Il secondo
anno
parte III -
Mitsui, ti ci metti pure tu?!?
di Anna
***Hanamichi Sakuragi***
Chi è quell’animale che ha inventato le sveglie? Non poteva crearle con un
suono un po’ meno traumatico per il risveglio? Che ne so, un’allegra
canzoncina tipo “Ore wa Tensai desu”, al posto di questo maledetto “drin”!
Con uno sbuffo metto fine all’insistente trillare che mi sta perforando i
timpani e guardo l’ora: le 4:30… Tra cinque minuti mi alzo! Mi giro
dall’altra parte, ma poi decido che non è una cosa saggia, visto che
potrei addormentarmi di nuovo e non ci sarebbe nessuno che potrebbe venire
a tirarmi giù dal letto! Di malavoglia, salto fuori dal futon e infilo la
testa sotto l’acqua corrente del rubinetto, per svegliarmi del tutto. E’
gelata!!
Mi metto i pantaloni di una tuta e una maglietta, prima di correre fuori
per andare al lavoro: di notte impasto il pane nel negozio sotto casa e il
mattino a quest’ora assurda l’inforno… Certo, come lavoro non è un
granché, ma almeno lo stipendio è buono e il titolare non ha fatto storie
per il fatto che sono ancora uno studente del liceo! Senza contare che il
dover lavorare la pasta permette di rinforzare i muscoli delle dita, cosa
utilissima per un giocatore di pallacanestro! Probabilmente tra un’oretta
si sveglierà anche la kitsune, ma lui andrà a prendersi un pallone da
basket e si allenerà nel primo campetto libero che troverà!
Svogliatamente, mi cambio e mi metto la divisa da fornaio, rassegnato a
un’altra ora e mezza di duro lavoro… Quanto preferirei essere ad allenarmi
con quella volpaccia!
Automaticamente, il mio pensiero va a ieri sera, alla confessione di Akira…
Io, il ragazzo che ha collezionato 50 rifiuti, sono riuscito ad attirare
l’attenzione di uno dei ragazzi più contesi di Kanagawa… Forse ho fatto
male a rifiutare la sua proposta di uscire, ma non volevo usarlo come un
diversivo nell’attesa di riuscire a dimenticare la mia volpe, cosa che tra
l’altro si prospetta assai improbabile! Però, in fondo, non credo che ci
sia qualcosa di male nell’uscire a prendere una birra con un amico… Quando
lo incontrerò stasera, potrei proporgli di provare a vederci come dei
semplici amici, spiegandogli di non farsi però troppe illusioni…
- Sakuragi! Attento a quei panini! -
La voce del mio capo mi riporta alla realtà, così mi affretto a sfornare
le rosette che stavano per bruciare… Questa storia mi farà diventare
matto!
Anche stamattina ho finito con il lavoro…
Corro a scuola, in ritardo come al solito, evitando per miracolo di
travolgere una povera signora che è spuntata all’improvviso da dietro un
angolo. Raggiungo il cancello e rallento il passo, tirando un sospiro di
sollievo al pensiero che anche oggi sono riuscito ad arrivare giusto in
tempo per scorgere la sagoma di un volpino addormentato sulla sua
inseparabile bicicletta che sta entrando a scuola. Scruto con occhio
attento i ragazzi che stanno varcando il cancello di quella che sarà la
mia prigione per tutta la mattina e parte del pomeriggio, attento a
riconoscere la famigliarissima figura del Gorilla, venuto a punirmi per
l’affronto subito dalla sorella, ma grazie al cielo non ci sono in giro
bestioni infuriati desiderosi di bere il mio sangue… Non si vede nemmeno
Yohei…
Raggiungo il mio armadietto e lo apro, trovandoci dentro tante di quelle
lettere che alcune cadono anche a terra… Rimango a fissarle come un
cretino, indeciso se scoppiare a ridere o mettermi le mani nei capelli…
Dove diamine sono le solite cinque o sei buste colorate? Da dove spunta
questo mucchio di cartaccia profumata? L’armadietto accanto al mio si apre
e io alzo lo sguardo, fissando i miei occhi spaesati in quelli di Rukawa,
che si limita ad osservare impassibile prima me e le lettere che sono
cadute, per poi alzare un sopracciglio e tornare a cambiarsi le scarpe
come se nulla fosse. Io rimango impietrito ancora per un attimo, poi la
voce della volpe artica mi riscuote dalla catalessi: - Do’aho… Quella
carta non morde! -
Grazie tante, lo sapevo pure io! Kitsune no baka!
- E io adesso che ci faccio con tutte queste lettere? - gli domando,
raccogliendo quelle che erano franate al suolo nell’aprire l’anta.
- Se non lo sai tu… Di solito una missiva si legge, oppure si cestina… -
dice ironico, sottolineando le sue parole con uno sbuffo seccato di fronte
al pacchetto di carta rosa e bianca che estrae dall’armadietto, prima di
andare a buttarlo nel cestino… Lo guardo ancora per un momento, poi mi
cambio anche io le calzature.
- Perché le butti sempre via senza leggerne nemmeno una? - domando,
tentando di fare entrare quest’ammasso di buste nella mia cartella.
- Perché non mi piace perder tempo… - replica, scrollando le spalle. Poi
mi guarda e credo che si stia divertendo un mondo di fronte ai miei
tentativi di chiudere di nuovo la borsa dopo averla riempita con queste
scartoffie, quindi fa un enorme sforzo e aggiunge: - E tu perché le leggi
tutte? -
- Perché, dopo aver ricevuto cinquanta rifiuti, preferisco spendere un po’
più di tempo a chiedermi che cosa provano realmente coloro che mi scrivono
e a tentare di capire qual è il modo migliore per far capire loro che non
m’interessano, ma senza ferirle più di quanto non sia necessario… Secondo
me, un rifiuto garbato è più definitivo e fa meno male dell’indifferenza
completa… - gli spiego, finendo di chiudere il lucchetto e affiancandomi a
lui.
- Hn… Allora sbaglio a buttar via tutto? - domanda ancora.
Ma come siamo loquaci, stamattina! E poi cos’è tutto questo interesse per
le mie opinioni?
- Non posso giudicare quello che fai… Se per te è giusto fare così, io non
posso certo biasimarti… - rispondo, chiedendomi cosa stia passando per
quella testolina nera.
- Ma ciò non toglie che per te sia sbagliato… - continua imperterrito,
mentre saliamo le scale.
- Sinceramente, più che sbagliato mi sembra logico… Se tu dovessi
rispondere a tutte quelle che ti scrivono, passeresti metà giornata con
carta e penna in mano… Ma io non ho di questi problemi, quindi me lo posso
permettere! - gli confesso, decidendo che tanto non varrebbe nemmeno la
pena di mentire solo per dimostrare maturità o una sensibilità che in
fondo non è così spiccata…
- Hn… Potrei preparare una lettera al computer e stamparne una copia ogni
volta che qualcuna mi scrive… Anche se credo che così dovrei comprare una
cartuccia d’inchiostro alla settimana… - propone lui, in tono che mi
sembra pericolosamente serio, dopo un buon momento di silenzio.
Io appoggio la cartella al banco e lo provoco con un “Volpaccia
presuntuosa! Nemmeno fossi un divo della tv!” che però viene smentito
dalla mia risata. Lui mi risponde con il suo solito mugugno e si mette a
dormire sul banco, perdendosi così l’esilarante scena del resto della
classe che ci guarda con le bocche tanto spalancate che si potrebbero
usare come canestro. Fingendo di ignorare il motivo delle loro espressioni
così… “particolari”, mi siedo anche io, aspettando che Mito si decida ad
onorarci della sua presenza e varcare la soglia dell’aula, in modo da
potergli raccontare quello che mi è successo ieri. Nel frattempo inizio a
vagliare l’idea della volpe di preparare una lettera standard… Forse non è
un’idea così malvagia, se non fosse che mi sembra un po’ pretenzioso
metterci al livello dei grandi attori e cantanti… Dopo un paio di minuti,
vedo il mio migliore amico spuntare da dietro lo stipite, così mi affretto
a raggiungerlo e insieme ce n’andiamo in terrazza.
Gli racconto del bigliettino di ieri e della scena sulla terrazza,
passando poi a descrivergli la dinamica della testata, omettendo
chiaramente quello che concerne la mia serata con Sendoh!
- Sei un do’aho… Ha ragione Rukawa! - commenta Yohei, mettendosi a ridere
come un pazzo.
- Ma come ti permetti? - mi scaldo subito io, sentendomi fortemente preso
in giro.
- No, scusa Hana… Credo che tu abbia frainteso il mio commento… - si
schermisce lui, alzando anche le braccia a mo’ di difesa, di fronte alla
mia espressione vagamente inferocita. Solo Kaede può darmi dell’idiota!
Prevedo spargimenti di sangue… Tanto la divisa è nera, gli eventuali
schizzi non si noteranno!
- Ma davvero? - ringhio, decidendo quale dente iniziare a fargli sputare
per primo…
- Intendevo solo dire che la testata gliela potevi dare da subito… -
replica lui, con un sorrisetto malizioso. Mi blocco con il pugno a
mezz’aria e lo fisso per un istante, senza sapere se credergli o no.
- Sai, era ora che ti decidessi a levartela dai piedi… - riprende,
lasciandosi andare a una risata di fronte alla mia espressione stupita.
Voglio dire, mi aspettavo come minimo una sgridata in grande stile… O un
rimprovero sul fatto che ho fatto credere a tutti per un anno che mi
piaceva e alla fine l’ho pure respinta!
- Non me lo potevi dire subito? - sbotto, rimettendomi a sedere.
- Nani?! Perdermi lo spettacolo delle tue figuracce? Mai! E poi finché ti
ostinavi a proclamare il tuo amore per lei, evitavi di collezionare nuovi
rifiuti… - mi spiega, ricomponendosi.
- Bell’amico… - scherzo, sollevato dal fatto che non ha sostenuto che
avevo commesso un errore. Poi mi decido a confessargli ancora una mia
piccola preoccupazione che avevo vigliaccamente omesso: - Stamattina avevo
paura che il Gorilla venisse a farmi la pelle… -
Mito si mette a ridere un’altra volta, rassicurandomi sul fatto che in
fondo Akagi mi teneva lontano dalla sorella, non tanto per preservarne la
virtù, quanto per evitare a me di cacciarmi in un guaio più grande di me…
Io lo guardo allibito, senza sapere come reagire… E il pensiero che il
capitano, in fondo, si sia preso la briga di “proteggermi” mi strappa un
sorriso triste, perché da una parte sono contento che ci sia qualcuno che
tenta di prendersi cura di me, ma dall’altra mi rimette di fronte
all’evidenza che io ormai non sono più un pulcino tenuto al sicuro da ali
materne…
- A proposito… Forse però c’è qualcuno di cui dovresti preoccuparti… - se
n’esce Yohei all’improvviso, strappandomi dai miei pensieri.
- Di chi? - domando, seccato.
- Del pazzo sciagurato capitano del club di judo, che se ben ricordi è
innamorato pazzamente di Haruko… - risponde lui, con un’espressione non
propriamente divertita.
- Me ne curerò al momento… -
Non ho intenzione di spendere tempo per pensare alla possibile vendetta di
un idiota, che tra l’altro ho già battuto più di una volta senza eccessivi
sforzi…
La campanella suona e ci riporta all’ordine, indi ci alziamo e
raggiungiamo di nuovo la nostra classe, dove noto che la kitsune se ne sta
appoggiata al suo banco, placidamente addormentata. È tenerissimo, quando
abbassa tutte le difese, evento più unico che raro!
Vado al mio banco e mi lascio andare, fissando con astio la mia cartella,
dentro cui ci sono ancora tutte le lettere che ho ricevuto stamattina e
che non ho ancora avuto il coraggio né di contare né di aprire… Apro i
ganci e, con un lieve fruscio, la montagna di carta si riversa sul mio
tavolo… Le prendo e le nascondo nel sottobanco, mentre la mia volontà di
leggerle tutte vacilla e mi chiedo se non sia il caso, per una volta, di
prendere esempio dalla kitsune…
Nel percorrere il corridoio, ho sentito Fuji e l’altra amica della Babba
che affermavano che stamattina il primate non è venuta a scuola, ma
stranamente la cosa non mi ha scalfito minimamente, non mi sono né
dispiaciuto né sentito in colpa, semplicemente non me ne importava nulla!
- In piedi! Inchino! Seduti! - scandisce la voce della capoclasse,
all’entrata del professore.
A proposito di docenti, oggi quell’altro incompetente aspetta che mamma e
papà vengano al colloquio… Aspetterà invano… La lezione inizia e io cerco
di seguirla, ma senza successo. Sono preoccupato, lo ammetto, siccome non
ho ancora pensato a che scusa inventare per giustificare l’assenza dei
miei parenti alla convocazione con il profe d’inglese! I miei pensieri
sono interrotti dalla porta che si apre di scatto e un gruppo di teppisti,
capeggiati dal demente del club di judo, fa irruzione nella classe.
- Sakuragi! - ringhia quest’ultimo al mio indirizzo.
Io lo fisso, senza dire una parola, mentre noto che Yohei si mette in
allerta. Non dico nulla, rimango semplicemente a guardarlo, mentre la
supplente della docente di fisica, una donna giovane e abbastanza
mingherlina, intima loro di andarsene.
- Sakuragi! - ripete, con tono di voce più alto e più infuriato. Io non
parlo, mentre noto che Mito fa scrocchiare le dita, preparandosi ad una
rissa che io non voglio si verifichi. La nostra insegnante continua a
ripetere a questi dieci idioti di andarsene via, ma uno di loro, credo si
chiami Tetsuo, le intima di chiudere il becco. Lei si fa piccola piccola
dietro alla cattedra, probabilmente spaventata da queste bestie.
- Sakuragi! - urla di nuovo il capobranco, indicandomi con il dito.
- Lo so, come mi chiamo… - commento con voce fredda, mentre socchiudo gli
occhi quando mi accorgo che il suo ruggito ha svegliato la volpe.
- Smettila di fare l’imbecille e vieni in terrazza! Abbiamo dei conti da
regolare! Non puoi trattare così la mia Haruko e pensare che io non te la
faccia pagare! Alzati da quella sedia! - mi abbaia contro.
Rukawa si risveglia del tutto e analizza la situazione, grattandosi la
testa, indi mi guarda e mi fa un cenno con il capo verso Yohei e poi verso
quei teppistelli che stanno infestando la nostra aula chiedendomi con lo
sguardo che cosa ho intenzione di fare.
- No. - rifiuto, scrollando le spalle. Uno di loro si avvicina a passo di
carica verso il mio banco, ma prima che possa anche solo sfiorare il legno
del mio tavolo, io mi tiro in piedi, fronteggiandolo con sguardo
infuriato, ma senza muovere un muscolo. Cretino, un tappetto basso 30cm
meno di me, non mi fa di certo paura! Accanto a me si schierano anche
Kaede e il mio migliore amico… Devo ammetterlo: io e la volpe artica
formiamo un’immagine abbastanza inquietante! Due giganti di 199cm (io) e
197cm (lui) che ti fissano con occhi particolarmente infuriati, mentre tu
sai che su di te potrebbe abbattersi qualcosa di peggiore di un tsunami…
- Ryu, torna qua! - strepita il loro “comandante” e il pazzo che aveva
osato sfidarci, scappa via a rifugiarsi nella sicurezza di quella mandria
di tori.
- Sparite. - sibilo, mentre noto con piacere che tre ragazzi del terzo
anno fanno istintivamente un passo indietro, mentre anche il sempai Hotta
ha un attimo d’esitazione, ma poi afferra per un braccio una delle nostre
compagne di classe che sta nel primo banco e se la tira contro.
- Non vieni a recuperare la tua amica? - mi sfida.
Maledizione… Non penso di avere altra scelta…
- Inizia a scappare… - lo avverte Mito, mentre nota il mio pugno contrarsi
spasmodicamente.
- Ci vediamo in terrazza! - saluta il judoka demente, uscendo.
Guardo la professoressa e mi avvicino alla porta.
- Vado, prendo Kaori e torno! - le dico, facendo anche un inchino e
scusandomi se quei deficienti hanno interrotto la sua lezione. In fondo,
lei è una delle poche docenti che non mi stanno antipatiche e non ha
colpa, se questa scuola sembra una jungla più che un istituto! Certa gente
dovrebbero tenerla in gabbia…
- Io non perdono chi disturba il mio sonno… - mormora Kaede, venendomi
dietro.
- Non si possono lasciare soli quei due… Ma non si preoccupi: hanno
promesso ad Anzai-sensei di non farsi mai più coinvolgere in nessuna rissa
e credo che si limiteranno a recuperare Asakura e tornare… - conclude
Yohei, accodandosi.
Non appena la porta si è chiusa alle nostre spalle, informo i miei due
compagni del piano: li raggiungiamo prima che escano in terrazza e li
chiudiamo fuori, riprendendoci la ragazza. Vorrei anche dire a Kaede che
non è obbligato a venire con noi, ma preferisco tacere di fronte alla sua
espressione decisa e risoluta: non è il caso di scatenare una rissa anche
con lui! La volpe e Mito mi fanno un cenno d’assenso, così iniziamo a
correre verso le scale, raggiungendo quelli che me la volevano far pagare.
Io colpisco Tetsuo al viso con un pugno e lui, non aspettandoselo, finisce
a terra. La kitsune sfodera un calcio micidiale e mette KO Ryu, così io
posso prendere Kaori e spingerla verso le scale, certo che ci sarà Yohei
dietro di noi pronto ad afferrarla. Rukawa sferra un altro colpo ad un
biondino che pensava di poterlo mettere al tappeto con uno scarso
sinistro, mentre io prendo in pieno con una testata il capo di questi
dementi. Con un'ultima spinta, li facciamo uscire in terrazza e chiudiamo
la porta antincendio, bloccandone il maniglione e impedendo loro di
rientrare: un'azione rapida e pulita!
- Stai bene? - chiedo rivolto a Kaori, che ha iniziato a tremare,
facendomi preoccupare.
- Sta solo sfogando la tensione... - mi rassicura Yohei, tentando di
sorreggerla. Accortomi della difficoltà che ha a tenere in piedi la
ragazza, mi avvicino e, facendole passare un braccio sotto le ginocchia e
l’altro attorno alle spalle, la prendo in braccio. Lei mi guarda un attimo
negli occhi, poi scoppia a piangere, stringendosi a me. Se non avessi dato
la mia parola ad Anzai-sensei che non avrei più preso parte ad alcuna
rissa, uscirei a massacrare quegli imbecilli, che intanto stanno provando
a buttar giù la porta a suon di spallate...
- Tutto ok, kitsune? - domando, aumentando la stretta attorno alla nostra
compagna di classe...
- Hn... -
Credo che sia un sì... Sorrido quando noto che si sta leccando le nocche
di una mano: mi sembra di vedere un micetto... Ci avviamo per tornare in
classe, camminando tranquillamente mentre Mito si lamenta scherzosamente
del fatto che dopotutto la sua presenza era superflua. Sorrido,
risparmiando gi altri della mia solita battuta riguardo alla genialità del
Tensai, perché sono troppo impegnato a tentare di capire come mai la
volpaccia si sia "offerta" di aiutarmi...
Arrivati alla nostra aula, Yohei apre la porta e quando entriamo sento
distintamente i sospiri di sollievo degli alunni e la domanda della
professoressa che ci chiede se stiamo tutti bene, avvicinandosi per
sincerarsi delle condizioni della sua scolara.
- Tutto a posto... Però sarebbe meglio se la portassimo in infermeria... E
anche Rukawa avrebbe bisogno di mettere un po' di ghiaccio sulla mano! -
rispondo io, sfoderando il migliore dei miei sorrisi rassicuranti e
tentando di ignorare il fulmine che Kaede vorrebbe scagliarmi addosso
attraverso l'occhiataccia che mi lancia. Mi sembra di sentirlo, mentre
pensa "Do'aho, io sto bene, non ho bisogno di nulla!" e devo trattenere
l'istinto di mettermi a ridere.
- Gli altri? Dove sono? - domanda la docente.
- Chiusi in terrazza... - replico io. Lei sgrana gli occhi, ma non riesce
a reprimere una risata quando Mito si avvicina e le mostra un foglio su
cui ha scritto "Non aprite questa porta, per nessun motivo! Ordine del
preside!" ed esprime la sua ferma intenzione di andare ad incollarlo sulla
porta della terrazza. Ottenuto il consenso dell'insegnante di allontanarci
dall'aula, io e la kitsune ce n’andiamo in infermeria, mentre Kaori smette
finalmente di piangere.
***Kaede Rukawa***
L'infermiera insiste per farmi mettere, a tutti i costi, un ghiaccio spray
sulla mano, ma io mi ostino a non volerlo: va bene che mi si stanno
arrossando le nocche, ma io STO BENE, casomai non se ne fosse ancora
accorta!
- Scusi un secondo... - s'intromette Hana, afferrandomi per un braccio e
tirandomi un attimo in disparte: finalmente si è deciso a lasciare andare
Asakura! Iniziava a darmi i nervi vedere come quella smorfiosetta se lo
abbracciava, con la scusa dello spavento... Chissà che trauma, dover stare
per cinque minuti scarsi con una decina d’imbecilli!
- Kitsune no baka! Se non metti il ghiaccio, la mano resterà rossa e tu
non vuoi rischiare che Anzai-sensei sospetti che hai fatto a botte con
qualcuno, vero?! - mi chiede ironico il rossino.
- Do'aho! Non dirmi cosa devo fare! - protesto, strappando il polso alla
sua presa.
- Il mio era un consiglio... - borbotta lui, prima di andare a sedersi
accanto al letto dell'attrice, per chiederle per l'ennesima volta se va
tutto bene... Io le caverei tanto volentieri quegli occhioni così dolci
con cui continua a divorarsi il suo "salvatore"...
E va bene, Sakuragi, metterò quel maledetto coso sulla mano! Ma tu
smettila di fare il cascamorto con quella, scherzando sul fatto che le
volpi artiche oltre ad avere il cuore di ghiaccio hanno anche la testa di
granito! Guarda che non sono io quello che stende i suoi nemici a testate
durante le risse!
Mi avvicino all'infermiera, guardandola storto e annunciandole che può
congelarmi le dita, se ci tiene tanto... Mentre lei tenta di medicarmi, io
osservo di sottecchi la scimmia rossa, scoprendolo in pieno a guardarmi
con una luce soddisfatta negli occhi che m’irrita parecchio, ma che mi fa
anche venir da ridere di fronte al pensiero che, per lui, il fatto che gli
abbia dato retta sembra essere una gran conquista: stupido do'aho!
Devo mio malgrado ammettere che adesso le nocche mi fanno meno male: non
ci sono andato giù leggero nel colpire perché mi ha dato fastidio non solo
il fatto che volessero mettersi uno contro dieci, ma anche per il fatto
che si siano serviti di Asakura per provocare il mio uragano personale...
Hana può picchiarsi solo con me, nessun altro ha il diritto di prenderlo a
pugni!
Perso nei miei pensieri, non mi accorgo dell'uscita del rossino dalla
stanza e impreco: dove diamine si è cacciato quel cretino?!
- Se cerchi il tuo amico, è andato in classe... - dice l'infermiera,
rendendosi conto che il mio sguardo sta vagando per la stanza alla ricerca
del mio compagno di squadra.
- Hn... - mugugno, stendendomi su un letto e chiudendo gli occhi.
Quel cretino poteva anche avvertirmi!
Provo a chiudere gli occhi, ma il sonno non vuol saperne di venire visto
che la mia mente continua a ripropormi lo sguardo preoccupato che mi ha
lanciato il rossino poco fa... Certo che, ultimamente, sia io che lui ci
stiamo comportando in maniera assolutamente fuori di soliti schemi:
arriviamo persino a parlare civilmente e ad allenarci insieme...
A proposito d’allenamenti… Non ho ancora scoperto dove diamine sia
scappato ieri, dopo aver steso la Babbuina! A quanto pare, la persona che
lo stava aspettando ha deciso di lasciarlo in vita, nonostante il ritardo…
Mi siedo sul letto e mi levo le scarpe, deciso a farmi un pisolino su un
comodo materasso, piuttosto che su un banco di legno. Mi stendo e mi giro
su un fianco, guardando fuori dalla finestra: oggi pioverà! E quei dementi
che sono in terrazza si faranno una bella doccia fuori programma… La
prossima volta ci penseranno due volte, prima di mettersi sulla strada mia
e del do’aho! Mi è piaciuta molto la motivazione della loro “spedizione
punitiva”: salvare l’onore di una piattola!
Il lato buono di tutto questo è che io mi sono finalmente liberato del
dubbio riguardo alla reazione di Hanamichi al bigliettino che ho trovato
ieri in cartella… Ammetto che ieri sera, dopo aver assistito alla scena
della testata, mi ero già quasi convinto della negatività della risposta
del rossino, anche se avevo conservato un minimo di dubbio… Magari poteva
essere che la scimmia le stesse facendo una scenata di gelosia…
Eliminato il problema Haruko, rimane sempre l’ostacolo di Mitsui da
sormontare… Ogni minuto che passa mentre osservo il suo comportamento nei
confronti del mio koibito, cresce in me la sensazione che abbia delle mire
sulla mia proprietà! Dovrei farci un bel discorsetto, spiegandogli che non
dovrebbe provare a mettersi contro di me perché, casomai non l’avesse
ancora capito, non amo le sfide troppo facili… Ma soprattutto non mi
piacciono gli avversari che non hanno speranze!
Mi volto sull’altro fianco e mi trovo a fissare gli occhi in quelli della
pianta arrampicatrice che prima si è avvinghiata ad Hana… Tento di
ignorarla, ma lei non me lo permette.
- Grazie per essere venuto anche tu, ad aiutarmi… - dice, arrossendo.
- Hn… - mugugno, evitando di farle notare che non è per lei che mi sono
scontrato con Hotta e company, ma è stato semplicemente per non lasciare
solo il mio idiota preferito! Di lei non mi importa praticamente nulla,
salvo che poi Hana si sarebbe sentito in colpa se non fosse riuscito a
tirarla fuori dai guai, cosa che io non potevo permettere!
- Scusa una cosa… Tu conosci Sakuragi… E’ vero che ha rifiutato la Akagi?
Giravano varie voci stamattina a scuola, e anche uno dei teppisti ha detto
che non ha voluto mettersi con Haruko… - mi domanda, arrossendo come un
pomodoro.
Ho l’istinto feroce di girarmi dall’altra parte e non darle la
soddisfazione di risponderle, ma poi penso che sono curioso di sapere se
per caso anche lei abbia messo gli occhi sul mio futuro ragazzo, giusto
per poterle far notare da subito che le sue speranze sono nulle.
- Hn… - borbotto, facendo un leggero cenno di assenso con la testa, che
però a lei non sfugge.
Il viso le si illumina e sorride. Emette un risolino che mi urta i nervi
poi, accortasi che non le ho levato gli occhi di dosso e la sto guardando
in malo modo, aggiunge: - Non pensare che ci voglia provare con Sakuragi
solo perché ha fatto l’eroe oggi… E’ tanto tempo che lui mi piace, solo
che sapevo che a lui interessava la Akagi e allora non gli ho mai detto
nulla… E non sono l’unica, sai? -
- E perché lo dici a me? - le chiedo, riuscendo ad assumere la mia
migliore aria indifferente. In verità, dentro sto lottando contro il
bisogno di sputarle in faccia di non farsi illusioni, perché le sue
chances di poter ottenere qualcosa dal mio uragano sono meno di zero…
- Non volevo che gli dicessi che sono un’oca come tante… - replica,
arrossendo di nuovo.
- Hn… - concludo, girandole di nuovo le spalle.
E così lei non è l’unica che è innamorata di Hanamichi… Beh, di questo me
n’ero già accorto! Solo che adesso finalmente capisco come mai sia
aumentata di colpo la quantità di ciarpame che riceve ogni mattina:
eliminato l’ostacolo Haruko, tutta la popolazione femminile che ha
un’infatuazione per lui ha deciso di farsi avanti… Stupide!
Stamattina avrei voluto tanto, ma proprio tanto, prendere tutte quelle
buste e bustine colorate e farne un bel falò…
E quel cretino ha intenzione veramente di rispondere ogni giorno a tutte
quelle che gli scrivono?! Beh, so che sarebbe capacissimo di farlo, vista
la sua idiozia e la sua sensibilità, ma penso che prima o poi si renderà
conto che è inutile leggere sempre le stesse frasi e rispondere a tutte…
Mi lascio andare e finalmente Morfeo mi accoglie tra le sue braccia,
mentre io spero di sognare il mio amore dai capelli rossi…
***Hanamichi Sakuragi***
Ho risolto tutto con il professore d’inglese… Gli ho detto che il mio papà
era a New York per un viaggio di lavoro e la mia mamma non poteva
assentarsi dal turno in ospedale per via di un’epidemia di influenza che
ha dimezzato il personale… Lui ci ha creduto e io mi sono inchinato
chiedendo scusa per il mio comportamento irriverente e maleducato,
adducendo come scusa lo stress dello studio, visto che ho intenzione di
avere una media alta quest’anno…
Ripagato del suo orgoglio ferito, quel nanerottolo borioso mi ha lasciato
andare con la promessa di prendere un buon voto nel prossimo test e una
decina di esercizi in più da fare per compito…
Guardo l’ora e decido di tornare un attimo in infermeria per vedere come
sta Asakura… E naturalmente anche la kitsune! Scommetto qualsiasi cosa che
tanto Rukawa, non appena ne ha avuto la possibilità, si è sdraiato su uno
dei letti e si è concesso un “sano e meritato riposino”, per recuperare le
forze per mangiare durante la pausa pranzo…
Non vedo l’ora che arrivi il momento del nostro allenamento privato… Mi
piace star solo con lui, perché entrambi perdiamo un po’ del ruolo che ci
siamo imposti e riusciamo a comunicare fino in fondo…
Apro la porta e noto che l’infermiera non c’è e che ha lasciato un
biglietto sul tavolo, dicendo che è andata in segreteria e che torna
subito… Il mio sguardo cade subito su Kaede, rannicchiato in posizione
fetale, se la dorme della grossa…
Poi sposto l’attenzione su Kaori: dorme anche lei… Le sistemo il lenzuolo
e poi vado a sedermi sulla sedia in mezzo ai due letti, ringraziando che
il mio volpino si è girato in modo che io lo possa vedere in faccia anche
stando qui… Copro anche lui con un lenzuolo, in modo che la brezza che
entra dalla finestra non gli faccia venire freddo e spero che non si desti
proprio ora… Mi perdo per un attimo a contemplarlo: pelle diafana, occhi
dal taglio sorprendentemente sottile, capelli neri e finissimi, labbra
dolcemente socchiuse e irresistibilmente attraenti, mani bellissime, corpo
agile e flessuoso…
- Sei bellissimo, lo sai? - sussurro, talmente piano che ho persino il
dubbio di averlo semplicemente pensato. Questa è la prima e ultima volta
che ho la possibilità di dirgli quello che penso e indi non la sprecherò.
- Mi piaci tanto… E vorrei poter essere al tuo livello… Ma siccome non lo
sarò mai, è meglio che ti dimentichi… Quindi prendi questo mio “ti amo”
come un addio, perché è quello che è… Aishiteru… -
Ancora una volta non so se ho dato realmente voce ai miei pensieri, ma per
lo meno mi sono tolto la soddisfazione di confessargli i miei sentimenti
senza rischiare di venire massacrato!
Da stasera, kitsune, tenterò di dimenticarmi di te! Io sono un pasticcione
sempre incasinato, lo hai visto anche prima: in qualunque momento saltano
fuori problemi e complicanze… E tu meriti qualcuno di meglio, di un do’aho
stupido e presuntuoso… Lo so, non mi avresti amato nemmeno se fossi stato
un campione come Jordan! Ecco perché tenterò di annegare il mio cuore
nella dolcezza che Akira riversa sempre su di me… Mi impegnerò a scordarmi
di te, con l’aiuto di Sendoh… Perdonami, amore, se mi sono innamorato di
te…
Chiudo gli occhi, combattendo contro il groppo che mi si è formato in gola
e gli volto le spalle, dedicando la mia attenzione alla nostra compagna di
classe: grazie al cielo dorme, così ho potuto rivelare a quella kitsune
splendida e irraggiungibile che mi piace, mi piace da impazzire!
Resto qui ancora un attimo, ma visto che nessuno dei due sembra
intenzionato a svegliarsi mi alzo e faccio per andarmene, ma come apro la
porta mi trovo davanti all’infermiera.
- Che ci fai qui? - mi domanda a bruciapelo.
Io mi scosto e la faccio entrare: - Volevo solo sapere se stavano bene… -
Lei mi fa un cenno di assenso con la testa, guardandomi sospettosamente.
Decido di ignorare questo suo scetticismo e me ne torno in classe,
scusandomi per l’assenza con la professoressa di fisica. Lei mi sorride e
mi dice di tornare a posto, che tra poco arriverà il suo collega.
Come entro nell’aula, i miei compagni mi si fanno attorno per sapere com’è
andata, ma io li indirizzo tutti verso Mito gelandoli con un “Lasciatemi
stare!” che nessuno si aspettava. Poi prendo la mia cartella,
dimenticandomi delle lettere sotto il banco, ed esco dalla classe. Sento
Yohei che mi chiama, ma lo ignoro: voglio stare solo!
Mi nascondo in bagno e aspetto una decina di minuti, in modo che non
rischi di incontrare insegnanti per le scale…
Quando sono abbastanza sicuro che tutti siano in classe, esco nei corridoi
e mi dirigo verso l’uscita, scavalcando senza problema il cancello. Ho
bisogno di sfogarmi, così vado al campetto da basket qui vicino e mi siedo
ai piedi del canestro… I miei pensieri vanno a quello che ho appena fatto:
ho detto addio alla volpe… Da ora in poi per me sarà solo Rukawa, il
numero 11 dello Shohoku, un ragazzo come un altro con cui limitare al
minimo i contatti! Ad iniziare dagli allenamenti: mi scuserò e gli dirò
che purtroppo per un imprevisto non posso più fermarmi la sera e devo
scappare via subito!
Mi ritrovo a piangere come un cretino, al pensiero che praticamente sto
buttando via da solo l’unica cosa bella che mi è capitata negli ultimi
tempi… Fatti forza, Hanamichi Sakuragi! Hai superato momenti peggiori,
no?! Hai sempre affrontato i problemi senza scappare, adesso devi solo
riuscire a resistere all’istinto di lasciarti andare e vedrai che domani
andrà già meglio! Chi ben comincia, è a metà dell’opera! Da oggi inizia
una nuova vita!
Ho un’idea! Ma per realizzarla devo prima tornare a casa… E poi si tratta
di una pazzia…
Ma chi se ne frega! Segnerà l’inizio di una nuova fase della mia crescita!
Semel in anno, licet insanire (Una volta all’anno è lecito comportarsi da
pazzi)! Indi lo posso fare anche io! Sono o non sono un do’aho?
Ecco, ci sono già cascato! Ma non importa, prima o poi perderò
l’abitudine… Non devo abbattermi!!!
Sono tornato a scuola alla fine delle lezioni, giusto in tempo per
l’allenamento. Myagi mi urla dove cavolo mi ero cacciato e io gli rispondo
che non sono affari suoi. Vado negli spogliatoi ormai deserti e mi cambio
velocemente, trattenendo una smorfia di dolore quando l’elastico dei
pantaloncini picchia contro la garza che ho sull’inguine.
Mi fiondo in campo e prendo una palla, tentando in ogni modo di ignorare
un paio di occhi di ghiaccio che seguono ogni mio movimento, senza
perdermi nemmeno per un secondo e credendo che io non li noti…
Probabilmente il loro proprietario si starà chiedendo come mai non sono
tornato in classe… A proposito di lui: ho ancora una cosa da fare…
Mi avvicino al mio compagno di squadra e lo chiamo. Quando lui si gira
verso di me e mi fa capire che mi sta ascoltando, gli comunico che
purtroppo non potrò fermarmi dopo l’allenamento perché ho dei problemi.
Lui non mi chiede spiegazioni, ma annuisce soltanto.
L’allenamento sta per iniziare e allora lancio la palla nel cesto, pronto
a correre. Quando Ryota ci ordina di muovere le gambe per fare i solito 50
giri, mi metto a fianco di Yasuda, facendo ben attenzione a non dover
avere davanti agli occhi il corpo di colui che devo dimenticare: non sono
masochista!
Finita la corsa, iniziamo l’allenamento vero e proprio, ma a metà sessione
devo fermarmi perché la schiena mi fa un male cane, visto il continuo
sfregare della fasciatura sulla pelle. Chiedo al capitano di lasciarmi
andare negli spogliatoi, tanto oramai non credo che riuscirei a combinare
molto… Ma quando mai mi è venuta “quell’idea”!!! Vorrà dire che dalla
settimana prossima recupererò il tempo perso con allenamenti doppi,
sperando naturalmente nell’aiuto di Akira!
- Tutto bene, Hanamichi? - mi chiede Ayako, senza poter evitare di
preoccuparsi per me. Probabilmente teme che siano delle conseguenze del
vecchio infortunio…
- Certo! - rispondo, sorridendo.
- Mitsui, accompagna quel cretino negli spogliatoi! Per interrompere un
allenamento deve stare male tanto! - stabilisce quel nanerottolo
antipatico. Il sempai annuisce e mi viene vicino, così ce ne andiamo di
là, mentre io sento un’occhiata gelida attraversarmi la schiena e
provocarmi un brivido, non propriamente piacevole. Lo so, probabilmente
Rukawa sarà arrabbiato perché ha dovuto sprecare secondi del suo
preziosissimo tempo per colpa mia, ma io mi impongo che tanto non me ne
importa veramente nulla!
Mi lascio cadere sulla panca e Hisashi rimane in piedi di fronte a me,
studiandomi con occhio critico.
- Dobbiamo preoccuparci? - mi domanda.
- No, ma fino a lunedì dovrete fare a meno del Tensai… - tento di
rassicurarlo, ma i suoi occhi sgranati mi fan capire che non sono riuscito
nel mio intento.
- Fino a lunedì? - replica allucinato il mio sempai. Io annuisco,
aspettando in grazia che lui se ne vada per potermi cambiare: non voglio
che veda le bende!
- Hana… Che succede? - mi chiede ancora, sedendosi accanto a me.
- Lo sai che con me puoi parlare… Di qualsiasi cosa… - aggiunge, di fronte
al mio silenzio.
- Nulla di grave… - ribatto, scrollando le spalle.
- Perché non ti credo? - insiste, alzando un sopracciglio e guardandomi
con aria scettica.
- Perché sei un uomo di poca fede! - cerco di scherzare, ma a quanto pare
lui non vuol demordere… Da una parte mi irrita un po’ che stia tentando in
tutti i modi di farsi i fatti miei, dall’altra sono consapevole che il suo
atteggiamento è giustificato dal fatto che sia preoccupato per me e che
quindi, in fondo, mi vuol bene…
- Dai, Hana, non fare il buffone come tuo solito! - mi rimprovera.
Io gli sorrido e sto zitto: che cosa gli devo dire?!
- Problemi di salute? - mi domanda, ricordandosi dell’infortunio che mi ha
impedito di giocare la finale l’anno scorso. Faccio cenno di no con la
testa e tento di fargli capire ancora una volta che non sono malato, ma
anzi, che sto bene!
- Allora è qualcosa che ha a che fare con le questioni di cuore! - se ne
esce questo testone, dopo una serie di innumerevoli altri tentativi
infruttuosi. Il mio sguardo parla per me e indi lui capisce di aver fatto
centro.
- Haruko? - prova ad azzardare, ma non sembra molto convinto nemmeno lui
della sua ipotesi. Io gli racconto in breve quello che è successo fra me e
lei, sperando così di potermelo levare dai piedi, ma fallendo miseramente!
Infatti, dopo essersi fatto una bella risata a discapito delle mie
disgrazie, non perde l’occasione per iniziare a farmi una lunga lista di
tutte le figuracce che ho fatto io solo per tentare di conquistarmi le
attenzioni della sorella dell’ex-capitano. La smette solo quando capisce
che o chiude il becco o gli arriva una delle mie famose testate…
- Scusa! - si schernisce, mentre finisce di ridere… E’ lunga ancora? No,
perché io starei perdendo quel poco di pazienza che mi è rimasta… Voglio
farmi una doccia, cambiarmi e andare al campetto ad aspettare Akira! La
rendo l’idea? Non mi va di restare qui a subire il tuo interrogatorio!
- Sei innamorato di qualcuno che non ti ricambia? - mi chiede, dopo
essersi calmato. Io vorrei negare, ma il sentire la verità detta a chiare
lettere e trovarmela sbattuta sul muso non mi permette di rimanere
impassibile. E’ come una stilettata, anzi, come rigirare il coltello in
una piaga: riaccende il dolore e lo moltiplica e tu non sai come
nasconderlo…
- Ci ho azzeccato, vero? - mi incalza il sempai.
Io faccio cenno di sì con la testa, nella speranza che la tristezza che ho
dentro non sia leggibile nei miei occhi.
- E tu ci stai male… - continua. Vuole giocare al massacro? Anzi, al mio
massacro?
- Già… - ammetto, con un sospiro, tentando di non pensare al viso della
kitsune sorridente.
- Beh, potresti uscire con qualcuno nella speranza di dimenticarla… - mi
fa notare, con un sorriso.
Non pensandoci, gli rispondo dicendo la verità: - Lui non è qualcuno che
si può dimenticare da un giorno all’altro, con un schiocco di di… -
Quando mi rendo conto del pronome che ho usato è ormai troppo tardi: mi
morderei la lingua! Cazzo, ho combinato proprio un bel casino!
- Hai detto “Lui”? - La voce di Mitchy esce incerta, in cerca di conferme
che forse non gli piaceranno.
Serro gli occhi e gli faccio un cenno affermativo con il capo, pronto alla
sequela di insulti che mi pioveranno addosso… Invece le cose non vanno
come mi ero aspettato, un’altra volta dopo la discussione con Aki!
Quando sono pronto a ricevere un pugno, sento un calore morbido sulle
labbra e spalanco le palpebre… Mitsui… Mitsui mi sta baciando! Rimango un
attimo immobile, per realizzare che tutto questo non è un incubo, poi mi
alzo di scatto e lo spingo lontano da me, facendolo rovinare per terra.
- Ma sei diventato deficiente? - quasi urlo, infuriato come una biscia a
cui han pestato la coda.
- No… Tu mi piaci… - mi risponde lui, pacatissimo, rimettendosi in piedi.
- Ma tu non piaci a me… - ribatto, ancora troppo furioso per quello che ha
fatto per poter ricordare tutti i miei bei proponimenti sull’essere
gentili nel respingere qualcuno. E’ già tanto che non gli riempia la
faccia di pugni! Bastardo!
- Io ho pazienza… Prima o poi sarai mio… - mormora in tono sicuro e
suadente, venendo verso di me.
Io me lo spingo lontano un’altra volta e in quel momento la porta si apre,
mentre sulla soglia compare Rukawa con la sua solita palla in mano.
- Miyagi mi ha mandato a vedere se va tutto bene… - dice, con il tono di
voce più incolore possibile.
- Tutto a meraviglia! Mitsui stava per tornare di là! - gli rispondo,
voltandomi e aprendo il mio armadietto per prendere la borsa e
l’occorrente per farmi la doccia. Poi, notando che quei due non si sono
mossi di un millimetro, sbotto un “Al diavolo!” e prendo le mie cose,
uscendo da qui alla velocità della luce… Spero che Aki arrivi presti al
campetto o mi toccherà aspettarlo una vita ed è meglio che non pensi a
quanto è successo con quel cretino del sempai!
***Kaede Rukawa***
Hana esce velocemente dallo spogliatoio, lasciando me e Mitsui da soli. Il
sempai mi guarda in cagnesco e credo che se potesse mi azzannerebbe, ma al
momento questo è il minore dei miei problemi.
Già ero irritato per il fatto che quando sono tornato in classe il do’aho
se ne fosse andato a casa senza dire nulla… A questo si è aggiunta la
pausa pranzo, durante la quale non ho potuto andare a dormire in terrazza
perché abbiamo lasciato chiusi fuori quei dieci teppistelli… Poi ci si è
messo di nuovo Hana, che mi ha gentilmente ignorato per tutto
l’allenamento, annullando anche l’impegno a fermarci dopo la sessione
normale per imparare i tiri da tre, credo in maniera definitiva… E adesso
questa scena mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene!
- Da quanto tempo eri lì fuori? - mi domanda Hisashi, intuendo che
probabilmente so più di quanto lui non pensi.
- Abbastanza tempo… - replico gelido, tentando in tutti i modi di non
cedere alla tentazione di stampargli un bel pugno su quel naso impiccione
che si ritrova…
- Non ti hanno insegnato a farti i fatti tuoi? - mi provoca, dopo aver
realizzato che ho visto tutto quello che è successo, dal momento della
confessione del do’aho fino alla sua fuga infuriata… Devo ammettere che è
stato un piacere scoprire che al mio koibito piacciono i ragazzi, ma
ancora non so per quale motivo io non sia entrato prima per spaccare il
muso di questo stronzo che ha osato baciare a tradimento il MIO Hanamichi.
Sto zitto, limitandomi a fissarlo in atteggiamento di sfida… “Io ho
pazienza… Prima o poi sarai mio…” Così ha detto, vero? Bene, se lo può
scordare! Sakuragi non si metterebbe mai con uno come lui, questo è stato
chiaro sin da subito…
- Lui è mio! - sindaca il nostro tiratore da tra punti, afferrando la mia
maglietta e tentando di farmi paura. Cretino… Afferro i suoi polsi e li
stringo, abbastanza forte perché lui debba mordersi un labbro per non
lasciarsi scappare un gemito di dolore e allenti la presa sulla mia
preziosissima tshirt.
- Dici? - chiedo sarcastico, spingendolo indietro.
- Ne sono sicuro! - ribadisce, tentando di assumere un’aria baldanzosa.
- Hn… - mugugno, prima di girarmi e di tornare ad allenarmi, più che
deciso a tener lontano quel verme strisciante dalla mia scimmia…
Arrivo a casa più tardi del solito e ancora più seccato di prima… Per
scaricare i nervi avevo deciso che sarei andato al campetto vicino alla
scuola a fare due tiri, ma ci ho trovato il mio rossino con Sendoh…
Sakuragi stava sbraitando qualcosa contro Mitsui, mentre Akira lo
ascoltava con uno sguardo bruciante nel quale ho letto a chiare lettere la
stessa gelosia che infiamma me. E non mi è piaciuto per nulla!
Non che mi preoccupi del fatto che il puntaspilli si sia preso una
sbandata per il mio Hana, ma mi dà fastidio il sapere che quasi
sicuramente è lui quello che aveva un appuntamento con il mio amore…
Poi Hanamichi si è calmato, ma forse avrei preferito che rimanesse
infuriato, perché si è seduto accanto all’istrice e ha appoggiato la testa
sulla sua spalla, facendosi abbracciare… Se non sono andato a tirarlo via
a forza è stato solo perché non volevo che mi scoprissero! Sendoh
accarezzava i capelli del mio koibito e se lo teneva stretto, mentre quel
do’aho si è messo a piangere… Mitsui deve ringraziare il cielo che non
l’avessi a portata di mano o lo avrei massacrato! Il mio amore diceva che
si era sentito morire e preso in giro da quello stronzo, nemmeno fosse
stato un bambolotto… Cosa voleva dimostrare, baciandolo? E poi la
confessione: era forse convinto che lui fosse come le bandiere che
cambiano sventolio a seconda del vento? Lui era innamorato, ma stavolta
seriamente!
A quel punto me ne sono andato, perché non ce la facevo più né a vedere
lui così triste né tanto meno il porcospino che lo coccolava… Qui urge
correre ai ripari o ho paura che Smileman si possa approfittare della
situazione…
Adesso devo scoprire chi è il ragazzo che piace alla scimmia ed
eliminarlo…
Escludendo Mito e i ragazzi dell’armata, non ci sono molti maschi con cui
lui ha un rapporto… E quelli mi sento di escluderli per il semplice fatto
che dal suo sguardo è chiarissimo che vuole loro bene, ma anche che li
considera degli amici… Non guarda nessuno in maniera diversa rispetto agli
altri e indi, partendo dal presupposto che gli piaccia una sola persona, è
chiaro che non può essere uno di loro!
Mi infilo sotto la doccia per tentare di rilassarmi e ripenso per un
attimo ai movimenti rigidi che aveva il “Tensai” agli allenamenti: non
vorrei che la schiena gli facesse male in conseguenza dell’infortunio
dell’anno scorso… Certo, lui dice di no e forse dovrei credergli, ma ho
come la sensazione che lui ci abbia taciuto qualcosa…
Kuso! E poi vorrei tanto sapere perché all’improvviso ha avuto la bella
idea di ignorarmi!!! Dopo che siamo andati in infermeria e lui è sparito,
non mi ha più rivolto la parola… Ha ignorato i miei “do’aho”, non mi ha
più chiamato “kitsune”, ha tenuto una distanza di sicurezza tra di noi e
non ha cercato nemmeno una volta la rissa! E questa cosa mi riempie di
rabbia perché io rivoglio il mio uragano… Voglio sentire la sua voce
chiamarmi con quel nomignolo strano, voglio ancora le sue mani su di me e
i miei occhi nei suoi…
Esco e prendo l’asciugamano, avvolgendomelo attorno alla vita. Vado a
sdraiarmi sul letto, inumidendo il copriletto e senza la minima voglia di
mettere il pigiama o i boxer… Un attimo! Chi mi ha coperto, oggi?
Di sicuro non Asakura, visto che non riusciva nemmeno a stare in piedi!
L’infermiera la escludo, visto che come è tornata dalla segreteria ha
avuto la gentilezza di svegliarmi e intimarmi di andare in segreteria… Io
sono sicuro di non essermi tirato addosso il lenzuolo: quando dormo, sono
una statua! Resto perfettamente immobile, o quasi!
La mia mente mi propone un nome, ma io lo scarto…
Però è l’unica ipotesi plausibile…
Adesso basta pensare, non voglio concludere la giornata illudendomi di un
qualcosa che sicuramente non è!
- Oyasumi Nasai, Hana… -
***
Ru: Che significa?!
Me: Che ci sono stati degli imprevisti e indi ho paura che nel quarto
capitolo tu non avrai il tuo Hana…
Ru: Prepara il testamento…
Hana: Dai, amore, sta calmo! Stava scherzando!
Ru: Hn…
Aki_sottovoce: Dimmi la verità, vero che mi fai combinare qualcosa con il
rossino???
Me_sottovoce: Non lo so ancora… Non ho ancora pensato a come sarà il
quarto capitolo…
Aki: …
Me: Bene gente, alla prossima!!! ^__^ E commentate!!!
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