Impossibile dimenticare
Parte II
di Sonia
L'orologio a pendolo segnava le 10.00 am, quando il
segretario di Asami, entrò nell'ufficio del suo capo, portandogli le ultime notizie che gli aveva richiesto.
-Mister Asami, il signor Takaba Akihito è partito per Kyoto con il treno delle 07:50.
Asami seduto dietro la sua scrivania, annuì alle
parole del suo segretario senza alzare lo sguardo
dalle pratiche che aveva fra le mani.
-Voglio che lo seguiate con discrezione. Per quanto
riguarda l'altra cosa?
-Secondo le nostre fonti, il signor Feilon è tornato ad Hong Kong. Dobbiamo far controllare anche lui?
Asami si decise a guardare il suo segretario
-Credi che Feilon ci permetterà di farlo?' chiese infine con una punta di ironia involontaria 'piuttosto' iniziò cambiando discorso 'quell'uomo
politico a cui abbiamo donato la tessera del club
Sion?
-Si è presentato un paio di sere fa in compagnia di un
paio di giovani aspiranti attrici.
Asami sorrise -Bene. Voglio che comprenda che al Sion
è protetto da tutti i petegolezzi che possono
danneggiare la sua carriera politica. Ho bisogno di
ogni possibile alleato. Nel frattempo fai prendere
informazioni sui suoi vizi più segreti. Mi potranno
tornare sempre utili, nel caso un giorno non voglia
collaborare.
-Indagini discrete e scrupolose come sempre?
-Come sempre.Ora puoi andare.
-Si sir.
il segretario si inchinò ed uscì dall'ufficio.
Asami lasciò cadere sulla scrivania il fascicolo di
conti che stava controllando.
Feilon! Da quando era andato a riprendersi Takaba, non
aveva fatto che pensare a lui.
Era passati sette anni, ma era ancora un giovane uomo
affascinante. Eppure non era più il Feilon che lui
aveva conosciuto. Dietro quel viso delicato e triste
si nascondeva una volontà ferrea che prima non aveva
mai avuto. Il suo sguardo era diventato più cupo, le
sue azioni avevano la freddezza di un vero capo della
mafia cinese.
Il Feilon che aveva conosciuto lui, non avrebbe mai
rapito e violentato Takaba, non lo avrebbe mai
lasciato nudo in una gabbia come un animale su cui
infierire.
Quel cambiamento era a causa sua, Feilon si era
sentito tradito da quel giapponese a cui aveva
rilevato la parte più intima di sè.
L'unico che lo aveva visto piangere per la paura di perdere
il padre che amava, l'unico uomo a cui aveva ceduto
sotto quelle carezze intime e sensuali.
La morte di suo padre e di suo fratello, lo avevano
portato ad avere in eredità il nome di capo famiglia
di una delle più temute bande di tutta Hong Kong.
Asami si accese una sigaretta. Fu lui a chiamare
l'ambulanza quella notte in cui Feilon era stato
colpito all'altezza del cuore. L'unica cosa che sapeva
era che Feilon doveva vivere. Sapeva che sarebbe
diventato il suo peggiore nemico,ma Felion doveva
vivere...
Anche se questo non gli dava il diritto di strappargli
dalle mani ciò che era suo!
E questo lo riportava a Takaba. Adorava giocare con
lui, era come un gatto selvatico. Un gatto che lui era
deciso a domare ad ogni costo.
Adorava accarezzarlo fino a farlo arrossire in volto,
vedere la lotta che vi era in lui per non cedere ai
suoi desideri che si facevano sempre più urgenti sotto
i suoi baci e le sue carezze. E solo per i suoi baci e
le sue carezze.
Asami picchiettò le dita sopra la scrivania, non
poteva aspettare oltre, Takaba doveva comprendere che
non poteva scappare da lui, che in tutto il mondo non
vi era un posto che lo avrebbe protetto da lui...e dai
suoi desideri che si facevano sempre più incombenti.
Chiamò al citofono il suo segretario:
-Fai preparare la macchina. Andiamo a Kyoto.
-Avevo già pensato a questa opportunità signore. In
quale dei vostri Hotel intendete alloggiare?
-Scegli tu. Non ha importanza.' rispose, chiudendo
subito dopo la comunicazione 'ora la cosa più
importante era andare a riprendersi il suo gatto
selvatico. Era stato Takaba a iniziare il gioco
andando a disturbare i suoi affari al Sion, e lui era
intenzionato a non fargli dimenticare che giocare
con il fuoco era pericoloso.
Un brivido di piacere lo percorse per tutto il corpo.
Quella notte stessa, Takaba doveva essere nel suo
letto.
Durante il viaggio in macchina, avrebbe avuto tutto il
tempo per trovare il modo di farcelo entrare, pensò
uscendo dal suo ufficio con un sorriso che spaventò
anche il segretario in attesa dei suoi ordini.
-fine seconda parte-
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