Genere: Song inspired
Canzone: Eyes on me da FFVIII
Pairing: YukiXShuichi, TatsuhaXRyuichi
Note: Ehm... è mezzanotte e mezza, domani lavoro, sono stanca morta ma il mio cervellino non vuole saperne di dormire.
Dediche: Tantissimi auguri Mikachan dalla tua mamma (virtuale) che ti vuole un mondo di bene!!!!
 


Il tuo sguardo su di me

di Seimei

 

La sala di registrazione era gremita di urla e strepiti.
Il ragazzino dai corti capelli viola era in ginocchio sul pavimento, la testa racchiusa tra le mani, lacrime che, lente, dalle sue ciglia scorrevano sul suo volto arrossato, per poi abbandonarsi sul mento ed infrangersi a terra.
Un ragazzo dai lunghi capelli castani, l'aria dolce ma severa, era accucciato accanto a lui, tenendogli una mano sulla spalla, gli occhi però fissi sul volto contrito del più giovane dei tre, una vena pulsante di rabbia sulla tempia destra.

Quella giornata di lavoro era iniziata davvero male per i Bad Luck.
Il cantante che piangeva, il tastierista che stava per scoppiare di rabbia, e il chitarrista che spostava lo sguardo da uno all'altro, cercando di far riprendere il primo e di calmare il secondo, cosa che però risultava impossibile.

Poi la goccia che scatenò il terremoto.

"N-non vo-glio can-tare mai pi-ù" singhiozzò Shuichi, e Suguru esplose.

"NON DIRE CAVOLATE!!!!!!!!!!! urlò a pieni polmoni, il volto paonazzo, la voce furente.
"Non è possibile che ogni volta che tu e quel... quel... quell dannato scrittore litigate, debba finire a questo modo!!!"
"Ma-ma-ma lui..."
"NIENTE MA PORCO CANE!!!! In realtà a te dei Bad Luck non importa nulla, altrimenti non diresti di non voler cantare più!!! Di noi e della musica te ne sbatti, ecco qual'è la realtà delle cose!!"

Hiroshi si alzò e lo guardò fisso negli occhi, mentre le lacrime di Shuichi si erano fermate, e ora i suoi pugni si erano stretti sopra le sue ginocchia.

"Ora esageri Suguru" disse il chitarrista, ma l'amico non lo volle ascoltare.

"Se il gruppo va a puttane sarà solo a causa tua, ma io non starò qui a vedere crollare la mia carriera per colpa di uno stronzetto che non sa far di meglio che piangere. Me ne vado, lascio il gruppo."

Uscì di scatto sbattendo la porta, e il cantante alzò finalmente la testa.

"Hiro..."
Ma Hiroshi era già alla porta.

"Devo seguirlo, mi capisci????" disse il ragazzo, mentre con occhi tristi guardava il suo migliore amico seduto a terra, il volto fresco sciupato e arrossato dalle troppe lacrime.
Ma in quel momento erano i Bad Luck ad essere in pericolo.
Shuichi aveva solo litigato con il suo ragazzo, per una futilità.
Il ragazzino però ne aveva fatto come ogni volta una questione di stato, esasperando ciò che era successo fino alla follia, trasformando una cosa da poco nella fine del mondo.

Hiroshi era più che convinto che quella volta Shuichi dovesse per forza sbrogliarsela da solo, che cavarsela lo avrebbe aiutato a crescere.
Gli diede un ultimo sguardo e poi uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Fece cenno al fonico di non rientrare, e poi si mise a correre verso l'ingresso del palazzo.


Nel frattempo, in un altro luogo, a pochi isolati da lì, due ragazzi erano impegnati in attività molto più divertenti, almeno finchè qualcuno non li interruppe, suonando ripetutamente e con forza il campanello.

"Ma chi cazzo..." disse il ragazzo dai capelli neri, sollevandosi dal corpo ansimante del suo compagno, promettendogli che se la sarebbe sbrigata in un attimo.

Si mise una vestaglia e corse ad aprire, imprecando contro quell'animale che aveva osato disturbarli.

Aprì la porta con violenza, solo per ritrovarsi di fronte ad un se stesso di qualche anno più vecchio, versione bionda, che lo osservava con uno sguardo glaciale ed enigmatico, velato però da un qualcosa di molto simile all'incertezza.

E quella piccola sfumatura nello sguardo del fratello fece capire a Tatsuha che era molto meglio farlo entrare.

"Amore vieni è Eiri" urlò il ragazzo al suo amante che, con addosso solo dei dolcissimi pantaloncini di ciniglia rosa, li raggiunse in salotto, tenendo stretto a sè il suo coniglietto di peluches.

"Sakuma-san"
"Ciao Eiri" rispose il cantante dei Nittle Grasper che, a dispetto dell'apparenza, quel giorno compiva ben 32 anni.
"Hai interrotto il mio regalo di compleanno, possiamo almeno sapere perchè?"

Il viso di Yuki si fece impercettibilmente triste, e poi la sua bocca parlò.
"Tralasciando il fatto che tu hai 32 anni e mio fratello 17 e che dovrei farti arrestare... sono qui perchè devo chiedervi un favore"

Tatsuha trasalì.
Quelle parole non poteva averle davvero dette suo fratello.
Gli mise una mano sulla fronte per controllare che stesse bene, e non avvertì nessuna alterazione nella temperatura.

"Non hai la febbre" disse, per poi guardare Ryuichi, che gli si sedette in braccio, avvolgendogli le braccia al collo.

"Che è successo?"
"Ho litigato con Shuichi, e non so come farmi perdonare."

Tatsuha alzò gli occhi al cielo.
Perchè doveva sempre cavargli fuori le parole con un rampino?
Ci voleva tanto a dare qualche dettaglio in più? Eppure era uno scrittore, insomma!!!

"Ti spieghi meglio o dobbiamo limitarci ad immaginare??? Ci vuoi dire che diavolo hai combinato?"
"In realtà nulla. Il motivo era stupido, e la discussione anche. Solo che io gli ho detto che mi ero seccato di averlo tra i piedi, e dopo un anno e mezzo che stiamo insieme questo credo l'abbia sconvolto. E' scappato in lacrime e non sono riuscito a fermarlo."

"E noi cosa dovremmo fare?" chiese il moro, cercando di capire come cavolo avesse fatto suo fratello ad autoconvincersi di avere bisogno dell'aiuto di qualcuno, nella fattispecie, il suo.

"Come faccio a farmi perdonare?"

Tatsuha rise sotto i baffi, mentre una mano si infilava nei pantaloncini di Ryuichi per tastarne le rotondità posteriori, ma la mente del cantante era già al lavoro in cerca di un'idea.

Poi il suo volto si illuminò, e la presa su Kumagoro si fece più forte.
"Fatti trovare alla Great Hall tra un'ora. Scommetto che farete più che pace!!"
"Perchè fra un'ora?"
"Perchè prima devo finire di ricevere il mio regalo" rispose eclissandosi, mentre Tatsuha svaniva con lui.


Un'ora dopo, alla Great Hall.

Shuichi vagava da solo sul palcoscenico, in silenzio, cercando di capire chi mai lo avesse chiamato lì.
Era incazzato come una biscia, stava malissimo, le lacrime continuavano a scendere, e in più qualcuno gli aveva mandato un biglietto chiedendogli di recarsi lì.

Era uscito dallo studio con gli occhi gonfi e la bocca arida, il mal di pancia e la testa che martellava.
Il fonico lo aveva guardato con aria compassionevole, e gli aveva allungato un fazzoletto e una busta con scritto il suo nome, senza dirgli chi l'avesse lasciata per lui.

Shuichi l'aveva aperta e aveva letto la calligrafia di uno sconosciuto che gli chiedeva di andare lì.
Lui si sentiva troppo male per pensare che potesse essere una cosa pericolosa, e così ora si trovava nel grande teatro, da solo, senza nemmeno saperne il motivo.

Guardò il palco immenso, la platea vuota, il riverbero che moltiplicava il suono dei suoi passi sottili.

Si sentì quasi mancare, quel posto lo inebriava, facendolo sentire al massimo delle sue forze.
Il suo morale si risollevò appena un pochino, ma nel suo cervello martellavano ancora quelle parole.

"Mi hai stufato, levati dai piedi"

Insomma, era abituato al carattere un po' scostante di Yuki, ma dirgli di levarsi dai piedi... con quella sua aria seria, quel suo sguardo glaciale, faceva quasi paura... gli aveva fatto paura.
Non riusciva a pensare a nulla che non fossero quelle parole, e si lasciò cadere sul palco, sbattendo le ginocchia sul parquet gelido, sedendosi in preda allo sconforto.

"Che ti succede?"
Una vocina strana lo fece trasalire.
Il suo sguardo spaziò nel grande teatro, e poi vide la testolina buffa di un coniglio rosa che spuntava dalla buca del suggeritore.

"Ciao Kuma-chan" disse abbozzando un mezzo sorriso, mentre con una mano levava le lacrime dalle sue ciglia.

"Perchè piangi Shuichi-chan?"
"Perchè la persona che amo ha detto di essere stufa di me"

Shuichi vide il coniglio abbassare il capo, come se stesse pensando, per poi risollevare la sua testolina buffa e al ragazzo parve quasi che sorridesse.

"E tu cosa avresti voluto dirgli Shuichi?"
"Tante cose. Avrei da dirgli tante, tantissime cose!!!"
"E perchè non ci provi?"
"Perchè quando lo guardo la mia voce se ne va e le parole non escono..."
"Forse dovresti fare un prova generale, come per un concerto..."
"Cioè?"
"Bhe, alzati in piedi e parlagli come se lui fosse qui. Rivolgiti a lui e digli ciò che provi"

Shuichi si alzò in piedi, e strinse i pugni lungo i fianchi.

"Bella idea Kuma-chan!!!"
"Grazie. Ora io vado. In bocca al lupo"

Shuichi sorrise mandando un bacino al coniglio, che scomparve dalla sua vista, mentre un rumore di passi furtivi giungeva da sotto il pavimento del palco.

Il cantante si mosse verso il centro del palcoscenico, e si mise a guardare la platea, sorridendo e muovendosi come se stesse per iniziare un concerto.

"Ok, sono pronto"

Fece un bel respiro, e poi iniziò a parlare.

"Ciao Yuki.
Ora tu non puoi sentirmi, ma io ho tante cose da dirti.
Quando canto mie canzoni, qui sul palco, o anche da solo... ogni volta che le parole che io stesso ho scritto prendono voce dalle mie corde vocali, vorrei solo che tu le sentissi.
E' per questo che quando canto io creo un'immagine di te nella mia mente.
E tu compari, e mi sorridi, e sembri così vero che mi ritrovo a chiedermi se per una volta tu non sia la realtà, e non solo un sogno nella mia mente.
Ti disegno lì, appoggiato ad un muro, che mi guardi e mi incoraggi, donandomi quella forza che senza di te non potrei possedere.
Perchè è così che io ti vedo.
Forte e deciso, e bello da levare il fiato.
L'ultima notte che abbiamo passato insieme... abbiamo ascoltato la mia prima canzone, quella che ho scritto pensando a te, e mi era venuta voglia di scriverne un'altra.
Ora invece mi ritrovo a chiedermi... ci sarà un'altra notte con lui?
Mah... forse sì, forse no...
Perchè un po' mi sono stancato... sarò anche un ragazzino piagnucoloso, un bambino ancora, ma pensavo di esserti entrato nel cuore, cavolo, sono quasi due anni orami che ci amiamo.
E io, te lo giuro, adoro il tuo modo di fare.
Sei freddo, un po' scorbutico, ma a volte sento il tuo sguardo cadere su di me con una luce diversa, come timida, e diavolo Yuki, non te ne sei mai accorto che io ti guardo nello stesso modo?
Quel tuo sguardo mi faceva capire che anche tu eri cambiato, che il mio amore ti aveva reso più dolce ma oggi...
Oggi ti ho rivisto com'eri due anni fa, con quello sguardo sul volto, come se nulla ti ferisse, come se niente potesse abbatterti, mentre io mi sento morire, perchè l'unica cosa che desidero, quella che più bramo è essere la persona per te, Yuki.
Lascia che io sia colui a cui tu possa appoggiarti, la persona che vuole essere protetta dalle tue mani grandi e dal tuo sguardo severo, che con me invece è così dolce.
Io sono molto più di uno stupido vestito e di questa mia voce, lo sai vero? Sono un ragazzino che è cresciuto da quando l'hai visto la prima volta, e che si è innamorato subito alla follia di te, quasi senza capirne i motivi, ma che ora ti ama con coscienza, perchè sa quello che sei e quello che vali.
Per cui ti prego Yuki, vieni da me, vero e tangibile, e dimmi che il nostro amore non è stato solo un lungo sogno"

La voce gli morì in gola.
Una quinta si era mossa, e una testa bionda, due occhi cerulei e un sorriso rivolto solo a lui erano sbucati da dietro il palco.
Shuichi cadde di nuovo a terra, le ginocchia piegate, il sedere a contatto con il legno ancora gelido.

Il suo ragazzo gli si avvicinò, accucciandosi davanti a lui, con tutta l'aria di chi ha da dire tante, tantissime cose e che sta cercando le parole giuste per farlo.

Yuki si schiarì la voce, senza potersi impedire di sorridere, e poi disse tutto ciò che era chiuso nel suo cuore, e che da tanto tempo voleva uscire, riprendendo proprio da dove la voce del suo Shuichi era scemata.

"Lascia che io venga da te allora.
Vicino, vicinissimo, come ho sempre desiderato, e come ancora desidero.
E vicino, per me, significa abbastanza da poter sentire il tuo cuore battere forte, e poter restare così per sempre, fino all'ultima goccia di respiro."

Yuki si avvicinò a Shuichi traendolo a sè, ed avvolgendolo fra le sue braccia, mettendo a contatto i loro petti, e ascoltando in silenzio i loro battiti uniti.

"Sai una cosa Shuichi... io adoro quando quei tuoi occhi grandi e pieni di pace si posano su di me, e sì, hai ragione, anche io ti guardo, ti guardo ogni secondo della mia vita, perchè sei ciò di più prezioso che ho al mondo e niente per me è più importante di te"

Yuki si scostò appena per poterlo guardare in viso, respirando sulle sue labbra, sentendosi per la prima volta davvero pronto a condividere con qualcuno ciò che era chiuso nel suo cuore.

"Per cui amore, ti prego, condividi tutto con me.
Tutto l'amore che hai, se per te va bene, le tue lacrime, se le stai trattenendo, e anche il dolore, tutto il tuo dolore, lascia che me ne faccia carico anche io.
Vorrei essere la persona per te, colui che ti abbraccia dolcemente, ma con sicurezza, e se ora mi guarderai dritto nel profondo capirai che il nostro amore non è un sogno, ma che è vivo e mutevole e così splendente che le stelle si offuscherebbero con il suo brillare.
Perchè tu SEI la mia persona speciale, Shuichi, sei quanto di più caro ho al mondo e, bada bene di ascoltare perchè non lo ripeterò di nuovo, voglio che tu mi stia accanto per la vita, voglio potermi appoggiare a te, e proteggerti con queste mie mani grandi che non desiderano altro che stringerti e renderti felice.
Ed è per questo, Shuichi, che io ti amo"

"Ti amo Yuki" rispose Shuichi.
Non si era mai sentito così felice, sentire Yuki dire tutte quelle parole, leggere l'amore chiaro e sincero nel suo sguardo...
E non era un sogno, no.
Era la realtà, e suonava quieta nelle sue orecchie, portandogli tutta la gioia che il suo cuore riusciva a contenere.

Yuki lo guardò con sguardo sereno, e lo baciò prima sulla fronte e sugli zigomi, per poi sfioragli piano il naso e andare a cercare le sue labbra.
I loro sorrisi si fusero, e nacque il bacio, così dolce e sincero che persino la terra si fermò per un attimo, solo per ascoltare i loro battiti fondersi insieme e diventare uno.

Owari^______^


Seimei: ok non c'è la lemon, ma ultimamente il sesso è l'ultimo dei miei pensieri... e poi la scena di sesso qui c'azzeccava poco, non credete?
Un bacio grande e ancora tantissimi auguri Mika-chan!!! Ti voglio un modo di bene, davvero^^



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