Il secondo anno

parte IV - Il weekend

di Anna


 

***Hanamichi Sakuragi***
Sono due giorni che non vedo Rukawa…
Dal momento che non ero nelle condizioni di allenarmi e che della scuola m’importa ben poco, ho deciso che prendermi un paio di giorni di vacanza non mi avrebbe fatto molto male! Peccato però che non abbia pensato di avvisare i miei compagni e indi penso proprio che, non appena mi vedranno, mi toccherà subire un linciaggio, nella più rosea delle ipotesi! Già, perché nonostante tutto si saranno preoccupati… Chi più, chi meno!
Mito è passato ieri pomeriggio a trovarmi: nemmeno lui era molto contento del mio essere sparito senza dare notizie! Mi ha raccontato di come le cose vanno avanti con la stessa monotonia, anche se non riesce a capire come mai Mitsui si stia comportando in un modo strano che non ha saputo definire. Chissà perché, credo di conoscere bene il motivo del suo atteggiamento anomalo! Ryota continua a borbottare imprecazioni contro la mia irresponsabilità, Ayako si era preoccupata che potesse essermi successo qualcosa, Anzai-sensei rideva e diceva che tutto era a posto, Rukawa invece si limita ad allenarsi per i fatti suoi ed è diventato ancora più isolato e individualista del solito, senza il sottoscritto a ricordargli perennemente che gioca in un team! Kitsune no baka!
Quando stava andando via, Yohei mi ha consigliato di portare a scuola un borsone vuoto lunedì, in modo da poter svuotare il mio armadietto… Dice che da quando si è sparsa la voce che non m’interessa più l’Akagi, una marea di ragazze sono venute a cercarmi e a portare delle lettere che tuttavia non sono riuscite ad infilare nel mio armadietto ormai troppo pieno, quelle stesse buste che ora giacciono sparse sul tavolo di fronte a me! Quel simpaticone del mio migliore amico ha ben pensato di prendersi l’incarico di raccogliere e farmi avere le missive di tutte le povere fanciulle disperate che non sapevano come fare! Ma non solo, è stato anche tanto carino da prendere e recapitarmi tutte le scartoffie che avevo lasciato nel sottobanco!
Mi alzo dal divano e vado a prendere una vecchia scatola per scarpe e infilo questa montagna di cartaccia al suo interno: non mi va di lasciarla in giro e che ora non ho proprio il tempo di mettermi tranquillo a leggere, devo prepararmi per uscire!
Apro l’armadio e prendo un paio di pantaloni neri con una maglietta dello stesso colore, cui abbino anche una camicia di raso lilla da tenere aperta a mo’ di giacca… Mi spoglio dei pantaloncini che porto in casa e mi rivesto lentamente, prima di mettermi anche un paio di scarpe da ginnastica e andare a pettinarmi: tengo ancora i capelli cortissimi, come dopo la partita contro il Sannoh, perché sono più comodi nel giocare e perché penso che mi stiano meglio… Se dovessi giudicare dal cambiamento del mio rapporto con le ragazze, direi che ci ho azzeccato!
Esco di casa e vado a prendere la moto che tengo in garage, prendendo anche un secondo casco per quel pazzo sciagurato che tanto, sono sicuro, si rifiuterà di metterlo! Fisso per un attimo questo bellissimo mezzo di trasporto a due ruote: lo adoro talmente tanto che credo che lo guiderò anche dopo che avrò ottenuto la patente per le automobili, fino a quando non sarò tanto vecchio e decrepito da non riuscire più a portarlo!
Monto e parto, beandomi per un attimo della forza che esprime il motore mentre accelera. Spero di cuore che Akira non arrivi in ritardo, perché io ho una fame da lupo!!! Mentre sfreccio per le vie di Kanagawa, tento di convincermi che non sto facendo un errore ad uscire con Sendoh, nella speranza che lui mi aiuti a dimenticare l’algida kitsune… Continuo a ripetermi che è un bene, che io abbia un amico disposto ad aiutarmi, senza curarsi del fatto che probabilmente tutto questo gli farà più male che bene…
Ma chi voglio prendere in giro? Il porcospino è innamorato di me e io sto sfruttando questo fatto per i miei scopi personali! È un’azione non molto corretta, lo so, ma prima di accettare il suo invito ho messo in chiaro che sarei uscito con lui solo in qualità di amico, almeno per il momento…
Io spero di cuore di poter essere in grado di innamorarmi di te, un giorno, così da poter ricambiare il tuo amore…
Arrivo al luogo dell’appuntamento e mi guardo intorno per cercare una pettinatura conosciuta, ma, non scorgendola, intuisco che lui non è ancora arrivato… Ma perché mi stupisco? Lo so che sarà ancora davanti allo specchio a consumare quintali di gel! Penso che lui da solo consumi più gelatina di tutto il liceo Ryonan… Se dovesse venire a mancare il suo preziosissimo apporto, l’industria che produce quella cosa molliccia andrebbe in crisi!
Scendo dalla moto e mi levo il casco, poi mi appoggio alla mia bellissima vettura, sgranchendo il collo. Osservo le persone che passano, nella vaga speranza di notare dei capelli a punta che arrivano di corsa, insieme al loro proprietario, ma la mia ispezione non ha successo… Rassegnato a una lunga attesa, mi rilasso e mi stacco dalla moto, andando a sedermi su una panchina che le è subito accanto. Lascio vagare lo sguardo sulla marea di persone che affolla la via, ma dell’istrice ritardatario non c’è alcuna traccia…
Come un fulmine, un pensiero indesiderato colpisce la mia mente: ho voglia di vedere Rukawa… Di trovarmi davanti i suoi occhi blu e di poterlo osservare mentre gioca a pallacanestro… Ma tutto questo mi farebbe solamente star peggio! Ho deciso di dirgli addio e a questo mi devo attenere! Non posso passare la mia vita a soffrire per un amore non corrisposto e nemmeno ho intenzione di farlo, ma nonostante questo non posso evitare che i miei pensieri corrano a due pozze d’onice sempre fredde e a due labbra terribilmente sexy e perennemente imbronciate…
Provo a sovrapporre l’immagine della volpe a quella di Akira, ma il risultato è molto deludente… L’unica cosa che hanno in comune, oltre al simpaticissimo soprannome da animale che ho inventato io, è un indubbio talento per il basket, unito ad una fortissima passione per questo sport che li spinge a dare sempre il meglio di se stessi in ogni scontro! Anche il colore degli occhi, per quanto possa sembrare simile, è differente: le iridi di Rukawa sono più scure, come del resto il colore dei capelli… No, decisamente quei due sono agli antipodi! Beh, per lo meno ora non ho più paura di star ricercando nel porcospino un sostituto della kitsune!
Apro gli occhi e riprendo ad osservare la gente che cammina per strada, provando a chiedermi che cosa passi per la loro testa… Per esempio, quella signora con un barboncino al seguito: starà pensando a che abito mettere stasera per il party di quel famoso ambasciatore, oppure starà semplicemente pensando a cosa dare da mangiare al cane? E quell’impiegato con quei fondi di bottiglia sugli occhi, starà pensando a che scusa inventare con la moglie perché si è dimenticato del suo compleanno, o è semplicemente preoccupato per il ritardo con cui presenterà il suo lavoro al direttore dell’azienda?
Il mio corpo ha un sussulto quando scorgo una sagoma famigliare fra tutte queste persone irrilevanti che mi passano davanti agli occhi: è sì un giocatore di basket, ma non è propriamente colui che stavo aspettando…
Prego il cielo che non si accorga di me, ma non penso ci sia pericolo: come suo solito sta ascoltando il walkman e camminando con gli occhi chiusi… Io vorrei sapere come fa a non andare a sbattere contro tutte le altre persone o contro uno dei tanti pali della luce! Sto quasi per tirare un sospiro di sollievo, quando una voce mai in orario urla il mio nome: - Hanaaaaa! -
Mi giro e scorgo Akira che sta correndo verso di me: indossa una felpa blu e un paio di jeans sbiaditi che mettono in risalto le gambe muscolose… E’ valsa la pena, di aspettarlo! Anche se non ha i movimenti felini della volpe, ha un modo di muoversi molto sinuoso e affascinante, da predatore che avvinghia le sue spire attorno alla vittime, sicuro che otterrà quello che vuole. La cosa stupefacente è che non sembra nemmeno comportarsi in maniera falsa e programmata, ma gli viene naturale… Non che pensi che la kitsune s’atteggi secondo un copione già scritto, anzi sono consapevole che lui è una delle poche persone cui non frega nulla del giudizio della gente, ma Sendoh ha più del seduttore…
Torno bruscamente alla realtà quando percepisco chiaramente due lame di ghiaccio che mi trapassano la schiena e non ho dubbi sulle loro origini: scommetto che se mi girassi ora, incrocerei lo sguardo di un bel volpino… Cavolo, Akira, dovevi proprio urlare il mio nome così forte?
Decido di tentare di ignorare la sensazione di disagio che provo e fingere di non essermi accorto di nulla, prestando tutta la mia attenzione al puntaspilli che si è appena fermato di fronte a me: - Sei in ritardo… - gli faccio notare, alzandomi.
- Scuuuuuuuuuusa!!! Ma, sai… -
Sta per iniziare a sommergermi con mille scuse inventate, ma io blocco la sua apologia con un’occhiataccia. Gli passo il casco e lui mi guarda un po’ storto: - Non vorrai mica che mi metta questo coso! E la mia pettinatura??? -
Lamentele previste… Ma che comunque non troveranno accoglimento!
- Non scocciarmi, Aki! Già mi hai fatto aspettare più di venti minuti, non mi sembra il caso di metterti a fare anche i capricci! - replico, mettendo il mio casco e montando in sella.
Ringrazio le stelle per il fatto che lui non abbia visto la volpe (che continua a fissarmi, lo sento!) e che salga sulla moto dietro di me.
- Dove si va? - domando, alzando il cavalletto.
- Conosco un bel ristorantino sul mare, che ne dici? - propone Sendoh, passandomi le braccia attorno alla vita. Le sue mani sfiorano un lembo di pelle lasciato scoperto dalla maglietta e un brivido mi attraversa il corpo, tanto che a momenti mi perdo le spiegazioni su dove sia questo benedetto posto… Accortosi del mio attimo di sbandamento, Akira fa per spostare la mano, ma io la blocco con la mia: mi piace lì dov’è! Sono quasi certo che in questo momento i suoi occhi stiano brillando di soddisfazione, ma preferisco non farci caso, godendomi il piacevole calore che mi procura la vicinanza con il corpo del mio passeggero.
- Che ho una fame da lupo! - ribatto, sorridendo e accendendo il motore.
Per andare al ristorante proposto dal porcospino devo cambiare la direzione della corsa, così mi esibisco in un’inversione a u, ringraziando il cielo che non ci sono vigili o poliziotti in giro. Accelero velocemente e passo davanti alla volpe, ringraziando il cielo che il riflesso del sole sulla visiera gli impedisca di vedere i miei occhi e sperando che il suo rivale numero uno non si accorga di lui… Per un attimo, per un solo attimo, mi sarebbe piaciuto scorgere nelle sue iridi scure un moto di gelosia, avrei voluto che quando ha sentito il mio amico pronunciare il mio nome fosse venuto a salutarci… Peccato però che queste sono solo illusioni!
Aki si sta tenendo a me con un solo braccio, mentre con l’altro si è aggrappato alla moto e io sorrido dentro di me: sembra quasi che abbia paura che se si avvicinasse troppo, io lo respingerei. Quando sono costretto a fermarmi per un semaforo rosso, mi giro un poco verso di lui e sollevo la visiera, lasciandogli intravedere il divertimento che provo.
- Hai due opzioni: o ti aggrappi alla moto, o ti decidi a stringere me! - gli dico, rimettendo la mano sulla sua, per fargli capire che a me piace di più la seconda opzione… In fondo, è anche quella più sicura, no?
Attraverso il vetro trasparente, vedo che ha un attimo di incertezza, ma poi si decide a passarmi nuovamente entrambe le braccia attorno alla vita e si azzarda anche ad appoggiare la testa sulla mia spalla…
Il semaforo torna verde e io riparto, così lui istintivamente si stringe di più al sottoscritto.
Che strano, non avrei mai pensato che avrei fatto una cosa del genere… Però mi piace pensare che questo sia un inizio per il mio piano di dimenticare la volpe artica e innamorarmi di questo puntaspilli un po’ hentai, ma che sa anche essere infinitamente dolce…

Alla fine arriviamo sani e salvi nel parcheggio del ristorante e io mi scopro a non volere che lui allontani le sue braccia da me, che non allenti la presa… Scendiamo dalla moto e lui mi porge il casco, correndo a controllare nello specchietto retrovisore che la sua preziosissima pettinatura non abbia risentito dell’imprigionamento nel maledetto affare… Mi metto a ridere di gusto, decidendo di lasciar completamente da parte il mio essere megalomane e anche un po’ rompiscatole, almeno per una sera!
- Non pensavo che sarei arrivato vivo… - commenta acido Sendoh, un po’ offeso dalla mia risata.
- Io sono un ottimo pilota… - replico, finendo di sistemare il mio splendido veicolo.
Quando ho finito, Aki mi viene vicino e mi passa un braccio attorno alla vita e io non faccio obiezioni, lasciando che lui mi attiri a sé in una presa possessiva. C’incamminiamo verso l’entrata del locale: per arrivarci dobbiamo percorrere un molo che ci porta a circa 500m dalla spiaggia, ove sorge una grande palafitta attorniata da lunghe terrazza sul mare… E’ un posto molto tranquillo e a me piace particolarmente, visto che ti permette anche di vedere le onde sotto di te dal momento che il pavimento è fatto di materiale trasparente…
Quando arriviamo alla porta, il porcospino è costretto a lasciarmi andare, ma io gli sorrido dolcemente: si prospetta una piacevolissima serata!

***Kaede Rukawa***
Ite! Mi sono scottato!
Velocemente, metto la mano offesa dall’olio bollente sotto il getto dell’acqua fredda per calmare un po’ il bruciore, mentre nel frattempo impreco e maledico la mia testa tra le nuvole: non mi ero accorto delle gocce che saltavano al di fuori della pentola!
Dopo qualche attimo, chiudo il rubinetto e fisso la zona arrossata, poi decido di metterci sopra un po’ di pomata e una piccola garza, in modo che lunedì mattina non abbia problemi per l’allenamento, ma soprattutto per picchiare il do’aho: è tutta colpa sua! Come sempre, del resto! Prima sparisce da scuola senza una parola, poi salta gli allenamenti e non si fa vedere nei giorni seguenti, senza prendersi nemmeno la briga di far sapere se gli è successo qualcosa o se invece è tutto a posto. e dopo che succede? Che stasera me lo ritrovo davanti, bellissimo come non mai, ma insieme a un puntaspilli fatto di gel!
Non sono del tutto sicuro che lui mi abbia visto, ma io sono certo di aver visto lui!
Chiudo gli occhi e la mia mente proietta automaticamente una serie di particolari registrati questa sera: capelli rossi che cadono mollemente e dispettosamente sulla fronte, maglia nera che mette in risalto ogni minimo muscolo del petto e gli addominali scolpiti, camicia lilla che sembra accarezzarlo con delicatezza e malizia suscitando la voglia di essere al posto di quel tessuto traditore, pantaloni neri stretti che mettono in evidenza un fondoschiena capace di scatenare la libidine di una suora e delle gambe incredibilmente spettacolari, una mano abbronzata che scende ad accarezzare quella più pallida di un futuro zerbino, la sicurezza con cui guidava la moto, l’indifferenza con cui mi è passato davanti senza nemmeno accorgersi di me…
Riapro gli occhi di scatto, consapevole che la cosa che in fondo mi ha più colpito è stata il fatto che lui non si sia accorto della mia presenza, come se non esistessi nemmeno: io, Kaede Rukawa, il ragazzo che non nota mai nulla o nessuno che non abbia talento per il basket o che non sia uno scimmione casinista e megalomane, sono rimasto ferito dal fatto che un’altra persona si sia comportata nei miei confronti come faccio spesso io con gli altri…
Mi siedo sulla sedia e mi guardo la mano, senza vederla.
Come è possibile? Io non mi sono mai interessato a qualcosa che non aveva importanza per me, talvolta mi capitava persino di non accorgermi di cose cui tenevo… E non pensavo che alle altre persone potesse importare più di tanto se io le vedevo oppure no… Ma adesso mi ritrovo a sentirmi male perché Hanamichi, il do’aho con cui faccio sempre a pugni, l’egocentrico uragano che combina sempre un sacco di pasticci e si ostina a proclamarsi il tensai, il pazzo che perde tanto tempo a rispondere alle lettere delle sue ammiratrici, non si degna di lanciarmi nemmeno un’occhiata mentre mi sfreccia davanti con la sua moto e un passeggero sgradito!
E’ così che si sentono le mie fan dopo che sono passato davanti a loro senza degnarle di uno sguardo? Si sentono così quando io non rispondo alle loro lettere e le butto subito nel cestino? Anche il loro cuore urla quando a San Valentino rifiuto categoricamente ogni biglietto o ogni singolo pezzo di cioccolato, gettando nell’inceneritore quelle delle più insistenti o quelle che trovo sul banco e nell’armadietto?
Non credo che lui sapesse che io ero lì, ma perché allora mi sento così strano?
Ignorato…
Ferito…
Deluso…
Arrabbiato…
Triste!
Già, sono triste… Come quando mamma e papà mi hanno lasciato solo, suicidandosi e dimenticandosi di avere un figlio vicino che aveva ancora bisogno di loro! Che papà potesse mettere fine alla sua vita perché era malato e non voleva in nessun modo permettere che i suoi cari lo vedessero sfiorire lentamente. soffrendo per lui ogni giorno un poco di più lo posso anche capire, ma non posso assolutamente accettare che mia madre non abbia esitato nemmeno un attimo a seguirlo, senza pensare che c’era un ragazzo di 13 anni che aveva ancora bisogno di averla vicina! A quel tempo mi sono chiuso nel mio mutismo, nel freddo e nel basket… Ma dopo sono arrivati un sorriso solare, una voce spropositatamente alta e squillante, due caldi occhi color nocciola e degli inconfondibili capelli rossi… Loro hanno oltrepassato il filo spinato e il campo minato che mi ero costruito attorno, costringendomi prima a misurarmi con insulti e pugni, per poi passare a dover ammettere che anche io, nonostante tutto, avevo bisogno di un amico… Così mi sono aperto ed ho accettato l’idea che, a discapito dell’apparenza, tra me e il do’aho ci fosse una sorta di rapporto di amicizia…
Col tempo, però, i miei sentimenti si sono evoluti e il mio cuore è tornato a provare emozioni e amore, per poi essere tradito per l’ennesima volta… Già, perché nemmeno lui si è accorto di me…
Una lacrima salata scende lungo la mia guancia e mi fa trasalire: quanto tempo era che non piangevo?
Lo so anche io che tutto questo è ridicolo e che non posso lasciarmi andare così solo perché quella stupida scimmia non ha visto un suo compagno di scuola mentre era concentrato alla guida della sua moto, ma la ferita fa male lo stesso… Lui è solo mio, non può permettersi di lasciarmi da parte per sfrecciare per le strade in compagnia di Akira Sendoh! Su quel maledetto veicolo, deve salirci solo con me!
I miei occhi bruciano, ma non è per il pianto: un acre fumo denso ha invaso la cucina… E questo è inconfondibilmente odore di bruciato! I miei hamburger!!! Li ho scordati sul fornello!
Di scatto mi alzo dalla sedia e spengo il gas, poi prendo la pentola e la metto sotto l’acqua fredda per poi correre ad aprire la finestra, altrimenti qui rischio di rimanerci secco per una bell’intossicazione ai polmoni!
L’aria fresca mi dà un po’ di sollievo, ma non posso resistere dall’imprecare per l’ennesima volta contro la malasorte che mi perseguita negli ultimi tempi… E sempre per colpa di un idiota dai capelli rossi!
Sakuragi dovrà scontare anche questa, visto che per colpa sua la mia cena se n’è andata completamente e letteralmente in fumo!
Faccio un respiro profondo e mi lascio scappare un sorriso quando penso alla rissa che sicuramente coinvolgerà me e il do’aho, lunedì mattina… Lo so che, in fondo, non è lui la causa di tutto questo disastro, ma mi piace troppo fare a pugni con lui! È un modo tutto nostro di stare vicini, un espediente per scaricare il nervosismo, ma anche per stabilire un contatto l’uno con l’altro… Anche se questo lo possiamo capire solo io e lui! Lui è l’unico con cui io ho un rapporto e con cui parlo, io sono l’unico in grado di fargli tirar fuori la grinta nei momenti difficili e di stimolarlo a dare il meglio… Siamo una coppia un po’ strana, ma questo non significa che qualcuno debba osare intromettersi: lui mi appartiene, è mio! Sendoh non riuscirà a mettersi sulle nostre strade…
E se invece ci riuscisse? Se io fossi abbandonato ancora?
Ecco una cosa cui non avevo mai pensato: cosa succederebbe se Hana dovesse mettersi con qualcuno e smettere di portare avanti la nostra strana amicizia? Cosa ne sarebbe di me?
Non penso che riuscirei a superare ancora il dolore di venire messo da parte…
Mi alzo e apro il freezer, prendo una scatoletta di gelato alla panna e vado a sedermi sul mio letto, accendendo la tv: ho intenzione di distrarmi da questi pensieri, altrimenti impazzisco!
Stanno trasmettendo una partita dell’NBA… I Lakers sono in vantaggio sui loro avversari di ben 16 punti e mancano meno di cinque minuti allo scadere del tempo, indi si può dire che abbiano la partita in mano… Osservo con attenzione una schiacciata di O’ Neal, desiderando per un momento di essere al suo posto e poter mettermi alla prova con i veri campioni del basket, non con ragazzi del liceo come me.
Un pensiero mi attraversa la mente come un flash, bloccando il mio braccio a mezz’aria con il cucchiaino a pochi centimetri dalla mia bocca: se andassi in America, dovrei dire addio a Sakuragi…
Già, quando finirò il liceo e andrò a studiare a Yale o all’università di Los Angeles dovrò rinunciare alla persona cui tengo di più… E non sono sicuro di volerlo, ora come ora!
Metto in bocca il gelato e spengo la televisione, rimanendo al buio e solo con i miei pensieri. Da che mi sono ritrovato ad avere in mano un pallone da basket, anzi, dalla prima volta che ho assistito a una partita di pallacanestro sul satellite mi sono ripromesso che un giorno ci sarei stato anche io, su quei campi, a dimostrare al mondo che sono un campione: mia madre sarebbe stata fiera di me, mio padre avrebbe avuto un motivo per cui vantarsi con i colleghi di quel figlio sempre taciturno che il destino gli aveva riservato, i miei parenti avrebbero smesso di guardarmi come se fossi solo un piccolo moccioso con mille problemi! Dopo la morte dei miei genitori, la pietà che leggevo negli occhi di nonni e zii è stato uno sprone ancora maggiore a farmi valere, per far scomparire la commiserazione dai loro occhi e renderli consapevoli che io non avevo (e non ho!) alcun bisogno di loro!
Il mio carattere schivo e poco socievole mi ha aiutato nell’evitarmi di creare legami che avrebbero potuto ostacolarmi o addirittura farmi desistere dai miei propositi, fino a che un uragano dai capelli rossi non ha fatto irruzione come un tifone nella mia vita, sconvolgendone le basi e lo sviluppo stesso!
Non posso mentire a me stesso: al momento il mio cuore mi sta urlando che non vuole allontanarsi da chi lo scalda, che non vuole assolutamente doversi congelare di nuovo per illudersi che non sto soffrendo, che per me giocare in NBA senza Hanamichi vicino non sarebbe altro che una tortura, perché ogni giorno vorrei tornare da lui…
- Io non voglio andare negli USA… - mormoro, ancora incredulo mentre sgrano gli occhi.
- Io… Non voglio… Andare… Negli USA… - scandisco ancora una volta, a bassa voce.
Mi alzo e scendo in soggiorno, afferrando un pallone da pallacanestro e corro fuori, in direzione del campetto più vicino che conosco, intenzionato a giocare fino a non avere più forze, fino a quando la mia mente non la smetterà di mettermi in testa strane idee che non hanno fondamento!
Arrivo al campo ed entro, andando a posizionarmi velocemente nella lunetta di fronte al canestro, palleggiando e fissando la rétina come se in lei ci fossero contenute tutte le risposte che sto cercando… Passo il pallone da una mano all’altra e, ancora una volta, mormoro a me stesso il pensiero che mi ha sconvolto tanto: - Io non voglio andare negli USA… -
Chiudo gli occhi e penso a Sakuragi, rivedo i suoi occhi divertiti e l’espressione con cui mi ha ringraziato qualche giorno fa, dopo aver fatto pace con Mito e il mio cuore si scalda, facendomi provare un’emozione fortissima… Il mio stomaco si chiude in una morsa, procurandomi una sensazione strana, ma anche dolce e tanto piacevole…
Apro gli occhi e guardo il pallone arancio che ho in mano, poi alzo lo sguardo e tiro a canestro… Non provo nulla, anche se centro perfettamente il bersaglio… Recupero il pallone e scatto, per poi saltare e realizzare un perfetto slam dunk, ma l’unica cosa che provo è la presa di coscienza che ormai lo potrei fare anche ad occhi chiusi, ma nulla di più… Perché non sento più la stessa gioia di una volta? Dov’è finita tutta la mia voglia di giocare?
Non c’è più, perché la mia fonte di emozioni è diventata Sakuragi…
E per lui io non voglio andare in America, per non allontanarmi da lui…
Mi torna alla mente una frase che ho letto ne “Il Signore degli Anelli” e un brivido mi corre lungo la schiena: “Colui che non sa separarsi da un tesoro al momento del bisogno è simile a uno schiavo in ceppi.” E io sono diventato schiavo dei miei sentimenti per un do’aho, al punto da non volere più raggiungere lo scopo che mi ero prefisso da una vita intera!
- Maledizione! - urlo, sferrando un pugno al cemento che sorregge il tabellone e facendomi ancora più male, visto che colpisco con la zona scottata. Impreco tra me e me e sferro un altro pugno, continuando così fino a che non sento il sangue che scivola dalle mie nocche fino sul palmo…
Resto per un attimo a fissare i rivoletti di liquido carminio che segnano la mia pelle e sorrido amaramente: perché anche il mio sangue deve avere il colore dei capelli del rossino?
Rosso…
Rosso come una palla da basket, rosso come due labbra ingenuamente atteggiate a un sorriso, rosso come una lingua impertinente e sempre impegnata a sparare corbellerie, rosso come un viso in adorazione della Babbuina, rosso come il muro sporco di sangue della stanza da letto dei miei genitori, rosso come le nostre guance dopo una partita, rosso come le striature sul suo casco, rosso come la divisa della squadra in cui giochiamo insieme…Rosso… Sempre e solo rosso…
- Hey signore, tutto bene? - mi dice una voce, riportandomi alla realtà.
Abbasso lo sguardo e noto un bambino che avrà circa 10 anni che mi guarda da sotto in su con una luce preoccupata negli occhi.
- Si sente male? - mi domanda ancora, raccogliendo la mia palla e porgendomela.
- No, piccolo, tutto bene… - rispondo, prendendo il pallone.
- A quest’ora dovresti essere a casa… - rifletto ad alta voce, quando realizzo che sono le dieci di sera e questo è un quartiere non propriamente per bene.
- Abito qui davanti… Adesso ci vado! Ciao, signore! - mi dice, poi corre via ed entra nel portone del condominio al di là della strada. Non ha nemmeno aspettato che lo salutassi, ma i suoi occhi color nocciola mi hanno ricordato quelli della causa di tutti i miei guai…
Mi guardo attorno e vedo una fontanella, così ci vado vicino e metto la mano sotto l’acqua, per la seconda volta in una sera. Poi alzo lo sguardo al cielo e mi domando che cosa starà facendo in questo momento il do’aho con il Porcospino puntaspilli… Probabilmente, non mi avrà pensato nemmeno un attimo…
Che pensiero idiota!
- Baka kitsune… - mi dico, mentre mi avvio lentamente verso casa.
Lungo il tragitto di ritorno non incontro nessuno, così posso permettermi di palleggiare mentre cammino: anche se non mi dà più le emozioni di una volta, il mio pallone da basket non mi ha mai lasciato solo…
Entro in casa e chiudo la porta, poi mi levo le scarpe e mi lascio cadere sul divano: nemmeno il sonno, mi ha mai lasciato da solo… Ma stasera non mi va di dormire! Ho passato quattro anni giocando a pallacanestro e facendo sonnellini, senza impegnarmi in nient’altro se non studiare l’inglese e adesso è arrivato il momento di smetterla di sprecare tempo inutilmente!
Mi rimetto a sedere e prendo in mano un foglio con una biro, iniziando a scrivere quello che mi passa per la testa, decidendo di essere sincero con me stesso e di provare a mettere su carta quelli che sono i miei sentimenti per una scimmia rossa che per me è diventata sin troppo importante…
“Sei un do’aho, su questo non c’è dubbio… Sei stupido, non ti accorgi dei sentimenti che provo per te e non ti accorgi nemmeno del male che mi fai quando m’ignori o ti metti a fare il cascamorto fallito con quella gallina dell’Akagi… Sei un cretino, perché sprechi il tuo talento per il basket piuttosto che impegnarti per poter essere al mio livello e venire con me a giocare in NBA… Sei un maledetto deficiente perché esci con Sendoh, perché hai lasciato che Mitsui baciasse le tue labbra mentre a me riservi solo pugni, perché rispondi alle lettere delle tue ammiratrici ma non rispondi agli sos del mio cuore…
No, non è tutto vero quello che ho scritto, perché adesso tratti con distacco la Babbuina, perché t’impegni nel gioco e tenti di migliorarti e perché non ti aspettavi che Hisashi avrebbe provato a baciarti! Per il resto, però, non si può negare che quello che ho scritto corrisponda alla realtà!
Hana, accorgiti, ti prego, dei miei sentimenti… Ascolta il mio cuore che ti urla di non abbandonarmi, ma di donarmi un po’ di quell’amore che tu sicuramente sai provare, regalami un po’ del candore e della serenità che dai alle persone che ti stanno vicino!
Io posso darti solo l’amore che sento dentro di me e un cuore ferito e sanguinante, ma che porta dentro il tuo nome… Posso darti i miei slam dunk, se vuoi… Ma non ho nient’altro! Ti potrebbe bastare?
Se io potessi avere te, mi basteresti per tutta la vita!
Lo sai, do’aho, che qui c’è una stupida volpe che sta scrivendo cose melense perché si è innamorata alla follia di te? Perché ha bisogno di sentire la tua risata nel silenzio che si è costruita attorno, perché ha la necessità di avvertire il tuo calore contro il suo ghiaccio, perché vuole la tua luce nella sua oscurità, perché non riesce ad andare avanti senza la tua allegria nel suo dolore… Perché, nonostante tutto, si è innamorata di te…
Aishiteru!”
Guardo quello che ho scritto e mi viene da ridere: sarei io la persona che ha scritto queste righe? O sono io il ragazzo scontroso che tutti conoscono?
Domande stupide che hanno una risposta ovvia: entrambi sono me stesso… Ma quale di questi vedi, Hanamichi?
Fisso per un attimo il foglio, poi lo straccio con decisione e un po’ di rabbia: non siamo ancora pronti per questo, vero? Tu hai bisogno di conoscermi e io di allontanare da te un malefico porcospino con troppi aghi in testa!
Mi alzo dal divano e vado in camera mia, poi mi spoglio e mi metto nel letto: mi scontrerò con Sendoh, se il destino vuole così, ma vincerò! Perché io non permetterò che il mio cuore si congeli ancora…
Mentre chiudo gli occhi, nel rivedere in un flashback gli avvenimenti degli ultimi tempi, inizio a chiedermi se sia poi così falso che forse anche Hanamichi provi questi stessi sentimenti per me… Sono proprio una stupida volpe…

***Hanamichi Sakuragi***
Mi rigiro nel letto, alla ricerca di un dolce tepore che però non c’è più... Allungo il braccio per cercare il corpo del mio compagno, ma la mia mano incontra solo il copriletto ancora tiepido e un po’ sgualcito: apro gli occhi di scatto e vedo che sono solo, che Akira non è più con me…
(Alt! Che significa questo? NdRu_Molto_Arrabbiato - Aspetta un attimo e lo scoprirai! 0=) NdMe - Hn… Ma ricordati che io non mi faccio problemi a rompere le tue belle ossicine una ad una! NdRu - … ^__^” NdMe)
Rimango deluso per un attimo, ma poi mi stendo sulla schiena e ripenso alla serata che ho trascorso con il giocatore del Ryonan: la cenetta è stata fantastica, abbiamo scherzato e riso per tutto il tempo, come se ci conoscessimo da una vita e non solo da meno di un anno. Poi siamo andati a fare due passi sulla spiaggia e lì ho lasciato che lui mi tenesse per mano, come una coppia di fidanzati.
Dopo ci siamo seduti sulla spiaggia a guardare il riflesso della luna sull’acqua e il cielo coperto di stelle, ma nonostante lui mi tenesse stretto a sé io non ho potuto fare a meno di chiedermi cosa stava facendo la kitsune…
Quando siamo rimontati sulla moto siamo venuti a casa mia e siamo saliti in camera da letto: ci siamo stesi sul materasso e abbiamo iniziato a guardare un film, salvo poi addormentarci come due sassi! Avevamo scelto “Armageddon”, ma non credo di essere arrivato sino al punto in cui gli astronauti atterrano sull’asteroide…
In un secondo comprendo che non sono andato a lavorare, così mi metto a sedere di scatto sulle lenzuola, salvo poi pensare che non me ne importa più di tanto… Non avevo bisogno dei soldi, lo facevo solo per mettermi alla prova, ma ora come ora non ho più voglia di perdere il mio tempo ad infornare panini!
Mi alzo e scendo in cucina, dove trovo una piacevole sorpresa: Aki si è svegliato prima di me e, invece di scappare via alla velocità della luce, ha preparato cioccolata, caffè e brioches calde…
- Buongiorno… - dico, appoggiandomi allo stipite della porta.
Lui trasale e per poco non rovescia la caffettiera, mentre a me scappa una risatina.
- Hana! Mi hai spaventato! - si lamenta, con un’espressione falsamente offesa. Io rido ancora più forte quando noto che ha la metà dei capelli fuori posto, mentre le altre ciocche gli ricadono scompostamente un po’ a destra, un po’ a sinistra e alcune anche sulla fronte.
- Io voglio farti una sorpresa e tu ti metti a ridere? - sbotta lui.
- Ma ti sei visto? - domando, ricomponendomi.
Lui alza gli occhi al cielo e mi ordina di sedermi e mangiare, così me ne starò un po’ zitto… Mi siedo a tavola e facciamo colazione insieme, mentre io ripenso che è tantissimo tempo che qualcuno non si sveglia prima di me per prepararmi la colazione e che, allo stesso modo, sono passati anni da quando io ho fatto colazione con qualcuno l’ultima volta…
- A cosa pensi? - mi domanda Akira, addentando la sua brioche. Sorrido di gusto nel vedere come si sia fatto due splendidi baffi con la cioccolata: come i bambini! Anzi, peggio, visto che lui ha già 18 anni e non 8!
- A fatti lontani… Dormito bene? - replico, tentando di sviare il discorso.
- Insomma… Tu russavi troppo forte! - risponde lui con un sorrisino ironico, passandosi la lingua sulle labbra e dando un altro morso al cornetto.
- Guarda che sei tu quello che ha fatto un match di wrestling nel sonno! - ribatto io, con una scrollata di spalle. Lui mi guarda con sguardo offeso e inizia a boccheggiare molto platealmente, mentre io annuisco con convinzione…
Entrambi scoppiamo a ridere e io mi rendo conto che, seppure lo avessi negato a me stesso, avevo bisogno di un po’ di serenità come questa…
- Scherzi a parte, che significa stanotte? - mi chiede, una volta tornato serio.
Già, ottimo quesito… Non ci siamo scambiati nemmeno un bacio, ma siamo stati insieme come se fossimo una coppia… Non posso negare che la cosa mi abbia fatto molto, moltissimo piacere, ma dentro di me io sono ancora acutamente consapevole che non è di lui che io sono innamorato, ma che nel mio cuore c’è ancora scritto a chiare lettere il nome di una kitsune silenziosa ma bellissima…
- Hana? - m’incita il mio amico, palesemente impaziente.
- Per me… Per me è stato il primo passo verso un possibile futuro insieme, ma ciò non ha cancellato il fatto che io sia ancora innamorato di Rukawa… - ammetto.
Lo squadro un attimo, indagando una qualsiasi reazione che lui vorrebbe nascondermi, ma vengo colto di sorpresa dalla sua candida risposta: - Un passo alla volta e si arriva a conquistare le vette più alte… Prenditi il tempo che vuoi: io ti aspetterò! -
Sorrido dolcemente: credo che mi ami veramente tanto… E a me dispiace un po’ non poter ricambiare i suoi sentimenti con la stessa intensità…
Inconsciamente la mia mano sfiora il mio inguine e ripenso a quello che ho fatto qualche giorno fa, dopo aver dato addio alla volpe: un tatuaggio che mi ricordasse sempre anche in futuro la prima persona che ha risvegliato il mio cuore atrofizzato sotto una maschera da sbruffone sicuro di sé…
- Io devo andare ora, o mia madre mi scuoia vivo! - dice Sendoh, appena ha finito di bere la sua tazza di liquido scuro.
Io annuisco e lo accompagno alla porta: - Vuoi che ti porti con la moto? - domando, già pronto ad andare a prendere il casco.
Lui fa un cenno di diniego con il capo: - No, grazie… Preferisco fare due passi! -
- Come vuoi… -
Non voglio insistere, anche perché a me fa comodo rimanere solo con i miei pensieri…
- Ciao, Hana! - mi saluta, sporgendosi per sfiorare le sue labbra con le mie in un rapido tocco veloce.
- Ciao, Aki… - ribatto, osservandolo uscire dal cancello di casa mia.
Rientro e chiudo la porta dietro di me, per poi tornare in cucina e iniziare a sparecchiare la tavola.
Mentre lavo i piatti ripenso a un episodio di ieri sera…
***Flashback***
Akira è seduto sulla sabbia dietro di me, appoggiato con la schiena a una delle barche che di giorno usano i bagnini, e mi sta stringendo a sé, abbracciandomi alla vita. Io reclino la testa in modo da appoggiarmi alla sua spalla e non riesco a non sorridere di fronte al pensiero che, probabilmente, se invertissimo le nostre posizioni, staremmo entrambi più comodi.
Alzo gli occhi verso il cielo e noto le stelle che brillano.
- Sei ancora con me? - mormora la voce del porcospino, dopo un lungo attimo in cui io mi sono perso nel contemplare tutti quei puntini luminosi.
- Sì… - replico, accomodandomi meglio tra le sue braccia. La spiaggia è deserta, quindi possiamo anche prenderci il lusso di scambiarci qualche coccola innocente…
- A cosa stavi pensando? - mi domanda, con un tono di voce molto dolce.
- Alla frase di un film… - rispondo, tornando a rivolgere lo sguardo al cielo.
- Quale? - incalza lui, vinto dalla curiosità.
- E’ una frase de “Il re Leone”… Quando Simbah, ormai cresciuto, guarda il cielo stellato e ripensa a quello che gli ha detto il padre: “I grandi re del passato ci guardano da lassù… Un giorno anche io morirò e tu prenderai il mio posto, ma io continuerò a vegliare su di te…” - recito, anche se forse le parole non erano proprio quelle. Mi piace molto quel cartone animato, perché è un po’ quello che è successo a me: ho avuto buona parte di colpa nella morte di mio padre e da essa ho ottenuto di diventare “re” di una catena di sale cinematografiche sparse in tutto il Giappone… E come per il cucciolo di leone, spero che anche per me possa arrivare il giorno in cui qualcuno mi accetti, con le mie colpe e i miei difetti, mettendosi in gioco e dimostrandomi che sbaglio a pensare che la cosa migliore per me sia nascondere la mia natura… Una persona che condivida con me la sua vita… Che mi stia accanto…
- E’ molto bella… - commenta Aki, posandomi un bacio gentile sulla tempia. Io chiudo gli occhi e cerco di non piangere quando sento le sue parole: - Anche io sono convinto che tuo padre non ti abbia lasciato solo… -
Ha capito i miei pensieri senza che glieli dicessi apertamente… Deve volermi molto bene… Forse quanto ne voglio alla volpe, o forse anche di più! Perché io non riesco ancora a capire chiaramente cosa lui nasconda in quegli occhi di onice… Chissà se ora quegli occhi saranno aperti e concentrati su una partita, oppure chiusi e rilassati in un bel sonnellino ristoratore…
Ritorno sulla terra, sentendomi in colpa per il fatto di aver pensato a Kaede quando invece Sendoh è qui che si sta preoccupando per me e per il mutismo, ma è più forte di me: la volpe popola i miei pensieri dal mattino alla sera… E nonostante tutto, io continuo ancora a sperare che un giorno ci sarà lui al mio fianco, non Akira…
***Fine Flashback***

Sembra che nonostante tutto io possa fare a meno di pensare a Kaede…
Sorrido tristemente mentre metto a sgocciolare l’ultima tazza, per poi andarmi a sdraiare sul divano con le braccia incrociate dietro la testa: ho detto addio a Rukawa e ho cercato di dimenticarlo, ma alla fine sono andato a marchiare la mia pelle con il disegno di un volpacchiotto avvolto dalla sua coda…
Sono uscito con Sendoh tentando di non pensare ad altro che a lui, ma al posto delle sue braccia continuavo a sognare quelle più pallide e lunghe del mio compagno di squadra…
Ho deciso di dire addio al ragazzo che amo, ma adesso mi sto rendendo conto che non ne sono in grado… Ma ci devo riuscire!
Forse farei meglio a dire ad Akira di lasciare stare tutto e di trovarsi qualcun altro con cui uscire, perché io non posso dimenticare il silenzioso angelo che ha il banco accanto al mio… O forse farei meglio a concentrare semplicemente tutti i miei pensieri su Porcky…
- Cosa devo fare? - mormoro, chiedendo silenziosamente aiuto a una persona che, lo so, ormai non mi può più rispondere… Ma nonostante tutto, le mie dita scendono a cercare la pelle impregnata di inchiostro blu…

***Kaede Rukawa***
Ho passato una notte un po’ insonne, perché avevo costantemente davanti agli occhi le immagini di Sendoh che baciava Hanamichi, prima di possederlo… Mi svegliavo sudato e in preda al panico, dovendo combattere contro l’istinto di prendere il telefono per chiamare Ayako e farmi dare l’indirizzo di Sakuragi, per poi correre da lui e sincerarmi che i miei sogni erano stati effettivamente solo degli incubi…
Mi sono rigirato più volte tra le coperte, chiedendomi cosa stessero facendo quei due e continuando a rodermi il fegato al pensiero delle mani del porcospino che accarezzavano la sua pelle, delle labbra che sfioravano il suo corpo come avrei voluto fare io, degli occhi che percorrevano la sua bellezza… Poi però mi è venuto in mente un particolare della conversazione che il mio rossino ha avuto con Mitsui, negli spogliatoi, quando ho scoperto che potevo avere qualche possibilità: “Lui non è qualcuno che si può dimenticare da un giorno all’altro…”
Sono sicuro che lui abbia detto proprio così! E anche adesso questa frase mi ronza in testa e non riesco a capire come mai ci sia qualcosa che non mi torna, in tutta questa storia… C’è un particolare che mi sfugge, ma non capisco quale possa essere!
Prendo in mano il pallone da basket ed esco di casa, deciso a schiarirmi le idee con un bell’allenamento… Il fatto che io non voglia andare negli USA, non vuol dire che abbia rinunciato all’idea di diventare un campione in Giappone! E poi le vecchie abitudini sono dure a morire!
Arrivo al campetto e inizio a provare un po’ di tiri da tre punti, mentre rifletto su cosa possa esserci di sbagliato nella catena di fatti che ho in testa…
Il pallone colpisce il ferro e cade a terra, ma io non ci faccio caso. Rimango fermo e ho l’intuizione che stavo cercando: se Hana deve dimenticare qualcuno che ama, allora di sicuro non ci uscirà insieme! Indi, se aveva un appuntamento con Smileman non può avere una cotta per lui!!
Adesso i conti iniziano a quadrare!
Da quanto ho capito, Sakuragi sta uscendo con un orrido riccio ridens, ma ha ancora nel cuore un ragazzo che non riesce a dimenticare… Adesso mi manca da scoprire chi sia costui!
Beh, non che la cosa sia di vitale importanza, bene inteso! A quanto ho capito dalle parole del rossino e dagli sguardi che le ragazze mi lanciano, non devo essere poi così brutto… A questo si deve aggiungere che a me non piace perdere una sfida e raramente fallisco quando mi pongo un obbiettivo… Il risultato è che, tenendo conto anche del fatto che Hana è chiaramente gay, ho qualche possibilità di riuscire a conquistare il suo cuore!
“Ma ti sei mai visto allo specchio, quando non hai la tua solita espressione da ghiacciolo umano indifferente a tutto?”
La mia mente viene squarciata come un lampo a ciel sereno dal ricordo di queste poche parole, dette dopo una seduta di allenamento solitario di fronte a un mio sorriso appena accennato… Forse al rossino piace il mio sorriso…
A me il suo piace sicuramente! Soprattutto quando non si esibisce in un ghigno da Tensai o una smorfia ebete!
Ripenso alla sua reazione quando, per la prima volta, gli ho dimostrato il mio divertimento: è rimasto impietrito come una statua di sale… Indi credo di non essergli indifferente! E poi ci sono anche le premure che ha avuto nei miei confronti: il libro di matematica, il ghiaccio sulla mano, il fatto che mi aspetti sempre prima di salire in classe… Dette così possono sembrare cose da nulla, ma per me assumono un significato molto importante, anche alla luce del suo continuo fissarmi con aria assorta quando mi crede addormentato…
Sbaglio così tanto a pensare che lui possa avere un debole per me?
Vado a riprendere il pallone e ricomincio a giocare, immaginando uno scontro uno contro uno con un giocatore fortissimo, del livello di Maki… Salto e schiaccio, ma quando atterro il mio sguardo viene catturato dalla figura di un giocatore di mia conoscenza dalla pettinatura inconfondibile, anche se un po’ rovinata… Lo osservo per un attimo mentre cammina lentamente con le mani nelle tasche degli stessi jeans che indossava ieri sera: ha lo sguardo basso, ma il suo viso ha un’espressione alquanto malinconica…
Lui passa oltre e io non trattengo un sorrisetto soddisfatto: a quanto pare, non deve essergli andata troppo bene, con il mio rossino! Voglio dire, se fosse riuscito ad averlo, ora non avrebbe quell’espressione da cane bastonato! Se ne deduce quindi che i suoi progetti hentai siano andati in fumo…
Recupero il pallone e schiaccio di nuovo, realizzando uno slam dunk con decisione: adesso è tutto a posto, la partita deve ancora iniziare! E io non ho intenzione di perderla! Questa volta la posta in gioco è troppo importante!!!
Atterro con grazia e riprendo ad allenarmi con ritrovata energia, mentre penso a cosa posso fare per conquistare il mio rossino… Mentre tiro da tre per l’ennesima volta, trovo finalmente la mia risposta: nessuna strategia! Devo essere solo me stesso e sperare che lui possa capirmi e accettare anche i miei difetti… Se iniziassi a comportarmi come un ragazzo perfetto solo per farlo innamorare, che razza di fondamenta avrebbe la nostra storia?
La caccia alla scimmia ha inizio!

****

Ru: - Preparati ad essere massacrata… -

Hana: - Concordo… -

Me (con sguardo supplichevole): - State buoni, su… Se mi uccidete non posso mettere le cose a posto! -

Ru *Prende in ostaggio Kikko, il mio orsacchiottone di peluche preferito*: - Se non mi scrivi un capitolo degno di questo nome, ne farà le spese lui! -

Me: - Non puoi farmi questo!!! -

Ru: - Sfidami… -

Me: - Va bene, va bene! Ho capito! Sigh! -

Ru: - Hn… -

 




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