DEDICHE unt RINGRAZIAMENTI: ecco a voi la seconda della serie “Fiabe”!

La dedico a Lucy e Silene, le mie sis, e alle ragazze del CDSSP!

Vi voglio bene!

E in secondo luogo, una dedica a Najka: sul suo sito web, come introduzione alla sua personale versione di Cenerentola, mise un frammento della fiaba sonora omonima…

DISCLAIMERS: i personaggi sono di Takehiko Inoue, la trama invece è tratta dall’omonima fiaba. In questo caso la seguirò molto da vicino…cambiando ovviamente i punti cruciali ^^

Appena avrò tempo ne scriverò altre, mi sono divertita come una pazza con questa!!!

NOTA 01: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati…tutto come sempre insomma! E tra parentesi i miei sproloqui da narratrice!

 


Il pesciolino d'oro

di Marty


***A mille ce n’è

Nel mio mondo di fiabe da narrar…

Venite con me

Nel mio mondo fatato per sognar…

Non serve l’ombrello il cappottino rosso la cartella bella per venire con me;

Basta un po’ di fantasia e di bontà…***

 

C’era una volta un pescatore, che si chiamava Hanamichi Sakuragi.

Aveva lunghi capelli rossi e un corpo atletico ed abbronzato.

Era sposato con Haruko, che era la figlia del Sindaco del paese dove era nato. Quando aveva deciso di andarsene, l’aveva portata con sé.

La sua casetta, fatta di paglia e fango, era a picco sul mare, costruita su uno spuntone di roccia in cima alla scogliera.

Hanamichi era un buon pescatore, ma non sempre aveva fortuna e riusciva a tornare con abbastanza pesce per pagare i conti e mettere anche qualcosa da parte, quindi era povero, anche perché quando qualcuno aveva bisogno di aiuto era sempre da lui che si recava. Infatti, il giovane aveva il cuore d’oro, e non si rifiutava mai.

Anche quella mattina, come ogni giorno, fu svegliato dalla voce della moglie che, oltre a non essere niente di speciale da vedere

(Ehi! NdHaruko

Ringrazia che sei sposata con Hana e vedi di non aprire bocca più del necessario, che farai già abbastanza danni! NdMarty)

era anche un’insopportabile brontolona.

“Vai a pescare, presto, non startene lì a poltrire al sole! Se oggi non mi porti un sacco di pesce, non ti apro nemmeno la porta, hai capito buono a nulla?!”

E il pescatore, con un sospiro, si caricò la rete vuota sulle spalle ampie, scese il sentiero roccioso, attraversò il ponticello di legno e la gettò in mare.

“Povero me” borbottò a bassa voce, anche se la moglie non avrebbe potuto sentirlo comunque “Ieri sono stato a tagliare legna per tutto il giorno, in modo da non patire il freddo quest’inverno, e ora sono esausto! Ma la mia signora pretende, pretende…e quindi non ho potuto restare a riposare.

Butto la rete, la tiro su…faccio fatica, resto senza fiato e che ci trovo dentro? Solo alghe e pietre!

Devo avere una qualche maledizione addosso…”

Hanamichi pulì la rete dal liquame che ci era finito dentro e poi la gettò di nuovo, un po’ più lontano questa volta.

Era entrato qualcosa, lo aveva sentito distintamente. Si muoveva. Un pesce? Ma era così leggero!

* È un pesciolino d’oro…

Te lo ripete il coro… 

D’oro…d’oro…ma piccolo così…

(ma che abbiamo fatto di male?! NdSakuragiGundan

Nulla! Ma siete il coro più economico che sono riuscita a trovare! ^^ ndMarty)*

Il rossino aveva infatti pescato un pesciolino che sembrava proprio d’oro, e se ne stava lì a fissarlo con gli occhi spalancati dallo stupore quando quest’ultimo parlò

(PARLA?! Ma come! Ed io che ero così felice perché finalmente avevo un ruolo perfetto per me…ç_ç ndRu

che vuoi farci?! Se vuoi Hana, devi parlare! NdMarty_despota

Ok…ndRu)

“Pefcatore, pefcatore, laffami tornare nel mare non voglio morire…”

(E QUESTO CHE DIAVOLO VUOL DIRE, EH?! NdRu_furibondo

Ma nulla…hai un LIEVISSIMO difetto di pronuncia…ndMarty

MA SEI IMPAZZITA?! NdRu

oh, senti cocco: o così o niente! Se non ti va, posso sempre chiedere ad Akira di fare il pesciolino d’oro…ndMarty_calcolatrice

No, no, va bene…farò il pesce con problemi di pronuncia…ndRu_rassegnato)

“Oh, povero pesciolino!” Esclamò Hanamichi “Sai, è molto strano che tu sappia parlare! E infatti parli con la lisca, ehehehehehe…”

(COSA FA, MI SFOTTE PURE?! MA IO LO AMMAZZO!!! Anzi, ammazzo te che scrivi i dialoghi maledetta…ndRu

^^’’’’ ndMarty_che_ha_paura)

“Fi fi…”

“È un peccato farti finire in padella! E poi con l’appetito che abbiamo io ed Haruko tu non serviresti neppure da antipasto. Quindi ti ributto in mare, anche se mia moglie mi sgriderà per questo, ok?”

E detto fatto il pescatore prese delicatamente tra le dita la coda del pesce e lo gettò in acqua.

“Graffie pefcatore…”

La voce questa volta era più corposa, e Hanamichi, che si era già voltato per tornare a casa, guardò nuovamente il mare.

Quale non fu la sua sorpresa quando si vide davanti agli occhi un giovane bellissimo, dalla pelle bianca come la panna d’inverno (vedi La Storia Fantastica) e degli occhi che attraversavano tutte le sfumature della gamma degli azzurri.

Era nudo, eccezion fatta per un peplo scuro che gli scendeva lungo una spalla coprendogli il bacino.

Il pescatore sentì la sua bocca seccarsi, e il sangue affluire tutto al viso e ad un’altra parte del suo corpo che non si sarebbe mai aspettato di risvegliare in quel momento.

“Fei ftato tanto buono con me…” aggiunse la misteriosa creatura uscendo dall’acqua e camminando con passi lenti e felpati verso di lui, che non riusciva a muoversi tanto era occupato a ricordare come si respirava.

“Chiedimi quello che vuoi e farai accontentato…” gli sussurrò, ormai a pochi centimetri dalle sue labbra.

“No…no…non ho bisogno di niente, caro pesciolino d’oro! Addio!” rispose precipitosamente il rosso fuggendo poi a gambe levate, terrorizzato dalla reazione che il suo corpo aveva avuto.

Il moro rimase a guardare la sua figura salire lungo il costone di roccia, mentre lo sguardo gli si incupiva un po’. Poi però sorrise furbescamente e, raccolto il peplo, tornò nel mare. Non appena l’acqua si fu chiusa sul suo capo, tornò ad essere un pesce e guizzò via.

(Allora…ndRu_irato_ma_che_cerca_di_mantenere_la_calma

Siiiiì? NdMarty_angelic_smile

Nella casa della foresta ero un vecchio babbione che non riesce neppure a mangiare da solo e si addormenta con la faccia nella minestra, e tutti mi chiamano ‘nonnino’…

E ora…

Ora…

Sono uno stupido pesce che parla con la ‘f’ invece di ‘s’ e ‘z’?! ma perché diavolo mi odi tanto?! NdRu_disperello

Non ti odio! È che tutti dicono che sei bravo e bello…voglio un po’ sfatare il mito…ndMarty

Ma almeno alla fine starò con Hana, vero?! NdRu_ultima_speranza

Ma certo! NdMarty

Allora, sopporterò…ç__ç ndRu_che_si_arrende)

Quando credette di aver messo abbastanza strada fra se stesso e Mr Oceano 2005, Hanamichi rallentò il passo.

“Certo Haruko mi farà una scenata quando mi vedrà tornare senza pesce…ma pazienza, non sarà la prima volta che la sento brontolare!”

Non sbagliava.

Quando sua moglie lo vide arrivare senza nemmeno un pesce, andò su tutte le furie, e quando il poverello gli raccontò del pesciolino d’oro e di quel che aveva detto…

“Ma che bell’idea! Il pesce ti chiede di esprimere un desiderio e tu niente!”

“Ma tesoro mio, abbiamo la nostra capanna! Tu vivi tranquilla, io qualche volta riesco anche a pescare…ci amiamo…che cosa si può desiderare di più?”

“CHE COSA SI PUÒ DESIDERARE DI PIÙ?! Un mastello nuovo per esempio! Qualcosa da desiderare si trova sempre, imbecille!!!”

E la donna tanto brontolò che il pescatore tornò alla spiaggia in cerca del pesce.

“Pesciolino! Pesciolino d’oro!”

* È un pesciolino d’oro…

Te lo ripete il coro… 

D’oro…d’oro…ma piccolo così…*

(Ma dobbiamo farlo ancora molte volte?! NdSakuragiGundan_prossima_alle_lacrime

Sì, ogni volta che appare Kaede! NdMarty

Sob…ndSG)

Non appena l’ebbe chiamato, il meraviglioso essere sorse dalle onde, come la Primavera del Botticelli. I suoi grandi occhi erano azzurri come il cielo terso.

“Eccomi, pefcatore. Che cofa c’è?”

“Ecco, vedi, è per mia moglie, Haruko. Vorrebbe un mastello. Visto che non sopporto più di sentirla brontolare…”

“Va bene, farà fatto. Torna pure a cafa.”

La voce del ‘pesciolino’ era piuttosto triste, ma Hanamichi non se ne accorse, tanto era preso a correre lontano da quella pelle che avrebbe voluto mordere dappertutto.

***

Appena arrivato davanti a casa, vide un bel mastello, rotondo e tutto colorato.

Sorrise felice alla moglie.

“Sei contenta, ora, Haruko?”

“Contenta?! Tu a quel pesciolino d’oro hai donato la vita e lui in cambio cosa ti dà?! Un mastello?!”

“Ma cara, mi hai detto tu di chiedere un mastello! Che cos’altro pretendi?!” rispose il rosso, confuso.

“Una casa come si deve, invece di questa capanna di fango! Puzza!”

“Ma l’ho costruita io…per noi…e sono tanti anni che ci viviamo felici…”

“Beh, adesso voglio una bella casa! Torna da quel pesce, marsch!”

Il pescatore, mogio mogio, tornò alla spiaggia.

“Pesciolino!”

* È un pesciolino d’oro…

Te lo ripete il coro… 

D’oro…d’oro…ma piccolo così…*

(Ti rendi conto di quanto sia idiota questo stacchetto, vero? NdHana

Certo ^^ ndMarty

Quand’è così…^__^ ndHana

Santo cielo, due deficienti…e chi ci salva più?! O_O ndRu)

Questa volta gli occhi del moro avevano assunto una tonalità più scura ed erano leggermente velati.

“Ecco, è per mia moglie non per me! Scusa l’ardire, ma il mastello non le basta. Vorrebbe una casa vera, e spaziosa, invece di quella che ho costruito io. Non ne posso più, puoi aiutarmi?”

“E va bene! Tua moglie avrà la cafa che tanto defidera…”

“Grazie!” esclamò Hanamichi tornando verso la scogliera.

“Che donna idiota…” mormorò il moro rientrando nel mare “io darei qualfiafi cofa per vivere in una cafa coftruita da lui…”

(Ma lo vedi! Mi crolla il pathos se parlo in questo modo barbino! NdRu

Non sono d’accordo, a me sembri così tenero…^^ ndMarty_che_tira_l’acqua_al_suo_mulino)

***

Il pescatore quasi non credeva ai suoi occhi quando si ritrovò davanti la nuova casa.

Era perfetta, come quelle che si sognano per tutta una vita, ma Haruko subito obiettò.

“Sì, non c’è male come casa. Ma quando penso che potrei abitare in un sontuoso palazzo…umpf! Non so che cosa mi trattenga dal buttarti giù da questa scogliera; vai subito da quell’avaraccio del tuo pesciolino d’oro e chiedigli un palazzo! Fila!”

Hanamichi non aveva il coraggio di presentarsi con un’altra richiesta a quella creatura.

Non solo perché gli sembrava di stare approfittando della sua buona fede, ma anche perché trovandoselo di fronte di nuovo non era sicuro di riuscire poi ad allontanarsene.

Gli stava entrando sotto la pelle, il suo sguardo profondo ed insondabile, e la sua voce morbida gli risuonava continua nelle orecchie. Ma non si sarebbe mai sognato di andare contro Haruko, l’unica donna che lo avesse accettato e avesse deciso di dividere la sua vita misera. Così, deglutì a vuoto e si portò sulla spiaggia.

“Pesciolino!”

* È un pesciolino d’oro…

Te lo ripete il coro… 

D’oro…d’oro…ma piccolo così…*

Dovette chiamarlo due volte, prima di ottenere risposta.

Gli occhi del giovane stavolta avevano assunto la tonalità dei mari più profondi, e gli causarono un brivido di freddo quando li guardò.

“Che cofa vuoi ancora?!” domandò con voce bassa e vibrante.

“Beh…mia moglie non è contenta della casa e del mastello, e vorrebbe un palazzo con ricche sale…e io…”

“Fì, fì, lo fo…non fopporti più il fuo brontolio, no? Povero pefcatore! Farai accontentato…”

Al rossino sembrò di cogliere una nota polemica, nella voce del pesciolino, ma ringraziò e se ne andò.

Dove prima sorgeva la sua capanna, ora c’era un bellissimo palazzo e, in cima ad un ampio scalone, sua moglie Haruko con addosso abiti splendidi.

“Harukina cara, come sei elegante!”

“Chi è quel pezzente che sta salendo i gradini a quattro a quattro?! Paggi! Lasciate il baldacchino e prendete quel maleducato! Mettetelo subito a pulire le stalle!”

“Ma…ma…Haruko! Sono io, tuo marito! Non…non mi riconosci?!” balbettò il povero Hanamichi, che era stato afferrato da tre energumeni più grossi di lui.

“Adesso no! Forse mi ricorderò di te quando avrò bisogno di qualcosa…”rispose Haruko agitando la mano ingioiellata con noncuranza.

E così il pescatore si ritrovò a strigliare i cavalli.

Lui, che dei cavalli aveva sempre avuto paura!

Ma un giorno la padrona del palazzo (cioè sua moglie) lo mandò a chiamare.

“Uhm…senti, suddito: io sono stanca di questa vita! Voglio essere…ZARINA!”

“Moglie mia, sei impazzita?! Come puoi pretendere di diventare zarina! E poi, cosa vuol dire ‘zarina’?!”

“Come sei ignorante alla tua età! Zarina è…uhm…er…fai conto che sia…uh…come una regina, ecco!”

“Ma dimmi un po’, non puoi proprio accontentarti di questo bel palazzo?” tentò di convincerla, anche se una voce dentro di lui gli gridava di star zitto ed andare di corsa a cercare quell’essere meraviglioso.

“No, e poi no, voglio essere zarina!” piagnucolò Haruko.

“Ah, voglio abitare anche in un bel castello…” aggiunse mentre il suo sguardo si perdeva in fantasticherie sulla sua futura vita dorata.

Che cosa poteva fare il pover’uomo?

Non gli restò che ubbidire e tornare dal solito pesciolino.

* È un pesciolino d’oro…

Te lo ripete il coro… 

D’oro…d’oro…ma piccolo così…*

(BASTA! NON NE POSSIAMO PIÙ! UCCIDICI, TORTURACI, MA BASTA CON QUESTO INSULSO CORETTO!!! NdSG

Eddai! Ne dovete fare ancora uno e poi basta! Vi faccio cantare anche la sigla…ma non ve ne andate ora, vi prego…ç__ç ndMarty_commediante_interessata

e va bene…ma è l’ultima volta che ci freghi! NdSG_che_hanno_imparato_la_lezione)

Il moro lo fissò con occhi dalle sfumature violette, che dardeggiavano.

“Non è per me, ma per mia moglie…”

“Fì, lo fo, ho capito.

Cofa vuole stavolta? Diventare farina? E fia!” disse con voce atona, per poi andarsene senza aspettare il suo ringraziamento.

Il cuore del rosso si incrinò, a quella scena.

Avrebbe voluto rincorrerlo, gettarsi tra i flutti con lui, dirgli che lo voleva nella sua vita come non aveva mai voluto altro.

Ma voltò le spalle all’acqua e tornò da sua moglie.

Non aveva il coraggio di presentarsi, però.

Haruko era ormai diventata zarina, e si dava un sacco d’arie in mezzo a tutti i suoi dignitari.

Quando però ella scorse il marito nascosto dietro ad un cespuglio, lo chiamò.

“Suddito-marito! Vieni qui.

Inginocchiati e ascolta i miei ordini: torna subito dal pesce.”

“Ancora?! Uffa! Questa volta no!” si ribellò finalmente Hanamichi.

Il suo cuore non avrebbe resistito al vederlo un’altra volta.

Ormai aveva capito di amarlo.

“Fa come ti dico altrimenti ti mando in Siberia! Chiaro?!

Voglio diventare signora di tutta la Terra e dell’Oceano…e voglio che anche il pesciolino d’oro diventi mio schiavo!

Così se un giorno ne avessi voglia, potrei farmelo in padella!” concluse ridendo sguaiatamente.

- non penso proprio che una volta che l’avrai visto vorrai fartelo in padella, Haruko…- pensò tristemente il pescatore.

D’altronde, però, la Siberia è il posto più freddo che ci sia e sapeva bene che la moglie sarebbe stata capace di mandarcelo davvero.

E poi chissà, magari al moro la sua sposa sarebbe piaciuta.

Con la morte nell’anima, raggiunse la spiaggia, per l’ultima volta.

“Pesciolino!”

(Beh?! E il coretto?! NdSG

Non so…ho pensato che forse stavolta davvero rompeva il pathos…ndMarty_che_riflette

Ma tanto lo rompi comunque col siparietto! NdSG

Avete ragione! ^_^ ndMarty)

* È un pesciolino d’oro…

Te lo ripete il coro… 

D’oro…d’oro…ma piccolo così…*

L’oceano era squassato da onde altissime, e il moro non compariva, nonostante i suoi richiami.

Consapevole del fatto che quello era un addio, gridò cercando di superare il fragore dei flutti: “Mia moglie non si accontenta di essere zarina, vuole di più: ti vuole come suo schiavo, e vuole comandare sulla Terra e sugli oceani!” tirò su col naso, e continuò “Ma io preferisco andare a morire da solo in Siberia, perché non ho intenzione di vendere la tua dignità in cambio della mia. Almeno questo per te posso farlo. Perché ti amo, maledizione, ti amo e non potrò dirtelo mai…”

A queste parole la tempesta così com’era arrivata se ne andò.

Il sole tornò a splendere, e l’acqua limpida e calma gli lambì i piedi.

Sentì un immenso fragore provenire dalla scogliera, e si mise a correre a rotta di collo verso il castello.

Quando uscì dalla boscaglia e si ritrovò sul piazzale che ben conosceva dovette darsi un paio di pizzicotti per convincersi che non stava sognando.

Non c’era più il castello, le torri, il palazzo sontuoso o la casa spaziosa.

Non c’era più neppure il mastello.

C’era solo la sua capanna di fango, quella che lui aveva costruito con fatica come nido d’amore per sé e per la persona con cui avrebbe dovuto dividere la sua esistenza.

Si guardò attorno con aria smarrita.

Poi una voce lo gelò.

“Tua moglie aveva bifogno di una bella leffione. Ci ho penfato io. Fpero che non ti difpiaccia o che non ne fentirai troppo la mancanfa, pefcatore…”

Si voltò di scatto e lo vide.

Lui.

Il pesciolino d’oro.

Era appoggiato alla parete della casetta, indossava solo un paio di jeans scoloriti e una fascia che gli copriva la fronte.

Il suo sguardo era di nuovo terso come il cielo d’estate, e il sorriso con cui lo gratificò dissipando tutti i suoi dubbi fu la cosa più bella che avesse mai visto.

“Poffo chiedere qualcofa io, ora?” disse sottovoce il moro mentre lasciava cadere la rete da pesca che stringeva fra le dita pallide e gli correva incontro.

E Hanamichi, quando lo strinse tra le braccia, sentì di essere finalmente tornato a casa.

 

*OWARI*

 

***Finisce così

Questa favola breve se ne va…

Ma aspettate, e un’altra ne avrete:

‘C’era una volta’ la narratrice dirà,

E un’altra fiaba comincerà!***

 

Beh…

Che dire…

Spero vi sia piaciuta.

Commentate, mi raccomando!

Marty