DEDICA: per Kieran, per
il suo compleanno. Lei sa già tutto. Ricorda che esisti, ricorda chi sei…
non dimenticarlo mai, tesoro.
NOTA2: leggetela al
buio, da soli, illuminati da solo una candela, così come è stata scritta.
Rende molto meglio l’atmosfera^^’’’’…
DISCLAIMERS: date a
Inoue ciò che è di Inoue, e a Tes ciò che è di Tes
RINGRAZIAMENTI: ad
Elfuccia per averla corretta, nonostante i casini col pc… un immenso grazie.
A Ca-chan e Lory, grazie
di esistere*_*!
A Ria, grazie per tutto
ciò che fa per noi^****^!!!
IMMORTAL
parte 4 di 5
di Tesla
In tv trasmettono una
rivisitazione di un jingle degli anni '70 fatto dai Muppets. Un pupazzo blu
continua a cantare " Manà Manà"; ai lati, due specie di struzzi di pelouche
aggiungono in coro: "tutuuu-tururu". E ancora. E ancora.
A un minuto esatto
dall'inizio, Hana si accorge che sta canticchiando il motivetto ad alta
voce, divertito.
Dopo un paio di minuti
è terrorizzato, non riesce a toglierselo dalla testa.
' La maledizione del
manà manà' pensa, e scoppia a ridere divertito. Il piccolo Rei si
sistema meglio contro un cuscino. Gli mostra un sorriso timido.
(Ieri non era così,
sorrideva apertamente, senza paure)
Hanamichi allunga una
mano e gli scompiglia i capelli. Il bimbo lo guarda un po' sorpreso.
-
Non litigate più. Per favore- dice a voce bassa.
Sakuragi trattiene il
fiato, turbato.
(non litigate più.
Per favore)
Ricorda quando a dire
quelle parole era lui, alla mamma, a papà, due anni prima del divorzio.
Non litigate, non
urlate.
Perché alla fine sono
sempre i più piccoli a soffrire veramente.
Accumulano le lacrime.
Sopprimono il dolore.
Lo sa bene, lui. Lo sa
benissimo.
Sforza un sorriso e fa
cenno di sì con la testa.
-
Non litigheremo più.
Il bambino si rilassa e
ricambia il sorriso. Torna a guardare la tv, come se niente fosse successo.
(non litigate più)
Già, l'avevi scordato,
ma hai fatto male. Ora sei adulto anche tu…e devi proteggere il piccolo Rei.
Con tutte le tue forze.
***
Circa mezz'ora dopo
Kaede esce dalla camera da letto, i capelli ancora umidi seminano sottili
scie lungo il collo. Scaccia indietro le ciocche che gli ricadono sugli
occhi, senza un fiato va in cucina e mette su il bollitore per preparare un
thè. Lo sguardo di Hanamichi ricade prima sulla chioma castana di Rei, poi
sulla schiena di Rukawa.
(non litigate più.
Per favore)
Ricorda i singhiozzi
disperati sotto il getto della doccia.
Un nodo di nausea e
colpevolezza gli stringe la bocca dello stomaco.
'Ma non è giusto, il
torto è stato fatto a me…'
La sensazione rimane.
Il cuore accelera
rapido i battiti quando si alza e raggiunge lentamente Kaede, che fissa il
bollitore e continua a voltagli le spalle. Non dà segno di essersi accorto
della sua presenza.
Sakuragi apre la bocca
per parlare.
La richiude.
Non sa cosa dire. Non
ha il coraggio di trovare le parole giuste, di parlare con lui…indietreggia
di un passo sconfitto. Rei se ne accorge.
-
Manà manà!- attacca a cantare.
Hanamichi intona di
riflesso:
-
Tutuuuuuuu-tururu!
Quando si accorge di
ciò che ha fatto, si schiaffa una mano sulla bocca, rosso in viso.
Le spalle di Kaede
sussultano lievemente. Dopo qualche istante, si accorge che sta ridacchiando
in silenzio.
Sorride, sollevato.
(ma perché?)
La cortina di gelo
impacciato che sentiva è sfumata con quel ridacchiare trattenuto. Il cuore
continua a battergli forte in petto.
-
Rukawa?- chiama, e la sua voce trema un pochino. Kaede si gira e la
maschera glaciale è scostata in parte. Inarca un sopracciglio con aria
fredda, ma non riesce a nascondere del tutto il nervosismo.
-
Che vuoi?
Già, che vuoi,
Hanamichi?
Cosa hai da dirgli?
Vuoi scusarti?
Dire che ti dispiace?
Ma è vero?
Veramente?
Il torto è stato fatto
a te, perché devi essere tu a …
'Sshhhh, ora basta.
Lo devo fare'.
(non litigate)
'Non lo farò più'.
-
Mi dispiace- dice, ed è ben misera cosa fra tutte quelle che avrebbe
potuto dire… Ma Kaede storce in su un angolo della bocca e annuisce piano
col capo.
-
Va bene, do'aho, va bene- bisbiglia. Ci ripensa qualche attimo, poi
aggiunge un - Grazie.
Hanamichi fa spallucce
e abbassa lo sguardo, turbato. Il modo intimo con cui lo tratta Rukawa lo
mette a disagio, ma si trattiene, non si scosta.
Non ha bisogno di
scappare, ora. Solo di capire. Chi è, chi sono. Cosa è successo in questi
tredici anni di assenza mentale. Kaede è l'unico appiglio che ha, l'unico
che sa, che può completare il puzzle praticamente inutile nella sua testa.
Perso nei suoi
pensieri, non si accorge di Ru, che prende delicatamente la sua testa rossa
e la avvicinano alla propria.
' Vuole baciarmi!'
pensa shockato e si irrigidisce di colpo, strizza gli occhi… ma il contatto
non arriva sulle labbra, ma sulla attaccatura dei capelli: Kaede ha
appoggiato la fronte alla sua, gli occhi chiusi.
-
Risolveremo tutto.
Lo trattiene un altro
secondo, poi lo lascia andare. Quando incrocia il suo sguardo, Sakuragi
viene invaso da una gran voglia di piangere. Si morde la lingua, la ricaccia
indietro con stizza d'orgoglio. Si è stancato di frignare. Ruakwa ha
ragione: risolveranno questa situazione assurda… e lui sa già da dove
cominciare.
-
Gli album, le foto. Mostrami tutte quelle che hai.
Kaede annuisce e gli
dice di accomodarsi in stanza da pranzo; dopo cinque minuti esce dalla
camera da letto con in braccio una pila di album e delle scatole di scarpe
scoperchiate, colme fino all'orlo di foto a colori e in bianco e nero. Nel
tragitto ne cadono un paio a terra; Kaede si ferma un attimo a fissarle,
Hanamichi si alza e corre rapido a raccoglierle.
Quella più grande
rappresenta un gruppo di ragazzi, con divisa da basket e non. Sul fronte
delle maglie c'è la scritta SHOHOKU, e un pensiero sfreccia nella sua testa
( È la scuola a cui
volevo iscrivermi!)
prima che il suo
sguardo si posi sui alcuni visi.
C'è l'Armata, lì in
mezzo, Yohei, Takamiya, Noma e Okusu, che tra indice e medio stringe il
collo di una bottiglia di plastica. Una fitta di nostalgia gli invade il
cuore, quelle facce da schiaffi gli mancano da morire. Tutta la situazione
sarebbe diversa, con loro al suo fianco.
Quando osserva i visi
dei ragazzi inginocchiati in prima fila, sussulta: c'è lui ragazzo, come si
ricorda fino al giorno prima… e una versione giovanile di Kaede.
Trattiene il respiro.
Rukawa, libero dagli
album, si avvicina e guarda la foto.
-
È stata scattata al campionato nazionale del 1992 - spiega, - subito
dopo la vittoria dello Shohoku. Abbiamo battuto la squadra numero uno del
Giappone. Il canestro che ci ha fatto vincere l'hai segnato tu.
Hanamichi osserva la
foto con un’impronta di meraviglia negli occhi. Kaede sorride mentalmente.
Riprende a parlare,
indicando un ragazzo enorme con capelli a spazzola e labbra carnose.
-
Questo è il capitano della squadra, Akagi. Lo chiamavi… lo chiamiamo
tutti, a dir la verità… "Gorilla".
Hanamichi ridacchia e
basta. Kaede ha aggiunto questa nota cercando una scintilla di
riconoscimento negli occhi nocciola. Non la scorge. Continua senza
scoraggiarsi.
Il suo dito si sposta
ad indicare un ragazzo moro con un sorriso strafottente sul viso.
-
Mitsui, seconda guardia, bravissimo nei tiri da tre. Lo chiamavi "Baciapiselli"…
Hanamichi registra
questa ultima notizia distrattamente. È concentrato più su una domanda che
porta con sé un mucchio di spiacevoli conseguenze: che diavolo sono i tiri
da tre? "Tre" cosa? Lui non sa assolutamente un tubo delle regole del
basket, di come si gioca… ed è un casino immenso, visto che ci vive, di
questo.
Kaede nota il suo
turbamento e sposta il dito, cercando di distrarlo.
Ora indica un ragazzo
basso con aria truce e capelli folti e mossi.
-
Miyaghi, il playmaker della squadra, e per un anno anche il capitano.
Hai particolarmente legato con lui… "Ryo-chin", o "Tappo"…- aggiunge
speranzoso. Anche questa volta nessun lampo di riconoscimento. Pazienza.
L'indice scorre e si
ferma un ragazzo dall'aria tranquilla con un paio di occhiali tondi. Prima
di parlare, nota Hana, riprende fiato, il respiro un po' affannato. Non deve
essere un tipo abituato a parlare molto, intuisce.
-
Kogure, vice-capitano. Lo chiamavi…
-
Quattrocchi- termina Hanamichi.
Kaede sussulta colpito
e un attimo dopo sorride, il primo sorriso riconoscibile.
-
ESATTO! Esatto, Hana, inizi a ricordare!- dice felice, ma Sakuragi
scuote la testa.
-
No, ho tirato a indovinare. È la prima cosa che ti viene in mente
guardando uno con gli occhiali, no?
Il sorriso di Kaede si
spegne, ma il tono della sua voce è fermo.
-
Forse sì. E forse no.
Fa cenno con la testa
di andare a sedersi al tavolo, dove li aspettano gli altri album. Quando
arriva alle sedie, si volta e si accorge che Hanamichi è ancora fermo allo
stesso punto. Sta riflettendo.
-
Rukawa?
-
Hn?
-
C'è il Gorilla, Baciapiselli, un Tappo e un Quattrocchi. Noi cosa
eravamo?
Kaede lo guarda.
-
Io ero la “ Volpe ".
Hanamichi sghignazza
all'immagine di Rukawa con orecchie e coda folta e pelosa.
-
Ed io un Genio.
Kaede scuote la testa
in segno di diniego.
-
Da che ti conosco, sei sempre stato il "Do'aho"…- dice, e si volta
verso il tavolo, con un scorcio del viso scandalizzato di Hanamichi come
sfondo.
Sakuragi rimane fermo
con aria imbambolata.
Lui... lui un do'aho?
Lui, che è il Tensai?
Fa per urlargli un
qualche insulto oltraggiato, e poi il suo sguardo cade sulla seconda foto,
più piccola. Sono loro due. Kaede gli cinge il busto alle sue spalle, lui ha
il viso e torso girato verso Ru; sono fronte a fronte, e hanno un'aria dolce
sul viso.
Il respiro gli si serra
in petto. Il cuore se ne va su di giri con un trotto impazzito.
Sono persi, persi nello
sguardo innamorato che si scambiano. Non amichevole, non affettuoso.
Innamorato.
Vede il modo in cui
Kaede stringe le braccia intorno al suo corpo, la tenerezza sul suo viso.
Non è questo che lo turba, si è già accorto dei sentimenti di Rukawa.
È l'Hanamichi della
foto che lo stupisce.
LUI è tenero, LUI è
innamorato.
Innamorato.
Dopo quarantanove
scaricamenti, innamorato…
… e c'è finalmente
qualcuno innamorato di lui, e tanto.
Deglutisce un boccone
d'aria secca, e si accorge di trattenere il respiro. Rilascia il fiato,
ancora sotto shock.
Alza lo sguardo dalla
foto a Rukawa, che, seduto lateralmente su una sedia, un braccio appoggiato
alla sommità dello schienale, l'altro sul tavolo, lo guarda incuriosito.
-
Che foto è?
Quando Hanamichi fa
spallucce e scuote la testa, aggiunge:
-
Girala, dovrebbe esserci scritto dietro.
La volta. Sul retro, in
stampatello serrato:
"1/1/04 CASA DI LISA, COMPLEANNO DI KAE "
Kae.
Kaede.
-
È il tuo compleanno, gennaio 2004… questo anno.
Un sorriso leggero
risale sulla bocca di Kaede al ricordo.
Un bel sorriso. Un
magnifico sorriso, ammette con se stesso e senza traccia di disgusto.
Chiunque lo ammetterebbe. Chiunque, persino lui.
Riabbassa lo sguardo
sul Rukawa della foto. Lo osserva bene, l'espressione serena spolverata
sulla faccia.
Un bel sorriso.
Oggettivamente
parlando, un bel ragazzo.
' Ed ha scelto me,
fra tutti' pensa stupito. 'ME'.
***
Le foto sono tante,
tantissime.
Scorrono lente in un
susseguirsi di colori, e corpi, e cieli, e sfondi. Kaede rimane vicino a
lui, gli porge le istantanee, parla di persone che conoscono, ricorda i nomi
dei posti dove sono andati. Spinge la sua coscienza fin oltre i limiti della
sua memoria, in cerca del particolare chiave capace di sbloccare la mente di
Hanamichi. Tredici anni di ricordi sono lì, da qualche parte, aspettano solo
di essere salvati, accarezzati. Rimessi in piedi.
Ha l'affanno e le
mascelle gli fanno male, la gola brucia. Non importa.
Continua.
Sotto l'ennesimo viso,
Hana fa cenno di no con la testa. No, non sa chi sia, dove l'ha incontrato,
come si chiama il lago sullo sfondo. Ogni tanto sghignazza e guarda ridendo
le foto dell'Armata, non più ragazzi ma uomini… Yohei con la sua prima
barba, Noma e Okusu insieme sulla neve, Takamiya con un pupetto in braccio.
' E io mi sono
perso tutto' pensa amareggiato.
Spuntano visi nuovi
della loro vita lì in America.
E ancora.
E ancora.
E ancora.
È come essere
protagonisti di uno spezzone di film particolarmente scenico, riflette
Rukawa, mandato indietro in continuazione. Ogni volta che torni sui tuoi
passi per ripetere un teatrino prestabilito, ti logori sempre di più. Finché
il tuo nastro si rompe.
Ma non loro.
Non adesso.
Questi tredici anni
esistono, Kaede lo sa, li ha vissuti. Basta solo aspettare… e avere fiducia
in Hanamichi, come sempre ha fatto.
Altro, teme, lui non
può fare.
È una sensazione… be',
strana. È lì, seduto in silenzio a guardare foto sconosciute come un
perfetto idiota, mentre Kaede snocciola a fatica tutte le informazioni che
riesce a ricordare. Passi l'imbarazzo, gli sono già capitate esperienze
simili con le amiche zitelle ultra ottantenni della mamma. La cosa
incongruente è che il protagonista della stragrande maggioranza delle foto è
lui.
Strano, sì.
Vede Hanamichi a
Parigi, Londra, Spagna, America; vede Hanamichi al mare e in montagna, a
casa o in palestra… ovunque Kaede voglia immortalarlo.
Strano, sì… perché non
riesce a riportare alla mente neanche un solo frammento di immagine. Un
senso marcio di frustrazione lo invade. Si mordicchia nervosamente l'interno
della guancia.
Nessun ricordo. Neanche
uno.
Tredici anni di memoria
brucati.
Anno 2004.
Anno 1991.
1991
1991…
La comprensione lo
colpisce all'improvviso, un pugno allo stomaco che gli strappa il fiato.
Non puoi cercare ciò
che non esiste.
Non puoi cercare le
ceneri di ciò che non è mai nato.
Nessun ricordo.
Neanche uno.
Perché non li ha
vissuti.
Tredici anni in
sessanta minuti, l'ora più lunga della sua vita.
Stringe le mani a pugno
sotto il tavolo. È così, è inutile. Non vuole continuare. Fa troppo male.
-
Per adesso finiamola qui- mormora spento, e allontana delicatamente
la foto che Rukawa gli sta mostrando. Nota distrattamente che i soggetti
sono lui e Kaede, ma non la degna di ulteriori sguardi. Basta, allontanatela
da lui.
Kae fa per protestare,
poi guarda il viso di Hanamichi, e chiude la bocca. Resiste. E ne è
sollevato, a dire il vero. Rivedere l'Hanamichi "sano e completo" di tutti
quegli anni passati insieme è stata una lenta tortura che lo ha corroso,
consumato.
Ma non tutto è perso.
Scompiglia i corti
capelli rossi di Sakuragi; Hana non si scosta, ma rimane voltato sulla
sedia, fissa il pavimento pensieroso.
Kaede accumula le
scatole e gli album in una pila ordinata e li posa nell'angolo opposto del
tavolo. Hanamichi ancora fermo, rimane in silenzio. Ru lo guarda e stira le
labbra. Sospira.
Dà un 'occhiata al suo
orologio da polso: sono le 17:00.
-
Tra poco dovrebbe passare Lisa- lo informa.
Sakuragi rialza di
scatto il viso, preoccupato… e curioso.
(geloso, Kae?)
-
Lisa?
-
Sì, Lisa. La madre di Rei. La ragazza bionda delle foto… l'hai vista,
ricordi? Passa a riprenderselo tra poco.
Hanamichi lo guarda
confuso.
-
Riprenderselo? Ma lui non è nostr- e si zittisce di colpo, rosso in
volto.
O mio dio, lo stava per
dire veramente?
(Lui non è nostro
figlio?)
Pensava…deve esserlo
per forza, vive con loro… ci pensa un attimo e si dà dell'idiota. La prima
volta che l'aveva visto, l'aveva salutato come 'Zio': quale figlio lo
farebbe con il proprio padre?
A meno che… a meno che
non abbiano nascosto la verità a Rei, e in realtà uno di loro due non sia…
-
DO'AHO!- lo rimprovera Kaede leggendogli il pensiero.
-
Ehi!
-
Rei è il figlio del tuo compagno di squadra, Hisae, il marito di
Lisa. Sta qui con noi quando può, così non scorda il Giapponese.
-
Ma vive qui!- si lamenta Sakuragi.
-
Lisa è passata a prenderlo ieri sera, tu già dormivi. Lo ha riportato
stamattina a mezzogiorno… e tu dormivi ancora…
Lo guarda un attimo,
poi aggiunge un :
-
Do'aho!
-
Senti, tu…- attacca offeso, ma Rukawa alza una mano e lo zittisce.
-
Dopo. Prima devo andare in bagno- e si dirige verso la porta lì
accanto, il bagno degli ospiti.
-
Che c'è, hai PAURA?- gli grida dietro Hana.
-
No, ma vedere troppo a lungo la tua faccia mi fa l'effetto di un
purgante- dice, e si chiude la porta alle spalle.
Gli occhi di Hanamichi
sporgono come due palline da basket da camera.
-
CHECCOSA????
In risposta ottiene
solo il fiero scroscio di urina nell'acqua della tazza. Bofonchia qualcosa
contro le Volpi deficienti.
Poi pensa una cosa, si
corregge. Le Volpi deficienti e sbadate .
Si avvicina alla porta,
inizia a sbattere i pugni sul legno:
BAM! BAM! BAM!
-
Ehi, Rukawa!!!
BAM!
Un tuffo. Qualcosa che
cade nella tazza del gabinetto. Non è urina.
Plop!.
-
Do'aho!- risponde, ma la voce è forzata.
'Mi sa che la Volpe
è impegnata in una operazione delicata'
pensa, e scoppia a ridere.
Plop! Plosh!
-
Ehi Ru, che stai combinando là dentro?- chiede con tono ingenuo, e
scoppia a ridere.
Plop!
-
Vai al diavolo, idiota!
-
Come? Non ho capito, ripeti più forte, sento un rumore di fondo..
Plop! Plosh plosh
plop!
Silenzio dall'uomo del
wc.
BAM BAM BAM!
-
D-ddddo'ahooooo- ringhia a bassa voce, si trascina l'ultima vocale
nello sforzo di spingere.
PLOP!
BAM! BAM!
-
Non ti sento… aspetta che ENTRO !
-
NO!
Hanamichi abbassa la
maniglia, la porta gira tranquilla come aveva previsto.
Volpe sbadata o
abitudinaria. Non ha chiuso a chiave.
Esattamente davanti a
lui, Kaede Rukawa siede sul cesso: pantaloni e mutande calati alle caviglie,
pene floscio, busto in avanti, avambracci sulle cosce, pugni strizzati. La
faccia rossa dallo sforzo.
Rimangono a fissarsi
sconvolti per un istante, rigidi .
Poi, lo stomaco del
moro cede:
PROOOOOOOOT!
Il viso di Kaede va a
fuoco.
Un attimo dopo,
Hanamichi scoppia a ridere indicandolo.
Scivola a terra,
aggrappato allo stipite, le guance coperte di lacrime, e ride, ride così
forte da scoppiargli la pancia.
-
DO'AHO, ESCI FUORI DA QUI!- urla imbarazzato Ru. Afferra la prima
cosa che gli capita in mano e gliela lancia.
Il rotolo di carta
igienica vola sopra Hanamichi finisce sul tavolo del salone.
Il rotolo di carta
igienica.
Il suo UNICO rotolo di
carta igienica.
'Cazzo!'
Hanamichi cerca di dire
qualcosa, poi segue il volo del rotolo, la faccia shockata di Ru, esplode
nuovamente, si tiene con una mano la pancia, l'altra la agita
orizzontalmente a indicare: basta, ti prego, basta!
-
Perché ridete?
La voce del piccolo
Rei.
Kaede squittisce
terrorizzato, le mani scattano leste ad afferrare le tendine semitrasparenti
della doccia, se le tira appresso per coprirsi l'inguine.
Hanamichi sembra preda
di un attacco d'asma, risucchia l'aria sibilando. Non ce la fa più.
'Grandioso!
Semplicemente grandioso!' pensa,
e ride di nuovo.
Rukawa si sente un rogo
in faccia.
-
DO'AHO, CHIUDI QUELLA CAZZO DI PORTA!!! -urla agitando le mani contro
di lui.
Si toglie una ciabatta
e gliela tira; si toglie l'altra, tira. Lo liscia con entrambe.
Hanamichi si trascina
fuori a carponi, strisciando, il corpo ancora sconquassato dalle risate.
Kaede si alza,
strascicando i piedi ingolfati dai pantaloni e mutante ancora calati, e a va
per girare la serratura.
Un attimo prima che
possa farlo, la porta si apre, e la testa del rosso fa capolino.
Rukawa si blocca
shockato a metà. Sgrana gli occhi. Li sgrana anche Hana.
Ginocchia piegate,
busto chinato, sedere all'infuori ed esposto ai venti; mano sinistra a
coprire il pene, braccio destro teso in avanti per chiudere la porta.
Kaede Rukawa: il
ritratto della desolazione.
Rimangono a fissarsi
per qualche secondo, gelati.
-
Mio dio quanto sei sexy!- civetta in tono sensuale Hanamichi. Posa un
bacio sulle dita della mano e glielo lancia. Fa l'occhiolino. Chiude la
porta.
Lo sente riscoppiare a
ridere contro il muro del salone.
Kaede rimane bloccato
in quella posa ancora qualche secondo, incredulo.
Molto, molto incredulo.
Si risveglia solo
quando sente la voce di Rei vicina, troppo vicina, chiedere allo zio
Hanamichi cosa c'è di buffo. Fa un balzo in avanti e gira quella maledetta
chiave.
Fatta. Ce l'hai fatta,
Kaede. Complimenti.
Si rialza impettito e
va a sedersi nuovamente sulla tazza, con tutta la dignità che riesce a
trovare. Finalmente.
Hanamichi spiega
qualcosa a Rei. Ridono.
'Perfetto, nessuno
noterà…'
Quando si accorge del
silenzio che è calato oltre la porta, ormai è tardi: l'ha già mollata.
PROOOOOOOOOOOOOOT.
In salone parte
un'altra esplosione di risate. Ululano come matti. Sente Hanamichi gridare:
-
Vai, Ruuuuu, sei tutti noi!!!
Altre risate.
Kaede affonda il viso
bruciato dall'imbarazzo tra le mani.
'Non è possibile…'
pensa sconsolato.
***
fine capitolo^^''''
R:
O____________________________O
T: ^^’’’’ auguri Moni
Moni…
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