Disclaimer: i personaggi non sono miei, io
non ci guadagno niente.ecc.
Note: non ho niente da dire.solo che sto sudando sette camice per
continuarla..mi sono cacciata in un groooosso guaio^^
Il resto è
silenzio parte
II
di Sanada
Restarono in silenzio per tutto il tragitto.
Rukawa non era certo un chiacchierone, e di certo Hanamichi non si
aspettava niente di diverso.
Quanto al rossino. Beh, era troppo scosso perché la sua mente potesse
partorire un discorso sensato, e poi aveva già i suoi problemi a cui
badare.
In fondo non era stata una cattiva idea seguire la volpe. Almeno avrebbe
ritardato il suo ritorno a casa.
Nel frattempo, il ragazzo al suo fianco continuava a chiedersi se stesse
facendo la cosa giusta. A domandarsi il perché di quell'invito.cosa lo
spingeva a fare tutto ciò.non lo sapeva neppure lui.eppure sapeva che
doveva farlo.doveva parlare con lui.
Non gli era mai interessato di nessuno fino a quel momento. Ma Sakuragi
aveva qualcosa che suscitava in lui apprensione, era preoccupato per lui,
sentiva di volere in qualche modo il suo bene. Non era facile per lui
dimostrarlo.non sapeva neppure fino a che punto volesse farglielo capire,
fino a che punto sarebbe arrivato. In qualche modo voleva aiutarlo, e la
prima cosa da fare era convincerlo che non era un suo nemico, che di lui
poteva fidarsi.che non avevano motivo di odiarsi, che gli altri pensassero
di lui quello che volevano, Sakuragi no. A Kaede Rukawa importava
l'opinione che il rossino aveva di lui.
Giunti al cancello di entrata, Hanamichi non si stupì più di quel tanto
nel vedere quanto fosse bella e grande la tana della volpe. In fondo aveva
sempre sospettato che fosse di buona famiglia e poi la sua non era di
certo da meno. Dopotutto suo padre era... era stato un importante uomo
d'affari.
Il rossino seguì Rukawa, avanzando attraverso il lungo vialetto, verso
l'entrata principale.
La volpe si apprestò ad inserire la chiave, quando la loro attenzione
venne catturata da voci provenienti dall'interno della casa. Risate,
intervallate da istanti di silenzio.erano nettamente distinguibili le voci
di un uomo e di una donna.
-Devono essere i genitori della volpe- pensò il rossino, poi tristemente,
constatò: -.sembrano davvero felici-
Era perso nelle sue riflessioni, quando si accorse che con un movimento
secco Rukawa aveva ritirato la chiave dalla serratura.
"E' meglio passare dal retro" e senza attendere risposta, si
avviò verso l'entrata secondaria.
Hanamichi seguì Rukawa dalla cucina fino in camera sua.
Poi la volpe disse:
"Aspetta qui"
"Dove vai?"
"Torno subito"
E detto questo lo lasciò solo. Il rossino non ebbe il tempo neppure di
formulare un pensiero, che il suo compagno era già di ritorno.
"Dove sei andato?" Hanamichi non resistette a porgere questa
domanda.
E stranamente Rukawa non si tirò indietro e rispose.
"Sono andato ad avvertire mio padre e quella lì che sono
tornato"
-'quella lì'? Allora non è sua madre.forse abbiamo qualcosa.anche se
molto poco.in comune eh volpe?- pensò Hanamichi.
Il rossino era ancora in piedi poco distante dalla porta, mentre Rukawa si
era seduto sul letto, osservando il compagno di squadra, entrambi in
attesa di una reazione da parte dell'altro.
Poi:
"Posso sapere il motivo per il quale mi hai portato qui? Cosa vuoi da
me?"
Il ragazzo moro lo squadrò per qualche istante, cercando di trovare le
giuste parole. Era faticoso e duro per lui parlare, quindi cercava
sempre di farlo il meno possibile, dicendo le cose necessarie.
Eppure questa volta doveva sforzarsi, doveva riuscire nel suo scopo.
Si alzò dal letto e si diresse verso la scrivania, dove era situato
l'ultimissimo modello di pc, e sulla quale erano ordinatamente impilati
alcuni libri e fogli.
Sfogliò quelle che sembravano alcune stampe di computer.
Dopo averne scelti un paio, il moretto tornò a sedersi sul letto.
Guardando Hanamichi negli occhi, tese il braccio a porgere quelle che
risultarono essere effettivamente le stampe di pagine web.
Il rossino le scorse velocemente, capendo subito di cosa si trattasse.
Strinse nervosamente le mani a pugno, accartocciando contemporaneamente i
fogli.
"Che diavolo significa tutto questo?" urlò in preda alla
rabbia.
"Che cosa vuoi da me? Hai scoperto quello che è successo e allora?
Che diavolo vuoi da me?!"
Era davvero infuriato, e il volto imperturbabile di Rukawa di certo non lo
aiutava a calmarsi.
"Vuoi smetterla di agitarti do'aho? C'è una spiegazione per tutto
questo"
Hanamichi aveva una gran voglia di andarsene via da quella camera,
sbattendo la porta in faccia a quel bel volto marmoreo.
Eppure, non riusciva a spiegarsi neppure lui il perché, non poteva
andare via, non ce la faceva.doveva capire.
"E allora parla! Sbrigati e facciamola finita una buona volta!"
Sbraitò in risposta, stavolta pericolosamente vicino alla faccia di
Rukawa.
Si fissarono ancora una volta negli occhi.quasi a non poterne fare a meno,
poi il volpino prese a parlare, lentamente, con voce ferma, calma e
deliziosamente bassa.
"Mio padre è un importante uomo d'affari. Mia madre è morta quattro
anni fa.
L'anno scorso mio padre si è risposato con.... quella lì. Lui non ha mai
capito niente di informatica, quindi mi chiede spesso di fare ricerche, di
aggiornarlo sulle ultime notizie del mercato e poi quella lì non gli
lascia un briciolo di tempo. Fatto stà che per questo devo tenermi
costantemente aggiornato su quello che accade. Il nome di tuo padre era
molto in vista, era una persona importante.
Sapevo che è morto tre mesi fa, mi è dispiaciuto molto, ma ho visto il
tuo tentativo di farlo passare inosservato, di coprire il tuo dolore, ed
ho taciuto, inoltre i nostri rapporti non sono mai stati molto
amichevoli" Una lunga pausa interruppe il discorso di Rukawa.
Nonostante avesse cercato di dire lo stretto indispensabile, di limitarsi,
lo sforzo era comunque notevole per chi era abituato a dire si e no due
parole in croce.
Nel frattempo Hanamichi era completamente spaesato. Non avrebbe mai
immaginato che il volpino sapesse tanto su di lui, e non avrebbe mai
immaginato che potesse arrivare a comprenderlo così a fondo, era davvero
senza parole.
"Poi il tuo comportamento è cambiato." riprese Rukawa "non
ti nascondo che mi ha preoccupato"
"Eh?" il rossino si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa.
- Non è possibile- pensava -la volpe preoccupata?! E per me poi! Non è
possibile-
Si ritrovò di nuovo a fissare quegli occhi color del mare in tempesta,
non mentiva, era sincero.
Rukawa continuò imperterrito il suo discorso.
"Sapevo che la causa del tuo comportamento aveva a che fare con tuo
padre, poi ho letto quello, tua madre e tuo zio, incredibile, e dopo soli
tre mesi"
"Gia, *economia! L'arrosto per il funerale è stato servito freddo al
banchetto nuziale* [ 'sta frase mi piace troppo, non ho resistito a
metterla^^. Scusate NdS] disse il rossino, cercando di trattenere e celare
la rabbia e il rancore.
Doveva controllarsi, non poteva cedere e farsi vedere debole di fronte a
Rukawa, non poteva.
Strinse i pugni tanto forte da lasciare i segni delle unghie sui palmi
delle mani.
"Ma ancora non ho capito, tu cosa c'entri in tutto questo?"
"Voglio aiutarti"
"Eh?!" per la seconda volta un grido di stupore fuoriuscì dalla
gola dei Hanamichi.
"Questa poi! E cosa vorresti fare? Io non ho bisogno di te e della
tua pietà! So cavarmela benissimo da solo"
"Uhn, non credo"
"TU NON SAI NIENTE DI ME! NIENTE! E NON DIRMmmmmh!"
Senza neppure sapere come, il rossino si trovò spalle al muro, le labbra
saldamente premute contro quelle di Rukawa e la sua mente smise di
pensare.
Il cuore gli faceva male, tanto batteva forte.
Rukawa non sapeva cosa l'aveva portato a baciare Hanamichi, ma ora che era
tra le sue braccia, una cosa era certa: che ci sarebbe rimasto.
Sentiva pian piano la tensione da parte del rossino allentarsi, avvertiva
le sue resistenze cedere sotto il tocco della sua bocca, sotto le carezze
della sua mano dietro la nuca, finchè si ritrovò a soccombere sotto la
prepotente invasione della lingua di Hanamichi, ormai completamente
coinvolto nell'inaspettata situazione e deciso a far si che tutto quel
fuoco non si spegnesse.
Hanamichi si aggrappò con forza a lui, stringendolo a sè mentre le loro
lingue si incontravano e si scontravano, esplorandosi, scoprendosi,
accarezzandosi.
-Sto baciando Rukawa. Sto baciando Rukawa. Rukawa mi sta baciando. Oddio!
E' fantastico! Non smettere ti prego! Non smettere!-
Sentire il corpo del moretto premuto contro il suo, le sue mani, la sua
bocca. Niente sembrava avere più importanza.
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