DISCLAMER: Qui ci sarebbe una lunga lista di "papà" da fare, ma visto
che li conosciamo tutti, lascio perdere, tanto non ho fatto un nome che sia
uno, comunque, è chiaro che nessuno è mio!
Il tritone e gli altri
di Nuel
C'era una volta, e per fortuna c’ è ancora,
il regno confederato dei sette mari uniti. Viveva, in quel tempo, un giovane
tritone dai capelli rossi che, per questo, era chiamato da tutti "Testina
Rossa". Un giorno, la madre di Testina Rossa, una sirena molto impegnata,
chiese al figlio di portare alla nonna un cestino pieno di conchiglie colme
di plancton, ricordandogli di non passare vicino al palazzo del re dei sette
mari, poiché era custodito dal crudele pescecane.
-E stai lontano dalle navi! Ricordati il
caos che hai provocato quando gli uomini hanno cercato di salvarti!- Gli
gridò mentre si allontanava.
"Ma la strada è lunga, e la nonna, con la
dentiera può mangiare solo plancton, se passo dal castello farò molto
prima!" Pensò Testina Rossa, aggiungendo subito dopo "Così farò in tempo ad
andare a giocare con i miei amici ad "acchiappa il pesce palla"
Testina Rossa si avvicinò al castello del
re dei sette mari e subito venne attaccato dal tiranno che imperversava nel
castello dalla scomparsa del re, il Pesce Cane.
Testina Rossa, che era chiamato così anche
per le sue capacità nella lotta corpo a corpo, spedì a galla il Pesce Cane
prendendolo a capocciate.
Allora un’ improvvisa curiosità lo prese:
"Dicono che il re fosse giovane e bello.... chissà se c’è qualche suo
ritratto nel castello" ed entrò per una visita turistica nel palazzo. Gira e
rigira per le stanze, giunse nella camera del re. Al centro della stanza c’
era un enorme letto a baldacchino, e, sdraiato sul letto, un bellissimo
giovane dalla carnagione candida ed i capelli corvini, beatamente
addormentato.
"E questo chi è?" Si chiese Testina Rossa
avvicinandosi ad osservare il bell’addormentato. Proprio in quel momento,
un’ ostrica cadde dal soffitto, beccando in testa il giovane tritone che,
sbilanciato in avanti, perse l’ equilibrio e cadde sul giovane, facendo
aderire per un momento le proprie labbra alle sue.
Testina Rossa si ritrasse, imprecando e
massaggiandosi la testa, dove già spuntava un bernoccolo, quando il moretto
si svegliò.
-Chi sei tu? Cosa ci fai in camera mia?-
-Non è educato chiedere a qualcuno chi è
senza prima essersi presentati!-
-Io sono il re dei sette mari! Ora posso
sapere chi sei tu?-
-Io sono un semplice tritone che passava di
qua per caso-
-E il Pesce Cane?-
-L’ ho sconfitto-
Il re dei sette mari, grato di ciò si
apprestò a ringraziarlo, si alzò e suonò il campanellino d’ argento che
aveva sul comodino.
-Che fai?-
-Chiamo i miei domestici, vorrei offrirti
qualcosa per ringraziarti-
-Non ho visto nessuno-
-Beh, non è strano: Miyagi e gli altri sei
sono dei nani, è difficile vederli, rischio spesso di calpestarli-
-Comunque io devo andare a portare questo
cestino di plancton alla mia nonnina-
-Oh! Da quanto sei entrato nel castello?-
-Sarà una mezza giornata, perché?-
-Perché nel mio castello il tempo scorre
molto lentamente. Fuori saranno passati circa cinquant’ anni-
Testina Rossa rabbrividì. -Ma..... ma mia
nonna, la mamma, i miei amici......-
-Per quanto ne so potrebbero essere tutti
morti, non preoccuparti-
-Come non preoccuparti?!-
-Ora chiamo il genio e vediamo cosa
possiamo fare-
Il re dei sette mari prese una vecchia
conchiglia incrostata e cominciò a strofinarla.
-Avanti genio, esci di lì!-
-Mi hai chiamato, mio re?- Chiese il genio
uscendo dalla conchiglia.
-Si, ti ordino di esaudire cinque desideri
di questo tritone-
-Veramente sarebbero tre-
-Tre? Hmm.... hai ragione, è ad "acchiappa
pesce palla" che si gioca in cinque, vero?-
-Ok, Testina rossa cosa vuoi?-
-Come fai a sapere come mi chiamo?-
-Ti aggiri per il castello da mezzo secolo,
è naturale che io mi informi, e poi hai un tono di voce assordante,
sirenetto, mio. Comunque, mio signore, i sette nani sono nella conchiglia:
stavamo giocando a ruba mazzetto-
-Puoi riportare in vita i miei amici
morti?- Chiese speranzoso Testina Rossa.
-Una cosa più facile tipo farti andare
sulla terra, no, è?-
-Lui non ci può andare sulla terra!-
Intervenne il re.
-Perché?-
-Perché ho deciso che sarà il mio sposo e
io ho la pelle delicata e mi scotterei. Lui resterà qui con me, aiuterà i
sette nani, laverà, stirerà, cucinerà e poi si appisolerà accanto al camino
mentre aspetta il mio ritorno dagli impegni del regno-
-E poi magari mi chiamerai pure Cenerentolo!
Non ho voglia di sposarti!-
-Ma io sono il tuo re e tu ubbidirai!-
Testolina Rossa si stava scaldando, ma il
genio li interruppe dicendo che avrebbe esaudito il desiderio.
-Visto che ci sei, genio, chiama subito
Sendo-
-E costui chi è?- Chiese il tritone.
-Niane ha detto che è un ottimo siniscalco
e bisognerà ampliare il castello se i tuoi parenti si trasferiscono qui-
-Sendo è in un’ altra fic, mio re, devo
considerarlo il secondo desiderio?-
-Si-
-EI!! Ma non erano i MIEI tre desideri?!-
-Beh, ragazzo, lui è il re! Comunque potete
fidarvi! Figuratevi che quel Sendo vive con un tale Pinocchio che sa tutto
sul legno, sicuramente con tutto il legname delle navi affondate saprà
costruire una splendida residenza!-
Il giovane tritone, sempre più frastornato
guardò il re e prese la sua decisione riguardo al terzo desiderio.
-Visto che mi tocca ubbidire all’ ordine di
questo tiranno -gli fece una boccaccia- allora voglio che la nostra sia una
splendida storia d’ amore del genere "e vissero tutti felici e contenti"-
-O, non preoccuparti, in questo castello
vivremo per sempre coltivando il nostro sogno d’ amore e la nostra storia
sarà raccontata ai bambini di tutto il mondo per i secoli dei secoli!-
Sindacò il re.
-Ma ti sembra una storia per bambini
questa?!- Protesto Testina Rossa, incredulo.
-Oh, non preoccuparti: si sa come vanno
queste cose: c’è sempre qualche millantatore pronto a cambiare le carte in
tavola! Magari dalla nostra storia ne faranno quattro o cinque e chissà come
storpieranno i fatti!!!-
E così, il genio, con un sorriso smagliante
sul viso fece innamorare per sempre i due. Se il sorriso fosse perché
realizzava un bel desiderio o perché, avendo finito di lavorare poteva
tornare alla sua partita di ruba mazzetto, nessuno lo seppe mai, ma
comunque, vissero tutti felici e contenti.
Fine
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