Il secondo
anno
parte I - Il
bigliettino
di Anna
***Hanamichi
Sakuragi***
“Ti aspetto sulla terrazza durante la pausa pranzo. Devo parlarti di
qualcosa di importante.
Haruko”
Non ci posso credere...
Fisso il biglietto che ho tra le mani e tutto quello che mi passa per la
testa è un “Non è possibile!”! Ricontrollo meglio la calligrafia, pensando
a un possibile scherzo di Yohei o dei miei ‘adorabili’ compagni di classe,
ma la scrittura è proprio quella di Haruko!
Oppure può essere un semplice caso: nella scuola c’è un’altra ragazza che
si chiama Haruko e che scrive così... E questa ragazza ha qualcosa da
dirmi!
Sì, certo, come no! E gli asini volano...
Il rumore di un armadietto che si chiude mi fa sobbalzare, così alzo lo
sguardo e vedo la kitsune che ha appena raccolto le lettere delle sue
ammiratrici che ha trovato stamattina e ora sta andando a buttarle nel
cestino, senza nemmeno leggerle o controllare chi gliele ha mandate. E’ un
rito a cui assisto ogni mattina, visto che quest’anno ci sono capitati non
solo due armadietti vicini, ma anche due banchi uno accanto all’altro!
Crudeli scherzi del fato! Quando Ryota l’ha saputo non ha potuto fare a
meno di sostenere che la nostra scuola è giunta al suo ultimo anno con
tutti i muri integri!
Metto in cartella il bigliettino insieme alle altre lettere che ho
ricevuto stamattina, cinque per l’esattezza, chiudendo il mio armadietto.
Guardo la volpe e vedo che sta sistemando il lucchetto del suo: stamattina
non dovrò aspettarlo troppo a lungo! Già, perché tutte le mattine ci
aspettiamo e insieme saliamo nella nostra classe, fianco a fianco. Ormai è
un’abitudine: andiamo insieme in aula, attendendoci di fronte agli
armadietti, senza scambiarci una sola parola… E poi agli allenamenti torna
tutto come l’anno scorso: insulti, botte e zuffe, ma anche la
consapevolezza che io e lui insieme possiamo essere veramente i
trascinatori della squadra che porteranno lo Shohoku a vincere il
campionato nazionale!
Entriamo nella classe e io ringrazio il cielo di essermi risparmiato la
scia di ragazze adoranti che svengono al nostro passaggio o emettono
strani gridolini non meglio identificati! Per non parlare di quando con
noi ci sono anche Ryota e Mitsui… Allora sì che si può parlare di stragi
di cuori…
Rukawa si lascia cadere sulla sua sedia, poi si appoggia al banco e inizia
a dormire placidamente: non si smentisce mai! Dopo di noi arriva anche
Yohei, il quale va a sedersi al suo posto e non mi rivolge nemmeno un
saluto. Probabilmente è ancora arrabbiato con me…
Durante le vacanze estive ci siamo visti un gran poco (e anche adesso non
è che la situazione sia migliorata!) perché io ho preferito giocare a
basket per migliorarmi ed essere al livello degli altri giocatori… E i
miei amici, Mito in particolare, si sono sentiti messi da parte, non senza
una serie di buone ragioni. Così, quando siamo usciti l’altra sera, io e
lui abbiamo litigato perché secondo lui io ormai sarei diventato come la
volpe polare che parla poco, gioca solo a pallacanestro e trascura gli
amici perché l’unica cosa che conta è infilare un maledetto pallone
arancio in un canestro in aria. Vorrei andare a scusarmi, ma non mi va di
sentirmi rispondere in malo modo di primo mattino!
- Parlaci! - dice una voce alla mia sinistra.
Mi giro e vedo che la kitsune non si è ancora appisolata, ma che ha
seguito con attenzione l’entrata in classe del mio migliore amico.
Ora, ho due opzioni: o gli mollo una testata urlandogli di farsi i fatti
suoi, oppure metto da parte il mio orgoglio e seguo il suo consiglio…
Scelgo la seconda ipotesi: mi alzo e vado a sedermi di fronte a un
immusonito Yohei.
- Buongiorno! - gli dico, evitando di uscirmene con il mio migliore
sorriso alla “oggi è la giornata più bella del mondo, tutto non potrebbe
andare meglio!”.
- … Giorno… - borbotta lui, senza troppo entusiasmo. Beh, per lo meno si è
degnato di rispondere al mio saluto! È già un inizio!
- Mi dispiace… Riconosco di non essermi comportato molto bene, ma vorrei
poterti spiegare le mie ragioni. - dico in tono calmo e pacato, tenendo la
voce a un livello tale che solo io e lui possiamo sentire le parole che
sto pronunciando.
- Hn. - mugugna lui alzandosi.
E chi sarebbe quello che ha iniziato ad assomigliare alla volpe polare?!?
Lo seguo fino in terrazza e poi ci appoggiamo alla ringhiera, mentre io
alzo lo sguardo per guardare il cielo: oggi pomeriggio o domani mattina
pioverà… Non che la cosa mi dispiaccia più di tanto: se piove mi salta
l’appuntamento al campetto!
Yohei non dice nulla e io capisco che è il mio turno di fornire delle
spiegazioni.
- Avevi ragione, sai? Sul fatto che negli ultimi tempi vi ho trascurato
per giocare a basket, intendo. Ammetto che ho sempre la testa rivolta
verso un pallone arancione e un canestro, ma il fatto di essermi scontrato
contro giocatori del livello di Minami e quell’altro idiota che metteva
sempre un “bip” alla fine delle sue frasi, oppure come squadre forti come
il Sannoh, mi ha fatto capire quanto io sia rimasto indietro rispetto a
loro… E la botta che ho preso alla schiena non ha certo migliorato la mia
posizione, visto che sono dovuto rimanere a riposo per due mesi! Sono
molto in arretrato rispetto a tutti gli altri e ai miei compagni di
squadra e devo rimediare! Ma questo non vuol dire che io ritenga i miei
amici di sempre meno importanti… Solo che credevo che tu meglio degli
altri avresti potuto capire… Non voglio mettervi da parte, solo che prima
che mi potessi accorgere del tempo che passava la scuola era già
ricominciata e mi è rigravato addosso anche l’impegno degli allenamenti.
Tutto qua! - spiego, sperando di essere riuscito a farmi capire, perché
non è affatto vero che loro per me non contano più nulla!
- Comunque alla fine è sempre il basket a rimanere più importante di
un’uscita con i tuoi amici. - replica lui, con tono di voce indifferente.
- Ho pensato che se un’amicizia è forte può durare lo stesso, anche se le
persone in causa non stanno sempre insieme! Mi sono sbagliato? - domando,
perché stento a riconoscere il ragazzo che è cresciuto con me e che ha
sempre dimostrato di capirmi meglio anche di me stesso.
La campanella che segna l’inizio delle lezioni suona e il mio amico si
stacca dalla ringhiera per andare verso la porta. Io rimango immobile a
fissare la sua schiena che si allontana, così lui si volta verso di me
urlandomi di sbrigarmi perché altrimenti facciamo tardi a lezioni e
sorridendomi.
Sorrido anche io: questo vuol dire che abbiamo fatto pace!
- Guarda che ho le gambe lunghe, io! - gli rispondo, raggiungendolo.
Torniamo in classe e ognuno di noi va al suo banco: ora mi sento molto
meglio!
Guardo la volpe accanto a me e mi accorgo che non si è ancora abbandonata
alle braccia di Morfeo, ma che mi sta fissando con sguardo interrogativo.
Possibile che ci abbia aspettato? Beh, comunque sia, anche se mi scoccia
alquanto ammetterlo, ha avuto ragione!
- Arigatou! - dico a bassa voce, sorridendogli.
- Hn. - mugugna lui, prima di esibirsi in una delle sue mosse segrete: l’addormentamento
istantaneo! A volte mi chiedo come faccia a cadere in un sonno così
profondo in meno di un secondo…
- In piedi, inchino, seduti! - intima la voce della capoclasse non appena
entra il professore. Tutti obbediamo agli ordini impartiti, come tanti
bravi soldatini, tranne la bella kitsune addormentata a scuola, ma nessuno
ci fa caso poi più di tanto: si stupirebbero maggiormente se si alzasse!
La lezione comincia e io prendo in mano le lettere che ho ricevuto
stamattina, evitando accuratamente il bigliettino di Haruko. Da quando è
iniziato il nuovo anno, non è passato un solo giorno senza che trovassi
almeno cinque lettere nel mio armadietto, fino a un massimo di tredici! E
tutte di tizie sconosciute e mai viste o sentite prima! Un bel
cambiamento, per uno che ha ricevuto ben 50 rifiuti da altrettante
ragazzine prima di approdare allo scoglio dell’ultimo essere di sesso
femminile di cui si è innamorato: Harukina cara… Il problema è che non so
come affrontare tutto questo: fare come Ryota che fa finta di non vedere
perché è troppo innamorato di Ayako mi sembra una cosa stupida, ma anche
l’atteggiamento indifferente e un po’ scocciato di Rukawa mi sembra
eccessivo… In fondo, io so bene cosa voglia dire essere scaricati e posso
testimoniare senza ombra di dubbio che non è molto piacevole, anzi! Ecco
perché finora ho cercato sempre di essere il più gentile possibile, però
non so quanto questo possa essere giusto. Anche perché io ho già qualcuno
che mi piace e di cui sono innamorato e non voglio fomentare inutili
illusioni!
Apro la prima busta e ci trovo dentro un piccolo portachiavi, un cuore di
plastica rossa, che mi affretto a far sparire sul fondo della mia
cartella, sotto tutti i libri. La lettera è una citazione di un poeta
famoso, Tarel credo… Dice: “ Ho cercato in ogni angolo del mondo le cose
più belle da offrirti, non le ho trovate e non so dove poterle trovare; ho
capito che nulla vale come il tuo amore e niente darei in cambio di un tuo
sorriso, di un tuo bacio, di un tuo pensiero. Allora chiedimi quello che
vuoi, ti darò tutto solo per dimostrarti che non sono alla tua altezza. “,
ed è firmata “Suzuhara M. - classe I A”. E chi la conosce? Beh, per questo
basterà non far vedere che porto il suo regalo attaccato alla borsa e
tutto dovrebbe finire qui, o almeno lo spero!
La seconda è un semplice “ Mi piaci, e tu? “ scritto da tale Umi della II
B. Mi ha anche messo una piantina della sua classe con la posizione del
suo banco per farle trovare la mia risposta domani mattina. A questa dovrò
scrivere un bigliettino dicendole che non la conosco e che mi dispiace, ma
ho già una persona a cui voglio bene.
La terza è una lunga tiritera di elogio alle mie doti di giocatore che
viene cestinata dopo che ho letto le prime tre righe: è la quarta in
quattro giorni, scritta sempre dalla stessa mano! E adesso ha rotto!
Apro la penultima: è di una tizia che mi dà appuntamento in terrazza dopo
gli allenamenti… Che faccio, ci vado? Oppure è meglio di no? Boh, deciderò
più tardi!
L’ultima è un semplice “ Vuoi metterti con me? “ firmato Kaede… Ho un
sussulto nel leggere la firma, ma poi noto che accanto al nome c’è la
classe (I G) e mi calmo: non può averla scritta la kitsune! Già, perché
noi siamo in II D… E anche se lo stile conciso richiama molto quello del
mio compagno di squadra, la calligrafia non è la stessa!
Ora mi rimane solo il bigliettino di Haruko… Lo guardo senza prenderlo in
mano e senza sapere nemmeno cosa fare… Come diceva quel detto zen? “
Attento a quello che chiedi perché potresti ottenerlo! ”
Nella pausa tra le due lezioni della mattinata decido di andare a cercare
Ryota e parlarne con lui: ho bisogno di un consiglio su come comportarmi!
Sto per svoltare a un angolo del corridoio, quando sento la voce delle
amiche della sorella del nostro ex capitano e mi fermo per non
incontrarle.
- Allora, glielo hai dato? - dice una, credo che sia Yuki.
- Sì, l’ho messo nel suo armadietto! - Questa è Haruko.
- Hai fatto bene, altrimenti rischi che te lo soffino da sotto il naso! -
- Fuji ha ragione! Ti è sempre venuto dietro, adesso è ora di
approfittarne! -
Ah, allora le cose stanno così… Idiota, avrei dovuto capirlo prima!
Proseguo nella mia camminata, passando loro accanto e vedo la Akagi che
arrossisce nell’incrociare il mio sguardo. Io le sorrido innocentemente.
Decido di lasciar perdere i consigli di Miyagi e me ne torno in classe: la
kitsune sta ancora dormendo! È proprio incorreggibile! E adesso abbiamo
pure lezione di matematica! Ho un lampo: prendo la sua cartella e cerco il
quaderno degli esercizi, mettendolo in piedi sul suo banco in modo che lo
nasconda agli occhi del professore: se quello lo sveglia, rischiamo che si
scateni un putiferio!
Ritorno al mio posto e incrocio lo sguardo stupito di Yohei, che mi sta
guardando come se i miei capelli fossero appena diventati verdi, la mia
pelle squamosa e al posto degli occhi mi siano appena spuntate due
simpatiche antenne con branchie incluse… Ma che ha?
Gli tiro contro una gomma, intenzionato a fargli sparire quell’espressione
ebete dalla faccia e colpendolo in piena fronte. Lui me la rilancia e poi
entra in classe l’arpia maschio di matematica… Ci mettiamo a posto e la
lezione inizia, con mia somma rassegnazione: odio sia l’insegnante sia la
materia!
Prendo di nuovo il bigliettino che ho ricevuto stamattina e lo rigiro tra
le mani un po’, prima di prendere finalmente la mia decisione…
La fatidica campanella è infine suonata...
Detta così sembra quasi una condanna!
- Vieni a mangiare con noi? - mi chiede Yohei, venendomi vicino.
- Devo fare una cosa... Se mi aspetti dieci minuti ci vengo volentieri! -
rispondo sorridendo, prima di alzarmi.
- Sbrigati! I ragazzi dell’Armata non ci aspettano a lungo! - replica.
- Beh, ci perderemmo lo spettacolo di Takamiya che si divora tutto! -
dico, prima di sparire dietro la porta. Corro verso la terrazza, ma mi
sento il cuore il gola... Sta calmo, Hanamichi Sakuragi!
Apro la porta ed esco, godendomi per un attimo la carezza dei raggi del
sole sulla pelle, poi la mia attenzione viene catturata dalla figura di
Haruko, appoggiata alla ringhiera mentre mi guarda, rossissima in viso. Mi
avvicino cautamente, insicuro su cosa mi aspetti.
- Ciao! - saluto, come se niente fosse.
- Ciao Hanamichi... - dice, abbassando lo sguardo e fissando il terreno ai
suoi piedi.
- Dovevi parlarmi? - le chiedo, mettendomi le mani in tasca in modo che
non si veda che stanno tremando dal nervosismo e inclinando la testa di
lato.
- Ecco... Io... Sì... - riesce a spiccicare.
- Che c’è? - incalzo, un po’ per curiosità, un po’ perché mi stanno
aspettando, un po’ per scrivere velocemente la parola “fine” sulla mia
angoscia.
- Tu... Mi piaci... - mormora, chiudendo gli occhi e iniziando a
torturarsi le mani.
Non posso crederci...
E’ impossibile...
Non può star succedendo veramente...
Mi do un pugno contro la gamba e il dolore che sento mi conferma che
invece sono più che sveglio ed è tutto tremendamente vero!
- Mi dispiace, ma io sono innamorato di un’altra persona... - rispondo,
tentando di essere il più gentile possibile, anche se mi costa un grande
sforzo. Lei alza il viso e mi fissa con gli occhi sgranati, così io
aggiungo: - Qualcuno ti ha già soffiato il ragazzo... - con tono
volutamente sarcastico.
I suoi occhi diventano sbarrati e vedo che sta per mettersi a piangere: ci
mancava solo questa!
- Ma... Hanamichi... - inizia, senza tuttavia riuscire a concludere, visto
che io la interrompo: - Credo che sia il caso che tu la smetta di
chiamarmi per nome, Akagi. Ora scusa, ma devo andare: mi stanno
aspettando! Ciao! -
Mi volto e rientro sulle scale, precipitandomi verso la mia classe. Quando
ci arrivo, Yohei mi sta aspettando appoggiato alla parete così io prendo
il mio bento e ritorno da lui per raggiungere i nostri amici e mangiare
insieme, registrando che la kitsune non è più in classe.
- Andiamo? - chiede, staccandosi dal muro e guardandomi in modo eloquente,
come se mi dicesse “Non preoccuparti, che tanto dopo mi racconterai
tutto!”.
Io e Mito scendiamo in cortile e troviamo il resto dell’Armata, i quali
non possono fare a meno di farmi notare che ormai mi credevano affogato
nel mare di Kanagawa... Mi scuso anche con loro, senza però dare molte
spiegazioni, anche perché non credo che per loro siano di vitale
importanza!
Okusu e Takamiya sono ancora in prima perché sono stati bocciati e così
noi altri tre “studenti del secondo anno” possiamo permetterci il lusso di
prenderli un po’ in giro.
- E così il nostro Hanamichi adesso è pieno di donne! - se ne esce Noma,
mentre Okusu è impegnato a impedire a Takamiya di mangiarsi anche il suo
pranzo.
- Altro che re dei rifiuti! - gli dà corda Yohei.
Io mi metto a ridere come un idiota, più che altro per farli contenti. A
dirla tutta ci sarebbe solo una cosa per cui mettersi a ridere: per un
anno ho fatto il filo ad Haruko e ora che di lei non mi importa più cosa
succede? Che lei mi si dichiara! Ironia del destino…
Il mio sguardo viene attirato dalla figura del volpino che si sta
dirigendo verso la palestra con una palla da basket in mano: adesso se la
porta anche da casa, per guadagnare tempo? Ho un flash e decido di
corrergli dietro. Mi scuso con i miei amici e li saluto, andando anche io
verso la palestra.
Quando entro, vedo la kitsune che si è levata le scarpe e, incurante dei
piedi scalzi, sta lanciando la palla a canestro: non si smentisce mai!
***Kaede Rukawa***
Tiro la palla e sono sicuro che centrerò il bersaglio… Infatti realizzo un
canestro perfetto e pulito, senza sfiorare nemmeno il ferro né il
tabellone.
Sento gli occhi del do’aho su di me, ma decido di ignorarlo: è meglio
così!
Forse però dovrei ringraziarlo per il libro di matematica… Peccato che non
sappia come si fa! Non mi è mai capitato che qualcuno si prendesse la
briga di avere una gentilezza disinteressata nei miei confronti, oppure
un’attenzione particolare che fosse fine a se stessa…
Ed è strana anche la situazione che si è creata tra di noi: una specie di
patto di non aggressione reciproca e muta collaborazione…
Lascio che la palla scivoli in un angolo e mi volto a guardarlo: si è
tolto le scarpe e ha preso un altro pallone e ora sta venendo verso di me,
fermandosi solo quando mi è di fronte.
Come vorrei che adesso lasciasse cadere quel maledetto oggetto arancione e
mi baciasse…
Cosa? Che ho pensato? Kaede Rukawa, sei un deficiente di prima categoria!
Non posso mettermi a fantasticare su di lui, non qui e non ora!
Maledizione!
Il rossino fortunatamente non si accorge del mio conflitto interiore,
anche perché la mia espressione rimane immutata all’esterno, ma si mette
al mio fianco e lancia la palla verso il canestro, prendendo in pieno il
tabellone… Poi si gira di nuovo verso di me.
- Dove sbaglio? - mi chiede, serissimo.
Come dove sbaglia? In cosa? Ah sì, nel canestro… Va bene che i miei ormoni
oggi non stanno sotto controllo, ma mi sembra che ora stiano esagerando!
Cavolo, io sono l’algida kitsune!
Mi allontano e vado a recuperare il pallone, poi glielo porgo.
- Tira di nuovo. - dico, allontanandomi un po’ per poter osservare come si
muove. Alza le braccia e lancia la palla, mancando di nuovo l’obbiettivo.
Ho capito: imposta il tiro come se si trovasse nella lunetta e non in
un’area qualsiasi del campo, così lancia senza prendere la mira perché
stringe troppo il gomito e si ostruisce la visuale.
- Fanne un altro! - ordino, rimandandogli la palla.
Lui esegue senza protestare e il tiro risulta essere troppo spostato verso
destra. Però io ho confermato la prima impressione.
Prendo il pallone e glielo metto tra le mani, dicendogli di mettersi in
posizione di tiro, poi gli aggiusto la postura del braccio.
- Prova ora. - dico, soddisfatto.
Lui lancia e fa canestro: lo sapevo!
Mi guarda con un sorriso raggiante e una luce felice negli occhi, come un
bambino che ha appena ricevuto un nuovo giocattolo a cui aveva fatto il
filo per lungo tempo…
Non mi sembra vero che stia rivolgendo questo sorriso e questo sguardo
proprio a me! Io sono la sua odiatissima volpe polare, se l’è già
scordato? Sono colui che lo mette in ombra durante le partite, quello che
gli ha portato via l’amore della Babbuina! Non se lo ricorda? A quanto
pare, no…
- Riprova! - comando, passandogli di nuovo la sfera e tentando di tornare
con i piedi per terra. Lui tira e la palla centra il canestro un’altra
volta.
Hn… Ha già imparato la posizione giusta in cui tenere il braccio.
Gli lancio un’altra palla e, quando lui sta per mettersi in posizione, mi
piazzo davanti a lui, con tutta l’intenzione di marcarlo. Fare canestro
senza difesa è sin troppo facile!
- Hey, kitsune! Non correre troppo! Prima devo imparare a farlo da solo! -
protesta lui, tirandosi indietro e guardandomi con uno sguardo abbastanza
piccato.
Questa reazione mi spiazza: mi sarei aspettato un attacco in grande stile,
nonché una lunga e noiosissima tirata sulle magnifiche potenzialità
infinite del tensai… Se fossi un’altra persona, probabilmente ora la mia
mascella toccherebbe il suolo…
Mi rialzo e lo osservo, poi mi lascio sfuggire un pensiero ad alta voce: -
Oggi sei strano… -
- Lo sei anche tu… Sembriamo quasi amici… - mi fa notare, senza scomporsi
e sorridendo leggermente, con espressione divertita.
E’ vero: non l’ho aggredito né tanto meno provocato…
- Hn… - mugugno.
- Non ti scomporre troppo, vero Rukawa? - mi dice mettendosi a ridere.
Da quando in qua sa anche come mi chiamo?
La campanella che segna la fine della pausa pranzo ci interrompe, così
risistemiamo tutto molto velocemente e torniamo insieme verso la nostra
aula.
- Ti va di aiutarmi con i tiri da tre, dopo l’allenamento? Sempre se non
hai null’altro da fare! - mi chiede, quando entriamo nella scuola.
Che ha detto? Ma siamo sicuri che questo sia lui? E che abbia ben presente
con chi sta parlando?
- Va bene… - rispondo, quasi senza pensarci, ancora troppo stordito dalle
novità della mattinata.
Entriamo in aula, facendo svenire una ragazza al nostro passaggio nei
corridoi, poi andiamo a sederci ai nostri posti.
- A proposito, grazie per prima! - aggiungo, riappoggiandomi al banco e
pronto a fare un altro pisolino.
- Per cosa? - mi risponde la scimmia rossa scrollando le spalle e
guardandomi interrogativamente.
Io proprio non ti capisco, sai, Hana? Un attimo mi dai contro sostenendo
di volermi fare la pelle, poi di colpo mi chiedi consigli sul basket, mi
aspetti prima di salire in classe e ti preoccupi anche di coprirmi così
che il profe non mi veda dormire… E se ti ringrazio per una gentilezza che
mi fai, mi chiedi anche il motivo delle mie parole!
Chiudo gli occhi e fingo di dormire, ma in realtà rimango a fissare
Sakuragi attraverso le palpebre socchiuse, senza che lui se ne accorga… Da
quando è reiniziato la scuola lo faccio spesso e finora lui non se n’è mai
reso conto, per fortuna!
Da quando è dovuto rimanere fermo un mese per la schiena è cambiato
radicalmente, potrei quasi osare dire che sia maturato. E anche il nostro
rapporto è mutato, praticamente senza che ce ne accorgessimo. Certo, non
abbiamo rinunciato ad azzuffarci, ma ormai non c’è più cattiveria nei
nostri pugni o intenzione di fare del male…
Chissà se anche i nostri compagni di squadra si sono resi conto di questo
cambiamento, sia mio che suo…
Beh, il sempai Mitsui sicuramente sì, visto che ultimamente non fa che
divorarsi con gli occhi il MIO do’aho, anche abbastanza sfacciatamente,
devo ammettere! E pensare che fino a pochi mesi fa diceva che solo una
babbuina cieca avrebbe potuto interessarsi a un orango malriuscito e
demente come lui!
Ma Hanamichi non se n’è ancora accorto: nonostante abbia smesso di
proclamarsi il Tensai e sia diventato più riflessivo e silenzioso, è
rimasto il solito ragazzone ingenuo di sempre! Già, ed è per questo che si
imbarazza sempre quando trova nel suo armadietto le dichiarazioni d’amore
delle sue ammiratrici, o quando le ragazze arrossiscono al suo passaggio…
Ma finora non l’ho mai visto accettare un solo appuntamento con una
qualsiasi delle sue spasimanti, tanto meno chiederlo! E ha anche smesso di
fare lo scemo con la Babba, soprattutto durante gli allenamenti. Sembra
essersi concentrato quasi esclusivamente sul basket, lasciandomi
completamente spiazzato: non mi sarei mai aspettato una simile
trasformazione nel mio uragano dalla testa rossa!
L’oggetto dei miei pensieri, come se si sentisse osservato, si volta verso
di me. Poi, appoggia la testa sulla mano e rimane a fissarmi,
probabilmente credendomi profondamente addormentato. Oggi è la seconda
volta che lo fa e ogni volta mi sconcerta sempre: che cosa avrà da
guardarmi? E non è solo in classe che lo scopro a puntare il suo sguardo
su di me: spesso, durante l’allenamento, sento i suoi occhi che seguono
ogni mio minimo movimento. Ma non appena mi volto convinto di prenderlo
con le mani nel sacco, lo trovo concentrato su qualche esercizio… Adesso,
per esempio, potrei spalancare gli occhi e vedere come reagisce… Peccato
che, se lo facessi, mi scoprirei e lui capirebbe che in realtà non ero nel
mondo dei sogni, ma ben sveglio e vigile! Già oggi ho rischiato di farmi
scoprire! Però non potevo lasciare che quello stupido continuasse a star
male solo perché non aveva il coraggio di confrontarsi con Mito e
spiegarsi a vicenda… Come se non avessi capito che il problema è la nuova
scelta del rossino di dedicarsi anima e corpo al basket… E penso che i
suoi amici si siano sentiti abbastanza messi da parte!
Io non ho di questi problemi: non ho amici…
No, mi sa che è meglio far finta di nulla e lasciare che il sonno prenda
il sopravvento su di me…
Ecco, così…
***Hanamichi Sakuragi***
Quando Rukawa dorme ha un’espressione a dir poco angelica: sembra
esprimere tutta l’innocenza di un bambino… Invece quando è sveglio e ti
punta addosso le sue iridi scure, sembra di avere a che fare con una tigre
pronta ad attaccarti e sbranarti!
All’inizio pensavo che fosse solo un ghiacciolo inespressivo, ma poi con
il tempo ho capito che lui non ha bisogno di parole per esternare quello
che prova: bastano i suoi occhi per far capire tutto quello che sente…
Però non ho mai visto il suo sguardo totalmente felice, come se ci fosse
una sorta di patina di dolore o sofferenza che offuscasse la sua luce...
Ed egoisticamente penso che sia un bene, altrimenti mi abbaglierebbe più
di quanto io non sia in grado di sopportare...
Sono proprio un do'aho: ora che potrei avere tutte le ragazze che voglio,
vado a innamorarmi del ragazzo più bello, nonchè irraggiungibile, di tutto
il Giappone!
Spesso mi chiedo cosa nasconda la fortezza di ghiaccio che si è costruita
attorno, che cosa ci sia sotto il voler apparire a tutti i costi distante
e indifferente al mondo... Ci penso spesso, veramente! E la curiosità per
quello che troverei dietro la maschera cresce sempre più man mano che noi
ci avviciniamo l'uno all'altro.
E adesso che lo vedo dormire, devo trattenere l'impulso di passare le dita
tra i suoi capelli e scostargli dagli occhi quella ciocca biricchina...
- Sakuragi! Capisco che il cielo nuvoloso possa essere più interessante di
Shakespeare, ma ti dispiacerebbe per lo meno degnarti di fingere di
ascoltare? - dice il duce che ci insegna letteratura inglese, lasciando
cadere pesantemente un libro sul mio banco e sistemandosi gli occhiali sul
naso.
Veramente non è Shakespeare a essere noioso, ma lei... E poi, che cielo e
cielo! Io guardavo qualcosa di molto più bello!
Alzo lo sguardo su di lui, senza dire una parola: non ho voglia di
arrabbiarmi e cancellare la dolcezza che mi ha provocato vedere Kaede
addormentato.
- Non dici nulla? - mi incalza il professore in tono ironico.
Sostengo il suo sguardo senza mutare espressione, salvo poi decidere che
non mi piace quel sorrisetto di scherno che gli aleggia sulle labbra e
stabilire che deve sparire dal suo volto alla velocità della luce.
- We are such stuff as dream are made on... (Noi siamo fatti della stessa
sostanza di cui sono fatti i sogni...) Lo dice Shakespeare, ne "La
tempesta", ma ha dimenticato di aggiungere un piccolo particolare... -
dico tranquillamente, tirandomi in piedi e sovrastando di almeno quaranta
centimetri questo nanerottolo.
- E cosa, di grazia? - mi domanda, reclinando indietro il capo per potermi
guardare negli occhi.
- Che esistono persone costituite da incubi, come lei. - sindaco,
mettendomi le mani in tasca.
- Come osi? - urla, diventando paonazzo. Dubito che in tutta la sua
carriera scolastica un qualsiasi altro studente abbia mai avuto il
coraggio di dirgli in faccia qualcosa di questo genere.
- Perchè se la prende, professore? Per quello che ho detto? Mi dispiace se
le mie parole l'hanno offesa, ma così lei dimostra di non ricordare un
altro passaggio fondamentale dello stesso autore, sa? Da "Romeo e
Giulietta"... - gli spiego, con il chiaro intento di provocarlo: nessuno
deve osare disturbarmi quando sto ammirando la mia kitsune! Altrimenti
peggio per lui! E tanto meno può farlo un vecchiaccio di docente
incartapecorito!
- Ma davvero? - mi sibila, tentando di fulminarlo con lo sguardo e
incrociando le braccia.
Demente: crede davvero che uno sguardo ridicolo come il suo possa
scalfirmi?
- Esatto! Ha presente quando Giulietta pensa a Romeo, subito dopo la
festa, quando ha scoperto che lui è un Montecchi e non un giovane
qualsiasi e lui è nascosto sotto il balcone, ad ascoltarla? - domando,
attendendo conferma come se fossi io quello che ha in mano una laurea in
inglese. Il professore annuisce e allora io continuo nella mia
"spiegazione": - Lei dice che un nome non ha valore e che una rosa, anche
se non si chiamasse così, profumerebbe lo stesso. E questo vale anche per
lei: posso anche dirle che lei è un ottimo insegnante e una persona degna
della mia più completa stima e ammirazione, ma la sostanza non
cambierebbe. Lei è e rimane un incapace borioso! - concludo, sedendomi poi
tranquillamente al mio posto e fissando i miei occhi nei suoi in segno di
sfida aperta.
- Ma come ti permetti? Domattina voglio che i tuoi genitori si presentino
qui! Chiaro? - sbraita, battendo il pugno sul mio banco e facendo
sobbalzare il resto della classe. Anche la volpe si tira su un attimo, poi
si guarda attorno per cercare di capire cosa possa essere successo, salvo
poi grattarsi la testa e rimettersi a dormire come se nulla fosse
accaduto, facendo infuriare ancora di più questo insulso tappetto.
- Chiarissimo... - rispondo con una scrollata di spalle, facendogli
puntare l'attenzione e la rabbia su di me, per evitare che disturbi ancora
il sonno di Rukawa.
- A che ora preferisce che vengano? - aggiungo, in tono gentilissimo e con
un sorriso innocente sul volto.
- Mi prendi in giro? - tuona, non capendo che le sue urla non mi tangono
minimamente, ma feriscono solamente le orecchie dei miei poveri compagni
di classe.
- No... Le ho solo chiesto l'ora! - replico, con la massima calma,
simulando un atteggiamento alquanto confuso.
- Alle 10.00! - ordina, tenendo lo stesso un tono di voce troppo alto per
i miei gusti, riprendendosi i suoi libri e tornandosene alla cattedra.
- Non dovrebbe arrabbiarsi così, lo sa? Altrimenti le sale troppo la
pressione... Le persone ipertese sono a rischio di infarto, non se lo
dimentichi, professore... - commento, non appena ha raggiunto il tavolo
riservato agli insegnanti.
Lui sta per dire qualcosa, probabilmente nulla di carino e gentile, ma la
campanella suona e i miei compagni ne approfittano per darsela a gambe,
senza però riuscire a evitare che alcuni risolini raggiungano i
sensibilissimi padiglioni auricolari del nostro docente.
Finalmente anche il nanerottolo se ne va, urlandomi di ricordarmi di dare
la comunicazione ai miei genitori.
Sorrido: se potessi, lo farei!
Credo che domattina quel pover'uomo dovrà aspettare a lungo e invano...
Mi giro verso il volpino e mi stupisco di come abbia continuato a
sonnecchiare placidamente nonostante tutto il casino che c'è stato. E'
proprio vero che quando questo qui dorme non lo svegliano nemmeno le
cannonate! Adesso mi si prospetta un'ardua scelta: o lo lascio dormire e
me ne vado agli allenamenti senza di lui (Non ci provare! NdRu), o gli
urlo in un orecchio di svegliarsi, o lo scuoto dolcemente facendolo
tornare nel mondo degli svegli senza eccessivi traumi... Se optassi per la
prima, probabilmente verrei ucciso alla prima occasione, mentre se lo
sveglio all'improvviso rischio di finire steso da una furia inferocita...
Credo che sia ancora meglio la terza possibilità!
Poggio una mano sulla sua spalla scuotendolo un pochino e gli sussurro: -
Kitsune, svegliati! Farai tardi agli allenamenti... Kitsune... -
Dopo un attimo, Kaede si tira su e, senza darmi nemmeno un pugno, si
stiracchia pigramente, proprio come un felino...
Si guarda attorno e nota che siamo soli, poi cerca velocemente l'orologio
e, quando finalmente vede che non è ancora in ritardo per gli allenamenti,
si calma un attimo.
***Kaede Rukawa***
Meno male che non ho dormito troppo a lungo!
Per un attimo ho avuto paura di essermi perso dei minuti preziosi per
poter giocare a basket! Grazie al cielo non è così, altrimenti mi sarei
dovuto fermare di più dopo! E stasera giocano i Lakers contro i Bulls!
- Buongiorno! Non ti sei perso nemmeno un secondo degli allenamenti,
volpaccia! Ciao! - mi dice Hana, uscendo dall'aula.
Fisso per un secondo la sua schiena, rendendomi conto che è stato lui a
svegliarmi... Prendo la cartella e faccio per seguirlo, ma la mia
attenzione viene attirata da un foglietto che è caduto a terra, vicino
alla gamba del mio tavolo... Più che altro mi attira lo scarabocchio in
basso a sinistra... Lo raccolgo e, dopo averlo girato, noto che c'è uno
schizzo (molto malamente riuscito, tra l'altro!) che raffigura un animale
strano... Non vorrei peccare di presunzione, ma mi sembrerebbe una
volpe... Ci sono scritte solo due parole, "baka" e "do'aho", e la
scrittura sembra quella del mio rossino...
Giro il foglio e mi si gela il sangue nelle vene...
“Ti aspetto sulla terrazza durante la pausa pranzo. Devo parlarti di
qualcosa di importante.
Haruko”
Non ci posso credere...
Non è possibile! Non può essere vero!
No, sicuramente è solo un malinteso! Il do'aho non può essersi messo con
la Babbuina! Non può essere così idiota!
Ecco perchè oggi era così strano...
Rimetto il foglio per terra ed esco dalla classe, trovandomi di fronte
all'oggetto dei miei pensieri. Mi fermo e lo fisso, abbastanza interdetto:
che ci fa lui ancora qui? Non se n'era andato prima?
- Ho pensato di aspettarti, così andiamo insieme, in palestra... - mi
dice, di fronte al mio sguardo interrogativo. Poi aggiunge: - Se ti ha
dato fastidio e preferisci andarci da solo, me ne vado... -
Lo guardo e noto una luce di insicurezza sul fondo delle sue iridi color
nocciola.
- No... - rispondo, anche se non posso negare che mi abbia sorpreso!
Credevo che corresse dietro alla Akagi e che fosse finalmente riuscito a
conquistarla, indi che sarebbe volato subito a raggiungerla...
Ci avviamo verso la palestra, camminando piano, come se volessimo
prolungare il più a lungo possibile questo nostro essere soli.
- Sei ancora dell'idea di aiutarmi con i tiri da tre? - mi domanda il
rossino, cogliendomi alla sprovvista. Cavoli, oggi gli ho detto di sì
senza pensare che stasera c'è la partita dei Bulls contro i Lakers! E
adesso che faccio?
Al diavolo! Una serata con Hana vale più di una maledetta partita, che
tanto replicheranno domani!
- Hn... - mugugno, mentre arriviamo agli spogliatoi.
Quando entriamo, notiamo che gli altri sono già in campo e quindi ci
affrettiamo a cambiarci e a raggiungerli, ma questo non mi impedisce di
dare uno sguardo veloce al magnifico fondoschiena della scimmia rossa...
Il solo pensiero che potrebbe metterci le mani la Babba mi fa venire un
brivido di disgusto lungo la spina dorsale.
Entriamo in campo e il mio umore, già di per suo non ottimo, si guasta
ancora di più quando vedo la Piattola per eccellenza che sta parlando con
un ospite indesiderato appoggiato allo stipite della porta: qualcuno con
dei capelli a punta esageratamente alti!
Hn... Ora dovrò sicuramente assistere alla classica del Romeo innamorato
che andrà in brodo di giuggiole e si metterà ad urlare "Harukina mia
adorata!" ai sette venti, nella migliore delle ipotesi sia ben inteso!
Vado verso il cesto e prendo un pallone ben gonfio, preparandomi a doverlo
scagliare contro la testa del do'aho, ma ciò si rivela non essere
necessario perchè, a dispetto di ogni mia previsione, lui è ancora accanto
a me e ha preso anche lui una palla dal cesto... Lo sbircio di sottecchi e
noto che inizia a palleggiare, ignorando completamente sia la
primate/insetto che il porcospino!
- Hey, Mitchy! Mi alleni in difesa? - urla il mio compagno di classe
all'indirizzo del nostro sempai, probabilmente ricordando ancora
l'umiliazione che ha inferto quando, sotto la marcatura del nostro
ex-teppista in una partita di allenamento, non è riuscito a toccare
nemmeno una palla... Mitsui sorride e annuisce, dicendogli di farsi
sotto...
Oggi probabilmente mi hanno catapultato in una dimensione parallela! Già,
non può esserci altra spiegazione plausibile! E quello di sicuro non è il
vero do'aho! Me l'hanno clonato!
Seguo per un po' lo scontro, fingendo di palleggiare e scaldare i muscoli,
così che mi ritrovo a benedire "Capelli a punta" quando interrompe l'one
on one tra Sakuragi e il suo avversario, andando a salutare l'alieno che
ha preso il posto della scimmia: Hisashi se ne stava approfittando un po'
troppo per strusciarsi contro il mio amore! Però questo sentimento simile
alla gratitudine svanisce in fretta, quando vedo il malefico porcospino
bisbigliare qualcosa all'orecchio del sosia del rossino, che annuisce
sorridendo.
Sendoh si esibisce in uno dei suoi sorrisi migliori, degni della
pubblicità di un dentifricio o di un filo interdentale, poi se ne va
salutando tutti, seguito dal mio sguardo congelante.
- Hey, volpaccia artica! Ti sei ibernata? - mi dice Hanamichi,
sventolandomi una mano davanti agli occhi: ho paura che sia ancora lui,
nonostante tutte le mie elucubrazioni!
- Do'aho... - rispondo, lanciando la palla nel canestro e centrandolo,
nonostante la posizione lontana e poco favorevole.
- Riprendiamo? - si intromette il sempai, seccato per essere stato
dimenticato per la bellezza di 15 secondi.
Sto per fulminare anche lui con lo sguardo, ma a salvargli la pelle arriva
Miyagi, che ci dice che iniziamo l'allenamento e quindi si deve correre.
Mi affianco al do'aho con noncuranza, come se per caso mi toccasse averlo
vicino anche mentre dobbiamo fare i giri del campo. Facciamo 10 volte il
giro del campo e per 10 volte passiamo di fronte alla Babbuina che fissa
Sakuragi come l'ottava meraviglia del mondo: per 10 volte non mi tocca
sentire strilli di nessun genere e gli occhi di Hana rimangono nella loro
forma normale, senza trasformarsi in cuoricini...
- Niente corte ad Haruko? - chiede Mitsui, leggendomi nel pensiero.
Se da una parte mi fa piacere non dover essere io a chiederlo, mi irrita
parecchio scoprire che i miei pensieri coincidono con quelli del sempai:
la cosa si fa sempre più preoccupante...
- No, non mi interessa più la Akagi! - replica secco il rossino.
Non credo alle mie orecchie!
- Ma dai! - se ne esce Ryota, scettico.
- Sono serio... - ribatte il mio compagno di classe, accellerando il
passo.
Io di sicuro non posso aver udito quello che mi sembra di aver sentito...
Se non fosse che ho una reputazione da difendere, mi lascerei scappare un
sorriso!
L'allenamento procede senza intoppi, con la costante presenza della
primate e l'indifferenza di Hanamichi...
...continua...
Me: Ecco fatto, il primo capitolo è scritto!
Ru: Hn...
Hana: No comment...
Me: Quanto entusiasmo! Spero che almeno qualcun altro si degni di leggere
e lasciarmi un commentino...
Cmq il prossimo capitolo (che non verrà postato a meno che io non legga
almeno un paio di commenti... Se nessuno legge, è inutile che si scriva,
non trovate?), si intitolerà "Sendoh"...
Aki: E scommetto che mi tratterai male come al solito!
Me: Io?!? Quando mai ti ho trattato male?!?
Aki: Ormai ho perso il conto!
Me: Bugiardo... E io che pensavo di renderti felice con Koshino, alla
fine!
Aki: Ritiro quello che ho detto...
Ru: Demente!
Me: Alla prossima, ragazzi! E questo capitolo è tutto per la neo-patentata
Camilla, nella speranza che non distrugga sin da subito ogni macchina che
incontrerà sul suo cammino!!!
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