Dunque, questa HanaRu è il seguito di "A Christmas’s tale…", quindi è il seguito di un diversivo, pensate come sto!!!! ^^ non avevo previsto questa fic, ma visto che ormai l’idea c’era e che per me ogni scusa è buona per scrivere HanaRu non ho voluto rinunciarci!!! Una storia breve, con personaggi non miei, dedicata a Calipso, Greta e Ria…HanaRu Forever!!!
I’m happy just to have you
di Nausicaa
Avevo detto che sarei tornato al centro commerciale con Kaede e l’ho fatto!!! Cioè, lo sto facendo ora… e il bello è che non ho neanche dovuto convincerlo o trascinarlo a forza!!! Uhm…vabbe’, io dico sempre che potrei trascinarlo, ma poi la vedo dura da mettere in pratica questa trovata: riuscite ad immaginare la volpaccia che si fa trascinare da una qualsiasi parte?! No? Neanche io… ma rimanga fra noi!!!!
Comunque, dicevo che Kaede si è rivelato stranamente conciliante all’idea di passare una mattinata qui, con me.
Eheheheheheh…direi che è proprio la giornata adatta!!!
Tanto per cominciare è il 31 dicembre, il che significa prima di tutto che domani sarà il suo compleanno! Ok, incidentalmente sarà anche capodanno, ma il compleanno del mio amore è moooolto più importante, no? Quindi vorrei comprargli qualcosa e magari, e sottolineo magari, la sua presenza mi faciliterebbe il compito e non avrei l’ansia come a Natale, che quasi mi chiudevano i negozi in faccia perché era sera e io non sapevo ancora cosa comprare.
E poi VOGLIO assolutamente tornare in quella bella profumeria con tutte quelle spugne, quegli asciugamani…la vaniglia…così potremo tornare a casa e…ehm… Bene! Il programma si prospetta di facile e piacevole attuazione, ora devo solo portare lì il volpacchiotto e…DOVE DIAVOLO STA ANDANDO?! Non è quella la direzione!!!! Però si vede che ha una meta…ecco perché non ha protestato per venire qui!!! Lo raggiungo con uno scatto e lo fermo.
"Oi kitsune, dove vai? Dobbiamo andare dall’altra parte, qui di fronte…" gli faccio notare, ma lui non si scompone.
"Sì, do’aho, poi ci andremo, ma intanto entriamo qui" replica, tranquillo.
"E perché non dovremmo iniziare dal negozio che volevo vedere io?!" mi ribello, con fare polemico. Insomma, l’idea l’ho avuta io!!!
"Perché ormai stiamo di fronte a quest’altro, do’aho" ribatte lui, con una certa logica. Borbottando, alzo gli occhi e riconosco in questa vetrina il negozio di dischi in cui ero entrato la vigilia di Natale! Oh…forse vuole qualcosa di preciso… be’ in questo caso mi dà meno fastidio la deviazione dal mio percorso di origine…
Lui spinge la porta del locale ed io lo seguo.
C’è un bel caldo e una canzone piacevole di sottofondo.
Kaede si dirige con sicurezza verso il reparto della musica straniera e inizia a scorrere i cd; io mi guardo intorno senza essere particolarmente attratto da niente…non ho molto orecchio e non mi sono mai tenuto aggiornato nel campo musicale…non ho neanche molti cd, perché il loro costo è elevato e a me non andava di chiedere soldi a mia madre per una cosa simile quando vivevo a casa con lei…e ora che pure faccio frequentemente dei lavoretti e ho dei soldi da parte…non so, forse, semplicemente, non sono abituato a comprare musica e quindi non mi viene mai in mente di farlo!!! "Che genere ti piace, Hana?" mi chiede all’improvviso la mia volpe.
Non mi viene in mente niente di preciso…solo ciò che mi fa ascoltare lui…
"Quello che piace a te, Kaede" gli dico con un sorriso.
Lui mi guarda di sfuggita, sorpreso: "Sto parlando sul serio…" e ha un tono di rimprovero nel dirmelo, come se pensasse che voglio dargli la risposta che immagino gli piacerebbe sentirsi dire.
"Anche io!!" replico con fermezza e poi gli spiego quello che ho spiegato prima a voi, del perché e del per come di questo mio indefinito rapporto con la musica. Kaede mi ascolta con attenzione, non cambia espressione ma poi, quando io ho finito di parlare, mi dice pacatamente: "Vorrà dire che scopriremo insieme quale genere faccia per te, Hana" e me la fa sembrare una bellissima avventura, cioè, niente di che se ci si pensa bene, ma io sono di quegli inguaribili romantici che pensano che ci sia più gusto nel fare le cose in due e che il plurale sia meglio del singolare!
Rimaniamo fermi davanti al settore scelto dal volpino, che preferisce le canzoni anglofone, americane o britanniche che siano.
"Io ho iniziato a imparare seriamente l’inglese anche grazie alla musica, do’aho…volevo capire i testi delle canzoni. È utile, come vedi".
E io finalmente ho l’occasione di fargli una piccola rimostranza: "Ok, ho capito, ma volendo unire l’utile al dilettevole, non potresti comprarti ogni tanto quei cd con le melodie lente…da ascoltare abbracciati o da ballare guancia a guancia…".
La kitsune mi guarda come se fossi impazzito: "Do’aho, quando mai ti ho chiesto di ballare guancia a guancia?!".
Infatti…
"No, appunto, non l’hai mai fatto, ma a me piacerebbe!!!- protesto vivacemente io- Anzi, ti dico subito che lo faremo…" azzardo, studiando la sua reazione.
Kaede non si scompone; torna a scrutare i cd e poi ne prende due, uno degli U2 e una raccolta dei successi di Elton John. Per un attimo mi pare che la sua perlustrazione alla ricerca di qualcosa di nuovo sia finita, invece si volge verso di me e mi dice: "Scegli qualcosa per te, Hana…te lo regalo io…".
Be’ questa cosa mi lascia spiazzato, ne sono contento, ma non me l’aspettavo e non so cosa fare e tantomeno cosa scegliere! Però una via d’uscita ce l’ho!
"Ma no…domani è il TUO compleanno, non il mio!" protesto, per non fargli capire che ho ancora le idee confuse.
Ma dovrei sapere meglio di chiunque altro al mondo che Kaede è un tipo che se si fissa non smette di insistere finché non ha ottenuto ciò che vuole, quindi lo vedo alzare un sopracciglio: "E allora? Devo farti un regalo soltanto il 1 aprile? Se mi va di regalarti qualcosa, do’aho, lo faccio indipendentemente dal giorno!" mi precisa lui, per farmi capire che mi farà un regalo che io lo voglia o no e ha un tono anche un po’ duro, se vogliamo, ma io mi intenerisco perché è vero che non c’è bisogno di ricorrenze per essere affettuosi…
"Oh, be’…vediamo…" e nel dirlo, non so perché, mi sposto verso il reparto del Visual Rock giapponese, ma Kaede mi ferma tirandomi per un braccio, scuotendo il capo e indicandomi con insistenza i cd in inglese.
"Oi stupida volpe, hai detto che deve essere un regalo per me, no?" gli faccio notare io, un po’ piccato.
"Sì…".
"Allora sarò pure libero di scegliere il gruppo che…" ma lui non mi fa finire la frase e replica semplicemente: "No! In inglese!!" e io capisco che ho perso in partenza.
"Kitsune, certo che è meravigliosa la naturalezza con cui te ne freghi delle opinioni altrui…" borbotto io, ma in realtà non sono arrabbiato e anzi ho tante domande da fargli!!! Perché di lui non ne saprò mai abbastanza…
"Cosa ti piace della musica?" gli chiedo di slancio e poi mi rendo conto che è la domanda più difficile che potessi fargli sull’argomento, perché ne porta tante altre con sé…ma lui non sembra dubbioso, risponde con la sua solita lucidità.
"Il ritmo… lo si può preferire lento o veloce a seconda degli stati d’animo…sai, anche il basket ha un suo ritmo, il palleggio ha un suo ritmo…".
Oddio! Mi sta venendo mal di testa!!!
"Kitsune, c’è una cosa al mondo, una sola, che tu non riesca a collegare al basket??!!!- sono leggermente esasperato, lo ammetto- Io ti stavo parlando di note e tu mi tiri fuori i rumori della palestra!!" sbuffo, appoggiandomi al muro.
Kaede si gira a guardarmi, serio: "Quelli che tu chiami rumori sono musica per me…e so che lo sono anche per te, do’aho, anche se adesso ti vuoi atteggiare. E comunque sì, io riesco a collegare tutto al nostro sport, anche noi due, e non potrebbe essere altrimenti: è stato il basket che ti ha portato a me…".
La sua replica mi fa sorridere e mi rende felice…davvero, come stare su una bolla di sapone…fisso per un po’ il pavimento e poi mi volto verso di lui e incontro i suoi meravigliosi occhi blu: "Le preferenze musicali sono qualcosa di personale, vero Kaede?- lui annuisce- Invece voglio che scegli tu per me…anche se una stupida volpe non potrà mai capire e condividere fino in fondo i gusti sublimi dell’immenso tensai Sakuragi" gli dico sogghignando per prenderlo in giro, perché invece questa stupida volpe è la persona che mi conosce meglio al mondo.
Lui sembra gradire la mia soluzione: "Ok, allora a sorpresa…voltati, non guardare!" mi ordina in tono deciso. Io faccio come vuole il mio volpacchiotto, ma non rinuncio alle nostre scaramucce.
"Oi kitsune, comunque qualcosa di quello che mi piace e non mi piace lo sai, quindi non sbagliare nella tua scelta o ti tiro il cd in testa!!!!".
"Io non sbaglio mai" ribatte lui tranquillamente e a me viene da ridere, davvero, perché lo adoro quando parla così!!! Durante tutto questo tempo vissuto insieme siamo entrambi cresciuti e un po’ cambiati forse, ma in questi momenti vedo chiaramente in lui il Kaede Rukawa dei primi tempi, di quando eravamo matricole e non mi dispiace per niente, perché è così che mi sono innamorato perdutamente di lui…
"Fatto!" sento la sua voce più vicina a me e mi volto.
"L’hai scelto? Cos’è ? Fammelo vedere!!" esclamo subito, già protendendo le mani verso la pila di cd che ha. Ora, dovete sapere che non è che io sia una persona curiosa…di più!!!! Soprattutto quando voglio sapere qualcosa che mi riguarda non trovo e non do pace finché non vengo a sapere tutto quel che mi interessa! Ogni tanto la kitsune mi ripete che la curiosità uccise il gatto, ma io non sono un gatto, sono il tensai!!! E questo proverbio non deve essere poi tanto indovinato visto che i suoi, di gatti, sono vivi e vegeti qualunque cosa facciano!!! Vabbe’ sarei il primo a disperarmi se succedesse loro qualcosa, ma che c’entra?! Comunque, tornando al discorso di prima, io vorrei scoprire subito quale cd abbia preso per me, ma Kaede è furbo (non per niente è una volpe!) e ha messo il mio sotto agli altri due, così non posso neanche intravedere la copertina!
"No. A casa…" mi blocca lui, risoluto.
ARGH!!! Non può farmi questo!!!!
"No, adesso!- provo ad insistere- E dai e dai e daaaaaaiiiii…lo sai che non resisto quando sono curioso!!!!!" e nel dirlo lo afferro per il polso, trattenendolo.
"Impara a controllarti, do’aho!" mi rimprovera, allontanando ulteriormente i cd dalla mia portata.
"Noooo…voglio saperlo ora!!! E dai, non essere dispettoso!!!" ormai sto piagnucolando, ci credereste? È una delle mie tattiche…
Ma la smetto immediatamente quando vedo gli splendidi occhi di Kaede socchiudersi con fare minaccioso: "E tu non essere petulante, do’aho! Ho detto che avrai il tuo regalo a casa!!!" mi sibila. Per un attimo sono tentato di puntare i piedi, ma poi capisco che non ne verrebbe fuori niente di buono se non una rissa nel negozio, che potrebbe anche essere divertente ma poi dovremmo pagare i danni e non mi pare il caso…così mi rassegno all’attesa. Respiro profondamente e poi esclamo: "D’accordo…il tensai si degna di accontentarti!- uso un tono di sufficienza che non mi riesce molto bene, poi decido di cambiare argomento- Senti, kitsune, ho visto che al piano di sopra c’è il settore degli strumenti musicali e degli spartiti…perché non andiamo a dare un’occhiata? Forse potrei scovare qualcosa di adatto al mio genio!" e nel dirglielo inizio a salire le strette scale che non avevo neanche notato fino a poco fa; lui mi segue, mi chiede con aria affettuosamente canzonatoria: "Sai leggere uno spartito o suonare un qualche strumento?".
"No, ma non importa! Se ci provassi, sono sicuro che saprei farlo!" proclamo fieramente e vengo ricompensato dal suo sorriso appena accennato.
La nostra sosta in questo negozio di dischi si sta rivelando più divertente del previsto!!! Sfogliamo insieme gli spartiti e i libri con i testi delle canzoni…ci sono anche di alcuni gruppi americani che segue lui e io li leggo con attenzione.
"E’ bello poter capire ogni tanto quello che si sta ascoltando, non credi Kaede?" ridacchio, riferendomi al fatto che talvolta le canzoni in inglese non mi sono ancora del tutto chiare: sono troppo veloci nella pronuncia, non riesco a seguirle completamente…
"Hn".
Sto pensando di comprarmi anche uno di questi libretti, quando mi giunge all’orecchio una voce: è vicina, familiare ed arrabbiata.
"Ehi, stai dicendo che non so accordare una chitarra?!".
Io e il mio adorato volpino ci voltiamo contemporaneamente, stupiti, e ci ritroviamo a guardare un furibondo Mitsui che fissa torvo il malcapitato commesso di questo piano; a pochi passi da lui, naturalmente, c’è Kogure.
"Non ha detto questo, Hisashi…".
"Queste corde sono da cambiare, ok?!".
"Io vado a vedere se c’è qualche novità nel reparto degli spartiti" lo avverte Kogure e infatti pochi istanti dopo è davanti a noi e si accorge della nostra presenza.
"Megane-kun!!! Hai preferito svignartela!!!" lo prendo in giro io, come prima cosa. "Sai com’è…non sopporto la vista del sangue!" scherza lui, girandosi appena verso il suo ragazzo che sta ancora questionando con il commesso.
"E voi che ci fate qui?" ci chiede, tornando ad osservarci, tranquillo come sempre. "Shopping direi!!! Volevo portare la kitsune in un negozio, ma lui è voluto entrare prima qui…" e Kogure ride a queste mie parole, si rivolge a Kaede: "Me lo ricordo che avevi sempre con te le tue cuffiette, il tuo walkman, uno o due cd…dimmi, Rukawa, continui ad ascoltare la musica anche quando sei sulla bicicletta?".
"Sì".
"Non dovresti farlo, è pericoloso e…" Megane-kun non finisce la frase perché gli arriva una manata sulla spalla.
"Possiamo andare, Kimi-kun! Il tipo dice che sarà pronta fra poco e…oh!!! Ciao!!! Che ci fate qui?" chiede il nostro ex-teppista, quando finalmente ci nota.
Che si fa, di solito, in un negozio di dischi?
"Secondo te? Volevamo comprare dei dolciumi" rispondo io, mostrando tutta l’ironia di cui può essere capace il tensai.
"Difficoltà a leggere le insegne, testa rossa?" ride Mitsui, facendo la sua faccia più indisponente.
Grr…cretino imbecille!!! Come posso contrattaccare?!
Ipotesi numero uno: ora gli tiro un pugno sui denti, sia veri che finti.
Meglio di no: non per lui, ma per non far prendere un colpo a Megane-kun…
Ipotesi numero due: lo schiaccerò trattandolo con condiscendenza. Mi piace!!!
Sospiro con rassegnazione, scuotendo appena la testa, ed esclamo: "Non pretendo che tu sappia afferrare la sottile ironia del tensai, brutto teppista redento!!!".
Lo vedo infiammarsi in volto, ma prima che possa fiatare Kogure posa una mano sul suo braccio e propone a tutti noi: "E se andassimo a sederci da qualche parte? Per uno spuntino di mezza mattina… anche voi due litighereste meglio a stomaco pieno!!!" conclude, fissando il teppista con un sorriso gentile ma anche un po’ canzonatorio. Dovendo scegliere tra una rissa con Mitsui e il sedermi al tavolo di un locale, non c’è confronto per il grande tensai, a capo dell’armata Sakuragi…
Voglio sedermi al locale!!!! Voi mi capite, vero?
"Da quanto tempo suoni la chitarra?" chiedo a Mitsui mentre ci accomodiamo ai tavolini di un bar.
Lì per lì lui mi guarda sorpreso, forse non aspettandosi che avrei parlato; quando sto con il mio do’aho, soli io e lui, ormai parlo un po’ di più e non mi pesa neanche farlo, perché c’è lui, ma quando siamo in compagnia è un altro discorso: tendo sempre a rimanere in silenzio e ad ascoltare gli altri, come facevo prima.
Mitsui sorride, sembra un po’ imbarazzato mentre guarda di sfuggita il senpai Kogure: "Ah, non da molto… ho imparato in quei due anni in cui non ho giocato a basket, uno dei ragazzi della banda, un amico di Tetsuo, sapeva suonare…" e capisco che non gli va di rievocare quei tempi, forse perché teme che dia fastidio al suo compagno che però a quanto pare si fa meno problemi di lui.
"Quello non è stato un bel periodo per te, Hisashi, ma ti ha saputo comunque lasciare anche qualcosa di buono…ora sai suonare uno strumento!" e si vede che lo pensa sul serio, ma del resto, per quanto ho potuto capire, il senpai è una persona che vede sempre anche il poco che c’è di buono in una catastrofe.
"Voglio imparare anche io!" se ne esce Hanamichi, inaspettatamente.
Noi tre lo fissiamo scettici, chi più (come Mitsui) chi meno (come Kogure) e lui non gradisce questo atteggiamento, anzi si altera in un batter d’occhio.
"Be’ che vi prende?! Dubitate delle mie capacità di apprendimento? Diglielo, Kaede, che se voglio imparerò!!!".
"E’ vero" e magari loro non se lo aspettavano, ma io l’ho detto sul serio, perché nessuno sa quanto me che Hanamichi è davvero capace di tutto, di imparare dal nulla qualunque cosa voglia. Eppure non dovrebbero meravigliarsi, lo hanno visto anche loro…
Dovrebbero saperlo, amore mio, quanto tu sia tenace e combattivo, quanto tu sia capace di buttarti a capofitto in qualsiasi impresa, con foga, con la tua pazza incoscienza, con la consapevolezza che farai anche figuracce incredibili, ma non per questo rinunciando a provare sempre, subito…
È uno dei motivi per cui ti amo tanto: non mi sarei accontentato di niente di meno da parte del mio compagno.
La forza. La decisione. E il saper chiedere aiuto, come quando chiedevi al capitano di dirti come fare nel bel mezzo di una partita. Ti ricordi? Forse no, l’hai voluto rimuovere…
La mia risposta lascia evidentemente sorpresi i nostri senpai e fa anche assumere un atteggiamento diverso a Mitsui; stiamo tutti consumando le cioccolate calde che ci hanno portato, io bevo lentamente, quando lui poggia la sua tazza sul piattino e sorride, ma senza l’ ombra del suo ghigno stavolta.
"La prossima volta che ci vedremo, per una delle nostre riunioni, ti insegnerò a suonare…be’, forse una volta sola non basterà, ma imparare i rudimenti non è difficilissimo, specie se si ha orecchio. Tu sei intonato?".
"E me lo chiedi?! Non ti ricordi di ‘Ore wa tensai’?!" ridacchia il mio do’aho, facendo divertire l’ex-teppista.
"Ah, già…allora siamo d’accordo!".
"Sì!" dice Hanamichi con entusiasmo e io mi ritrovo a pensare che sono belli questi momenti in cui due amici lasciano cadere le difese dell’orgoglio e del voler essere a tutti i costi degli attaccabrighe per mostrarsi l’un l’altro semplicemente per quello che sono: amici, appunto, che hanno imparato a conoscersi su di un campo da basket e che sanno parlare anche senza punzecchiarsi.
Io bevo un po’ svogliatamente la mia cioccolata, mentre gli altri parlano soprattutto dell’università, fin quando Hanamichi, senza un motivo particolare, dice: "Sapete, domani sarà il compleanno della mia kitsune!".
Hn?
Lì per lì non capisco perché lo abbia detto, sono quasi irritato per questo dire ad altri i fatti miei, ma poi capisco che non era questa la sua intenzione; è che siamo qui, con i nostri compagni di squadra, e gli viene naturale confidarsi, renderli partecipi di una cosa che per lui è bella…
"Davvero?".
"Ah…allora tanti auguri!" .
"Cosa gli regali?".
"Mitchi, mi credi tanto scemo da dirtelo di fronte a lui?! A parte il fatto che non ho ancora potuto comprare quello che avevo in mente…" medita il mio do’aho, pensieroso. Mitsui torna a sogghignare.
"Aha…ho capito: non puoi parlare del suo regalo di fronte a lui, in compenso glielo comprerai davanti!!".
Vedo la faccia di Kogure farsi allarmata, come se si aspettasse di veder scattare il pugno di Hanamichi, ma lui non prende poi così male l’ennesimo scherzo del teppista e si limita a scuotere la testa, sorridendo con superiorità: "Ho già risolto: il negozio dove voglio recarmi ha un cartello affisso sulla porta, con cui si vieta l’ingresso alle volpi…".
Hn?
"Ma sul serio?" ironizzo io, alzando un sopracciglio.
"Grrrr…collabora, volpaccia!!!! Che ti costa aspettare fuori per due secondi?! Lo so che non dovresti essere presente anche tu, ma non sono riuscito ad organizzarmi…che ti costa restare fuori per qualche minuto?!" si altera il mio do’aho, con uno sguardo accusatorio.
Qualche minuto, dice lui…
Conoscendolo, avendo potuto ammirare la sua indecisione cronica quando si tratta di regali, potrei dover restare ad aspettarlo fino alla chiusura dei negozi e la prospettiva non mi piace affatto…ma in fondo non è giusto da parte mia pensare questo…so meglio di chiunque altro che, se Hanamichi è indeciso, lo è solo perché è una di quelle persone che vogliono scegliere il regalo giusto, immedesimandosi nei gusti di colui che deve riceverlo…
Hn.
Rimane il fatto che non mi va di rischiare di restare qui fino a sera, quindi decido di scuoterlo preventivamente: "Oi do’aho, ti aspetterò per dieci minuti, non uno di più! Dopodiché tornerò a casa da solo…" lo ammonisco.
"Pfui!!! Ad un genio come me basteranno cinque minuti per trovare il regalo giusto!" sbuffa con il suo fare arrogante più tipicamente suo, ma io che lo conosco bene capisco che deve avere già le idee chiare…Meglio così!!!
I nostri senpai ridacchiano nell’osservare le nostre schermaglie, ma poi Kogure inizia a raccontarci dei loro compleanni, dei suoi, di quando era più piccolo, delle trovate con cui la sorella maggiore gli faceva delle sorprese…ci racconta che, essendo nato a luglio, nella stagione del sole, poteva invitare qualche amico per una merenda in giardino…con parole semplici e pronunciate in tono leggero, ci descrive momenti familiari affettuosi e sereni, magari molto ‘normali’, ma di una normalità non banale…
Mitsui lo ascolta sorridendo, si inserisce nei suoi ricordi per descrivere l’ultima torta preparata dalla sorella di Kogure, che se ho capito bene si chiama Yukari, ci dice soddisfatto che adesso le prepara pure per lui, le torte, e ci parla di compleanni di nuovo sereni, dopo quelli di quando era stato infortunato… ci dice che allora, in quei due anni, era andato in giro, senza costrutto, con Tetsuo e quella specie di banda che gli gravitava intorno…non che ne parli a lungo, lo sappiamo che non gli piace rievocare quei mesi, ma dai pochi accenni viene fuori un quadro ben preciso…e ora invece la sorella di Kogure gli prepara le torte!!! È strano, ma parla con più affetto dei Kogure che non dei suoi genitori…
Il tempo è trascorso piacevolmente con questi ricordi e io ho perfino finito la mia cioccolata senza che mi pesasse farlo; Hanamichi è stato relativamente tranquillo…penso che gli sia piaciuto scoprire qualcosa in più dei nostri senpai, perché, come mi direbbe, è da queste cose che si capisce come due persone non esauriscano il loro essere su di un campo da basket…conversazioni come queste, invece, ci mostrano altri piccoli pezzi di loro…
Kogure guarda l’orologio dopo un po’: "Si è fatto tardi, forse sarebbe il caso di andare…".
Il mio do’aho si accorge anche lui dell’orario e approva: "Oddio…in effetti è meglio andarcene…" ma prima che possa finire la frase, Kogure si è già alzato per andare a saldare il conto delle consumazioni senza che noi potessimo fermarlo; solo quando lo raggiungiamo Hanamichi fa mostra di rimproverarlo.
"Ma Megane-kun…grazie, ma non dovevi!!!".
Io cerco di fargli capire altrettanto con lo sguardo, ma lui scuote il capo.
"Diciamo che è per il compleanno di Rukawa, va bene?" dice con gentilezza.
Non me lo aspettavo e non mi aspettavo di doverlo ringraziare, ma mi impongo di farlo e, in fondo, mi riesce meglio di quanto temessi.
"Ti ringrazio molto, senpai".
"Ma figurati…" si schermisce lui.
"Eh, il mio Kimi-kun è troppo buono!- interviene Mitsui- Ad esempio, sbaglio o la testa rossa è nato ad aprile? Perché hai offerto la cioccolata anche a lui?" chiede al suo ragazzo in tono provocatorio, non perché lo pensi davvero, soltanto per il gusto di polemizzare, ma il mio do’aho ha la risposta pronta come sempre. Come quasi sempre…con me è difficile che la spunti!
"Perché io e la kitsune siamo una cosa sola, quindi è un po’ come se fosse anche la mia festa!!! Ahahahahah…" e ride di gusto.
"Do’aho!" cerco di dirlo severamente, ma in realtà la sua battuta mi ha fatto quasi ridere; e, devo dire, anche l’ex-teppista sembra divertito. Anzi… si arrischia a mettere una mano sulla spalla di Hanamichi e a dirgli: "Anche io e Kimi-kun siamo una cosa sola, quindi suppongo che tu mi offrirai qualcosa quando sarà il mio compleanno, in maggio...sai com’è…".
"Eh?! Ma è stato lui a offrire la merenda, non tu! È lui che devo contraccambiare!". "No, no! Te l’ho detto, siamo una cosa sola…ah, a me piace bere birra nei momenti di svago, ma non ti preoccupare…te lo ricorderò io, se tu dovessi dimenticartene!!!" e, detto questo, ridacchiando, Mitsui si allontana facendo un cenno con la mano e Kogure si appresta a seguirlo, non senza voltarsi per un ultimo saluto: "Allora ciao, ragazzi…buon anno nuovo e tanti auguri, Rukawa!".
"Grazie" rispondo con calma, godendomi la faccia bieca con cui Hanamichi squadra Mitsui anche da lontano.
"Mi sembrava che tu volessi vedere un negozio in particolare" gli dico io, scuotendolo e riportandolo al motivo principale della nostra uscita. Vorrei tornare a casa non troppo tardi, e trascorrere il resto della giornata con lui, da soli, non in mezzo alla gente…
Le mie parole ottengono l’effetto che speravo: il do’aho sussulta guardandosi intorno e punta un negozio con decisione.
"Là- mi dice, indicandomelo- Forza, kitsune, seguimi…" e ci dirigiamo lì a passo veloce.
Scopro così che si tratta della profumeria in cui ero entrato anche io nel pomeriggio della vigilia, quando cercavo un regalo per lui; mi ero trattenuto qui per pochi minuti, però, e non avevo osservato molti prodotti fra tutti quelli esposti…però mi ricordo che ce ne era stato uno che mi aveva colpito!!!
Il set da bagno al muschio bianco!!!
Sì, avevo pensato che mi sarebbe piaciuto sentire quel profumo sul suo corpo abbronzato…ricordo di non averlo acquistato allora perché non ero sicuro che questa essenza potesse piacergli, ma ora non mi serve molto per decidere: scelgo una confezione e la prendo. "Che fai, kitsune?" si incuriosisce lui, a questo mio gesto inaspettato.
"Voglio comprarlo, è ovvio" rispondo laconicamente.
Lui sbircia l’oggetto, poi esclama: "NOOOOOOOOO!!! Ma come ti viene in mente?! Il muschio bianco, tsk! Per te ci vuole la vaniglia, per questo ti ho portato qua!!!" e mi indica le altre confezioni, con lo stesso identico set di bagnoschiuma, shampoo e perline da sciogliere in acqua, ma al profumo di vaniglia.
Io gli lancio un’occhiata di sfuggita: "Hn…ma questo lo sto comprando per te, non per me…".
Hanamichi mi guarda stupito: "Per me? Ma…ma io non voglio il muschio bianco!". "Sì che lo vuoi e lo userai, pure!" replico io, con tono deciso.
Poi aggiungo, giusto per sicurezza: "Non ti piace?".
"Sì, ma…".
"Allora è deciso!!" esclamo, con sicurezza. Ha detto che gli piace, quindi…
Lui continua a fissarmi socchiudendo gli occhi con fare bieco, ma poi il suo volto si distende e i suoi occhi tornano allegri; si gira verso gli scaffali e afferra un’altra confezione, proclamando: "Sta bene, stupida volpe! E io ti compro il set alla vaniglia e tu dovrai usarlo, a costo di affogarti nella vasca!!!".
"Mi sembra equo…" annuisco io e poi ci sorridiamo, contenti.
Lui mi sembra buffo e molto dolce quando assume un’espressione quasi sognante, persa nelle sue fantasie: "Non vedo l’ora che tu sappia di vaniglia!!! Ma ci pensi, kitsune? Aaaaaah…e guarda lì…" e mi indica il reparto delle spugne, dove ci avviciniamo.
Sono grandi e soffici, ci divertiamo a sceglierne un paio.
Poi è la volta degli asciugamani, che sono ripiegati per bene su ripiani poco distanti.
"Kaede, lo so che a te piacciono tutte le sfumature del blu, ma per una volta perché non scegli un altro colore?" mi incita.
"Ad esempio?".
"Ad esempio questo".
Vaniglia?! Ancora?! Ma è fissato!!!!
"Perché?" gli chiedo, prima di dirgli di no.
"Be’…- mi sorride nel dirlo- E’ un colore chiaro…come la tua pelle…e dai…" ma forse non contava che gli dessi davvero retta e fa una faccia stupita quando allungo la mano per prendere un asciugamano, in modo da fargli capire che sì, me lo comprerò…
"E per te?" gli chiedo poi, accorgendomi che non ne ha ancora scelto uno; provo un moto di panico quando vedo i suoi occhi puntare una pila di asciugamani rosso fuoco!! No!!!! Di rosso bastano i suoi capelli!!!
"Credo che quest…" ma non fa in tempo a finire la frase che io lo precedo.
"Scelgo io per te, do’aho!" e decido che per lui stavolta andrà bene un bordeaux scuro… e, dopo aver fatto mente locale, deve convenirne anche lui.
A questo punto credo che gli acquisti siano finiti; ci guardiamo intorno qualche secondo per poi decidere che è ora di tornare a casa.
Mi avvio alla cassa e pago, ma quando mi volto verso di lui aspettandomi che faccia altrettanto con i prodotti che ha in mano, il do’aho mi fissa un po’ titubante.
"Ehm…avevi detto che saresti uscito…" mormora, perché la commessa non ci senta.
Hn?
Lo fisso a mia volta, interrogativo, senza capire, e lui si agita.
"Esci di qui, stupida volpe!!! Te l’ho detto prima, devo scegliere il tuo regalo!!!" mi sibila, con un ringhio mal trattenuto.
Uhm…ho due possibilità: la prima è di impuntarmi e rimanere qui dentro, facendogli fare i salti mortali per cercare di nascondermi il regalo prescelto, anche se come impresa sarebbe impossibile perfino per il mio tensai; la seconda è accontentarlo. Devo ammettere che la tentazione di cedere alla prima possibilità è forte, anche soltanto per il gusto di vederlo arrabbiato e poi passare dall’arrabbiatura alla rissa e dalla rissa a… ma non lo farò…
È così bello vedere questo suo entusiasmo per il potermi fare un dono…non per il dono in sé, ovviamente, perché lo sa benissimo che in realtà non mi importa di ricevere regali o meno per il mio compleanno…è che lui è sempre così contento di fare qualcosa per me che ora non mi va di sembrare insensibile e testardo, non su questo… così mi avvio con la mia busta verso l’uscita del negozio.
"Ti aspetto fuori- lo assecondo, e poi completo- Ma solo per dieci minuti…" sono pur sempre Kaede Rukawa, no? E quindi non rinuncio a questa innocua provocazione prima di chiudermi la porta di vetro alle spalle.
Rimango fermo ad osservare la gente che si affanna da un negozio all’altro in un modo che non capisco e non capirò mai; porto una mano al viso per nascondere uno sbadiglio e intanto cerco con gli occhi un posto dove potermi sedere in caso il mio do’aho dovesse tardare.
Ne individuo uno e sto per andare lì, quando si apre nuovamente la porta della profumeria e ne esce proprio lui!!! Di già?! Non è possibile, magari non ha comprato niente…
Sto per chiederglielo, quando noto che la sua busta è molto più voluminosa della mia e che contiene anche un pacco abbastanza grosso da non passare inosservato.
"Hana, non c’era bisogno…" dico spontaneamente.
Non c’era bisogno davvero; so che starà usando i soldi guadagnati con i suoi lavoretti e non voglio che li spenda per me.
"Lo so, kitsune…ma volevo farlo…e ora, andiamo a casa, forza!!! Dobbiamo inaugurare diverse cosette!!!" esclama ridendo, riferendosi ai nostri acquisti.
Hn.
Lo dicevo, io, che è meglio tornare a casa al più presto…
L’acqua nella vasca è tiepida e la pelle di Kaede è morbida e calda al tocco.
Con movimenti lenti passo la spugna nuova sulle sue spalle, gliele inumidisco e osservo la sua espressione abituale che a poco a poco si scioglie. Se non lo aveste capito, stiamo facendo il bagno insieme: il modo migliore per rilassarsi dopo una giornata trascorsa in giro e sui treni, no? Alla fine eravamo entrambi ansiosi di chiudere la porta di casa e aspettare l’anno nuovo da soli. Per rendere ancora più piacevole il bagno ho voluto buttare una manciata delle perline alla vaniglia nell’acqua (nonostante le sue proteste, perché voleva provare subito il muschio bianco…ma non ha fatto in tempo a dirlo che io avevo già rovesciato il tutto nella vasca! Eheheheh…i riflessi del tensai sono entrati nel mito già da molto tempo!)… ogni tanto accosto il viso alla pelle di Kaede per percepire questo profumo su di lui…e poi gli do un bacio sul collo e un altro e un altro ancora…le mie mani gli accarezzano la schiena, scendono a cingerli la vita…sento il suo respiro già più rapido e questo mi eccita…deposito una scia di piccoli baci sulle sue spalle, facendolo rabbrividire e poi mi tiro indietro…
Gli prendo il viso fra le mani e lo guardo fisso, mi riempio gli occhi di lui e anche lui mi guarda in quel suo modo discreto ma luminoso che è solo per me, è davvero solo per me e i suoi occhi blu sono il centro del mondo per me in questi momenti… poi gli passo le dita fra i capelli bagnati mentre mi protendo a baciarlo sulla bocca…
"Ti amo, kitsune…" il mio è solo un soffio tra un bacio e l’altro; lui non dice niente, ma non c’è bisogno che parli, le sue braccia bianche si stringono intorno alle mie spalle, le sue dita affondano nella mia schiena e mi attirano contro di lui con una forza di cui solo Kaede è capace…e non è solo la forza della stretta in sé, ma della possessività che ci sento dentro, come se volesse trasmettermi la solida realtà della nostra appartenenza reciproca…
Affondo il volto nell’incavo della sua spalla e le mie mani scendono per accarezzarlo sensualmente e sfiorano la sua intimità…la mia carezza diviene sempre più insinuante e profonda e io mi scosto per guardare il suo viso arrossato, le labbra socchiuse e gli occhi già velati di desiderio…e non posso più controllare il mio cuore…
"Sei bellissimo, Kaede…" gli mormoro, prima di baciarlo.
Lui ricambia il mio bacio con ardore e come la sua lingua tocca la mia provo un brivido per tutto il corpo; pur nello stordimento dato dal desiderio, riesco a essere ancora abbastanza lucido da pensare che dobbiamo uscire da questa vasca e tornare in camera nostra, sul nostro futon…
"Andiamo di là, kitsune…" mormoro con urgenza e lui annuisce, fa per sostenersi al bordo e alzarsi, ma io mi ricordo appena in tempo di un particolare (i sempre mitici riflessi del tensai!) e lo blocco.
"Aspetta!!!" il mio è quasi un grido, che lo lascia confuso e un po’ irritato.
"Deciditi, do’aho!" mi rimprovera, ma io sorrido fingendo sopportazione, perché la stupida, stupidissima volpe NON SA perché gli ho impedito di alzarsi…
In compenso lo faccio io, esco dalla vasca e mi avvolgo un asciugamano attorno ai fianchi, quello nuovo che mi ha fatto comprare lui; e mentre gli minaccio terribili ripercussioni se dovesse muoversi da come sta, sparisco rapidamente nella nostra camera e recupero il pacco della profumeria.
Quando lo raggiungo nuovamente, sono felice di vedere lo stupore nei suoi occhi di fronte al bell’accappatoio chiaro che gli sto mostrando e in cui voglio che si avvolga una volta fuori dall’acqua.
"Ma…" prova a dire, ma io lo fermo.
"Non avevi detto che te ne serviva uno nuovo? Eccolo qui…e con tanto di cappuccio!!! Mi è piaciuto un sacco questo particolare, quando l’ho visto!- già già, sono davvero soddisfatto del mio acquisto, c’è soltanto una cosa che mi rende incerto e gliela dico con voce un po’ insicura- Senti, kitsune, lo so che a te piacciono le sfumature del blu…non ti dispiace, vero, che abbia scelto un colore chiaro? Sai, è per via della tua pelle…" io adoro la sua pelle e lo penso una volta di più adesso che mi ritrovo a deglutire a vuoto di fronte al corpo di Kaede che si solleva in piedi ed esce dall’acqua, perfetto e lucente.
"Nessun problema, Hana…" mi sorride lui, togliendomi dalle mani l’accappatoio e infilandoselo, stingendosi addosso la spugna profumata di nuovo, di intatto.
"Ma perché ti è piaciuto tanto il cappuccio?" mi chiede subito dopo, curioso.
Io rido e decido di dargli una dimostrazione pratica: "Per poter fare questo!" e mi diverto troppo a calarglielo sulla sua testolina dura e a massaggiarci i capelli umidi, strofinandoli delicatamente; Kaede cerca di tirarsi indietro, si finge seccato per il mio gesto, ma lo vedo bene che si sforza di reprimere una risata e questo mi spinge a continuare, finché non mi interrompo di colpo e lo abbraccio alla vita, stringendomelo contro.
Gli bacio la punta del naso, gli chiedo: "Ti piace?".
Lui mi scruta malizioso: "Cos’è, il grande tensai non è sicuro di aver fatto la scelta giusta?" mi provoca.
"E’ che quando si ha a che fare con una kitsune difficile…" sbuffo io, continuando la nostra schermaglia.
"Do’aho! È perfetto…" Kaede mi dice questo con due espressioni diverse; a volte mi sembra che trovi ancora strano ricevere regali personali, sì, insomma, pensati apposta per lui, non qualcosa di anonimo spedito per posta da un genitore lontano. E quando parlo di lontananza non mi riferisco ai kilomentri…ma non voglio parlarne, non oggi, oggi voglio soltanto potergli regalare quello di cui so che ha realmente bisogno, a dispetto della sua natura fiera e indipendente.
"Mm…credo sia stato inutile essermi fatto un bagno…dopo dovrò rifarlo…" mormora Kaede con voce roca, mentre le mie labbra e la mia lingua scivolano sulla sua pelle e percorrono il suo corpo; il collo, le spalle, il torace, le areole…lui si inarca leggermente. Il suo corpo è caldissimo, ma non so se per l’acqua in cui è stato immerso fino a poco fa o se per l’eccitazione che gli procurano le mie carezze…
"Se ti crea problemi, smetto…" replico io in un sussurro e sorrido quando lui mi tira i capelli come segno di protesta e io gli ripeto che è davvero uno stupido volpino, perché dovrebbe sapere che non potrei mai smettere, non ne sarei proprio in grado e che, anzi, il tempo non è mai abbastanza, vorrei averne sempre di più e anche se fossero ore ed ore sarebbero sempre poche per poterlo amare…non avrò mai abbastanza tempo per potergli dare tutto l’amore che vorrei…
I sospiri di Kaede mi eccitano fino a farmi perdere la testa e poi già non mi bastano più. Voglio sentirlo gemere.
Voglio farlo gridare.
E ci riesco, quando finalmente entro dentro di lui e Kaede spinge il bacino contro il mio perché possa possederlo meglio, in profondità…
"Hana…di più…" e poi non riesce a proseguire e dalla sua bocca escono solo gemiti. Di più…
Spingo più che posso, vorrei potermi fondere con te, Kaede, davvero…non lo sai quanto lo vorrei…vorrei anche che ora, con i tuoi occhi socchiusi, potessi riconoscere sul mio volto l’estasi che sei capace di regalarmi soltanto tu… mi succede sempre, quando sono dentro di te, di sentir bruciare un fuoco sottopelle, un desiderio che non può trovare tregua, e allo stesso tempo mi pervade una sensazione di pace indescrivibile, come se si fosse ricomposto un insieme e le due metà di un intero si fossero ritrovate…la pace della completezza…
Lo provi anche tu, Kaede?
Come possono coesistere due sentimenti così opposti nello stesso istante? Ma forse è una domanda stupida…anche noi siamo opposti e allo stesso tempo siamo una cosa sola…vero? Lo siamo sicuramente adesso, mentre io ti stringo a me e tu ti aggrappi alle mie spalle gridando e ti inarchi per accogliermi meglio quando io vengo nel tuo corpo e tu sul mio…e il tuo nome è l’unica parola al mondo per me, mentre la ripeto sciogliendomi in te, l’unica parola che abbia senso…
Riposiamo l’uno sull’altro, o meglio io sopra di lui, mentre i nostri respiri si regolarizzano; poi scivolo al suo fianco, ma non gli lascio pensare neanche per un momento che sia già finito tutto! Ora voglio coccolarmelo per bene…
Sì, avete capito bene, sto dicendo che voglio coccolare Kaede Rukawa, il ghiacciolo umano, la volpe artica! Veramente, ho scoperto che il mio Kaede ha anche molto del gatto…adoro guardarlo quando dorme quasi acciambellato…certo, è un gatto che graffia e parecchio pure, soprattutto se lo sveglio di sorpresa, ma cosa c’entra?!
E comunque tutto questo non ha importanza adesso, lo ha solo il fatto che me lo stringo al petto e lui mi si rannicchia contro e io gli accarezzo i capelli, la guancia, gli deposito piccoli baci sul viso ancora leggermente arrossato e gli mormoro tutto quello che ho nel cuore, senza più timore di sembrare debole ai suoi occhi.
"Ti adoro, Kaede…" e poi molte altre frasi, troppo intime per essere confidate ad altri se non a lui…
Come? Siete curiosi? Peccato…però magari vorreste sapere cosa faccia lui o se mi dica a sua volta qualcosa!!!
Be’, si lascia coccolare…e lo fa perché si fida di me, sa che non ho questo istinto di protezione verso di lui perché lo consideri un debole (un Kaede debole è una contraddizione in termini!), ma perché io sono fatto così e mi viene spontaneo…si lascia stringere e coccolare per me, perché sa che per me è importante e anche perché, sotto sotto, gli piace e ne ha bisogno…
Kaede non parla molto in questi momenti, lascia che siano i gesti a esprimersi per lui, e quando apre bocca dice quasi sempre la stessa, bellissima frase…tre parole che mi ripete spesso, ma non sempre con questo tono, con questo insistere sull’aggettivo possessivo calcando la sua voce calma, sicura, profonda…
Mi avvolge con le sue braccia candide e dice semplicemente: "Il MIO do’aho…".
Tre parole, ma per me sono molto più di un intero poema…
Mi asciugo i capelli per la seconda volta, strofinandoli con il cappuccio del mio nuovo accappatoio; stavolta abbiamo fatto la doccia ognuno per conto suo o non saremmo più riusciti a prepararci per scendere al piano di sotto in attesa della mezzanotte…
Hn…ho idea che riprenderemo comunque il discorso più tardi, comunque…
Hanamichi mi aspetta già in salotto, l’ho costretto a fare la doccia per primo e l’ho obbligato ad utilizzare il bagnoschiuma al muschio bianco! Certo, non ha gradito quando nel tirarglielo l’ho colpito in faccia ma se lui fosse stato fermo e tranquillo non sarebbe successo! Ovviamente poi io ho usato il bagnoschiuma alla vaniglia. Mi porto una mano sotto il naso e inspiro il mio stesso odore. Vaniglia. Mi sembra un po’ strano, ma lui sembra tenerci tanto…
Torno in camera nostra e prendo gli abiti con cui devo vestirmi in tutta calma. Posso prendermela comoda, non c’è fretta: Hanamichi lo sa benissimo che continua a piacermi stare solo con me stesso in alcuni momenti della giornata e questo è uno di quelli. Mi piace ripensare a cosa ho fatto durante il giorno e programmare ciò che farò l’indomani, perché non sono del tutto capace di vivere alla giornata come sa fare Hanamichi: essendo una persona razionale, devo sapere di poter controllare e gestire le mie giornate, anche se con il do’aho al fianco non si smette mai di apprezzare il brivido dell’imprevisto e del non-programmato…
Mi spoglio dell’accappatoio e inizio a vestirmi, pensando a come arrossirebbe Hanamichi se mi vedesse adesso…sorrido tra me e me e ripenso a poco fa, al suo corpo nel mio e poi ai suoi momenti di tenerezza dopo…
Mi infilo i jeans e una felpa blu e decido che tutta la giornata è stata comunque piacevole: non capita spessissimo che ce ne andiamo per negozi, a fare compere solo per il gusto di farlo, senza un motivo…ossia, lui il motivo ce lo aveva, il mio compleanno, ma alla fine ci siamo regalati dei doni a vicenda non tenendone più tanto conto! E poi abbiamo parlato di musica, di quello che potrebbe piacergli…
Inoltre devo dire che mi ha fatto piacere incontrare Mitsui e Kogure; i battibecchi fra l’ex-teppista e il mio do’aho sanno essere spassosissimi, forse perché riescono a dirsi le cose peggiori e poi a sorridersi perché tanto sanno di volersi bene e di essere amici, e il senpai Kogure ci ha raccontato bene dei suoi compleanni: sembrava quasi di vederle queste feste nel suo giardino, con la torta preparata dalla sorella… era un racconto sereno e tranquillo come è lui: nessuna meraviglia che una testa calda come Mitsui si trovi bene non solo con il suo compagno, ma anche con il resto della famiglia! Se somigliano tutti al senpai…
Resto ancora un po’ sdraiato a terra, rilassandomi nel mio amato silenzio, con gli occhi chiusi.
Mi sono divertito anche nella profumeria, mi piace scoprire che talvolta io e il mio do’aho abbiamo le stesse idee! E poi cosa abbiamo fatto? Ah, abbiamo pranzato fuori casa, siamo passati in pasticceria per comprare una torta per questa sera e alla fine siamo riusciti a tornare qui!
E abbiamo fatto il bagno insieme.
E poi abbiamo fatto l’amore…
Un bel modo per chiudere un anno e per iniziarne uno nuovo, specialmente se questo inizio coincide con il mio compleanno; apro pigramente un occhio e guardo l’orologio.
Hn.
Io sono nato mezzora dopo mezzanotte. Non mancano molte ore…
Rimango a cullarmi in questa solitudine ovattata per un altro po’ di minuti, finché non si fa strada in me il desiderio di raggiungere Hanamichi al piano di sotto. Dobbiamo preparare la cena e mangiare…dobbiamo aspettare la mezzanotte e magari fare un brindisi…
Mi alzo agilmente da terra ed esco dalla mia stanza; mentre scendo le scale mi raggiunge il suono della televisione.
Entro in salotto e trovo il mio do’aho buttato sul divano, che guarda un programma sportivo. Il mio passo è stato leggero come sempre e lui non ha ancora percepito il mio arrivo, quindi posso indugiare ad osservarlo senza che lo sappia.
Osservo il suo corpo forte e cerco di farlo con distacco, ma non è facile visto che l’ho avuto nel mio poco più di un’ora fa…è robusto e muscoloso e mi piace per questo…è una delle poche persone che io non sia riuscito a stendere in una rissa; ritorno con la mente al giorno in cui ci siamo conosciuti, quando avevo sistemato da solo Hotta e la sua banda, ma non lui…anche se poi Yohei mi ha rivelato che io sono stato l’unico a rimanere in piedi dopo le testate e i pugni di Hanamichi! Nonostante questo, tutto porterebbe a pensare che tu sia più forte di me, do’aho…e infatti è così…e io non dovrei sopportarlo…
Muovo un passo verso di te, tu percepisci la mia presenza e ti volti.
"Oi kitsune, cosa fai lì?".
"Mi stavo chiedendo cosa sia successo per farmi finire con te!" ti provoco, ma anche se la tua faccia diventa rossa per l’indignazione non fai in tempo a protestare che io ti sono addosso e ti abbraccio stretto.
Non dovrei sopportarlo.
E invece sono felice che il tuo torace sia ampio, per potermi raccogliere contro di te; sono felice che le tue spalle siano larghe per circondarle bene con le mie braccia; sono felice che la tua schiena sia ampia per poterla percorrere meglio con le mie mani; sono felice che le tue braccia siano muscolose, per poter essere stretto a te…
E infatti anche tu mi abbracci e rimaniamo a lungo così…
Dopo aver cenato, torniamo sul divano per aspettare il fatidico (e un po’ stupido) conto alla rovescia.
"A che ora sei nato, kitsune?".
"Mezzora dopo la mezzanotte".
"Ooooh…dovevi sembrare un cucciolo di volpino, appena nato!!! Io, invece, sono nato intorno a mezzogiorno!".
"Hn…opposti anche in questo!".
Ne ridiamo leggermente e chiacchieriamo nell’attesa. Poi il momento arriva.
"Ma sai, volpacchiotto, credo proprio che non mi interessi il capodanno ormai! In fondo, per me è una festa accessoria…".
Hn?
MENO DIECI…
"Perché? Io credevo che tu fossi di quelle persone che esprimono pure il desiderio di inizio anno!" gli chiedo.
MENO CINQUE…
"Sì, vabbe’, che c’entra?! È un’altra la cosa di cui mi importa!".
MENO DUE…
"Ossia?" mi prende il viso fra le mani.
MENO UNO…
"Tu, stupida volpe!".
ZERO!!!!!
"Buon compleanno, Kaede. Ti amo".
E mi bacia.
E io sono felice.
Fine ^^ (per ora?)