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Today is Ria day...buon compleanno Ria!!!

Pairing Ruhana
Raiting Nc -17


 

Il sole e l’orizzonte
 

di Mel

 

 

 

 

‘Non mi manca niente’

 

Questo pensiero veloce e atono si fece spazio nella mente del ragazzo dai fili neri, che s’ innalzavano come aquiloni legati ad un filo sottile.

 
Era dannatamente vero.
Aveva tutto quello che una vita appena assaggiata poteva offrire.
Bellezza.
Abilità.
Ricchezza.
Talento.
Intelligenza.
E altro.

No, non era vanità.
Non era alterigia.

Il suo animo non si gonfiava con quei pensieri, era piuttosto…un’analisi obiettiva.
Disinteressata, quasi.

Mentre il sole compiva il suo migrare, per portarsi a morire oltre l’orizzonte.
Una linea nera come un coperchio di bara lo aspettava devotamente, ogni sera, dall’eternità.

 

Li si poteva definire amanti.
Non il sole e la luna.
Come possono amarsi, due che non si sfiorano mai?

Ma il sole e l’ orizzonte.


Al contrario, l’esplosione di sensualità del sole che, rosso come la passione, si getta fra le braccia di un ben più freddo e distante orizzonte…certo!Poteva dare adito a tali, maliziosi, pensieri senza bisogno di troppi schizzi d’ improvvisa fantasia.

 

Un amante.

 

Kaede si soffermò improvvisamente su quel sostantivo.
Lo rigirò nella propria mente, assaporandolo.
Poi vi rifletté sopra e trovò il neo di tutto il suo accurato esame.

La falla.

Quella che mandava a picco la nave nei mari ghiacciati della consapevolezza.

 

 

Lui non aveva un amante.

 

 

Né una ragazza.
Né un ragazzo.
Nessuno.

 

Maledizione!
Così non va, Kaede.
Non puoi, non puoi essere in difetto.
Non puoi neanche immaginare, che ti sia negato qualcosa.
Lo senti, vero, un po’ di bruciore dentro?
Ti infastidisce?
Perfetto, allora sai cosa fare, vero?

 

Trovati qualcuno.
Velocemente.
Qualcuno che ti accetti, qualcuno che ti dica di sì.
Magari anche che non ti dispiaccia.

Perché no?

 

Ne hai di scelta, giusto?
Su, comincia a pensare…

 

Ragazze prima…ovvio..sei un uomo…

..mh…ti vedo perplesso..credo che non vada……non ti ricordi nemmeno una delle loro facce….non è certo un buon inizio…..beh allora sei libero di pensare a chi vuoi ..facciamo così….la persona che ti viene in mente per prima dovrebbe andare bene, non credi?

O quella che apre per prima la porta della terrazza dove sei fermo a guardare la volta color ciano.

 

Non ci credi al destino, al fato, o a cose simili.
Tutti vaneggiamenti, per isteriche ragazzine con sogni di poco valore.
Perché ne esistono di sogni di poco valore e la misura è l’ impegno che ci si mette nel volerli realizzare.
Di quanto si può superare il limite del sacrificio, per vedere quel sogno divenire realtà.

Ma tu non credi ad un destino fautore di tali sacrifici al posto tuo e non credi ad un fato irreversibile.
Eppure, questo non ti esenta dal ridere dentro di te, forte, non appena la porta si apre e lo vedi.

 

Vedi lui.

 

Il ragazzo che prima ti era anche venuto in mente, pensando al tuo basket.

 

E ridi, silenziosamente.
E divertito, veramente divertito, accetti.
 

“Oi kitsune, eri qui allora….” una voce allegra, mascherata da irritata
 

“Cercavi me?”domanda sciocca, fatta di proposito

 

Un rigirare le sue parole per stuzzicarlo.
Ricevi un’occhiata da teppista.

 

“Tsk…vedi a cosa mi devo abbassare per colpa del gorillone?Forza muoviti, il capitano ci vuole in palestra prima, ci deve parlare…”e così dicendo, il ragazzo dai capelli incendiati, come il sole che si spegne nel suo calvario, si indica la porta alle spalle con il pollice

 

E tu, Kaede, ragazzo che sa cosa vogliono dire i sacrifici, ma che sa anche cosa vuol dire ridere senza che necessariamente gli altri debbano esserne partecipi, decidi.

 

Ti avvicini e sei sicuro di quello che fai.
Ma non pecchi nemmeno stavolta di superbia.
Te lo senti semplicemente dentro e vai.

Fai ciò che senti, per essere coerente anche con te stesso.

 

Vai da lui.

 

Siete uno di fronte all’ altro.
Ma non cambi la tua espressione seria e determinata.
I tuoi occhi non vacillano, presuppongo non lo faccia nemmeno la tua anima...

 

Lo guardi intensamente.

Più intensamente di quanto ricordi di aver mai fatto con qualcuno.

 

 

“Hanamichi, provi qualcosa per me, vero?”

 

 

Silenzio mentre, portato sopra le nuvole rapide, il tempo scivola via, ridendo felice.
Lui, orari non ne ha mai avuti.

E nemmeno risposte complicate da dare.

Hanamichi usa tutto quel tempo per arrossire intensamente e guardarsi attorno e guardare a terra e poi deglutire e sospirare insieme, mentre gli occhi si fanno un po’ più lucidi e vivi e le labbra si fanno riarse, come la gola.

 

Smascherato.

 

Completamente.

 

Kaede ..un po’ di arie ora sembri volertele dare…..ma attento …essere un buon osservatore non è tutto quello che ti è richiesto per raggiungere la perfezione.

 

 

“Cosa..?? Io …IO..NON ….io..”

 

Il ragazzo dai capelli di fuoco tenta una difesa disperata, ma è scontato il risultato, come può mentire chi non ha mai imparato a farlo?
La domanda è stata troppo improvvisa, inaspettata, spiazzante e la risposta è troppo, troppo vera per essere taciuta.

 

Così Hanamichi non dice più niente ed abbassa lo sguardo.
Forse per vergogna, forse per innocenza.

 

“Ora che so, dimmi chiaramente cosa vorresti da me” una domanda che sembra legittima, ma non lo è

 

Eppure sappiamo bene che Hanamichi è troppo confuso per difendersi e protestare.
Così prende il suo coraggio.
Quel coraggio rosso e forte, quella passione immensa che è lui, che porta il suo nome ed il suo cognome e alza subito gli occhi d’orzo.

 

“Vorrei stare con te”

 

E potrebbe sembrare una cosa così dolce, se Kaede non ci stesse pensando sopra con un’ indifferenza che dovrebbe spaventarlo e non compiacerlo.
Si appoggia alla ringhiera dal lato della rete metallica.
Dietro le sue spalle, il sole a scacchi sembra solo un esule di guerra, colpito dagli ultimi proiettili vaganti, e forma un alone rosso intorno a quei capelli neri come la morte.

Kaede sospira  e decide ancora.

 

 

“Per me va bene”

 

 

Ed è solo l’ inizio.
Solo l’ inizio.

 

 

 

Si scambiano un bacio.
Mi sembri quasi obbligato dalle circostanze, Kaede.

 

Ma dopo ti decidi a collaborare più pienamente.
In effetti certi tipi di contatto  mancavano nella tua vita.
Beh, adesso scoprirai molte altre cose.
E, dannatamente curioso, ti senti abbastanza pieno di aspettative, mentre noti distrattamente il sorriso più bello della terra sul viso di Hanamichi.

 

 

Sono passati più o meno sette giorni.
E le cose vanno avanti seguendo il loro naturale corso.

 

Vi siete frequentati.
Un paio di volte ai campetti, un paio di volte fuori.

 

Mmh…non sei molto tagliato per fare il fidanzato, ti è mai stato detto?

Agli allenamenti non interrompi mai il silenzio sportivo  e la concentrazione per dire più di un paio di frasi; e fuori, in strada, le vetrine ti abbagliano fastidiosamente e ti viene sonno.

 

Così -in certi momenti- te lo chiedi.

Per cosa hai accettato?

 

La verità, penso, è che tu non ‘sai’ assolutamente qual è il ruolo di un fidanzato.

 

E’ il prezzo che devi pagare, per non aver mai approfondito questo campo.
Ora ti viene in mente il motivo della tua decisione?
Ora che la tua inadeguatezza, la tua impreparazione, ti è manifesta, è chiara davanti ai tuoi occhi di sedicenne ambizioso, capisci?

 

Tu devi avere un fidanzato.
Tu devi essere un fidanzato.

 

Non può e non deve mancarti niente.

 

E ti sforzi..porti a termine la tua giornata con lui, che non fa che sorridere…
…di cosa sorriderà sempre, poi, non si sa….

 

Lentamente, tornate verso casa e lui ti parla di cose che non ti interessano poi molto.
Lo trascini verso un vicolo, improvvisamente.
Quasi la luna, che è spuntata dalle nubi in broccato d’ argento, in questo momento ti abbia ispirato.

 

Lo baci per un po’.
Velocemente.
Poi lentamente.
Poi con forza.
Poi con languore.

E lui accetta tutto.
E tu lo studi.

 

Esamini la sua bocca, esamini il significato di morbido, di velluto, di piacevole e di saliva.
I termini labbra e lingua e occhi negli occhi ti sono finalmente, personalmente, chiari.

 

Non sono più pezzi mancanti della tua conoscenza.
Non sono più discorsi di altri, sentiti per caso nel dormiveglia sul tuo banco.

 

Sono diventati improvvisamente tuoi discorsi.

 

 

Lo stringi, un po’, non troppo forte, senti le sue mani e poi arrivi ai suoi capelli lisci ed un po’ arruffati.
Un po’ caldi.

 

E lui, Hanamichi, incredibilmente non dice più nulla.
In certi momenti, soprattutto quelli, diventa silenzioso e non fa che guardarti e tu non ne sai il motivo.
Ti lascia lo spazio, la libertà, l’ iniziativa.

Solo a tratti, quando sembri intenzionato a respirare un po’ troppo, ti abbraccia con maggiore intensità.

 

Sembra non volerti lasciar andare via.

Che abbia davvero tutto questo bisogno di te?

 

Provi uno strano sentire.
Compiacimento?
Orgoglio?
Sentimento d’ importanza?

E’ soffuso.
Potrebbe essere ognuno di questi.

 

Allora lo lasci e lo guardi.
Ha degli occhi così strani dopo i baci che gli dai.

 

Sono molto, molto più scuri.
Lievemente umidi e vacui.

Il respiro è spezzato e la bocca è socchiusa.
Anche dopo aver finito, Kaede, guardi quella bocca.
E non ti spieghi perché lui la lasci socchiusa, quel poco che basta affinché tu veda la morbida pelle bagnata dell’ interno labbra.

Che sia una muta richiesta di proseguire in eterno?

 

Non sai che pensare e decidi di andare via.
Per quel giorno hai curiosato abbastanza.
Hai giocato abbastanza con la vita da fidanzato.

Avrai altro tempo, per approfondire.

 

Lo saluti  e te ne vai, piano.
Mentre lui ti guarda.

 

 

Quella notte stessa, osservi dolcemente il cielo, sei seduto sulla tua ampia finestra, un cuscino dietro la schiena e lasci vagare i pensieri.
Lo fai spesso, talvolta fino ad addormentarti  ed è solo l’alba che ti sveglia, con la sua luce, in un modo così delicato.
Credo proprio che quei raggi di sole fossero la prima cosa che hai amato, dopo il tuo basket.

Ed ora trovi riposante la volta celeste, così scura e sobria.
L’ infinità del cielo sembra volerti ricordare quanto piccolo ed insignificante tu sia, ma non la ascolti.

Pensi a lui e a te.
Al perché non ti dispiace baciarlo in quel modo.

Al come, del tutto naturalmente, pochi giorni prima hai varcato il confine delle sue semplici labbra ed hai capito, no, intuito, è il termine giusto, che le vostre lingue potevano, dovevano toccarsi.
Che era giusto così.
Che era bello e piacevole.
Tu che mai -prima- avevi baciato.
Che mai avevi toccato.

E sei contento.

Di te.

 

A lui, in fondo, non pensi tanto.
E’ marginale.

 

E poi, perché pensarlo?
Domani lo vedrai, condividerete ancora del tempo, imparerai ciò che ancora non conosci.

Chiudi gli occhi e sei rilassato.
Il sonno, che ti vede, già comincia a correre da te.

Sia mai non compiacesse velocemente un suo così devoto cultore.

 

 

 

Provi a leggere nei suoi occhi, ma non ti riesce.
E’ molto strano.
Avresti giurato che in quegli occhi castagna si arrivasse -sempre- a vedere il fondo di quell’anima ed anche oltre.
Scuoti la testa.
Forse è una cosa che verrà con il tempo…

Lo guardi.
E lui si osserva attorno, sul parquet lucido e tu non capisci perché, ma poi ti sorride.
Dolcemente.
E tu noti che in quel momento nessuno vi guardava.

 

Che tema, quindi, i pensieri degli altri su questa relazione?
Te lo chiedi, ma ti è indifferente -allo stesso modo- che sia una risposta affermativa oppure no…

 

Gli allenamenti finiscono ed oggi hai sentito spesso il suo sguardo su di te.
Cominci a credere che debba essere così fra fidanzati.

 

Poco dopo vi incontrate fuori dalla palestra.
Il parco ti attrae e, senza chiedere o specificare, ti dirigi fra il verde, oltre il cancello.
Hanamichi ti segue, gli alberi sono così belli, in questa fine di maggio.

Vi sedete su di una panchina e la sua mano, ‘seduta’ accanto alla tua sul legno scuro, d’ improvviso si fa irrequieta.

E ti cerca.

 

Tenersi per mano.

 

Non sai cosa provi, eppure un attimo dopo pensi di scostarti.
Non trovi nemmeno una ragione, una spiegazione per questo tuo comportamento.
Non la trovi nemmeno con te stesso.
A lui, ovviamente, non dici niente e continui a guardarti intorno.

Stranamente, il silenzio viene rispettato a lungo, da Hanamichi, ed anche quando ti rivolge una domanda, banale, la sua voce è solo un morbido sussurro che si sposa con il soffiare del vento.

Un brivido repentino corre lungo la tua schiena e sveglia i tuoi muscoli e le tue labbra.

 

Ti alzi.
Lui ti segue ancora, dopo che gli hai risposto dicendo ‘Le 7 e un quarto’.
Un piccolo boschetto coperto ti invita e tu ti inoltri, con il tuo ragazzo.

Ti sembra ancora strano pensarlo, dirlo.. non l’ hai mai detto, ma è solo un momento questo pensiero.
Poco dopo la tua bocca trova decisamente meno strano fare ancora conoscenza con quella di Hanamichi.

Minuti interi di un bacio che per te non ha ancora esaurito tutte le sue potenzialità.
Vuoi esplorare sempre di più, capire e scoprire.

Lecchi piano le sue labbra morbide e poi ti accorgi che vuoi sentirlo comandare.
Che stranezza.
Miriadi di pensieri spezzati, non finiti, inconcludenti, ti attraversano la mente nei momenti in cui ti unisci a lui in un bacio.
E proprio uno di questi pensieri prende campo, diventando una necessità.

Vuoi lasciarti a lui per qualche secondo.

Sentire cosa si prova a farsi dominare da quella lingua bruciante e piena di vita.

 

E l’intreccio che Hanamichi crea per te, umido e sensuale, plasma nel tuo corpo un sentire caldo e freddo insieme che, spiraleggiando intensamente, scende verso il basso e si tramuta in un nuovo brivido, esattamente come quello sulla panchina.

E la tua bocca  è di nuovo sveglia e reclama la sua autorità.

 

Riprendi quindi il controllo e lo spingi contro il tronco rugoso di un nocciolo.
Stringi forte i suoi capelli fra le dita e ti separi.

Ed è tutto come sempre, forse lievemente più intenso.
I suoi occhi lucidi, le labbra socchiuse e tu che te ne vai piano, lentamente.

 

Quella sera siete ognuno nella propria stanza, lontani mezza città e distanti quasi ventiquattro incroci.
E tu, Kaede, analizzi razionalmente quel brivido, identico senza dubbio, che ti ha colto ben due volte.
Impensabile non potergli dare un nome.
Tu devi sapergli dare un nome.

Innanzitutto non era freddo.

Non era aspettativa.

Non era felicità.

Non era disgusto.

 

Ma sai solo quello che non era?

Mi deludi, ti deludi.

 

Ti stendi sul letto e ripensi a tutte quelle volte in cui ti sei immaginato il basket americano e la tua nuova squadra oltreoceano e la prima partita vinta.
Era una sensazione che..che fluiva…veloce come un  ..       brivido.

Era eccitazione.

 

Ecco, hai la tua risposta.
Hai il suo nome.
Hai aggiunto semplicemente un’ altra cosa, a quelle che avevi deciso d’ imparare.

 

 

Hanamichi sta pensando.
Sorride felice, mentre copia matematica da Yohei.
E Yohei, da buon amico, sa per certo che non è la complessità di un’ equazione di secondo grado la cosa che lo rende così meravigliosamente felice.
Ma è contento per lui lo stesso.

Così sorride di riflesso.

Ed ora davvero, la madre di Hanamichi, che li guarda dalla cucina con una mano meditabonda sotto il mento, comincia a preoccuparsi.

 

La sua storia con Kaede era un sogno che si realizzava.
Le parole del suo ragazzo.
Quanto adorava chiamarlo così.
In testa o ad alta voce.
Il loro primo, naturale bacio.
I loro tanto attesi appuntamenti.
Tutti quei baci con cui sembrava che Rukawa lo volesse divorare.

 

Ed era solo un dolce inizio.
Chissà quante altre cose avrebbero imparato a condividere.
Con il tempo.
Tutto il tempo di questo mondo.

Oh, era presto per pensare a qualcosa di più di un bacio.
Troppo, troppo presto.

 

Imbarazzante, anche solo pensarci.
Impossibile da immaginare nella sua mente innocente.

Arrossisce e riprende a guardare la luna che, dolcemente, lo rimprovera di aver tolto la sua attenzione da quell’ equazione che, per un attimo, si è sentita così importante sotto quei sorrisi innamorati.

 

 

Ed è in breve un nuovo giorno.
Kaede si sveglia, pensando a cosa potrà imparare di nuovo.
Ha fretta.
Non ha più voglia di fare piccoli passi per avvicinarsi alla meta.

 

Lui è nato per correre.
Ed arrivare dove gli altri non lo raggiungeranno mai.

 

Così si alza e si dirige a scuola.
Ha stranamente voglia di vedere Hanamichi.

Non perché quel sorriso solare lo riempia di gioia, ma perché ha fretta.

 

Vuole altri brividi, vuole spingersi più in là.
Pensa proprio che quel giorno metterà la mani su di lui.

 

S’ incontrano.
Per Hanamichi è pura gioia quando Kaede gli dice, senza permettergli di replicare, che quella sera vuole andare in un locale.
Un pub vecchio e tranquillo.
L’ideale per scambiarsi due parole e due baci in intima riservatezza, pensa il ragazzo dai capelli rossi.

E corre subito a casa dopo gli allenamenti, non perde nemmeno tempo a scherzare un po’ con il suo guntai.
Sale subito in camera e tira fuori vestiti da tutti i cassetti e da tutti gli armadi, corre dalla lavatrice agli stendini di bucato, in cerca dei suoi abiti più belli, quelli che gli stanno meglio, e ride contento.

 

Ha un vero, vero appuntamento con Rukawa.

 

 

E questa sera, Kaede, già ti sei pentito della tua sete di novità.
Non sai che cavolo metterti e non hai proprio voglia di uscire, hai un sonno…….
Sbadigli pigramente grattandoti una guancia e vai verso il tuo armadio.

Dei, non ti ricordi nemmeno più l’ ultima volta che hai riguardato i tuoi capi.
In tutta la tua vita ne hai usati solo due.

La divisa e la tuta.
La tuta e la divisa.

Sei sempre stato convinto di non aver bisogno d’ altro.

Ma a tuo padre piaceva portarti nei centri commerciali a spendere un po’ di quei soldi che certo non vi mancavano, ed allora, dopo i prioritari acquisti sportivi, ti facevi comprare di tutto senza obiettare.

Dei del cielo! Disgustato tiri fuori una camicia hawaiana….questa, tuo padre poteva proprio risparmiarsela…..

 

Rovisti svogliatamente un buon dieci minuti, ma niente.
Poi noti un paio di pantaloni di nylon, verde petrolio, non male.
Leggeri e pratici, né eleganti, né grotteschi.
Casual.

E li metti.
Ti guardi un attimo allo specchio ovale nell’ angolo.

Hai solo quelli addosso.
E ti piacciono.

Via, smettila di autocompiacerti e vai a cercarti una maglia.
Ne trovi miliardi, no, miriadi di miliardi.
Potresti aprire un centro raccolta abiti usati solo con il secondo cassetto del tuo armadio.

Spulci fra l’ arcobaleno di colori che ti trovi davanti, e pensi che non tante di quelle tonalità vanno d’accordo con il verde petrolio.

Brr…un maglietta rosa………maledetta moda senza più religione….

Poi ti capita sottomano quello che cercavi.
Vai sul sicuro.
E’ una maglia sbracciata bianca.
Il bianco sta bene con tutto, diceva sempre tua madre quando -da piccolo- ti insegnava amorevolmente a vestirti da solo.

Ci ripensi con un moto di affetto.
In fondo, anche se adesso si sarà rifatta una vita altrove, quando è stata con te era davvero una buona mamma.

La rileghi nuovamente nei tuoi ricordi più profondi e ti infili la maglia, scoprendo con piacere che ha davanti degli intricati disegni di un verde oliva e di un nero slavato, che si adattano perfettamente ai tuoi pantaloni e alla fascetta che avevi già intenzione di mettere sul braccio sinistro.

Ti guardi di nuovo, ti approvi con un cenno affermativo e vai in bagno.

Ti sciacqui il viso per svegliarti un altro po’, ti pettini a lungo, niente gel, ma puoi ‘casualmente’ sistemarti la frangia in avanti, così, per coprire sensualmente quei due opali iridescenti che  ti ritrovi.

 

Sei pronto, praticamente.
Le scarpe ed uno spruzzo di profumo.

No, quello forse no.

Non fai che bruciare incenso nelle stanze, oramai anche i tuoi capelli hanno quell’odore pungente, ma buono, ed i tuoi vestiti, presi nuovi dall’ armadio, sanno ancora di quella lavanda che metti nei sacchettini  dentro ai cassetti.

 

Pensi proprio di scendere al piano inferiore per mangiare qualcosa, avrai sicuramente almeno un’ altra ora.
Entri in cucina e lo sguardo ti cade sull’orologio.

Sono le 8:30.

 

C***o, è tardi!

 

Hai l’ appuntamento alle nove alla baia.
Non è molto lontano, ma ci vuole del tempo.

Cioè sei stato ben 1 ora e un quarto a prepararti?

Kami, che vanitoso sei diventato!

 

Sei ancora sorpreso.

Tu, che credevi fermamente che al mondo non dovessero esistere che le divise, le tute e le maglie dei Lakers, hai impiegato ben un’ ora ed un quarto della tua vita nel prepararti, per un banalissimo appuntamento.

Dio mio, certe volte non ti capisci proprio.

Però non puoi negare che ci sia stato anche un po’ di divertimento…

Era tanto, tantissimo tempo che non curavi il tuo aspetto, non per questo che ne abbia risentito, ti dici con una bella punta d’orgoglio, ma è stata una riscoperta piacevole in fondo…

Beh, adesso non devi più nemmeno porti il problema di cosa mangiare per cena.
Non ne hai il tempo.

Prendi le chiavi, metti le tue Nike grigio perla ed esci.
Monti sulla bici e sei subito in strada, a sfidare il vento con la velocità, a sfidare le luci dei lampioni e la brezza del mare che si avvicina.

 

Arrivi velocemente.
Ti piace essere puntuale, se puoi.
Da lontano lo vedi.

Kami è già arrivato, non l’ avresti mai detto.
Lo facevi ritardatario e confusionario e smemorato.

Invece è lì, vicino al molo e ti saluta con la mano, e distrattamente noti che non ha neanche quel pessimo gusto nel vestire che gli avresti dato, così, di prima impressione.

 

Lo raggiungi.
Mugoli un saluto di cui si sente solo ‘ao’ e lui fraintende.

 

“Che bel saluto, grazie tante, kitsune!”

 

Continua a chiamarti così, anche adesso, dopotutto la cosa non ti infastidisce, ma il suo mal interpretare sì.
In un istante, ti chiedi cosa dovrebbe fare un vero fidanzato adesso.

 

Rimproverarlo?
Arrabbiarsi?
Scherzare?

 

Non lo sai, ma qualcosa devi pur provare per capire.
Così gli afferri un polso, lo sposti verso quel cono d’ ombra al riparo da sguardi indiscreti e gli dici, con tono roco e provocatorio.

 

“Perché? Che saluto vorresti…avanti…confessamelo…”

 

E porti le tue labbra ad un soffio dalle sue.
Ma non raggiungi la sua bocca, aspetti che sia lui a compiere quel passo.
Che sia lui a scoprirsi.

E Hanamichi è troppo sincero per non confessare subito.
E’ troppo ingenuo per capire che non avrebbe dovuto cedere al tuo silenzioso ricatto, Kaede.
E’ troppo debole per rifiutarti e spingerti via come meriteresti.

O, forse, è semplicemente troppo innamorato di te.

 

Ti bacia dolcemente e poi, arrossendo, ti guarda.

 

“Potevi capirlo anche da solo” brontola, ma vedi chiaramente che è felice

 

Entrate insieme.
Il locale è ampio e dall’ atmosfera familiare.
Fatto di legno scuro, ma luminoso.
I lampioni del molo entrano, rifrangendosi luccicanti nelle ampie vetrate che danno sul nero del cielo di notte e del mare all’orizzonte.

Piccole scale permettono di raggiungere una sorta di piccoli terrazzi sopraelevati che, come degli originali privés, regalano intimità e calore a chi ne desidera.
Quella sera Kaede sa già cosa vuole, lo sa da tutto il giorno e quindi non perde tempo, sale subito su una scala ed occupa la panca di legno di fronte al  tavolino.

Più in là c’ è un secondo tavolo, ma è vuoto.
Si siedono.
Ordinano.
Hanamichi parla un po’.
Fa qualche domanda, ma non ricevendo risposte, né attenzione, rimane in silenzio.
In fondo, che gli importa di parlare?
Ha Kaede davanti a sé.

Il suo Kaede.

Il suo ragazzo.

Quello che amava e che amerà per sempre.
Quello che sognava e per cui, esclusivamente nel buio della propria stanza, sospirava.

Perché fondamentalmente è un romantico, il piccolo Hana.
E’ pieno di storie e fantasie, di idee e pensieri colorati.

Da sempre sa perfettamente di avere bisogno d’ affetto, e non come tutti gli altri, un po’ più degli altri; e, da quando è diventato un pochino più grande, sa anche che ha bisogno d’ amore.
Dell’amore che non viene dai parenti, dell’ amore che non viene dagli amici, dell’ amore che non viene dalla squadra.

Ha bisogno della amore con la A maiuscola, quello che proprio in quegli istanti sente di provare finalmente con Kaede.
E cosa importa, quindi, se il suo amore con la A non ha voglia di conversare?
Può passarci sopra, no?

E così fa, prende il bicchiere che è appena stato portato dal cameriere e lo beve a piccoli sorsi, guardando avanti.
Perché il blu del mare non ha bisogno di vederlo attraverso il vetro.

Lo può tranquillamente trovare in fondo a quelle iridi meravigliose e profondamente mutevoli.

 

Passano così i primi quarti d’ ora.
Il pub si affolla un po’ di più ad ogni rintocco d’ orologio, il locale si riempirebbe presto di fumo, se non fosse entrata in vigore quella nuova legge per la salute.
E Kaede ne è contento.
E’ un vero sportivo, nonostante tutto.

Ha cercato di troncare ogni possibile conversazione.
Non gli interessa sapere qualcosa su Sakuragi.

Affatto.

Gli interessa esclusivamente scoprire qualcosa su di sé, attraverso lui.
Ha bisogno di qualcuno con cui recitare.
Qualcuno che possa portarlo a scoprire un mondo nuovo e decisamente sconosciuto.

Sensuale.

Ma aveva bisogno di qualcuno che fosse inesperto.
Non vuole un maestro o avrebbe cercato altrove.

E poi, su, confessalo Kaede, non vuoi essere secondo a nessuno.
Devi essere tu il più forte, devi essere tu a gestire.

Altrimenti ci sono troppi rischi.
Ed il gioco non vale la candela.

 

Guardi, adesso, Hanamichi.
Stai bevendo e non sai cosa fare.
Guardare il locale ti annoia, la gente, quella grottesca massa umana che rappresenta la maggioranza, ti fa provare sdegno, il mare ti rende pensieroso e malinconico.

Così guardi lui.
Ma sai che un vero fidanzato non dovrebbe guardare il suo amante solo per ripiego.

Beh, segnala questo punto fra le cose da migliorare.
Subito sotto la voce conversazione.

 

Passano altri minuti.
Ordinate ancora. 

Bevete e dite due parole ogni tanto.
Kami, che noia.

Ti aspettavi qualcosa di meglio, di' la verità, nh?
Sei stanco.
Adesso sei veramente convinto che devi smetterla di farti trascinare dal caso, devi metterci del tuo.

Non volevi mettergli le mani addosso?
E’ ora di cominciare.

Chiamalo, e fallo venire accanto a te. 

 

“Vieni qui sulla panca” quattro parole molto concise

E Hanamichi posa il bicchiere rischiando di soffocarsi e ti guarda incredulo.
Quei suoi occhi profondi e scuri sembrano chiedere ‘Davvero mi vuoi accanto a te?’

 

“Accanto a te?”chiede

 

Annuisci e lui, felicissimo, si alza.
Si siede al tuo fianco.

 

E adesso?
Cosa aspetti?
Vuoi baciarlo fino a rimanere senza ragione?
E allora muoviti..è il tuo ragazzo, no?
Non hai bisogno di presentazioni o di un invito.

 

 

Sì, affonda la lingua nella sua bocca.
Senza presentazioni, si conoscono già le vostre labbra.
Stringilo più forte, fagli intuire che stasera vuoi spingerti più in là e che lui non ti potrà fermare...

 

Lentamente, con le mani, Kaede scivolò verso l’ orlo di quella maglia scura che Hanamichi indossava.
Con le dita giocò sui bordi ricuciti, li strinse per saggiarne la consistenza, poi li oltrepassò.

Senza indugio.
Senza voler tornare indietro. 

Mugolando il ragazzo dai capelli rossi s’ irrigidì.

Fino ad ora avevano scelto solo luoghi appartati, non che quel privé fosse in mezzo al locale, ma erano pur sempre troppo in mezzo ad altre persone.
Tentò lentamente di scostarsi, ma Kaede non allentò le mani, anzi, le spinse ancora più su, sul costato, fino alle scapole e di nuovo giù, immobilizzandolo con i brividi serrati che sapeva trasmettergli.

 

“Kaede, no, aspetta….ci stanno guardando”

 

E tu, Kaede, sai che lui ha ragione.. li senti, gli sguardi dei camerieri che girano per la sala, li senti addosso, gli occhi di quegli avventori più vicini a voi.
Ma non te ne importa niente.
Non ti è mai interessato il giudizio della gente.
Tutto ciò che ti riguarda è esclusivamente un affare tuo. 

Eppure Hanamichi, che sottrae la sua bocca da sotto le tue labbra, per parlare e dirti di fermarti, ti sta stancando.
Improvvisamente allora lo spingi indietro.
Lo getti riverso sulla panca che vi accoglie, con il suo legno ormai caldo dei vostri corpi, e ti sdrai su di lui.
Come foste in un letto. 

Ed ora il tavolo vi nasconde.
Dai camerieri che passano al piano di sotto, dagli avventori che vi osservano da lontano.

Da tutti.

E riprendi a baciarlo, con foga, con forza.
Senza respiro e senza voglia di fermarti.
Le tue mani sono in piena frenesia.
Ti piace sentire tutti quei brividi che attraversano la tua schiena, lo stringi, ancora, ancora.

Le tue mani arrivano dalla cintura dei suoi pantaloni fino alla sua gola, in carezze che distruggono e ti fanno scoprire il perché ti hanno creato con due mani.
Credevi fossero state inventate solo per giocare a basket, confessa, avanti.
Invece un altro motivo esiste.

Toccare.

Toccare e provare piacere nel farlo.

Kami se non è un motivo …valido.

 

Poi, un pensiero improvviso si ferma nella tua mente.
Rimane sospeso.
Scioccatamente sospeso.

 

Sei sopra di lui, ora.
Riesci a tenerlo fermo con il tuo peso.
Potresti fargli ciò che vuoi. 

Ed una serie di flash velocissimi ti stordisce quasi, mentre affondi nuovamente nella sua bocca con una punta di violenza che la forte eccitazione ti ha regalato.
Vedi in un istante tutti i tuoi desideri che diventano immagini e poi luce e di nuovo immagini.
Stringi forte la sua carne fra le dita, sul petto, sui capezzoli, su di un fianco, mentre pensi ancora e guardi quella fantasia che ti ha rapito all’ improvviso dal mondo reale.

 

D’ un tratto senti che stai per perdere la ragione ed ogni controllo, e ti fermi.
Freni.

Non puoi lasciarti andare.
Non puoi assolutamente.

Non in un posto così poco comodo.

 
Ti alzi, lo lasci completamente andare.
E lui, confuso e stordito dai tuoi assalti, rimane fermo senza muoversi. 

E quella sera imparate entrambi una cosa importantissima.

 

Se davvero volete eccitarvi tanto da non poter più camminare davanti agli altri, vi conviene, la prossima volta, farlo in un locale dove il servizio ai tavoli costa molto meno.

 

 

La sera se n’è andata veloce.
Fate un giro lungo il molo, per distrarvi nell’aria fresca della sera e tu, Kaede, riesci finalmente a calmare il tuo corpo di giovane uomo.
Adesso sei stanco.
Decidete di vedervi anche domani sera.

Nessun bacio veloce di saluto.

Ve ne siete dati fin troppi su quella panca.

Prendi quindi la tua bici e te ne vai.

 

Un giorno passa in fretta, chi l’avrebbe detto.

Non certo tu, che di solito, trascinandoti dal banco al terrazzo e dal terrazzo alla palestra, dormi con gli occhi aperti e vedi il tempo che lentissimo ti scorre davanti, cavalcando la solita nuvola allegra.

 

Eppure è nuovamente sera e devi prepararti.
E guarda caso, sei sveglio.
Vigile ed attento.

Ti leggo negli occhi, Kaede.

Sei ubriaco.

Drogato.

 

Di cosa?

 

Di quelle sensazioni che hai assaggiato ieri notte.
Dell’ aver scoperto che -solo toccando il corpo di Hanamichi- puoi perderti in un limbo di dannatissima semicoscienza maledettamente piacevole e rilassante.

Ed ora, da bravo tossicodipendente, non vuoi più la stessa dose, ne vuoi almeno un paio!

 

Ti senti pronto ad osare ogni cosa.
Affrontare ogni resistenza.

Perché tanto, da un po’ di tempo a questa parte, hai capito che con lui basta insistere un pochino di più, premere il tasto giusto, e magari anche le tue labbra sulle sue, e puoi ottenere tutto.

 

Mi sembra proprio tu abbia deciso.
Ti vesti, d’ invitante nero sotto i vestiti normali, ed esci.
Lo incontri.
Lo guardi come se volessi metterlo in soggezione.
Come se volessi ipnotizzare quelle sue opali d’orzo.

Non avresti scommesso nemmeno uno yen sul fatto che quel ragazzo dagli assurdi capelli rossi, così spavaldo e spaccone, potesse realmente conoscere il modo di essere, arrendevole e dolce, dei fidanzati.

Beh, non ti dispiace, non ti dispiace affatto.

Come non ti dispiacciono quei suoi capelli rossi e lucenti.

 

Lo guardi..con tutti quei capelli rossi sembra abbia un cappuccio…un bel Cappuccetto Rosso……

 

Ti senti lupo stasera , Kaede?

 

Quanto lupo?

 

 

Tanto?

Bene, cosa aspetti?

 

 

“Dove andiamo ?”

 

 

Oh, un Cappuccetto Rosso che freme ….

…che ha fretta…

…che ha una discreta capacità di anticipazione….

 

E tu, Kaede, speri proprio che abbia anche una memoria buona, abbastanza per ricordarsi che nella tana del lupo ci si è infilato da solo.

 

“Ieri mi sembravi…a disagio nel locale, con la gente, questa sera potremmo andare a casa……casa mia”

 

Accidenti, sei diventato un maestro di retorica.
Da quando sei diventato così premuroso nei confronti della tua cavia?

La verità è che non ti frega un c***o del suo disagio, né di lui.

Sei interessato solo al tuo, di disagio.
E non vuoi rischiare di doverti fermare a metà, come ieri.
Eri così vicino a perdere totalmente e meravigliosamente il controllo che hai dovuto fare un sacrificio enorme per fermarti.

Dannazione.

 

Non ti va più di aspettare.
Sei stanco.

Tu sei Kaede Rukawa e assolutamente devi ottenere al più presto quello che vuoi.

 

Vuoi che l’eccitazione scorra libera sotto la tua pelle.
Non vuoi lo sguardo di nessuno mentre perdi la ragione.
Vuoi sentirti tremare in preda ai brividi più violenti.
Non vuoi che nessuno t’ impedisca niente.
Vuoi avere potere su di lui e guardarlo arrendersi.

 

“Ma io…veramente, pensavo….non è che…”

 

E sei un bastardo.
Un vero bastardo, infido e traditore.
Perché conosci i suoi punti deboli e non ti fai problemi ad usarli tutti, stasera.

Gli tendi una mano.
Certo che lui non potrà resistere all’ idea  di stringerla con la sua.

“Andiamo, dai”

E lui ti prende la mano, rosso come il tramonto che è appena deceduto fra le mani sapienti dell’ orizzonte e tu lo porti via con te.
Verso la tua casa.

Con in testa il pensiero di un piacere che non ha fine.

 

E sai che stanotte berrai fino in fondo il suo sapore e quel bicchiere scuro che si chiama passione.
Nessuno ti fermerà.

Le tue mura, complici, celeranno a tutti la tua insistenza.

 

Entrate, lui si guarda attorno, ne approfitti per dirigerti subito in salotto e dopo un istante lui ti segue.
Decidete per un film.
Ed Hanamichi è contento, è un modo come un altro di stare insieme, pensa.
Magari mentre lo guardate vi abbraccerete e la sua fantasia romantica galoppa, pensando a te, Kaede, e lui stretti insieme.

Ma tu sei troppo lupo, stasera, per condividere certe sdolcinatezze.

 

Non hai voglia di attendere.
Ed anche se l’ eccitazione sale e scende a tratti, sai che devi ottenere al più presto quello che vuoi.
Non è da te girare troppo intorno alle cose.
Non è da te far soffrire troppo la preda.

Un morso solo.
E’ molto meglio.

Così poi nessuno ti può accusare di crudeltà contro gli animali.

 

Vi state per sedere, ma tu lo fermi.

 

“No aspetta..così è meglio” dici

 

Prendi i due ganci sotto al divano e lo apri.
E’ un divano letto.
Lo allunghi, adducendo come scusa che potrete poggiarvi le gambe, che sarete più comodi.

 

Ma il tuo Cappuccetto Rosso non lo sa, il vero motivo per cui dovete stare comodi e ti sorride, pensando che tu l’ abbia fatto per lui.

 

Vi sedete, finalmente, ed il film inizia.
Dio mio, quant’ è poco interessante!

Ma certa gente non ha proprio niente di meglio da fare che fingere (male) di salvare il mondo?

 

Passano alcuni minuti.
Lievemente nervoso ti muovi ‘casualmente’ verso di lui.
Una tua mano scivola accanto alla sua, poi oltre, verso la maglia.

Ma Hanamichi non se ne accorge.
Sembra preso dalla trama.

Un secondo dopo lanci uno sguardo distratto allo schermo.
Lo sfondo è a luce rossa soffusa, vedi un letto e due corpi allacciati.

Kami, che razza di film tiene tuo padre nella videoteca?

 

Tsk, la solita, scontata, scena hard iniziale.
Che monotonia.

Eppure….perché non tentare?

Con ragionevole calma sposti quella mano sul suo fianco e lui, sussultando, si gira.
Ti fissa negli occhi e tu socchiudi i tuoi.
Meglio non legga troppo in fondo, o potrebbe capire. 

Ti avvicini e lo baci.

Appassionatamente.

 

Sei un lupo furbo.
Lui crederà che sia stato il film a darti l’ idea.
Che sia colpa della videocassetta che lui ha scelto fra le tue.

 

E così tu non avrai troppe colpe.

 

Lo stringi e senza attendere lo spingi indietro.
Sei sopra di lui, esattamente come ieri.

Ma questa volta sotto di voi c’ è un letto e nessuno vi guarda.
Nessuno vi può fermare.
Nessuno ti può fermare.

 

Velocemente lo assali.

Labbra, bocca, lingua, petto, fianchi.

Bottoni, maglia, saliva e ansimi.

 

Il film completamente dimenticato.

Infili voracemente le mani sotto i suoi vestiti.
In alto, in basso.
Non hai mete, non hai freni. 

Con la bocca lo hai già costretto a schiudere le labbra.
E subito dopo lo hai soggiogato con la tua lingua umida e calda. 

Lo senti mugolare, lo senti tendersi, ma continui ugualmente a scivolare sul suo palato e sul suo corpo con il tuo.
Per necessità devi scostarti.
Ma è solo un attimo e subito scendi sul collo. 

Quella sua dannata maglia ti sta innervosendo.
Cerchi di togliergliela.
E lui, confusamente,ti aiuta.

 

“Kae…de”

 

Ti chiama.

 

Lo baci sul petto nudo, lui freme.

 

“Kaede…il …fil.m”

 

‘Più giù’ pensi solo

e scendi, scendi

Con l’ altra mano afferri -senza guardare- il telecomando e spegni tutto.

Nel rinnovato silenzio:
 

“Kaede…aspetta….aspett.a…”

 

Irritato  e con gli occhi lucenti sollevi il viso, lo guardi intensamente nell’ istante in cui (finalmente) mostri le tue intenzioni.
La tua mano rapida arriva a stringere il suo sesso sopra il pantalone. 

La schiena di Hanamichi si solleva.
Poi ricade e lui ti guarda.

 

“No…..fermo….è presto…per me….”ti soffia sul viso

 

 

C***o!

Pensavi non l’ avresti mai sentita, da un uomo, questa frase.

Davvero!

 

Ma, in un certo senso, da lui te la aspettavi.
Per questo l’hai ingannato. 

E non te ne è fregato niente di cosa poteva provare, capendolo.
E non te ne frega niente nemmeno ora.

Lo baci e lo fai stare zitto.
Vuoi silenzio per reimmergerti in quel mondo che lui non ti vuole concedere.

 

Ma Hanamichi si libera dalle tue labbra forti e dal sapore intenso.

 

 

“No…ho detto..di no…..Kaede…no”

 

 

Ti sollevi ancora.
Vi guardate.

Nonostante tu non voglia ascoltarlo, non vuoi scendere in basso fino a violentarlo.
Non è questo, quello che avevi deciso di imparare oggi. 

Forse un’ altra volta, ma non oggi…

 

“Cosa c’è?”chiedi, atono

 

 

“Tu..corri troppo..Kaede….pensavo..avremmo avuto tempo per….questo”

 

Ed è arrossito dolcemente, ma non ha tolto le sue mani dalle tue spalle.
Non ti odia affatto per non esserti fermato prima e, in questo stesso istante, sei certo che non ti odierà quando fra poco non ti fermerai per davvero.

Sai cosa devi fare per convincerlo, vero?

Non perdere altro tempo.

 

  

“Ma sei il mio ragazzo, pensavo non ci fosse nulla di male…”

 

 

Kami, sai apparire veramente angelico, quando vuoi.
Mai conosciuto un attore bravo come te, altro che quei due buoni solo a rotolarsi su quel letto. 

Ed ora sei anche un veggente.

Sai che lui ti sorriderà.

(Hanamichi sorrise dolcemente)

Sai che ti stringerà più forte.

(Hanamichi lo strinse più forte, accarezzandogli la spalla con la propria guancia)

E sai, senza più dubbi, che non ti fermerà più.

 

 

Avidamente suggi le sue labbra, penetri la sua bocca, lasciando che un unico, sottilissimo, filo di saliva vada a legarvi per sempre.
Da te a lui, da lui al divano.
Scorrendo vicino alla sua bocca. 

I suoi pantaloni sono slacciati, non sai come, ma devi essere stato tu.
A tratti non sai perché, perdi come coscienza.
Un turbinare intenso ti avvolge nelle sue spire lucenti e ti cancella la memoria ed il respiro. 

Incessantemente ti strusci su di lui e lo costringi a strusciarti su  di te.
Debolmente lui cerca ancora di opporsi.

Ti ha chiamato un paio di volte, con leggerissimo rimprovero, mentre lo spogliavi completamente. 

Ed ora che, con i palmi delle mani poggiati sulle sue ginocchia piegate, gli separi le gambe per guardarlo lo senti di nuovo parlare.

 

“Kaede…..no….mmh….aspetta” 

 

Effettivamente siete una coppia, non ci dovrebbe essere nulla di male.
Lui ti ha detto parole d’amore.
E tu hai risposto con monosillabi dal significato simile. 

State insieme ed è tutto regolare.

 

Ma se per lui è un problema è dovere di un buon fidanzato accontentare il proprio amante.
E fermarsi. 

Tsk, cosa fai adesso, mentre scivoli con le dita oltre il suo sesso, ridi?

E dove sta scritto che sono già diventato un buon fidanzato?

pensi

 

 

E con due dita da poco lubrificate lo prendi.
Un affondo solo, fino in cima. 

Hanamichi si tende.
Fino a toccare, con il suo, il tuo petto.

Un velo impalpabile di sudore vi unisce.
Senti subito un lungo, sensuale, lamento. 

Hai agito d’istinto.

Sapevi che, come con una donna, saresti dovuto entrare nel suo corpo, passando da un’ apertura.
E avevi già immaginato quale.

Non che avessi poi tutta questa scelta…. 

Eppure, sempre in quell’ incoscienza che prima ti ha rapito dal mondo reale, hai leccato le tue stesse dita e le hai usate per prepararlo.
Penetrando con loro al suo interno, prima del tuo sesso.

 

Lo guardi.

Dio mio.

Lotta ancora per liberarsi da te.
Ti tiene lontano, puntando le mani contro il tuo petto.

E tu, per punirlo, pensi di affondare per bene quelle dita con cui lo tieni prigioniero. 

Un suo piccolo gemito dolorante si leva nell’ aria, dopo il consueto lamento di piacere.
Indubbiamente.. hai sempre pensato che ogni prima volta faccia male.
E che quella di Hanamichi non sarà un’ eccezione.
Soprattutto perché siete due uomini e perché qualcuno dice che non è una cosa naturale entrare da quell’ ‘angolazione’. 

Beh, sinceramente non te ne preoccupi troppo profondamente.

Al limite, rallenterai un po’.

 

Ad un certo punto ti stanchi delle sue mani contro di te, vuoi stenderti sul suo corpo e strusciarti nell’attesa, vuoi la sua pelle contro la tua e vuoi baciarlo.
Vuoi portare la tua stessa eccitazione al limite massimo.
E poi penetrarlo.
Completamente. 

E scoprire, finalmente, cosa vuol dire gemere con tutta la voce.

 

Dio, certi discorsi ti eccitano più delle tue stesse dita affondate in lui.

Lo baci quasi con violenza.

Riempi il suo collo di lividi rossi (pure quelli li hai scoperti fra ieri e oggi).
E scopri anche che, come per una donna, anche ad un uomo piace sentirsi leccare i capezzoli.

Hanamichi si muove, respira affannosamente nel tentativo, maldestro e senza speranza, di liberarsi il ventre dalle tue dita.
Cerca di sfuggirti.
Ma ogni fuga viene subito ‘ricompensata’ con una spinta veloce.
E l’ultima ribellione punita con un altro tuo dito che si aggiunge ai due.

 

“Ahi…..Kae….piano…”

 

Il tuo ‘amore’ si è teso, ha chiuso gli occhi lucidi, ma ora torna a guardarsi intorno, a guardare te.
Sembra perso e spaurito. 

Sadicamente esci da lui e rientri.

Il tuo udito accoglie un altro lungo lamento, lievemente contrariato.
Ma adesso è tempo per altro ancora. 

Lui non può continuare a pensare che lo lascerai opporsi.
Così lo volti.
Sì, fai aderire completamente il suo addome al nero spugnoso del divano letto, spingendo al centro della sua schiena con una mano.
Lo senti respirare veloce. 

Pensi proprio che abbia paura.
E che sia giusto così.

 

Eppure non hai ancora finito di giocare.
E’ troppo presto per concludere. 

Ti lecchi velocemente le labbra.

Lo tieni premuto con forza e fai una nuova visita approfondita al suo antro piccolo e caldo.
Con le stesse dita di prima ti cerchi un varco, scavi, preparando una strada che sai di dover seguire fra breve.

Ma non sei soddisfatto dei semplici gemiti che gli strappi con la tua mano che gira, ora il palmo in su, ora in giù, allargando e frugando.
Lo vuoi rendere folle.
Vuoi che perda, definitivamente, ogni velleità alla ribellione.

Deve essere preda e schiavo.

 

“Ah…Ka..ed..e …….bas.ta”

 

‘Silenzio’pensi

E lo schiacci contro il divano con quella mano sotto le scapole, gli tieni ferme le gambe con il tuo peso e lo prendi con le dita, sempre più forte, entrando ed uscendo a dovere, con precisione ed un ritmo ben stabilito.
Lo vedi che solleva la testa, l’ unica che può muovere liberamente, e lo sentì lanciare piccoli gemiti spezzati. 

Vuoi di più.

Arrivi fino in fondo e smetti di premerlo contro il divano.

Vuoi di più.

Infili la mano fra le sue gambe, scivolando come un serpente verso il suo sesso schiacciato.

Vuoi di più.

Lo accarezzi distrattamente, poi con improvvisa decisione.

Vuoi di più.

 

Sfili le lunghe dita, stringi il suo pene e lo riprendi agitando sinuoso quelle falangi.
E lento, continui a strusciarti su di lui.

A tratti.

Spingendolo forte, premendolo da sotto verso la tua mano.
Con foga, un’ ultima volta.

 

Prima che tu possa scoprire che pensieri spinti, quella semplice visione ed il suo urlo hanno il potere di farti raggiungere l’ orgasmo.

 

Respiri veloce, a labbra socchiuse, cercando di capire.
Lo hai fatto urlare Kaede, bravo.
Bravissimo.
Vedi, stai imparando...

 

Gli ultimi istanti, quelli in cui spingevi sempre più forte, sono un ricordo annebbiato.
Di nuovo quell’ incoscienza tanto piacevole. 

Hanamichi, spossato sotto di te, non si muove.
Ha gli occhi chiusi.

Sei certo che sia venuto anche lui.

Lo hai sentito tremare come un pulcino e la tua mano si è bagnata del suo intenso odore.

Cerchi di riprendere fiato…
Non vuoi finisca tutto così… 

Nonostante molti considerino una vergogna venire senza consumare, tu, Kaede, sei contento di come sono andate le cose.
Hai provato una girandola di sensazioni strane e sconvolgenti.
Hai imparato e scoperto.

Ma sai, nel profondo, che non hai ancora finito.

 

Vuoi tutto.

Sei sempre stato così.

 

O tutto o niente.

 

Ti sollevi e giri lui.
Lo guardi, la preoccupazione per le sue condizioni non ti sfiora minimamente.
Sai che sta bene.

Benissimo.

Ne è  prova quel rossore beato.

Hanamichi ha ancora gli occhi chiusi.
Il sudore si sta asciugando nella delicata carezza dell’ aria. 

Il tempo sufficiente è passato.
Infili le mani sotto le sue spalle, le sollevi, lo porti contro di te, guardando il suo viso che segue la forza di gravità, ricadendo indietro come fosse privo di sensi.
Lui apre su di te uno spiraglio, sorride luminoso e sembra un sole che cade fra le braccia di un orizzonte meschino. 

Ma tu, orizzonte irrimediabilmente egoista, ti fai spazio tra le sue cosce e appena lui, innocentemente (ne sei certo), le usa per abbracciarti, tu ritrovi la strada tracciata tra umidi umori e morbidezza e lo penetri in un unico, languido, affondo armonioso.

 

 

“Oh” mormorò Hanamichi sentendolo entrare
La sua schiena compì un arco perfetto nel sollevarsi dal nero divano.
Emise un lungo gridolino estasiato, mentre lui scivolava fino in fondo.

Guardalo Kaede.

Non lo credevi.

 

'Grida....gli piace...' pensi raggiungendo il suo confine interno

 

Rimani immobile a guardare i suoi occhi di nuovo chiusi, il rossore che si tinge sul suo viso, ti ritrai e spingi ancora, tenendolo fermo.

 

“Aaah……aaahhn…..”

 

‘Si, gli piace proprio tanto….’ti ripeti

 

E non lo credevi possibile.

 

Che ad un altro ragazzo, un ragazzo come lui, sarebbe piaciuto farsi aprire in quel modo.

 

Ci rimani.

 

Non lo credevi.

 

Ammetti di aver pensato che il piacere sarebbe stato solo di chi era sopra.
Ma in fondo sei contento di aver scoperto che è una cosa piuttosto democratica….

Lo tieni fra le braccia.

Così è più comodo averlo.

Puoi entrare tranquillamente senza troppa fatica.

Lui, poi, ti aiuta.

 

Ti viene incontro, dolcemente.

Timidamente quasi, e dentro invece ti stringe.

Mugoli forte.

Piace anche a te.

 

Sì.

 

Vuoi ancora di più.

Ti immergi e la tua coscienza si congeda.

Piuttosto in fretta.

 

Rimanete tu, lui, il tuo sesso ed il suo ventre.
In continuo movimento.

  

Tira fuori la voce, Kaede.

 

Devi imparare anche a gridare in certi momenti.

 

“Ahn…aah……”

 

Bravo.

Spingi più forte.

Grida più forte.

 

Non vedi Hanamichi?

Lui sa bene come fare…grida senza freno da quando sei entrato ed hai perso il controllo…..
Impara da lui come si fa. 

Segui le note dei suoi erotici acuti.

Stringi più forte la sua pelle.

Soddisfati.

 

Del suo corpo.

Di queste tue nuove esperienze.

 

Sai che gli piace.
Nonostante la tua sorpresa. 

Improvvisamente un’ulteriore necessità, l’ ultima, si fa strada nel tuo corpo.

Sai che oramai vuoi solo raggiungere il culmine.

Ma vuoi un posto speciale.

 

Per la prima volta, bagnerai il corpo di qualcun altro.
Non puoi che farlo nel punto più profondo, non credi? 

Perché tu vuoi, al di là di quello che poi sarà la realtà, che il tuo seme rimanga lì.

Dentro di lui.

Che per te non ha valore, ma è pur sempre una cavia alla quale potresti affezionarti.

 

Così lasci le sue spalle.
Metti le mani sui suoi fianchi, scendi sui glutei, li serri, li separi, li penetri violentemente.
Oramai Hanamichi non ti oppone nessun tipo di resistenza.
La sua carne è bagnata e malleabile.
Può tranquillamente prendere la forma che tu vuoi dargli.
Anche quella del collo del tuo sesso.
Mentre entri disperatamente fino in fondo.
E lui ti chiama.
Si solleva negli istanti in cui, ancora una volta, ti chiedi come possa piacergli questa violenta prevaricazione.

 

“Kaede!!!............Aaaaaaaaaaaah….Kaede….KAaahede..”

 

E scopri -in quegli istanti- che fa sentire bene il tuo orgoglio, il suo richiamo folle e sensuale.
Il suo dimenarsi.
Il suo inarcarsi.
Il suo agitarsi.
Il suo convulso stringerti.

Con un mare bianco come latte in testa, non riesci più a pensare, vero?

Sei arrivato alla fine di questo viaggio.
Alla conclusione di questa esperienza.

Ti stendi su di lui e, con un grido, il primo degno finalmente di questo nome, gli vieni finalmente dentro.
Con fiotti regolari e brucianti.

E, come scottato, Hanamichi si arcua, sembra spezzarsi nella follia in cui l’ hai gettato.

Grida come se sentisse un dolore profondo, per un attimo pensi questo, pensi che il tuo seme bollente gli faccia del male, anche se la realtà  è l’ esatto contrario.

E si arrende.

L’ennesima volta in questa sera.

Reclina la testa con un arco perfetto e si scuote in un orgasmo che macchia entrambi di bianco calore.

 

Esci da lui appena ne hai la forza.
Senza delicatezza, perché sei stanco e  lo fai gemere l’ ultima volta.
E ti lasci andare sul divano.

Un braccio sugli occhi, i capelli sparsi sul nero, che sudati si mimetizzano con la stoffa.

 

Ora sì, che  sei stanco.
Ora sì, che hai finito. 

Ora sì, che hai imparato tutto quello che c’ era da imparare.

 

E ti permetti di rilassarti un istante.

Ascolta il tuo corpo, Kaede..non la senti  una bella sensazione?

Come..come un’ onda..che si sparge in te e porta benessere in ogni angolo del tuo corpo.

 

Sì, senza dubbio l’ orgasmo migliore di tutta la tua vita.

 

Beh, questo non esclude che tu ne possa avere altri simili, ovvio….
Anche se hai scoperto quasi tutto, Hanamichi puoi tenerlo con te ancora un po’, giusto?

 

In fondo, all’ inizio si era parlato di trovarsi un fidanzato, non una puttana.
Non volevi forse conoscere la vita da ‘marito’?

Beh, allora non puoi proprio divorziare così presto.

Soprattutto ora, che sai quanto bene riesca ad Hana la parte della moglie.

 

Ti giri, allora, e lo guardi.
E’ visibilmente provato.

 

Fra le cosce porta ancora tutti i segni (liquidi) del tuo passaggio.
Ha gli occhi chiusi.
E respira forte.

 

Ma sì.
Un bacio puoi anche concederglielo prima di mandarlo a casa, che dici?
Potresti sempre scoprire qualcosa di nuovo.

Tipo che la sua bocca ha cambiato sapore dopo l’ amplesso…o che i suoi occhi ora ti guardano con odio….

 

Ridi fra te…

…molto poco probabile che sia odio, quello che fa dipingere sulle sue labbra un magnifico, luminoso, sorriso mentre lo baci più dolcemente di quanto avresti voluto fare…

 

  

Così passano le vostre giornate.
Adesso cominci un po’ a capire la vita da fidanzato. 

Qualche incomprensione, qualche sguardo infuocato in palestra, qualche appuntamento.
I suoi occhi luminosi, i tuoi sospiri esasperati per le sue sciocchezze. 

Ma, indubbiamente, la parte che più ami approfondire di questo tipo di vita è quella che già meglio conosci.

Ma ogni sera, testardamente, cerchi ripetizioni.

Mi chiedo perché….

E se lo chiede anche lui, anche Hanamichi…..

 

Spera ogni tanto di poter uscire, di passeggiare con te sul molo, di sentirti parlare di te, di stringerti la mano o di perdersi nei tuoi occhi, passeggiando in mezzo alle vetrine illuminate…

Invece, ogni notte, viene da te per gridare.

Poi, dopo che lo hai avuto, torna a casa.

 

Ma in fondo è abbastanza felice.
Anche così ha modo di illudersi.
Pensa sinceramente che questo sia il tuo modo di amare.
E ne è contento.

  

Certo, desidererebbe anche altro, ma non credo te lo dirà, sai?
E’ timido, in fondo, e non vuole perderti.
E tu sai che farà tutto quello che vuoi.

Alle volte, però, il pensiero che questo non sia ‘imparare l’amore’ ti passa per la mente.

Perché -alle volte- ti accorgi che tu non hai amore.

Non provi amore.

 

Che hai fatto tutto per curiosità.

Per esperimento.

 

Ma poi scuoti le spalle e dici che va bene così.
Che, per essere i migliori, bisogna sempre sacrificare qualcosa.

 

O qualcuno.

 

 

 

 

“Avanti…fammi entrare….anche solo per venirti dentro….”

 

“Ka.ede…..ah…basta…sono ..stanco..”

 

Tanto non ti importa di quel che dice.
Potrebbe anche dirti di sentirsi male o di avere la febbre.
In questo momento non ti fermeresti nemmeno se avesse l’ aids. 

Ti sei eccitato così tanto durante i preliminari.

Avete giocato a lungo e lo hai preso già una volta, ma adesso quel fuoco inesauribile che ti brucia le vene è tornato.

Non sai quando è stato.

Forse nel momento in cui, guardandolo, hai visto che il tuo sperma colava dall’interno della sua apertura arrossata fino al lenzuolo.
O forse quando gli hai avvicinato le dita alla bocca per fartele leccare, scoprendo piacevolmente che lui ti può, ti deve, aiutare quando hai intenzione di prepararlo.

 

Non lo sai il momento esatto e non ti importa.

 

Vuoi solo entrare ancora in lui.
In quel caldo morbido, che piace al tuo sesso.

 

Vuoi venire dentro di lui.

Solo dentro.

Il più in fondo possibile.

 

Sei terribilmente eccitato Kaede, lo senti.
Ma lui sembra rifiutarsi.

Si è girato supino, tiene le gambe distese, non riesci a penetrarlo in questa posizione.
Così gli ripeti quello che vorresti.

 

“Avanti…..fammi entrare….anche solo per venirti dentro….”

 

E per una volta sei sincero.

Lui ti guarda.
Arrossendo.

 

Ancora si domanda dove tu possa trovare il coraggio di dirgli certe cose.
E poi di farle.

 

Sospirando sorride un po’.
Lo senti muoversi.

Aspetti solo che si sistemi meglio e…

Sospirando ancora Hanamichi si gira.
Di fianco, raccogliendo le mani vicino al petto. 

Si è reso accessibile.

 

Ti porti dietro di lui.
Ed entri.

 

Con un'unica spinta.
Facendolo gemere, in bilico tra agonia e piacevolezza.

 

Cingi la sua vita e ti muovi forte.
Ma sei così eccitato che dopo quattro o cinque vigorose spinte complete ti riversi in lui, estorcendogli un lunghissimo lamento eccitato.

Mentre prendi fiato pensi che lui non deve essere venuto.

 

In fondo sei entrato, hai dato due spinte e sei uscito.

 

Hai pensato solo a te.

 

Non è da fidanzati.
No, non  lo è affatto.

 

C***o smetti di ridere, dovresti almeno fare finta di ascoltarti, quando ti rimproveri da solo.

 

‘Chi ha detto che sono già un buon fidanzato?’ripeti e ti sollevi per guardare Hanamichi

 

Ha, come sempre, gli occhi chiusi.

Incredibile davvero, che tutto questo, ogni volta, lo sfinisca.
Lo renda così..spossato, lui, il do’hao dalle grandi energie…..

Te ne sorprendi ad intervalli regolari, almeno ogni tre giorni, dopo averli passati tutti a prenderlo sul tuo letto.
E la cosa -in un certo senso- ti potrebbe anche riempire d’ orgoglio…..


Ma tu sai veramente essere modesto, sopratutto nei momenti meno appropriati, quindi…..

 

Ti avvicini, passi un braccio attorno a lui, girandolo verso di te, senza troppa lentezza.
Ed è allora, proprio mentre ti chiedevi cosa si dovesse provare nel sentirsi pieni del seme di qualcuno, che le vedi.

 

Macchie opalescenti sul suo petto.

Non sei stato tu.

Tu hai ‘lavorato’ un po’ più in basso.

 

Allora è stato lui.

 

Dio, è venuto con quattro spinte e qualche schizzo in fondo al corpo?
E, a giudicare dall’ oro che annacqua i suoi occhi, deve anche essergli piaciuto.

 

Certe volte, davvero, non la capisci la sua vita da fidanzato…

 

 

“Kami, tu vuoi farmi impazzire Kaede….. avvertimi, prima di farmi queste cose….”

 

E ti si stringe addosso.
Ecco, questo lo fa spesso.
Dopo, subito dopo, cerca il tuo calore.
Ogni volta. 

Ed allora ti chiedi, giustamente, se un uke senta freddo, dopo….

Tu hai un caldo certe volte…

 

Beh, raramente lo rifiuti, in fondo.. perché non concedergli queste piccolezze?
Lui, il suo lavoro sa farlo bene ed anche tu, ogni tanto, una punta di coscienza la senti, giusto signor fidanzato?

Così lo tieni vicino, finché non è lui a scostarsi.

Ma questa volta è successo che tu non ti sei alzato, e che lui non si è alzato, e che nessuno vi ha chiamato, e avete finito per dormire insieme.

 

Beh, in fin dei conti, non è stato così male.
Hanamichi sa fare bene anche il mestiere di tenerti caldo il letto, con la pelle d’ ambra che si ritrova.
E poi, la mattina dopo, trovarlo accanto a te ti ha fatto scoprire ulteriori nuove cose…
quanto siano visibili i tuoi desideri, mentre ti svegli sentendolo muoversi..
o quanto tu sia leone a quell’ora del mattino, contrariamente a quel che pensavi ….

 

 

Beh, sono anche questi giorni che se ne vanno.
E sono ormai tre mesi.

 

Hai imparato molto, ti dici un giorno, in terrazza, sotto il sole, ad occhi chiusi, pensando.
Molte cose sono state piacevoli.
Altre monotone.

 

Hai provato il sesso.
Hai provato il suo amore sulla pelle.
Hai visto il suo sorriso.
Ma hai anche capito che ogni tanto devi rendergli conto di qualche azione, di qualche rifiuto.
O che devi regalargli qualche piccola cosa (uno sguardo, una carezza) per non farlo cadere in disperati pensieri. 

E purtroppo sta finendo come pensavi.

 

Fare l’amore con lui è stata senz’ altro l’ esperienza più completa.
Più intensa, provata in tutto questo tempo insieme.

Unirsi.

Prendere coscienza di te attraverso lui.
Profondamente.

 

 

Eppure, ben presto hai cominciato ad accorgerti che ogni notte, ogni volta che ti stendi nel letto, desideri Hanamichi, no, il corpo di Hanamichi accanto a te.
Desideri quel piacere intensissimo che bruciava ardente nel sangue mentre entravi dentro di lui.
Vuoi salirgli sopra e penetrarlo e spingere, spingere, spingere, spingere e venire gemendo e poi addormentarti.
Rilassato, stanco quel tanto che ti  può concedere un riposo profondo. 

E’ qualcosa, tutto questo, a cui cominci difficilmente a rinunciare.

E così passi sempre più tempo con lui.

Dentro di lui.

 

E adesso cominci a pensare che non va bene.
Non puoi.
Non puoi farti prendere così.
Non puoi essere schiavo di una simile ‘abitudine’.
Di un simile stile di vita. 

Senti che stai per perdere la tua libertà.
Forse anche la tua indifferenza.

 

E questo è male.
È un effetto collaterale al quale non avevi prestato la dovuta attenzione.

Dovevi essere più cauto. 

Beh, ti alzi e ti scrolli la polvere di dosso e tutti questi sciocchi pensieri.
Basterà allentare i rapporti.

 

Prendersi il buono ogni tanto, e tralasciare il resto.
Insomma, far passare un po’ di tempo, vedere come si mettono le cose.

 

Potrai sempre un giorno chiamarlo qui, su questa terrazza baciata dal sole, e dirgli che tra voi non funziona poi così bene.
Soffrirà un po’, ma tu sarai libero ed istruito.
Nuovamente indifferente a tutto e a tutti.

 

Sì.

Ti sembra un bel pensiero.

 

 

 

Oggi avete appuntamento.
Forse rimanderai tutto.
Forse no. 

Poi decidi che hai voglia di giocare ancora, dopo l’ allenamento, ed il capitano non si fida di lasciarvi soli con le chiavi.
Quindi vai con lui.
Tanto, pensi, non succederà niente oggi.

 

Vi allenate.
Spesso, nei giorni passati, usavi il campetto come scusa per ‘sedurre’ Hanamichi.
Gli lanciavi giusto due sguardi d’ apprezzamento, indubbiamente su parti mirate del suo bel corpo, e lasciavi a lui il resto.
Da copione ti chiamava ‘hentai’ ridendo.

Invece una volta è anche arrossito, ha smesso di giocare e ti ha subito portato a casa.

Beh, è in calore, hai pensato.

E non te ne sei detto dispiaciuto.
Affatto.

 

 

Adesso, invece, giocate per giocare.
Siete concentrati ed anche lui sa capire dai tuoi occhi.

 

In fondo, pensi insaccando un alley-hoop solitario, non è un cattivo ragazzo.
Ha un anima che profuma di buono, come la sua pelle.

 

Perso nei tuoi discorsi privati non ti accorgi di chi invece tanto buono non deve esserlo mai stato.

 

 

“Ehilà, ragazzi, che piacere rivedervi!!”

 

Una mano alzata, en pendant con i capelli, ed un bel sorriso stampato in viso.

 

Sendoh.

 

Chi altri?

 

“Oi, Sendoh, come va?”lo saluta Hanamichi

 

E tu mormori uno  ‘Nh’ di circostanza.
Non lo detesti, ma ti stanca vederlo, ti stanca averlo intorno.

Anche se poi non capisco di cosa dovresti lamentarti.
Non sta intorno a te.
Sta da Hana.

Continui a tirare e cerchi di evitare di guardarli mentre parlano scioccamente di cose che magari ad Hanamichi interessano pure, ma che a Sendoh non dicono proprio nulla.

E’ solo una scusa per avvicinarsi.

 

Lo hai capito da tanto.
Sarai pure un novello fidanzato, ma non sei uno stupido.

Poi -ad un tratto- qualcosa ti colpisce.

 

La mano di Sendoh.

Una mano, Dio, non che abbia niente di particolare, liscia, bianca, forse un po’ ruvida per le troppe carezze che regala alla palla.
Ma non è tanto la mano.

E’ dove si trova.

 

Sul fianco di Hanamichi.
Esattamente sull’ anca.
Quella parte precisa che, una volta spogliata, ti piace stringere fino a farla illividire.

Trovi sia una zona piuttosto erogena, almeno per te.

Ed ora, quel ragazzo estraneo a voi, ci ha messo le sue mani.

 

La senti, la gelosia?

No.

 

Non ti potrebbe interessare di meno.
Continui a tirare.

E pensi a che ora andrai a letto stasera.

 

‘Presto’ ti prometti, sbadigliando

 

 

Akira va via, Hanamichi lo saluta con un sorriso.
Chissà che ha poi da sorridergli.
Certo, non sono i sorrisi la cosa più utile da regalare a Sendoh.
Ne ha già quanti ne vuole guardandosi allo specchio.
Prova con un dentifricio, do’hao, potrebbe essergli più utile.

 

Hanamichi, poi, ti si avvicina.
Lentamente.

Strano.

Schiva il tuo sguardo, poi d’ un tratto sorride anche a te senza un motivo, e riprende a tirare.

 

Mhf, che stranezza.

 

 

La sera dopo Hanamichi geme forte fra le tue mani.
Dopo le prime volte hai imparato perfettamente come e dove toccarlo.
In fondo non vuoi che senta dolore o che, ingiustamente, non senta proprio niente.

Tu godi.

Quindi anche lui ne ha diritto.

Hai sempre predicato la democrazia.
E devi quindi attuarla, se puoi.

Lo fai venire dolcemente questa sera.

E lui lo apprezza.

Ti infila le mani nei capelli e ti bacia un po’.

 

Tu accetti.
In fondo un paio di carezze non hanno mai fatto male.
E poi lui le carezze le sa fare bene, come un po’ tutto il resto.

 

Sono piacevoli le sue mani.
Dopo un po’ ti sanno far venire voglia di baciarlo ancora, vero Kaede?

Ma dolcemente, teneramente.

 

Sembra..sembra un bambino, certe volte, questo Hanamichi che hai scoperto.
Che hai tirato fuori, accettando il suo amore.
Ed è una bella cosa da vedere.

O, almeno, lo sarebbe se tu fossi già in grado di vedere bene al di là di ciò che esiste davanti agli occhi.

 

Ma questa sera continui a baciarlo.
Lo abbracci.
Ti rotoli con lui, confondendo gli odori e le pelli.
Bruci le vostre distanze.
Comincia davvero a piacerti sentirlo ridere e vederlo difendersi dai tuoi assalti.

Ti viene ancora più voglia di divorarlo.

 

E lo fai.

Improvvisamente prendi in bocca il suo pene.
Lo fai urlare.

Kami, come urla.

 

Ma lo tieni fermo e lo accarezzi anche lì.

Lo suggi.
Lo baci.
Giochi con il suo glande e lo fai impazzire. 

In breve lui raggiunge il piacere mentre ti scosti.

 

“Ka..ede…..”mormora, fra i respiri affannosi

 

Ti verrebbe da sorridere.
Sembra un pulcino spennato.

 

“Meno male che ..ti avevo chiesto di non stancarmi troppo……..domani abbiamo la partita…”

“Mhf…vinceremmo anche senza di te….”

“Vuoi che ti sdenti, volpe?Ci metto un secondo…”

“Smettila di dire sciocchezze e vieni qui a dormire…”

 

Pausa.

Qui?

Qui dove, Kaede?

 

Intendi accanto a te?
Dio, davvero lo hai invitato ad avvicinarsi?
No, no, non l’ hai invitato..

Gliel’ hai ordinato.

 

E lui certo non rifiuta.
Felicemente ti abbraccia, cerca posto sulla tua spalla e ti dice buonanotte.

 

Oh sì, sarà notte.
Ma non sai se buona o no.

 

Devi pensare.

 

 

Perché ti sei appena accorto che tutto ti sta sfuggendo di mano.
Che non riesci bene a gestire.

 

 

 

I supplementari vi stanno accorciando la vita.
Siete stanchi, ma pieni d’orgoglio, non volete perdere contro il Ryonan.

Tu, Kaede, poi, non vuoi perdere contro Sendoh.

Non sai spiegarti il perché.

E’ qualcosa che va al di là della tua coscienza.

 

Ma non vuoi.
E’ quello che non vuoi tu è legge, Kaede.

 

E così, per merito del tuo smisurato cuore testardo, vincete.
E Sendoh si avvicina.
Ovvio, non a te che lo hai battuto.

Ad Hanamichi.

 

Gli parla, sempre sorridendo, sempre toccandolo.
Accarezzando quella pelle bagnata di sudore.

 

‘Tanto puoi toccarlo solo quando è la partita a renderlo così sudato…io -al contrario- posso averlo sudato quando lo decido…mi basta entrare in lui….ma tu non puoi saperlo, Sendoh..’

 

Così pensi e te ne vai.

 

E torni a casa e fai l’amore con Hanamichi.
E non ascolti le sue proteste.

Ti dice che è stanco, ma non ti importa.
Ti dice che devi aspettare e prepararlo almeno un po’, ma non ti importa.
Ti dice che gli stai facendo male, ma non ti importa.

Ed ora non dice più niente.

 

Lo stai prendendo con foga.

Entri ed esci.

Lo forzi troppo innaturalmente.

Ed anche se sai toccare il suo interno come piace a lui, un dolore leggero rimane.

 

Alla fine, quando tu vieni gridando e lui ti segue, lo vedi piangere.
Due lacrime da un occhio solo.

Dopo.

 

E pensi che ti abbia tirato un pugno.

Altrimenti.. come puoi spiegare il dolore che senti nel torace, nella testa?

 

Ricadi su di lui, senza nemmeno uscire dal suo corpo lievemente offeso.
Lo abbracci e lo accarezzi.

Lui ti chiede perché.

Tu dici solo che non sai.

 

E lui confessa che ha avuto paura di te, del male che potevi fargli dentro.

Dio, gli hai fatto addirittura paura! 

Beh, un po’ gliene hai fatto di male, lo sai anche senza che io te lo dica, Kaede.

Così fai scendere le tue mani e lo accarezzi.
Anche dentro.

 

Lo vuoi far rilassare.
E metti da parte la tua stanchezza.
Come prima lui ha dovuto mettere da parte la sua.

 

Democrazia, Kaede.

 

Lo baci piano, sofficemente.
Molte altre volte.
E adesso Hanamichi ti sorride di nuovo.

Ma non gli dici che ti dispiace, perché la verità è che non ti dispiace affatto.
Hai potuto, proprio adesso, imparare che quel coso che hai fra le gambe può anche fare del male.
E che non è necessario che sia la prima volta.
Ha(hai) il potere di fare del male.
Di far soffrire.

Ma Hanamichi non sembra riflettere su queste cose.
E ti cerca per dormire.
Avvoltolandosi nel lenzuolo sopra il divano letto che gli piace tanto.
E tu lo stringi e ti chiedi come possa, dopotutto, crederti per solo quattro carezze e due baci.

Tu, pensi, dopo una violenza non avresti mai sorriso.

Avresti ucciso.

 

 

Ma lui è diverso.

Candido e dolce.

Come una nuvoletta di zucchero.

Piacevole ed anche serio e bello quando vuole.

In fondo si ritorna al ‘bravo ragazzo’ pensato un tempo su di lui.

 

 

E’ vero.

 

 

 

Ed è per questo che domani lo lascerai.

 

 

 

 

 

Le nuvole non ti offrono spunto per la tua vile scusa.

 

Ridi.
Le nuvole no, ma la terra sì.
Vedi Sendoh camminare.

Svoltare nel vicolo in cui sai che abita Hanamichi.
Dovevi andare da lui, per parlargli.

E mentre camminavi, pensavi ad un motivo per lasciarlo.
Oddio, sei tentato di dire la verità.

 

‘Eri un esperimento, ma quando ho capito che mi stavo affezionando troppo alla mia cavia, ho deciso di lasciarla, ecco perché da oggi non stiamo più insieme’

 

Beh brutale, ma diretto.

C***o, stai davvero pensando di dirglielo?

 

Ti facevo senza cuore, Kaede, ma anche senza intelligenza….
In questo modo non si rassegnerà mai.

Devi allontanarlo definitivamente.

 

Ed ora, Sendoh sarà la tua scusa.

 

 

Arriva la sera.
Vai da lui a prenderlo.

Sulla soglia lo geli.

 

 

“Sendoh è venuto a trovarti, oggi”

 

Attenzione Hanamichi.
Non è una domanda.
E’ un’ affermazione.

Attenzione.

Non puoi negare.

 

“Sì, nel pomeriggio, voleva un..”

 

“Silenzio”

Si gira, Hanamichi, ti guarda.

 

“Cosa…?”

 

Veloce lo butti in casa.
La sua, sempre.

 

“Sono stanco di vedertelo attorno, sono stanco di lasciarti fare mentre mi tradisci!”

 

Wow!

Sembri davvero un fidanzato geloso e arrabbiato.

I miei complimenti!

 

 

“T-tradire?? Io???Ma scherzi???”

 

“Allora di cosa parlate quando vi incontrate di nascosto? Dei campi in fiore e dell’ecosistema in degrado?”

 

Un po’ irreale questa, oscillante fra la serie C e la D, ma passiamola.
Ad Hanamichi in fondo non ha fatto ridere.

 

“Prima di tutto, ci siamo incontrati solo un paio di volte e non tutte quelle che pensi tu….”

“Oh, allora oggi non era la prima…bene, sono contento….”

“Smettila di fare lo stupido, Kitsune, io non ho niente a che vedere con Akira”

“Adesso è Akira!”

 

“KAEDE!”

 

“Non urlare, mi infastidisci, cos’ è?! Non sai difenderti senza alzare la voce??”

“Non pensavo che le mie urla ti infastidissero poi così tanto, l’altra notte mentre mi facevi male, se non sbaglio, ti eccitavano…”

“Non preoccuparti di farle piacere a me, piuttosto Sendoh le avrà già sentite, no?Cosa ne pensa?Sono abbastanza sensuali per lui?”

 

“Kaede, vai a farti fottere!”

 

“Io, certo, perché tu tanto ci sei già andato!”

 

“ESCI DA QUESTA CASA RUKAWA!”

 

“Non prima di averti detto che, se sono arrivato a pensare tutto questo, è solo colpa tua!Tutte le volte che lo abbiamo incontrato non hai mai saputo respingerlo con decisione. E dopotutto, te lo porti pure a casa”

 

“Stai zitto!Tu non sai niente!NIENTE!Non sai quanto possa far male togliere anche la più piccola illusione ad un innamorato, non sai la sofferenza!!Volevo evitarglielo, volevo che capisse da solo che non c’ era posto per lui come amante, ma solo come amico, COME PUOI ACCUSARMI?!”

 

“E come pensavi di spiegarglielo, soli, in casa tua, che non c' è posto per lui?Nella stanza da letto o sul divano?”

 

“TI HO DETTO DI USCIRE DA QUESTA CASA!!!!”

 

 

“Come vuoi”

 

 

 

SBAM.

 

 

Meraviglioso.

Sublime.

 

Che interpretazione!

 

 

Sorridi.
Non te ne frega niente di Sendoh.

Può scoparselo quanto vuole.

Tanto, è solo un giocattolo usato.

Non te ne è fregato niente di nessuna delle parole che hai detto.

 

Tutte bugie.
Tutte falsità.

Ma sei stato veramente bravissimo.

 

Adesso ti odia.
E domani potrai lasciarlo.

E la colpa non sarà solo tua.

 

Torni a casa.
Ti chiedi se, forse, mentre litigavate, ti abbia colpito.

Non ricordi bene.
Senti solo un livido enorme quando premi sul torace.

Chissà…..

 

 

 

 

Palestra.

Allenamenti.

Hanamichi che ti guarda.

Che vuole disperatamente parlarti.

 

Lo ignori.

 

“Rukawa..”

 

Lo ignori.

 

“Kaede…”

  

Da copione…. quando ti chiama per nome devi fermarti nel corridoio.
Come nei film di serie B.

 

“Cosa vuoi?”

 

“Io…ho pensato e se non vuoi …non …..lo vedrò più e stasera ….potremmo fare pace ….come piace a te…”

 

“Ah, sì……….Mitsui aspetta…..”

 

Che fortuna.

Proprio ora  rientrava dalla palestra.

 

“Cosa c’ è Rukawa?”

 

“Uno one on one?Ai venti?”

  

“Ci sto!Vedrai..ti batterò”

 

“Vedremo”

 

E intensamente guardi il numero quattordici negli occhi.
Ignorando completamente Hanamichi e tutta la sua accondiscendenza.

 

Per te, Hanamichi avrebbe rinunciato ai suoi buoni propositi con Sendoh.
Per te, si sarebbe privato di un amico (perché Sendoh forse non era davvero che quello).
Per te, avrebbe accettato di fare la pace e far finta di avere tutte le colpe.
Per te, sarebbe finito nel tuo letto stasera a farsi perdonare, lasciandoti sicuramente avanzare ogni tipo di pretesa sul suo corpo.
Fino anche a fargli del vero male.

Dio, deve proprio amarti.

 

Beh, che perdita di tempo.
Tu non ti ameresti mai.

 

 

E lo rileghi in un angolino del tuo pensiero, quel do'hao, e scendi in campo contro Mitsui.

 

 

Ed il gioco inizia.
Gli avversari si contendono ogni centimetro, ogni spazio.
Sono veloci e precisi, entrambi.
Ed Hanamichi rimane a guardarli.
Con la morte nel cuore per l’ indifferenza del suo amante. 

Mentre lui…mentre lui si stava sforzando di chiedere scusa..dopo una notte insonne, passata al freddo, senza il corpo di Kaede…

..Kaede adesso sta giocando con Mitsui…

 

Lo guarda con intensità.
Lo marca.
Respira il suo odore.

In quegli one on one che erano stati, da sempre, solo loro.

  

Sì.

Così Kaede.
Così.
Strusciati su di lui.
Marca stretto Mitsui.
E non perché hai paura che possa batterti.

 

Non è Mitsui che devi sconfiggere.
Sono quegli occhi color orzo che devi umiliare.
E’ quell’anima dorata che devi abbattere.

 

Sì.

Fingendo di commettere fallo, tu che non ne commetti mai, puoi toccare la spalla di Hisashi o il suo petto.

Lo stesso Hisashi che adesso ti permetti di guardare.
E’ un tuo senpai.

Si vede.

I suoi movimenti sono forti e potenti.
Impetuosi, ma anche dominati.
E’ un uomo quasi, Hisashi.

E ti dispiace un po’ ingannarlo.
Creargli illusioni.

Da un po’ di tempo ti sei accorto che ti guarda con interesse.

Non sapresti definire che tipo di interesse.
Non ti fai quasi mai certe domande.

Ma puoi intuire anche senza dirlo.

 

Ed ora usi il tuo corpo con lui.
L’ eleganza dei tuoi movimenti.
La precisione e la raffinatezza nello sfiorarlo casualmente.

Per farti guardare.

Vuoi che si senta visibilmente attratto da te.
E non vuoi essere il solo spettatore del suo desiderio.

 

Vuoi flirtare con lui.
Davanti ad Hanamichi.

Far capire a quel ‘bravo’ ragazzo che tu sei libero di avere chi vuoi -come e molto più- di lui.

 

Fargli capire che lui,sì , è stato quello con cui ti sei svezzato, ma che non sarà l’ unico.
E’ solo uno che è stato.

E che presto dovrà imparare a non avanzare troppe pretese.

 

 

E pensi che lo abbia più o meno capito.
Da come ti guarda.
Da come li senti tristi su di te i suoi occhi castagna.

C***o, Hisashi deve averti fatto fallo, sì, una gomitata allo sterno o un po' più a sinistra.
Per forza, senti male.

  

E Kaede continuò a marcare Mitsui.

“Accidenti, campione!Quanti falli….sei scatenato oggi…..”

E Hanamichi continuò a guardare Kaede.

Che lo ‘tradiva’ con uno di quegli one on one che avevano visto protagonisti solo lui ed il suo amante.
Ai tempi in cui il  loro amore ancora doveva sbocciare…… quelle loro danze erotiche e private, mirate a farsi desiderare con i movimenti ed il sudore sui loro bei corpi perfetti……………

                     …..ed ora, Kaede stava sporcando tutto, con le sue stesse mani ……………

 

…...per mera vendetta.

 

E’ un’ umiliazione troppo grande.
Troppo dolorosa.

Ed Hanamichi cede e scappa via.
Senza correre, ma piangendo.
Di spalle.

 

 

 

E piange Hanamichi.
Piange, piange, piange.
Fra qualche singhiozzo e qualche respiro forzato.

E si ripete che a nulla è servito dividersi in questi pochi giorni.
Resistere da una parte alle avances di Sendoh per amore di Kaede e dall’ altra alle accuse ingiuriose di Kaede per odio di Sendoh.

A nulla, si ripete, guardando la parete della sua stanza.
Sa, sente, già, che li perderà tutti e due.

Un amico ed un amante. 

 

E piange.

Piange, piange, piange, piange.

 

Perché la verità è che, quando ti parlano così tanto dell’ amore con la A maiuscola e te lo fanno sognare e desiderare, non ti dicono che assieme all’ amore con la A maiuscola, molto spesso, si incontra il dolore con la D maiuscola….

 

Accidenti……!!….. Di quella D non ti parla mai nessuno.

Irresponsabili.

E’ proprio per quella D che adesso Hana piange disperatamente ….perché ha capito che Kaede, che gli aveva offerto quella A, forse per gioco, se l’ è ora ripresa indietro….

….e lui non può farci proprio nulla..

 

Nulla.

 

 

 

 

 

E soddisfatto Kaede se ne va per la strada.
La borsa sulla spalla.
Il numero di cellulare di Hisashi in borsa.
Sa che non lo chiamerà mai.
Ma va bene così.
E pensa che -in tutto questo- quel posto fra le cosce calde di Hanamichi sarà l’ unica cosa che gli mancherà.

Probabilmente.

 

 

Ed è sabato.
Un sabato come tutti gli altri.

Non c’è sole, non c’è pioggia…solo vento.
E sembra che il sole voglia nascondersi per non cadere troppo presto fra le mani di un orizzonte freddo e spietato.

Ma in fondo è solo un sabato come un altro.
La mattina non ci sono lezioni, ma al pomeriggio c’ è allenamento.

 

E non è propriamente che Hanamichi abbia passato tutti questi giorni, fino al sabato, piangendo e non vedendo Kaede.
Un buon ottanta percento sì, ma poi, l’ altro venti…

L’ altro venti doveva pur dormire.

 

 

Ed oggi, in questa mattina che sta quasi per finire, Hanamichi non può più stare da solo a pensare.
Non può più lasciare che la sua mente si riempia di 'se' e di 'ma' e che la sua segreteria si riempia di messaggi di Yohei.
Non vuole più guardare alla prima volta con Kaede come ad un bellissimo, ma sfumante, ricordo.
Non vuole stare lontano da lui.

Non vuole essere, ancora, solo.

 

E così mette i suoi vestiti più belli.

Quelli che meglio sottolineano le forme del suo corpo.
E guarda l’ ora.

Sa che quella volpe non si sveglia mai prima delle due del pomeriggio.

E che, quando non avevano ancora litigato, quell’ ora scarsa fra le due e l’inizio degli allenamenti era tutta una corsa fra il fare l’ amore, il lavarsi ed il fuggire verso la palestra.

 

Ed era una corsa così piacevole.

Pensa sospirando.

 

E prende tutto l’ amore che sente che non deve morire e lo usa per farsi coraggio, abbracciandolo stretto.
E va da lui.

 

  

Mmh….le due meno cinque.

Un record.

La prima volta nella vita che vedi quest’ ora sull’orologio, di sabato.

 

E ne avresti, sinceramente, anche fatto a meno.
Ma il campanello suona già da un po’.
Infine ti sei dovuto alzare.

Ancora assonnato e stordito, non pensi minimamente a chi potrebbe essere.

 

Hanamichi ti guarda dalla soglia della tua porta.

Sbadigliando ti dici sorpreso, ma non scontento.
Era giunto infine il momento di dire basta a tutto questo.

 

Oggi lo lascerai.

 

 

Gli permetti d’ entrare e vi spostate nel salotto.
Lo guardi.
Attentamente.

Così come potrebbe guardarlo chiunque, in mezzo alla strada.

Vestito così….bene…ha sicuramente attirato l’ attenzione di molti prima di arrivare a casa tua, Kaede.

Di' la verità, non mentirti.

In questo preciso momento, sei combattuto.

 

Provi una discreta insofferenza verso di lui (per Sendoh, per esserti affezionato a certe inutili cose, come Hanamichi per esempio).
Ma -al tempo stesso- vorresti stenderlo sul tuo divano, quel divano, ‘sbattercelo’ sopra con forza.

 

Ma non puoi.
Non puoi scopartelo ancora.

Mi dispiace.

Non puoi.

 

Devi solo dirgli che non vuoi più vederlo.
Che insieme, fra di voi, non funziona.

Che vuoi lasciarlo.

 

E basta.

 

 

 

“Cosa vuoi?”

 

 

Certo non gli lasci molte speranze, così…
Meglio, in fondo si era detto di non farlo soffrire più del necessario.

 

 

“Sono qui…per noi…Kaede…io..”

 

 

“Non c’ è nessun noi, Hanamichi”


“NO!Come puoi dire questo?”


“Hai ragione. Non è questo il punto.Il noi c’ è stato e forse esiste ancora, sono io che non lo voglio più...”

 

 

Silenzio.

Mmh…forse sei stato troppo sincero…ma non mi sento di criticarti….

 

 

“Perché?”lo senti chiedere

 

Solo…perché.

  

“Non voglio più avere relazioni con chi non sa mantenere la propria fedeltà”

 

 

In fondo, è vero anche questo.

Oddio, non che tu sia diventato un esperto in tre mesi, ma hai cominciato fermamente a pensare che -posto per una terza persona- nessuno, di due fidanzati, ne dovrebbe lasciare.

E per te Hanamichi ha colpa.
O almeno, ti fa comodo poterlo pensare.

 

“Non puoi accusarmi di quello che non ho fatto!!!!!” ti grida

 

Sarà anche vero, ma l’ intenzione?
Anche se i fatti non ti danno ragione, chi può dire cosa ha nel cuore Hanamichi?
Anche la sua potrebbe essere una commedia ben riuscita, attento Kaede, torniamo ai vecchi, sicuri, concetti.

 

Non fidarti di nessuno.

Mai.

Nessuno.

 

 

“Andiamo…..chi vuoi prendere in giro?…Non siamo bambini…”

 

Sì, insisti.

Fatti odiare.

Fatti mandare a ‘fanculo.

 

E’ quello che vuoi.

 

 

“KAEDE!! Io mi faccio toccare solo da te, non lo permetto ad altri, ricordalo!”

 

 

“Ah, certo! Infatti sono io ad immaginarmi, oltre alle mani di Sendoh, le pacche che ti da Miyagi o gli abbracci di Mito”

 

“Quindi, per te, io dovrei chiedere ai miei amici di non dimostrarmi la loro amicizia, dovrei evitare ogni contatto con qualunque  persona....... ......insomma…...…diventare come te...e durante le partite, magari, marcare gli avversari con il pensiero..”

 

 

“Tsk, chi ti ha chiesto tutto questo? Basta semplicemente che ammetti che ti piace farti toccare”

 

 

“COSA??!”

 

"Avanti dillo,confessalo che cerchi solo qualcuno che ti sappia far godere, qualcuno bello da sfoggiare accanto…. è solo questa, la verità…ammettilo….non c’ è niente di male ad essere sinceri….”

 

 

Ah ah ah.

Che bastardo.

Dio mio.

Tu che dici a lui di essere sincero.

Non te lo davo tutto questo senso dell’ umorismo a vederti Kaede, davvero, non te lo davo.

 

 

Hanamichi si trattiene visibilmente a stento dal colpirti, ne sei cosciente?

Sì.

Cosciente sì, e forse te ne senti anche meritevole.

Beh.

 

Effettivamente.

 

 

Ma lui non ti colpisce.
Non ti sfiora nemmeno.

Sussurra solo, alzandosi.

 

 

 

 

 

 

"Mi fai schifo" pianissimo

 

 

 

 

 

 

 

E se ne va, sbattendo la porta, rompendone quasi i cardini, mentre il rumore rimbomba nella casa come uno sparo.
Lo sparo che ha definitivamente ucciso quel suo amore che non volevi.

 

 

 

 

E rimani solo in casa, a domandarti ancora perché, se lui non ti ha colpito, cosa sono quegli strani dolori che spesso senti al torace.
E si fa l’ora di andare agli allenamenti.

 

Pensi proprio che lì dovrai vederlo ancora.
Come tutti gli altri giorni.

Speri solo di non desiderarlo troppo intensamente.

In senso carnale, ovviamente.

 

Ma sai che poi passerà anche questa fase.

 

Ed allora sarai veramente libero ed istruito.
Così come volevi, no?

 

Mmh, ti tocchi lo sterno.
Ma davvero Hanamichi non ti ha colpito?

 

Soprassedendo ti dirigi in palestra.

Ed Hanamichi non c’è.

 

Non è tra Miyagi e Mitsui a fare casino per dimenticare.
Non è dolorante per un pugno del capitano.
Non è da Ayako per una ventagliata arretrata da riprendere in giornata.

 

 

Non è qui e basta.

E d’ improvviso ti chiedi dove possa essere.
Alla fine della vostra partita.

  

E non ne sai il motivo, ma non lo chiedi a te, lo chiedi ad alta voce.
Come se per te fosse indispensabile.

Perché?

Sai che sono curiosa, dimmi... perché Kaede?

 

 

 

 

 

Puttana.

Puttana.

Puttana.

Non era altro che questo il significato di tutte le parole di Kaede.

 

‘Non voglio più stare con te perché mi sembri troppo puttana’

 

Ecco il vero senso di quel ‘non lo voglio più questo noi’.

 

Certo che, nonostante tutto, era stato elegante il suo Kaede.
Molto, molto elegante.
Ma lui non lo sa che tu non sei stupido.

Che non sei stupido e subito dopo il cuore hai un orgoglio.
Grande quasi quanto il primo.

 

E adesso basta.

 

E’ furioso, Hanamichi.
Decisamente inc****to.

 

Non può.

Assolutamente non può sottostare ad un’altra umiliazione come questa.
Non più.

Passino le sue calunnie.
Passi la sua poca delicatezza anche nell’ intimità dei rapporti sessuali.
Passi (anche se a fatica e dolorosamente)quell’one on one con Mitsui, di cui non aveva fatto accenno per non litigare con fatale convinzione.

 

Ma adesso basta.

BASTA!!

Hanamichi dice basta. 

Prende l’ autobus, riflettendo in un vorticare irato di pensieri color luce.
Ha la testa piena di urla che non può far uscire e gli occhi lucidi.

Aspetta pazientemente che il bus faccia il suo percorso e tre fermate dopo scende.
Inveendo contro tutte le dannatissime volpi brune dagli occhi blu.
Tanto sa perfettamente che ne esiste una sola!
Così almeno non maledirà poveri animali innocenti.

 

Cammina veloce adesso, sempre più veloce.
Nella periferia deserta.
Di sabato è pieno solo il centro.

Corre quasi e, finalmente, giunge davanti ad una porta.

 

‘Sei un bastardo Kaede, non puoi accusarmi, non puoi calunniarmi’

 

Suona con foga il campanello, tre o quattro volte.

 

‘Volpe str***a!!Non ti permetterò di umiliarmi fino a questo punto!’

 

 

Un ragazzo, sbadigliando, apre la porta.
Pigiama e maglietta.

 

 

Guardi l’ azzurro chiaro di quegli occhi di mare che si sono aperti sorpresi su di te.
Prendi fiato, davanti alla soglia di casa sua, nel piccolo giardinetto dopo il cancello.
Lo guardi, Hanamichi, intensamente, con ardore e rabbia.

 

 

C***o, pensi.

 

 

 

 

 

‘Devo essere puttana?Allora lo sarò fino in fondo!!!!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sendoh! SCOPAMI!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

Lo urli.
Davanti a lui.
Con tutto il tuo fiato.

Scopami, Sendoh.
Dimostriamo a Kaede che sono davvero una puttana.
Che lo tradisco.
Che lo so ancora tradire.
Prima che il sentimento che ho sempre provato, per lui solo, mi soffochi rendendomi sterile per tutta la vita.

Sterile dentro.

Morto.

Senza più amore per nessun altro.

 

 

 

 

E adesso, cambiamo punto di vista.
Mettetevi tutti in quello di …..Sendoh.

 

Hanamichi.
Alla sua porta.
Vestito così bene da voler quasi sembrare provocante.
Infuriato (ed anche per questo così luminosamente attraente).
Che gli dice semplicemente ‘Scopami’.

 

Ora, se fosse ancora a letto, Akira direbbe ‘Sì, subito’.
Ma sa di non essere a letto.
E sa che non è un sogno ‘innocente’.
E non è stupido.
E sa che oltre a non essere un sogno, non è nemmeno la realtà.

 

C’ è semplicemente qualcosa che non va.
Beh sì, anche nella tua testa Akira, ma -ora come ora- è qualcosa in Hana che non va.

Perché continua ad gridare davanti a te, nel tuo giardino.

 

“Cosa aspetti?Non volevi scoparmi??Allora fammi entrare!AVANTI!ANDIAMO IN CAMERA E SCOPIAMO,ORA!!”

 

Kami, devi farlo stare zitto.
Vero che i tuoi non ci sono (e di questo puoi essere sicuro).
Ma come fai a convincerti che anche i vicini non ci siano, vedendo le tende della villetta accanto cominciare a scostarsi?

 

Così lo prendi per un braccio e lo trascini su.
In realtà avresti voluto cercare di farlo ragionare.
Ma poi te lo porti in camera.

Più per farlo smettere di urlare in mezzo alla strada che per convinzione.

 

E  adesso diciamoci la verità, mentre nel silenzio Akira sospira, facendo il gesto di passarsi una mano fra i capelli.
(Sa anche lui che -con tutto il suo gel- non può che fare semplicemente il gesto, di toccarseli davvero i capelli non se ne parla fino alla prossima doccia).

Parliamo un po’ di lui.
Dovete sapere che Akira non è propriamente attratto da Hanamichi.
E’ solo un comunissimo ragazzo bisex.
E come tutti i comunissimi ragazzi bisex con sani istinti e sani ormoni appena visto ed osservato, non era dell' idea di lasciarsi sfuggire l’ occasione di flirtare con un bel ragazzo come Hanamichi.

Perché potete tutti dire quello che vi pare.
Ma Hanamichi ha un fascino tutto particolare.
Modesto, ma selvaggio.

Un mix esaltante, non trovate?

 

E così ci aveva provato anche con lui.
Per divertirsi ed ingannare il tempo.
Perché non è un playboy e non gli piace esserlo, ma adora fare ‘nuove’ conoscenze, così, con leggerezza, senza mai ferire nessuno.
E poi era troppo divertente vedere, scoperta la verità, Rukawa fingere di non essere geloso.

E comunque, lo so, quello che pensate.

Sendoh è Sendoh.

Un sorridente dongiovanni.

 

No, lui non è così.
O almeno non è semplicemente così.

 

E’ solo un ragazzo in attesa.

Di cosa, chiederete voi…?

 

Ma dell’anima gemella, naturalmente.
La sta aspettando da un bel po’ quell’ anima.

E ricordatevi che lui è un attaccante, nella vita così come lo è in campo.
Ed i ruoli passivi, di mera attesa, non fanno per lui.
Non li hanno inventati per lui.

Così, per ingannare il tempo, e quindi l’attesa, ha cominciato a provarne un bel po’ di anime.
In totale autonomia.

Per facilitare Kami.

Per poi non dover ringraziare solo il destino.

 

Ecco.
Le prova, ne prova molte.
Fino al giorno in cui incontrerà quella che si incastra perfettamente con la sua.

Ed allora tornerà ad essere il ragazzo serio che era quando decise,tempo fa, di non poter più aspettare senza fare niente.

 

Ed ora il problema sorge perché lui sa, altrettanto perfettamente, che Hanamichi non è che una di quelle anime in prova, probabilmente molto poco azzeccata.

Certo.. lo desidera, ha dei sani istinti.
Ma sa che non è l’ anima gemella.

E quindi? 

Lo aveva corteggiato per un po', vero,  senza nessun reale intento, vero, così per divertirsi  un po' a stuzzicare il pudore di quel rossino innocente.
Ed ora  invece,  se lo trova lì in casa a dirgli, gridargli -per essere più precisi-, quelle parole che di pudico non hanno nemmeno una sillaba.

 

 

E si ritrova a chiedersi  chi è che gli abbia portato via l' anima.

 

 

 

Ma non ha il tempo di rispondersi.
Hanamichi si dirige verso il letto, con ampia convinzione.

Si toglie la maglia, la getta ai piedi di Akira.
Si siede  sul letto.
Invita Akira con una mano ed un sorriso che ha troppo poco sapore di sensualità e molto più d’ ira.

 

“Avanti, vieni, togliti i pantaloni”

 

E Akira è profondamente incerto, ma sicuro che non potrà rifiutarsi ancora per molto.
In fondo.. perché resistere ad un’ anima che vuole essere provata?

 

Eppure non capisce bene cosa stia succedendo.

 

“Allora?Quanto mi fai aspettare? Non dirmi che non sai come si fa…………..”

 

E Akira sorride.
Spogliandosi con un solo gesto, avanzando nudo.
Con maestria.

 

“Non è che dopo mi denuncerai per stupro, bel rossino?”

 

 

Hanamichi non ti risponde Akira, sorride solo.
Ed ora la piega sensuale di quelle labbra sembra essere aumentata.
Lo raggiungi, ti pieghi fino a baciarlo, lo rovesci sul letto.

Ed il suo corpo caldo ti fa perdere la testa e tutti i tuoi bellissimi ragionamenti su anime e gemelli ed auspicabili attese.

 

 

 

 

“Non sappiamo dove sia, perché ti interessa saperlo?”

 

Già, Kaede.
Abbiamo una domanda in sospeso io e te.

Perché vuoi saperlo?

Perchè vuoi sapere dov’ è quella cavia che hai chiamato puttana e che hai mandato fuori dalla tua vita?
Non dovresti goderti il tuo momento di rinnovata libertà ed il successo del tuo piano?

In verità mi sembri troppo poco allegro per essere uno che ha raggiunto la perfezione.

 

Ma non c’ è bisogno che io ti dica altro.
Senti subito, adesso, meglio di me, che c’ è qualcosa in te che non va.

Anche se io questo l' ho sempre saputo.

 

“Io in verità l’ ho visto, mentre venivo in palestra”esclama improvvisamente una matricola

 

 

E subito ha tutta la tua attenzione.

“E dov’ era?”chiede spazientito il capitano

Già, dov’ era?

‘Avanti rispondi, sbrigati, dillo’ pensi

 

Quanta fretta, Kaede.
Quanta fretta.

 

Ci sono problemi?

Continua a crearti fastidio non sapere dov’ è?

 

Attento.

 

 

“Era alla fermata dell’ autobus, l’ ho visto salire e non sono riuscito a fermarlo né a chiedergli dove fosse diretto”

 

“Aah!!Mi farà diventare matto quello scansafatiche, ma domani mi sente, giuro!!E sentirà anche i miei pugni”

 

Ma tu non ascolti una parola.

Non vorresti che lui, in preda alla rabbia, alla tristezza, alla disperazione....

 

Non sai nemmeno il perché di questo.
Ma due parole ti lampeggiano in testa.
Mescolandosi fra di loro e rimbombando.

 

Sciocchezza  e Hanamichi.

 

Perché dovrebbero stare insieme, queste due parole?
Prenditi un attimo per esaminarle, le puoi combinare in tanti modi diversi.

 

Odio la sciocchezza di Hanamichi.

Ho commesso una sciocchezza con Hanamichi.

Ho avuto prova della sciocchezza di Hanamichi.

 

Dio mio, perché devi essere sempre tu il soggetto?

Varia!

 

Hanamichi potrebbe commettere una sciocchezza.

 

Vedi?

Quando vuoi sai anche capirti.

 

Veloce come un fulmine, prendi da parte la matricola che ha parlato.

 

“Dimmi che autobus ha preso Sakuragi”

 

La matricola è interdetta.
Che sia la prima volta, in vita sua, che capisce che tu puoi parlare?

 

“Ah…i..il …..12 credo….”

 

E sempre con rapidità esci dallo spogliatoio e corri in strada.
Ecco, la tua mente non aveva bisogno che di questa conferma.

 

Sai perfettamente che quartieri tocca quella linea.
Quando piove, anche tu devi rinunciare alla bici per prendere il bus.

 

E sai che dopo ******* si trova il quartiere di *****.
E lì abita Sendoh.

 

Corri per la strada.
Dando fondo alle tue energie sui pedali.

Sai che è tardi.

E che le parole ‘sciocchezza’ e ‘Hanamichi’ hanno già avuto tutto il tempo materiale per mischiarsi come volevano.

 

Ma quello che mi chiedo io, adesso, è perché stai andando da lui.

Insomma…perché dovresti interessarti di Hanamichi?

 

Lo hai usato ed ingannato e abbandonato.
E non è che mi sei mai sembrato, in qualche modo, particolarmente dispiaciuto.

 

Perché, ora, tutta questa fretta?

 

 

‘L’Hanamichi che io ho costretto la prima volta a lui si darà spontaneamente, no, assolutamente no!’

 

Capisco.

E’ possesso.

Beh, in sintonia con il tuo carattere, ma non mi convince.

 

 

‘Sendoh non avrà anche questo piacere, dannazione, lo userà nel modo peggiore..’

 

Capisco.

Compassione.

Andiamo!Chi vuoi prendere in giro?

Tu?

Che hai a cuore la sorte di Hanamichi?

 

Non ci crederò mai.
Nemmeno se giurassi sulla tua vita.

 

Non te ne è mai fregato niente di lui, quando eri tu ad usarlo.

Perché deve essere una cosa di cui ti svegli per preoccupartene adesso?

 

 

 

Silenzio.
Stai pensando.

A cosa dirmi.

Ed improvvisamente, svoltando un angolo capisci.

 

 

E ricorderai per tutta la vita questo momento.

Il viaggio in bici più importante di tutta la tua esistenza, più scioccante…la rivelazione della verità che tenevi chiusa in un cassetto dentro la tua testa…accanto alla palla arancione ovviamente…..

 

 

 

Ed io provo sorpresa.

 

 

Possibile?

 

 

Possibile che volendo imparare l’ amore, tu abbia prima imparato tutto il resto e che ora finalmente (ora, non mentre ti infilavi nel corpo di Hanamichi) lo abbia imparato??

 

Volevi l’ amore.

Hai trovato l’affetto.
Le carezze.
L’eccitazione.
Il sesso.
Il piacere.
La gelosia.
L’ ira.
Il possesso.
Il dolore.(Ecco cos’ erano qui pugni fantasma, Kaede)
Un nuovo tipo di solitudine.
Preoccupazione.
E sì, una dannatissima urgenza.

 

E poi, proprio nel momento in cui hai detto ‘Ho imparato tutto, lascio quel ragazzo’ hai imparato l’ amore.

 

Allora voglio proprio farti una domanda.

Pensi dunque che l’ amore sia un sentimento improvviso e folle o che sia un fiore che sboccia dopo che hai ‘seminato’ tutto quello che hai dovuto imparare prima ?

 

Non la sai la risposta, Kaede?

 

In fin dei conti, sei piccolo.
Sei un piccolino testardo.

 

E dannatamente di fretta.

 

 

 

 

Corri, Kaede, corri.

Le domande dopo, vero?
Tanto sai già tutto.

 

Lo hai accettato perché,  per te, quel ragazzo aveva un gran valore.
Non ti sei calmato, finché non l’ hai fatto tuo.
E poi, poi lo hai dovuto lasciare perché non capivi più, né te stesso, né cosa ti scatenasse dentro fare l’ amore con lui.

 

Ed ora corri veloce, guardando davanti, capendo cos’ è l’ amore.

Com’ è bello e pieno di desideri profondi.

 

Fra cui il più importante è voler stare con chi ti ha rubato il cuore.

 

 

 

Tsk, tsk io lo sapevo, sapevo tutto, ma tu, tu mi deludi, avresti dovuto capirlo fin dal momento in cui quella scenata di gelosia ti è riuscita così bene....dai andiamo, sei sempre stato un pessimo attore.....come tutti i ragazzi della tua età...come tutti i ragazzi soli e bisognosi d' amore…..

..troppo vere, le tue parole…

.…troppo forti, le sensazioni….

…...strano, quel dolore che sentivi…

 

ed io che ti ho pure detto di stare attento…..

 

 

 

..beh oramai….

 

..non puoi che correre Kaede.

Corri.

 

 

 

 

Tirando un paio di respiri ansanti leghi la bici ad un palo, se ricordi bene…sì, c’ è scritto Sendoh sulla targhetta in legno scuro.
Entri dal cancelletto lasciato aperto e suoni il campanello, forte, due volte.

 

Poi con i pugni colpisci la porta.
E l’ attesa sembra ucciderti.

Vuoi entrare e vedere Sen…….

 

Lo vedi.
Ha appena aperto.

E con ben poca sorpresa, lui incontra i tuoi occhi.

 

Ha indosso solo un accappatoio e non puoi non notarlo.

 

 

 

 

“Arrivi tardi, Rukawa… a quest' ora ho già avuto il tempo di sbatterglielo dentro due o tre volte”

 

 

 

 

 

 

Con uno scatto entri, sbattendolo al muro.
E non dici una sola parola.
Con serietà Akira ti guarda ancora.

E non sai di nuovo perché, ma è come se il suo sguardo ti ordinasse di sentirti colpevole.

 

In verità, fatichi non poco a controllarti.
Vorresti picchiarlo, gettarlo a terra, calmarti con il suo sangue.

Ma Akira si porta un dito alle labbra, ti fa cenno di tacere, si scrolla le tue mani di dosso e ti fa strada.
Verso il piano superiore.

 

In quella camera, al centro della quale vedi subito un letto.
Ed Hanamichi fra le lenzuola.

 

 

Una rabbia profonda lo sconvolse.
In perfetto silenzio. 

 

 

 

Ed in quell’ istante si sentì di essere diventato proprio come un orizzonte che ha perso il suo sole.

 

 

 

 

 

Piano, lentissimamente, si avvicinò al letto.
Doveva svegliarlo.
Parlare con lui.

Di quel 'noi' che dopotutto, Kaede, vuoi indietro, dico bene?

 

Ma Sendoh ti ferma, scuotendo la testa, senza lasciare il tuo braccio.

 

“Si è addormentato da poco, lascialo riposare un altro po’”

 

 

E tu lo guardi con odio.
Come può dirti questo?
Come può sperare che tu non abbia pensato al perché Hanamichi si è addormentato da poco..?

 

E Akira capisce.

 

“Cosa c’ è, Rukawa?Vorresti delle spiegazioni?Anch’ io le vorrei…….sapere, per esempio, perché Hanamichi ha suonato alla mia porta e mi ha gridato di scoparlo…”

 

 

Silenzio.

Impietrito silenzio.

 

 

Ma Akira sa.
Ed ora lo scherzo deve finire.
Lo ha fatto per Hanamichi.
E per Hanamichi farà anche questo.

 

 

“Guarda i suoi occhi, Rukawa….”

 

E non dice altro.

 

 

E tu fai subito come ha detto.
Cerchi quegli occhi belli, pieni d’ orzo.
E li trovi chiusi.
Ma al posto dell’ ambra, ai loro contorni, la pelle è arrossata e gonfia.

Guardi meglio.

Scie argentate hanno lasciato lievi solchi, rendendo più pallido il suo incarnato luminoso.

 

E non capisci.
Ancora.

 

Ed è stato in questi pochi minuti, da quando sei corso qui ad ora, e forse da quando lo hai lasciato, che hai veramente guardato in viso la tua ignoranza.

Dio mio, Kaede, non sapevi nemmeno di esserti innamorato veramente.

E tu saresti il ragazzo che ha tutto?

Che ha imparato tutto?

Aspetta.

Devi aspettare almeno di essere alla fine della tua esistenza, per pronunciare ancora una frase così grande guardando il cielo con aria di sufficienza.

 

Riconosci i tuoi limiti.
Questo è il vero, primo passo per la perfezione.

E da qui imposta il secondo.
Uno dei tuoi limiti è la solitudine.
Nessuno può sopportarla.
Perché dovresti essere diverso dagli altri?

Riconosci che vuoi solo Hanamichi per cacciarla.
Questo è il secondo vero passo.

 

E da qui sarà tutta salita, lo sai.

Ma tu ami le sfide.

 

Adesso però i suoi occhi rossi tornano alla tua mente.
Perché hanno quel colore?
Perché lui sembra aver pianto così disperatamente?

 

 Ti giri verso Sendoh.

 

“Lo hai costretto?Lo hai violentato?”

 

Ora è lo sguardo di Akira a farsi di pietra.

 

“Io non ho mai fatto niente del genere nella mia vita e mai succederà, non osare nemmeno pensarlo”

 

Gli credi.
E tutto fa ancora più male.

 

Vedi le lenzuola sgualcite, i suoi capelli rossi arruffati, l’ accappatoio sulla pelle bagnata di Sendoh, ma sai che Hanamichi non è stato costretto.

 

 

Lui ti ha tradito.

 

 

Ti ha dimostrato di essere capace di ciò per cui, ingiustamente, lo accusavi.

 

Ed ora lo guardi.
Addormentato davanti a te e davanti ad Akira.

 

 

E sai di meritare ampiamente tutto quello che è successo.

 

 

Ma nonostante tutto, ancora, non ti spieghi quelle lacrime.

 

 

Ti volti e guardi ancora Sendoh.
Fissando i suoi occhi, chiari come i tuoi, scavi cercando in loro una spiegazione.
Una traccia di quanto successo.

 

 

 

 

Lui chiamava il tuo nome….

 

 

 

 

 

 

 

 

[ Sì.

Si era enormemente sopravalutato.
Si credeva capace.

Perfettamente, insensibilmente capace di tradire.

Ma così non era.

E adesso, il rifiuto gli saliva nelle vene, coagulandogli il sangue, gelandogli la pelle.
Riempiendogli gli occhi.

Proprio adesso, mentre le mani di Akira salivano e scendevano sul suo corpo, accarezzandolo.

 

“Mh……ah….”

 

 

E Akira sorrideva.

Mentre lo spogliava.
E gettava lontano i suoi vestiti.

Ed Hanamichi si fece forza, concentrando il pensiero sulle parole crudeli di Kaede.

 

Poteva tradirlo, sì.

Doveva.

 

 

E Akira scese a toccare la sua intimità.
Delicatamente.
Succhiandogli la gola.
Strusciando il corpo nudo contro di lui. 

Strappandogli gemiti e ansimi.

 

 

“Aah…ah…”

 

E Akira sorrideva ancora.

Era rassicurante, ma un opprimente senso di ……errore lo schiacciava.

Era sbagliato.

Tutto sbagliato.

 

Perché la verità era, adesso che sentiva il sesso duro di Sendoh contro il ventre, quella.

 

Non era il corpo di Akira, ciò che lui voleva in sé.

Non era sentire Akira penetrarlo, il suo desiderio.

 

Desiderava solo Rukawa.

Il suo Rukawa.

E allo stesso tempo voleva male a Kaede, per tutto quello che aveva fatto.

 

Ma continuava a desiderare solo il suo, di sesso.

 

E mentre pensava e si sentiva dilaniare dall’ incertezza e dal lieve piacere al quale il suo corpo, nonostante tutto, non poteva sfuggire……Akira sorrideva ancora, gemendo.

 

E voleva spingersi più in là, Sendoh.

Voleva un contatto vero, serio.

Profondo.

Ma sentiva che il corpo rigido di Hanamichi non era pronto.
Che era agitato e distante dalla serenità.

Così, per aiutarlo, si stese fra le sue cosce dischiuse, per leccare la sua intimità, per farlo rilassare.

 

Oramai non aveva più freni né  pensava all’ anima gemella che trepidante, in qualche parte del mondo, lo aspettava e si doleva dell’attesa e dei suoi ‘tradimenti’.

Voleva tutto il calore di quel corpo d’ambra estiva.

 

Solo per sé.

 

Leccò e succhiò con foga.
Con velocità.
Sentendo i fianchi di Hanamichi guizzargli fra le mani e poi la sua voce.

Finalmente.

 

Quanto desiderava sentirla, quella voce roca, eccitante….provocante….

Sì, chiamare il suo nome.

Il suo nome.

Akira.

 

‘Sì, chiama il mio nome, lo conosci, Akira, di' Akira!’

 

 

 

 

 

“Ahn….nh…nnnh..no..Kae..de….Kaede......no...!”

 

 

 

Kaede.

Kaede non è il mio nome.

Non è il mio nome.

 

Perché chiami lui?

Perché?

 

Ma la sapeva quella risposta, Akira.
La sapeva perfettamente.

 

E strusciò la propria virilità tesa contro quella di Hanamichi.
A lungo.

Sentendolo chiamare e gemere quel nome che non gli apparteneva.
E poi lo sentì alzare la voce e gridare.

Sempre quelle cinque lettere.

 

 

 

“Kaede….KAedee…..”

 

 

E le lacrime, improvvise, impreviste, cominciarono a bagnare il viso di Hanamichi.

A bagnarlo così tanto da arrivare fino alle labbra che ancora chiamavano, con piena disperazione, il nome proprio dell’ amore che aveva perso.

 

E Akira si fermò.
Mentre stava per..
Si fermò.
Definitivamente.

 

Mai.

Mai avrebbe amato un corpo senz’ anima.

 

Ed ora ne era certo.
Hanamichi era vuoto dentro.

Tutto ciò che aveva era stato portato via da Rukawa.

Lontano.

 

E lui mai avrebbe amato chi chiamava un altro nome.

 

Si fermò.

Sospirando pesantemente.
Osservando le lunghe dita di Hanamichi fare presto per nascondergli le lacrime.

Si sollevò liberandolo dal suo peso e si stese al suo fianco.
Lo sentiva tremare contro la propria spalla.

E rassegnato ed intenerito lo avvolse in un forte abbraccio.

 

“Che succede, Hana…..cosa c’è?”

 

I singhiozzi ed il silenzio risposero al suo posto, a lungo.

 

 

“Non mi …..ama…..non mi ha…..mai amato…..”

 

 

Ed Hanamichi si strinse a lui spasmodicamente, il petto squassato dai singulti, il viso umido d’ acqua tiepida e salata.
Nascondendosi sul suo petto pianse tutto il suo dolore.

 

“Non ci credo, come si può non amarti?Hana….sono sicuro che ti stai sbagliando…”

 

Nuove lacrime, una speranza conciata troppo male per riprendersi.

 

 

“Dio….mio….Akira….lo amo…così tanto…da non saperlo….nemmeno tradire……perdonami, Akira, perdonami…”

 

“Non importa, tranquillo, non importa…..”

 

E lo stringe Akira, lo consola.
Sa che per lui è l’ unico rifugio, al momento.

E come può negargli un po’ di pace?

Come può, vedendolo distrutto?

 

Aveva sempre pensato che Hanamichi fosse passionale di natura.
Un fuoco libero ed indomito.
Ed il pensiero di poterlo dominare in un rapporto sessuale lo aveva sempre eccitato.

Ma mai, mai sarebbe giunto a sospettare la verità.

A voler vedere quella verità.

Hanamichi, pieno di passione, sembrava disposto anche a morirne, da solo, senza lasciar andare quel sentimento, senza smettere di pronunciare quel nome e senza smettere di vedere, nello sguardo lucido e vacuo, quell’ immagine di ragazzo dagli occhi come i suoi, azzurromare.

 

Ecco, ora vedeva.

La realtà di quegli istanti importanti.

 

E Hanamichi non lasciò andare il suo rifugio.
Non lasciò il petto caldo di Sendoh.

Ma non lasciò nemmeno il nome di Kaede.

 

Tra le ultime stille di pianto lo invocò ancora.

Prima che il sonno reclamasse, con la sua pesantezza, l’ ovvio tributo. ]

 

 

 

 

 

“Cosa…significa?”

 

 

Sendoh si alza, ti guarda, scuotendo la testa, rassegnato.
Senti di detestarlo.

Di cosa si rammarica?

Di parlare forse con uno stolto?

 

Lo vedi aprire l’armadio, indossare con casualità degli abiti perfetti per le sue forme.
Lo vedi sistemarsi i capelli allo specchio ed in tutto questo tempo non riesci a trovare la forza di aggredirlo e domandare.

Lo guardi prendere le chiavi di casa posate sulla scrivania.
Lo guardi prendere la giacca dalla sedia.
Il portafoglio, una caramella alla menta.

 

Poi si volta e ti guarda.

 

“Sei anche fortunato, stasera devo uscire e  non c' è nessuno a casa, fai pace con lui e, quando ve ne andate, ricordatevi di chiudere bene la porta dietro di voi”

 

E lo vedi andare via.
Lo senti scendere e sparire in strada, accompagnato dal cigolio del cancello di ferro.

 

 

Ed ora sei solo.

Con quel sole rosso che ha davvero osato tradirti.

 

E forse non hai voluto chiedere spiegazioni a Sendoh, perché è da lui che in realtà le volevi.
Non credi?

 

 

Ti siedi silenziosamente sulla sponda del letto.
E lo osservi.

 

Placidamente addormentato.
Una specie di piccolo pulcino rosso, tutto arruffato.

 

Lo fissi intensamente, annegando nei pensieri di un istante, così tanti che la tua mente sembra non poterli contenere.
Poi con un gesto nervoso ti alzi, allontanandoti.

 

C***o, non lo puoi amare!

Non puoi!

 

Non è possibile!

 

Tu non vuoi amare.

Non devi.

 

E allora.. perché hai voluto giocare con il fuoco?
Perché hai giocato con il suo affetto?
Davvero lo reputavi così indegno, così oscenamente idiota, da non saperti conquistare?

 

Kami, quanto ti sei sbagliato…prova a farne altri di errori così madornali nella tua vita….vedrai cosa succederà…..vedrai…..

 

Non lo puoi amare.

Pensi solo quello, mentre continui a guardarlo.

Mugola e si rigira, avvolgendosi nelle lenzuola che sicuramente sapranno del suo corpo e di quello di Sendoh.

 

Non lo dovresti volere, sai?

Non lo dovresti amare dopotutto….ti ha tradito…non sai cosa è successo in quelle due o tre ore.

 

Eppure sei subito pronto a giustificarlo.

 

‘E’ stata colpa mia, lui ha agito di conseguenza’

 

Questo non ti dice niente, Kaede?
Osi negare ancora l’ evidenza?

 

Avanti, ammetti una buona volta che tutto quello che è successo lo volevi davvero….ammetti che sei stato, per la prima volta in vita tua, davvero felice di avere qualcuno accanto, di avere lui.

E non potevi sopportare il pensiero stesso, che peraltro non hai nemmeno lasciato nascere, di poterlo perdere.

Hai seppellito tutto, senza nemmeno dirtelo, ed hai pensato solo ‘Quando mi stancherò, lo lascerò’.

Ma sapevi perfettamente che questo 'quando', da parte tua, non sarebbe arrivato mai.

Ti sei fatto violenza.

Kami, pensi che ti arresteranno per esserti stuprato in questa maniera?

Lo hai lasciato prima che quel ‘quando’ lo pronunciasse lui.

Prima che ti guardasse con quegli occhi dall’ anima calda a candida e ti dicesse ‘Mi sono sbagliato,Kaede, è stato bello, ma io ti amo tanto quanto ho amato le cinquantuno ragazze prima di te, perciò ora ti lascio, ho trovato il numero cinquantatré……ma comunque sei stato un cinquantadue fantastico….’

 

Ti siedi di nuovo accanto a lui.

Kami, hai persino imparato la paura inconscia prima ancora dell’ amore.

 

Eh sì, puoi dire che è stato completo questo viaggio, che dici?

 

Te lo sei imparato tutto a memoria, nella pelle, l’ arcobaleno dell’ amore.

E potrebbe essere una buona cosa, se tu adesso non ti ostinassi a voler per forza trovare anche la pentola.*

Troppo facile.

Troppo ....troppo!

 

No, no.

Suda e soffri e forse vedrai la fine di questa storia.

 

Prendi questa decisione e sveglialo.

O lascialo dormire e va via.

 

Sarai libero e solo.
Come desideravi.

Ma per il resto dei tuoi giorni non potrai compiacerti di essere diventato perfetto.

Sai già che lui ti mancherà.

 

Eppure non lo puoi amare, ti gridi, non puoi!
Cosa succederà se lo farai?

Che futuro avrai?

Cosa ti offrirà la vita insieme?

 

Ed in un immenso unico flash ripensi ai tuoi tre mesi di ‘esperimenti’.

I sorrisi, il calore del suo ventre e delle sue cosce, il suo ed il tuo piacere, la complicità e l’allegria, il ritrovarsi in due sotto le stelle dopo un buon aperitivo e quel divano letto che vi piaceva ed i suoi capelli di lino e le sue mani su di te e le carezze che sapeva regalarti anche senza sfiorarti e tutto un mondo innocente e delicato che hai trovato dentro di lui.

 

'No, non posso amarlo.

Perché lui mi rifiuterà, se anche glielo domandassi adesso di restare con me.

Lui mi allontanerà per vendetta, giustamente.

Perché chiedere l’ impossibile?'

 

Io sono Kaede Rukawa ed ottengo sempre quello che voglio!

 

Certo.

 

 

Perché in tutta la tua vita non hai mai chiesto l’irrealizzabile, vero?

 

 

 

Ti conosco Kaede, ti conosco bene.
E so che lui non ti accetterà.

Perché non hai mai saputo essere un buon fidanzato.

 

 

E Hanamichi si girò lentamente, verso di lui, gli occhi chiusi, le ciglia lunghe che accarezzavano l’ aria sopra le pelle di giada dorata.
Muove la bocca, come un bimbo e sussurra qualcosa.

 

“Kae..de”

 

 

Ricordi.

Il tuo nome fra i suoi gemiti e le sue urla, il suo amore ed il suo odore, i suoi abbracci, la sua gelosia, l’orgoglio di cui sapeva riempirti, le danze di seduzione (mai nessuno prima aveva usato il basket così, con te)e la sua passione ed i suoi occhi e la gioia ed il mattino in cui eravate arruffati sotto lo stesso cotone sgualcito e le notti in cui respiravate uno l’ aria dell’ altro ed il manto bellissimo e colorato con cui lui ha avvolto e protetto tutta   la  tua  vita in tre mesi intensi.

 

Beh, pensandoci bene, ci arrivi.

Effettivamente c’è sempre tempo per diventare un buon fidanzato.

 

 

E lo svegli, con una mano, passando sulla sua fronte e fra i suoi capelli, facendo morire la tua carezza sulla sua spalla, con lieve forza.

 

 

Ma Hanamichi non si desta.

Il fato, in cui non credi, ti sta dunque offrendo un' altra opportunità, che non volevi, per riflettere meglio?

Dio Mio, perché siamo circondati solo da cose inutili, ti chiedi sbuffando?
Già che c' era questo str***o di destino poteva farti trovare un manuale d' istruzioni sulle relazioni interrotte proprio sul comodino di Sendoh.
Ed invece niente.

Da solo, Kaede.
Da solo.

E ti distendi accanto ad Hana, raccogliendoti al suo fianco.
Pensando.

 

Ed il tuo odore, il tuo profumo d' incenso e lavanda dei sacchettini per armadi cade, rotolando sulle lenzuola, saltella e rimbalza, cercando di raggiungere quel sole disteso, tutto rosso e caldo.

E ce la fa.

E lo sveglia.

In un modo così delicato che le tue mani -mai- avrebbero potuto emulare.

 

E così, quindi, il tuo profumo lo desta.
E con te nelle nari, lui si sveglia.
Pianissimo, come sempre.

Come una tartarughina tutta rossa per l’ imbarazzo.

 

E ti guarda e    scatta indietro.

 

 

Lontano da te.

Eh sì, anche questa volta nessuno ti ha tirato un pugno, ma senti male.

Beh, che posso dirti ..?Abituati.

Amore è dolore, bambino mio.

 

 

“Kae…de”

Un bel pigolio bassissimo.

 

 

“Cosa fai nel letto di Sendoh?”

 

Domanda diretta.
Almeno, al terzo dei tuoi comandamenti sei ancora leale(sii sempre diretto).

Non come al ‘Non amare’.

 

 

Hanamichi ti guarda.

Pieno di imbarazzo, poi sembra rabbuiarsi e non capisci, ma essendo ancora un po’ veggente sai che ti urlerà  cont..

 

“NON SONO COSE CHE TI RIGUARDANO, MI SEMBRA, NO?E poi cosa ci fai TU  qui, non eri tornato felicemente alla tua libertà?”

 

Giusto.

 

“Ti hanno visto prendere l’ autobus e ti ho seguito”

 

“Perché?”

 

“Voglio parlare con te”

 

“Di cosa?Di quanto puoi meritatamente chiamarmi puttana adesso?”

 

“Smettila, sei ridicolo”

 

“Se la cosa ti infastidisce puoi andartene!”

 

“Non voglio litigare”

 

“Non mi è mai sembrato”

 

Ti alzi, irritato, proprio come il tuo sopracciglio.

 

“Vuoi lasciarmi parlare?”lo gridi quasi..quasi

 

“Perché dovrei??Dammi un valido motivo!”

 

“Non vuoi conoscere la verità?”

 

Hanamichi sospira e, raccogliendosi le ginocchia coperte dal lenzuolo al petto, rimane in silenzio.

 

 

“Tu…tu sei stato un esperimento…non ti ho mai amato come mi hai amato tu….e ti ho mentito ed ingannato….perché io volevo solo sapere cosa si provava ad avere ….un compagno..”

 

Lo hai fatto.
Lo hai detto.

E non hai mentito.
Fiuu….che coraggio!

 

Ti fermi e lo senti sbuffare.
Poi lui alza il viso e sei quasi certo di vederci delle lacrime, ma ti sbagli.

 

Un ..un sorriso??

Dio mio, ti sembra impossibile.
Lo sembra anche a me.

 

 

“Andiamo Kaede…..lo sapevo. Lo sapevo, sai?Sapevo quasi tutto o almeno lo immaginavo, ma non ho sbagliato poi così tanto!Eh eh…quella sera, per esempio …quando mi hai portato da te, quando hai aperto il divano, avevo già chiaro cosa mi avresti fatto..........
…………………………………………..perché io ti so leggere dentro, tanto ti ho osservato mentre mi innamoravo di te....
....e poi, la nostra prima volta...la volevo anch' io, sai?.....Solo che ho pensato, guardandoti, che il mio rifiutare ti eccitasse di più... volevo darti tutto il piacere possibile, il massimo, così ho finto di non volermi lasciare a te.....eh eh è stato tutto più bello, vero?”

Ed è inconfutabilmente un sorriso il suo, ma la voce cede a tratti a qualche sprazzo di rammarico.
Eppure niente di più.

 

Tutto questo ti sconvolge.

Ma non ti mostri turbato.

 

 

“Capisco…non credevo” lasci uscire

 

“Dio – mormora, passandosi una mano fra quella seta rossa e lucida –tutta questa sottovalutazione un pochino mi offende, sai?”

Ecco, adesso una vena di tristezza, sotto l' ironia, naturalmente. 

 

Silenzio.

 

“Se sapevi, perché non mi hai fermato…non mi hai lasciato?”

 

“Che domande cretine, sforzati un po’ di più Kaede”

 

“Tsk, idiota, parlare dell’ amore che nutri per me è una domanda cretina?Da quando?Da quando hai cominciato tu a sottovalutarti, prima che lo facessero gli altri, insegnandolo a loro?”

 

“Ouch, colpito e affondato, volpe…fai male, sai, con quelle unghiette che tiri fuori a comando…”

 

“Io vorrei essere solo sincero adesso, sei tu che mi costringi ad essere graffiante”

 

“So che sei stato sincero…e mi hai fatto male, cosa credi!?!….Sentirsi dire che il mio primo bacio e la mia prima volta non erano che degli esperimenti per te è un tantino atroce, che dici?”

 

“Lo so, ma non ti ho ancora detto tutto”

 

“Kami, amo profondamente le buone notizie che sai darmi.... -ironico - avanti, parla e finiamo questa commedia, sono stanco”

 

“No, prima sei tu a doverti confessare, voglio sapere di queste due ore con Sendoh….mi è giunta voce che hai chiamato il mio nome, mentre lui te lo sbatteva dentro un paio di volte…”

 

“C***o, come sei fine!E poi Akira non mi ha sbattuto dentro proprio un bel niente…..se è questo che ti interessa…..solo tu, fino ad ora, mi hai sbattuto dentro qualcosa…..tranquillo, adesso?”

 

“Quello che ti ho fatto adesso lo chiami 'sbatterti dentro qualcosa'?”

 

“Perché, sentiamo, che nome gli dai, tu, dopo tutto quello che è successo?”

 

“Stupido, quando stavamo insieme, anche per me si chiamava così, ma quando ti ho lasciato.. ha cambiato nome…”

 

“….”

 

“Dentro di me, l’ ho chiamato una volta di troppo 'fare l’ amore'…”

 

“Ed è successo quando mi hai lasciato e pensavi che stessi qui a scopare con Sendoh?”

 

“Hn”

 

“Cavolo, se sei una volpe strana…paradossale, direi….ma con un ottimo tempismo..”

 

“Che vuoi dire?”

 

“Ah, al solito….ci si accorge di ciò che si ha solo quando lo si perde…..credevo che per Rukawa, il grande Rukawa, fosse diverso….”

 

“Tsk…ti sei pentito di esserti innamorato di uno che prometteva bene, ma che in fondo era uno str***o mediocre come tutti gli altri?”

 

“Ah ah ah …no, mai, da tempo ho deciso di non pentirmi proprio di nulla, voglio troppo essere felice per annegare nei rimpianti…”

Un riferimento che, Kaede, non puoi capire.
Che non è egoismo di voler essere felice a tutti i costi, è ingenua ricerca, nel modo più veloce, della gioia che tanto aspettava.
E comunque ricorda, a te ti amava.
Nonostante tutto sai che era un sentimento sincero.

“Fai bene….però non sei leale…so che c’ è qualcosa che ancora ti tieni dentro….avanti…dimmi tutto”

 

“Acuta la mia volpina, mh?E va bene…..sai cosa non mi è andata?  Tu e Mitsui…..”

 

“Facevo schifo a flirtare con lui…..lo so, la mia coscienza mi dice spesso che sono un pessimo attore….ma non la ascolto...”

 

“Non me ne frega niente della tua coscienza, non mi è andata bene che tu abbia usato la stessa modalità dei nostri incontri per farmela pagare….hai rovinato tutto quello che avevamo condiviso, con le tue stesse mani, lo hai infangato ed io mi sono sentito tradito ed umiliato….”

 

“Meraviglioso!Era esattamente quello che volevo!Perché tu credi di non aver  fatto lo stesso, appena due ore fa?Le mani di Sendoh su quel tuo corpo che io, nonostante tutto quello che dici, ho conquistato a fatica la prima volta, anche per me sono come fango…..”

 

Rapidissimo ti avvicini a lui, ed annusi il suo collo.

 

“C***o.. ti ha anche lasciato il suo odore addosso e questo non mi va…..”

 

“Sei tu che l’ hai voluto, dovevi tenermi stretto, dovevi controllarmi, cosa credi? E poi non offendere Akira!Non se lo merita, avrebbe potuto tranquillamente scoparmi sul serio, senza troppi problemi…ed invece quando ha sentito che sotto le sue carezze chiamavo te e non lui si è fermato….mi ha consolato e poi ha lasciato che mi addormentassi…...”

 

“….”

 

“Bene.. ora sai, ora io so, puoi andare.. non credi?Non eri venuto per dire solo la verità..?"

 

Silenzio.

Cosa aspetti, Kaede? Avanti, finisci quello che hai cominciato.

 

Silenzio.

 

Kaede!

 

“Se hai finito, esci, voglio vestirmi e andare a casa”

 

“Come se non ti avessi mai visto nudo”

Kaede!!!!!Che fai? Prendi miserabilmente tempo?

 

“Baka…..esci, avanti”un tono rassegnato, l’ allegria che lo contraddistingueva soppressa dall’ incomprensione reciproca

 

 

 

Kaede!!!

KAEDE!!!!!

Avanti.

AVANTI!!!

 

 

Afferri la maniglia della porta, per uscire.
Poi ti giri, come ricordandoti dell’ ultima, meno importante, questione.

 

 

“Comunque non ero venuto solo per dire la verità, ero venuto a chiederti se quel 'noi', buttato nel cestino, era ancora riutilizzabile….”

 

 

Densa attesa.

Hanamichi trattiene il fiato e ti fissa.

 

“Perché……?"

 

 

“Già……che sbadato...!Non ti ho più detto, prima, che poi l’ ho imparato davvero l’ amore…..”

 

 

 

“Sempre il solito, eh volpe?Prima mi fai stare male e poi te ne esci con tutta la dolcezza che il tuo bastardissimo carattere ti concede……”

 

“Non fare la vittima….a quanto ho capito mi conosci meglio di me stesso….rispondimi….”

 

“Dammi un motivo…”

 
Lasci la maniglia della porta e torni indietro, ma non troppo vicino a lui.
Distogli lo sguardo, non per timore, figuriamoci, ma come per...ricordare.

 

“Sai, tempo fa ero in terrazza…e guardavo il cielo….siamo un po' come l'orizzonte ed il sole io e te ...io così nero e lontano..tu così rosso di passione ...ti sei gettato ogni giorno di questi tre mesi fra le mie braccia ed io ad ogni alba non trovavo niente di meglio che lasciarti andare via, senza far nulla per fermare il nostro tempo.....infine, prima, mentre dormivi, ho pensato

‘Che sia davvero amore, la tristezza che sento di fronte al pensiero di questa mia atroce mancanza...?’e ti ho svegliato, semplicemente per renderti partecipe che forse ho sbagliato a gettare via quel 'noi' così di fretta…”

 

 

Hanamichi sorrise.
Dolcissimamente.
Come Kaede non aveva mai visto.

 

“Ti conoscerò anche, volpe, ma così romantico non ti credevo….davvero”

 

Un nuovo sorriso.
Ma Kaede non rispose con lo stesso, splendido, gesto.

Non ne era ancora capace in fondo,vero?

 

 

“Non sono romantico, è solo egoismo il mio…”

 

“Potrei perdonatelo, questo difetto….”

 

Ora sì, che quel sorriso stava per uscire.

 

“Hanamichi…”

 

 

 

“Kaede….mi ami?”

 

“Pensavo non avresti più avuto la voglia di chiedermelo….”

 

“So che potresti farmi male ancora adesso, ma quel tuo sguardo mi dà coraggio….”

 

“I miei occhi?”

 

“A-ah, sono come i miei……”

 

“Capisco..”

 

 

Silenzio.

 

 

Kaede, lentamente si portò accanto a lui, sulla sponda di quel letto soffice.
Il tempo trascorse.

Attraverso il lenzuolo, il calore del corpo nudo di Hanamichi si propagò fino alle mani di Kaede, puntate lì accanto.

 

 

“A cosa pensi, Kaede?”

 

 

 

Lui si girò, guardandolo in quegli occhi che, sì, davvero Kaede, sono uguali ai tuoi…come hai potuto non accorgertene?
Scese sulle sue labbra con il solo sguardo e poi lasciò morire un desiderio immediato.

 

 

 

 

“Abbiamo entrambi bisogno di perdono…..”

 

 

 

 

 

“Sì….vieni qui, Kaede”

 

 

 

E tu ti stendi contro di lui, lo cerchi con il viso contro il suo, respiri l’odore di Hanamichi mischiato alla colonia di Sendoh.

 

“Credo che questo sia un momento importante…qualcosa che non avevo ancora imparato...”

 

“Certo che lo è, baka, credo si chiami fare la pace…mai provato prima, davvero?”

 

Kaede scosse la testa.

“Non credo”

 

“Devo insegnartelo…allora….”

 

 

 

Un bacio dolce li unì.
Arrossendo, Hanamichi spogliò il suo amante.
Con aspettativa, lo aiutò gentilmente, lo portò su di sé, lo baciò ancora poi si affidò a lui.

Con estrema lentezza Kaede tirò via il lenzuolo dalle sue forme dorate.

Libero da ogni pensiero, libero dalle scuse eterne che doveva affastellare per poter amare quel ragazzo, scese sulla sua gola.

Stringendosi su di lui, strusciò insieme le loro pelli.

Mischiando gli odori.

Con una mano delicata risalì dal fianco al petto, lungo il costato e la giugulare.

 

 

“Voglio che il suo odore scompaia dalla tua pelle….”mormorò Kaede fra gli ansimi

 

 

E Hanamichi comprese.
E lo strinse a sé, con immenso affetto.
Non si lasciarono, mentre lui dai capelli di fuoco portava giù una mano.

 

E con gentile forza la usa per stringere il tuo sesso, Kaede.
Sorpreso, incredulo lo guardi.

Nonostante tutto, non ti aveva mai toccato così.

Lo osservi e lui diventa una macchia rossa ed imbarazzata proprio sotto i tuoi occhi.

 

Alzando un angolo di bocca sbuffi divertito.

 

“Hana…..”

 

Ma lui, testardo, come solo tu sai quanto, non lascia la tua pelle tesa e la accarezza, con il palmo e le dita.
Dalla punta bagnata alla radice solida.
Esplorando con curioso pudore ciò che solo il suo alvo ha potuto così profondamente saggiare.

Arrossendo ancora di più per ogni gemito che sa strapparti, ti conduce ben presto alla follia.
Non ha un ritmo, pensi che non lui sappia nemmeno cosa sia un ritmo.

Ti guarda e sorride e ti masturba.

 

E tu, Kaede, baciandolo con improvvisa foga ti spingi su quella mano.
Lui ti accoglie contro il palmo e ti  dà di più.
Con immenso trasporto lo abbracci, senti forte il suo corpo dolce. 

E lui, gemendo insieme a te per rendersi complice, per aiutarti, correndo questa corsa di passione al tuo fianco, anche senza provare le tue stesse forti emozioni, ti regala l’ orgasmo.

Mentre la sua mano si bagna del tuo frutto di piacere.

 

Passano pochi secondi, lo senti ritirare la mano ed apri gli occhi.

Lui si sta osservando le dita.

Ammira quel liquido denso che cola dalle sue falangi.

 

E poi guarda te, che guardi lui.
Arrossisce ancora, su quel cuscino morbido contro il quale è appoggiato.

Ma sa che non lo sgriderai.

 

Prende la propria mano e se la passa sul corpo.

Sì, dalla gola allo sterno, fino all’ inguine, per morire sulla radice delle cosce, dopo aver sporcato con quel seme anche il proprio pene.

 

E nonostante prima ti sia sembrato così adulto e diverso, in quei discorsi pensati e profondi, sai che è rimasto lo stesso ragazzo timido e dolce che tremava e cercava di opporre resistenza al compimento di quel primo rapporto che due mesi e mezzo fa avevi desiderato.

 

E’ ancora Hanamichi.

L’ Hanamichi di quel 'noi', ripreso dal cestino, spolverato un po’, stirato e riaggiustato.

 

Riprendendo fiato, chiedi perché.

 

“Adesso è solo tuo l’ odore che ho addosso, mi sono lavato nel tuo profumo…”

 

E cerchi di resistere alla sua spontanea dolcezza, ma lui sa imbronciarsi.
Vorrebbe un sorriso.

 

E sei incerto ed il tempo passa ed il tuo impulso a piegare le labbra si riassopisce.
Ma non ti impedisci di accarezzarlo per l’amore che sa dimostrarti.

Dal viso ai capelli, passando per la guancia, facendogli chiudere gli occhi ed aprire le labbra in un sospiro soddisfatto.

 

E adesso lo desideri.

Vuoi spazio fra le sue gambe, nel suo corpo.

 

Vuoi possederlo lentamente sul letto di Sendoh.
E con piacevolezza lo prepari.
Lo vedi tendersi, arcuarsi.

 

“Farò molto piano….”

 

“Brava volpina…”

 

“Ma prometti…nessun altro …mai, dovrà sapere quanto sei delicato dentro…a dispetto di tutto quello che possono immaginare adesso….solo io dovrò sapere che sei fragile...solo io....e quanto gridi e quanto sei stanco dopo e tutto il resto....io, io e basta.........”

 

 

“Te lo giuro”

 

 

E continui a fissarlo negli occhi.
E giunge infine il momento.

 

Con tutta la calma di questo mondo, stringi i suoi fianchi e lui ubbidientemente ti viene incontro.
Cerca i posti perfetti sul tuo corpo dove incastrarsi per non lasciarti mai.

 

Candidamente affronta la tempesta nei tuoi occhi.
La traversa sulla nave dei suoi profondi sentimenti, gettando un’ancora di indistruttibile acciaio nel tuo cuore.

 

E tu poggi la punta morbida e umida sulla sua apertura rilassata e pronta.
Ti si stringe contro, con tutte le sue forze, in un mugolio forte che ti riempie di brividi.

Stai per prenderlo, ma i suoi occhi sanno fermarti.

 

 

 

“Me lo sai fare un sorriso, adesso?”chiede inclinando di lato la testa rossa

 

 

 

Sì, adesso, nel momento in  cui firmi il contratto del vostro amore.
Nel momento in cui lui ti offre il suo perdono.

Bada, te lo offre e basta.

Sarai tu doverlo cercare.
Nelle pieghe del suo corpo.

Spingendo a fondo.

Bruciando le incomprensioni.

 

Adesso, Kaede.
So che lo vuoi.

Ascoltati.

 

Bacialo, sorridi ed entra nel suo corpo, tuo Purgatorio in attesa che l’ orgasmo ti conceda l’ assoluzione che cercavi.

 

Improvvisamente capisci che lui ti ha insegnato tutto.

Che gli devi la perfezione.

Ed è un debito grosso, Kaede.

 

Dovrai ripagarlo per molto, molto tempo.

Ma pensi proprio che saranno piccole, piccole rate.

 

E consegni la prima.

 

Sorridi, scendendo a vezzeggiarlo con le labbra sulle labbra, ed estasiato, Hanamichi ti osserva mentre lo penetri.
Non chiude gli occhi neanche per godere di quel primo attrito.

Perso nel tuo sorriso sereno compie un arco ed un piccolo, ma forte ‘Oh’ esce dalle sue labbra.

 

Ridi e ti chiedi cosa voglia dire il suo ‘Oh’ ogni volta che inizi a possederlo.

Non lo capirai mai questo suo modo d' amare.
Perché ce ne sono tanti, lo hai capito, di modi di amare, e tu conserverai il tuo e lui continuerà così.

 

Legato dall’ istinto e dal piacere lotti contro di lui nel gioco eterno dell’amplesso d’ amore.

 

Spingi e cerchi il tuo perdono che poi sarebbe il suo.

Trovi il suo cuore e lo prendi per te, mettendolo via, sempre in quel cassetto dentro la tua testa, accanto alla palla arancione.

 

Lui ti bacia innumerevoli volte, leggerissimo ed impaziente dell’ apice.
Lo tieni fra le braccia e sai che lo stai amando.

 

Ed è tutto quello che, semplicemente, vuoi.

 

 

 

Vieni nel suo corpo, riempiendolo a fondo del tuo essere.

E lui, la testa sprofondata in quel cuscino bianco, ti fissa, gli occhi spalancati di piacere.

"Nnnnh.....Kae..de.."

Tu sorridi ancora e lentamente esci.

 

Un filo di seme vi unisce ancora.

 

 

 

 

Fra i respiri incerti, un pensiero ti attraversa.
E’ straordinario ciò che lui ha accettato di condividere ancora con te.
Pensi a tutto quello che è successo, che poteva succedere, che non sarebbe dovuto succedere.

 

E lo baci, sofficemente.
Sulla bocca gonfia.
Poco sotto le guance in fiamme.

 

 

“La sai fare bene la pace, tsk, sai fare un po' tutto bene……..sei un bravo do'hao”

 

 

Hanamichi sorride.
Ti stringe ancora più forte e chiudendo gli occhi mormora.

 

 

“Si dice Tensai…”

 

 

 

E ridete.

 

 

 

Con una mano, lui ti stringe la manica di felpina leggera.
Uscite uno accanto all’altro.
Chiudendovi quella porta alle spalle.

 

Andate via.

Un sole ed un orizzonte, verso la notte che lenta scende fra le mortali stelle.

 

 

 

 

 

 

Quella sera tardi, Akira maledì il cigolare rumoroso del cancelletto.
I suoi passi risuonarono sordi sul vialetto erboso.
La canna dell’acqua del laghetto ebbe tempo di battere quattro volte.
Trovata quella dannata chiave, Akira entrò.

Stancamente salì le scale, mentre un rumore strano rompeva totalmente il silenzio.
Con una punta di curiosità, Akira si affacciò nel bagno.

Nella piccola anticamera la lavatrice girava, mescolando in un vortice turbinoso cotone bianco e acqua calda.

 

 

Fu allora che Sendoh sorrise, veramente.

 

 

Rientrò nella sua stanza.
Guardò il letto, alcuni secondi.

Senza sforzo immaginò due corpi uniti.

Come se li vedesse.

 

Si spogliò.

E sospirando si lasciò cadere al centro del letto.

Rise, verso l’oscurità degli angoli.
Era felice, felice per loro, felicissimo.

Il sorriso rimase sul suo volto volitivo, rilassandolo.

 

 

 

“Stanotte sarà impossibile fare sogni casti”confessò alla notte scura

 

 

 

E girandosi prese il suo cuscino.
Lo abbracciò, quasi con tutto il corpo, come fosse una persona.

 

 

 

“Mmmh…..Hiro-kun…”

 

 

 

 

 

 

 

 Fine

 

 

 

 

 

 *Nelle fiabe (Fratelli Grimm, Anderson ecc..) ricorre spesso la leggenda secondo la quale gli gnomi, avidi per natura, hanno l'abitudine di accumulare segretamente tesori preziosissimi e di conservarli gelosamente in una pentola ai piedi dell'arcobaleno senza mai goderseli.

Chiedo perdono per la volgarità, in alcuni punti, del linguaggio usato.

 

 

 

Dedica:

A Ria.

Per te, cara, un' altra storia...domestica...
...Dio mio, è già passato un anno da quando ho festeggiato con te il mio primo Ria's Day...^^
Vedrai, riusciremo ad incontrarci...^^
Se non a Prato o a 'Frontierland' sicuramente a metà strada...
Un bacione e tantissimi auguri, puccetta.

 

Mel
 

 PS Mille ringraziamenti anche a Violet per la sua ..complicità ^__=!!!E ad Hymeko, che si è fatta in quattro ad avvertire tutte....


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