Dunque dunque…questa è la mia prima FF, per cui non siate clementi e ditemi tutto quello che non vi piace e perché!!!!!

Come al solito tutti I personaggi sono della bravissima, inimitabile, fantastica Kaori Yuki, le scene di sesso invece sono tutte farina del mio sacco….forse la figura di Lucifero è un po’ ooc, ma non importa…..



Il peccato più grave

di Niane


"Io sono il signore tuo dio

Non avrai altri dei all’infuori di me

Rispetta la gerarchia

Non provare altro sentimento oltre il rispetto

Opera secondo le mie parole e non chiedere altro

Io sono il giudice di ciò che è bene e di ciò che è male…."

 

Il tempo, che per la città immobile sotto di loro si era fermato alcuni giorni prima, con la morte di Sara, scorreva velocemente verso la grande battaglia.

"Non passa più-ùù" brontolò Michael, seduto, a gambe incrociate, sul pavimento.

"Ancora un paio di giorni di attesa! E senza nemmeno un demoniaccio da accoppare! Io mi annoio da morire. Sono stanco marcio di assecondare I capricci di quel moccioso!"

"Quel moccioso è il Salvatore" ribatté calmo Raphael.

Michael sbuffò. "sei così gentile solo perché è la reincarnazione di una bella donna. Ma è e rimane un moccioso sessuomane come te. E poi, dove cazzo si è cacciato ora?"

Raphael sospirò: "E’ di là con Sara".

"Sara, eh? Questa è una cosa che non mi spiego" rifletté a voce alta Michael, sistemandosi la grande spada sulle ginocchia, " Perché diamine hai ridato a Djibrill il corpo dell’umana?" ed alitò sulla lama per cercare di eliminare l’alone lasciato da una recente macchia di sangue.

Raphael si voltò appoggiando la schiena contro il vetro della finestra, un’ombra cupa nell’innaturale luce verdastra del cielo.

"Sara è diversa da Djibrill" affermò passandosi una mano sul viso per allontanare il ciuffo biondo che gli cadeva su un occhio. "Lei non prova la fredda pietà dell’angelo dell’acqua, lei conosce l’amore e il peccato che lo segue e, tuttavia, non ha paura di dare il giusto nome ai sentimenti…"

Michael per un po’osservò le labbra scarlatte dell’amico muoversi e parlare di affinità e differenze e simili idiozie, poi permise ai suoi occhi di scendere sul petto glabro e muscoloso dell’angelo. Solo una cosa, in tutto quel cincischiare gli era chiara: Rapahel non aveva ancora imparato ad abbottonarsi per bene le camicie…

"Mi chiedo perché perdo tempo a farti simili discorsi" borbottò contrariato Rapahel che aveva notato l’espressione di totale e completa incomprensione che aleggiava sul viso tatuato del capo delle potestà. Sara…Era stato così attratto da lei che aveva recuperato il suo corpo, le aveva salvato la vita…aveva fatto la figura dell’idiota al processo ed ora era un ribelle…E cosa aveva ottenuto poi in cambio? Gratitudine? Riconoscenza? L’angelo sorrise debolmente: poteva sentire ancora il bruciante schiocco del ceffone che lei gli aveva mollato quando aveva tentato di baciarla. ‘Sei un idiota vigliacco’. L’aveva davvero chiamato vigliacco. Ed aveva ragione.

Raphael cominciò a ridacchiare.

Con apprensione Michael osservò il corpo sussultante dell’amico e scosse leggermente la corta zazzera rossa.

"L’ho detto io che bisogna far qualcosa prima che la noia ci faccia ammattire del tutto" bofonchiò "e questa volta non ha speranza. Glielo faccio ingoiare quel suo sorriso ebete.""

Un serpente gelido si accoccolò nello stomaco di Rapahel stringendolo in una morsa dolorosa.

Due giorni e poi lo scontro, potevano vincere? E soprattutto poteva farcela Michael?

"Sei un pazzo Michelino".

Michael si alzò in piedi di scatto puntando la spada verso la schiena di Rapahel

"Maniaco che non sei altro non chiamarmi…".

"Ricordo fin troppo bene: la guerra era appena finita e noi avevamo vinto…" continuò ignorando lo scatto d’ira dell’amico; "I ribelli erano stati scacciati, dunque, sì… noi tecnicamente avevamo vinto…Eppure io allora mi sono sentito colpevole, mi pareva di aver sbagliato qualcosa…ma poi tu sei diventato un problema più grande dei miei dubbi. Te ne stavi solo, accoccolato su un masso, il viso nascosto tra le mani; un moccioso pervaso da una disperazione che ardeva chi tentava di avvicinarsi e nello stesso tempo anche il tuo cuore, dal momento che le fiamme non erano capaci di ledere la tua carne. E solo perché lui, il nemico sconfitto, tuo fratello, ti aveva sorriso.

In quel momento credo di aver odiato Lucifero come non ne ero mai stato capace prima, non avevo provato nulla di simile nei suoi confronti nemmeno mentre i miei uomini cadevano a causa della sua rivolta, ma allora…in quell’istante sì, lo odiai davvero…

Avanzai nel fuoco che ti avviluppava protetto solo da una flebile barriera d’aria che non aveva nessuna possibilità di salvarmi dal fuoco che ti divorava…volevo anch’io bruciare con te…Avevo mille discorsi sensati da farti" una risatina soffocata, "eppure, quando posai la mia mano sui tuoi capelli, riuscii solo a darti dello stupido…la mia mente non voleva funzionare più. Le tue fiamme mi lambivano la pelle, eppure non erano nulla in confronto al calore che cresceva in me…il tuo corpo scosso dai singhiozzi che mi sfiorava il petto…I muscoli della tua schiena sotto I miei palmi…il profumo acre dei tuoi capelli, del tuo corpo…volevo baciarti, più di ogni altra cosa…assaporare le tue labbra, la tua pelle…tutta la tua pelle.

Avevo combattuto al fianco di Dio come suo fedele generale e, tuttavia, violavo la sua più grande regola, non solo amavo come era proibito fare, ma amavo te, un maschio…e per di più grezzo, rozzo ed attaccabrighe. Mi aspettavo una punizione esemplare e l’ho avuta.

Ho cercato di soffocare il mio desiderio nei corpi di ogni bella donna, ma la sensazione che provavo nell’affondare nel loro ventre morbido non è nemmeno paragonabile allo smanioso desiderio che suscita in me la tua sola presenza. E tu, brutto idiota non facevi che rendermelo ogni volta più difficile, con quell’orrida mania di tenere le giacche aperte sul petto e mettere in mostra quel brutto tatuaggio che pare implori di essere toccato, baciato…leccato…." Raphael appoggiò il viso caldo al vetro, sotto di lui l’Assiah attendeva immobile, congelata, che il tempo riprendesse a scorrere o che il mondo intero perisse definitivamente schiacciato dall’ultima battaglia. Michael ascoltava stranamente attento.

"Allora è vero che quel giorno mi hai baciato, non l’ho sognato"

Rapahel chiuse gli occhi ricordando le labbra calde e salate di Michael che si schiudevano sotto le sue permettendogli di assaporare la dolcezza della sua bocca e della sua lingua che con la furia della disperazione si avvinghiava alla sua. Una fitta di desiderio lo trafisse .

"Come al solito non hai capito nulla di quello che ho detto…io ti apro il mio cuore, ti confesso un’ ignobile smania centenaria e tu ti preoccupi di un bacio?"

Perché mai gli stava raccontando segreti celati in lui da migliaia di anni? Sentì la mano di Michael serrarsi con forza sulla sua spalla chiedendo una risposta.

"Si, Michelino" , capitolò infine preparandosi a ricevere un colpo; ma la mano dell’angelo di fuoco scivolò sul suo collo.

"Non chiamarmi così, idiota masochista che non sei altro!" sbottò l’angelo "Hai idea di quanto cavolo di tempo sia passato da allora?"

Qualcosa nel suo tono spinse Raphael a girarsi verso di lui.

La pressione alla base della sua nuca aumentò costringendolo a piegare la testa verso il viso sorridente di Michael che si stava allungando per coprire con la propria bocca le labbra socchiuse.

La resistenza di Rapahel, dettata dallo stupore, venne immediatamente meno e l’arcangelo si appoggiò pesantemente contro il corpo dell’amico mentre le loro lingue si avviluppavano in un profondo, umido bacio.

La mano di Michael scivolò sotto la seta morbida della camicia per sfiorare, con una lenta ed eccitante carezza, la schiena fino al fianco e posarsi poi sulle natiche, premendole con forza contro il proprio corpo, come per fondersi in un’unica persona.

Rapahel spalancò gli occhi e gemette quando nell’abbraccio I loro membri si strusciarono uno sull’altro.

Finalmente le labbra di Michael lo lasciarono per tracciare un umido ardente percorso sul suo collo, sul petto, su un capezzolo duro che il ragazzo morse delicatamente.

Raphael rimaneva immobile, sostenuto dalle braccia dell’amante, incapace di far altro che ascoltare le ondate di piacere che gli squarciavano il corpo.

Spingendolo contro il muro Michael gli abbassò I pantaloni strappando, nella foga, I bottoni.

"L’ho sempre detto che sei un maniaco" ridacchiò quando il membro duro dell’arcangelo gli si presentò davanti; "mai sentito parlare di biancheria intima?" ironizzò fiaccamente, baciandolo ed impedendo, con movimenti esperti della lingua e delle labbra, ogni risposta da parte di Raphael, che si ritrovò a gemere senza alcun pudore.

La testa piegata all’indietro, contro il muro, le labbra socchiuse in un gemito continuo e le mani affondate tra I capelli dell’angelo inginocchiato ai suoi piedi.; tutto il suo corpo era un unico compatto brivido di voluttà.

Il sangue gli si condensò nelle vene mentre la bocca famelica di Michael leccava e succhiava senza sosta il suo membro bollente. Lo sguardo di Michael lo fissava brillante d’eccitazione e quando I loro occhi si incontrarono Rapahel emise un gemito sordo sentendo il piacere incendiare ogni singola cellula. Come in risposta la bocca di Michael si fece più vorace inghiottendone tutta la lunghezza e pompandolo con più passione.

Rapahel spalancò gli occhi perso nell’estasi. "Micky-chan" gemette mentre il frutto dolce del suo orgasmo scivolava tra le labbra assetate dell’angelo che continuava a succhiare con un mugugno soddisfatto.

Facendolo stendere sul pavimento Michael sorrise compiaciuto.

"A quanto pare la tua fama di grande amatore è un po’ montata, se sei già k.o. dopo il primo round" lo canzonò, il respiro affannato, carezzandogli con un polpastrello le labbra umide.

"Chi sarebbe k.o.?" domandò Raphael schiudendo le labbra e bloccando il dito tra I denti. Era ora che quel moccioso guerriero imparasse a riconoscere la vera arte…

Con estrema, calcolata lentezza succhiò il dito, facendolo scivolare sulle labbra e poi risucchiandolo nell’umido calore della sua bocca per circondarlo con la lingua.

Michael sospirò sbalordito dall’intensità del piacere che lo percuoteva; l’arcangelo gli stava solo succhiando un dito, eppure tutto il suo corpo fremeva per l’eccitazione, inarcandosi spontaneamente, aiutando le mani di Rapahel che lo stavano spogliando della giacca e dei pantaloni in pelle.

"Come diavolo fai a tenere ‘sta roba sotto quella guaina" mormorò perplesso Raphael osservando gli stretti pantaloni in pelle e I larghi boxer che l’altro indossava.

"ma che cavolo t’importa?" gemette Michael e si liberò con un solo gesto della biancheria. Con un sorriso sensuale afferrò le mani di Raphael e lo spinse sul pavimento, sotto di lui. I suoi occhi brillavano mentre si allungava sul corpo più alto per sfiorare con la lingua la morbida pelle del collo e ridiscendeva sul petto per suggere un capezzolo duro; il suo membro duro sfiorava con un tocco vellutato quello di Rapahel che ritrovava velocemente turgore.

"Ohhh" gemette Raphael conscio di aver perso quella battaglia amorosa, ogni minimo tocco gli provocava uno spasimo intenso di desiderio ed anche se le sue mani erano ora libere di muoversi a loro piacere sul corpo muscoloso di Michael , lui non riusciva a mantenere la sua solita calma che gli permetteva di guidare il gioco con distacco e donare l’estasi alle sua amanti.

La passione che divorava Michael non era minore. Rimandando il proprio appagamento cercava Rapahel con tutto il suo corpo, perdendosi per la prima volta in eccitanti interminabili carezze..

Si portò la mano alle labbra baciandone il palmo e tirò fuori la lingua leccandolo con lenti gesti circolari, salendo verso le dita e succhiandole a lungo. Poi accompagnò, con un sospiro d’anticipazione, la mano verso la morbida fessura tra le natiche, inarcando la schiena, offrendosi totalmente all’amico.

Raphael gemette lasciando scivolare un incerto dito dentro il morbido calore.

"Prendimi" sussurrò Michael. Ma il compagno tentennava. Non aveva mai preso un uomo e improvvisamente si sentiva timido e timoroso di non riuscire a soddisfare il suo amante.

Fu Michael a rompere ogni indugio mettendosi a cavalcioni di Raphael e guidandolo con forza dentro di sé.

"Fe…" la protesta di Raphael si mutò in un lungo, interminabile gemito di puro piacere quando il corpo di Michael calò intorno a lui inghiottendolo.

Nessuna remora o dubbio poteva più esistere, Raphael si mise a sedere, artigliandoli la schiena, spingendosi più in profondità dentro Michael che sospirò soddisfatto.

Lentamente I due cominciarono a muoversi all’unisono, mentre il piacere cresceva con inaudita potenza dentro di loro, avviluppandoli in un’estatica agonia che chiedeva solo di essere soddisfatta.

Michael sentiva il grosso membro di Rapahel entrare ed uscire dal suo corpo con spinte sempre più veloci e profonde, ad ogni colpo una fitta di piacere puro lo attraversa.

La mano di Raphael lasciò la presa sulla sua schiena e raggiunse il membro vibrante, bloccato tra I loro ventri, incominciando a pomparlo, seguendo lo stesso ritmo delle spinte.

"Michelino" gridò Raphael

Michael gli morse il collo gemendo di piacere mentre rilasciava tutto il suo desiderio tra le mani di Rapahel che venne dentro di lui,con un lungo inintelligibile gemito.

Michael era accasciato sul petto dell’angelo biondo e il silenzio era disturbato solo dal loro respiro ancora affannato.

"Potrebbero strapparci entrambe le ali per questo", mormorò pacatamente Raphael intrecciando le dita tra la rossa seta dei capelli dell’amante. Amante…questa era una cosa che nemmeno l’efficientissima Barbiel avrebbe potuto prevedere.

Michael rise rotolandogli di fianco e tirandoselo sul petto.

"Dubito che rimanga molto tempo per I processi, il gran divertimento sta per cominciare.".

Il dito di Raphael si posò sulla testa del drago, sotto l’occhio di Michael, e lo percorse per tutta la sua lunghezza. Raphael sospirò, aveva sognato milioni di volte di farlo così: dolcemente, senza fretta, come se fosse tutto legittimo.

Michael rabbrividì al contatto, provocando una risatina del compagno.

"Sei un essere impossibile Michelino, ma non sei mai stanco?" domandò con finta riprovazione.

"E non mi chiamare Michelino" sbottò lui con foga, prima di sospirare: "Però sì, sono troppo stanco per litigare con te…o per fare qualsiasi altra cosa" aggiunse con tono malizioso. "comunque...se proprio lo vuoi sapere, ne sarebbe valsa la pena. Riguardo al processo intendo…Oh sì, vali bene due ali strappate" mormorò con la voce impastata dalla stanchezza.

"Mi chiedo se chi si oppone a delle leggi ingiuste sia da considerare un ribelle.Perchè noi non potremmo amarci, amor mio?" Il lungo silenzio ed il ritmo perfetto del petto che si alzava sotto la sua guancia gli dissero che Michael s’era addormentato, ma Raphael continuò indifferente, tanto Michelino non avrebbe mai potuto dare una risposta…

"Lotterò al tuo fianco sempre, come prima," mormorò sfiorandogli con le labbra il petto, proprio sotto la coda attorcigliata del drago ma credo che Lucifero in fondo abbia ragione… Perché mai, l’amore per noi deve essere un delitto?"

"Non chiamarmi Michelino" borbottò Michael nel sonno.

Raphael sorrise.

 


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