Riproviamo, sperando che non vada di nuovo tutto a farsi friggere…buon compleanno Mel!
Tantissimi auguri a una ragazza dolcissima, a un’amica speciale, a una fanwriter incredibilmente brava. Spero che questa fic sia abbastanza piena di lemon, come tu mi avevi chiesto…Lem ho pensato solo a te!!!
In ogni caso, me va a prendere la zappa ^^;;;;;;
Baci enormi.
E buon White Day a tutte!!!!
Il palazzo dei divertimenti (sessuali)
di Hymeko
Nel silenzio della notte appena abbozzata, lo scricchiolio della ghiaia accompagnava l’avanzare tranquillo di due alte figure scure, attratte dalle finestre che spuntavano fra gli scorci degli alberi, oro prezioso dotato di calda luce propria.
"Come hai fatto ad avere gli inviti per questo posto?"
Una voce calda, morbida come il tramonto che andava spegnendosi lontano, creando un orlo color sangue di piccione alle montagne distanti.
"Hn"
Rukawa non rispose altro, limitandosi ad accarezzare la vita del suo ragazzo, una lusinga leggera come i refoli d’aria di quella sera avanzata.
"Viva la loquacità…"
mormorò Hanamichi, mentre piccoli brividi capricciosi risalivano lungo la sua pelle, propagandosi come onde dalle punte delle dita del volpino.
"…per te"
sibilò lieve la voce del moro, senza che lui si voltasse a guardarlo…
Il rossino annuì, i capelli che si confondevano con gli ultimi palpiti di vita del sole.
Immaginava che fosse per un motivo simile…la loro prima notte. La palpitante, irrefrenabile nottata in cui, per la prima volta, l’infinito si sarebbe congiunto con se stesso, e ciò che era stato diviso sarebbe tornato unico.
Senza fretta, accarezzò con deferenza le dita del compagno…voleva esser preso per mano. Non c’era nessuno sul sentiero che stavano percorrendo, loro soli andavano incontro al palazzo che s’avvicinava imponente, le pareti sempre più scintillanti.
"Per questo siamo qui, dunque? A questo è dovuta la tua impazienza?"
Rukawa voltò a malapena lo sguardo blu cobalto…sentiva l’aria farsi roca e sexy, mentre erano così vicini. Anche Hanamichi lo stava fissando, accarezzando con quegli occhi grandi come il mondo la sua pelle d’alabastro. Sapeva bene la risposta, ma stava giocando…così teso, ma anche così forte, aveva bisogno di smorzare la tensione.
Lo capiva…era la loro prima volta. Baci, carezze, sesso orale, ma…niente di più.
Prima di quella notte…Hanamichi gli aveva chiesto un luogo speciale, per donargli tutto se stesso. E lui, pur di vederlo felice, aveva corrotto con la sua bellezza fior di segretarie, per avere dei biglietti per quello. Il luogo dove i sogni di tutti, anche dei "diversi", potevano avverarsi, senza paure. Dove una coppia di ragazzi gay poteva baciarsi in mezzo a un corridoio, e nessuno ci avrebbe trovato nulla di strano.
"Hn"
"Mi stupisco che tu non sia crollato prima…pensavo mi saresti saltato addosso"
fece finta di sbadigliare il compagno, coprendosi la bocca con una mano, e sbirciandolo con un occhio furbo, da scimmietta sveglia e golosa.
"Ma io ci ho provato"
gli rammentò etereo il volpino, avvicinandosi di colpo al suo viso e schioccandogli un bacio sulle labbra…esattamente come due mesi prima.
"Me lo ricordo"
mormorò il rossino, sfuggendo quasi subito al suo tocco. I loro fiati ebbero appena il tempo di mischiarsi, che già erano divisi. Hanamichi arretrò in silenzio, appoggiando la schiena contro un albero, sorridendo sornione, negli occhi il brillio delle stelle:
"Hai tentato di stuprare davanti a tutti questa docile scimmietta indifesa, portandola sulla via della perdizione!"
bisbigliò addolorato, posandosi due dita sul cuore.
Rukawa sbuffò, allontanandosi di qualche passo…gli faceva ancora male la testa, al ricordo di quel giorno:
"Ho semplicemente dichiarato la mia omosessualità al termine di una partita, tentando di baciarti. Ti ho appena sfiorato e la labbra…e dopo un attimo ero già a terra, mezzo piantato nel parquet, dato che tu mi avevi tirato la migliore delle tue testate!"
"Ma dai volpino, quando ti lamenti pure tu diventi loquace"
ridacchiando, il rossino si staccò dal tronco, appoggiandosi a lui…quegli attimi di confusione, ormai erano stati superati, cancellati dal sentimento che li legava, per sempre.
"Hn"
Rukawa appoggiò le labbra calde sulla pelle liscia del collo del compagno, collaudandone la morbidezza…un roco rantolo sfuggì dalla bocca fremente di Hanamichi, che affidandosi alle sue braccia forti gettò indietro la testa, il volto alla luna e la schiena inarcata, simile a una falce della signora del cielo notturno, le membra disciolte dal tocco d’argento col quale il suo ragazzo lo stava baciando.
"E a causa tua, non ho potuto assistere al suicidio di massa"
L’osservazione divertita riportò Sakuragi sulla terra…ridacchiando, infilò una mano fra i suoi capelli nerissimi, stringendoselo contro:
"…è stato davvero spassoso"
bisbigliò per non disturbare la notte, nelle pupille ancora l’immagine del Fan Club di Rukawa che, compresa l’amara realtà, si gettava a testa in giù dagli spalti, colorando il parquet di sangue rosso e denso.
"Immagino…ma non tutte sono morte, purtroppo"
Una semplice alzata di sopracciglia fu la sola risposta del rossino, che non tentava per nulla di mascherare la soddisfazione gongolante che provava:
"Già…le superstiti si sono buttate a capofitto nell’adorazione del sottoscritto. Ora adesso ho anch’io un club d’ammiratrici!"
"Non dovrei bastarti io?"
commentò lievemente piccato il moro, comprendendo finalmente come si doveva sentire Hanamichi, quando quelle bestiacce urlanti ululavano slogan indecenti in suo onore.
"Stupida volpe…"
Il rossino sospirò soddisfatto, insultandolo con dolcezza, prendendolo un po’ in giro ma sentendosi tanto, tanto felice…il volpino, accanto a lui, si sentì illuminato da quella felicità contagiosa, dalla luce che emanavano i suoi occhi. Quella sensazione lo portò a soprassedere, momentaneamente…aveva un altro piccolo sassolino da togliersi dalla scarpa:
"Peccato che si siano buttate solo loro"
La frecciatina era per la dolce, piccola Haruko che, in preda a una crisi di nervi, si era accasciata in lacrime fra le braccia delle povere amiche.
Con fermezza, vincendo la sua resistenza, Hanamichi si allontanò da lui, guardandolo fisso negli occhi:
"Non ti piacerà mai, eh? Eppure lo sai quel che provo…è una cara amica"
Rukawa annuì, mentre le dita correvano a intrecciarsi con quelle del compagno, e i loro piedi riprendevano la via, verso quel favoloso palazzo invitante:
"Ho avuto paura…in quella settimana, dopo quel bacio, sono stato terrorizzato dall’idea che si mettesse con te"
"Stupido volpino! Abbi fiducia nella tua bellezza! Io ti amavo già, solo...non lo sapevo"
Rimproverandolo, il rossino gli leccò un orecchio, costringendo il compagno ad addentare lo spasmo di piacere che lo aveva invaso.
"Hn…però tu ci potevi metter meno, a decidere di dichiararti!"
"Povero Ru…"
Scuotendo la testa, Hanamichi aiutò la leggera brezza a muovergli le ciocche sulla fronte, accarezzandogli la pelle:
"…mi spiace averti fatto trepidare, ma avevo bisogno di raccogliere il mio coraggio"
"Hn…"
Senza preavviso, Rukawa si voltò verso di lui, prendendolo fra le proprie braccia e baciandolo con tutta la foga che disponeva, infilandogli la lingua in bocca e roteandola all’interno, accarezzandogli i denti e giocando col muscolo del compagno:
"Perdonato"
dichiarò, leccandosi le labbra, appena staccatosi da lui.
"Wow!"
Occhi grandi e lucenti, bocca gonfia per il bacio, labbra carnose da sbranare…tutto, di Hanamichi, entro poco sarebbe stato completamente suo.
Un brivido lo attraversò, rischiando di dar manifestazione ai suoi pensieri…un calore pericoloso si stava diffondendo nel suo inguine, mentre ormoni impazziti vagavano condottieri nelle sue vene:
"Andiamo"
lo pregò, mentre il sangue rombava con forza.
"Sì…"
Questa volta fu il rossino a prenderlo per mano, a tirarlo verso la costruzione, al loro rovente destino…il sentiero di ghiaia si fuse coi gradini dell’ingresso, i piccoli ciottoli si trasformarono in marmo chiaro che splendeva di screziature argentee, nella luce della luna e delle finestre.
"Ci siamo"
ansimò Sakuragi, spalancando le porte…la luce dell’interno li avvolse, accompagnata da una musica lontana, un insieme di melodie differenti ma in perfetta armonia.
Una donna si alzò, andando loro incontro nel lungo vestito blu striato d’argento…davanti a loro si piegò in un leggero inchino, sorridendo con delicatezza:
"Benvenuti…posso vedere i vostri inviti?"
Le mani piccole e graziose ricevettero da Rukawa i cartoncini; due occhi castani li osservarono, permettendo al capo di accennare un’approvazione:
"Di nuovo, benvenuti! Spero che la permanenza qui sarà di vostro gradimento…non voglio ritardare ancora i vostri sogni, quindi mi permetto di ricordavi velocemente le regole di questo posto, prima di lasciarvi alle vostre desiderate attività.
Prima di tutto, non potete obbligare gli occupanti di una stanza ad andarsene, perché la desiderate voi. Secondo, non potete costringere nessuno a lasciare le tende aperte, se non lo vogliono…"
Hanamichi sussultò, sentendo parlare di tende, ma a parte un’occhiata al compagno, non disse nulla.
"…i vestiti potete lasciarli in uno spogliatoio al piano superiore, yukata morbidi e caldi vi attendono. Infine, vi prego di ricordare di schiacciare il bottone rosso accanto alla porta, ogni qual volta uscite da una stanza che avete usato. La nostra ditta di pulizie provvederà a rigovernarla al più presto. E qui…"
Voltandosi appena, accennò al ricco buffet che troneggiava in una stanza, accanto all’ingresso…il profumo di cibi leggeri, mischiato a quello dei fiori, stuzzicava invitante i loro nasi.
"Hai fame?"
domandò il rossino al compagno, ben sapendo che, se fosse toccato a lui rispondere, il moro avrebbe sempre messo lui prima di se stesso.
"Sì"
rispose Rukawa, fissandolo profondamente negli occhi…la mascella del rossino scivolò lentamente verso il basso, e le sue labbra si schiusero in un mugolio sordo, comprendendo appieno il significato delle sue parole. Non era certo cibo, ciò che il suo compagno desiderava.
"Andiamo?"
Il palmo verso l’alto, la mano elegante del moro si tese verso Sakuragi, invitandolo…il ragazzo annuì, posando la propria nella sua e avviandosi dietro i suoi passi, dopo aver salutato con un cenno del capo la donna…la scala, coperta di uno spesso tappeto rosso, sembrava infondere forza e certezza ai loro piedi, accompagnandoli lungo la salita verso quelle stanze colme di segreti, di esperienze da raccontare e da scoprire.
"Ru…lo spogliatoio…"
Con la bocca resa secca dall’attesa, Hanamichi oltrepassò lo shoji, tirando dentro anche il compagno. Nella piccola stanza non c’era nessuno, solo cestini ordinati di vimini chiari facevano bella mostra di sé, lungo alti scaffali.
"Mi spogli?"
Fronte contro fronte, gli sguardi squagliati uno nell’altro, Hanamichi pronunciò quella domanda sfiorandogli le labbra, rassicurandolo contemporaneamente sul suo essere lì, in quella notte. Il suo ragazzo aveva aspettando tanto, rispettando la sua indecisione, e lui…non voleva che pensasse che fosse lì solo per soddisfarlo, per non farlo più aspettare.
Hanamichi desiderava dal profondo di sé, fare l’amore con lui…lacrime amare rischiavano di sgorgare dai suoi occhi, al pensiero di ciò che aveva perso, fino a quel momento. Non provava più imbarazzo, l’idea di ricevere Rukawa non lo spaventava più, anche se quello non era il termine adatto. Scosse la testa…era elettrizzato dall’idea del piacere di entrambi. E se potevano iniziare prima…non si sarebbe tirato indietro.
"Meglio di no…"
Il rossino non si offese, nonostante il rifiuto…vedeva bene quanta fatica gli costasse…
"…non credo sarebbero contenti, se sporcassimo qui"
"Già…"
Un sopracciglio inarcato, Hanamichi si guardò in giro, rendendosi conto che sarebbe stato anche scomodo…
"…e poi passeremmo proprio per due animali in calore"
"Hn"
sbuffando divertito, per tener fede alle proprie parole, Rukawa si allontanò da lui, iniziando a spogliarsi, maledicendo l’inverno e tutti gli strati di vestiti che doveva portare, per ripararsi dal vento gelido.
"Chissà come sono i letti…"
"Hn…"
Le palpebre bianche si strinsero, mentre una gamba snella e abbronzata si allungava accanto a lui, appoggiandosi su una panca, per permettere a dita forti di togliere un calzino…con sensualità, la pelle bronzea venne lentamente scoperta, la stoffa che sembrava fare resistenza a quel sopruso, che la forzava a staccarsi dal corpo.
"H-Hana…"
Rukawa deglutì, sebbene in bocca sentisse solo sabbia…
"Sì?"
chiese innocentemente il suo rossino, mentre l’altro calzino scivolava accanto al gemello in un cesto, e le dita si prodigavano a slacciare il bottone dei jeans, e ad abbassare la zip.
"H-Hn"
La successiva risposta della scimmia rossa fu un sorriso smagliante, che confermò nel moro il sospetto che stesse facendo apposta, per farlo impazzire…quel maledetto del suo ragazzo era deciso a fargli perdere la testa, ben più di quanto facesse già di solito…iniziava a pentirsi, di aver rifiutato di farlo lì.
‘Una vendetta, quindi?’
I suoi pensieri furono interrotti dal fruscio dei pantaloni nel cestino, appallottolati in qualche modo…
"Non ho voglia di piegarli"
fu la spiegazione del compagno, attutita dal maglioncino che passava sul suo viso…Hanamichi desiderava ben altro…e non aveva paura a chiederlo:
"Allora volpastra ti muovi a spogliarti o facciamo giorno?"
"Idiota"
Seguendo con un occhio il cadere dei vestiti, che finalmente gli permetteva di sbirciarlo nudo, Rukawa si spogliò più in fretta che poteva, assaporando la fremente impazienza della promessa che quella notte recava intessuta in sé.
"Andiamo?"
mormorò, chiudendo lo yukata e imprecando contro quello del compagno, che gli aveva sottratto la vista del suo corpo nudo, prima che lui potesse pienamente apprezzarlo. E senza che lui se ne potesse accorgere, si infilò una sopresa nella manica.
"Sì…"
Il corridoio silenzioso li accolse di nuovo, una rossa scia ammantata di silenzio, dove i gemiti degli innamorati non potevano giungere, stretti nelle stanze dalle pareti insonorizzate…lunghe tende scure celavano gli amanti all’interno, manti di tenebra che regalavano intimità a chi la desiderava disperatamente.
"Entriamo qui?"
Hanamichi si mordicchiò il labbro, sperando di aver scelto giusto…la tenda era tirata ma la porta semiaperta, segno che era vuota. Ma non c’era alcun modo di distinguere il contenuto di una camera dall’esterno, se le tende erano chiuse.
"Hn"
Per Rukawa non esisteva differenza, per lui la sola cosa importante era che Hanamichi si sentisse a suo agio, che non avesse paura né di lui, né di se stesso, né dei suoi sentimenti.
Intrecciando le loro dita lo seguì, lasciandogli il controllo della situazione, imponendosi di dominare i propri istinti…la voglia era tanta, da entrambe le parti, ma troppe variabili potevano impazzire, se commetteva l’errore di pressarlo troppo. Doveva stare calmo, doveva pensare con tranquillità, doveva lasciare a lui il comando dei preliminari…doveva obbligarlo, a fidarsi di lui.
"Ops…"
Hanamichi deglutì, grattandosi il capo, e girandosi verso il suo compagno…Rukawa si guardò attorno, lievemente spaesato il primo momento, in seguito un po’ triste. Chissà per quanto non avrebbe potuto usare la collezione d’oggetti appesa alle pareti.
"Hn…"
mormorò sospirando sonoramente, accarezzando con lo sguardo un frustino di cuoio nero, che luccicava pericoloso alla luce di candele blu scuro, quasi nere, al limite dell’irreale…manette di metallo freddo scintillavano feroci lungo panche d’ebano cupo, e giarrettiere tinte col sangue debordavano gloriose dai cassetti volutamente lasciati socchiusi.
"Sembra un sexy shop…"
balbettò il rossino, indietreggiando fino a trovare il caldo rifugio della presenza del volpino.
"Hn"
sospirò questi, stringendolo a sé. Era decisamente troppo presto, per lui. In quel modo sì che avrebbe spaventato il suo rossino, altro che aspettare per farlo rimaner tranquillo. Così si sarebbe beccato un sacco di craniate.
‘Anche se quella frusta laggiù…’
Scuotendo la testa, Rukawa seguì la saetta dai capelli rossi che era appena fuggita, promettendo a quella stanza di tornare, un giorno…quando anche Hanamichi sarebbe giunto a desiderare qualcosa di più spinto.
"Kaede vieni!!!"
Due orecchie da volpe spuntarono fra le ciocche scure: la voce del suo ragazzo sembrava estremamente eccitata, e felice!
"Ho trovato! Questa è perfetta!"
"Hn?"
Hanamichi esultava, riempendosi gli occhi dello scintillare basso dei piccoli lumi, che galleggiavano fra i petali dei fiori, sparsi in bacinelle d’acqua profumata di spezie…nel centro della stanza, affondato nel pavimento, un letto accogliente sembrava promettere lunghe ore di morbida comodità.
"Ti piace?"
Voltandosi lentamente verso di lui, Hanamichi non rispose, considerando superflue le parole…con un accenno di ancheggio prese fra le dita un lembo del tendaggio, e lo tirò fino in fondo, nascondendo quella camera meravigliosa…velocemente chiuse anche la porta, appoggiandocisi contro.
"Secondo te?"
borbottò infine, fingendo un pizzico di offesa…Rukawa scosse la testa, avvicinandosi a lui, senza toccarlo, lasciando ai propri occhi magnetici il compito di farlo sciogliere.
"Sai cosa ti farò, vero?"
domandò, schiudendo le labbra, perché potesse intravedere la sua lingua che si muoveva, mentre parlava…finalmente un motivo per usare la voce, una ragione per non dormire la notte…
"S-Sì…"
Le membra del ragazzo dalla pelle di bronzo, morbide come burro, si spinsero in avanti, lasciando che il corpo affondasse fra le braccia del moro…senza sforzo apparente, Rukawa lo sollevò, tenendolo stretto a sé, portandolo lentamente al letto e adagiandovelo sopra.
Con un gemito, Hanamichi protestò, quando le sue mani lo liberarono…le voleva su di sé, sempre, senza interruzione, le desiderava sempre addosso, che lo toccassero, che lo facessero impazzire…nulla doveva separarlo, da quelle dita.
Contorcendosi sulle lenzuola lisce, iniziò a spogliarsi, a sciogliere la cintura…sentiva i suoi occhi sulla pelle, anche se le palpebre gli coprivano le pupille gli altri sensi se ne rendevano conto…Rukawa lo stava guardando, lo desiderava, lui lo faceva impazzire…e questo lo faceva sentire dannatamente bene…
Hanamichi gemette, appena avvertì il tocco della sua lingua appena sotto l’orecchio, dove la mandibola si unisce col collo…
"Sssh…lascia fare a me…"
Rukawa inghiottì i sospiri che aveva in bocca, osservando le mani del rossino che si calmavano, e scivolando lungo il suo corpo, si appoggiavano stanche sul copriletto color crema.
Non sapeva se l’altro si rendesse conto di come era sexy…soprattutto così, con i capelli leggermente arruffati e gli occhi chiusi, accompagnati da una boccuccia imbronciata. Lo yukata semiaperto, delicatamente sgualcito, lasciava intravedere le lunghe gambe un po’ piegate, una sopra l’altra, divini arti di un corpo sensuale e caldo, ma ancora intoccato.
Con venerazione, quasi incredulo, sciolse del tutto il nodo della cintura, aprendola…il gemito del rossino accompagnò il suo appoggiarsi sul letto, il piccolo tonfo sul copriletto si fuse con la sua voce.
Con tutta l’attenzione di un innamorato, Rukawa osservò le leggere smorfie sul suo viso, decidendo come muoversi in relazione ai suoi cambiamenti…un lembo dello yukata cadeva morbido sulle sue forme, invitante…la mano del volpino si intrufolò sotto quella stoffa, incredula della docilità con cui il compagno si lasciava toccare.
"Ah!"
Rukawa non si fermò, non era dolore, ma piacere…i suoi polpastrelli s’erano posati esattamente su un capezzolo, quasi guidati verso quella piccola altura morbida.
"S’è indurito…"
commentò soddisfatto, passando le dita sull’areola, pizzicando la pelle…ogni mugolio del ragazzo sotto di lui era più piacevole di un bacio, vedere il rossore spargersi sulla sua cute era una soddisfazione tanto assoluta…avrebbe dato l’anima, per quei momenti così folli e speziati.
"Stupido volpino per forza!"
riuscì ad abbaiargli dietro Hanamichi, girandosi meglio sulla schiena…lo yukata si aprì completamente, rivelando un petto largo e muscoloso, un torace che Rukawa conosceva bene, ma che per la prima volta respirava affannato non solo per ciò che gli stava facendo, ma per il pensiero di cosa sarebbe accaduto dopo.
"Hn…"
Anche altre parti del suo corpo perfetto erano rimaste scoperte…Rukawa decise di concedere un po’ d’attenzioni anche a loro, posando un bacio sull’ombelico.
"Aaahhh…"
Il rossino soffocò un sospiro, e un’imprecazione…la lingua del moro si concentrava sul piccolo avvallamento del suo ventre, senza minimamente far finta di vedere la sua erezione, che svettava dolorosa a pochi centimetri dalla sua guancia. E come in una tortura malignamente escogitata, alcuni capelli del volpino riuscivano ad arrivare ad essa, accarezzandola piano, senza creare un vero senso di soddisfazione.
"K-Kaede…"
lo implorò, afferrando le lenzuola e inarcandosi, spingendo il bacino verso l’alto, dove solo l’aria poteva toccarlo…
"Hn…"
ripose tranquillo il volpino, succhiando via gocce di saliva dalla sua pelle…gli piaceva sentirlo inarcarsi così, lo tranquillizzava…era eccitato, poteva finalmente iniziare a prepararlo.
Con la coda dell’occhio aveva visto dei flaconi di lubrificante, in piccoli vani accanto alla testiera del letto…due dita camminarono lungo lo sterno del suo ragazzo, il suo braccio si tese fino a raggiungere una bottiglietta azzurra, limpida come un laghetto di montagna.
"K-Kaede!!!"
"Calmati…fra poco starai meglio…"
Rukawa allontanò la bocca dal suo ombelico, allungando la lingua per passarla sui suoi fianchi, e distrarlo dal liquido denso e freddo con cui ammorbidiva la sua apertura…la carne cedeva morbida al suo tocco, fiorendo delicatamente per le sue dita. Mordicchiando la pelle sensibile dell’inguine, il moro si spostò fra le sue gambe frementi, allungando ogni tanto la punta della lingua, per saggiare il sapore salato del sudore sulla base del suo sesso.
"Maledetto volpino!!!"
Sempre più in preda agli spasmi, Hanamichi si contorceva al tocco veloce delle sue lappate, sentendosi strappato da sensazioni folli e troppo diverse per essere comprese, sentendosi lui stesso un gelato sotto il sole d’agosto…o un fuoco scoppiettante su cui qualcuno stava versando acqua ghiacciata.
"Ah!"
Qualcosa…qualcosa di…strano, di sconosciuto, l’aveva violato. Non gli faceva male, era semplicemente piantato nel fondo di lui, e…lo accarezzava. Lo stava blandendo, un corpo estraneo stava toccando l’interno del suo corpo.
"Il tuo viso…sa tingersi di magnifiche tonalità di rosso"
Non se n’era nemmeno accorto…non si era reso conto di aver smesso d’agitarsi, d’aver alzato lo sguardo e incontrato gli occhi color lapislazzuli del compagno. Gli occhi di Rukawa nei suoi, il suo dito in lui…era quello, che lo stava preparando.
Hanamichi avvampò ulteriormente, sentendosi un vero idiota, per aver di nuovo dato ragione a quella volpaccia saccente. Eppure…quel dito così nel fondo, era troppo…imbarazzante?
No, non era quello il termine giusto, e lui forse non lo conosceva neppure. Sapeva solo che lo stava toccando così intimamente, che anche la sua anima ne era sfiorata…si sentiva davvero nudo, non solo col corpo. E gli occhi di Rukawa potevano esaminarlo, sul serio. Lo stavano già facendo, e ne erano estasiati.
Hanamichi non aveva mai visto quello sguardo nei suoi occhi. Mai, neppure per lui, era stato così luminoso. Felice.
Lui stava…rendendo Kaede davvero felice.
Senza fretta, sorrise, e tese le braccia verso di lui:
"Entra"
bisbigliò desiderandolo in sé, senza paura. Voleva dargli di più, e soprattutto avere di più. Poter scorgere l’animo chiaro di Rukawa, osservarne le più minute sfumature. Fare parte di lui, senza aver paura di nulla.
"Hn…"
Il volpino sapeva bene a cosa si riferiva, ma non poteva ancora accontentarlo. Un solo dito era troppo poco, per preparare quel corpo vergine. C’era bisogno di altro…di allargarlo di più, di annullare completamente quel dolore che avrebbe provato.
"…prima voglio farti vedere i miei slip"
"Eh?! Non li hai tolti prima?"
"Hn. Li ho rimessi quando avevi gli occhi chiusi, poco fa"
Il rossino strabuzzò gli occhi, mentre l’altro si toglieva a fatica lo yukata, con un mano sola…si stava spogliando mentre lo penetrava, seppur con un indice!
La sua protesta gli morì in gola, cancellata da una risata…sugli slip, rossi come i suoi capelli, campeggiava una vivace scritta blu: voglio essere l’unico MEMBRO del tuo fan club!
(ammetto che non è opera mia…li ho visti sul serio in un negozio in centro a Varese; n.d.Hymeko)
"Stupido volpino!"
gorgheggiò, mentre un altro dito lo violava, ma lui non lo avvertiva neanche…era troppo buffa quella cosa, soprattutto se associata a chi la stava portando…
Rukawa sorrise…quelle risate coprivano il dolore, le sue dita non gli stavano recando fastidio. Ingordo, le mosse più a fondo, esplorando quel luogo a lui completamente sconosciuto. Le pareti viscide e morbide sembravano ritrarsi al tocco dei suoi polpastrelli, il calore gentile lo avvolgeva stretto in sé. Alla cieca, sapeva cosa doveva cercare. Un angolo speciale, che avrebbe portato il suo rossino alla follia.
"Kaede!!!"
Rukawa premette di nuovo, continuando a roteare i polpastrelli sul punto che lo aveva fatto reagire…lo aveva trovato, l’aveva scoperto!
"Calmati…"
bisbigliò, togliendosi a fatica gli slip, e versando sopra il pene gonfio una dose abbondante di lubrificante.
"Vieni?"
Hanamichi lo guardava stralunato, gli occhi rossi e le nocche delle dita accanto alla bocca, martoriate dai denti che tentavano di non farlo impazzire…era in attesa, aspettava qualcosa d’importante…la loro unione.
"Lo vuoi?"
L’ultimo momento per tirarsi indietro…Rukawa tolse le dita, attendendo.
"Sì"
Non c’era traccia di tentennamento…Sakuragi si posizionò meglio sul letto, avvicinandosi a lui, allacciandogli le gambe alla vita:
"Vieni"
lo pregò, di nuovo.
"Hn…"
Trattenendo tutte le energie per l’amplesso, Rukawa si inserì lentamente in lui, divaricando piano il suo corpo stretto. Quei muscoli contratti si rilassarono attorno a lui, seguendo l’ordine del cervello, che non voleva soffrire…Hanamichi si morse le labbra, tentando di non gemere.
Era grosso, troppo grosso…si sentiva invaso, aperto in due, diviso…
"Hana…"
Minuscole lacrime volarono via, quando il rossino aprì gli occhi di scatto…la voce del moro era accanto al suo orecchio, vicina…la punta della sua lingua dispettosa tracciava scie umide sulla pelle del suo collo, leccando il lobo dell’orecchio.
"Kaede…"
mormorò, abbandonandosi a lui, vincendo la resistenza del suo stesso corpo. La presenza immobile del moro creava un calore profondo, quasi solido…una piacevole sensazione che non gli procurava più dolore.
Le dita del volpino scesero a giocare coi suoi testicoli, mentre la bocca succhiava la cute dietro l’orecchio…inarcandosi, Hanamichi lo invitò a possederlo più profondamente, a scivolare nell’abisso bollente del suo corpo.
"Hana…"
"Vieni più in dentro…"
lo pregò, lasciando le lenzuola e spostando le braccia dietro il suo collo, afferrandosi a lui come alla propria ultima salvezza…Hanamichi girò piano la testa, appoggiando una guancia contro i capelli morbidi di Rukawa.
"…sì"
Il rossino non sentì la sua risposta…quel bisbiglio era stato coperto dal suo urlo, scatenato dall’uscire e dal rientrare del sesso del volpino. Quel movimento secco e inarrestabile lo aveva colto impreparato, incapace di reggere in silenzio il piacere che lo aveva quasi annegato.
"Aaahhh!!!"
Rukawa strinse i denti, affondando di nuovo dentro di lui, mentre la sua schiena veniva marchiata dalle unghie del suo compagno…sentiva il corpo stretto aprirsi per lui, riceverne un godimento che mai gli aveva fatto provare…trasportato dalla furia della libido, Hanamichi si agitava sotto di lui, trattenendolo in sé e gridando, bagnando la sua pelle con lacrime calde…più lui affondava, più il rossino si scuoteva per accompagnarlo, per andargli incontro mentre rientrava…e più di tutto, lo stringeva forte.
I muscoli del suo ano si attanagliavano attorno al suo pene, portando l’attrito a nuove vette…le pareti dell’intestino si modellavano attorno a lui, avvolgendolo col loro calore…se il piacere che il compagno stava provando era solo la metà del suo, erano entrambi nel più alto dei firmamenti.
"T-Ti prego!!!"
Senza neppure sapere il perché, Hanamichi urlò quelle parole, continuando a muoversi per incontrarlo…piangeva, bevendo le sue stesse lacrime, affondando le unghie nella pelle del ragazzo che lo apriva con tanto ardore…il calore nel suo ventre s’era trasformato in oro colato, liquido, una sostanza che lo ustionava, troppo calda per non appartenere agli dei, per essere compresa appieno…non vedeva più nulla, sentiva solo le sue urla e il corpo che lo faceva godere, quel sesso grosso e turgido che, come una macchina da guerra, non si fermava più, continuava a scoparlo, a fotterlo, ad aprirlo e a dargli piacere…la saliva gli colava dalla bocca, la poteva sentire sfrigolare sulla pelle arrossata, stava bruciando…e intanto pregava, implorava Kaede perché continuasse, perché non smettesse mai di farlo sentire così…
…bene…felice.
Un colpo potente, ultimo, il migliore di tutti, come il fuoco d’artificio conservato per il gran finale, e Rukawa gli si spinse nel fondo, possedendolo appieno…Hanamichi urlò e s’inarcò, puntando la testa sudata, esplodendo contro di lui, contro la pelle quasi più bianca del suo seme…sentendosi macchiare dal liquido caldo Rukawa ruggì e spinse ancora, venendo a sua volta, inondandolo in profondità, facendolo traboccare.
Accasciandosi poi su di lui, annientato dall’estasi.
………
"C-Cielo…"
Il respiro del rossino gli accarezzò la gola…il moro girò appena la testa, schiudendo un occhio, rivelando l’iride blu velato di stanchezza.
Accanto a lui, giaceva il suo ragazzo, ben più stanco e sudato, con gli occhi fissi al soffitto, le labbra spalancate e la gola ghiotta d’aria.
"H-Hana"
mormorò, cercando di alzarsi su un gomito, la testa che ancora gli girava un po’…le ultime sensazioni dell’orgasmo violento non lo avevano lasciato, erano ancora incise nella sua memoria…la loro deliziosa prima esperienza sessuale, non l’avrebbe mai dimenticata…
"S-Sto bene"
mugugnò il rossino in risposta, spiegando le labbra in un tenue sorriso, esausto ma ben desideroso di fargli sapere che era felice.
"Hn"
Rukawa allungò il viso, barcollando un po’…posando le labbra sulle sue palpebre le fece chiudere, scendendo poi a baciargli le gote, il naso e la bocca, distraendolo con quei tocchi leggeri dal suo sesso, che scivolava fuori dalla stretta guaina.
"Ru…no"
Hanamichi lo fermò, afferrandolo per i fianchi, con le mani senza forze…
"Non mi lasciare"
lo pregò, nascondendo la fronte contro la sua spalla…non desiderava che lui se ne andasse, la sua presenza nel fondo di sé era qualcosa di irrinunciabile.
"Scusami…non posso"
Leccandogli la gola, il volpino continuò a sgusciare via da lui, con delicatezza…non riusciva più a sostenere le sensazioni che il corpo attorno gli dava.
"…ok"
La sua delusione era palpabile…il moro si stese su un fianco e lo attirò a sé, accarezzandogli a lungo la schiena, giocando coi muscoli forti che guizzavano al suo tocco fugace.
"Ti amo"
bisbigliò, soffiando nel suo orecchio…Hanamichi rabbrividì e bofonchiò qualcosa di simile a un "Anch’io"
prima di liberarsi dal suo abbraccio e alzarsi.
"Hn?!"
"Ho voglia di una doccia"
Sakuragi piroettò su se stesso, danzando per lui…avevano solo una notte da trascorrere lì, avrebbe obbligato il suo volpino a darsi da fare.
"Andiamo?"
domandò, sgranando gli occhioni immensi e facendo il cucciolo mansueto, desideroso di coccole…voleva cambiare stanza, farsi una bella doccia e ricominciare tutto da capo!
"Hn"
Rukawa sbuffò spazientito, rotolando fuori dalle coperte calde e maledicendo il compagno, che invece di starsene lì a farsi coccolare, lo voleva coinvolgere in giochini erotici stancanti. Non era sicuro di avere tutta quell’energia…
"Certo che sono proprio belli…"
Il volpino inarcò un sopracciglio…Hanamichi si stava rigirando fra le mani i suoi slip rossi…
"Idiota!!!"
sbottò, tentando di riprenderseli…giocando come con un giovane volpacchiotto, il rossino sgusciò via, trattenendo a malapena un gemito.
"Hana?"
Rukawa si fermò, in mezzo alla stanza. Lo aveva sentito, il suo udito da volpe aveva percepito il suo dolore…e Sakuragi sapeva questo, non tentava più di sgattaiolare via. Si lasciò abbracciare dal compagno, appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre le mani bianche si prodigavano di massaggiare a fondo i suoi lombi:
"Ti fa male?"
"No…"
Scuotendo la testa, Hanamichi si abbandonò a lui, gettandogli le braccia al collo…
"…la mia schiena è felice"
"Hn?"
"Sì…mi sono mosso troppo in fretta"
"Hn"
Con un cenno del capo, il volpino assentì…ciò che provavano, l’intensa sensazione della loro unione, ridisegnava il significato delle parole, delle percezioni…anche il dolore poteva divenire felicità, se erano assieme.
"Portami a fare una doccia"
bisbigliò il ragazzo fra le sue braccia, allontanandosi quel tanto che bastava per guardarlo in volto…Rukawa annuì, allontanandosi silenziosamente da lui e raccogliendo gli yukata, posandone uno sulle sue spalle e aiutandolo, con amorosa venerazione, a rivestirsi.
"Dai volpino basta!!!"
Un po’ in imbarazzo per quelle attenzioni gentili, Hanamichi sgusciò via, affrettandosi verso la porta e chinandosi a raccogliere qualcosa, prima di raggiungere il tasto rosso e premerlo…con un sorriso furbo si girò verso di lui, sventolando gli slip rossi:
"Questi però li tengo io"
lo provocò, infilandoseli nella manica e scappando via.
"Hana!!!"
Rukawa esplose, fiondandosi in corridoio…i suoi occhi acuti ispezionarono l’andito, senza trovarvi nessuno. I tavoli di legno chiaro erano troppo sottili, le colonne non abbastanza sporgenti per nascondere qualcuno.
"Dov’è finito quell’idiota?!"
In risposta al suo richiamo, da un angolo spuntò del tessuto rosso, che lo salutava…Rukawa scattò, specchiandosi sulla lunghissima parete in vetro di una stanza, celata da tende spesse…corse a più non posso, uscendo dai bordi della passatoia centrale e scivolando sulle piastrelle fredde, rischiando di schiantarsi contro un muro, girando l’angolo all’ultimo momento…nessuno.
Nessuna scimmietta ad aspettarlo a braccia aperte, nessun idiota ad accoglierlo con un sorriso.
"Ma…"
I suoi occhi furono subito attratti dall’indizio che gli rivelava la sua posizione…gli slip rossi erano appesi a una maniglia. E quella porta semiaperta, introduceva alla stanza sulle cui pareti s’era specchiato.
"Hn"
mormorò, entrando.
Il suo respiro subito si mozzò, per poi abituarsi alla differenza di temperatura e d’umidità…da davanti a lui, oltre uno shoji chiaro, proveniva il canto brioso di un ruscello. Rukawa si introdusse nell’anticamera fumante, un ambiente caldo e impregnato di vapore leggero…come un bagno dopo una doccia lunghissima e bollente.
"Hana?"
Lo yukata portato dal moro scivolò su un appendiabiti, su un mobiletto abbandonò gli slip…la sua voce aveva avuto una risposta.
Un gemito sordo, un po’ stanco ma contento…un bisbiglio che lo invitava ad avanzare.
"Hana"
lo chiamò, oltrepassando l’anticamera.
Un’ondata di vapore lo investì, impalpabile come nebbia e caldo come un dolce brezza di primavera…fra le sue impalpabili ciocche audaci, che gli accarezzavano il corpo provocatoriamente nudo, poteva intravedere il compagno, che stupito ammirava il paesaggio meraviglioso ricostruito lì, per loro.
"Sono qui"
rispose questi, appena il volpino gli ebbe posate le mani sui fianchi, e un bacio sulla cute…il sapore della pelle stanca era inebriante, come una magia aveva impressa in sé, ricordandogliela, ciò che l’aveva resa così.
"…è bello, vero?"
Hanamichi gemette, quando le dita del volpino andarono a pizzicargli i capezzoli sensibili.
"Sì"
Lungo tutta la lunghezza della stanza si snodava un ruscello, a tratti ripido e a tratti più dolce…candele di tutte le dimensioni ardevano lungo le pareti, diffondendo una bassa atmosfera di complice sensualità, riflettendosi in minute luci sulla superficie chiara. Alla loro sinistra, un’altra fonte sgorgava dalla parete, simile a una cascata, confluendo col fiumiciattolo in una meravigliosa polla d’acqua calda, invitante malia per membra provate.
"Mi sa che hai trovato la doccia che cercavi"
osservò il moro, indicando agli occhi interrogativi del rossino la bellissima collezione di shampoo e bagnoschiuma, appoggiati accanto alla cascata.
"Ma così si sporcherebbe la piccola piscina!"
protestò incredulo il ragazzo, scuotendo la testa…un ambiente tanto bello non poteva essere rovinato dalla loro schiuma!
"Hn…osserva bene la cascata"
Hanamichi inarcò un sopracciglio, ma si avvicinò all’acqua che sgorgava limpida…
"Vedi? La fonte è una, ma la conca sotto è divisa a metà: l’acqua della prima, sporca di schiuma, viene portata a depurarsi; la seconda finisce invece con quella del fiume"
"Accidenti volpaccia, come hai fatto ad accorgertene?"
Rukawa gli fece l’occhiolino, prima di trascinarlo sotto l’acqua, e sbatterlo contro la parete di rocce:
"Sono un genio!"
"Stupid…mmmmhhhh!!!!!!!!!!!!!!"
Con le labbra, il volpino impedì al suo ragazzo di inveirgli contro, incollandoglisi addosso come una ventosa, e infilandogli la lingua in bocca, iniziandola a roteare all’interno…Hanamichi oppose una flebile resistenza, tentando di scacciarlo con la propria lingua, ben sapendo di combattere una battaglia persa in partenza…non gradendo quel rifiuto, Rukawa gli infilò una mano fra le gambe, afferrandogli il sesso, bevendosi il suo gemito colmo di shock profondo, e iniziando a masturbarlo, senza pietà.
Quasi senza più respiro, Hanamichi capitolò, iniziando a spingersi contro di lui, a accettare il tocco delle sue dita, andando anzi a cercare quanta più pelle possibile, per farsi accarezzare…la mano del suo ragazzo lo sapeva toccare in una tale folle maniera da farlo impazzire, non capiva più nulla, sentiva di nuovo il calore cancellarlo e il suo ano allargarsi, ammorbidirsi per lui, anche se non lo stava preparando…
Bruscamente, lo allontanò da lui, ricambiando il fuoco che aveva negli occhi con quello nei propri…Rukawa ansimava, proprio come lui; il suo sesso dritto gli si indirizzava contro, minaccioso ma anche con una promessa incisa sulla pelle: se lo avesse posseduto…
"Scopami"
gli ordinò, prima di leccarsi lentamente le labbra, e girarsi contro la parete.
Rukawa cancellò la distanza fra loro: piantò le dita nei fianchi del rossino, e gli entrò dentro con un colpo solo.
Era pazzo, pazzo di lui, di quello che gli aveva fatto, quel leccarsi osceno le labbra, quell’invito spudorato e sconcio, quel muto chiedere di essere scopato, di essere trapassato senza pietà, di essere riempito come solo lui sapeva e poteva fare…
Hanamichi si aggrappò alla roccia e spinse, scaraventandosi indietro, stringendo forte i muscoli dell’ano per sentirlo tutto, dalla punta alla base, mentre lo prendeva dentro, nel profondo…urlando tenne bassa la testa, per non bere acqua, per non farsi annebbiare la mente dal liquido caldo ma solo dal piacere, quelle scariche violente che continuavano a farlo sussultare, a farlo godere mentre veniva posseduto con forza, con follia dal ragazzo che amava.
Le sue urla coprivano lo scrosciare dell’acqua, le mani si aggrappavano sulle pareti, graffiandosi superficialmente…rivoli d’acqua si intersecavano sul suo viso, mischiandosi alle lacrime che piangeva…non riusciva più a pensare, non esisteva più come Hanamichi…e nemmeno Rukawa esisteva. Erano solo un pene che penetrava un ano stretto, null’altro…sesso animalesco e bestiale, violento e lussurioso, col solo fine di godere, godere e ancora godere fino all’appagamento più totale, fino a cadere sfiniti ma felici nell’acqua ai loro piedi.
Duro, enorme, piantato in lui…il sesso del volpino si faceva largo con facilità, con possanza, lo apriva facendoglielo entrare sempre fino in cima, sino alla curva del suo intestino, lo faceva gridare di piacere, forse di dolore, non lo sapeva, non riusciva a capire, anche se era dolore era troppo bello…Hanamichi urlò inarcandosi, gettando indietro la testa, schiaffeggiato dall’acqua…era venuto, Rukawa si era liberato in lui, l’aveva riempito nel fondo, dove non credeva niente e nessuno sarebbe mai potuto arrivare.
Quel seme caldo lo scosse, quasi quanto una penetrazione…il suo sesso esultò, esplodendo di conseguenza, liberandosi contro le rocce, nell’acqua…il liquido chiaro annullò subito tutte le tracce, trascinandole via con sé, assieme al sudore che avevano addosso, agli ultimi echi delle loro grida.
Hanamichi chiuse gli occhi, tenendosi in piedi per miracolo, mentre Rukawa si affidava a lui, alla forza delle sue mani, alla sua volontà.
"Ti amo"
si sentì bisbigliare, mentre dita stanche e mosse da chissà quale forza andavano a distrarlo, mentre il pene usciva lentamente da lui.
Il rossino pianse un’ultima lacrima…il sesso di Kaede che lo lasciava.
………
"Un po’ più giù…ecco, lì"
Hanamichi si spinse indietro, strofinando la schiena contro il petto del compagno, sentendo i capezzoli induriti sfregarglisi contro le scapole. Trattenendo i gemiti, continuò a farsi accarezzare dalle mani di Rukawa, dalla spugna piena di schiuma, il morbido tessuto che massaggiava i suoi muscoli indolenziti.
"Meglio?"
domandò il volpino, ben sapendo la risposta…i lombi del suo ragazzo avevano bisogno di un bel massaggio, dopo quello che gli aveva fatto. L’acqua che portava via le bolle bianche disperdeva anche il suo sentirsi in colpa, per quel dolore. Il ricordo del volto di Hanamichi, stravolto dal piacere, lo faceva sentire bene, riempiendogli il cuore…lo aveva fatto venire, l’orgasmo era stato tanto potente da farlo quasi svenire. Il suo folle rossino aveva la pellaccia dura, e lui lo sapeva bene…non aveva di che preoccuparsi. L’importante, era solo renderlo felice.
"Sssìììì…"
Un mugolio soddisfatto, cui il moro lasciò seguire un sorriso…per proteggere i suoi meravigliosi occhi dal sapone, aveva fatto chiudere ad Hanamichi le palpebre. Non poteva vedere i suoi magnifici iridi d’ambra scura, ma almeno neppure lui era in grado di osservare il suo sorriso.
Non era una cosa da sprecare per un semplice mugolio…per Rukawa, i sorrisi erano gioielli da consegnare assieme a una dichiarazione d’amore.
"Kaede…"
"Hn?"
Il rossino si girò, gettandogli le braccia al collo e tirandolo sotto il getto forte dell’acqua calda…il liquido scivolò sui capelli del volpino, intrecciandosi ad essi, e rendendoli ancora più neri e splendenti che nella realtà…il rossino si sollevò leggermente, e posò un bacio su quella marea corvina e lucente, assaporandone sulle labbra la consistenza setosa.
"Andiamo là?"
bisbigliò, accennando col capo alle acque limpide del ruscello, che sfavillavano invitanti alla luce delle candele. Non si erano ancora inoltrati lì…avevano solo fatto l’amore sotto la cascata, per poi lavarvisi.
"Hn"
Senza aspettare altro, Rukawa lo sollevò, rischiando di scivolare…
"Ru!!!!"
lo ammonì il rossino, fra l’imbarazzo e il timore di cadere a terra…l’occhiata del moro lo zittì, e senza difficoltà il corpo abbronzato fu affidato all’abbraccio del torrente.
"Maledetta volpastra!"
Arrabbiato, imbarazzato e confuso, Hanamichi incrociò le braccia sul petto, voltando il viso dall’altra parte, verso le tende che rendevano quel luogo la loro privata alcova…
"Idiota…"
mormorò semplicemente l’altro, allungando una mano per accarezzarlo…
"…era da molto che desideravo farlo"
Il peso del corpo appoggiato contro il suo fece leggermente piegare il rossino in avanti, mentre sull’acqua calma che li circondava si rifletteva la figura snella di Rukawa, il suo viso bianco e il braccio con cui lo accarezzava. Hanamichi incrociò lo sguardo del riflesso, aggrottando le sopracciglia…non gli piaceva esser trattato così, come un’antica bambola di porcellana, da proteggere e preservare nella bambagia.
"Non volevo offenderti, solo…cullarti un po’"
"Hn"
Imitando il ragazzo moro, Sakuragi si rigirò fra le sue braccia, allungando il viso…osservando le labbra schiudersi per lui, il volpino abbassò le palpebre, tendendosi per ricevere un dolce, casto bacio di perdono.
STONK!!!
L’acqua solerte abbracciò con cura il corpo bianco che affondava in lei, accarezzandolo con mani invisibili e baciandolo con le piccole onde cui il ruscello dava vita…nonostante il dolore e lo stordimento, il cervello del volpino sapeva ancora reagire a qualcosa.
All’allontanarsi del suo ragazzo…alla sua risposta secca e soddisfatta:
"Offesa cancellata!"
"Hn. Idiota"
La testa ancora gli girava, nell’animo gli stava nascendo una fortissima voglia di vendetta…non si tiravano le testate così, al proprio ragazzo. Era contro tutte le regole.
Scuotendo il capo, Rukawa si appoggiò mollemente al bordo della vasca, appoggiando le braccia sulle piastrelle calde. Sapeva di essere sexy…le candele brillavano sulla sua pelle come sull’acqua; la testa gettata indietro creava una cascata nera coi suoi capelli, un lucidissimo drappo che sembrava assorbire le luce fioca di quella stanza, usandola per diventare ancora più lucido.
Sexy, e desiderabile…conosceva bene la sua scimmietta rossa. Sedurla era facilissimo…presto lo avrebbe sentito accoccolarsi accanto a lui, a chiedere implorando un po’ di carezze.
"Ru…"
‘Come volevasi dimostrare…’
Celando nel profondo la propria soddisfazione, Rukawa schiuse gli occhi, osservando fra le ciglia imperlate di vapore il ragazzo immerso per metà nell’acqua, col torace cosparso di goccioline.
Anche lui tremendamente sexy, e desiderabile.
‘Hn. Il mio stesso gioco’
Il moro raddrizzò lentamente la testa, avvolgendolo con lo sguardo profondo che sentiva avere, in quel momento. L’acqua scorreva sul suo corpo muscoloso, il letto ruvido del fiume sembrava implorare di esser usato come giaciglio, per un altro dei loro incontri…inevitabilmente, Rukawa si staccò dalla parete, spingendosi contro la tenue corrente e attraversando la polla, giungendo fino a lui, al suo essere così caldo da far sembrare gelida quell’acqua.
"Kaede…"
Hanamichi allungò il viso, socchiudendo gli occhi…le sue labbra non incontrarono quelle dell’altro, ma le sue dita. I suoi polpastrelli morbidi, da volpe, piccole rotondità che adoravano esplorare la sua pelle, i contorni del suo viso, i suoi zigomi, e poi perdersi fra la foresta dei capelli di rubino.
"Hana…vuoi fare ancora l’amore con me?"
Il sussurro di quella preghiera risalì il collo del rossino, scivolando sulla cute su cui era stata depositata…velocemente, fremendo nell’aria piena, arrivò al suo orecchio, scatenando un rossore diffuso sul suo viso, un brivido denso nel suo corpo.
"Sì…"
La sua gola rispose per lui, aprendo a entrambi le vie del piacere…Rukawa si allontanò di qualche centimetro, per potersi abbeverare di quella bellezza…Hanamichi sorgeva come una Afrodite dall’acqua, un corpo fremente e delicatamente inarcato, pronto a ricevere le mani del suo amante, a fremere per quelle carezze. Le cosce, piacevolmente dischiuse, sembravano create per esistere solo in quella posizione provocante ma non volgare…le dita che aggredivano la roccia testimoniavano, quasi più del sesso eretto che si intravedeva nell’acqua, il profondo turbamento eccitato che lo sconvolgeva.
Il volpino allungò il viso e l’avvicinò al suo, posando un bacio sulla gola tesa verso l’altro, a offrire quella bellezza a tutti gli dei che risiedevano nel cielo. Poteva quasi sentire il calore che s’irradiava dalla sua cute…una carezza invisibile, che solo lui avrebbe mai potuto possedere.
"Ah!"
Rukawa assaporò il gustoso gemito del suo ragazzo…non aveva fatto praticamente nulla, solo versargli un po’ d’acqua sulla base del collo, e poi osservarla scendere lungo la sua spina dorsale, imprimersela nella mente mentre si infrangeva contro ogni vertebra, schizzando piano minuscole goccioline sulla sua pelle.
"Sei bellissimo"
mormorò, senza riuscire a fermarsi…così remissivo Hanamichi non sembrava neppure lui, talmente diverso dalla scimmia rossa e pazza che gli altri conoscevano.
‘Merito mio, in fondo’
Sapeva la causa di quella docilità, in fondo era lui stesso…le sue dita, la sua presenza, il benessere che era in grado di scatenare in lui.
Fra le sue braccia, Hanamichi si trasformava in morbida creta da modellare, da plasmare secondo le regole dell’amore e della passione, da riempire di godimento e di folle piacere.
"K-Kaed…de"
Rukawa gli cinse la vita con un braccio e lo face girare, accompagnandolo fino al letto del torrente…Hanamichi si afferrò alle rocce, mentre le dita bianche iniziavano a tormentare la sua apertura.
"Godi, amore…non pensare a null’altro"
E per indirizzarlo già verso il cielo, Rukawa infilò la lingua in lui, leccando piano l’interno del suo corpo.
"AAAAAhhhhh!"
La schiena del rossino si inarcò con uno spasmo, i muscoli della sua apertura si contrassero…consapevole dell’enormità di quelle sensazioni, il moro estrasse il muscolo umido, sostituendolo con un dito, più facile da sopportare, cercando il punto che poteva portarlo all’orgasmo. Attorno ad esso Sakuragi impazzì, sentendolo continuare a muoversi dentro di lui, a toccare le sinuosità del suo intestino…deciso ad averlo completamente senza controllo, Rukawa afferrò il suo sesso e iniziò a masturbarlo, scatenando le sue proteste per quel piacere inatteso, prepotente.
"Ah! Kaede fermo, fermo!"
Il volpino strinse i denti, mordendosi le labbra…non avrebbe ascoltato le sue preghiere, lo avrebbe portato al limite e poi posseduto, con dolcezza.
Aveva deciso…Hanamichi avrebbe sperimentato dei preliminari da infarto, e un modo dolce e gentile di fare l’amore.
La calda guaina umida fu violata da un secondo dito…il moro chiuse gli occhi, immedesimandosi in quelle dita fortunate, avvertendo completamente attorno a sé il suo corpo. Avrebbe voluto poter entrare completamente in lui, inabissarsi nel suo calore e rimanervi in eterno. Sarebbe morto, per una cosa del genere.
"K-Kaede!!!"
Rukawa spalancò gli occhi, attratto dalla voce carica di piacere del suo compagno. Steso sul letto del fiume, Hanamichi godeva visibilmente, la bocca spalancata da cui scappava un rivolo di saliva, le guance rosse d’imbarazzo per quelle sensazioni tanto belle da esser quasi proibite, gli occhi socchiusi che piangevano calde lacrime…le sue mani si sforzavano di tenersi aggrappate al fondo, di fornirgli un appoggio sicuro sul quale contare, mentre si spingeva indietro, impalandosi sulle dita sottili…come un animale in calore, Sakuragi si stava facendo scopare da quelle dita.
"H-Hana…"
"Vieni!!!"
lo pregò questi, chiudendo gli occhi e continuando a muoversi, avanti e indietro, verso le dita che lo aprivano…il sangue ribollì nelle vene della volpe, la brama di lui prese il sopravvento, la sua ragione fu spazzata via dalla voglia di godere, la paura di fargli male annientata dai suoi gemiti lussuriosi…il volpino tolse le dita, di scatto, per sostituirle in un solo colpo col suo pene.
Una penetrazione forte, decisa, diretta. Su fino in cima, con un movimento unico, fluido, continuo, profondo.
Con un solo movimento, Rukawa possedette completamente Hanamichi.
"A-Ah"
Gli occhi spalancati, la bocca interamente aperta…il rossino boccheggiò, la testa che cedeva fino a giungere alla carezza dell’acqua.
Era stato tutto troppo…troppo. Troppo. Improvviso, totale, sommergente. Era stato annullato tutto in quella spinta. Il dolore, il piacere…tutto era sparito. Solo un attimo, prima di riapparire immensamente accecante, quelle sensazioni erano come l’esplodere del sole.
Ma erano assolutamente magnifiche.
Non provava male…no, l’eccitazione l’aveva reso così folle che anche il dolore di quel gesto, estremamente violento, s’era tramutato in appagamento. Gli era piaciuto, da morire.
E con Kaede così, affondato immobile nel fondo di lui, una mano che gli stringeva il pene, provava tutte le sfumature possibili della lussuria.
"K-Kaede"
pregò, ricordando a malapena il proprio nome…
"Hn"
Rukawa si ritrasse da lui, con dolcezza…il lento movimento fu accompagnato da un basso ululato del rossino, carico d’erotismo.
"N-Non lasciarmi"
lo supplicò, spingendosi indietro…Rukawa lo bloccò, tirando il suo sesso, e affondando di nuovo nel suo corpo:
"Non accadrà mai"
giurò, muovendosi con lentezza fino alla cima, assaggiando ogni crespa di quell’intestino che nessuno, prima di lui, aveva violato.
"Aaahhh…"
Sorridendo, il volpino ripeté quel movimento, lento e profondo, inarrestabile…entrava e usciva, seguendo le ritmate oscillazioni di un pendolo immaginario, o i battiti in sincronia dei loro cuori…il suo corpo violava con attenzione quello del compagno, impegnandosi per recargli il maggior piacere possibile…sotto di lui, Hanamichi si puntava contro il fondo con le mani, col petto, con la testa….tutto, perché l’attrito fra i loro corpi fosse così forte da farli impazzire, da far bruciare entrambi fino all’estinzione.
"A-Ancora!!!"
"Ti piace, Hana? Lo senti?"
"S-Sì!!!"
Rukawa chiuse gli occhi, inarcando la schiena e immergendosi nel compagno…il calore dei recessi del suo corpo lo attraeva, come i pesci del mare sono attratti dalla luce. Era la sua vita, la sua felicità, il motivo per andare avanti…il moro impresse un ritmo dolce e costante, attento a premere sempre sul suo punto speciale, perché Hanamichi si perdesse completamente…una mano gli accarezzava i fianchi, l’altra giocava coi suoi testicoli, con l’asta dura del suo pene…tutto era perfetto, tutto magico…divinamente assoluto.
Come il piacere dell’orgasmo, raggiunto insieme…Rukawa nel fondo di lui, ringhiando un qualcosa di indistinto, all’ennesima stretta del suo ano.
Hanamichi contro l’acqua vivace, gridando al mondo la propria libido, mentre il seme del volpino sommergeva le profondità del suo corpo.
………
"Come va?"
Le sue mani percorrevano i fianchi del rossino, assorbendo ogni morbida curva del suo corpo…le sue labbra aspiravano le minuscole gocce d’acqua e di sudore, che ancora scintillavano sulla fronte larga del compagno.
"…ho fame"
rispose funereo l’altro, massaggiandosi lo stomaco.
"Hn…"
Non se ne stupiva…lo aveva fatto faticare parecchio, in quelle ore.
"…ci troviamo un letto morbido, e poi vado a prendere un po’ di cibo?"
Due orecchie da cucciolo spuntarono fra i capelli rubino, suscitando un lieve sconcerto nel volpino…Hanamichi posò le mani sul suo petto, osservandolo con occhi scintillanti:
"Prendi tutto quello che puoi!"
"Hn…il solito mangione"
lo pungolò il moretto, massaggiandogli la schiena…il rossino voltò il viso, offeso:
"Vorrei farti notare che è tutta colpa tua, quindi hai il dovere di sfamare il tuo amante!"
"Hn…ai suoi ordini"
Con un lieve cenno del capo, Rukawa si rialzò, scatenando una cascatella d’acqua tiepida…Hanamichi seguì il suo corpo sollevarsi, trovandosi a guardare dritto il sesso del compagno.
"Wow, non l’avevo mai visto così da vicino"
osservò, contemplandone estasiato le dimensioni.
"Idiota!"
"AAAhhh!!! Sei arrossito!!!"
"IDIOTA!"
Rukawa girò sui tacchi e uscì dalla conca, tornando nell’anticamera e iniziando ad asciugarsi…il rossino lo raggiunse subito, zampettando felice:
"Dai Ru, ti stavo solo prendendo un po’ in giro…sei sempre così serio"
"Hn"
"Mi perdoni?"
Occhioni da adorabile cerbiatto, sguardo melodrammatico, boccuccia imbronciata e mani che gli accarezzavano il petto…sciolto da quella combinazione dolce e pronta a deflagrare, Rukawa scosse piano le spalle:
"Hn"
"Grazie Kaede. Ah…sono felice che tu abbia dormito molto oggi pomeriggio…adesso non hai sonno!"
esultando, Hanamichi si tese contro di lui, schioccandogli un bacio sulle labbra, per poi prendersi un asciugamano e iniziare ad asciugarsi.
"Hn…non è solo per quello, che non ho voglia di dormire"
Quella confluenza di allusioni e frizzi, volte al solo scopo di sedurlo, aveva avuto effetto, come entrambi sapevano sarebbe accaduto…ormai, si conoscevano bene, sapevano perfettamente come addolcirsi a vicenda. Anche perché non era mai capitato un vero litigio, non avevano ancora sperimentato l’acredine dell’ira e del rancore. Il loro rapporto era ancora nella fase di massima perfezione, sebbene durasse già da qualche mese.
‘Voglio che sia così per sempre’
si augurò il moro, osservando invidioso lo yukata che si stringeva attorno al suo corpo.
"Non star lì a sbavare sul sottoscritto, volpaccia maniaca e perennemente arrapata!"
"…è colpa tua"
gli fece candidamente notare il volpino, sistemandosi lo yukata e prendendolo per mano, prima di schiacciare il bottone rosso e uscire.
La risposta che il rossino aveva in gola rimase ancorata lì…appena svoltato l’angolo, in cerca di una camera accogliente, si erano trovati di fronte una camera dalle tende spalancate.
Una camera occupata. Da due ragazze. Dai corti capelli neri, che si dilettavano in un bel sessantanove, stese sul fianco, una accanto all’altra. Si leccavano e si penetravano con le dita, pizzicandosi i seni, dandosi piacere a vicenda.
(da dove m’è uscita la scena yuri ?______________? Nell’altra versione non c’era…n.d.Hymeko)
"A-A-Andia-mo?"
balbettò il rossino, incapace di spostare lo sguardo…attratto da quella scena che non avrebbe mai pensato di vedere, gli si accostava senza riuscire a scollarsi…
"Hana sembri un maniaco guardone!"
Rukawa afferrò il compagno e lo trascinò via, lungo il corridoio verso l’altra ala dell’edificio, tra le sue proteste:
"Ma che vuoi da me?! Le hanno lasciate apposta aperte le tende!!!!!!!!!!!!!!!"
"Hn…ma non per essere guardate come stavi facendo tu!"
lo rimbeccò l’altro, ringhiando…Hanamichi sbuffò, rischiando però di soffocarsi. Una normale, banale coppia etero si stava divertendo nella prima sala che avevano visitato…
"Wow…"
"Hana!!!"
Rukawa girò a sinistra, entrando nella prima porta aperta trovata…l’ambiente sembrava una normalissima stanza da studente di informatica. Dall’altra parte della camera un letto doppio, appena rifatto, si allungava verso un computer scintillante che, davanti a un invitante divanetto, troneggiava in mezzo alla stanza, circondato e onorato da cd, casse acustiche, scanner e stampanti…e soprattutto, quattro videocamere digitali e un potente masterizzatore esterno.
‘Oso solo immaginare che ci facciano con quelle…’
pensò fra sé il moro, chiedendosi come l’avrebbe presa il suo compagno, se gli avesse chiesto di farsi filmare…o di fare una scansione mentre lo possedeva…
‘…molto male, penso’
Per distrarsi, il moro aprì un grosso contenitore accanto al pc…chiusi ermeticamente in sacchetti di plastica, invitanti oggetti per il sesso virtuale facevano bella mostra di sé.
"Cosa dovrebbe essere questo?"
mormorò Hanamichi, studiando una specie di corto e stretto tubo di gomma rosa, con della peluria attaccata a un lato dell’apertura. Dall’altro lato, una pompa per aspirare, dotata di cavetto per la connessione USB, completava lo strano oggetto.
"A occhio e croce…una vagina per sesso via rete"
constatò un po’ perplesso il moro…Hanamichi passò lo sguardo da lui allo strano coso, e lo lasciò andare con un moto di disgusto.
"Ma è da maniaci!"
esplose, chiudendo il tutto e riparando la vista da stringicapezzoli e vibratori dalle forme più strane.
"Hn…sono gusti"
"Macché gusti! E poi dicono che noi siamo strani!"
"Hn"
ripeté l’altro, accomodandosi davanti alla tastiera.
"…e io sono sempre più felice del mio ruolo"
mormorò il rossino, accoccolandosi accanto a lui.
"Hn. Quale ci guardiamo?"
Rukawa indicò una serie di filmati, dai titoli più sconci…Hanamichi alzò le spalle, indicandone uno:
"Questo qua, il nome non promette nulla di troppo male. Two hands"
"Hn"
Il volpino cliccò due volte, e la finestra si aprì subito.
Annullando la sensazione di Hanamichi, due mascelle caddero fino a terra.
Una donna era a quattro zampe, su un letto, vista da dietro di tre quarti. Due delle sue dita erano affondate nella vagina, per darsi piacere.
Un uomo, con una vistosa erezione, era inginocchiato dietro di lei. E le penetrava l’ano…con due mani. La sua apertura sembrava una voragine…le mani dell’uomo, assieme, entravano e uscivano senza difficoltà.
(non è un prodotto della mia immaginazione, neppure la mia mente malata riuscirebbe mai ad arrivare a tanto. Esiste sul serio, l’ho visto davvero…è uno dei tanti filmati porci che i maschi tirano giù dalla rete. Assolutamente folle; n.d.Hymeko)
(a me piace *________________________* n.d.Ru)
(non ne dubitavo…n.d.Hymeko -___-)
(0.0 n.d.Hana)
"K-Kaede…"
Scandalizzato, Hanamichi si voltò verso il suo ragazzo, che fissava ancora sbalordito quella…cosa…
"Kaede!!! È da squilibrati!!!"
"Hn"
Passandosi una mano sugli occhi, Rukawa si affrettò a chiudere, spegnendo anche il pc:
"Cambiamo stanza?"
mormorò, senza riuscire a sopprimere un’occhiata al letto attaccato alla parete. La sua mente volteggiò, l’immaginazione prese il sopravvento…Rukawa girò appena il viso, in alto verso destra, perdendosi nei suoi pensieri:
Flash alla Scrubs:
Sì Kaede sìììììì, aprimi di più, entra fino al gomito!!!
Hana le mie mani sono grosse e larghe!!!
Non importa risalimi tutto!!! Mandamele tutte e due più suuuuu!!!
Fine flash alla Scrubs
Il rossino intercettò il suo sguardo, osservò la sua espressione diabolicamente beata…un’immagine in movimento si dipinse nella sua mente, una scena da riprendere e poi spedire in rete:
"Maledetto volpino!!!"
STOOOOOOONNNKKKKKKKK!!!!!!!!
CIP CIP CIP
Rukawa scacciò gli uccellini che, allegri ospiti indesiderati, gli svolazzavano attorno alla testa. Quell’idiota lo aveva steso con una magnifica testata…la fronte gli doleva, colpita in modo davvero duro, uno dei peggiori da quando si conoscevano. Nemmeno quel giorno lontano, sulla terrazza, il capo gli aveva fatto così male.
In più, picco del dolore, Hanamichi era sparito. Il volpino setacciò i corridoi e le stanze lì accanto, senza badare alle coppie che facevano porcate dando spettacolo. Non c’era, se n’era andato, senza aspettare che lui rinvenisse.
"Maledetto idiota"
borbottò, grattandosi la nuca. Dove poteva andare una scimmietta rossa sola e affamata?
"A cercare un albero di banane"
concluse dopo un attimo, arrivando alla risposta più logica. Chiedendosi, subito dopo, dove potesse trovare a Tokyo un banano.
"Meglio chiedere a quella donna"
Saltando i gradini, il volpino sgattaiolò giù dalle scale, sperando di non trovare nessuno che lo intralciasse, che rallentasse la sua ricerca. Tremava, alla sola idea che un altro si mettesse a coccolare il suo adorato ragazzo.
‘Meno male che è sola…’
osservò, adocchiando la donna sola, seduta a pasticciare col pc.
"Mi scusi…nel parco c’è per caso un banano?"
"Scusi?"
La giovane lo guardò stupita, inarcando un sopracciglio, e il volpino si spiegò meglio, sbuffando per la sua tontaggine:
"Un albero di banane"
"Ah…"
Rukawa trattenne il respiro: appena saputa la posizione, avrebbe afferrato dei panini e sarebbe corso da lui!
"…no, mi spiace, non abbiamo banani qui"
Se al suo posto ci fosse stato il rossino, quella ragazza si sarebbe trovata la fronte fumante. Ma lui era l’uomo di ghiaccio, freddo come una notte polare…il suo sguardo carico d’odio bastava, a far rabbrividire la gente.
Con soddisfazione, osservò la donna deglutire, mentre una gocciolina di sudore scorreva lungo la sua fronte, forse in cerca frenetica di un’idea che la potesse salvare:
"M-Ma in serra abbiamo una piccola palma da dattero, se le va bene ugualmente. Ma non fa i frutti…è davvero giovane. Deve prendere quella porta laggiù, e continuare dritto"
Era perfetta, il luogo ineccepibile dove una scimmia poteva trovare rifugio…Rukawa ringraziò con un cenno, prima di caricarsi di cibarie e correre via.
………
L’aria pesante, densa di umidità, lo avvolse com’era capitato in quella stanza…Rukawa respirò a fondo, sentendosi i polmoni madidi.
Attorno a lui, rigogliosi cespugli verde scuro rendevano quella grossa serra simile a un angolo di giungla tropicale…fiori impossibili a quelle latitudini fiorivano grazie alla forza della scienza, in un delirio di onnipotenza in grado di stravolgere habitat e stagioni.
Una minuscola farfalla blu brillante volteggiò attorno al suo capo, sfiorandogli i capelli…inconsciamente, il volpino sorrise. In fondo, al suo ragazzo quel luogo sarebbe piaciuto. Era tranquillo, riservato, colmo di angoli segreti dove potersi appartare, due fidanzati birichini. Sarebbe stata un’alcova bellissima.
La farfalla danzò ancora di fronte a lui, attirando la sua attenzione…Rukawa ne seguì il volo, rallentando. E lei si fermò, tornando verso di lui…il volpino avanzò di qualche centimetro, permettendo alla farfalla di allontanarsi ancora.
Lei…voleva che lo seguisse. Lo stava guidando…da lui.
"Portami da Hana…"
la pregò, avanzando con cautela fra le foglie lussureggianti. Quel luogo, tanto gentile con lui, meritava tutto il suo rispetto. Non avrebbe mai scordato il suo aiuto…aveva conservato, abbracciato, racchiuso nella sua protezione il suo ragazzo, custodendolo fino al suo arrivo.
E lui era lì, accoccolato ai piedi di una palma, le ginocchia strette al petto e le mani sugli stinchi, la testa bassa e gli occhi chiusi, probabilmente.
La piccola farfalla volò via, lasciandoli soli…Rukawa le indirizzò un silenzioso ringraziamento, prima di avvicinarsi a lui:
"Hana…"
Un occhio scuro brillò nello spiraglio fra le sue ginocchia socchiuse…il moro si inginocchiò accanto a lui, porgendoli un cestino colmo di sandwich e bibite colorate:
"Ti ho portato da mangiare…ho scelto le cose che ti piacciono di più"
"N-Non ti ho fatto male, vero?"
Paura, terrore del suo rancore…il rossino si rannicchiò ulteriormente in se stesso, allontanandosi un po’ dal compagno, con la paura che la sua stessa presenza potesse, in qualche modo, fargli ancora del male.
"Idiota…me ne hai date di peggiori"
mentì l’altro, appoggiando la schiena allo stesso albero…aveva letto un infinito pentimento nei suoi occhi, e per nessuna ragione al mondo gli avrebbe fatto pesare la cosa.
"S-Scusami Kaede, non so che mi è preso…"
Rukawa lo ammutolì con bacio, intrecciando le dita coi suoi capelli, liberandolo dalla sua bocca e quasi obbligandolo a appoggiarsi a lui:
"Non è successo nulla…e avevi ragione"
lo tranquillizzò, consapevole del suo dispiacere. Poteva ben immaginare il perché…la loro prima notte, che doveva essere da favola, aveva corso il rischio di esser trasformata in una trasferta all’ospedale.
"Davvero?"
"Hn"
Con un sospiro, il moro affondò la bocca fra i suoi capelli ancora umidi, baciandone il cuoio capelluto…Hanamichi sospirò, affidandosi al suo abbraccio e afferrando un panino:
"Certo che avevi una faccia…dì la verità, ci hai pensato"
"Hn"
Rukawa non mentì, sapeva bene che era inutile. Meglio ammettere che aveva davvero immaginato di penetrarlo con le mani…un brivido percorse tutta la sua pelle, al ricordi di quelle sensazioni vagheggiate.
"Stupido volpino smettila!!!"
"Hn…"
Era stato uno sciocco…non doveva spaventarlo così. Hanamichi avrebbe potuto aver paura di lui…doveva stare attento, non poteva permettersi di impaurirlo. Non avrebbe perso solo il suo corpo, quello sarebbe stato il male minore. No, non lo avrebbe più visto sorridere, né avrebbe potuto ancora assaggiare la sua bocca, ammirare i suoi occhi.
Il suo rossino era una fragile gemma, un corallo raro che andava gelosamente custodito e blandito.
"…com’era?"
Rukawa quasi si soffocò con la Coca Cola…che intendeva dire?
"Hn?"
Le sue guance si tinsero di rosso, come il ketchup che accompagnava il tonno nel suo panino…Hanamichi abbassò lo sguardo, stringendosi a lui:
"Nei tuoi sogni…com’era penetrarmi…così?"
"Hana…"
Un dito abbronzato tacitò le sue labbra:
"Rispondi…è una mia curiosità"
Sforzando la propria memoria, riportandola a quella folle situazione, il moro immaginò di nuovo le proprie mani immerse in lui:
"Caldo…viscido…umido…caldo"
biasciò, senza aggiungere altro…sapeva che avrebbe capito.
"Hn"
lo emulò il rossino, soddisfatto…un altro tramezzino sparì nella sua bocca, seguito da un lungo sorso di succo di pompelmo.
"Ma non farei mai una cosa simile, nel mondo reale"
Rukawa si sentì in dovere di rassicurarlo…se era stato un piccolo shock per lui, per il suo ragazzo poteva essere difficile convivere col pensiero che lui desiderava aprirlo il quel modo.
"Perché?"
Due vispi occhi curiosi si piantarono nei suoi…il volpino aprì la bocca e la richiuse, colto di sorpresa. Non avrebbe mai creduto che il suo ragazzo avesse simili curiosità…
"P-Perché ho le mani che sembrano due pale…"
mormorò, mostrando i palmi e le dita, larghi e forti abbastanza da prendere un pallone con una mano…
"…ti farei troppo male"
Come fosse la prima volta che le vedeva realmente, Hanamichi seguì i contorni di quelle appendici, forti abbastanza da stendere una persona con un pugno. Dotate di tempra invidiabile, erano anche capaci di trasformasi nei migliori strumenti di piacere, per lui. Conoscevano migliaia di sistemi per blandirlo, per stuzzicarlo, per farlo impazzire…solo per lui, divenivano leggere come piume, morbide come lana, delicate come un raggio di luna.
Esistevano solo per farlo impazzire, e lui era pronto a scommettere che, anche in una situazione estrema come quella del video, il suo Kaede ci sarebbe riuscito. Kaede trovava sempre il modo di farlo delirare, di donargli un orgasmo tanto potente da incendiarlo.
"Forse…però se usassi solo una mano…"
"Hana!"
sbottò il moro, allontanandolo per guardarlo in faccia…Hanamichi era certo, l’espressione del suo volto glielo confermava. Non stava scherzando…
"Su su volpino, non fare quella faccia…non ho ancora finito di mangiare!"
lo rimproverò l’altro, accoccolandosi ancora fra le sue braccia e mandando giù altro cibo.
"Hn…cambiando discorso, come stai?"
Di nuovo quel modo di farlo impazzire…la sua scimmietta che lo guardava da sotto in su, con gli occhioni sgranati e lo sguardo sognante…adorabile, sexy e puro…Rukawa si morse le labbra, per non sbatterlo sull’erba morbida lì accanto, e farlo di nuovo suo.
"Non intendi fisicamente, vero?"
"Hn"
Quello gliel’aveva già chiesto…la preoccupazione del moro era rivolta a qualcos’altro…
"…il mio animo…è quello, che vuoi sapere come va?"
"Hn"
La loro prima volta, e non ci erano andati calmi e tranquilli…dopo i primi momenti, si era completamente dimenticato che Hanamichi era vergine. Anche lui lo era, ma insomma…non era certo la stessa cosa. Eppure, si erano donati l’uno all’altro con follia, fondendosi totalmente, senza remore né timori. E il piacere li aveva sciolti, li aveva fusi assieme…caldi come il cuore delle stelle, s’appartenevano, e quando raggiungevano l’orgasmo, era come assistere, vedere quella totalità che formavano.
"Io lo sento…dorato"
"Hn?!"
"…è una cosa buffa, vero?"
Hanamichi sorrise, allungando le labbra e posandole su una sua clavicola…Rukawa gli sfiorò la testa con la guancia, prima di ascoltare le sue parole carezzargli la pelle:
"Tu mi fai sentire splendido, prezioso, lucidissimo…dorato, appunto. Mi sembra di essere così…inestimabile. Come se nulla, al mondo, valesse più di me. È ciò che mi fai provare"
gli confessò, arrossendo lievemente.
"Com’è giusto che sia…tu sei davvero così"
Rukawa si beò del sorriso leggero che si disegnò sulle sue labbra, del gesto morbido con cui tentava di sfuggire ai suoi occhi, rovistando nel cestino:
"Però non hai portato neanche un po’ di dolce, per questo gioiello"
lo rimproverò, fingendo di rabbuiarsi.
"Hn…perché il mio dolce sei tu. Voglio saziarmi di te"
"Eh?"
Rukawa si spostò, portandosi di fronte a lui…Hanamichi deglutì, riconoscendo la luce lussuriosa che gli rideva nelle iridi:
"Vorrei che ti mettessi seduto sulle ginocchia, come fossimo su un tatami"
"Eh?"
Il moro lo prese per le mani, accompagnandolo nella posizione desiderata, spogliandolo…lentamente, gli fece schiudere le ginocchia e sollevare un po’ il corpo, facendogli posare i glutei sui talloni:
"Ecco, così…"
"Ma…Kaede…"
Hanamichi avvampò, osservandolo mentre si chinava verso il suo inguine, e allungava una mano ad accarezzargli il sesso, risvegliandolo con la sola promessa del suo tocco sull’erezione…
"Ssshhh…o ti lego"
lo minacciò, sfiorandogli i polsi…Sakuragi deglutì, afferrandosi a ciuffi d’erba ai lati del suo corpo. Le dita bianche non si trattennero sul suo sesso…scivolando sui testicoli scatenarono una cascata di fremiti, che si propagarono su tutta la sua pelle. Incuranti, i polpastrelli continuarono la loro corsa, passando fra le cosce aperte, sotto di lui, risalendo il suo corpo dall’altra parte, fino ad arrivare alla sua piccola apertura…
"Kaede!"
Rukawa non gli permise di protestare…con una mossa fulminea afferrò con le labbra il suo sesso, risucchiandolo nella propria bocca.
Nello stesso istante, due dita violarono il suo corpo.
"Aaahhh!!!!!!"
Hanamichi sussultò violentemente, strappando i fili d’erba cui s’era tenuto aggrappato. Il calore, il calore lo aveva riempito in un volta sola, lo stava sommergendo…si stava squagliando.
Rukawa sorrise, stringendo le labbra su quella carne fremente e allontanandosi piano dalla base, risalendo fino alla punta, sentendo il suo ragazzo protestare per quel freddo che lo sferzava, dolorosamente diverso dal caldo profondo della sua cavità orale.
La sua bocca si riaprì per lui, la lingua scivolò fuori e roteò sulla punta del suo sesso, leccandola a lungo…Hanamichi si inarcò, mentre le dita in lui iniziavano a muoversi, a entrare e uscire, cercando sempre il punto che lo portava a un lento, possente orgasmo.
I denti da volpe decisero di assaggiare la sua carne bollente, lasciando su quella delicata polpa la loro firma, il marchio di dominio…con un singhiozzo, Hanamichi tentò inutilmente di sfuggire loro, le dita in lui lo costringevano a spingersi in avanti, a offrisi senza difese, a lasciarsi toccare, esplorare e marchiare. Le sue mani, seppur libere, non erano in grado di fermarlo, era in sua balia, perso negli alti cieli del piacere, non ancora in cima ma stava iniziando a sfiorare le vette torreggianti dell’universo.
"K-Kaede…"
lo chiamò, implorandolo di far cessare quella bellissima tortura…le dita lo fottevano, la lingua lo leccava, e i suoi capezzoli imploravano di essere seviziati…
"Hn?"
domandò il moro, troppo impegnato a gustarsi il suo sesso, per pensare ad altro…
"Cap…cap…ezz…lll"
Il moro aprì un occhio, sbirciando verso l’alto, osservando le piccole macchie brune sul suo petto fremere, in cerca di soddisfazione…contorcendosi un po’, allungò la mano libera, cercando a tentoni le asperità su quel torace muscoloso…Hanamichi sospirò forte, quando il primo capezzolo fu schiacciato fra i suoi polpastrelli. Sapeva che presto sarebbe toccato all’altro…poteva lasciarsi andare. Al resto avrebbe pensato il suo ragazzo…
"Ti faccio un bel succhiotto…"
(l’ho presa da Kizuna, anche se Kei lo faceva sul petto di Ranmaru. Qui mi piace di più…è più sexy!!!!!!!! n.d.Hymeko ^///o///^)
gli rivelò il moro, prendendo un lembo del suo sesso fra le labbra e succhiandolo forte, scatenando i suoi gemiti, ciucciando sempre più fino a lasciare una macchia rossa, quasi violacea, sulla sua pelle sensibile.
"Oddio Ru…"
Non ce la faceva più, gli sembrava di impazzire, gli girava la testa…tutte le sue forze erano impiegate nel sollevarsi e impalarsi sulle dita, che erano diventate tre, fino a ficcarsele fin su in cima, fino a immaginarsele arrivare fino al cuore, al centro di lui stesso.
Rukawa allungò la lingua e la passò sul livido, blandendo il leggero fastidio…non gli andava più di giocare, ormai il suo ragazzo iniziava a esser stanco. Era ora di impegnarsi sul serio e fargli raggiungere l’orgasmo…di colpo, lo riprese completamente in sé, fino a far toccare alla punta il fondo della gola. E mosse insieme le sue dita, forti e dure, per aprirlo con violenza, mentre l’altra mano quasi ficcava le unghie nella carne tenera del suo petto. Hanamichi gridò, afferrandogli i capelli e costringendolo a stare giù, a succhiarlo e a leccarlo, muovendosi per andargli incontro, in avanti verso la bocca che lo accoglieva, indietro per stringere forte quelle dita, per farsi possedere…quel movimento assunse un ritmo pazzesco, impossibile da sostenere a lungo, sorretto dall’adrenalina e dalla lussuria…selvaggiamente, il rossino si sbatteva avanti e indietro, assorbendo tutta la libidine che l’altro gli donava, salendo sempre più su e bruciando, fino ad infiammarsi e esplodere, scomparendo come una fiamma nel cielo, e nella bocca di Rukawa.
………
"Perché l’hai fatto?"
bisbigliò, socchiudendo gli occhi…l’altro non era venuto, non l’aveva posseduto…se sentiva un po’ egoista, ad aver goduto solo lui.
"Te l’ho detto, volevo saziarmi di te…del tuo sperma"
"Stupido volpino…chissà i tuoi testicoli come sono pieni"
Hanamichi tentò di allungare una mano per accarezzarlo, ma il volpino lo fermò, prendendola fra le sue e baciandone il dorso:
"Non ti preoccupare, si sono svuotati abbastanza, per oggi"
"S-Sicuro?"
Non si sentiva bene, nel sapere che solo lui aveva raggiunto l’orgasmo…
"Hn. Il tuo sperma è buonissimo"
"Volpino…ti amo"
Una confessione, un modo dolce e gentile per ringraziarlo…attingendo alle ultime forze, Hanamichi gli gettò le braccia al collo, nascondendo il viso contro la sua spalla.
"Anch’io"
bisbigliò il moro, baciandogli la nuca e cullandolo, stringendolo forte, scaldandolo col proprio calore…il suo respiro gli carezzò la gola, caldo come il fiato della terra.
Rukawa sospirò piano, sincronizzando il sollievo con quello della natura che li circondava, interessandosi più che quella calma li avvolgesse, che il loro piacere. Poteva immaginare quali pensieri frullassero nella testa del suo ragazzo, conosceva bene il cuore grande e gentile che palpitava nel fondo del suo petto.
Ma lui era felice così, sentirsi invadere la gola del suo liquido opalescente, assaggiare il suo sapore lo aveva fatto sentire bene davvero. Era…buono, dolce e amaro come l’amore stesso, e caldo. Non avrebbe mai potuto chiedere nulla di meglio, anche se sapeva che quella testa dura del suo rossino avrebbe tirato fuori una delle sue idee geniali.
"Però…"
‘Eccola’
Rukawa si congratulò con se stesso, ormai sapeva ben anticipare i suoi pensieri…
"…vorrei che tu realizzassi quella fantasia, che hai pensato prima…"
"Hn?!"
Le ciglia nerissime del moro sbatterono piano, tentando di collegare le sue parole al passato…
"Massì! Two hands!"
gongolò il suo ragazzo, arrossendo un po’ ma senza distogliere lo sguardo. La sua voce si abbassò di colpo, divenendo roca e fascinosa, possente ma tranquilla, impercettibile alle foglie che si tendevano per ascoltare, un tesoro solo per lui.
"Hana…"
Non avrebbe ceduto, non gli avrebbe fatto male.
"So cosa stai pensando…"
Lascivamente, le mani abbronzate accarezzarono il suo volto, mentre il rossino si inginocchiava fra le sue gambe, offrendo alle sue pupille il corpo nudo.
"…non temere, sono certo che saprai farmi godere, come hai sempre fatto…"
Rukawa deglutì, mentre le sue dita gli scorrevano lungo i tratti del viso, fino a blandire il collo e giù, lungo i bordi dello yukata sgualcito che ancora indossava.
"…Kaede fammelo"
Il flash che l’aveva invaso tornò ad occupare la sua mente, le sue mani si ritrovarono di nuovo immerse in quel calore umido, il corpo di Hanamichi si apriva per lui, per la pressione che esercitavano i suoi arti…
"N-No"
balbettò, fissando la struttura delle proprie mani…erano troppo grosse, per infilarle dentro di lui.
"Kaede…"
Sakuragi smise di tentare di piegarlo al suo volere usando la seduzione…sedendosi sui talloni, posò piano la fronte contro quella del volpino:
"…io non voglio avere rimpianti"
"Hn?"
Sorridendo, il rossino fece combaciare le loro bocche, staccandosi solo per poter bisbigliare ancora:
"Questa è la prima notte che passiamo assieme, e chissà quando potremo tornare qui. Per questo, io vorrei che non avessimo rimorsi, che sperimentassimo tutto. Questo è il luogo adatto, e io voglio sfruttarlo al meglio. Voglio fare tutto con te, con questi corpi noi dobbiamo darci piacere. E io sono sicuro che tu…"
Lentamente sollevò gli occhi, affondando lo sguardo scottante nelle iridi di ghiaccio blu…in essi, il volpino lesse solo certezza, forza e determinazione…non gli avrebbe mai fatto cambiare idea.
"…sia in grado di trasformare tutto in piacere, se hai fra le mani il mio corpo"
"Hn…"
Lo stava lentamente, inesorabilmente costringendo a capitolare…Rukawa deglutì, sentendosi affondare nelle sabbie mobili, irretito dalle arti seduttrici e maliarde del rossino.
"E poi, mi hai penetrato con la lingua, con le dita, col pene…fammi godere anche con le mani, adesso"
"…hn"
Mordicchiandosi il labbro inferiore, Rukawa si fissò le mani...erano troppo grandi, enormi, un aereo le avrebbe potute usare come pista d’atterraggio…
"Smettila di titubare…"
Hanamichi si passò i palmi sui capezzoli, leccandosi le labbra, per invitarlo a farlo suo anche così…non poteva resistergli, sapeva benissimo che il volpino era spacciato…
"Hn…ma a una condizione"
"E quale?"
cinguettò l’altro, tirando fuori dall’erba un grosso flacone di lubrificante…Rukawa inarcò un sopracciglio, ma decise di soprassedere…meglio non fare troppe domande, e tenersi le energie per convincerlo:
"Userò una mano sola. Due sono troppe"
affermò, nascondendo la sinistra dietro la schiena.
Hanamichi allungò il viso, osservando compiaciuto il compagno trattenere il respiro. La sua lingua sgusciò lentamente fuori dalle sue labbra, andando a posarsi sui piccoli mondi di carne alla base delle dita…con un gesto languido, leccò quelle dita forti e sottili per tutta la loro lunghezza, succhiandone piano l’ultima falange, prima di passare al dito successivo.
"Ci sto"
decise, girandosi e mettendosi gattoni, offrendogli senza paura l’accesso al suo corpo…Rukawa si ritrovò improvvisamente la cavità orale piena di saliva, così tanta saliva gli riempiva la bocca da faticare a mandarla giù…stupefatto, osservò una mano del rossino risalire il proprio corpo, afferrarsi il sesso e iniziare a massaggiarlo, obbligandolo a risvegliarsi…la volpe guardò quei gesti, in quella posizione oscena, sentendosi invadere dal desiderio, dalla voglia di saltargli addosso e ficcarglielo su fino in cima, in un colpo solo, riempirlo e farlo venire così, senza spinte ulteriori, una botta e via, subito l’orgasmo...rabbrividendo spostò lo sguardo, il suo lato animale da volpe lussuriosa stava prendendo il sopravvento, e non era ciò che Hanamichi voleva.
‘Ci sarà tempo, dopo…’
si ripromise, afferrando il flacone di lubrificante e schiarendosi le idee con esso, versandosi il liquido gelido sulla mano. Il freddo lo riportò a una parvenza di realtà…doveva iniziare a penetrarlo. Trattenendosi un po’, possibilmente.
"Dai Ru che aspetti? Datti da fare!!!"
La volpe lussuriosa e perversa riprese il sopravvento, costringendo Hanamichi a gridare…tre dita, te lunghe dita s’erano fatte largo in lui.
"Oddio sì!"
Inarcandosi, Sakuragi si spinse indietro, stringendole forte mentre entravano e uscivano da lui, sembrava un nuovo rapporto sessuale.
Rukawa strinse i denti, se fosse andato avanti così sarebbe venuto prima della fine, e non voleva ripetere quell’esperienza, o forse solo la sua parte superficiale non lo voleva, perché il rossino si stava divertendo, godeva a essere aperto così, lo vedeva e questo per lui era il massimo, il profondo del suo animo desiderava per lui solo piacere e libidine, e di conseguenza…
"Dai un altro!"
Il volpino non si fece pregare, inserendo in qualche modo anche il mignolo, sfiorando con quattro dita la carne umida, assorbendone il liquido e l’odore, modificandone la forma cedevole…sapeva che Hanamichi non avrebbe notato molto la differenza, eccitato com’era. Non era ancora arrivato alla parte più larga, le nocche avevano a malapena sfiorato la sua apertura, che non era più tanto minuscola e stretta…gli sembrava impossibile che quei gesti potessero appagare i sensi, eppure era così, il pene del suo ragazzo fremeva con sempre maggior forza…stava per esplodere.
"Preeeeesssstttoooo!!!!"
lo sentì pregare, anche lui era conscio di essere sull’orlo del baratro…
"Hn"
La mano di Rukawa uscì dal suo intestino, e vi rientrò completamente. Col pollice stretto al palmo, le sue nocche scivolarono in lui, aprendolo totalmente. La sua carne provata si richiuse attorno al suo polso…il moro trattenne il respiro, osservando il poco viso di Hanamichi che vedeva. Le palpebre spalancate, un rivolo d’acqua salata dall’angolo del suo occhi, la bocca aperta e un filo di saliva che colava…l’aveva sentito, come forse nulla in quella sera.
"H-Hana?"
lo chiamò, sentendosi tremare…e se…
"…a-anc-cc—ora…"
"Hn?!"
"Anc…ora…"
"Hana…"
"Sbrigati fammelo ancora…"
Il cuore del moro ripartì, quando il corpo di Hanamichi iniziò a ondeggiare, avanti e indietro, imitando il modo con cui si muoveva quando lo penetrava…esaudendo il suo volere, estrasse la mano e la rinfilò dentro con forza, arrivando il più avanti possibile.
Hanamichi gridò, inarcando la schiena, stringendosi forse il sesso e affondando l’altra mano nel terriccio…sentiva le dita dei piedi arricciarsi, infilarsi nella terra e trarne il sostegno per sopportare un’altra ondata di piacere, per opporsi all’entrata della mano e aumentare l’attrito fra loro, per godere di più…l’altro si spinse ancora in lui e il suo corpo esplose, la voce nell’aria e il suo seme nella mano, venendo cancellato dalla deflagrazione tuonante dell’orgasmo.
Non si accorse della terra che s’avvicinava, dell’odore di muschio che gli riempiva le radici. Semplicemente chiuse gli occhi, affidandosi alla Grande Madre.
(visto Mel? L’ho realizzata solo a metà ^_- n.d.Hymeko)
………
"Stai bene?"
Rukawa appoggiò le labbra sulla sua fronte, leccandogli via un po’ di sudore dalla pelle. Hanamichi annuì, aspirando il profumo del loro sudore mischiato…non avrebbe mai creduto di svenire. Certo, nonostante la forza sublime dell’orgasmo, non ci sarebbe stato troppo da stupirsi. Ma non era il primo che provava. Eppure…
"Sicuro?"
"Sì"
Quel volpino era troppo preoccupato per lui…andava rassicurato.
"Sono felice, di quello che abbiamo fatto oggi"
"Hn?"
"Hn"
Hanamichi riaprì gli occhi, rendendosi conto che la stoffa contro cui era appoggiato era quella di uno yukata. E improvvisamente ricordò.
Non era stato penetrato, nelle ultime due occasioni. Una se n’era reso conto, ma l’altra…si era comportato un po’ da egoista, e il volpino accondiscendente l’aveva accontentato.
"E la schiena?"
volle sapere il moro, sempre preoccupato…
"A posto"
Per rassicurare quell’animo impensierito, Hanamichi si allontanò da lui, appoggiandogli le palme delle mani sul petto e spingendolo indietro, ad appoggiarsi alla terra. I capelli neri si allargarono sugli steli d’erba, il muschio profumato fece da cuscino alla testa preziosa…il rossino annuì soddisfatto, reprimendo un mugugno di dolore da parte dei suoi lombi, ed aprendogli lo yukata.
Sorrise compiaciuto, il suo pene già svettava alto.
"Da quanto non vieni soddisfatto?"
chiese, rivolgendosi direttamente a quel sesso duro e dritto…senza aspettare una risposta dal proprietario, o un tentativo di fermarlo, Hanamichi montò a cavalcioni su di lui e lo riprese in sé, lentamente, dando nuova vita al piacere assoluto che solo così potevano provare…
Fine
la stessa lunghezza dell’altra…non so se preoccuparmi o meno O.o adesso vediamo di non far bruciare pure questa; n.d.Hymeko
io ho da ridire…non ci sono abbastanza lemon! n.d.Ru è_é
volpino…ho un limite…n.d.Hana dolorante
hn…poi ti massaggio io; n.d.Ru
se è così…noi torniamo in quella serra ^O^ n.d.Hana
prima però…buon compleanno Mel!!! n.d.tutti in coro
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