Ciao a tutti! Come promesso da tempo, ho finalmente ripreso la storia di Image me and you, per farne una breve side story come suggerito da molte di voi! Ringrazio infinitamente chi ha letto questa storia ( e naturalmente chi la leggerà in futuro) e che l'ha apprezzata, spronandomi così a scrivere questo breve seguito. A loro dedico questa side sperando vi piaccia e che vi faccia divertire.
La famiglia tradizionale di Hanamichi e le due mamme di Rukawa sono tornate!
Buona lettura!
Titolo: Image me and you – Side story- Autore:Releuse Pairing:HanaRu Rating:R Disclaimers: I personaggi di questa storia non sono miei, ma di Inoue. Sono un'invenzione della sottoscritta le famiglie di Hana e Ru.^_-
Image Me and You - Side Story di Releuse
“...sommo questo, estraggo la radice cubica, divido per questo...HO FINITO! EVVIVA!” Hanamichi Sakuragi si sollevò di scatto dalla sedia, spingendola indietro non notando il rumore acuto e fastidioso che era seguito allo sfregare di quella sul pavimento. Era troppo intento ad esultare sventolando in aria il suo quaderno di matematica: finalmente aveva risolto un difficilissimo problema d’algebra. “Sono un vero tensai!Ah ah ah!” Rideva pieno di sé inarcando leggermente la schiena e poggiandosi le mani sui fianchi. Davanti a sé la scrivania ricoperta di cartacce appallottolate qua e là, testimonianza dei suoi innumerevoli tentativi di risolvere l'esercizio. “Hn, do'hao la vuoi piantare? Non riesco a concentrarmi...” Disteso sul letto del rossino e poggiato su un gomito stava Kaede Rukawa, che sbuffava ancora intento a terminare il suo compito. Era da diversi giorni che i due ragazzi studiavano insieme, anche perché avvicinandosi gli esami si erano resi conto d’essere parecchio indietro con il programma e in quel modo speravano di potersi aiutare a vicenda. Due menti in fondo erano meglio di una. Le teste più calde di tutto lo Shohoku avrebbero pur combinato qualcosa di buono assieme, no? Nell'esprimere il suo disappunto alle grida del rossino, Rukawa non aveva sollevato lo sguardo che continuava ad essere assorto sull'esercizio. Il soffice copriletto color smeraldo sul quale era disteso e le pieghe che lo caratterizzavano, facevano sembrare Kaede come adagiato su sensuali onde marine. Inoltre quel colore metteva in risalto i suoi bellissimi occhi turchesi che, sotto la luce che filtrava dalla finestra, assumevano sfumature verdastre. “Mh, schiappa di una kitsune, muoviti!” Lo stuzzicò Sakuragi, mentre si sedeva a cavalcioni sulla sedia poggiando il petto sullo schienale in direzione di Rukawa. Smise così di parlare per non disturbare il suo ragazzo, ma non si privò certo di ammirare la sua posizione altamente seducente. “Mi deconcentri do'hao...” Disse Rukawa senza alzare lo sguardo, mentre scriveva qualcosa sul quaderno. “Io non ho fiatato!” Esclamò ironico il rosso, sapendo bene quanto dava fastidio a Kaede sentirsi 'sotto esame'. Strano per un tipo come il moretto, abituato a stuoli di ragazzine adoranti e ai riflettori puntati addosso per il suo talento. Ma una cosa erano le masse informi che lui ignorava palesemente, un'altra il suo do'hao, il cui sguardo, unico nel suo genere, poteva scatenare reazioni e pensieri non troppo adeguati alle normali situazioni. “Ho finito!” Rukawa finalmente alzò lo sguardo soddisfatto per incontrare quello simile di Hanamichi: la sfida era aperta. Il rossino afferrò il suo quaderno aprendolo in direzione di Kaede. “453ab! È il risultato!” Esordì con convinzione.
“Hn, incapace...è 78a...” Sospirò Rukawa incrociando le braccia, mentre si sedeva comodo sul letto. Non aveva alcun dubbio sul procedimento, lo aveva studiato più volte. “Eh? Ma ne sei certo?” L'entusiasmo del rossino vacillò, anche perché fino a quel momento era stato il moro a fare la maggior parte degli esercizi giusti, cercando di spiegare a Sakuragi ciò che lui aveva capito. “Ero convinto di averlo fatto bene questa volta...”. Pigolò il rosso accasciandosi sulla sedia. “Devi applicarti di più do'hao.”Rukawa aveva un sorriso di trionfo. Afferrò il libro sfogliandolo verso l'ultima pagina e cercando l'esercizio corrispondente. “Vedi? Il risultato esatto è 453ab...eh?” Kaede sbiancò. “CHE COSA?” Hanamichi balzò sul letto strappando il libro dalle mani di Rukawa per accertarsi con i propri occhi se aveva davvero ottenuto lui il giusto risultato. “Lo sapevo! Sono un tensai!” Esultò riprendendo la sua risata da genio sublime. “Chi sarebbe l'incapace, Rukawa?” Guardò il compagno con superiorità, scandendo per bene il cognome, sottolineando l'ironica formalità del tono usato. Kaede s'imbronciò deluso, evitando lo sguardo del ragazzo. Lui odiava perdere e soprattutto odiava perdere contro Hanamichi. Sapeva bene che ogni volta che il rosso faceva qualcosa in più di lui glielo avrebbe ricordato per un'intera settimana, ripetendoglielo ad ogni occasione. La cosa non lo entusiasmava per nulla... “Non avevi fiducia nelle mie doti di genio, eh Ru?” Domandò il rosso allungando la mano per rubare al compagno la penna che teneva intrappolata fra le dita. Il moro non lo degnava di uno sguardo. “Ripeto l'esercizio!” Pronunciò questi con fermezza. Se c'era riuscito il do'hao ci doveva riuscire pure lui! Ma Hanamichi non era dello stesso parere. “No, no, cara la mia volpaccia...” Disse con disappunto, chiudendo il quaderno di Kaede e poggiandolo sul comodino. “Non posso lasciarti fare così, dopo che hai messo in dubbio le doti del tensai...”. Era inginocchiato sul letto e, sussurrando quelle parole con sensualità, si sporse verso le labbra invitanti del suo ragazzo, mordicchiandole un poco. Kaede a quel contatto sentì il suo corpo rabbrividire e finalmente mosse i suoi occhi nella direzione di quelli di Sakuragi. Non c'era più insoddisfazione nel suo sguardo, solo un'intensa sete di gioco che si alimentava sempre di più a contatto con la brace dentro la quale si specchiava. “...non credevo che i do'hao s'intendessero di matematica...”. Sussurrò sulle sue labbra allungando la lingua per percorrerla sulla pelle vellutata del mento. “I do'hao no...ma i tensai sì...” Terminò il rossino prima di spezzare le sue parole con un improvviso bacio, catturando la bocca di Rukawa e impedendogli di ribattere. A quel gesto improvviso dalla gola del moro scappò un gemito di sorpresa, subito soffocato dal calore e dalla passione della lingua di Hanamichi che prese possesso della sua. Il rossino spinse il suo ragazzo indietro, costringendolo ad appoggiarsi allo schienale del letto, mentre con le proprie mani afferrò i polsi del ragazzo bloccandoli sotto la sua presa.
“Ora puniamo questa volpetta ritrosa...” Sakuragi, dopo aver abbandonato le umide labbra di Rukawa, fece scivolare la lingua al centro del suo mento e poi giù per il collo, premendo un poco, mentre il moro gettava la testa all'indietro offrendosi completamente al suo ragazzo, mostrandogli la vena pulsante della sua giugulare. Il rossino nella sua discesa raggiunse il colletto della camicia bianca di Kaede, facendosi strada con la lingua nell'apertura dei primi due bottoni slacciati. “Mh...” Kaede gemette, cercando di respirare profondamente; non voleva perdere subito il controllo, anche se con Hanamichi sapeva essere difficile. Il do'hao era l'unica persona capace di azzerare la sua fredda mente razionale. “E uno...” Sussurrò Sakuragi dopo aver slacciato un bottone con la bocca, aiutandosi con i denti, per poi dedicarsi nell'immediato a quello successivo. “...due...” Ad ogni allentamento il rosso passava la sua lingua sui lembi di pelle appena liberati, scendendo a poco a poco sempre più giù, finché non gli rimase solo l'ultimo bottone. Ma il ragazzo decise di non liberarlo subito, dedicandosi invece all'ombelico che si offriva ai suoi occhi, stuzzicandolo con la lingua, spingendosi al suo interno e percorrendone la forma circolare. “Ah, Hana...” Ansimava Kaede, nel tentativo di liberarsi invano dalla presa del rossino sulle sue mani. Voleva toccarlo, affondare le dita nei suoi capelli, impadronirsi della sua pelle, ma quella prigionia glielo impediva, facendolo agonizzare ancora di più. Infine l'ultimo bottone fu sciolto e con esso anche i polsi di Rukawa improvvisamente si ritrovarono liberi dalle mani di Hanamichi, che si mossero svelte sul petto del moro pronte a sfilare definitivamente quella camicia dal suo torace. Liberato dall'indumento fastidioso, il petto scolpito di Rukawa si offriva completamente alla vista del rossino, che poteva ammirarlo per la bellezza delle forme, il candido colore della pelle diafana, resa più viva dai raggi del sole che, simili a delle lame, la illuminavano trasversalmente. Sakuragi e Rukawa si fissarono per alcuni istanti...nei loro occhi si era acceso un reciproco desiderio. Il rosso afferrò le spalle del moretto per spingerlo verso di sé ed avventarsi nuovamente sulle invitanti labbra, quando un forte rumore crescente arrivò dal corridoio. Prima che i ragazzi potessero rendersi conto che si trattasse di una corsa, la porta della camera si aprì di scatto sbattendo sulla parete. “Hanachaaaaaan! Fammi girareeeeeee!!” Asuka, la sorellina di Hanamichi, era piombata nella camera come un terremoto, pronta a giocare con suo fratello. Era ormai un rito che quando tornasse da scuola il ragazzo dovesse prenderla in braccio e farla roteare nell'aria, tenendola sotto le spalle. “Aah! Asuka!” Esclamarono improvvisamente spaventati i due, mentre Sakuragi balzava a sedere sul letto e Rukawa cercava la sua camicia lanciata chissà dove dal compagno. Erano entrambi imbarazzatissimi. “Che cosa stavate facendo?” Asuka, fermatasi a pochi passi dal letto, aveva lo sguardo dubbioso; i suoi lunghi ricci rossi, che cadevano ribelli sulle guance e le spalle, risaltavano inoltre il tono un poco accusatorio della sua voce. “Bè...” Il rossino si guardò intorno spaesato, incapace di farsi venire in mente qualche genialata. Solo Kaede, con noncuranza, afferrò il libro dal comodino per aprirlo sul letto ad una pagina qualsiasi. “Hn, studiavamo...” Disse con la massima serietà fingendo di leggere. La bambina saltellando si avvicinò al letto e il fratello la prese subito in braccio sorridendo sornione. “Eh eh, sì...studiavamo inglese!” Esclamò, così confuso da non ricordare neppure la materia in cui si stavano esercitando. Rukawa lo guardò con fare interrogativo. “E ora...si vola!” Sakuragi si alzò dal letto con in braccio Asuka, facendola roteare nell'aria per distrarla da quell'assurda situazione...farsi cogliere in flagrante dalla sua sorellina non era certo l'ideale... 'Ma perché diamine non abbiamo chiuso la porta?' Pensò, dandosi del vero do'hao. “Ma quello è il libro di matematica!” Esclamò Asuka appena fu di nuovo con i piedi per terra, indicando con perspicacia il manuale sul letto e guardando il fratello con fare sospetto. “Eh? Bè...ecco...noi...studiavamo i numeri in inglese!” Esordì Hanamichi con la prima idea che gli era balzata in testa. “Non è vero Kaede?” Il moro lo guardò non troppo convinto, ma non poté fare altro che assecondare il ragazzo. “Hn, sì...” Asuka era sorpresa, guardava il libro e poi loro due. Infine sospirò, gettandosi indietro una ciocca riccia che le cadeva sul collo. “Pfiù, che ignoranti...se volete ve li insegno io i numeri in inglese, li abbiamo fatti all'inizio dell'anno!” Esclamò con sufficienza la bambina che frequentava la terza elementare. Sakuragi e Rukawa, allibiti per la tagliente risposta della bimba, risero nervosamente. “Ma perché Kaede è nudo? Che svergognato!” Constatò poi Asuka, incrociando le braccia non contenta di quello spettacolo. “Che cosa stavate facendo?” Kaede avvampò di colpo, non aspettandosi la domanda così diretta della bambina, mentre Sakuragi ormai era rassegnato al terzo grado. Purtroppo conosceva benissimo la sorellina. “Hn, Asuka, io...” Rukawa cercò, con tono serio, di dare una spiegazione, ma la bimba lo precedette. “Non è che facevate quelle cose che fanno i grandi?” “Asuka!” La richiamò Hanamichi sconvolto dalle parole della sorellina. Kaede era sbigottito. “Hana, ma che diavolo raccontate ad una bimba di sette anni?” Domandò guardando il ragazzo di sottecchi. “No, ecco, non lo so...” Il rosso non sapeva che dire. “Quelle cose che fanno i grandi, quando si spogliano e si danno i baci per fare nascere i bambini!” Spiegò Asuka con convinzione ed atteggiamento da saputella. “Eh?” I due ragazzi si guardarono...soffocando poi una risata, sollevati. “Chi fa nascere i bambini?” Improvvisamente la signora Sakuragi si affacciò nella stanza del figlio, trovando la porta spalancata.
“Mamma!” Esclamò Hanamichi imbarazzatissimo. “Signora!” Rukawa trovò finalmente la sua camicia finita non si sa come sotto il letto, e subito cercò di infilarsela. La donna si fermò sul posto, osservando curiosa la scena davanti ai suoi occhi, ma non sembrò turbata, forse solo un po' incuriosita. “Bè, ecco, stavo solo spiegando ad Asuka che Kaede aveva caldo, per questo sta a petto nudo. Lei si pensava chissà cosa!” Hanamichi, sentendo la coda bruciare, sfoggiò il suo sorriso più convincente, sperando che Asuka non tirasse fuori altre imbarazzanti domande e che la madre abboccasse a quella scusa. Peccato che ricevette in testa un piccolo pugno da parte di uno scontento Rukawa, accompagnato da un breve “Do'hao!”. “...la stanza è un forno...eh eh eh...” Hanamichi era sempre più nervoso, ma cercava di mantenere un sorriso ormai paralizzato sulle sue labbra. “Tesoro...” Sorrise dolcemente la donna sospirando un poco ed avanzando verso la finestra. “ Bastava aprire questa...a quest'ora il sole batte sulla tua stanza...”. Disse con gentilezza, mentre apriva la finestra lasciando entrare dell'aria respirabile nei polmoni dei due agitatissimi ragazzi. Kaede e Hanamichi si scambiarono uno sguardo di sollievo. “Ti fermi a cena Kaede?” Chiese poi la donna prima di abbandonare la camera. Il moretto era ancora stordito e un poco rosso in viso. “Hn...non so...” “Certo che si ferma!” Lo contraddisse Sakuragi, ottenendo in cambio un'occhiata trucida dal suo ragazzo, troppo imbarazzato per poter affrontare una cena con il suo tipico self control. Ma ormai era fatta. “Bene, allora vi chiamo quando è pronto...continuate pure a studiare, ma fate uscire Asuka se dovete poi proteggervi dal freddo!” Sorrise infine, prima di chiudersi la porta alle spalle. I due ragazzi ammutolirono per quella battuta che, alle loro orecchie, parve molto ironica. Asuka, seduta ancora sulle ginocchia del fratello li guardò entrambi. “In che senso dovete proteggervi dal freddo?”
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“Il tensai è arrivato!” Sbraitò platealmente Sakuragi non appena entrò in cucina. “Ciao figliolo! Oh, Kaede, che sorpresa, ci sei anche tu?”Il signor Sakamoto, marito della signora Sakuragi, sorrise con tanta gentilezza al numero undici appena lo vide affacciarsi in soggiorno. Quest'ultimo ricambiò il saluto accennando un piccolo, ma sincero sorriso. Apprezzava molto il patrigno di Hanamichi. “Hai visto papà? Oggi hai qualcuno con cui parlare di basket! Sono un vero tensai che pensa a tutto! Wah, wah, wah!” “Veramente è merito mio che l'ho invitato a cena!” Si affacciò la signora dall'angolo cottura, minacciando tutti con il coltello da cucina che aveva in mano. “Che dici? Io l'ho portato a casa!” Si difese Sakuragi per nulla intimorito. “Ma io gli ho detto di fermarsi! Tu l'avresti lasciato andare via senza cena!” “Vieni, vieni figliolo, mettiamoci in salvo! Quando Hana e sua madre cominciano a discutere, non li ferma più nessuno!” L'uomo diede una pacca divertita sulla spalla di Kaede, indicandogli il soggiorno. “Sì, signor Sakamoto...meglio dileguarci... quando Hana vuole avere ragione scatenerebbe il finimondo pur di ottenerlo!” Sospirò rassegnato il moretto. “Hey, non chiamarmi signore! Chiamami pure Taro, senza formalità...!” Gli sorrise l'uomo rassicurandolo. Rukawa celò un leggero rossore nel sentire quelle parole. Annuì poi in silenzio, osservando le spalle di quell'uomo gentile e dal fare paterno. Quando era in sua compagnia provava un tiepido calore dentro il petto. Lui non aveva mai avuto una figura paterna che lo crescesse. Certo, aveva vissuto con i nonni fino a tre anni, ma non aveva un gran ricordo di loro. Infatti, non appena sua madre Ruriko compì la maggiore età, decise di prendere Kaede e andare via di casa, per poter vivere sola con lui. In seguito non ebbe alcun uomo, finché non trovò Setsuna...ma nonostante l'atteggiamento e l'apparenza, lei rimaneva pur sempre una donna! Forse era per questo che il signor Sakamoto gli piaceva così tanto, quell'uomo gli dimostrava una gentilezza e un affetto che il ragazzo non aveva mai ricevuto da alcun uomo adulto. Era quasi come avere finalmente un padre... “ Siediti pure, intanto che Midori prepara la cena guardiamo la partita del NBA!” Il signor Sakamoto invitò il ragazzo a sedersi di fianco a lui sul divano, di fronte al televisore che prontamente accese su un canale di sport. “Hn, ci sto!” Esclamò con sorriso d'intesa Kaede, sedendosi al suo fianco.
“Che guardi?” Domandò curiosa la signora Sakuragi rivolgendosi al figlio, che scovò sbirciare furtivamente verso il soggiorno in direzione dei due seduti sul divano. Avevano da poco finito il loro battibeccare. “Uh? Nulla!” Rispose arrossendo Hanamichi, sentendosi messo a nudo. Poi però si rilassò. “Sono contento che Rukawa e Taro vadano d'accordo...Kaede non è un tipo che ama esprimersi, invece con papà parla molto, di basket soprattutto!” Sorrise fra sè. “ Bè...parlare molto è un parolone!” Scherzò poi, strizzando un occhio verso la madre che gli passava i piatti per apparecchiare la tavola. “Quindi sei contento?” Chiese la donna, alzando gli occhi per incrociare quelli del figlio. Il suo tono sembrò tingersi di una lieve incertezza.
“Eh? Certo che sono contento! A me il basket piace, ma come sport da praticare! Le partite degli altri, se non quelle degli avversari prossimi della mia squadra, mi annoiano! Non riuscirei a seguirne o parlarne come fanno quella kitsune e il vecchio!” Scherzò il rosso, rassicurando la madre. Si era reso conto del tono assunto dalla voce della donna e non capiva dove volesse portarlo.
“Senti, Hana...” Midori tremava un poco, come se stesse per fare un’importante confessione. “Mi dispiace non averti dato alcuna scelta...”. Il rossino la osservò in quegli istanti, davvero sorpreso. “Che dici, mamma? Scelta di cosa?” “Del mio secondo matrimonio...ho deciso tutto, senza chiederti cosa ne pensavi...in fondo tu un padre ce l'hai avuto...”. Solo con quelle parole Hanamichi capì cosa volesse dire sua madre. “Uff, sei la solita...prima fai i danni e poi chiedi scusa...”. La rimproverò Sakuragi, in tono fintamente arrabbiato. “Io sono proprio uguale a te! Ecco da chi ho preso!” Appoggiò l'ultimo bicchiere sul tavolo prima di sedersi di fronte la donna per poterla guardare meglio negli occhi. “Mamma...” Si rivolse con dolcezza. “Non hai sbagliato nulla! Sono io che non capivo all'inizio e me la sono presa...egoisticamente pensavo che tu da 'brava madre' e 'brava moglie' dovessi accudire i figli e rimanere devota al tuo primo marito, mio padre. Mi sembrava quasi che stando con un altro uomo tu tradissi il ricordo di papà. Ma mi sono reso conto che tu sei una persona, una donna con i suoi bisogni d’affetto, con il bisogno di sentirsi apprezzata e appoggiata...prima d’essere madre sei questo. E io non posso impedirti di vivere la tua vita...non ne ho alcun diritto. Questo l'ho capito col tempo, mamma!Sono stato un vero do'hao, come direbbe Kaede!” Rise, facendo quella battuta per spezzare l'atmosfera tesa. “Hana...”La donna era commossa dalle parole del figlio. “Mamma, io non ti giudicherò mai per le tue scelte, per quelle che fai per te stessa! Da me avrai sempre appoggio! Basta che poi non te ne scappi con qualche ricco signorotto e ci abbandoni qui! Allora sì che mi alleo con Taro e veniamo a cercarti!” Scherzò ridendo. “Grazie Hana, grazie davvero...” La signora Sakuragi sorrise avvicinandosi per dare un bacio in silenzio sulla fronte del figlio e riprendere poi a cucinare. L'aria intanto si era colmata di un denso profumo di stufato, dal quale si poteva cogliere il fresco sapore del sedano appassito col bollore. “Tesoro...” Riprese all'improvviso la donna, ormai di spalle al figlio. “Sappi che anche da me avrai il massimo appoggio per le tue scelte...io non ti giudicherò mai...”. “Cos...” Il ragazzo ebbe un tuffo al cuore, sentendosi toccato per quelle parole di sua madre. Si chiese se si riferisse alla sua relazione con Rukawa. Che l'avesse capito? Forse no...parlava in generale, si convinse. “Kaede mi piace molto...hai davvero buon gusto...”. Aggiunse la donna, prima che il rossino potesse terminare le sue spiegazioni mentali. “Ma...ma...” Il ragazzo non riuscì a replicare, sua madre lo aveva spiazzato. “A me invece non piace! Non vuole mai farmi giocare!” Asuka, balzata in cucina, aveva un'espressione corrucciata. A Sakuragi, nel vederla col broncio venne da sorridere pensando che Rukawa giocasse con lei, ma che non riusciva mai a reggerne il ritmo e la testardaggine, e quindi alla fine rinunciava. “Dai, ci pensa il tensai!” La prese in braccio per farla girare nuovamente. “Ma quindi tu e Kaede vi sposate fratellone?” “Asuka!” Esclamarono in coro madre e figlio.
“Mmmmh...do'hao...” Kaede mugolava qualcosa, mentre nel letto si stringeva al corpo tiepido di Hanamichi, poggiando la guancia sulla sua spalla e respirando sul suo collo che fremeva sotto quel delicato soffio. Il rossino, invece, ridacchiava nel sonno facendo chissà quali sogni da eroe. Probabilmente sognava che il tensai sconfiggesse in un one to one Akira Sendo, oppure che umiliasse la nobuscimmia di fronte a tutti i più grandi giocatori della prefettura. Mentre la sua mente elaborava tutte queste immagini, Hanamichi stringeva forte fra le sue braccia Kaede, con possesso, come se avesse paura che la kitsune potesse sfuggirgli in qualche modo. Il moretto non era per nulla infastidito da quella stretta decisa che, anzi, lo faceva accoccolare ancora di più sul corpo del compagno, conciliandogli il sonno. Da quando aveva scoperto le braccia di Sakuragi, Rukawa aveva iniziato ad amare ancora di più il suo sacro sonno: spesso costringeva il rossino a saltare con lui le lezioni e dormire nella terrazza della scuola, per poter avere il suo 'letto preferito' fra le braccia. Rukawa era in dormiveglia e con le mani cercava l'ampia schiena del suo ragazzo, accarezzandola con cura, seguendone le forme e scendendo poi verso le natiche, che prese a palpare con insistenza. Il trattamento sembrava piacere al rossino che cominciava ad emettere confusi suoni d’approvazione. “...mh, kitsune.” La sua voce impastata si scioglieva fra i capelli di Kaede, mentre le sue mani si risvegliavano, accarezzando le gambe del moro con la punta delle dita, elettrizzando la sua pelle. La mano di Hanamichi cominciò a risalire dal ginocchio, lentamente, raggiungendo l'interno coscia del ragazzo pronta ad insinuarsi nel basso ventre fino a scovare il membro già in fase di risveglio del compagno. Almeno c'era una parte di lui che non faceva fatica a svegliarsi! “Ah...” Entrambi i ragazzi soffocarono un gemito, sotto il contatto delle reciproche mani. Sakuragi ormai si era completamente risvegliato, i suoi occhi ancora arrossati potevano vedere l'espressione di godimento che Kaede aveva assunto, nonostante avesse ancora gli occhi chiusi. Il rossino approfondiva il suo tocco, facendo scivolare il sesso del compagno nella propria mano, in un movimento crescente. Ad avvolgerli in quel contatto intimo, vi erano delle setose lenzuola bianche e una morbida coperta azzurra che sembrava proteggerli dal mondo esterno. Persi in quello scambio di piacere, il respiro dei due ragazzi si faceva sempre più veloce... Improvvisamente, senza udire alcun avvertimento, la porta della stanza si aprì di scatto. “Kaede, tesoruccio! La mamma è tornat...” Ruriko, mamma di Kaede, si era inchiodata sulla porta senza parole, sconcertata. Nel bloccarsi aveva lasciato che la sua borsettina di Hello Kitty cadesse a terra. Hanamichi era rimasto altrettanto di ghiaccio non appena la donna era entrata in stanza, lasciando immediatamente la presa dal corpo di Kaede; fortuna che c'erano le coperte a nascondere quello che stavano facendo. “Voi...voi...” Ruriko non riusciva a parlare, il suo sguardo sbarrato continuava a rimanere fisso sul letto del figlio. “No signora, noi non facevamo nulla di male, davvero...non fraintenda...”. Balbettò il rossino mordendosi le dita. “Da...davvero?” La donna era confusa. Sakuragi, notando la titubanza della signora, che sapeva essere un po' ingenua, cercò appoggio nel suo ragazzo. “Ma certo! Diglielo pure tu, Kaed...” Si rivolse verso Rukawa notando...che dormiva beato ancora abbracciato a lui. “Argh, Kaede, sveglia!” Lo scosse Hanamichi sbraitando. “Hm, do'hao...ho sonno...” Kaede si accucciava sempre più sul corpo del suo ragazzo, mentre la madre lo osservava con ansia e spaesamento. “Lo sai che non perdono chi disturba il mio sonno...”. Aggiunse ancora in dormiveglia. “Sì sì, ne subirò le conseguenze, ma svegliati, per favore...”. Il rosso era sempre più agitato. Finalmente, con comodo e con grande sforzo, Rukawa aprì gli occhi. Si stiracchiò un pochino, stropicciandosi le palpebre, mentre sbadigliava infastidito per quel risveglio costretto. Si sollevò di schiena notando una figura di fronte a sè: gonna a campana fino al ginocchio ornata di pizzi e pieghe morbide, maglietta a manica lunga con dei lacci sul petto, color verde acqua, capelli lisci neri che scendevano delicati sulle spalle. “Mh, ciao mamma, che ore sono?” Domandò un po' stordito Rukawa, liberandosi delle coperte e scendendo dal letto. Peccato fosse completamente nudo. “AAAAHH!!” Gridò Ruriko a quella vista, coprendosi gli occhi, mentre Kaede si tappava le orecchie con le dita, senza preoccuparsi più di tanto di quella reazione da parte della madre. Ruriko stava già per lasciare la stanza quando, voltandosi, urtò contro Setsuna accorsa in suo aiuto. “Tesoro, cosa succede?” Chiese preoccupata la donna, con ancora indosso la tuta rossa da motociclista. “Kaede...il mio Kaede...nudo...” Balbettava pigolando la signora Rukawa. “Cara, ma non è la prima volta che lo vedi così...è tuo figlio...”. La rassicurò Setsuna accarezzandole i capelli dolcemente. “No, non è quello...è che...è con un uomo! Ed è nudo pure lui!” Esclamò con gran disperazione Ruriko, indicando la stanza alle sue spalle. Setsuna si affacciò nella stanza, vedendo Kaede aggiustarsi il paio di boxer che si era appena indossato. Guardò poi in direzione del letto e, notando il rossissimo viso di Hanamichi, sorrise furbamente. “Ho capito!” Esclamò, strizzando un occhio verso il moro. “Hn?” Rukawa, non ancora padrone di tutte le sue facoltà mentali (per lui il risveglio era qualcosa di lungo e tormentato), si voltò verso il letto, notando il suo Hana accovacciato sotto le coperte rigido come il marmo. “Do'hao, che ci fai qui?” Chiese sorpreso il moro. “Ma come cosa ci faccio qui, Kaede? Questo pomeriggio sono venuto a studiare...dovevo andare via per cena...aaargh, sono già le 10!” S'infuriò il rossino. Come al solito Kaede, dopo il risveglio, malapena sapeva il proprio nome. Rukawa, come imbambolato, si sforzò di pensare. Dopo l'esperienza della sera prima, lui e il suo do'hao si erano imposti un pomeriggio di studio selvaggio, ripromettendosi di finire il programma del semestre in una sola serata! Questa volta avevano deciso di studiare a casa di Kaede poiché per tutto il giorno sua madre e Setsuna con il piccolo Yugo sarebbero state fuori. Sakuragi si era così ripromesso di andare via non appena avessero finito di studiare e prima del rientro delle due donne. Ancora non le aveva conosciute e non si sentiva mai pronto a presentarsi. Peccato che quel pomeriggio ad essere selvaggio non fu lo studio, per i due ragazzi. Purtroppo si resero ben conto che era impossibile tentare di studiare insieme...alla fine finivano per fare l'amore almeno tre volte di seguito, probabilmente per scaricare la tensione data dallo studio. Kaede cominciò a ricordare di aver praticamente costretto Hanamichi a stendersi nel letto con lui, perchè voleva stargli un po' abbracciato. Il rossino però gli aveva detto che se ne sarebbe andato di lì a poco, dato che, come disse lui scherzando, 'non voglio farmi trovare in questo stato'... Realizzato quanto accaduto Rukawa, vedendo la madre piagnucolare in quel modo fra le braccia di Setsuna, scrollò le spalle, sospirando in direzione di Hanamichi che lo guardava incerto sul da farsi. Intanto Setsuna continuava ad accarezzare la testa di Ruriko nel tentativo di calmarla. “Tesoro, non è successo nulla...non sei contenta? È un ragazzo! Anche Kaede è come noi!” Le sorrise costringendo la donna a guardarla negli occhi. Ma Ruriko sembrava non volere sentire ragioni. “Ma...ma...è il mio bambino!Il mio piccolo Kaede che fa queste cose...oh, il mio bimbo! Non posso pensarci!” Hanamichi era esterrefatto, non sapeva se sorridere per quella reazione o disperarsi ancora di più... La donna schivò Setsuna allontanandosi di corsa e tenendosi il viso coperto con le mani. Setsuna fece un profondo respiro colmo di comprensione. “ Ci parlo io...” Disse poi in direzione di Rukawa, ottenendo un rassegnato consenso da quest'ultimo prima di chiudere la porta della stanza. “Lo sapevo!” Sbuffò il moretto con un lieve sorriso, sedendosi sul bordo del letto. “Eh? In che senso?” Chiese il rosso sentendosi sollevato nel sentirsi chiuso nella stanza. “Sapevo che avrebbe avuto questa reazione...sia nel vedermi così con te, sia se glielo avessi soltanto detto...per questo rimandavo sempre il momento della vostra conoscenza...”. “Mi dispiace...non pensavo...” Si rammaricò Hanamichi grattandosi la testa imbarazzato. “Hn? No, che dici! Tranquillo! Ora è tutto a posto!” Rukawa non sembrava per nulla preoccupato, anzi, sembrava quasi divertito per aver previsto quella situazione. “Mia madre è proprio una ragazzina. Ha reazioni da ragazzina...ora Setsuna le dirà che non c'è nulla di cui preoccuparsi e tornerà tutto come prima. È come una bambina che è rassicurata dai genitori!” Scherzò Kaede con una nota di dolcezza nel timbro della voce. Sakuragi afferrò bene il concetto espresso dal suo ragazzo. “È molto attaccata a te...” Constatò sorridendo. “Sì...lo sai...mi ha partorito a 16 anni... i miei nonni per la vergogna non volevano neanche che mi tenesse...ma lei nonostante l'età era già molto testarda e decise che avrebbe portato a termine la gravidanza. Una volta mi disse che lei ci teneva tantissimo e già da allora era certa di volermi...”. Sakuragi ascoltava in silenzio la tenera confessione che Kaede gli stava facendo e si rese conto che, nonostante il suo tono sembrava ricalcare un discorso privo d'importanza, in verità quello era solo un atteggiamento di superficie per affrontare il peso di quei ricordi. “...contro ogni volontà in famiglia mia madre partorì. Si mise subito a lavorare perché non voleva dipendere dai suoi genitori, che la rimproveravano sempre per il suo comportamento poco dignitoso. Volevano anche farla sposare con un tizio per coprire l'accaduto e tappare le voci della gente. Un matrimonio tampone...fortunatamente mia madre seppe imporsi, rifiutando queste follie e, compiuta la maggiore età, se ne andò di casa portandomi con sè. Io avevo solo cinque anni. E fino a tre anni fa io e lei abbiamo vissuto praticamente soli, cioè io e lei insieme e basta. Si è creato un forte legame fra noi...per questo si è attaccata in questo modo...”. Sospirò Kaede bonariamente. “Già...ma è stata davvero molto forte e tenace...non è da tutti...” Aggiunse Hanamichi, ammirando con sincerità il coraggio di Ruriko. “Hn, è vero! Nonostante il suo comportamento un po' svampito e infantile è una donna davvero forte. Io la ricordo sempre così mia madre e forse è stato proprio questo suo modo un po' giocoso di affrontare le cose che l'ha aiutata ad affrontare la vita...e poi l'avermi partorito così giovane ha fissato questo suo comportamento...dovrebbe crescere un pochino...no?” Kaede un po' imbronciato cercò conferma negli occhi del rossino. “Ah, ah, ah! Secondo me rimarrà sempre così...è bello però!” Esclamò questi entusiasta. Ma il moro non era dello stesso parere. “Grrr, colpa di Setsuna, la vizia! La porta fuori a cena, le fa i regali per ogni ricorrenza, le porta i fiori, le apre pure la portina quando salgono in macchina o entrano in un locale!” “Bè, secondo me la tua mamma ha proprio bisogno di queste cose...non le ha mai provate, è giusto che almeno ora si senta desiderata e importante.” “Mh, sarà...” Sbuffò Kaede un po' malcontento, cercando sollievo nelle labbra del suo ragazzo, spingendosi verso di lui. “Mmmmm...scendiamo giù?” Domandò Rukawa allontanandosi dalla bocca succosa di Hanamichi, facendolo entrare in panico. “EH? Che diavolo dici? Baka kitsune!Tua mamma mi spella!” “Uff, do'hao! A quest'ora è tutto risolto...”
Pochi minuti dopo, in seguito ad un'attenta vestizione, i due ragazzi si recarono in cucina. “Piacere! Sono Ruriko Rukawa!” La mamma di Kaede accolse Hanamichi con uno splendido sorriso sulle labbra. “Scusatemi per prima, ma non me lo aspettavo! Setsuna mi ha fatto capire di avere esagerato, non c'era motivo di reagire così...è che Kaede mi sembra sempre un bambino, non mi accorgo che ha già 15 anni...”. “Mamma, ne ho 17!” Sbuffò Kaede spazientito.
Hanamichi constatò che Rukawa avesse ragione: grazie a Setsuna sua madre aveva ripreso la padronanza di sè ma, nonostante tutto, non poté comunque non arrossire pensando a quello che era successo. “Piacere signora, io sono Hanamichi Sakuragi!” Rispose infine, stringendole la mano. Poi salutò anche Setsuna che si presentò a lui. “Visto, tesoro? Si vede che è un bravo ragazzo...” Setsuna rassicurò ancora di più la sua donna, accarezzandole una guancia. “Oh, amore è vero!” Rispose Ruriko con occhi trasognanti. Le due donne si scambiarono un casto bacio sulle labbra. “Oh, no! Le smancerie no, vi prego!” Si disperò Kaede, afferrando il braccio di Hana per trascinarlo fuori dalla stanza, fermandosi poi notando il piccolo Yugo affacciato alla porta curioso. “Yugo!” Lo riprese Kaede, ma prima che potesse allontanarlo, sua madre lo precedette e prese il piccolo in braccio. “Yugo tesoro!” Esclamò contenta scompigliandogli i lisci capelli tenuti con un corto caschetto. “Mamma Ruriko! Cosa facevate tu e mamma Setsuna?” Chiese con innocenza il bimbo. “Ci scambiavamo tanto affetto!”Rispose tutta contenta Ruriko. Kaede cominciava ad avere la nausea. “Ah!” Ruriko sembrò avere un pensiero improvviso, velocemente lasciò Yugo fra le braccia della madre e corse verso Kaede afferrandogli un braccio. “Stai bene?” Gli chiese apprensiva. “Hn?” Rukawa non capiva... “Ti fa male da qualche parte?” Sembrava molto preoccupata... “Hn, ma che intend...” Inizialmente Kaede non stava afferrando il concetto, ma notando Hanamichi avvampare furiosamente, capì il senso di quelle parole. Si trattenne con difficoltà dal non arrossire di colpo anche lui. Certo che sua madre non aveva limiti! Ma non si perse d'animo. “Tranquilla mamma! Sono io il ruolo attivo della coppia!” Esclamò con estrema convinzione. “CHECCOSA?!” La risposta evidentemente non piacque al rossino. “Ma se sono io che ti...” Una precisa e ben assestata gomitata nello stomaco fece retrocedere Hanamichi dai suoi propositi di verità. “Che cosa intendeva dire?” Ruriko si stava nuovamente agitando. “Nulla, nulla tesoro... vieni prepariamo qualcosa da bere per loro...”Setsuna distrasse ancora una volta Ruriko, strizzando divertita un occhio a Kaede che, per tutta risposta, la ignorò forzatamente. Lei aveva ben capito come stavano le cose. Poco dopo si trovavano tutti in soggiorno. Ruriko era intenta a spolverare i soprammobili con un piumino ed intanto canticchiava una canzone.
“Hn, è maniaca delle pulizie; quando è nervosa rispolvera ogni cosa almeno venti volte!” Disse ad alta voce Kaede, mentre beveva un'aranciata seduto su una poltroncina. Setsuna intanto armeggiava con il computer portatile, alla ricerca di un pezzo di ricambio per la sua moto nella rete internet. Hanamichi stava invece seduto per terra di fronte a Yugo; gli raccontava le imprese del grande tensai, mentre il bimbo lo guardava con occhi meravigliati. “Hn, do'hao...Asuka non se le beve di certo queste baggianate!” Lo stuzzicò Kaede, conoscendo bene l'ingenuità del 'fratellino'. “Baka, che dici? Queste sono tutte le verità sul tensai! Volpe diffidente!” Lo sgridò Sakuragi. “Oh, come si vogliono bene, non è vero Setsuna? Sembrano noi due all'inizio della nostra bellissima storia!” Sorrise emozionata Ruriko, mentre passava lo spolverino sul pc di Setsuna. “Già, tesoro...”Le rispose la donna ricambiando il sorriso. Sakuragi a quelle parole smise di parlare con Yugo e, stuzzicato dalla curiosità, rivolse a loro la sua attenzione. “Ma...come vi siete conosciute?” La domanda gli sorse spontanea, la espresse senza pensarci. “Do'hao!” Gli ringhiò Rukawa, facendolo sobbalzare. Hanamichi credette di aver fatto un grosso errore, ma ormai era troppo tardi. Gli occhi di Ruriko cominciarono a brillare. “Davvero lo vuoi sapere?” Chiese contenta; il rossino cominciava a starle proprio simpatico. “Oh, no...anche questa...” Si abbatté Rukawa sconfitto, distendendosi sul divano: quella storia la conosceva a memoria. Setsuna sorrise fra sè, sapeva quanto ci tenesse Ruriko a raccontare quella storia, e di quanto fosse felice nel sentire qualcuno interessarsi sinceramente a loro due. In fondo non poche volte si erano dovute scontare con i giudizi negativi della gente circa la loro relazione. “Allora...” Ruriko si alzò dal divano, cominciando a camminare nella stanza come se stesse recitando. Hanamichi deglutì, un po' in ansia e molto curioso. “Era una serata un po' scura, dove una delicata e romantica pioggerellina animava le vie della città...”. “Hn, c'era il diluvio...”Sospirò Kaede dal divano. “Io ero appena uscita dal lavoro, quel giorno la mia carrozza non voleva ripartire...” “...è l'auto...aveva il motore fuso...” Sbadigliò Kaede. “Mi stavo tutta inzuppando d'acqua facendo avanti indietro fra il posto di guida, per tentare di farla partire, e il motore...finché mi sentì protetta dalla pioggia. Mi voltai e davanti a me c'era Setsuna che mi copriva con il suo ombrello. Fin dal primo istante capì che sarebbe stata la donna della mia vita...”. “Peccato che capì fosse una donna solo dopo un mese che stavano uscendo insieme...”.
“Kaede!” Lo riprese Setsuna, in fondo anche lei divertita per i suoi 'fuoriscena', a cui comunque né Ruriko né Hanamichi avevano dato peso. Erano troppo coinvolti dalla storia. Anche Yugo, nonostante la conoscesse a memoria, la riascoltava come se fosse una vecchia fiaba. “Fu così gentile...” Ruriko aveva gli occhi pieni d'adorazione. “Riparò in breve tempo la mia auto, rimettendola a nuovo ma, notando che ero bagnata fradicia e cominciavo a starnutire, m’invitò a bere una cosa calda in un locale. E alla fine, preoccupata perché avevo un forte mal di testa forse dovuto al freddo, Setsuna mi scortò fino a casa con la sua moto, seguendo a breve distanza la mia auto. Che tesoro!” Ruriko si portò le mani alle guance con emozione. “E poi?” Chiese Hanamichi ansioso di sapere il seguito. Ruriko arrossì. “E poi, sotto il portone di casa...mi chiese se potevamo rivederci e, dopo aver acconsentito... mi ha dato un dolcissimo ed indimenticabile bacio!” Hanamichi era a bocca aperta. “Davvero? Ma...così...il primo giorno che vi siete viste?” Si voltò sorpreso verso Setsuna. “Certo, sono una donna intraprendente! Non bisogna perdere tempo!” Esclamò Setsuna continuando a leggere la schermata del pc e portando alle labbra una tazza di caffé. “Anche per voi è stato così?” Chiese improvvisamente curiosa Ruriko rivolta a Hanamichi. Ormai lo aveva preso in simpatia. Kaede, sentendo quella domanda, per poco si strozzava con il succo di frutta. “Ah, ah, ah! Veramente io e Kaede ci siamo picchiati la prima volta che ci siamo visti!” Esclamò imbarazzatissimo il rossino. “Hn, già!” Lo seguì Rukawa. “Oh, bè allora è stato come per noi!” Si emozionò Ruriko. “Hn? Mamma ti ho detto che ci siamo picchiati...”. “Bè, probabilmente quella è stata la vostra dimostrazione d'affetto... in fondo siete sempre degli uomini, le cose romantiche non fanno per voi! Oh, che carini!” Ruriko si stava perdendo in estasiate fantasticherie. Hanamichi si voltò allibito dal suo ragazzo, ormai rassegnato. “Andiamo do'hao!” Kaede prese il braccio del rossino sollevandolo da terra. “Accompagno Hana, altrimenti fa tardi!” Esclamò, mentre trascinava esasperato il confuso compagno fuori dalla stanza. “Ciao, Hana, torna presto a trovarci!” Salutò Setsuna sorridendo con velata malizia. “Ciao tensai!” Esclamò Yugo agitando la manina. “Kaede tesoro non fare tardi o la mamma si preoccupa!” Aggiunse infine Ruriko, mentre il figlio accennava un saluto disperato con la mano.
Poco dopo i due ragazzi camminavano in una strada deserta, illuminata da bianche luci artificiali.
“... finalmente!Non ne potevo più!” Esclamava Rukawa stiracchiandosi le braccia. “Eh, eh, eh! Che dici? Io mi stavo divertendo! Tua madre è davvero simpatica! E anche Setsuna è in gamba!” Constatò con sincerità Hanamichi. “Hn, sì...dici così perché non ci vivi ogni giorno...”. “Ma, va! Mi piace la tua famiglia alternativa!” “Hn, si? Allora potremmo scambiarci, tu vieni da me e io da te...!” “Eh? Scambiarci?” I due ragazzi si guardarono improvvisamente, cominciando a ridere ripensando a com’era iniziata per davvero la loro storia. “Se sapessero!” Esclamarono insieme. “Mh, Kitsune...”La voce di Hanamichi si fece un poco cupa. “Che c'è?” Il rossino si fermò sul posto. “Pensi che io sia poco romantico o dolce?” “Eh? Che diavolo dici, do'hao?” Kaede non capiva che cosa passasse per le testa del suo pazzo ragazzo. “Bè, ecco...”Sakuragi diventava sempre più rosso in viso, superando la tonalità dei suoi capelli. “Pensavo alle parole di Ruriko. La prima volta che ti ho visto ti ho picchiato e ancora adesso spesso cerco la rissa con te. Tua mamma dice che è perché siamo uomini...però se vuoi potrei cercare d’essere più romantico...come Setsuna!” Hanamichi sembrava davvero preoccupato, quel discorso lo aveva colpito seriamente. Forse non dimostrava davvero a Kaede quanto ci tenesse a lui...in fondo era vero che ancora adesso si picchiavano molto. Kaede lo guardava sorpreso, poi cominciò a pensarci su. “Questo significa che ti vedrò portarmi dei fiori, ricordarti di ogni anniversario, e magari aprirmi la porta della palestra o dei locali dove andiamo?” Il ragazzo non sembrava molto allettato all'idea. “Mah...non saprei...”Hanamichi sembrava davvero in crisi. “Hana...” Kaede gli rivolse uno sguardo dolce. Mentre continuavano a camminare gli cinse le spalle con il braccio. “Vai bene così come sei, do'hao!” Lo rassicurò, sussurrando quelle parole nel suo orecchio.
“Kae...” “Hn?” “E con lo studio come facciamo? Non abbiamo combinato molto in questi due giorni...”. “Hn, già. Né casa mia, né casa tua sono adatte...” “Forse dovremmo studiare ognuno per conto suo...così niente distrazioni e irruzioni improvvise...”. Hanamichi alzò un poco lo sguardo di fronte a sè, riflettendo sul da farsi. “Hn...” Kaede dispiaciuto, non era molto convinto. Però capiva cosa volesse dire il suo rossino. “Oppure c'è un altra soluzione!” Esclamò Sakuragi con il suo tono da tensai. “Hn, cioè?” Hanamichi si voltò da Rukawa guardandolo negli occhi con un leggero sorriso. Si sporse verso di lui e rubò un bacio a quelle morbide labbra. “Chiudiamo la porta a chiave...”
Fine.
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