disclaimer: I
personaggi sono miei.
Il
passeggero
di Minako Tsuchiya
Arguto, il passeggero osservava chi lo circondava: un uomo
sulla quarantina che leggeva un quotidiano, due arzille vecchiette che
ciarlavano di tal cosa e tal'altra, una madre che cercava di tenere a bada i
propri pargoli; Dio solo sa quanto d'affare gli dessero, scalmanati
com'erano.
Non mancava il solito gruppo di studenti intenti a ripassare o studiare il
più rapidamente possibile per l'interrogazione o verifica giornaliera ed in
fondo, nascosti agli occhi di tutti, ma non del passeggero, vi erano due
giovani.
Un ragazzo alto, moro, dalla carnagione pallida come la luna e gli occhi
colmi di riguardo per chi lo affiancava e di disprezzo per qualsiasi altro
essere. Il minuto accompagnatore simulava un delizioso broncio accompagnato
da uno sguardo vispo e ricolmo d'amore. I fulvi capelli ondulati gli
accarezzavano il volto di porcellana e le braccia s'avvolgevano all'altro
nella disperata ricerca di coccole.
Per una qualsiasi persona, quei due potevano sembrare semplici amici, ma non
per il passeggero.
Il passeggero li scrutava con gli occhi di un padre, il passeggero notava
ogni loro minimo dettaglio. Un sorriso, un sussurro, l'unione delle mani, un
abbraccio e un bacio, piccolo, tenero, dolce bacio.
Il passeggero pensa, guarda, li protegge; nessuno deve sfiorare coloro che
reincarnano l'amore e la purezza.
Il resto del mondo pare sia scomparso per il passeggero. Ormai ha solo occhi
per gli amanti. Sono loro il centro dell'universo, sono loro l'archè della
perfezione.
Una musica immaginaria si diffuse nella testa del passeggero. Ritmi
orientali e malinconici, sinfonie rimembranti il Barocco ed il folklore, un
mix sublime per coloro che erano diventati le sue divinità.
Il bus si ferma, è ora di scendere, la cruda realtà ora separerà il
passeggero dai suo eroi; il passeggero ora tornerà in quel mondo impuro ed
imperfetto. Quel mondo in cui si susseguono guerre, quel mondo in cui vi è
odio è disprezzo, quel mondo da cui vorrebbe fuggire, ma non vi è via di
fuga.
Quel mondo che i due ragazzi non conosceranno mai perchè loro sono solo un
sogno.
Il tempo di svergliarsi è giunto, il passeggero torna ad essere un ragazzo
qualsiasi, forse più sensibile di altri, forse più gentile, forse più
sognatore.
Il ragazzo esce di casa, triste e malinconico, il ragazzo giunge a scuola
,accompagnato da fischi ed insulti vari poichè lui è diverso, il ragazzo
entra in classe e finalmente torna a sorridere.
Un altro ragazzo gli viene incontro e l'abbraccia indifferente a tutti gli
altri.
"Sai, stanotte ho fatto uno strano sogno, io ero in pul..."
"Shhh, lo so lo so! Ho fatto il medesimo sogno. Io ero il passeggero e il
moro, mentre tu eri sempre un passeggero ed il rosso, vero."
Il rossino sorride. Forse in quel mondo, qualcosa di perfetto c'era.
Forse quel mondo poteva diventare il suo sogno.
*fine*
PS: Grazie Mille a Gojina ora la fiction risulta più scorrevole.
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