Il secondo
anno
parte IX -
Addomesticarsi
di Anna
***Kaede Rukawa***
Arrivati davanti a casa mia, Hanamichi ferma la moto e spegne il motore,
mentre io smonto di malavoglia dal “bolide” a due ruote del (alle tante)
mio ragazzo.
Mi tolgo il casco che mi ha prestato e glielo porgo e lui si solleva la
visiera e mi sorride dolcemente.
- Perché non ti levi quel dannato coso dalla testa e non entri a bere un
tea? – gli propongo, indicando con un cenno la porta della mia villetta.
A essere sincero non ho voglia di rovinarmi la giornata ritornando in una
casa fredda da solo, ma ho voglia di restare ancora un po’ con il mio
compagno.
- Sempre gentile, vero? – sbuffa lui, alzando gli occhi al cielo.
Sorrido di nascosto, mentre lui si leva il suo “copricapo” e smonta con
grazia dal suo preziosissimo veicolo.
Sta per tirar fuori le chiavi, ma poi si gira verso di me e mi guarda con
uno sguardo preoccupato.
E ora che c’è?
Ti prego non dirmi che hai un altro impegno!!!
- E dovrei lasciare la mia adorata moto al freddo? – pigola, facendo
passare lo sguardo da me alla motocicletta.
Mi verrebbe da ridere, se non fossi così assolutamente me stesso… Si è mai
visto un gigante di due metri che si preoccupa di non lasciare al freddo
un ammasso di ferraglia? Se mi sentisse definire così la sua preziosissima
dueruote probabilmente non me la caverei con una testata!
- Portala in garage… - gli concedo, aspettandomi quasi che mi risponda
quasi di portarla in salotto insieme a noi!
- C’e il riscaldamento? – mi chiede, aggrottando le sopracciglia.
- Do’aho! – sbuffo, avviandomi verso il cancelletto per aprirlo, ma
soprattutto per non scoppiare in una risata liberatoria di fronte alla sua
espressione.
- Baka kitsune! – mi grida dietro, mentre mi raggiunge, portando con sé il
suo bolide.
Questo ragazzo è nato pazzo, non ce ne sono di storie! Oppure questi sono
gli effetti collaterali di tutte le testate che ha distribuito a destra e
a manca negli ultimi anni!
- Poverina, speriamo non le si congelino i pneumatici… - commenta dopo
aver portato la suddetta ottava meraviglia del mondo nel mio box, mentre
la porta automatica si abbassa per garantirgli che nessuno la ruberà,
chinandosi addirittura a darle un bacio riverente sul contachilometri.
- E che non le si appannino i fari… Potremmo portarle una copertina! - gli
faccio il verso io, allontanandomi prima che lui capisca l’implicita
ironia delle mie parole. Infatti, passato un breve momento di riflessione,
lui solleva lo sguardo su di me e mi fissa a metà fra l’offeso e il
piccato, minacciando tempesta con il fuoco che arde nelle sue iridi
meravigliose. Arrivo alla porta che comunica con le scale che portano
all’atrio di casa mia e con un movimento fulmineo la apro e salgo
velocemente i gradini, inseguito dalla mia furia personale.
Arrivato in cima, vengo tradito dalla serratura alleata dell’animale alle
mie spalle: non si apre!!
Mi volto giusto in tempo, prima di venire schiacciato contro il muro dal
corpo del mio koi, ansante per il breve inseguimento. Hana mi afferra i
polsi, premendoli contro il legno della porta e si preme contro di me,
appoggiando la fronte alla mia.
- Ti sei fatto del Tensai… - sussurra molto sensualmente, troppo vicino
alle mie labbra.
Anche se non c’è illuminazione, sono quasi certo che i suoi occhi siano
pieni di malizia… E, tutto sommato, questa situazione non è affatto niente
male.
- Do’aho… - mormoro, lasciandomi scappare un sorrisetto al buio.
- Baka kitsune… - mi fa eco la sua voce, con tono basso.
Ogni mia possibile risposta viene bloccata sul nascere dalle sue labbra
che si avvicinano fino a sfiorare le mie, iniziando una serie di carezze
irresistibili che culminano in un bacio appassionato.
Il mio rossino mi libera i polsi per stringermi le braccia attorno alla
vita e io in un attimo gli cingo il collo, preferendo appoggiarmi contro
il suo calore, invece che rimanermene imprigionato contro il legno.
Le sue mani vagano per la mia schiena, scendendo poi sul sedere e
diventando audaci nello spingermi ancora di più contro di lui, senza
alcuna resistenza da parte mia… Anzi, con mia somma gioia!
Quando dobbiamo interrompere il bacio, Sakuragi non allenta minimamente la
presa, ma lascia scorrere le labbra umide dalle mie labbra alla mandibola,
fino al collo… Reclino leggermente la testa da un lato per offrirgli più
pelle possibile, e lui non ne tralascia nemmeno un centimetro…
Sarò anche un’algida volpe, ma ora mi sento solo fuoco vivo!
Accarezzo lievemente i capelli sulla sua nuca e lui si lascia sfuggire un
gemito di approvazione, prima di tornare a divorare la mia bocca, mentre
le mie mani scendono per insinuarsi sotto la sua maglietta.
- Volevo baciarti da quando abbiamo finito di cantare… - soffia nel mio
orecchio, prima di mordicchiarmi il lobo e farmi andare fuori di testa.
Mi sto eccitando…
Ma anche lui è nelle mie stesse condizioni…
E le sue mani continuano la loro piacevolissima carezza sui miei glutei…
- Hana… - mormoro, tentando di ricordare che siamo in piedi contro una
porta al buio delle scale di uno scantinato.
Non posso e non voglio venire insieme a lui in un posto così, soprattutto
non quando è la nostra prima volta da coppia ufficiale! Voglio che questa
volta possiamo stare insieme con la dolcezza che la passione della prima
volta ha cancellato…
- Baka kitsune… Non è il momento di riacquistare la parola! – sbotta lui,
dedicandosi di nuovo alla mia povera gola indifesa.
Dolce tortura!
- Do’aho! – lo rimbrotto, ma il mio tono sembra più eccitato che
perentorio pure al sottoscritto.
- Che vuoi? – sbuffa lui, staccandosi di botto da me e facendomi cambiare
immediatamente idea sul fatto del letto.
Beh, per lo meno sono riuscito nel mio intento di riacquistare un minimo
di autocontrollo!
- Andare in casa… - replico serafico, sfiorando di nuovo le sue labbra con
le mie.
- Si può fare… - ribatte lui con sufficienza, sfiorando però teneramente
il mio naso con il suo.
- Grazie del consenso! – sbuffo, fingendo di offendermi e voltandomi per
tentare di aprire la porta traditrice.
- Volpetta permalosa… - bisbiglia Hana, prima di decidere che il metodo
migliore per farmi desistere dal mio tenere il muso è riprendere con le
sue carezze sul mio fortunatissimo fondoschiena.
- Hn… - mugugno, mentre mi sforzo di non voltarmi e ricambiargli il
favore, tentando di sbloccare questa cavolo di serratura.
- Ede… Non credi che se invece di tirare tu provassi a spingere, magari si
aprirebbe? – mi fa presente il mio (odiosissimo) ragazzo in tono beffardo,
allungando una mano e dimostrandomi con i fatti che la sua vicinanza è
contagiosa per l’idiozia…
***Hanamichi Sakuragi***
Mi mordo un labbro per non ridere quando la porta si apre facilmente di
fronte ai nostri occhi.
Rukawa si volta verso di me e, proprio nel momento in cui io scoppio a
ridere, si scosta da me per oltrepassare la soglia e sbattermi la porta in
faccia, sbuffando un do’aho.
Senza riuscire a smettere di ridere, riabbasso la maniglia e, non appena
entro in casa, mi rendo conto che la mia volpe si è mollemente appoggiata
al muro di fronte con le braccia conserte al petto e mi sta fissando con
un lampo di sfida negli occhi e ha anche accesso la luce.
- Credevo che volessi rimanere lì per tutta la notte… - mi provoca, prima
di staccarsi con lentezza dalla parete e andarsene nell’altra stanza,
credendo probabilmente di passarla liscia.
- Beh, la temperatura artica c’era… - butto lì, mentre chiudo la porta e
gli vado dietro.
- Tea? – domanda Ru, senza raccogliere la sottile insinuazione che la
mitica voce del tensai ha portato alle sue orecchiette volpine.
- No… Te! – rispondo, allungando le braccia per attirarlo verso di me, ma
abbracciando solo il vuoto: il malefico animale, agile come un gatto, ha
fatto un passo indietro e non mi ha permesso di afferrarlo!
- Non sono sulla lista del bar… - mi fa notare, prima di voltarsi e
chinarsi innocentemente per prendere la teiera in uno degli sportelli più
in basso della cucina.
Grazie, madre natura, per il magnifico spettacolo che offri ai miei poveri
occhietti allupati!
Una visione celestiale!
Anche se non può assolutamente competere con il suo sorriso!
Kaede ritorna in posizione eretta e si allunga per prendere il barattolo
del tea in uno dei ripiani superiori: il mio angelo custode deve volermi
un gran bene, viste le meraviglie che mi permette di ammirare!
Tuttavia, da Genio quale sono, non posso trattenermi dal tirare un ultima,
ma sicuramente efficacissima, frecciatina al mio compagno: - E Sendoh è
presente? – domando con noncuranza, scostando una sedia dal tavolo e
sedendomi comodamente con i gomiti appoggiati alla tavola e il mento
sostenuto dalle mani.
- Un momento che controllo… - replica soave il mio amore. Poi, prima che
io possa fare qualsiasi cosa per fermarlo, si gira e mi svuota in testa
una caraffa di acqua gelata…
Rimando seduto, gocciolante e allibito, senza aver modo di comprendere
fino in fondo cosa è appena accaduto. Sono attonito…
Mi alzo furente dalla sedia, deciso a vendicarmi, ma mi ritrovo di fronte
una volpaccia infida con in mano un’altra caraffa piena pronta per essere
versata sul povero Sakuragi…
…ma io lo spello vivo!!!
- Che intenzioni hai, baka kitsune? – gli urlo in faccia, non propriamente
felice per il trattamento ricevuto.
Uno non può abbassare la guardia che subito questo ghiacciolo mette in
atto stupidi scherzi ai miei danni!
Non ci si comporta così con il proprio ragazzo, proprio no!
Tanto meno se il ragazzo in questione è uno splendido Tensai!
- Rinfrescarti le idee, do’aho! – ribatte lui, mentre finalmente noto nei
suoi occhi una luce pericolosa.
Hey, va bene che l’ho provocato io, ma questa reazione mi sembra
abbastanza eccessiva!
- Allora bastava che mi toccassi! – sindaco io, ricevendo in premio
un’altra doccia fredda e un pugno sul braccio.
- Non ti sei congelato… - commenta con tranquillità, mentre io mi asciugo
in malo modo gli occhi con la mano.
Qui si sta esagerando!
- Stupida volpaccia, smettila! – gli ordino, pensando seriamente di farmi
uno scendiletto di pelliccia di volpe.
- Hai iniziato tu… - mi fa presente lui, sfoggiando un sorriso innocente
che ha il potere di incantarmi e placarmi all’istante.
Divino… Non lo posso definire in nessun’altra maniera…
Anzi, forse un altro aggettivo c’è: perfetto…
Ede si accorge del mio improvviso impietrimento e mette da parte anche lui
i propositi bellici.
- Ti sei incantato? – mi domanda dopo un attimo, sventolando una mano
davanti ai miei occhi.
Sì, sono preda di un incantesimo che mi ha lanciato il più subdolo dei
maghi: sono completamente innamorato di te!
Non parlo, ma allungo una mano per accarezzargli delicatamente una gota e
la kitsune questa volta si ritrae, ma si lascia sfiorare dalle mie dita.
Quanto sei bello, Kaede!
- Do’aho… Vatti a cambiare di sopra! – mi ordina dopo un paio di minuti in
cui siamo rimasti perfettamente immobili, l’uno perso nello sguardo
dell’altro.
Memore della tenerezza appena provata, evito di sbraitargli contro di non
pensare che io esegua i suoi comandi, ma mi limito a puntualizzare un
piccolo irrisorio particolare: - E dove vado se non conosco casa tua? –
Lui mi fissa per un attimo, poi mi afferra per mano e mi fa strada su
dalle scale, fino a una camera arredata all’occidentale come la mia con un
gran letto matrimoniale e le pareti letteralmente tappezzate di poster di
giocatori dell’NBA. In un angolo è montato pure un piccolo canestro, ai
cui piedi giace la palla personale della mia volpe, quella che ha usato
per insegnarmi i tiri da tre…
- Mettiti questi… - dice il padrone di casa, riemergendo dalle ante del
suo armadio. Solo ora mi accorgo che all’interno di quella destra è
incollata la foto apparsa su una rivista del mio fenomenale slam dunk
contro lo Shoyo.
Sorrido ma evito di fare commenti: se conosco abbastanza bene il mio
volpino, qualsiasi cosa dicessi si imbarazzerebbe e finirebbe per farmi
passare la felicità di sapere che lui ha un ritaglio di giornale che
ritrae una delle mie imprese… Se non ricordo male, quella è stata la prima
volta che Mr Ice mi ha fatto un complimento.
Il mio proposito di far passare sotto silenzio il fatto di averla notata
si infrange contro le parole del mio koi: - Quella è stata proprio una
bella azione… - sussurra al mio orecchio e io capisco per certo che se
n’era accorto benissimo!
- Hn… - mugugno imitandolo, non volendo rovinare la gioia perfetta che
provo ora con qualche bisticcio futile.
- Ti aspetto di sotto! – mi comunica Ede, uscendo dalla stanza e tornando
in cucina, probabilmente a preparare veramente il tea.
Mi spoglio, appoggiando la maglietta bagnata e i calzoncini alla sedia
libera alla sua scrivania, soffermandomi ad osservare il ripiano
completamente libero del tavolo se non per una foto che ritrae un bambino
di circa tre anni con quelli che evidentemente sono i suoi genitori. Non
volendo ficcare il naso in quella che è la vita privata del mio ragazzo,
mi costringo a non afferrarla e mi vesto con la maglietta e i pantaloni di
una tuta che mi aveva porto prima: se gli va, me la mostrerà lui! Non c’è
motivo che io inizi a fargli domande ora, soprattutto visto quello che mi
ha rivelato quando è venuto a casa mia…
No, non voglio che questa magnifica giornata venga rovinata da pensieri
tristi!
Quando torno di sotto, trovo Ru seduto sul divano del salotto con una
teiera fumante e due tazzine appoggiate al tavolo di fronte a sé.
La tv è accesa su un canale di musica, ma purtroppo il Tensai è costretto
ad ammettere che non conosce la canzone che stanno trasmettendo né ha la
minima idea di chi sia la ragazzina megatruccata che sta sbraitando parole
incomprensibili nel microfono.
Il mio amore si accorge della mia presenza e mi fa cenno con la sua
graziosa testolina di andare a sedermi sul divano accanto lui, e il
sottoscritto non si fa certo pregare!
Non appena mi sono accomodato al suo fianco, la mia kitsune dal cuore
tenero mi cinge la vita con le braccia e strofina il naso contro il mio
collo, strappandomi un sorriso.
- Ti adoro Kaede, lo sai? – gli confesso, abbracciandolo a mia volta e
posandogli un bacio dolce tra i capelli.
Oh sì, ti adoro!
Ho trovato in te un tesoro che non pensavo potesse esistere sulla terra:
la serenità e la felicità completa!
- Aishiteru, Hanamichi! – risponde lui, dandomi un bacio sulla guancia.
- Sto addomesticando la volpe! – esulto scherzosamente io, accentuando la
mia stretta.
Ma Ede non è propriamente dello stesso parere, visto che alza quel suo
stupendo musetto per chiedermi scetticamente: - Che vuol dire che mi stai
addomesticando? –
Sto per partire con una sparata delle mie, ma mi mordo le labbra e decido
di dare una risposta ad effetto… Ora ti stupirò amore!
- Che sto “creando dei legami”… - ribatto.
***Kaede Rukawa***
Credo di non aver ben capito cosa passa per la testa della scimmia… Come
si permette di dire che mi sta addomesticando? Mica sono un gatto!
E crede di cavarsela rispondendomi che sta creando dei legami???
Anche due molecole di idrogeno si legano fra loro!
- “Creando dei legami”? – ripeto, sillabandolo bene in una chiarissima
richiesta di maggiori spiegazioni.
- Certo! – sindaca lui. – Tu, fino a poche ore fa, per me, non eri altro
che un ragazzo uguale a centomila ragazzi, forse un po’ più silenzioso. E
non avevo bisogno di te. E neppure tu avevi bisogno di me. Io non ero per
te che un Tensai come nessun altro, ma pur sempre un tensai di cui non
t’importava molto. Ma se io ti addomestico e tu addomestichi me, noi
avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me una volpe unica al mondo
e io sarò per te unico al mondo. –
Ah! Finalmente il suo farneticare ha un senso!
Beh, non credevo che anche una scimmia rossa con il carattere di un
uragano potesse conoscere un’opera francese meravigliosa come “Le petit
prince”…
Credo che sia il caso di dimostrargli che non è l’unico ragazzo colto
nella stanza!
- Comincio a capire, - ribatto. – C’è un do’aho… Credo che mi stia
addomesticando… -
- E’ possibile… - dice lui. – Capita di tutto ad avere a che fare con i
Geni! –
Non mi sembra che la volpe del libro dicesse proprio così…
Vabbeh, meglio non essere fiscali o altrimenti so già che cosa mi
risponderà il mio dolcissimo uragano privato: che la parte dell’animale
dovrei farla io e lui, come è giusto, dovrebbe fare il principe!
Meglio non dargli troppa corda!
- Oh! Non è un Genio! – lo correggo, mentre lui mi guarda con un
sorrisetto di sfida.
- Un Tensai? –
Certo che sei cocciuto, amore! Più che a un primate assomigli a un mulo!
- Un do’aho! – replico tranquillamente.
Lui sta per ribattere qualcosa sicuramente di megalomane, ma io lo
zittisco posandogli lievemente un dito sulle labbra.
- Il MIO do’aho! – puntualizzo, regalandogli un bacio a fior di labbra e
un sorriso.
Credo di essere stato sin troppo melenso, ma il suo sguardo felice mi
suggerisce che probabilmente ne è valsa la pena!
Devo ancora abituarmi a tutte queste romanticherie…
- La MIA kitsune! – sottolinea lui, restituendomi il favore.
Ho sempre pensato che mi avrebbe infastidito il pensiero che qualcuno
potesse dire che io gli appartenessi, anzi, ho sempre provato una sorta di
rigetto dopo gli strilli acuti delle mie fans, stile “il mio Rukawa”… Ma
ora sento un gran calore all’altezza del cuore e una gioia incontrollata…
E dev’essere questa momentanea follia che mi spinge a sorridere di nuovo
quando il mio (splendido) ragazzo si mette a recitare quelle che
dovrebbero essere, a rigor di logica, le mie battute: - La mia vita è
monotona. Io infastidisco i professori, e i teppisti infastidiscono me.
Tutti i professori si assomigliano e tutti i teppisti si assomigliano. E
io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come
illuminata. Conoscerò la sensazione di pugni che sarà diversa da tutte le
altre. Le altre risse mi faranno rispondere con violenza. Le nostre
litigate mi porteranno a riappacificarci nel più dolce dei modi… E amerò
il suono del tuo silenzio e la profondità dei tuoi occhi… Il candore della
tua pelle mi ammalierà e i tuoi baci mi renderanno tuo schiavo… -
Questa la definirei una libera interpretazione delle parole di
Saint-Exupery… Ma la versione di Sakuragi mi piace molto di più della
stesura originale!
Ecco perché mi lascio andare a mormorargli parole che, ne sono certo, non
direi mai a nessun altro: - Addomesticami, ti prego… -
Hanamichi mi accarezza dolcemente i capelli, poi mi sfiora la fronte in un
bacio carico di tenerezza, dopodiché fissa i suoi occhi nei miei: - Solo
se mi prometti di fare lo stesso… - replica.
Il suo sguardo è magnetico, mi comunica senza bisogno di parole l’amore
che questo terremoto ora quieto prova per me e mi fa battere più forte il
cuore.
Ne sono veramente sicuro: io non ci voglio andare in America, perché non
voglio dovermi separare da lui… E la cosa non mi ferisce, né mi lascia più
di stucco…
Credo che questo sia il momento più adatto per metterlo a parte di questi
miei pensieri: - La vuoi sapere una cosa? –
Lui annuisce con il capo, sorridendomi come per invitarmi a vuotare il
sacco.
Eh, lo so che è raro che sia io a prendere l’iniziativa per parlare!
Ma lui è il mio ragazzo, e lo rimarrà molto a lungo, indi credo che potrei
anche abituarmi a questa novità!
- Sai, non ci voglio più andare in America… - confesso, sperando vivamente
che il calore che sento sulle guance non voglia dire che sono arrossito.
Sono pur sempre Kaede Rukawa: non posso certo permettermi di diventare
bordeaux come una di quelle galline del mio fan club!
Non sono una scolaretta innamorata!
Almeno credo…
Gli occhi di Hanamichi si scuriscono e io non capisco: credevo che sarebbe
stato felice di sapere che per me lui è più importante del basket.
- Puoi ripetere? – mi domanda, scostandomi con la mano una ciocca di
capelli ribelli che è caduta a velare un poco i miei occhi.
- Non voglio andare negli USA. – ribadisco, cercando di trasmettere con la
voce la serietà della mia affermazione.
Il do’aho però non reagisce come mi ero aspettato: invece che essere
contento sembra molto arrabbiato e a me sfugge il motivo implicito alla
sua furia.
Non mi sembra di aver detto nulla di offensivo, anzi!
- E questa da dove l’hai tirata fuori? – insiste, facendomi sedere sopra
le sue gambe e passandosi una mano nervosamente tra i capelli.
Cosa c’è che non va?
- Dal fatto che non voglio dovermi allontanare da te… Da quando sono morti
i miei genitori, mi sono rinchiuso in una prigione di ghiaccio e silenzio
e mi ci sei voluto tu per tirarmene fuori! Io non voglio star lontano da
te! – ammetto, avendo la certezza che la sdolcinatezza delle mie parole
hanno dato il ko definitivo alla mia insulina.
Dopo di questa, scimmia, non aspettarti carinerie per almeno una
settimana!
- Sei proprio una volpe stupida! – mi rimprovera come se fossi un bambino,
rilassandosi e riacquistando il suo sorriso.
- Hn? – mugugno, deciso a recuperare tutte le parole che ho usato stasera.
- Ede… Qual è sempre stato il tuo sogno più grande? – domanda, usando un
tono retorico che se usato da un altro mi farebbe andare su tutte le
furie. Ma, stranamente, lui sembra avere un strano ascendente su di me,
visto che non mi altero minimamente e gli rispondo sinceramente: - Battere
Michael Jordan! –
- E perché hai cambiato idea? – insiste, mentre io inizio a sentirmi
abbastanza deficiente.
- Perché voglio stare con te… - mormoro, sentendo di nuovo quel
fastidiosissimo calore al viso.
Tutto, ma non arrossire!
- E se andassi in America non sarebbe così? – continua imperterrito il mio
koi, tornando a sistemare i miei soliti capelli ribelli.
- No… - nego io.
E tra una palla da pallacanestro e te, io preferisco te!
Non mi sembra così complicato!
- E perché pensi che una cosa escluda l’altra? – conclude infine il mio
improvvisato psicanalista, con un sorriso dolce.
Ci penso un attimo e mi rendo conto che, in effetti, Hana ora è il mio
ragazzo e non più solo un miraggio… Quando ci ho riflettuto, ero convinto
che potergli rimanere accanto fosse il massimo che potessi chiedere alla
vita, indi era escluso che potessi prendere e andarmene negli Stati Uniti.
Ma adesso io e lui siamo una coppia…
Forse ho capito dove vuoi arrivare…
- Perché sei un do’aho! – ribatto, smentendo però il tono provocatorio con
un sorriso felice.
- Un Tensai, prego! Finiti gli anni allo Shohoku diventerò “The Genius”! –
annuncia trionfalmente, graziandomi però con l’evitare di assumere la
smorfia da sbruffone che lo contraddistingue.
- “The idiot”… - lo correggo io, passando le mani fra la sua capigliatura
rosso fuoco.
- “The Great Basketman!” – ribadisce, sempre più megalomane, scoppiando in
una risata divertita in seguito al mio sbuffo esasperato.
Lo cambierà proprio mai questo atteggiamento da spaccone?
Ma in fondo, credo che sia giusto così: lui è il casinaro e io la volpe
silenziosa, altrimenti non saremmo nemmeno più Kaede e Hanamichi!
- Questo significa che andremo negli USA insieme? – domando, più che altro
per trovare una conferma certa alle mie supposizioni.
- Correct, stupid fox! – annuisce il mio do’aho, probabilmente già con la
mente a Los Angeles o in una qualsiasi altra città al di là dell’oceano.
- Speak our language, honey… - gli consiglio, prima di baciarlo e
appoggiarmi mollemente contro di lui.
- Andiamo di sopra? – mormora al mio orecchio, mentre le sue mani iniziano
a vagare sotto la mia maglietta.
- Hn… - acconsento, alzandomi di malavoglia dalle sue gambe e porgendogli
la mano.
Lui si alza e fa una cosa inaspettata: mi solleva tra le braccia e inizia
a salire le scale con me in braccio.
- Do’aho… - ridacchio, sentendomi un po’ ridicolo, ma anche tanto felice.
Credo proprio che il tea potrà anche aspettare…
***Hanamichi Sakuragi***
Il suono del mio cellulare mi avverte che è arrivato un messaggio.
Apro svogliatamente gli occhi, girandomi verso il mio comodino per
controllare l’ora, ma tutto ciò che mi trovo di fronte è una marea di neri
fili di seta.
Rimango un attimo basito, poi mi scappa un sorriso divertito: sono un do’aho!
Ma appena svegli non si può pretendere di rammentare subito che ieri sera
non son rientrato, visto che la passione improvvisa di una volpetta
lussuriosa mi ha inchiodato a questo letto… E alla fine ero troppo stanco
per alzarmi e tornarmene a casa, anche se a essere sincero più che le
forze mi mancava la volontà di lasciare il nido caldo del letto di Ede…
Abbasso lo sguardo e rimango incantato per un attimo dal viso addormentato
del mio koi: celestiale!
Proprio non riesco a non rimanere affascinato da lui ogni volta che lo
osservo!
- Aishiteru… - mormoro, accomodandomi meglio ma facendo attenzione a non
svegliare il mio ragazzo che, a quanto pare, non ha trovato un cuscino
migliore della spalla del Tensai!
Rukawa sospira leggermente e si accoccola ancora di più contro di me, con
mia somma gioia.
E’ bellissimo averlo accanto così arrendevole, quando ho la certezza che
come aprirà gli occhi ci dovrò combattere per farmi dar ragione anche
sulla minima cosa!
Ma se non fosse così, non sarebbe la mia stupidissima e affascinantissima
volpe!
Le mie labbra si allargano nel ghigno del Tensai: se potessi andare in
giro a proclamare al vento che lui è mio, mio e di nessun altro,
probabilmente lui me lo impedirebbe imabavagliandomi e legandomi a una
sedia.
Hn… Non è male l’idea di essere legato a una sedia da lui…
Hentai! Ma tu guarda che pensieri vado a fare già di prima mattina!
Se oggi non ci presentiamo agli allenamenti, probabilmente Ryo-chan avrà
una crisi isterica, ma nonostante tutto credo che convincerò il mio
volpino a rimanere sotto le lenzuola almeno fino a mezzogiorno! E così,
oltre che a divertirmi, otterrei anche l’ottimo risultato di non esporre
la mia kitsune agli sguardi allupati di tutte le sue fan!
E poi eviterei anche il professore di inglese!
D’altra parte, però, la prospettiva di poter ammirare Ede che ronfa sul
suo banco per quattro, cinque ore filate e poi poterci andare a rifugiare
in terrazza per qualche coccola mi attira come un chiodo con una calamita!
Beh, ma così mi toccherebbe dover fuggire la mia armata!
Uffa, com’è complicato il risveglio di un genio!
Poso di nuovo lo sguardo sul mio amore addormentato e sorrido di fronte
alla tenerezza del vederlo grattarsi il naso con una mano: cucciolo!
Nemmeno i neonati dormono così tanto!
Con una mano, accarezzo lentamente i capelli della mia volpe, che di
contro mugugna qualcosa nel sonno.
Quanto mi piacerebbe sapere cosa ha sognato!
Io non ho sognato nulla, oppure non lo ricordo, anche perché sono
fermamente convinto di vivere dentro un sogno bellissimo da cui non vorrei
mai svegliarmi: sto così bene che il pensare che fuori di qui ci sia
qualcos’altro mi sembra un insulto alla mia gioia!
Ancora una volta ripenso a ieri sera e ancora una volta mi convinco che,
nonostante la sua facciata di freddezza, il mio compagno mi ami veramente
tanto se era pronto a rinunciare all’America per rimanere accanto a me!
Scosto con dolcezza i capelli dalla sua fronte, poi lascio scivolare un
dito dalla fronte, al naso, fino alle labbra di Ru... Ma qui mi aspetta
una sorpresa: questo furbacchione non stava dormendo, visto che prima che
possa passare al suo mento, blocca tra i denti il mio povero ditino,
allungando la lingua a stuzzicare il polpastrello.
Sorrido divertito, anche se in me si insinua il dubbio che possa essere
ancora tra le braccia di Morfeo e questo sia solo un riflesso… Ma la mia
idea si dilegua, non appena le sue palpebre si sollevano per rivelare uno
sguardo malizioso.
- Da quanto sei sveglio? – mi arrischio a domandare, approfittando del
fatto che non rischi più di svegliarlo per abbracciarlo meglio e posargli
un bacio sulla fronte.
E’ strano come, nonostante la sua forza, io mi senta come in dovere di
proteggerlo… Non so da cosa, forse dal dolore o forse dal disprezzo delle
altre persone che non capirebbero come lui possa amare me, ma comunque ho
paura che ci sia qualcosa che possa fargli del male…
- Da quando il cellulare di un do’aho smemorato è suonato… - risponde,
indi per cui significa che ci siamo svegliati insieme. Invece che esserne
infastidito, sono contento che ci siamo svegliati nello stesso momento, ma
soprattutto mi fa piacere essermi svegliato senza l’urgenza di correre a
scuola che avevamo l’altra volta!
- E naturalmente ti costava troppo palesarlo, vero? – lo provoco,
accarezzandogli con riverenza la schiena.
- Eri comodo… - ribatte, probabilmente con l’intenzione di iniziare la
giornata con una bella rissa!
- Ah sì? – ironizzo io, movendo le gambe per intrecciarle con le sue.
- Hn… - mugugna lui.
Rimaniamo sdraiati a godere della vicinanza reciproca per qualche minuto,
poi un dubbio mi attraversa la mente: - Ede, dobbiamo proprio alzarci e
andare a scuola, stamattina? – chiedo in tono piagnucoloso, tentando di
commuoverlo con tutte le mie forze.
- No, credo che si possa rimanere a letto! – concede il mio volpino,
stupendomi non poco.
- Dai, ti prego! Ti preeeee… Cosa hai detto? –
Non credo di aver ben capito: com’è che Mr Basket decide di saltare gli
allenamenti.
- Ne sei sicuro? – verifico, sicuro di aver capito male.
O io non sento bene, oppure lui è troppo addormentato per rendersi conto
di che cosa sta dicendo!
- Sì… - conferma lui.
Com’è che il suo sorrisetto divertito mi mette in guardia che c’è qualcosa
che non va?
- Cosa mi sono perso? – domando, facendogli sollevare delicatamente il
viso per fissarlo negli occhi.
- Hana… La scuola oggi è chiusa! – mi informa, ridendo con lo sguardo.
Hey! Ha ragione!
Il preside ha “casualmente” trovato due ratti nel suo ufficio e ha indetto
un giorno di vacanza per disinfestare lo Shohoku dagli indesiderati
roditori!
Uffa, avrei dovuto liberarne una decina, così forse ci guadagnavo una
settimana!
Se me lo sono dimenticato i casi sono di nuovo due: o sono pazzo o sono
tanto felice da far passare in secondo piano tutto il resto!
- Smettila di divertirti alle mie spalle! – borbotto, mettendomi a ridere
e contraddicendo la mia minaccia.
E’ impossibile che io mi sia ridotto così… Sembro una di quelle ragazzine
innamorate che sbavano dietro a Ru e non capiscono più nulla quando lo
vedono!
- Chi era al telefono? – mi domanda la kitsune, appoggiandosi comodamente
al mio petto.
Bella domanda!
Di malavoglia, lo scosto da me e scappo fuori dalle lenzuola, prendendo il
cellulare dalla tasca dei miei pantaloncini.
Torno nel letto e, dopo aver sbloccato la tastiera, guardo chi è il
mittente: Porcospino hentai, che vuoi a quest’ora impropria del mattino??
Tralasciando che sono le undici, non lo sai che il tensai non deve essere
disturbato.
Leggo il messaggio e scoppio a ridere, suscitando la curiosità del mio
ragazzo.
Afferra il cellulare e legge anche lui l’sms: “Ciao Hana! Dì a Rukawa che
non si deve più preoccupare né di me né di Hisa, visto che se il mio koi
osa solo guardarti lo acceco! Ciao, piccioncini!”
- Due scemi al prezzo di uno… - commenta il mio ragazzo, appoggiando sul
comodino il mio povero telefono.
Poi, come ricordandosi di qualcosa che ha scordato, aggiunge: - Io non
perdono chi disturba il mio sonno! –
E prima che io possa dire o fare qualcosa, mi salta letteralmente addosso:
credo che lo sveglierò molto spesso…
**Owari**
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Bene, questa è la fine… Ho deciso di evitare il pezzo sulla festa
scolastica che avevo in cantiere perché altrimenti non vien fuori una
fanfiction, ma piuttosto un’altra Eneide!
I personaggi appartengono al grande Inoue-sensei.
Il parco divertimenti è una chiara trasposizione di Gardaland.
La canzone cantata dai due piccioncini è “La mia ragazza mena”, degli
Articolo 31.
Il libro citato in questo capitolo è “Il piccolo principe”, di Antoine de
Saint-Exupery, capitolo 21.
Un ringraziamento speciale va a Camilla, visto che come per ogni altra mia
fanfiction si è letta in anteprima i capitoli e mi ha “spronato” a
continuare la ff anche quando ero stanca e non ne avevo voglia. ^__^
Grazie a Nat80 (a proposito, posto anche la ff che ti avevo promesso! Una
SenHana intitolata “Odio le sveglie!”) per i commenti a ogni nuovo
capitolo e l’incoraggiamento.
Grazie a Usagi che ha continuato a insistere per leggere la fine.
Grazie a coloro che hanno letto i capitoli e mi hanno lasciato un
commento, ma anche grazie a coloro che hanno letto la storia e non han
lasciato commenti! ^__^
Progetti per il futuro: in arrivo l’ultimo capitolo di “Finnie”, cui farà
seguito altri piccoli pezzi per “Corso di Laurea in follia”… Pensavo anche
di fare una sorta di side-story in cui raccontare come vanno le cose fra
Mitsui e Aki, ma questo è subordinato a chi legge, nel senso che chiedo il
vostro parere! Fatemi sapere se vi va di leggere una cosa simile o no!
Se vi scoccia lasciare un commento, potete anche mandarmi una email per
farmi sapere se volete o meno il continuo: kitsune.no.baka@tiscali.it!
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Me: - Tutto è concluso, ormai… -
Ru: - ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ…. –
Hana: - ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ… -
Me: - Ma guardateli, che animali!
Beh, ciao a tutti! -
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