Vabbè questa fic è dedicata alle persone con cui chatto di solito e quelle che mi vogliono bene. Un grazie particolare alle 4 persone che mi hanno spinto a scrivere Tem, Bea, Junda, Nico e Vege grazie di tutto cuore.


Il mio angelo

di Neko


Entro nella stanza.

Una stanza buia priva di ogni tipo di luce.

Assente anche della meravigliosa luce che emanava la sua anima.

E lui è lì.

Sdraiato senza vita nel nostro letto, come se non avesse più un motivo di muovere un solo muscolo.

Come se la sua vita fosse stata risucchiata inesorabilmente.

E forse in un certo senso lo è stato.

Cinque giorni fa è iniziato tutto.

Il giorno della sua fine e il giorno della mia fine con lui.

Eppure questo giorno avrebbe dovuto significare una nuova vita per noi.

La sua morte, togliercela una buona volta dalle scatole.

E invece no.

Come posso essere felice della morte di un'altra persona.

Come può rendermi felice tutto questo, se da questo dipende anche la felicità del mio compagno.

Piangere.

Certo io non piangerò mai per la sua morte.

La odiavo e la continuo ad odiare.

Perchè lo aveva fatto soffrire e lo stà facendo ancora ora.

E lui si tortura per non essere riuscito a salvarla.

E a me si strugge il cuore nel vederlo in quello stato.

Non è giusto.

Non trovo giusta questa sua sofferenza.

E in me nasce una piccola speranza.

Che forse io potrei alleviare questo suo dolore.

Che forse con il mio amore con il mio stargli a fianco questo dolore, questa colpa che lui si stà creando sparirà.

-Hanamichi-

La mia voce è bassa, ma credo che sia arrivata lo stesso alle sue orecchie.

Avanzo nella stanza, e credo che abbia sentito i miei passi.

Ma non si gira, non mi rivolge neanche il più piccolo sguardo.

E io sento che il mio cuore si stà spezzando.

Rotto.

Si frantuma in mille pezzi alla visione di tanta sofferenza.

Si distrugge perchè mi sento un essere inutile.

Io che sono sempre stato sicuro di me, io che ho sempre saputo affrontare ogni tipo di difficoltà mi sento sperduto e impotente di fronte a quello che si è impossessato del mio do'aho.

Una colpa che non ha.

Una colpa che gli altri gli hanno affidato.

Un qualcosa che neanche le sue grandi spalle riusciranno a sorreggere.

Eppure odio.

Odio quella gallina, pace all'anima sua, che me lo stà riducendo così.

Odio il capitano Akagi, che lo incolpa di una colpa non sua.

Odio tutto e tutti quelli che me lo stanno distruggendo.

Ma più di tutto odio me stesso.

Sì mi odio perchè non sono capace di riportarlo alla vita.

Ma ora basta.

Sono stufo di compatirmi.

Questo non è da me.

Questo non è il vero Kaede Rukawa.

E sia per me che per lui io devo reagire e tirare quel fuoco che divampava dentro di noi.

Un fuco che ancora vive nei nostri cuori, il nostro amore.

Quello è il potere maggiore su questa terra.

E io ne ho pieno possesso di quel potere.

Avanzo ancora verso il letto.

Il suo corpo mezzo nudo coperto da quel bianco lenzuolo è una proposta invitante.

Eppure non mi sento un lupo ch eva a caccia della sua preda.

Mi sento come una madre che vuole proteggere il proprio figlio.

Solo lui.

Sì solo il mio Hanamichi riesce a risvegliare in me questa sensazione.

Questo dolce tepore che mi esce dal cuore e vuole arrivare sino a lui.

-Hana...-

E il mio cuore si pezza.

Sento i piccoli frammenti del mio cuore sbriciolarsi e diventare un'immensa paura.

Paura per lui.

Uno strano suono esce dalle mie labbra.

Un gemito di paura mentre osservo le braccia del mio compagno.

Piccoli taglietti dai quali escono piccole gocce di sangue che percorrono il braccio e vanno a perdersi sulle bianche lenzuola di seta.

-Che cazzo hai fatto...-

Urlo.

Grida di terrore che però dalle mie labbra escono come un leggero bisbiglio.

Ed in quel momento scopro che non è stato lui a fare quelle leggere ferite, ma è stato un altro.

Ma non per fargli del male.

Non per farlo soffrire.

Ma per amor suo.

E finalmente si scopre, ed esce da sotto il lenzuolo.

Con un leggero miagolio che testimonia tutta la sua disperazione.

Quel piccolo gattino tutto nero con un'unica macchia bianca sul cuore è lì che osserva il suo padrone come se fosse sul punto di piangere.

E anche a me verrebbe voglia di farlo.

E ora capisco quello che mi ripeteva in eternità il mio Hanamichi.

E mi ritorna alla mente quel dialogo su cui Hanamichifaceva tanta pressione.

<Kaede lui non è un gatto... E' un amico... Soffre e ama come noi... Se sei triste lo capisce... Se stai male lo capisce... La vedi quella macchietta bianca sul suo cuore, identifica che ha un cuore bianco e puro proprio come il tuo... Mio bel volpacchiotto tu sei l'essere più perfetto su questa terra, ma il tuo cuore è puro e debole... Non lasciare che questa umanità corrotta rovini quello che sei veramente...>

Mi passo una mano sul viso.

No... No è quello che penso...

Non sono lacrime queste che percorrono il mio viso...

Eppure io piango.

Piango per lui.

Per il mio amore.

Perchè è lui l'essere più bello di questo mondo.

Perchè è veramente lui l'essere dal cuore puro.

E' l'angelo bianco che è stato mandato per riportare me, l'angelo scuro, verso la luce.

Mi scuoto dai miei pensieri.

Volgo lo sguardo verso il gattino.

Il suo miagolare sembra un canto... una musica triste.

E mi riprendo ancora uan volta da questo baratro di terrore in cui son caduto.

Solo per osservare quello che il micio fa.

Lecca il palmo della mano del mio rossino.

Quel gesto, quel piccolo e innocente gesto che faceva ogni qual volta voleva attirare la sua attenzione.

E mi fa incazzare la sua non reazione.

-Cazzo... Ma non capisci che fai male a tutti così-

Mi sono svegliato.

Mi sono ripreso.

E ora è il momento che anche lui lo faccia.

E' magro, lo è troppo.

Non ha mangiato.

Si stà lasciando morire.

E io non ce la faccio.

Lo rivoglio con me.

E con questa certezza salgo sul letto.

-Ma chi cazzo pensi di essere tu-

Non sò nemmeno cosa gli dico mentre comincio a prenderlo a pugni.

Ah complimenti Kaede lo vuoi riportare alla vita e invece lo ammazzi di botte.

Il gatto si allontana da me, da noi.

Ma il suo sguardo è di fuoco.

Stò per colpire ancora una volta il mio bel Hanamichi.

Ma qualcosa mi ferma.

Il micio mi ferma mentre mi morde la mano.

Il suo pelo nero entra in contrasto con la mia pelle chiara.

E io mi fermo.

Mi blocco e il micio rimane a penzoloni attaccato alla mia mano.

Non hai intenzione di mollare, eh piccolo?

Scuoto la mano, ma non molla.

Stà facendo un leggero male.

Per fortuna che Hana ha scelto un micetto e non un cucciolo di tigre.

Mi metto a ridere a questo pensiero.

Una risata che riecheggia nella stanza.

E piango.

Le lacrime alla fine hanno avuto la meglio.

Percorrono ancora una volta il mio viso e cadono come cristalli su quello del mio compagno.

-Kaede...-

Non faccio caso alla voce che chiama il mio nome.

E' solo un'illusione.

Ma questo dolce richiamo continua parecchie volte.

Finche non mi decido ad abbassare lo sguardo ed ad incontrare quello di un angelo dagli occhi nocciola.

-Hana...-

Mi manca fiato, tanta è la bellezza che risplende in quel viso.

Tralasciando i lividi che ora fanno capolino sul suo viso.

E piange.

Come un bambino che non trova più la madre.

E capisco che è un pianto liberatorio.

Che finalmente la sua anima si è aperta ancora una volta alla vita.

Che lui è ritornato da me.

Ma sento dentro di me riaffiorare una paura.

Un qualcosa che speravo lui non pronunciasse più.

Quel nome, quella persona.

-Haru..ko..è...morta..per colpa..mia..-

Ancora quel nome?

Ancora lei tra di noi.

Ma come cazzo te lo devo spiegare che non è colpa tua.

Se lei è stata investita.

Se tu non sei riuscito a salvarla.

E se tu ci fossi riuscito?

E se facendolo fossi tu quello morto?

Sento freddo.

La paura mi mette strani brividi.

Ti prego scaldami amore mio, scalda il mio cuore da questo dolore che sembra voglia spaventarmi fino alla morte.

Riporta indietro la vecchia kitsune che amavi tanto.

E io porterò indietro il vecchio do'aho che amo.

Insieme ce la faremo.

Insieme noi due possimao tutto.

-Non è colpa tua-

Dico calmo.

-Sì che lo è...-

No che non lo è cretino. No che non lo è. No che non lo è.

E tu sembri notare il mio stato e per questo che mi sfiori la guancia con la tu abella e grande mano.

E' per questo che avvicini il mio viso al tuo.

E' per questo che le nostre labbra si sfiorano in una dolce e leggera carezza.

-Scusami...-

Una sola parola.

Eppure ha un enorme potere su di me.

E' capace di sciogliere il ghiaccio che c'era ancora sul mio cuore.

-...Non ho pensato a te...-

La verità non è questa.

La verità, la pura e semplice verità è che tu non pensi mai a te.

Pensi solo agli altri senza pensare mai a te stesso, mai alla tu afelicità.

E io in una cantilena continuo a ripetere dentro di me che non ti lascerò più soffrire.

Che nessuno riuscirà mai più a distruggere la persona meravigliosa che sei.

E tu sorridi.

Oh mio dio non può esistere un paradiso migliore.

Il mio paradiso sei tu, il tuo sorriso, il tuo corpo caldo, il tuo amore per me. Tutto te stesso è un paradiso per me. Tu il mio angelo, il mio do'aho.

-Amami... aiutami a dimenticare...-

Mi manca l'aria.

Mi sento mancare io stesso, a questa tua proposta innocente e piena di passione allo stesso tempo.

Pochi attimi prima eri come una creatura morta, come se la vita non volesse più far parte di te. Ed ora sei qui, sotto di me, chiedendoti di amarti. E io lo farò perchè ne ho bisogno io stesso. Ho bisogno di perdermi nel tuo calore. Ho bisogno di sentirti mio.

Muovo le mie mani sul tuo corpo, per sentire il calore della tua pelle. Per sapere che tu sei davvero qui accanto a me e non sei morto con quella ragazzina. Lei amava me, io amavo te, ma tu chi è che amavi in realtà?

MI fermo. Non ce la faccio.

Non riesco ad anadare avanti, il mio corpo va in fiamme.

Ho bisogno di avere certezze da te, eppure sò che mi ami.

Ne sono certo perchè il primo bacio lo hai datto a me, il primo a prenderti sono stato io, e l'amore l'abbiamo scoperto assieme noi due.

Ed è così che deve continuare.

Ed è così che voglio che vada avanti.

Ma voglio prima liberare le tue ali bianche da questo peso che ti stai portando dietro.

Voglio vedere la tua anima risplendere di luce propria.

Lo sò di essere ripetitivo, ma tu sei il mio angelo e non voglio che la sporcizia di questa umanità corrotta corrompa anche te mio angelo dai capelli rossi.

Prendo il suo viso tra le mie mani.

I miei occhi fissi nei suoi.

I suoi occhi fissi nei mei.

-Ti amo lo sai-

Lui mi fissa.

Gli occhi colmi di stupore fissano i miei di una serietà che va oltre il limite possibile.

E poi accade qualcosa che non avrei pensato mai potesse succede in questi casi.

Ride.

I suoi occhi ridono, tutto il suo corpo ride, tutto di lui ride.

E io finalmente posso rivedere ancora l'anima pura risplendere in lui.

La sua vera essenza è tornata.

-Do'aho-

Non c'è offesa nel mio insulto, perchè non lo è.

Penso sia ormai un nostro piccolo codice di identificazione.

Un modo tutto nostro per dici "ti amo".

Inizio.

E' da questo che è iniziato tutto.

E da qui che ripartirà ancora una volta.

L'importante è che noi due restiamo assieme.

Non importa quante persone ci criticheranno.

Non mi importa di quante ti ritengono responsabile.

Non me ne fotte nulla del mondo che ci circonda, che vadano tutti a cagare.

L'importante sei solo tu, siamo solo noi.

Angeli capitati in un'era di menzogna e falsità.




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