane che lo sovrastava, e una bavosa leccata alla mandibola,
rasata di fresco. Gli occhi di Remus apparvero
innaturalmente dilatati, lo sguardo remoto. Ogni volta, dopo la luna
piena, i ragazzi riassumevano a Rem cos’era successo, perché non si
ricordava quasi nulla.. ma lui non aveva avuto cuore a confessargli che
avevano quasi sfiorato la tragedia.. E poiché non c’era stato Peter, con
loro, a farsi scappare la verità, aveva raccontato una versione molto
scremata di quanto era accaduto, omettendo diversi particolari scomodi.. e
scherzando aveva detto che se l’era cavata alla grande anche da solo, e
che sarebbero giunti anche pleniluni ben peggiori. “Ti sarai confuso, Honey..” mentì. per il bene di entrambi. “Sì, può darsi.. sarebbe stato troppo pericoloso, in effetti..” conciliò il biondo, non del tutto convinto. “Ma posso rimediare ora!!” s’offrì Black per sviarlo e, senza attendere risposta, si rimutò in Felpato, scodinzolando giocoso. Un inutile “A cuccia!!”, poi Remus si rassegnò all’evento, abbracciandolo all’altezza del garrese, per trattenere la sua foga. “Cai! CAI!!” gagnolò il cane, sottraendosi dalla sua presa, e riprendendo sembianze umane. “Scusa, non volevo, non..” “Brucia!” guaì Sir, strofinandosi la mano dietro il collo. “Le macchie.. sono ricomparse.. e sembrano peggiorate..” verificò Rem di primo acchito, prendendo in mano la situazione. “Ma come..?” “Lasciami guardare..” insistette il biondo, andando tuttavia verso il mucchio dei propri vestiti, scrupolosamente ripiegati in un angolo della stanza. “Lumos fixa!” recitò, rivolgendo sulla parte dolente la bacchetta, improvvisamente irradiata di luce sulla punta. Sirius attendeva fremente il verdetto, trattenendosi a stento, per l’impazienza. “Ne sono certo, Sir, questi sono punture di pulci di Bavicula Vulgaria. Le abbiamo studiate 5 settimane fa a Cura delle Creature Magiche, capitolo 13 del libro ‘Parassiti di parassiti’ di Palmira Lapalma, al 4° paragrafo.. non ti ricordi?” Ma lo sguardo del moro
parlava da sé. Il licantropo lo zittì con
un’occhiata severa, riprendendo la spiegazione: “E io come me le sarei prese?!” la voce resa stridula dall’esasperazione. Lupin parve pensarci un attimo su, e poi chiedere: “L’altra sera, sei passato per l’orto di Hagrid?” “Sì, ma che c’entra?” “La scorsa settimana eravamo a lezione di Erbologia, nella 3ª serra.. hai presente?” –ma non attese risposta, perché il diniego era palese- “Hagrid ha chiesto alla Sprite un rimedio per le Lumache Carnivore che gli stavano infestando l’orto.. e noi eravamo lì vicino, e ci siamo chiesti cosa coltivasse di carnivoro.. nemmeno questo ricordi? Poi ci siamo detti che certe cose è meglio non saperle.. ad ogni modo, la professoressa gli ha spiegato che non aveva una cura pronta, e che avrebbe dovuto mandare un gufo ad un negozio a Notturn Alley, per farsela spedire..” “E quindi?” “E quindi tu ci sei passato in mezzo.. queste simpatiche signorine hanno visto un bel cagnone peloso e succoso, e hanno deciso di assaggiarti un po’..” “E perché non si vedeva, prima?” “Ho una mia ipotesi, al
riguardo.. tu sei stato morso mentre eri Felpato.. e, da quello che so,
generalmente Sirius sospirò affranto. Come sempre, la ragionevolezza di Remus era ineccepibile, però.. “Fra un’ora inizia il mio turno di ronda di stasera; io adesso riordino la confusione che hai lasciato qua dentro, e intanto ti fai visitare, e poi torni a dirmi qualcosa.. ti aspetto qui.” Decise, risoluto. Black non osò ribattere, e
cominciò a rivestirsi mogio mogio. Sirius sorrise. Era tipico del suo Rem, riuscire a trovare una frase per tagliare la tensione, per rallegrargli la giornata, o per fargli tornare il buonumore.. **** Il vapore saliva in calde
volute verso il soffitto, mentre solo lo sciabordio dell’acqua smossa
rompeva l’idilliaco incanto del silenzio, nel bagno dei Prefetti. Con meticolosa puntigliosità, ripulì il pavimento inondato di acqua e schiuma, riassettò gli asciugamani puliti, cambiò l’acqua della vasca per il prossimo Prefetto in attesa, e con un energico ‘Gratta e Netta!’ aveva strofinato magicamente ogni mattonella –già immacolatamente candida di suo- fino a farla brillare di luce propria. Era così immerso nel suo
personale passatempo, che quasi non udì la porta cigolare alle sue
spalle. “Che cosa ti ha detto??” “Che hai un futuro come Medimago!” –scherzò il moro- “E che avevi ragione su tutta la linea..” confermò, a malincuore. Lupin non gioì alla
notizia. Sirius sbuffò, mezzo esasperato e mezzo avvilito: “Che mi metteranno in isolamento per una settimana almeno.. è molto infettivo.. ma la cosa è curabile, fastidiosa ma curabile, mi ha garantito Madama Chips.. e tu prenderai un intruglio di profilassi..” Rem annuì piano, non s’era reso conto d’aver trattenuto il respiro. “Sai la cosa peggiore, Honey? Che dopodomani sarà il nostro anniversario.. e noi non lo potremo festeggiare..” mugolò, depresso. “Guarda i lati positivi! Io già mi vedevo a spulciarti come fanno i macachi.. e poi ci rifaremo, vedrai..” “Con gli interessi?” s’informò Paddy, drizzando le orecchie. “Con gli interessi.” Concesse l’altro, accondiscendente. “Conterò le ore che mi separeranno da te..” recitò teatrale, mano sul cuore. Remus scoppiò a ridere,
finalmente più sereno. E bacio fu. **** Il vapore saliva in calde
volute verso il soffitto, mentre solo lo sciabordio dell’acqua smossa
rompeva l’idilliaco incanto del silenzio, nel bagno dei Prefetti. Dopo aver vagato come un’anima in pena per mezzo Castello, ed aver –stranamente- rimproverato due innocenti Tassorosso del 1° anno, aveva deciso di affogare il suo malumore in un lungo bagno. Ma ogni mattonella di quella stanza gli ricordava il suo Paddy, e le bravate che combinava lì dentro. …chissà cosa stava facendo il suo ragazzo…? Appoggiandosi indolente
nell’incavo della finestra, Sirius Black riprese a guardare la fitta
pioggia cadere incessante. Il tempo era uggioso come il suo umore. Il
vento sferzava inclemente le cime degli alberi della Foresta Proibita,
accompagnando la sua furia col suo ululato senza requie. Da quasi tre giorni era rinchiuso in quella cella di quarantena da 3x3 metri, e rischiava di diventare idrofobo sul serio: gli avevano sequestrato la sua bacchetta, (e non aveva ancora capito il perché); gli erano state vietate le visite di chiunque –fosse stato anche Merlino in persona- e l’unica faccia umana che incontrava era quella simpatica, vecchia strega di Madama Chips. C’era mancato poco che quella megera lo spedisse al San Mungo, ma il Preside era intervenuto con risolute scelte restrittive. -Con un po’ di macabra ironia, s’era convinto che
stare ad Azkaban non doveva essere poi così diverso dal soggiornare in
quella galera.- E così si erano fatti recapitare in tutta fretta un unguento speciale, da applicare sulle vescicole che –Miss Poppie ne era certa- sarebbero spuntate di lì a poco, al posto delle macchioline. Rabbrividì a quel pensiero.
Le sue chiappe ancora al vento, per l’ennesima volta. Sirius sospirò. Anche se
Honeymoon non l’aveva dato a vedere, lui lo conosceva bene; e avrebbe
avuto il suo bel daffare a convincere quel testone con la sindrome del
martire perenne, che non era stata colpa sua, se lui aveva deciso di
attraversare l’orto e di sfamare quelle povere sanguisughe.. e se poi era
finito lì dentro. Ma era solo un altro,
semplicissimo, imprevisto d’amore in cui erano incorsi da che erano
insieme. Sospirando stancamente,
lasciò che la testa si posasse sullo stipite di legno, la fronte contro il
vetro freddo. …Chissà cosa stava facendo Remus..? E un viso conosciuto, amato,
si stagliò nitido sul vetro davanti a lui, frattanto la mente correva a
ricordi piacevoli, che alleviassero la sua solitudine. Sirius passò oltre,
rievocando i pomeriggi sotto agli alberi, in riva al lago a far finta di
studiare, a guardare Amava quel ragazzo con tutto
se stesso. Un leggero “toc-toc” richiamò
Sir al presente, e per poco non cadde dalla soglia, per la sorpresa.
Adagiato elegantemente su un panno di velluto eburneo, un ciondolo d’argento aspettava di essere ammirato. Sir lo sfilò, realizzando che era legato ad uno spesso cordoncino nero. Lo avvicinò al viso, per vedere meglio l’immagine raffigurata: il profilo nero di due animali, -due lupi? due cani?- sulla cima di una rupe, col muso rivolto alla luna, sullo sfondo. Con dita tremanti, rovesciò il medaglione, su cui vi era inciso: Al
mio Pulcioso, Semper
Fidelis.
R.J.L. Accarezzò quasi con devozione
ogni lettera intarsiata, mentre uno strano groppo gli si formava in
gola. Facendo scattare il fermaglio magico, lo indossò; poi si avviò verso lo specchio per vedere la propria immagine e scoppiò a ridere. Il suo piccolo
demonietto! E Sirius sorrise.
**** Il vapore saliva in calde
volute verso il soffitto, mentre solo lo sciabordio dell’acqua smossa
rompeva l’idilliaco incanto del silenzio, nel bagno dei Prefetti. Chiusa l’anta di vetro, si sedette su uno degli sgabelli liberi, riconoscendo la calligrafia minuta e regolare dell’uomo che amava. Mr.
Remus John Lupin Sperava di cuore che il dono,
che aveva scelto per lui, fosse stato gradito. “Tre
fiammiferi accesi uno per uno nella notte ...Finché
non ti stringerò tra le braccia.” Gli occhi di Remus si
dilatarono d’incredulità. Lesse e rilesse lo stralcio
un’infinità di volte, ma non riusciva a capacitarsi di come Paddy fosse
riuscito a ricordarlo. E sorrise. Col cuore colmo di
qualcosa che non si poteva nominare, senza sciuparlo. No, non sarebbe stato mai più solo. -
Fine -
Disclaimers: Né la storia né i personaggi di Harry Potter sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Sirius è Felpato = Padfoot e Paddy ne è il diminutivo (intraducibile in italiano). Remus è Lunastorta = Moony, e Honeymoon. Severus Piton è chiamato anche Snivellus e Mocciosus.
Curiosità: La poesia riportata è di
Jacques Prévert. L’ultima frase, per correttezza, è la seguente: “Mentre ti stringo tra le braccia”.
Si ringrazia: La
Hennè Production per le correzioni e la pazienza. Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche. Chiunque desideri, può contattarmi al solito divano blue navy: il mio indirizzo è nella sezione ‘Indirizzi Autori’. Grazie (_ _) elyxyz
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