I personaggi appartengono a Lansdale, tutto
quello che ci faccio io è sognarli la notte. Lansdale nel descrivere il suo
Texas è grottesco e dissacrante, lo descrive arretrato e profondamente
razzista e inventa personaggi sarcastici con un senso della giustizia un po’
personale. Leonard è nero e gay, lui stesso si definisce negro-frocio per fare
la caricatura di chi gli sta intorno e lo stesso fa Hap che è il suo migliore
amico. Come in tutti i libri di Hap & Leo la voce narrante è di Hap… Non tiene
conto dell'ultimo libro Sotto un cielo cremisi... bellissimo... Buona lettura.
^^
Il nemico
alla porta, l'invasione dei nani (ho voglia di te)
Capitolo III -
di Mia
Cerco sempre di svegliarmi prima di Leo, ma non
per quello che si possa immaginare tipo portargli la colazione a letto o
stronzate del genere che lo possono solo che far incazzare, fortunatamente
odia le smancerie come le odio io, ma lo faccio per un motivo ben più subdolo:
mentre dorme mi piace stringermi a lui e avere l’illusione di potergli entrare
dentro come natura vuole… Mi piace ripetere l’esperienza del Messico, allora
avevamo il pigiama che ci divideva ora invece siamo a pelle e quindi ciò che
bagno con il mio sperma da erezione mattutina è direttamente il suo sedere e
io spingo proprio sul suo ano caldo e stretto. È difficile resistere alla
tentazione di spingermi in lui ma anche questo fa parte del divertimento. La
cosa buffa è che so perfettamente che Leo sta solo fingendo di dormire ma
entrambi facciamo finta che non lo sia perché quando poi si decide a mettere
fine alla sceneggiata, con il suo corpo si spinge ancora di più contro di me e
questo mi fa superare di pochi millimetri il suo antro stretto, piace a me ma
piace ancor di più a lui…
- Adoro sentirti eccitato fin dal mattino Hap, mi fai ben sperare per il
proseguo della giornata…- Faccio una smorfia perché non mi sento più libero di
maneggiare il suo corpo come voglio ma le sue mani mi accarezzano
sapientemente come se non fossi già abbastanza eccitato di mio.
- Hmmm… sei sveglio allora…- Cerco di spingermi ancora di più in lui ma non
abbastanza da penetrarlo del tutto, a Leo non piace il sesso mattutino, magari
nella doccia sì ma quasi mai a letto.
- Abbastanza da non poterti approfittare di me…-
- Cattivo…- Come sospettavo leva le mie mani dal quel meraviglioso culo che si
ritrova per portarsele alle labbra… ma le sue labbra non sono affatto
innocenti mi leccano l’indice portandoselo all’interno e ci giocano come se mi
stesse facendo un pompino di prima mattina..
- … magari più tardi però…-
- Hmmm mi piace tenerti tra le braccia Leo mi fa venire voglia di rimanere a
letto per tutto il giorno…- Cancello di nuovo la distanza tra i nostri corpi e
mi ritrovo di nuovo a spingere contro la sua entrata, mi eccita la stretta
opposizione del suo corpo come quando facciamo l’amore, mi piace averlo
stretto e contratto per poi costringerlo a cedermi…
- Non credo che sia l’unica cosa di cui tu abbia voglia… scemo-. Si spinge
ancora di più contro il mio corpo facendomi mordere il labbro per la
frustrazione e ancora una volta maledico l’abitudine di dormire senza pigiama…
- Cominci ad eccitarmi anche quando mi offendi, è grave?-
- Per un pervertito come te no…-
- E tu saresti l’angioletto? Non credo che gli angioletti se ne vadano in giro
con un’erezione del genere e con una parte del corpo ancora più peccaminosa
che brucia e che tenta più dello stesso inferno… non sei esattamente un bravo
ragazzo Leo…- Gli metto una mano davanti e una dietro ovviamente quella dietro
è quella con il dito bagnato della sua saliva… lo masturbo in tutti e due
posti e Leo sembra stirarsi come un gatto. Poi la pantera che è in lui si
risveglia e mi inchioda a letto, io mi lecco le labbra perché la situazione
sta diventando veramente interessante…
- E non voglio neanche esserlo…-
- Mi piaci anche per questo…- Quando si mette a cavalcioni su di me gli
accarezzo le cosce che stanno al lato dei miei fianchi ma poi non resisto e
vado ad esplorare di dietro dove so troverò quello che il mio corpo vuole e
quello che Leo deve soddisfare, so che lo farà, il suo bisogno è il mio e
viceversa…
- Sta’ zitto…- Mi bacia mentre permette alle mie mani di anticipare quello che
avverrà tra un po’. Amo questo Leo che nelle mie mani diventa gelatina, che
dimostra la sua debolezza per me e del suo bisogno di essere scopato fino a
perdere la voce…
- Se la metti così… sei la mia checca preferita Leo…-
- Sono l’unica tua checca…- Mi morde una spalla a sangue a dimostrazione della
sua gelosia e della sua possessività, sono pieno sul corpo di questi morsi,
gli ho detto che non ce n’è bisogno ma alla fine ho cominciato a trovare
eccitante anche questi…
- Non potrebbe essere altrimenti… sei bellissimo… ho voglia di te uomo…-
- E io di te…- Si spalanca da solo le natiche e poi è così normale ma allo
stesso tempo speciale che lui si abbassi su di me fino ad impalarsi sulle mie
palle che entrambi non sentiamo alcun dolore ma solo una scarica di piacere
che non abbiamo nessuna intenzione di soffocare. Leo si sistema meglio per
trovare una migliore angolazione e poi si tira su per martellarsi di nuovo ma
stavolta su un punto più stimolante. Il sesso è lento come lo è sempre quando
lascio interamente la guida a lui. Gli piace sentire ogni affondo, non va mai
a vuoto e va così in profondità che le mie palle quasi si mettono a fare din
don dan quando incontrano il suo ano, è in questi momenti che vorrei averlo
grosso almeno quanto il suo perché non mi basta mai e per Leo non è mai
abbastanza, vorrei dargli di più, vorrei dargli quello che non ho. Poi succede
quello che non dovrebbe mai accadere, qualcuno spalanca la porta della stanza
e ci vede, così vulnerabili, deboli e assetati uno dell’altro, così
innamorati. Ci vede in un modo che solo nell’intimità ci mostriamo essere…
Ribalto subito Leo sul lato coperto del letto per coprirlo dagli occhi
indiscreti dell’indesiderato scocciatore, ucciderei piuttosto che far vedere
Leo in quel modo, quel Leo appartiene solamente a me. So di avergli fatto male
me ne sono fatto anch’io sbattendo la testa sulla spalliera ma poi mi sfogo
con un urlo che quasi fa tremare le pareti della casa.
- FUOOOOOORIIIIIIIIIIIII DIIIIIIIIIIIIIII QUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
COGLIONEEEEEEEEEEEEEE!!!!- Il nano chiude subito la porta dietro di sé ma io
non lo calcolo già più, mi preoccupo per le condizioni di Leo. Ho sentito il
mio pene graffiare le sue pareti e quasi temo a chiedergli come sta ma Leo
dimostra la sua forza ancora una volta e mi anticipa…
- Stai bene?-
- Mi fa solo un po’ male la testa, tu piuttosto?-
- Un po’ indolenzito…- Fa una smorfia di dolore che solo alle nostre prime
volte ho visto e questo mi porta ad uno scatto d’ira.
- Stavolta lo ammazzo sul serio!- Salto dal letto come se avessi le fiamme
dell’inferno alle chiappe, ma Leo di forza mi stende di nuovo. E’ irritato lo
so ma riesce a mantenere comunque una calma apparente…
- Sta’ giù! Ci penso io-.
- Devi mandarlo via Leo!-
- Prima voglio parlargli…-
- Ma non sei incazzato per quello che ha fatto?-
- Almeno quanto te ma voglio sapere una cosa…-
- Cosa?- Non può esserci nulla che giustifichi la violazione della nostra
intimità e soprattutto non il fatto che abbia visto Leo in quello stato, solo
a me è permesso vederlo così.
- Aspetta che mi faccia una doccia e poi lo saprai…- Si abbassa leggermente a
cercare credo i calzini visto che le mutande non le porta quasi mai, povero
fortunato me. Mi basta guardarlo per calmarmi e per eccitarmi di nuovo, mi
porto dietro di lui e lo abbraccio, lo sento tremare di rabbia, dunque un po’
è scosso anche lui. Lo stringo forte a me e tra un bacio e l’altro, una
carezza più o meno spinta, e il mio corpo sempre più a contatto con il suo,
gli faccio sentire la mia vicinanza che sono lì per lui, come sempre.
- Vuoi compagnia?-
- Non sono dell’umore giusto…- Si libera di me con una spinta nervosa che mi
mette sull’allerta sul suo stato emotivo: è bene stargli alla larga.
- Mi pagherà anche questa…-
- Hap lascialo a me-. Mi ringhia come se fosse una minaccia ma stranamente
invece di spaventarmi mi eccita ancora di più, la sua grinta e la sua forza
risvegliano ogni mio senso…
- Va bene ma muoviti a farti questa doccia prima che me ne freghi del tuo
umore…- Gli metto una mano sul culo ma lui prontamente me la leva ma non mi
perdo il sorriso malizioso che ha sulle labbra, quasi quasi un’incursione
durante la doccia la faccio eccome… poi però ci ripenso. Se vado da lui
finiremmo per passarci l’intera mattinata mentre ora la cosa che voglio di più
e far fuori il piccoletto. Faccio il bravo e aspetto che Leonard finisca nel
frattempo mi vesto e cerco di calmarmi sia dalla rabbia che dall’eccitazione.
L’eccitazione torna appena vedo Leonard fresco di doccia. Nascondo la fame che
ho di lui dietro la rabbia e quindi lo aggredisco subito.
- Lo caccerai vero?-
- Voglio sentire prima quello che ha da dire…- Si toglie calmo l’accappatoio
mostrandomi per l’ennesima volta il suo corpo perfetto, ogni linea e curva che
mi fa dare di matto, mai in vita mia una donna mi ha fatto un simile effetto.
Vorrei saltargli addosso subito come un animale in amore ma rimango fermo a
scoparmelo con lo sguardo, so benissimo che lui sa quello che gli sto facendo
e come riprova fa tutto il più lentamente possibile per farmi godere meglio
della sua vista.
- La doccia ti ha ammorbidito…- Mi porto più vicino a lui per godere anche del
suo odore, non mi accorgo nemmeno di starmi ad accarezzare un’erezione mai del
tutto smaltita, me ne frego continuo a toccarmi e a guardarlo e quando
finalmente è lui a guardarmi capisco che la cosa che voglio veramente fare in
questo momento è una sola cosa, possederlo, in qualsiasi modo e in qualsiasi
posto. Ma il malumore di Leo non è passato mi guarda appena e mi suggerisce
l’unica soluzione possibile…
- Infatti dovresti fartela anche tu-. Mi spoglio e rassegnato vado in bagno
dove do sfogo a tutta la mia frustrazione con una bella sega immaginando le
mani di Leo al posto delle mie e ad essere sincero immagino che tutto il suo
corpo sia qui con me per continuare quello che avevamo iniziato a letto. Non è
che tragga molto beneficio dalla doccia ma sicuro è che non me ne vado in giro
con un’erezione come se fosse un’arma… Leo appena mi vede si alza dal letto, è
bello che mi abbia aspettato per affrontare il nano, meno bello è che mi
scansa innervosito quando tento di baciarlo, ecchecavolo! Volevo solo baciarlo
mica stuprarlo anche se poi nella mia fantasia era proprio quello che volevo
fargli, sarà diventato pure telepatico? Beh allora non gli dispiaceranno poi
così tanto le mie fantasie… Mi precede e appena apre la porta della nostra
stanza si ritrova il nano a pochi centimetri dal suo naso che comincia a
piagnucolare e a parlare contemporaneamente. Cosa sbagliatissima Leonard odia
i piagnistei.
- Leonard… ti ch-chiedo scusa… non volevo… pensavo…-
- Sta’ zitto Julian, parlo io-. Gli da una spinta che lo fa finire
direttamente in cucina, quasi temevo che lo spazzasse via dalla faccia della
terra. I suoi occhi si sono fatti più scuri come quando è perso da una furia
omicida o dalla passione più sfrenata. Impreco perché mi toccherà
salvaguardare la vita del nano nonostante io lo detesti…
- …-
- Spiegami una cosa da quando le persone normali aprono la porta di una stanza
da letto senza bussare?-
- Non lo so… non ho pensato… non vi alzavate… volevo vedere se eravate svegli
per poter cominciare a preparare la colazione…- Continua a piagnucolare e a
parlare, io scuoto tristemente la testa per lui che infatti riceve l’ennesima
spinta che lo fa sbattere violentemente contro il muro…
- Riformulo la domanda perché non hai bussato?-
- … non credevo ce ne fosse bisogno…-
- Perché?- Ora gli mette una mano intorno al collo e forse questo sarebbe il
momento di intervenire ma mi godo ancora per un po’ il terrore negli occhi del
piccoletto, ho già detto di odiarlo e poi Leonard non sta veramente facendo
sul serio altrimenti sarebbe già morto.
- Davanti a me avete fatto sesso, con la porta aperta della stanza ti ho visto
che gli facevi…- Mi innervosisco anch’io a ricordarlo e quasi mi viene voglia
di dare man forte a Leonard.
- E’ vero, allora perché pensi che abbia bisogno di chiudere quella porta?
Evidentemente dietro quella porta si fanno o si dicono cose così intime da non
volerle far ascoltare o vedere a nessuno altrimenti sarebbe spalancata com’è
in pieno giorno non credi? Quando quella porta è chiusa io e Hap mostriamo
all’altro ogni nostra più piccola debolezza che ovviamente non mostreremo mai
a nessun altro-. Noto che la mano di Leo si stringe intorno al collo e se la
pelle del messicano non fosse così scura sicuramente la vedrei arrossarsi,
infatti lo sento respirare a fatica. Ma una cosa bisogna dirla ha smesso di
frignare e non sta pregando Leo di lasciarlo andare.
- Ma mi avete mostrato gia tutto!-
- Quello che ti ho mostrato è semplice sesso, non mi sognerei mai di farmi
vedere da te mentre mi do veramente ad Hap o tanto meno quando è lui a darsi a
me. Ti mostro il mio desiderio ma mai il mio bisogno quello lo tengo chiuso
dietro quella porta proprio per non mostrarlo a nessuno se non al mio uomo…-
Nella furia Leo strattona anche me mostrandogli con i fatti chi, e solo chi, è
autorizzato a vederlo nella sua debolezza. Gli altri devono avere di lui
un’immagine di superuomo e devono temere anche il suo solo sguardo, non
capisce che quando è con me non cambia assolutamente nulla anzi sprigiona più
forza e dignità di quando si trattiene. Ma rimango zitto non voglio mica
rischiare la vita io.
- Io non conosco queste sfumature sono cresciuto come una puttana per il me
sesso rimane comunque sesso…-
- Che hai visto quando sei entrato?- Stringe ancora di più il suo collo e
quasi sono tentato di fermarlo, Leo non sa mai quando fermarsi, ogni volta che
siamo nei casini o creiamo qualche casino sono sempre stato io a dirgli di
smetterla, chissà quante persone avrebbe ucciso se non ci fossi stato io a
fermarlo. Il nano però regge abbastanza bene, non si piega affatto alla
volontà spaventosa di Leonard.
- Nulla…-
- Julian non raccontarmi cazzate, Hap non ha dei riflessi così pronti da
averci nascosto subito-.
- … ho visto Hap sdraiato e tu seduto su di lui…-
- Credo tu sia abbastanza intelligente da capire che non stavo semplicemente
“seduto” su di lui…- Mi mordo le guance perché la voglia di dargli un pugno è
tanta, non mi sento più così buono da salvarlo da Leo. Il solo pensiero che ci
abbia guardato in un momento così intimo e così nostro mi fa ribollire il
sangue nelle vene.
- … sì-.
- E tu credi che mi sarei mai mostrato così a te?-
- … no-.
- Allora vedi che anche tu sai perfettamente quando si tratta di semplice
sesso e quando no-. Lo lascia andare con mio sgomento e subito il piccoletto
gli si appiccica addosso per supplicarlo di nuovo. Mi dà fastidio anche che lo
tocchi solamente, perché lui l’ha visto… l’ha visto mentre si donava in quel
modo così tipicamente suo. Per questo merita di sparire immediatamente, di
smaterializzarsi davanti a noi.
- Davvero non volevo… non lo farò più-.
- E’ ovvio che non lo farai più idiota visto che te ne andrai…- Sbotto e
stavolta sono io a spintonarlo e rimetterlo a spalle al muro, la sua esistenza
e la sua sola voce è veramente troppo da sopportare. Leo mi sorprende una
volta di più spintonando via me, da quando è diventato lui il salvatore del
nano? Non lo ero io? Mah!
- Sta’ zitto Hap!-
- Vuoi che me ne vada Leonard?- Il ragazzino finalmente capisce che è
diventato di troppo, che lo stesso Leonard che l’ha sempre difeso ora non lo
vuole più in casa sua, mi metterei a festeggiare se non sapessi di attirare
l’ira di Leonard…
- Forse è arrivato il momento di conquistare il tuo sogno ad Hollywood…-
- Non posso andare ad Hollywood…-
- Cosa?- Insieme a Leo rimango sconcertato anch’io… insomma tutti e due mi
hanno fatto due palle così sul fatto che un giorno sarebbe andato ad Hollywood
e sarebbe riuscito a sfondare e ora mi sta dicendo che erano tutte cazzate?
- Quando sono arrivato ti ho mentito non ho mai avuto intenzione di andarci.
Volevo stare da te per un po’ e poi sparire-.
- Ma quando ci siamo conosciuti ricordo che quello era il tuo sogno…- Cerco di
non pensare a quando si sono conosciuti e poi per reprimere la mia gelosia mi
dico che noi non stavamo ancora insieme e quindi Leo era libero di fare
qualsiasi cosa persino sbattersi quel figlio di puttana…
- Lo è ancora ma non posso andarci-.
- Perché?-
- Ti sei chiesto come mai è passato così tanto tempo dalla mia telefonata al
mio arrivo?- Io avevo sperato che ci avesse ripensato invece…
- Sì infatti pensavo che non saresti più venuto…-
- Forze maggiori mi hanno trattenuto…-
- Quali?-
- Non importano più… raccatto la mia roba e me ne vado…- Lo fa davvero dando
le spalle a Leo dimostrando un coraggio che non gli credevo.
- Voglio sapere perché hai rinunciato al tuo sogno-. Leo lo riporta subito
indietro e lo sbatte con tale violenza al muro che pare diventare quasi un
quadro dell’arredamento…
- Ti importa davvero?-
- Sì-.
- Perché?-
- Ci tengo a te Ju’-.
- Davvero?- Si massaggia il corpo che sicuramente sarà indolenzito da tutti i
colpi presi, anch’io al suo posto mi farei la sua stessa domanda dopo il
trattamento ricevuto…
- Dovresti essere preso a calci nel sedere per quello che hai fatto ma se hai
qualche problema voglio saperlo…-
- Posso ancora considerarmi tuo amico?- Il moccioso finalmente pare cedere e
sembra quasi scoppiare a piangere da un momento all’altro, ma ciò che è strano
e che pare non farlo per quello che ha subito ma per la possibilità di poter
perdere Leonard. E’ veramente amore quello che prova per lui?
- Accontentati di non essere mio nemico per ora-.
- Non volevo far niente di male Leonard…-
- Lo so ma è dura per me guardarti in faccia e sapere che mi hai visto in un
modo che non avresti mai dovuto vedere…- Per Leo l’intimità è tutto il suo
essere e ora che è stata violata è difficile per lui stesso guardarsi in
faccia.
- Non odiarmi…- Il ragazzino non capisce che in realtà non lo odia ma che si
odia lui stesso per aver permesso che succedesse una cosa del genere, come
sempre alla fine sarò io a rimetterci se Leo non riuscirà più a lasciarsi
andare…
- Non lo faccio, per questo voglio sapere cosa ti è successo…-
- Sai che sono stato comprato da un uomo…-
- Sì il proprietario dell’albergo-. Sento dal vivo la storia che Leo mi aveva
già raccontato, intenzionato a non impietosirmi ma so già che lo farò perché
il nano è un altro sopravvissuto della vita, come lo è Leo e come lo sono io.
- Già mi ha sempre lasciato fare quello che mi pareva in cambio di qualche
notte in cui gli dovevo dimostrare a chi appartenevo, quelle notti dovevo
essere il suo cane ma non era mai cattivo con me, voleva quello che agli altri
facevo pagare, una scopata forse due quel tanto che per lui bastava per farmi
ricordare di chi ero. Lo facevo e poi tutto tornava alla normalità. Ma
l’ultima volta qualcosa è andato storto, appena mi ha visto mi ha dato una
botta in testa per farmi svenire e quando ho ripreso i sensi mi sono ritrovato
legato alla spalliera del letto…il bastardo non ha aspettato neanche che
rinvenissi per fottermi, ma non mi sono ribellato, se voleva avermi in quel
modo quella notte sarei stato al suo gioco, l’ho stuzzicato addirittura a
scoparmi con più violenza se era un vero uomo, e l’ha fatto, cazzo se l’ha
fatto. Mi ha penetrato anche con i due indici e lì ho cominciato ad urlare per
il dolore ma a lui non gliene è fregato un cazzo, anzi ha goduto ancora di
più, e anche una volta venuto non si è fermato, con i due indici ha addrizzato
il suo uccello floscio e ha continuato a scoparmi e quando ha ripreso vigore
ha finito il lavoro, non so quanto può essere durato tutto ciò perché ad un
certo punto ho perso di nuovo i sensi. Solo a mattina inoltrata ero di nuovo
lucido per chiedermi “che cazzo sta succedendo? A quest’ora io dovrei essere
giù a lavorare!” In genere i nostri incontri finivano ben prima di quell’ora e
soprattutto non con me legato e impossibilitato di muovermi. Non avevo ancora
paura ma solo infastidito per il fatto che non sapevo quello che stava
succedendo ma ci volle poco a capire la situazione, appena vidi lo sguardo del
mio padrone su di me ero sicuro di non uscirne vivo. Per tre giorni sono
rimasto imprigionato in quella stanza, per tre giorni mi ha violentato senza
darmi mai tregua… il letto su cui stavo era lercio del mio sangue e del suo
sperma. Appena sono riuscito a liberarmi sono scappato il più lontano
possibile… ma niente mi farà tornare indietro e di certo niente mi ridarà
quello che mi hanno tolto, posso fare di tutto ma il male rimarrà dentro di
me…- Smette di piangere e il vuoto che prende il posto delle lacrime nei suoi
occhi è ancora più terribile…
- Gli spaccherò il culo io Ju’ te lo prometto…- Lo guardo scioccato dal senso
delle sue parole e lo è anche il ragazzino.
- Leo lascia stare, voglio solo dimenticare e pensare che non sia mai successo
niente…- Ha ancora le gote bagnate e il terrore che prova al solo pensiero di
dover ancora a che fare con quel bastardo si rispecchia nei suoi occhi. Con
noi si sente al sicuro non vuole più cambiamenti nella sua vita ed io sono
d’accordo con lui, ma Leo è troppo furibondo per capirlo. Per lui in questo
momento esiste solo la violenza, rispondere alla violenza con altra violenza…
- Prepariamoci, andiamo in Messico-. Rimango paralizzato come il moccioso
dall’uscita di Leo, ma appena si muove lo seguo subito, pensando ad una
strategia che possa fargli cambiare idea, non ho nessuna intenzione di fare
cazzate ora che la mia vita ha finalmente un senso e andare in Messico vuol
dire cacciarsi in sicuri guai. Appena ci chiudiamo la porta della nostra
stanza alle spalle inizio la mia manovra di persuasione. Il mio obiettivo è
fargli capire che è una cazzata e che è troppo rischioso anche per quanto
riguarda l’incolumità del moccioso.
- Non credi che sia più sicuro per tutti se il ragazzino rimane da noi?-
Quando è in queste condizioni neanche io so come prenderlo, in genere lo
stendo per parlarci tranquillamente dopo ma ormai ha mangiato la foglia è sta
in guardia ad un mio eventuale attacco…
- Infatti rimarrà-. Tira fuori più armi che vestiti ed ha solo iniziato se ha
intenzione di tirare fuori tutto il suo arsenale…
- Allora perchè hai intenzione di andare in Messico?- Finora il Messico è
stato il nostro paradiso e ora sta per trasformarsi in un campo di guerra, una
guerra oltre tutto inutile perché come dice il nano ormai è inutile andare lì
ad ammazzarlo, quello che ha subito gli rimarrà e quello che gli è stato tolto
non gli sarà ridato…
- Per massacrare quel bastardo-.
- Ehi calmati un attimo... non riusciremo a passare neanche la frontiera con
tutte quelle armi... vieni qui...- Cerco di fermarlo ma mi allontana
bruscamente, ma quando lo abbraccio mi lascia fare anche se sento il suo corpo
tremare dalla furia…
-... giuro che lo ammazzo...-
- Non puoi farlo...- Gli accarezzo la schiena per calmarlo ma è come cercare
di domare un animale rabbioso, come quel cazzo di scoiattolo che pur di
mordermi è sopravvissuto a non so quante pallottole prima di schiattare.
- Ah no? Chi me lo vieta?- Mi sfida con lo sguardo ad essere io a vietarglielo
ma io non ci penso proprio, non serve che mi metta contro di lui, mi basta
farlo tornare alla ragione e far riaddormentare la bestia che è in lui.
- Il buonsenso... è controproducente alzare un vespaio, più rimaniamo anonimi
più sarà al sicuro, qui non verrà mai nessuno a cercarlo-. Gli accarezzo una
guancia sorridendogli cercando di trasmettergli la mia stessa serenità
d’animo. Sono sereno non perché non mi abbia toccato il racconto del
ragazzino, al contrario lo sono perché sono sicuro che nessun altro pervertito
si avvicinerà a lui finché starà con noi, ma Leonard più propenso di me alla
violenza non lo capisce e mi spintona lontano da lui.
- Ma che ti prende? dov'è finito il tuo senso di giustizia?-
- Quella che vuoi tu è solo vendetta, non giustizia... perchè?-
- Perchè fa male... tutto quello che ha raccontato me lo sono sentito sulla
pelle, come se fosse successo a me...-
- Tu sei al sicuro Leo, tra le mie braccia niente e nessuno può toccarti
tranne me...- Lo abbraccio di nuovo e stavolta nasconde il viso nel mio collo,
quando fa così in genere non vuol farsi vedere né fisicamente e né
emotivamente, ma ormai noi due abbiamo passato da un pezzo quella fase, mi
basta aspettare i suoi tempi e si confida con me, a voce bassissima come se
avesse paura che qualcuno ci stia spiando…
- Avevo già sentito una storia di tale violenza e quella volta non feci nulla
e non c'è giorno che non me ne pento...-
- Di chi parli?- Gli accarezzo di nuovo la schiena perché so che malgrado
tutto lo fa rilassare ma mi tendo addirittura io quando mi risponde…
- Di Raul... prima di conoscermi sniffava coca e a volte sfiorava l'overdose e
quando succedeva i suoi cosiddetti amici si approfittavano di lui, non con una
semplice violenza, gli facevano le stesse cose che ha subito Julian... sai che
aveva riportato seri danni?- Mi guarda con gli occhi lucidi come se stesse
trattenendo a forza le lacrime, glieli bacio per fargli capire che con me può
anche piangere se vuole, viene da piangere anche a me…
- Quali?-
- Lo hanno ricucito più volte ma non è più riuscito a cicatrizzarsi...- Mi
stringe la vita più forte come se stesse rivivendo quella verità su se stesso,
ma dopotutto io farei lo stesso se il mio amante avesse un simile problema, lo
sentirei come mio.
- Mi stai dicendo che...-
- I muscoli del suo interno avevano perso tutta la loro mobilità ed
elasticità... lo prendevi in giro dicendo che andava a caccia dei cazzi
grossi, era vero solo così riusciva a provare piacere...- Lo sento che sta per
andare in mille pezzi: la furia, la tristezza, l’angoscia, i sensi di colpa
gli stanno rodendo l’anima e fra un po’ esploderà in uno dei suoi famosi
crolli nervosi che lo porteranno in depressione per chissà quanto tempo. Mi
allontano da lui e lui sembra quasi voler riavere il mio abbraccio ma il suo
orgoglio glielo impedisce, così sostituisce a me le sue braccia stringendosele
sul petto, che scemo… Libero il letto di tutte le armi e i vestiti buttati
all’aria che farò in modo che non serviranno più e poi prendo Leo per i
fianchi e senza dargli modo di replicare lo bacio, a volte riesco ad essere
addirittura più forte di lui se questo serve alla sua tranquillità. Ci stiamo
ancora baciando e lottando quando finalmente riesco ad avere la meglio e a
farlo cadere sul letto. Non gli do il tempo di rialzarsi che mi sdraio subito
su di lui ma non si arrende neanche una volta che l’ho spogliato e ora posso
vedere benissimo le lacrime sulle sue gote di cioccolata, questo mi dà ancora
più forza. Mi spoglio mentre lo trattengo per i polsi mentre lui si agita
sotto di me, sento tutte le sue emozioni e sono talmente tante che so che se
presto non troverà uno sfogo cadrà in pezzi, fortunatamente quello sfogo sono
io. Gli alzo le gambe e finalmente di sua spontanea volontà le incrocia
intorno alla mia vita e mi da il permesso di salvarlo… di salvarci entrambi.
Ripenso alla storia di Raul e rabbrividisco, già so che non riuscirò a fare
l’amore con Leo libero di ogni pensiero ma dopotutto sono sicuro che anche lui
sta pensando ad altro oltre a me. Mi viene normale amarlo mentre gli dico ogni
mio pensiero, quando in genere oltre ai nostri gemiti di piacere rimaniamo in
silenzio.
- E' bello sentirti così stretto intorno a me Leo...-
- Non ti piacerebbe se fossi già spaccato e pronto per te?- Anche Leo ha i
miei stessi pensieri, si spinge contro di me andando troppo di fretta
causandosi dolore, gli blocco il bacino e mi fermo io, lo bacio e torno a
penetrarlo piano per sentire ogni centimetro di carne che riesco a
conquistare, è meravigliosamente stretto e Dio lo benedica per questo.
- No... il bello del fare l'amore con te è proprio riuscire a domare il tuo
corpo, sentirlo cedere e finalmente concedersi e non cercare più di
respingermi ma di inghiottirmi come se fossi parte di te. Il resto è speciale
perchè posso finalmente darti quello che desideri... e sai che il tuo piacere
è il mio... dio è così perfetto ogni volta quello che facciamo... non c’è
niente di più perfetto che noi in questo momento... non c'è niente di più
perfetto che te... aiutami ad amarti più in profondità Leo... lasciati alle
spalle tutto il resto e pensa solo a noi e al fatto che questo non finirà
mai...- Mentre lo dico lo faccio rimpossessandomi del suo corpo che prima
riluttante poi si spalanca al mio passaggio e in quel momento inizia il
piacere di Leo, ciò che desidera è ciò che mi aiuta a dargli spingendosi
contro il mio bacino e contraendo e rilassando i muscoli a seconda delle mie
spinte. E’ talmente preso dal piacere che è così poco lucido da potermi
rispondere con una singola parola, il resto della forza la usa tutta per
lasciarsi amare e per amare me…
- Promettimelo...-
- Te lo sto già promettendo amore, con tutto me stesso...- Più che
affermandolo con il mio corpo non posso fare altro e con ultima spinta, che fa
tremare il letto fino a far sbattere la spalliera al muro, glielo dimostro con
tutto il mio orgasmo.
- Ti ucciderò Hap piuttosto di saperti con un'altra e poi ucciderò anche lei e
forse ucciderò anche me stesso...- Lo dice ansimando appena dopo essere venuto
anche lui, gli sono ancora dentro tanto da sentire ogni suo respiro e intendo
rimanerci finché non è lui a cacciarmi, sono sempre più convinto che lui sia
la mia casa, il suo stesso corpo.
- Ti amo anche io Leo e sarà per sempre, questo sarà per sempre...- Gli mostro
la nostra unione e tutto quello che siamo perché è solo questo che per me è
importante, lui e l’amore che ci lega. Lo libero solo quando lo vedo fare
smorfie di dolore. Si accomoda sulla mia spalla in attesa delle mie coccole
che sa arriveranno, dopo il sesso è la cosa più piacevole al mondo…
-... è stato da egoisti rintanarsi in camera per scopare forse dovevamo stare
più vicino a Ju...-
- Avevi bisogno di una bella e sana scopata altrimenti avresti mandato
all'aria l'intera casa, avevi bisogno di scaricarti un po’ ... ci sono
riuscito?- Gli do una bella pacca sul sedere che lo fa gemere appena ma fa
comunque lo sbruffone negando il fatto che per un po’ l’ho messo fuori gioco,
per un bel po’ visto che sono sfinito io stesso…
- Appena...-
- Ma se sei sfinito!!! O se non lo sei possiamo pure ricominciare...- Lo tento
con le mani ma ora più che tentazione la mia è una minaccia infatti mi
allontana subito stando bene attento ad un mio ipotetico attacco, in realtà
non ne ho proprio la forza, ora ho solo voglia di abbracciarlo e accarezzarlo
e bearmi dell’eterno calore del suo corpo.
- Stammi lontano!-
- Non tentare di allontanarti sai quanto mi piace averti vicino dopo aver
fatto l'amore...- Lo costringo con la forza a riappoggiarsi sulla mia spalla
ed è normale che le nostre mani tornino ad accarezzarci, non più intimamente
ma con la stessa dolcezza e lo stesso amore…
- Basta che non ti addormenti...-
- Voglio chiederti una cosa personale, posso?-
- Da quando esistono cose personale tra noi?-
- Com'era fare sesso con Raul?- Non voglio farmi del male ma solo sapere. Leo
mi raccontava sempre di come fosse fantastico stare con lui, che era il
migliore…ma visto quello che mi ha detto ora voglio saperne di più…
- Alla faccia del personale...-
- Puoi anche non rispondere non ci saranno ritorsioni giuro-. Cerco di
scherzare ma lui serio come l’argomento vuole mi risponde. Non è mai facile
parlare di Raul con lui, non ha mai metabolizzato del tutto quello che è
successo, forse non lo amava veramente ma di sicuro ci teneva, e stare nel
cuore di Leonard vuol dire occupare un posto speciale nella vita.
- Era una droga, sapere di non fargli mai male, che non avrebbe provato
piacere finché non glielo mettevi tutto in corpo con violenza, che lo avresti
potuto riavere anche subito dopo l'orgasmo, che gli avresti potuto fare
qualunque cosa senza che lui se ne lamentasse... ti faceva sentire come un
dio... ma era anche triste. A volte gli chiudevo le natiche per cercare di
ovviare alla sua mancanza di resistenza ma lui invece di provare un minimo di
dolore si divertiva ancora di più. Era una perfetta bambola del sesso,
bellissima ma vuota. Ogni volta che lo scopavo ero sia al settimo cielo sia in
depressione assoluta e non credo che ci si debba sentire così...- Mi guarda
pregandomi con gli occhi di dirgli che lui non mi fa sentire affatto così e la
mia risposta è talmente ovvia che lo abbraccio stretto e il suo corpo diventa
la mappa dei miei baci…
- No affatto...-
- Dobbiamo controllare che Ju sia a posto fisicamente-. Si accorge che il mio
corpo si è risvegliato e che lo reclama di nuovo, cerca di distrarmi con le
sue parole ma io ho voglia di lui, colpa sua che mi ha fatto ricordare cosa si
prova ad essere dentro di lui. Gli rispondo appena mentre mi porto sopra di
lui…
- Lo porteremo in ospedale...-
- Niente ospedali, troppo pericoloso-. Si muove sotto di me non pensando che
in questo modo mi eccita ancora di più. Gli metto una mano tra le gambe
cercando di aprirgliele ma lui serrato continua a respingermi… dio se lo
voglio…
- Allora cosa suggerisci?-
- Lo faccio io-.
- Scordatelo-. Mi alzo bruscamente da lui furibondo, oltre a farmi incazzare
mi ha fatto passare del tutto la voglia di fare l’amore, due piccioni con una
fava!
- So quello che bisogna fare e come capire se è a posto o no-.
- Non mi è difficile capirlo anche a me, quindi scordatelo-. Mi rivesto senza
guardarlo negli occhi perché se lo farei so già che lo prenderei a pugni.
- Sarai presente anche tu quindi dov'è il problema?- Mi strattona per la
camicia e io ancora non mi volto, anzi lo lascio nudo nel calore del suo corpo
e del letto che quasi mi tenta a tornare da lui, ma resisto e non mi faccio
incantare…
- Il problema è che non lo farai-. Apro la porta lasciando la mia tentazione
dietro le mie spalle, ma prima di andarmene l’ultima battuta spetta ovviamente
lui.
- Non sta a te decidere, se Ju se lo lascerà fare lo farò-. Si volta a pancia
sotto e il lenzuolo ripiegato mostra bene le curve sode del suo sedere, sto
per cedere e tornare da lui per continuare quello che avevo cominciato ma poi
incazzato e frustrato me ne vado.
La cosa positiva è che sono riuscito a far cambiar idea a Leo sul Messico,
quella negativa è che so che non potrò fare niente per impedirgli di
controllare il nano, ora è in pieno controllo delle sue emozioni e delle sue
facoltà mentali quindi è diventato di nuovo la macchina perfetta che in genere
è. Appena mi affaccio alla cucina vengo travolto dal piccoletto affamato di
notizie, in effetti non sa ancora se abbiamo deciso di farlo rimanere o meno e
tanto meno se abbiamo deciso di andare in Messico. Questo non mi fa essere più
gentile con lui, ma la colpa non è del tutto sua ma di Leo e di quello che gli
vuole fare.
- Eh levati dalle palle!- Lo spintono via e mi metto seduto intorno al tavolo
in attesa che Leo si rivesti, sperando che non decida di farsi anche la doccia
altrimenti l’attesa e l’atmosfera pesante si faranno ancora più lunghi. Il
nano non ha il coraggio di parlarmi ma i suoi occhi parlano per lui e visto
che Leo non si decide a venire alla fine esplodo…
- Non fissarmi in quel modo! Non andrai da nessuna parte quindi vedi di
levarti quell’espressione di merda e torna a fare quello che fai sempre!-
Ovvero rompere i coglioni a me… Finalmente Leo si fa vivo e io che lo conosco
meglio di chiunque altro lo vedo lontano un miglio che ha appena fatto
l’amore, le ultime tracce di passione gli brillano ancora negli occhi e il suo
corpo è rilassato quando in genere è sempre in tensione. Quasi cedo alla
tentazione di andarlo a baciare per sapere se ha ancora il mio odore addosso,
ma visto che so già che la risposta è affermativa questo mi aiuta a
trattenermi… anche quando si viene a mettere seduto vicino a me. Cerco di
ignorarlo come posso, ma Leo è veramente bellissimo quando è stato appena
scopato, pare brillare di luce propria e sorride più del normale. L’immagine
di quel lenzuolo che non lo copre affatto poco prima di lasciarlo solo mi
tormenta la mente e mi accorgo che mi ha preso una mano solo dal calore che
sprigiona. Non ci credo che abbia ancora mantenuto il calore del letto e non
posso neanche credere che il suo corpo bruci ancora così tanto dopo tutto
quello che abbiamo fatto. In un attimo di lucidità mi ricordo il motivo per
cui dovrei essere arrabbiato e scanso malamente la sua mano anche se so già
che farà quel che ha deciso anche senza il mio consenso. Il moccioso non ci
sta capendo nulla se non che io sono incazzato nero con Leo e questa per lui
deve essere una vera novità.
- Jù puoi rimanere quanto vuoi, ormai la sala da pranzo è diventata la tua
stanza-. Sì certo quando il divano non serve a noi… il moccioso pare
illuminarsi come se non gli avessi già detto io che poteva rimanere, gnomo
ipocrita!
- Dici sul serio? E il Messico?- Sta quasi per abbracciarlo ma poi nota il mio
sguardo che sta solo aspettando che lo sfiori per ucciderlo, tutta fatica
sprecata visto che è Leo ad andare da lui, purtroppo so anche il perché.
- Archiviato-. Mi guarda appena ma quell’attimo è capace di incendiarmi…
- Archiviato?- Il ragazzino non ha capito niente e per una volta me ne
dispiaccio, vorrei che sapesse come sono riuscito a domare la follia di Leo
nella nostra stanza...
- … Jù vorrei controllare le tue condizioni con il tuo permesso-. Diretto come
sempre, come un colpo allo stomaco e io non posso fare altro che stare zitto.
- Scusami?- Ovviamente il ragazzino non comprende ma a Leo non manca la faccia
tosta per spiegarglielo.
- Voglio controllare se ti sei cicatrizzato o se ormai il danno è permanente,
non ti sei fatto controllare da nessuno vero? Con me non dovresti avere
problemi visto che siamo stati a letto insieme…-
- Frena Leo, credimi se ti dico che non ce n’è bisogno, sto bene è tutto a
posto!- Il moccioso si premura subito di chiarire le cose e a me pare che i
polmoni tornino a funzionare dopo aver riposato almeno un centinaio di anni.
- Lo sai perché hai fatto di nuovo sesso?-
- No, non sono stato più con nessuno, ma mi sono fatto curare da un mio amico,
un mio ex amante e lui mi ha controllato ovunque e mi ha detto che grazie alla
mia giovane età non riporterò nessun danno perenne, tutto si cicatrizzerà e
manterrà la sua elasticità di prima. Era più contento lui che io, forse
pensava che l’avrei pagato in natura invece avevo abbastanza soldi da parte
per saldare il debito per suo sommo dispiacere!- Anche Leo tira un sospiro di
sollievo e solo ora capisco che per lui non sarebbe stato affatto un piacere
controllare il corpo del ragazzino ma l’avrebbe fatto solo perchè era giusto
così. Mi rilasso sulla sedia e Leo mi si avvicina mentre il moccioso torna a
mettere a posto le sue cose.
- Sono perdonato?- Mi massaggia le spalle e tutta la tensione fisica sparisce,
ma mi sento ancora abbastanza offeso da rispondergli piccato.
- Affatto-. Smette di massaggiarmi e mi sento subito il suo alito caldo, come
immagino caldo tutto il suo corpo, sull’orecchio…
- Cosa posso fare per farmi perdonare?- Mi beo per un po’ dei suoi baci sul
collo poi lo allontano strattonandolo per i capelli.
- Se vuoi ancora continuare a camminare, nulla-. Mi mostro più incazzato di
quel che sono ma è vero che gli farei molto male se si lasciasse di nuovo
possedere, non ho molta dolcezza e delicatezza in me in questo momento. Si
mette sui talloni tra le mie gambe e tenta più volte di rubarmi un bacio ma io
mi scanso sempre…
- Posso chiederti scusa in altri modi se solo mi lasci provare…- Mi lascio
baciare non riuscendo più ad oppormi alla sua sensualità… e non mi sta ancora
toccando…
- Non mi pare il caso…- Mi volto indicando con il mento il nano scocciatore,
mi sono arreso ma rimane comunque lui ad impedire a Leo di farmi capitolare
del tutto.
- Jù!- Sobbalzo insieme al moccioso ma dovevo aspettarmi che Leo non se ne
sarebbe stato tranquillo…
- Va’ da John e digli se vuole uscire con noi sabato prossimo…- Non guarda il
moccioso ma me, in realtà non sta neanche guardandomi ma mi sta divorando e
senza accorgermene io sto facendo altrettanto con lui…
- Adesso?-
- Sì adesso- Rompe il contatto visivo solo il tempo necessario per ammonire il
ragazzino poi torna a darmi tutta la sua attenzione.
- Ma siamo a martedì!-
- E allora?-
- Non è presto per fare programmi?-
- Prendila come scusa per vedere John e porta il tuo culo via di qui ora senza
fare più domande-. Alza la voce minacciosamente e se fossi stato nel moccioso
avrei fatto la sua stessa cosa ovvero prendere al volo le chiavi della
macchina e schizzare fuori prima di essere vittima della furia di Leo. Appena
rimasti soli Leo si sistema meglio tra le mie gambe e comincia a slacciarmi i
pantaloni, gli strattono i capelli per farmi guardare negli occhi e poi faccio
diventare realtà la mia fantasia attuale…
- Spogliati…-
- Non vuoi rendermela facile eh?-
- Voglio solo vederti nudo mentre mi fai un bocchino e non c’è bisogno che mi
spogli, rimarrò vestito…-
- Vuoi che sia la tua puttana?- Sento montare in lui la furia ma la contengo
prima che possa esplodere, gli parlo sulle labbra per poterlo baciare ad ogni
parola e subito lui si addolcisce di nuovo.
- No voglio che sia una fantasia realizzata…- Gli sbottono io i pantaloni e
poi lascio che continui lui per godermi lo spettacolo. Leo non porta quasi mai
biancheria intima e quindi la prima cosa a denudarsi è la sua semi erezione ma
quando si volta, i pantaloni lenti, mostrano l’inizio della valle delle
natiche. Sa quanto mi piace questo vedere e non vedere quindi non se li toglie
ancora, si leva la maglietta e subito tutti i muscoli dell’addome e del petto
flettono per l’eccitazione. Gli faccio segno di avvicinarsi, di voltarsi e di
chinarsi, mi fiondo subito a baciare e a leccare quel poco che si vede
desiderando molto di più, con la lingua mi spingo fin dove posso ed è tale la
voglia che ho di lui che non è molto lontano da dove voglio arrivare, intanto
con le mani lo accarezzo partendo dal petto fino ad arrivare all’inguine. Lo
palpo come se bastasse questo a farlo schiudere per me, poi del tutto
dipendente da lui mi sforzo e mi stacco. Con una pacca gli do il permesso di
continuare, così lui si china ancora di più per togliersi le scarpe. I
pantaloni scendono ancora, io mi lecco le labbra perchè ormai manca veramente
poco prima che mostri tutto il suo ben di dio. Purtroppo il momento non arriva
mai visto che si alza e si toglie i pantaloni senza darmi la soddisfazione di
farmi vedere il culo perfetto che ha. Grugnisco di insoddisfazione e Leo ride
di rimando ma diventa maledettamente serio quando si inginocchia tra le mie
gambe e continua a sbottonarmi i pantaloni, sta cominciando il suo pasto… Sono
terribilmente geloso delle sue abilità ma quando subisco un trattamento del
genere non posso fare altro che ringraziare chi gliele ha insegnate. Vengo
succhiato e divorato con voracità senza un attimo di tregua, e con una tale
profondità che quasi mi fa preoccupare per lui, al contrario lui pare gustarmi
e godere di ogni centimetro che gli sprofonda in gola strozzandolo, come nel
sesso è proprio lui a volere di più, a volere tutto quello che gli posso dare
e alla fine stremato e senza averci capito un cazzo per tutto il tempo vengo
nella sua bocca che non stanca di succhiare succhia via ogni mio umore dal mio
uccello. Quando è sicuro di non lasciare più nessuna traccia se non il mio
cazzo totalmente afflosciato viene in braccio a me avvinghiandosi. Sono sicuro
che si aspetta di essere accoccolato un po’, un piccolo premio per il
capolavoro appena compiuto ma io lo faccio aspettare più del solito, non lo
tocco e non lo bacio e per questo mi do del deficiente da solo…
- Non sono stato perdonato?- Mi morde il collo per cercare una mia reazione
che ancora non arriva in realtà non sono ancora tornato alla realtà…
- Sei stato piuttosto scarso Leo…-
- COSA?- Di Leo si può dire tutto ma non che non sia un eccellente amante e
lui lo sa, e ne va anche fiero. Tenta di alzarsi ma io lo stringo a me con
tutte le forze e comincio a divorarlo di baci, lui non mi risponde subito
offeso com’è ma poi si lascia andare alla passione furiosa che sempre
scaturisce tra noi. Tra un ansito e l’altro gli faccio una domanda che svela
il mio desiderio per lui…
- Come ti senti?-
- Vorrei dirti bene ma non credo di poterlo fare di nuovo ora…- Quasi si
vergogna della sua ammissione e in un impeto di tenerezza me lo mangio di baci
ancora di più.
- Voglio stare dentro di te Leo…- Glielo ribadisco mordendogli l’orecchio e le
sue gambe mi stritolano i fianchi ancora di più…
- Mi dispiace…- Le mie mani non più costrette a tenerlo fermo lo accarezzano
con delicatezza sulla curva del sedere, affondo le dita nel solco delle
natiche e il fuoco dell’inferno è niente in confronto al calore intossicante
che proviene da lì. Leo è già caldo di suo in più l’infiammazione che ora ha
lo rende rovente ma comunque invitante. Immergo un dito nel suo interno e
subito riconosco la morbidezza e il calore a cui non posso più fare a meno,
non posso fare a meno di sussurrargli che lo amo e che lo desidero e lo
venero. Affondo di più e mi risveglio dal trance emotivo per guardare un Leo
completamente immerso dalle sensazioni che gli sto procurando…
- Leo sei ancora sporco?-
- Hmm?- Dimentico che per Leo lo sperma non è sporcizia ma al contrario è oro
corporeo… da come mi sono espresso potrebbe anche capire che è sporco di
merda.
- Hai ancora lo sperma…-
- Non mi sono fatto la doccia, che credi che scompaia così…- E’ ancora immerso
nel piacere per niente lucido…
- Non ti dà fastidio?- Ogni volta che sto sotto io vado subito a farmi la
doccia…
- Mi piace, mi ricorda che tu sei passato per di lì…- Mi morde la clavicola e
io per ripagarlo delle sue parole mi zittisco e continuo l’esplorazione lenta
e delicata all’interno del suo corpo, solo che ora mi sembra di essere ancora
più innamorato di lui. Quando arriva al massimo della sopportazione comincia
ad accarezzarsi ed è lui stesso a portarsi all’orgasmo mentre io continuo a
sfinirlo con le mie mani e la mia bocca. Si sposta appena per prendersi un
tovagliolo per pulirsi ma non io che non sposto neanche le mani che ho messo a
coppa sulle sue natiche, posto che non smetterei mai di toccare e di palpare.
Poi si spiaccica di nuovo su di me ma stavolta le mie carezze sono solo
innocenti, voglio che si senta acceso di desiderio quando è con me ma anche
che riesca a trovare la pace tra le mie braccia. Quando lo sento del tutto
rilassato, quasi addormentato lo riporto alla realtà con la mia voce…
- Leo…-
- Hmm?- Si stropiccia tutto il viso, cercando di svegliarsi e ovviamente
stiracchia tutti i muscoli strusciandosi insidiosamente su di me…
- Mi fai il caffé?- Lui non può ancora fare sesso ma io sì e mi sto torturando
trattenendomi dal non fargli nulla avendolo in braccio completamente nudo. Leo
non è consapevole dell’effetto che fa alle persone che lo circondano, se non
avessero paura di lui tutti i gay del mondo e non solo se lo violenterebbero…
- Adesso?- Mi guarda con gli occhi ancora mezzi chiusi, mi mordo le labbra per
reprimere la voglia di assecondare ogni mio più basso desiderio e mia voglia
più sfrenata nonostante le sue condizioni. Gli schiaffeggio rumorosamente una
natica e lo incito ad alzarsi…
- Certo, oggi tocca a te farlo…- Leo si alza di malavoglia così prima di
lasciarlo andare lo bacio per cancellare il broncio dalle sue labbra…
- Potevi aspettare un po’…- Cerca i pantaloni con lo sguardo e quando sta per
chinarsi lo blocco per la vita, solleva un sopracciglio guardandomi
interrogativamente…
- Ti va di farmelo nudo?- Non trattengo più il mio desiderio e glielo mostro
selvaggio sul mio viso, tipo o mi dai questo o mi prendo tutto…
- E se dovesse tornare Julian?- Si mordicchia le labbra indeciso sul da farsi,
guardando sia me che la porta. E’ divertente vederlo per una volta imbarazzato
e insicuro, mi fa una tale tenerezza che m fa venire ancora più voglia di lui.
- L’hai spaventato a tal punto che tornerà non prima di cena… devi mettere
solo la macchinetta sul gas, poi sei libero di rivestirti…-
- Sei un maniaco Hap-.
- Allora sono andato bene trovando te che sei più maniaco di me…- Mi sorride
sornione e muovendosi come un felino finalmente attiva il suo meraviglioso
corpo. Mi fa quasi venire un orgasmo a vederlo camminare vestito figurarsi ora
che è nudo… Quando ha finito mi gusto il caffè migliore del mondo, con un
sorriso da ebete e un’erezione sfacciata che mi spunta fuori dai pantaloni.
Leo ride, si muove nudo davanti ai miei occhi in cerca dei suoi vestiti,
questo è lo spettacolo migliore del mondo. La vita può diventare veramente
bella con un caffè del genere e un simile spettacolo esclusivamente mio e se
poi posso anche allungare una mano, anche due, per poterlo toccare può
diventare addirittura perfetta…
Continua…
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