F
Il virus A di
Sei-chan
- Credi che se non
stessi a cuore a tuo padre ti avrebbe costretto a imparare a badare a te
stesso?- Ora sei vivo, e questo lo devi solo all’affetto che tuo padre
nutre per te-.
- Sono... sempre stato
circondato da persone che mi hanno aiutato… forse… le aveva mandate
mio padre…-
- Ma… poi tu ti sei
mai confrontato con tuo padre? O meglio, ti sei mai confrontato con
qualcun altro? Secondo me, è meglio provare un sentimento qualsiasi verso
una persona piuttosto che essere indifferenti… va a finire che se uno si
tiene tutto dentro, poi scoppia. Ognuno riflette ciò che riceve, ma... io
preferirei anche essere odiato, piuttosto che essere indifferente a
qualcuno-.
- Hai ragione… non ho
mai saputo cosa pensasse veramente mio padre… ho sempre evitato il più
possibile di capirlo… di farmi capire, e ho sempre preso per buono tutto
quello che mi dicevano di lui, e alla fine… non sono riuscito a
diventare il figlio modello che lui voleva, e sono scappato. L’unica
cosa che ho avuto il coraggio di fare è stata scappare via di casa e
continuare a fuggire fino adesso… Ma ora ho deciso: smetterò di
fuggire-.
Gli occhi di Owaru sono
forti ed aperti. Ormai non mi fanno più paura. Ho deciso, e lui dice che
forse avevo deciso tutto già dall’inizio.
- Voglio aprire la
scatola nera che si trova fra i dati del vaso di Pandora. Voglio vedere i
dati al completo-.
- Ci sto! Mi sembra
divertente, e ti aiuterò!-
È un attimo. Owaru mi
afferra e mi stringe. Non so perché ma mi viene da piangere… gli sono
così grato… e il suo abbraccio, il suo corpo è così caldo… il suo
sorriso quando mi guarda negli occhi mi strega. Owaru…
- Ciao! Sei ancora qui?
Credevo fossi già andato a letto!-
- Anch’io pensavo che
tu fossi andato a letto!-
- Sono passato per
controllare che ci fossi andato tu. Stai bene? Mi sembri stanco-.
- Ho…lavorato tutto
il pomeriggio su quei dati… sì, sono un po’ stanco-.
Owaru sorride. - Che
cosa c’è?-
- Come, scusa?-
- Non hai il faccino da
buonanotte. C’è qualcosa che ti turba, vero?-
- Ecco, io, tu... lo
pensi davvero quello che hai detto prima?-
- A proposito di cosa?-
- Che preferiresti
essere odiato piuttosto che…-
- … essere
indifferente? Certo che lo penso, se no non l’avrei detto-.
- Anche da me?- la mia
voce è un sussurro, e un momento dopo mi auguro che non l’abbia
sentita.
- Anche da te cosa?
Essere odiato?-
Dico qualcosa, talmente
piano. Non so neanche io che cosa.
- Cosa hai detto,
Toshiro? C’è qualcosa che non va?-
Owaru mi si avvicina.
Il mio respiro si ferma, per un lungo istante mi guarda, poi con un
accenno di sorriso mi appoggia una mano sulla coscia. Un gesto casuale, lo
so. Si muove, ma è solo la mia impressione.
- Tu non mi sei
indifferente- sussurro tutto d’un fiato. Non riesco più a guardarlo in
viso, sta per prendersela, non mi rivolgerà più la parola.
- Davvero… non ti
sono indifferente?- mi sussurra altrettanto piano. In giro non c’è
nessuno; la stanza è in penombra. Sembra un dialogo fra fantasmi. Owaru
si appoggia un po’ di più alla sua mano, alla mia gamba. Vorrei
allontanarla, ho paura... ho paura che fra un momento desidererò che mi
tocchi, che mi stringa…
Afferro le sue dita.
Resiste, ma riesco ad allontanarle da me. Però… mentre vorrei
spingergliela via, qualcosa… forse lui, forse il mio stesso corpo, la
guida verso… verso il mio viso, desidero il suo tocco, desidero il suo
calore. Voglio baciarti, Owaru… voglio baciarti come sto baciando questa
mano, anche se forse per questo ti perderò per sempre… di nuovo mi
salgono le lacrime agli occhi, mentre mi illudo che la tua mano stia
carezzando il mio viso.
- Non ricominciare,
ora- la tua voce perentoria mi riporta alla realtà. Le lacrime
spariscono, io apro gli occhi solo per vedere dentro ai tuoi, per vedere
il tuo viso che si avvicina e mi bacia prepotentemente. Mi costringi a
reclinare il collo, e la tua lingua si fa strada nella mia bocca, le tue
mani mi sollevano la maglietta sui fianchi.
- Toshiro…-
No… non smettere,
Owaru… sali in ginocchio sul divano e mi afferri la vita fra le tue
gambe. Sono così caldo… eccitato… mi vergogno di me, non so cosa
fare…
- Lo vuoi, Toshiro?- mi
sussurri in un orecchio, il tuo corpo aderente al mio come una seconda
pelle. Mi accorgo di tremare, e forse stai pensando che non voglio…
- Sì…- mormoro, mi
sembra che tutte le mie forze se ne siano andate, ma riesco a sorriderti.
Sei così splendido, Owaru, ti voglio così tanto…
Mi tolgo la maglietta e
mi sdraio sul divano. Sono tuo, non permettermi di tirarmi indietro.
Sdraiati sopra di me...
sì… la tua maglietta sfrega contro la mia pelle nuda,
come se non bastasse ci sono le tue mani ad accarezzarmi… la tua
bocca a giocare con i miei capezzoli… voglio tutto di te, voglio
toccarti… guidi la mia mano sul tuo petto, mi aiuti a spogliarti, poi ti
togli la cintura, i pantaloni, e fai lo stesso con me. Devo muovere i
fianchi per lasciartelo fare, e tu imprigioni la mia schiena sollevata
nella tua carezza, scendi lungo le natiche, sulle gambe… mi togli anche
l’ultimo indumento e mi spingi ad aprirle, ma non c’è bisogno che mi
forzi… il mio corpo è qui per te, non so se te ne accorgi ma ti
voglio… ti voglio…
Ti sdrai sopra di me e
mi baci dappertutto. Non so se stringere le gambe su di te per trattenerti
addosso o aprirle ancora, per farmi accarezzare… dove mi stai toccando
ora.
- Owaru… Owaru…-
gemo, e non sussurro più, ormai è un grido, ma non m’interessa se mi
possono sentire, sono io che voglio sentirti, ora, Owaru.
- Owaru… adesso…
adesso, ti prego…-
Torni sul mio viso e mi
baci, la tua bocca inghiotte la mia mentre mi entri dentro, dolcemente.
Vorrei urlare. Le tue
labbra sigillano il mio grido di dolore. Mi sembra di scoppiare, di
bruciare vivo, è il tuo corpo che mi dà questo dolore, ma è anche il
tuo corpo che lentamente inizia a farmi provare piacere. Dapprima sono le
tue mani, su tutti i punti sensibili che conosci, le tue labbra lungo la
gola, il petto, poi sono le tue spinte che mi fanno scordare quanto mi hai
fatto male e i tuoi movimenti mi fanno scoprire un piacere che non ho mai
neanche immaginato, il mio corpo non è più il mio, non ci siamo più io
e te ma solo noi due, ti sento ansimare, gemere il mio nome, ormai ti
appartengo, Owaru, sì, Owaru…
Vengo solo un momento
prima di te, sento il mio liquido sulla tua pancia e poi subito il tuo
calore dentro di me, vieni con un ultimo, lungo sospiro e ti accasci su di
me. Ti sento sorridere sulla mia spalla, anche se non ti vedo il viso.
- Toshiro…- mormori
dolcemente, e mi sento scoppiare il cuore, sento di amarti da sempre, per
sempre…
- Ti amo- dico, piano
ma con voce sicura. Ti muovi un po’ sopra di me per avere ancora più
contatto.
I nostri respiri si
calmano pian piano. Ormai non sento più il tuo petto che combatte contro
il mio e cerca di vincermi a tutti i costi. E piano piano divento sempre
più consapevole che sono nudo, e anche se tu sopra di me sei caldo e
tenero, comincio a sentire freddo. Anche tu.
- Andiamo-. Ti alzi e
mi tendi la mano. Non posso fare a meno di guardarti, nudo eppure così
sicuro di te. Mi metto seduto e cerco almeno i miei pantaloni, ma tu me li
togli di mano.
- Dai, non ti vuoi
rivestire adesso, vero? Andiamo in camera a coccolarci, non ci serviranno
quando ci tornerà la voglia…-
Sono del tutto a
disagio mentre mi fai uscire dal salotto e mi conduci per il corridoio
come se andassimo ad una scampagnata.
- Preferisci camera mia
o camera tua?- chiedi con un pizzico di malizia negli occhi.
- Camera tua- rispondo
restituendoti quello stesso sguardo, anche se non posso impedirmi di
arrossire: ma è di piacere, non di vergogna.
Immediatamente finiamo
sul letto e ci infiliamo sotto, per riscaldarci un po’. Le tue mani ora
sono dolcissime, mi insegnano mille tenerezze per farti piacere e farti
felice.
- Ti piace qui? E qui?
E qui? E… qui?-
Anche la tua voce mi
accarezza, delicata come le tue dita, dentro e fuori di me. Mi afferri i
polsi e trasporti le mie mani sul tuo corpo, a farti le stesse cose che
stai facendo a me.
- Toshiro… perché
non vuoi toccarmi?-
- Non è che non
voglio… è solo che… non so bene come si fa…-
Sorridi e mi togli i
capelli dal viso. - Allora lascia solo che ti guardi negli occhi…- e poi
ti chini a baciarmi, di nuovo, molto più possessivamente di prima, mi
invadi e mi trattieni con la forza. Non potrei allontanarti neanche se
volessi, ma tanto non voglio… non voglio che il tuo calore mi abbandoni,
voglio che continui a schiacciarmi e soffocarmi, a muoverti sopra di me...
Ma sono io che mi devo muovere. Le tue gambe trattengono le mie e invece
io voglio aprirle di nuovo, sono di nuovo eccitato e anche tu lo sei,
voglio aprirmi ancora per te. Ti sento sorridere di nuovo, questa volta
sopra le mie labbra.
- No, Toshiro…
fermati. Voglio che sia tu, questa volta…-
Il mio respiro si fa più
corto, tu ti togli da me e ti stendi accanto.
- Dai, vieni qui- mi
afferri piano per i fianchi e mi trascini sopra di te. Ora sono io fra le
tue gambe, ma non so cosa fare...
- Toshiro, vuoi farmi
morire? Ti prego, non aspettare…- il tuo sguardo è malizioso, il tuo
corpo bollente, ma il ricordo del dolore che ho provato poco fa mi blocca.
- Non preoccuparti, non
aver paura…- mi inciti per l’ennesima volta. Cerchi di alzare i
fianchi per avvicinarti a me. - Ti amo, Toshiro!-
Sono queste parole che
mi tolgono ogni remora; ti accarezzo il sesso e ti sento gemere, mi
affondi le unghie nei fianchi e non riesco più a trattenermi. Ti scivolo
dentro e tu stringi i denti, soffochi il grido di dolore, ma io… ora non
riesco a pensare al tuo dolore, tu mi stai inghiottendo, mi stai
trascinando in te… sì… comincio a muovermi, è il mio corpo, non
potrei fermarmi, e continuo a spingere… ah… di nuovo, di nuovo… e
finalmente ti sento godere, rispondere alle mie spinte, e continuo…
sempre… più forte… più forte… Owaru!!!
Crollo sopra di te.
Anche tu sei sfinito, soffri per metà, come me, il dolore non se ne andrà
tanto facilmente, ma attiri la mia testa sul tuo petto, mi scompigli i
capelli.
- Toshiro… come
stai?-
- Ti ho fatto male, non
è vero?-
- Sei stato
bravissimo-.
- Non è vero!-
- Anche io ti ho fatto
male, allora-.
- Sì, ma… Owaru, tu
sei stato bravissimo. Per me… era la prima volta-.
- Credi che io sia
bravissimo perché… non hai nessuno per fare un confronto. Anche per me
era la prima volta-.
- Non ti credo! Tu…
tu… eri…sei stato fantastico, e io… non sapevo da che parte
incominciare…-
- Non è difficile…
se ami qualcuno follemente come ti amo io-.
- Anche io ti amo!-
- Lo so. Anche tu sei
stato meraviglioso, davvero. Lascia che sia io a giudicare!- esclami,
prevenendo le mie proteste.
Vorrei dire qualcosa,
continuare a parlare e a lasciarmi accarezzare dalla tua splendida voce,
ma scivolo nel sonno, rannicchiato accanto a te come un bambino. Spero che
tu mi stringa e poi ti addormenti con me, e vorrei svegliarmi ancora con
il tuo calore addosso.
- Svegliati… Toshiro…
Occhi di cerbiatto!-
Sbatto le palpebre, e
vedo i tuoi occhi che mi guardano sorridenti. Pian piano ricordo, noi due,
questa notte… questa stanza che lì per lì non riconosco e il letto
ancora caldo su cui sei seduto. Cerco di alzarmi e sento una fitta alla
schiena, ma la ignoro. È stato solo bellissimo stanotte, non voglio
ricordare il dolore.
- Ciao, Cerbiatto!-
Dio, come ho odiato
quel nomignolo e come lo amo ora, detto da te! Mi sporgo e ti bacio
dolcemente sulle labbra.
- Ciao, Owaru. Hai
dormito bene?-
- Come mai nella mia
vita. Ehi, stanotte lo rifacciamo?-
Arrossisco per la tua
sfacciataggine e ancora di più per la mia. - Ma certo!-
- Ti ho portato la
colazione-.
- Grazie!-
Mentre mangio mi invadi
il viso di baci: sulla fronte, sul naso… e cerchi di infastidirmi, ma
non te lo lascio fare; anzi, vorrei che continuassi ancora, ma ho qualcosa
di importante da fare.
- Oggi mi metterò al
lavoro su quei dati-.
- Certo. Dimmi che cosa
ti serve e ti farò avere tutto-.
Mi metto subito
d’impegno… i capelli ormai mi danno fastidio. Ora, come hai detto tu
qualche tempo fa, non ho davvero più bisogno di nascondere il mio
sguardo, soprattutto a te. Li sollevo con una fascia e tu sorridi: sei
compiaciuto e nei tuoi occhi leggo che mi ami davvero.
- Ho aperto la scatola
nera… c’è il genoma del vaccino, e io devo completarlo… come nel
vaso di Pandora, per ultima uscì la speranza, e Kayama l’ha lasciato a
me…-
- Toshiro… è ora di
smettere…-
- Che cosa hai
combinato?-
- Oh, ho… fatto un
po’ di esercizio, ma ora è tutto risolto, non ti preoccupare. Tu
piuttosto… Shuko mi ha detto che fa fatica a smuoverti da quella
sedia…-
- Ha pensato di usare
un gong, ma ormai non mi fa più quasi effetto…-
- Forse questo ti fa più
effetto…-
Ti siedi sulle mie
gambe e mi baci, prima dolcemente, poi pian piano ti fai strada fra le mie
labbra, mi porti via con te. Ti stacchi sorridendo, asciugandoti un
piccolo rivolo di saliva.
- Allora, che dici?-
- Sìììì…- ti
rispondo, inebriato.
- Ora vieni, dobbiamo
cenare e poi… andiamo a letto, ti va?-
Forse non è giusto,
forse non dovrei pensarlo, ma per stanotte questo genoma l’ho già
dimenticato.
Siamo in camera tua, di
nuovo, e di nuovo le nostre mani corrono sui nostri corpi, smaniosi di
toccarci come se fosse vitale fare l’amore.
- Come preferisci,
stanotte?- mi chiedi strizzandomi l’occhio. Mi stendo sotto di te.
- Voglio che sia tu- ti
rispondo.
Tu mi guardi, e nel tuo
sguardo vedo, trasformata, la determinazione che notai la prima volta.
- Sai, Toshiro… credo
di essermi ammalato-.
- Cosa?-
- Quel virus… quello
che hai dentro di te, ormai sono stato contagiato-.
- Ma come? Il virus…-
- Sì, quel virus che
forse non sei consapevole di avere in te. È molto più forte, e molto più
pericoloso di quello che stai studiando, perché per questo… non esiste
nessun vaccino al mondo, e non può nemmeno esistere-.
- Ma che dici?-
- Però… è un bene
che non esista, perché questo virus non può distruggere la specie umana,
anzi… serve a farla sopravvivere, per sempre. E io sono malato, ormai, e
nessuno mi può più guarire, ma… non lo vorrei neanche-.
Finalmente capisco.
Sorrido e ti bacio. Sì, allora anche io sono malato, malato da morire, e
spero di morire ogni giorno di questa morte. Sei su di me, forte e caldo,
dolce e salato, e voglio che non finisca mai.
Owaru…
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