SERIE: SLAM DUNK NOTE: Questo è l'ennesimo capitolo che non doveva esistere me che è nato da solo fregandosene delle mie scalette (ormai queste infatti le ho gettate e vivo alla giornata). Se potete commentate altrimenti fate a meno visto che fa pietà e me lo dico da sola.
Il sorriso di pietra, la maschera di porcellana Parte IV di Ise
CAPITOLO 4 – REAZIONE (il titolo è un obbrobrio. Sono proprio messa male)
Kaede ed Akira erano così persi nel loro mondo fatto di dolorosi ricordi da non accorgersi di nulla di quello che accadeva loro intorno. Con la fronte corrucciata, lo sguardo perso nel vuoto, l’incarnato terribilmente pallido non notarono neanche l’arrivo del medico legale su un ambulanza che sentenziò che visto lo stato di conservazione del corpo la bambina non doveva essere stata a lungo in mare, al massimo due o tre giorni. Ignorarono lo scambio di battute fra i due poliziotti prodotto dalla notizia "Recentemente che mi ricordo non ci sono state denuncie relative alla scomparsa di bambini stranieri" "No e nemmeno denuncie dalla guardia costiera di persone cadute in mare da yatch o altro" "E allora chi può essere questa bambina?" "Non lo so Takuno ma vedrai che indagando lo scopriremo" Non videro i due agenti mettere il cadavere in un sacco bianco e issarlo sull’ambulanza che lo avrebbe portato all’obitorio della scientifica. Non si accorsero della partenza di questa, e della gente che si disperdeva, fino a che furono rimasti soli. Era come se fossero completamente inghiottiti in una loro realtà, in un periodo della loro vita che avevano a lungo celato a tutti. Hiroaki ed Hanamichi erano rimasti un po’ in disparte, a nessuno dei due era sfuggito lo strano comportamento dei loro due compagni quando avevano visto il corpo e soprattutto anche se era stato un bisbiglio avevano sentito benissimo quel nome sussurrato a fior di labbra "Seyla" Koshino era confuso. Chi era questa Seyla? Quella bambina ritrovata? Ma se era così e se Akira e Rukawa la conoscevano perché non era stata denunciata la sua scomparsa? I poliziotti infatti avevano detto che non c’erano state denuncie. E se….boh in quel momento non era abbastanza rifornito di particolari da poter supporre niente. Un cadavere in acqua da pochi giorni, due cicatrici risalenti a circa cinque anni prima, un rito funebre cosa avevano in comune? C’era ancora qualcosa che gli sfuggiva. Il mistero invece di dipanarsi s’infittiva. Ma perché Akira non parlava? Hanamichi invece sapendo che Seyla era seppellita nel cimitero di Kanagawa pensò che la bambina ritrovata le assomigliasse e che Sendo e la volpe si fossero incantati sopraffatti dai ricordi. Mesto sondava il volto di Rukawa nel tentativo di capire quello che gli passava per la testa. Dopo un po’ però Koshino e Sakuragi cominciarono a preoccuparsi visto che gli altri due non davano segni di ripresa, si avvicinarono al volpino e al porcospino e mentre Hiro si occupava di Akira, Hanamichi si prese cura di Kaede e afferrandoli per le spalle cominciarono a scuoterli. I due moretti ritornarono in sè e dopo una analisi veloce dell’attuale situazione concentrarono la loro attenzione sui loro compagni che ancora li tenevano per le spalle. Akira notando lo sguardo pieno di
apprensione di Hiro gli sorrise per tranquillizzarlo dicendo "Scusami
Hiro mi devo essere distratto per un attimo" "Kitsune" gridò Hanamichi ma le sue urla si infransero sulla porta in cui era appena entrata la volpe. Sendo intanto si era lasciato cadere seduto sulla spiaggia e prendendosi le ginocchia fra le braccia, aveva appoggiato il volto su di esse concentrandosi sul da farsi. Hanamichi ed Hiroaki erano sempre più sbigottiti ma rendendosi conto che non avrebbero ottenuto niente con le domande decisero di imitare Sendo e si sedettero al suo fianco rimanendo in attesa di un qualche segnale dal parte del giovane. Akira si alzò dal posto in cui era seduto solo quando vide Rukawa uscire dal locale con il suo borsone in spalla. Doveva aver finito il suo turno di lavoro. L’affiancò e cominciò a camminargli vicino in silenzio. Dopo qualche metro finalmente si decise a parlare "Cosa hai intenzione di fare?" Rukawa lo guardò scuro in volto e alzò il sopracciglio come a chiedere spiegazioni. Sendo sospirò "Circa il corpo che abbiamo visto oggi. Era Seyla non ci sono dubbi" "Come fai a dirlo?" chiese con un tono di voce gelido il volpino . Sendo guardò incerto il suo compagno non si aspettava proprio una domanda del genere, poi però forzando un sorriso tentò di spiegare il suo punto di vista "Su dai Kaede non mi vorrai far credere che non hai notato la somiglianza" "Hai detto bene quella bimba le assomiglia molto ma non è lei. Per un po’ ho pensato anch’io che lo fosse ma dopo analizzando a freddo la situazione mentre lavoravo ho capito che è impossibile" spiegò Rukawa. "Perché?" chiese Akira con un tono di voce un po’ arrogante. "Hai visto com’era conservato bene il corpo. E’ impossibile che quel cadavere abbia passato cinque anni in acqua" rispose Kaede. "Questo non spiega nulla. Forse dopo l’incidente il corpo di Seyla è stato portato negli abissi e lì al freddo si è conservato meglio" "Ma ti ascolti quando spari certe cavolate" disse sfottente il volpino "Come puoi soltanto pensare ad una cosa del genere?" "Semplice, perché sono sicuro che è lei. Oggi dopo cinque anni ho potuto rivedere dal vivo i suoi occhi, i suoi capelli, i suoi bellissimi lineamenti. Non mi posso sbagliare" "Cinque anni fa eravamo dei bambini, i nostri ricordi potrebbero essere offuscati" "E le foto allora sono offuscate anche loro? Se tu ne prendi in mano una non puoi che dire che è lei" "Le foto sono fredde e non contano. Ci fanno vedere solo quello che vogliamo vedere" "Insomma Kaede perché trovi queste scuse assurde per non ammettere che è lei? Sulla spiaggia sono sicuro che anche tu sei stato sommerso dai ricordi, sono sicuro che l’hai guardata bene prima di sussurrare il suo nome, sono sicuro visto che non hanno mai trovato il suo corpo che anche tu pensi quanto me che sia lei" Kaede si limitò a sollevare i suoi gelidi occhi per fissarli sul volto di Akira e a dire semplicemente "Non è lei" Allora Sendo capì, cominciò a ridacchiare "Ho capito, ho capito. Mi dimenticavo che da quel che mi dicevano i tuoi genitori sei diventato bravo a negare anche l’evidenza quando questa rischia di sconvolgere il piccolo mondo che ti sei costruito. A pensare che una volta invece…." Rukawa lo guardò con disprezzo facendogli capire che non gli conveniva finire la frase che aveva iniziato e così Akira sospirò e continuò con un tono più dolce e serio a dire "Io però non sono come te. Domani con o senza di te visto che i nostri genitori sono all’estero andrò alla polizia a riconoscere….". Il volpino non gli permise di concludere nemmeno quella frase "Va al diavolo" sibilò è girò per una strada secondaria. "Vacci tu" ringhiò Akira nuovamente arrabbiato dal comportamento dell’altro proseguendo per la sua strada. Koshino e Sakuragi si erano alzati dalla spiaggia quando Sendo lo aveva fatto e si erano messi alle calcagna dei due. Erano rimasti dietro un po’ distanti ad ascoltare sempre più confusi e sbigottiti quello scambio di battute e quando Rukawa e Akira si erano separati in maniera brusca Hiro era corso per raggiungere il suo migliore amico mentre Hanamichi aveva continuato a seguire Kaede rimanendogli alle spalle. Sendo si fermò di fronte a casa sua e chiese a Koshino se voleva entrare ma l’altro declinò l’invito. Hiro si era accorto che quella gentile offerta gli era stata fatto solo per cortesia e non perché Akira lo volesse sul serio fra i piedi quella sera. Il suo amico era troppo nervoso e sconvolto per voler conversare. Aveva le mani che gli tremavano leggermente, i nervi del volto tirati e sembrava terribilmente stanco. Era meglio lasciarlo da solo a riposare, a riflettere sulla vera portata di quanto era successo quella sera anche se Koshino moriva dalla voglia di sapere esattamente cosa potesse essere successo per ridurre in quelle condizioni il di solito spensierato Akira. La sua mente infatti brancolava ancora nel buio più totale. Stava per andarsene dopo avergli offerto tutta la propria disponibilità in caso di necessità quando l’altro lo fermò. Si guardarono un attimo negli occhi mentre Akira apriva la bocca più volte nel tentativo inutile di dire qualche parola. Il ragazzo più alto allora chiuse gli occhi per calmarsi, emise dei profondi respiri e dopo ripresa la sua solita maschera sorridente riuscì finalmente a parlare "Mi dispiace Hiro-kun per oggi, per ieri. So che vorresti sapere tutto ma…." "Ancora non te la senti di parlare" finì per lui Koshino. "Già. Scusami per questo" sussurrò l’altro. "Non devi scusarti, Akira" disse Hiro comprensivo guardandolo dolcemente "Quello che è successo ti ha fatto soffrire molto vero?" "Si" rispose semplicemente l’asso del Ryonan. "Anche vedere quel cadavere oggi ti ha fatto soffrire?" continuò a porre i suoi quesiti il piccolo play maker con tatto. "Si mi ha fatto soffrire" sospirò Sendo "Ma nello stesso tempo mi sento anche sollevato perché se fosse veramente chi dovrebbe essere allora questo potrebbe finalmente farmi voltare pagina" "Spero sia lei" esclamò allora semplicemente Koshino con un sorriso sincero. "Grazie Hiroaki" sussurrò Akira con gli occhi lucidi, poi li abbassò timoroso di quello che gli voleva proporre "So di chiederti troppo visto che di questa storia sai solo mezze verità, ma ti andrebbe domani di accompagnarmi dalla polizia?" Allora Hiroaki in un gesto molto intimo che non si seppe spiegare passò le braccia intorno alla vita di Sendo e lo abbracciò per confortarlo "Certo che verrò, però ad una condizione voglio essere il primo a sapere quello che si cela dietro il tuo strano comportamento quando sarai pronto a raccontare la vicenda" Akira strinse a sua volta l’amico e con voce un po’ rotta dalla commozione, non avrebbe infatti mai immaginato un gesto tanto dolce da parte del suo amico, mormorò "Puoi contarci" Rimasero l’uno nella braccia dell’altro persi in quel calore inebriante per una decina di minuti, dopo di che senza più aggiungere altro visto che qualsiasi parola in quel momento sarebbe stata di troppo si separarono.
Hanamichi e Kaede camminarono a lungo senza parlare. Fu il volpino a rompere il silenzio "Do’aho si può sapere perché mi segui" Il rossino si ritrovò a rispondere quello che gli passava sinceramente per la testa "Sembri sconvolto e voglio essere sicuro che non ti succeda nulla fino a quando non arrivi a casa" Rukawa si fermò sorpreso, guardò il compagno e chiese gelidamente "E da quando ti preoccupi per me?" Il rossino tentò di rimanere calmo e di non rispondere per le rime a quelle parole e quel comportamento scostante del moretto che gli davano su i nervi "Io non mi preoccupo per te. Voglio solo aiutarti a superare questo momento difficile per te, come tu mi sei stato d’aiuto durante l’infortunio alla schiena" "Che cavolo stai dicendo, io non ho fatto niente" mormorò accigliato il volpino. "Mi sei venuto a trovare e per me è stato molto visto che nessun altro lo ha fatto" "Sei proprio un Do’aho l’ho fatto solo perché mi trovavo da quelle parti" disse Kaede non curante girandosi per riprendere il suo cammino. Hanamichi però non glielo permise, lo afferrò per un braccio e lo costrinse a riguardarlo "Anche se ti trovavi da quelle parti non eri tenuto a venirmi a trovare" "Mi facevi pena" sibilò allora il volpino con il palese intento di insultare l’altro in modo che si arrabbiasse "Dov’erano i tuoi grandi e fedeli amici mentre soffrivi?" Hanamichi incassò il colpo con una smorfia rilasciando il braccio del volpino, poi però per nulla sconfitto ed ancora più determinato prima cominciò a canzonarlo "Mister iceberg che fa qualcosa per pietà? Cos’è una barzelletta?" dopo invece si fece serio e guardandolo fisso in volto disse "Ma sai che ti dico. Se anche così fosse, adesso la cosa è reciproca, anche tu mi fai pena. Mi fai pena perché fingi di essere quello che non sei, mi fai pena perché ti comporti con tutti in maniera scontrosa per non dover ammettere con te stesso che tutto sommato sei meglio di quello che sembri, mi fai pena perché tutto quello che è successo fra te e Sendo anche se non so i particolari ti fa ancora soffrire ma non hai il coraggio di ammetterlo, mi fai pena…." un pugno sferrato con forza si abbatté sulla mascella del rosso che colto di sorpresa cadde a terra. "Do’aho" mormorò il volpino. Il rossino non si lasciò fermare "So che vorresti che mi arrabbiassi e che dessi vita alla nostra ennesima rissa ma non ti darò questa soddisfazione. Mi fai pena perché hai paura di affrontare sul serio ciò che ti è accaduto e allora continui a girare intorno alla storia senza mai fermati a pensare veramente" "Basta, non osare mai più di dirmi queste cose. Tu non c’eri, non puoi capire" urlò Rukawa. Dopo di che si voltò e corse a perdifiato fino a casa sua. Sapeva che Hanamichi aveva in parte ragione. Come diavolo aveva fatto quel Do’aho a capirlo così bene ed in fretta? Non lo sapeva. Ma comunque le cose non cambiavano, lui non ce la faceva a vivere diversamente. Non ce la faceva a rivivere ciò che era successo senza dover ammettere che… Aprì il cancello della sua abitazione, entrò e lo sbatté con forza per chiuderlo. Si appoggiò su di esso a riprendere fiato pensieroso. "Se non mi racconti quello che è successo non potrò mai capire per cui aprimi e parlamene. Ti prometto che non rivelerò a nessuno le tue confidenze. E sono sicuro che farà bene anche a te sfogarti" ansimò il rossino che gli era corso dietro fino a casa e che ora lo guardava con sguardo quasi supplichevole da dietro il cancello. Hanamichi non sapeva spiegarsi perché faceva tutte quelle cose per il volpino, sapeva solo che il suo cuore gli diceva che era la cosa giusta, che non potava lasciare da solo Rukawa in quel momento senza aver provato il tutto per tutto per farlo parlare. Rukawa lo guardò negli occhi e con voce seria ma che nascondeva anche una nota dolce disse "Sei troppo buono Do’aho. Credi che tutte le persone sotto, sotto siano brave e degne di fiducia bhe… non è così. Ti do un avvertimento Sakuragi a volte fa male scavare nel passato degli altri perché potresti scoprire che la persona di cui vuoi sapere e che pensi abbia comunque un ' anima anche se non la dimostra in verità è molto peggio di quello che credi" poi senza più dire nulla incurante delle urla del rossino che dichiaravano che indipendentemente da quello che diceva non si sarebbe arreso comunque fino a quando non avesse scoperto la verità rientrò nell’oscurità delle sue quattro mura domestiche.Hanamichi batté un pugno sul cancello della volpe e si lasciò cadere a terra furioso. La volpe aveva rifiutato il suo aiuto, gli aveva dato un ammonimento strano che lasciava presagire chissà quale colpa e lui non aveva potuto fare niente per spingerlo a confidarsi. Era arrabbiato con il volpino e anche con se stesso. Doveva calmarsi prima di tornare a casa se no stavolta sul serio rischiava di commettere qualche sciocchezza. Rimase in quello stato con i pugni serrati e la testa china fino a quando due piedi non entrarono nel suo campo visivo e una voce conosciuta gli chiese "E tu che ci fai qui?" Il rossino alzò subito il capo e chiamò "Koshino" poi si alzò in piedi di scatto ed esclamò "Potrei chiederti la stessa cosa, che ci fai qui?" "Ho appena salutato Akira che vive nella casa dopo quella" rispose il giocatore del Ryonan indicando la villetta vicina alla casa in cui si trovavano che faceva da angolo alla strada. Era una bella casa però aveva tutte le tapparelle abbassate e scrostate e il giardino era in preda all’incuria. Sembrava disabitata. "Non è possibile" mormorò titubante il rossino "Questa è la casa della volpe. Allora lui ed il porcospino sono…" "Vicini di casa" conclusero i due ragazzi insieme. "Non me ne ero mai accorto" sussurrò Koshino mentre insieme con Sakuragi si dirigeva verso il cancello della casa d’angolo che divideva le abitazioni dei loro conoscenti per controllare se c’era scritto un nome, ma non furono fortunati. "Maledizione" imprecò Koshino "Io questa casa l’ho sempre vista in questo modo. Chissà se c'entra qualcosa con quello che è successo fra i due. Chissà a chi apparteneva" "A Seyla" provò a suppore Sakuragi. Koshino lo guardò per un attimo come a capire se l’altro potesse essergli d’aiuto per risolvere il mistero e poi chiese "Tu cosa sai di questa storia?" Hanamichi arrossì mentre diceva "Le mezze frasi che si sono scambiati Sendo e la kitsune ieri ed oggi e…quello che ho scoperto inseguendo Rukawa ieri" Hiroaki si portò la mano destra dietro il capo imbarazzato "Hai spiato Rukawa? Bhe anch’io ho fatto lo stesso con Sendo ieri. Sai ero molto curioso" si scusò poi ritornò serio e disse "Credo proprio che noi due dovremmo fare quattro chiacchiere. Ti va di bere qualcosa?" "Ok" accettò il rossino e si diressero al bar più vicino. Qui giunti si scambiarono le rispettive scoperte omettendo però le conversazioni private di pochi minuti prima e tentarono di capirci qualcosa. "Per me Seyla era un’amica d’infanzia di Akira e Rukawa e viveva in quella casa. Deve essere caduta in mare da quel dirupo dove Sendo è stato a causa di….questo proprio non lo so. Il corpo non deve mai essere stato ritrovato è per questo che Akira pensa sia quello che è stato pescato oggi. Comunque ovviamente dopo un tot le autorità l’hanno dichiarata morta e quindi gli è stata fatta quella lapide" concluse Koshino. "Penso anch’io che sia andata così" confermò Hanamichi "E adesso che si fa?" "Non ci rimane che aspettare che Akira parli". Calò il silenzio interrotto solo dalle chiacchiere sommesse provenienti dai tavolini vicini pieni di gente. "Perché lo fai?" chiese poi Koshino. "Cosa?" chiese sorpreso Hanamichi. "Perché ti interessi a Rukawa?" ripropose la domanda in modo più esplicito il play del Ryonan. Il rossino arrossì mentre gli raccontava dell’infortunio alla schiena e di come il volpino era andato a trovarlo. "Sei sicuro che è solo questo il motivo che ti spinge a scoprire più cose su Rukawa?" continuò Koshino. Hanamichi si fece ancora più rosso "Certo. Cos’altro dovrebbe esserci?" "Ho sempre pensato che il tuo particolare interessamento nei suoi confronti, il modo in cui tenti di attirare la sua attenzione insultandolo, i tuoi incredibili progressi nel basket che hanno il solo scopo di emularlo e surclassarlo fossero sospetti" esclamò l’altro tranquillamente. Il rossino ormai aveva il volto che era diventato un tutt’uno con i suoi capelli, quel bradipo dall’aria perennemente imbronciata insinuava che lui … che lui era…"Tu sei completamente suonato" sbottò ad alta voce "A me la volpe non piace per nulla, voglio solo soddisfare la mia curiosità ed aiutarla perché non posso sopportare di avere un debito di riconoscenza nei suoi confronti" poi passò a sua volta alle illazioni "E tu con Sendo allora? Certe volte sembri il suo fidanzato" Fu la volta di Hiro di arrossire "Che cavolo stai dicendo? E’ solo il mio migliore amico" "Davvero? Anch’io ho un migliore amico ma non tento di stargli appiccicato fino ad asfissiarlo come invece tu fai con il porcospino, dove c’è uno c’è anche l’altro, se è giù di morale nonostante il tuo caratteraccio burbero tenti di tirarlo su come se ogni cosa che lo riguardi fosse anche un tuo fatto personale e soprattutto non penso che a due amici interessi toccarsi così tanto. Non so se te ne sei reso conto ma per te ogni occasione diventa buona per tentare di sfiorarlo" "Non è assolutamente vero" dichiarò Koshino scosso "Io e Sendo siamo solo amici. Pensa per te e Rukawa piuttosto". I due non parlarono più, andarono a pagare il conto e si separarono. Entrambi erano confusi a causa della strana piega finale che aveva preso la loro conversazione. Il dubbio che l’altro avesse ragione e che ci fosse qualcosa di più di quello dichiarato che li legava ai loro "compagni" si era ormai insinuato in loro. E così quella notte oltre al mistero ancora irrisolto circa quello che era accaduto cinque anni prima tra Sendo e Rukawa si aggiunsero pensieri più intimi e personali a tormentare le loro menti finendo con il farli addormentare solo quando spossati non ne poterono più di stare svegli. Il giorno dopo ai licei Ryonan e Shohoku le lezioni si svolsero circa come d’abitudine, l’unica sostanziale differenza fu che Hiro per evitare nuovamente l’interrogazione di chimica saltò la lezione fintando uno svenimento. Il giorno prima infatti per un motivo o per l’altro non era proprio riuscito a studiare. Gli allenamenti delle squadre di basket invece furono un po’ strani. Rukawa per tutto il tempo evitò ogni tentativo di approccio del rossino, non rispose agli insulti nè alle spacconate dell’altro bloccando sul nascere l’abituale rissa che c’era fra loro aiutato in questo anche dall’allenamento individuale stabilito da Anzai. Tuttavia alla fine dell’allenamento in rigoroso silenzio entrambi uno davanti e l’altro dietro si diressero verso il locale dell’amico del coach per scontare la punizione. Hanamichi capendo l’antifona dietro il comportamento del volpino, decise di rinunciare a forzare le cose per obbligarlo a parlare con lui. Si sarebbe accontentato di stargli accanto aspettando le rivelazioni di Sendo e poi avrebbe deciso il da farsi. Era la soluzione più giusta anche perché in questo modo avrebbe avuto il tempo di capire effettivamente cosa provava per il suo compagno di squadra. Al Ryonan per tutta la durata degli allenamenti Sendo e Koshino furono due zombie. Entrambi avevano anche se per motivi diversi il pensiero rivolto al cadavere ritrovato sulla spiaggia la cui notizia non era ancora stata diffusa dai media. Il primo era molto nervoso, sperava con tutto il cuore di avere il coraggio di portare a termine il compito che si prefiggeva ovvero riconoscere Seyla senza farsi prendere dallo sconforto e dall’incertezza. Il secondo era invece molto insicuro, si domandava se era proprio lui la persona più adatta per stare vicino al compagno in un momento tanto critico visto che non riusciva ancora a capire la portata vera dei suoi sentimenti. Nonostante tutto però alla fine della partita di prova indetta da Taoka sulla spiaggia i due dopo aver salutato velocemente i loro compagni di squadra si diressero verso la centrale di polizia molto tesi non sospettando minimamente che le cose sarebbero andate molto diversamente da come pensavano.
Ryota era l’uomo più felice del mondo, Ayako finalmente dopo due anni di continui rifiuti aveva deciso di permettergli di accompagnarla a casa. Certo la loro conversazione non riguardava la sfera privata ma bensì il basket però era pur sempre l’inizio di un qualcosa di nuovo. Stavano discutendo della nuova amichevole contro il Kainan che si sarebbe tenuta fra due settimane e la ragazza sembrava perplessa circa uno schema "Tu credi che Rukawa sia pronto per marcare Shinichi Maki da solo?" "Sinceramente non lo so ma visto che ormai le sue capacità tecniche hanno raggiunto quelle di Sendo credo sia il caso di provare e dargli fiducia. Dopo tutto dovrà marcarlo soltanto in difesa, quando saremo noi in attacco provvederò io stesso ad ostacolare Maki. Di sicuro non possiamo privarci dell’innata capacità di Kaede Rukawa di fare punti" spiegò il play maker dello Shohoku. Ayako stava per aprire bocca per confermare quanto detto da Miyagi quando una voce dolce e fanciullesca s’intromise nella discussione "Voi conoscete Kaede Rukawa?" I due giovani si girarono immediatamente in direzione di chi aveva parlato e videro baciata dal riflesso della pallida luna vicina ad un albero del parco che stavano attraversando una bambina incredibilmente bella, mortalmente pallida, dal volto impassibile, dai capelli lunghissimi biondi e dai profondi occhi blu privi di vita. Ayako rimase senza parole e fu scossa da un brivido freddo, quella bambina sembrava quasi uno spettro, mentre Ryota che non era facilmente suggestionabile rispose "Si lo conosciamo. Cosa sei una sua amica? Ti sei persa?" "Si sono una sua amica" disse la bimba avvicinandosi ai due giovani "Però non mi sono persa". Dopo di che la bionda con mossa fulminea prese fra le sue la mano destra di Miyagi che quasi gridò constatando quanto gelida era e dolcemente con un sorriso appena accennato che non prometteva niente di buono disse "Ti va di giocare con me?" Ryota provò a scostare la mano ma l’altra la teneva in una morsa ferrea impensabile per una ragazzina della sua età. "Veramente io sarei di fretta" provò a dire con voce tremante. Si sentiva come una preda braccata da un feroce predatore. Eppure quella davanti a lui era solo una tenera bambina innocente che sembrava un angelo da quanto bella era, non doveva averne paura. Si stava soltanto lasciando suggestionare dalla situazione irreale, dal suo modo di fare un po’ enigmatico. Fu proprio mentre Ryota pensava quelle cose che l’angelo rivelò il suo vero volto e si trasformò in un diavolo.
FINE 4° CAPITOLO – REAZIONE
Ise: BUHHHHHHHHHHHH Hana, Kaede, Hiroaki, Akira: Ise perché piangi? Ise: E’ colpa vostra invece di seguire il copione fate quello che vi pare e quindi mi fate allungare la storia di molto, mi fate interrompere il capitolo dove non era previsto per non appesantirlo e soprattutto mi avete costretta a legare ed imbavagliare Ryota in modo che non mi sfugga. Buhhhhhhhhhhhhhhh Hana: Calma Ise per favore allaghi la casa Ise: Perché dovrei calmarmi siete cattivi. Akira: Se ti calmi ti promettiamo che la prossima volta faremo come vuoi tu Ise improvvisamente seria: Davvero? Hiro: Si basta che la smetti con questi ultrasuoni ci tengo alle mie orecchie. Ise felice che comincia a vaneggiare: Che bello!!!!!!! A me il sangue, dov’è la distruzione? Kaede: Ma cosa le avete promesso ragazzi?
L’ANGOLO DI ISE La storia di questa fic procede più a rilento di quanto avevo progettato ed infatti credo proprio che non farò più anticipazioni sui prossimi capitoli onde evitare poi di non poterle rispettare. Spero comunque di fare un buon lavoro. Alla prossima. Ise Qualsiasi commento è da inviare al seguente indirizzo denise-alessandro@libero.it
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