Impossibile dimenticare

parte I

di Sonia

 

Takaba, rientrò nel suo appartamento che l'alba faceva capolino sopra Tokyo.

Erano due settimane che lavorava senza sosta, due settimane che seguiva un'idol per il suo primo album fotografico.
Keika era veramente bellissima, due occhi da gattina innamorata, i capelli lunghi e neri e un corpo mozzafiato.
Cercò di sorridere, chissà quanto l'avrebbero invidiato i suoi amici quando avessero saputo che lui aveva avuto fra le mani il loro sogno.
Appoggiò lo zainetto con la macchina fotografica e i rullini sul tavolo, si sarebbe dovuto comprare una macchina digitale, ormai lo facevano moltissimi suoi colleghi, pensò mentre si spogliava per andare a rinfrescarsi.
Era incredibile come i pensieri non gli davano tregua in quelle settimane.
Pur di non pensare ad Asami, pur di non pensare a quelle mani che lo accarezzavano fino a farlo impazzire...Takaba rabbrividì, ecco che ci stava ricascando...ancora una volta la sua mente andava a quell'uomo che gli aveva rovinato la vita, pensò infilandosi sotto la doccia.

Il getto dell'acqua era tiepido. E il pensiero tornò ancora al passato, quando per la prima volta aveva incontrato Feilon..quando Asami era venuto a salvarlo da quel cinese dall'aspetto bellissimo. La mano a pugno chiuso picchiò duro contro le piastrelle decorate sul muro, basta! non era possibile tormentarsi così!
Erano settimane che accettava qualsiasi lavoro pur di allontanarsi da Tokyo, ma l'unica cosa positiva era solo il suo conto in banca che saliva, mentre il suo umore diventata sempre più nero.
Anche i suoi amici ultimamente lo stancavano, e andare a bere con loro era fuori discussione, o sarebbe finita come a capodanno, quando ubriaco si era ritrovato nel letto di Asami, senza sapere come ci era finito.
Uscì dalla doccia odiandosi a morte.
Aveva voglia di gridare alla sua mente di smetterla, di lasciarlo a stare, di lasciarlo riposare, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu di andare davanti alla finestra e guardare il sole che si stava alzando.
Ancora poche ore e sarebbe parito per Kyoto, dove l'aspettava un servizio fotografico per un matrimonio.

Un matrimonio che nel suo futuro non ci sarebbe mai stato. Ora che aveva conosciuto il potere della passione fra le braccia di Asami, ogni cosa gli sembrava così pallida e banale.
Aveva giurato a se stesso che ad Asami gli avrebbe concesso solo il suo corpo e mai il suo cuore, era l'unica cosa che riusciva a farlo soppravvivere a quel dolore continuo e nascosto che gli rifletteva solo una parola, Feilon.
Non era un'idiota, qualsiasi cosa ci fosse stata nel passato fra Asami e Feilon, era ancora li fra di loro. E lui era solo un disbrigo sessuale.
Sentì le guance rigarsi di una linfa calda che non riusciva a fermare, era ora di preparare il cambio e i rullini nuovi per il suo servizio fotografico, pensò con gli occhi appannati.

Poco meno di un'ora dopo, era sul treno che lo avrebbe portato a Kyoto.
Tokyo si stava allontanando, trovò la forza di sorridere, almeno per un paio di giorni, Asami sarebbe stato solo nel suo cuore.


-fine prima parte-


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