DISCLAIMER: Mamma Rowling è troppo
occupata per la gravidanza, quindi ha delegato me per scrivere il sesto
libro!^^
DEDICHE: A Cla, vera Potter-maniaca, a Nia’, anche se non le piace questo
pair ed a TUTTI coloro che hanno scritto Draco_harry prima di me: se non
avessi leto le vostre non mi ci sarei mai messa!
*Ogni commento/critica/quel che volete è sempre graditissimo!*
Il marchio del
mangiamorte
parte I
di Nuel
I rintocchi del vecchio pendolo erano arrivati a 12. Una civetta,
appollaiata tra i rami di un albero contorto, dalle foglie scure, aveva
frullato le ali ed emesso un fischio sinistro.
Dalla finestra dai vetri sporchi di un nascondiglio in disuso da anni,
filtrava la luce della luna piena.
Gli occhi gli bruciavano: ormai aspettava da diverse ore. Sua madre e gli
altri si erano chiusi dietro una porta per discutere del ruolo che lui
avrebbe avuto in quella faccenda.
Finalmente la porta si aprì, con un rumore sinistro di cardini e ne
comparve, per prima, sua zia Bellatrix, con lo sguardo allucinato sotto le
palpebre pesanti. Alle sue spalle comparve la figura alta e glaciale di
sua madre.
-E’ deciso, Draco- Parlò sua madre, la voce ferma di chi è abituato ad
impartire ordini. -Tu diventerai il nuovo capofamiglia dei Malfoy e
prenderai il posto di tuo padre al servizio del nostro Grande Signore-
Narcissa Black Malfoy sembrava ingigantita dall’orgoglio mentre diceva
queste parole al figlio sedicenne.
Draco sentì un rivolo di sudore freddo scendergli lungo la schiena.
-Ora va a casa a preparare il baule per Hogwarts- Gli disse un alto figuro
incappucciato e dalla voce sibilante, uscito dietro sua madre. -Domani
partirai per la scuola, come sempre. Quando avrò deciso il luogo ed il
tempo per la tua iniziazione, ti sarà comunicato via gufo- L’uomo si
allontanò e diversi Mangiamorte lo seguirono senza una parola.
“Papà, torna presto” Pensò Draco, tra sè. Suo padre, Lucius Malfoy, da
quasi quattro mesi, era imprigionato ad Azkaban, la prigione di massima
sicurezza per maghi.
Nonostante l’influenza della famiglia Malfoy non era ancora stato
possibile farlo rilasciare: l’accusa era troppo grave ed il Ministero
temeva di fare un’altra pessima figura di fronte all’opinione pubblica.
Per fortuna ad Azkaban non c’erano più i Dissennatori e suo padre veniva
trattato con tutti i riguardi dovuti ad un uomo del suo peso. Tuttavia, in
sua assenza, il Signore Oscuro aveva deciso che Draco dovesse prendere il
posto lasciato vacante: Draco era molto promettente e, per di più andava
alla stessa scuola dell’odiato Harry Potter. Anche quando Lucius Malfoy
fosse stato rilasciato, sicuramente gli Auror non lo avrebbero perso
d’occhio, ma chi avrebbe pensato di sorvegliare il suo giovane rampollo,
proprio nel luogo dove Potter si sentiva più al sicuro: sotto l’ala
protettiva del vecchio preside Albus Silente?
Il giorno seguente Draco Malfoy attraversava la stazione di King’s Cross
accompagnato da sua madre e dall’autista che aveva caricato il suo pesante
baule su uno di quegli sferraglianti carrellini portabagagli babbani.
Molta gente si girava a guardare sua madre: la sua altera e regale
bellezza era causa di ammirazione negli uomini e d’invidia nelle donne.
Era abituato a tutti quegli sguardi, ma, temeva, presto avrebbe dovuto
affrontarne di assai diversi. La sua famiglia non era certo caduta in
disgrazia, ma ora che suo padre era in prigione i pettegolezzi su di loro
erano diventati intollerabili. Sicuramente nessuno dei plebei che
frequentavano Hogwarts avrebbe osato fargli domande dirette e lui si
sarebbe limitato ad ignorare tutti gli altri.
Appena arrivato sul binario nove e tre quarti, Tiger e Goyle lo
raggiunsero sorridenti ed entusiasti: sicuramente i loro genitori, che
avevano partecipato alla riunione della notte prima, li avevano avvertiti
che presto lui sarebbe diventato un Mangiamorte.
-Mamma...- Chiamò, ma Narcissa era troppo impegnata a parlare con la madre
di Goyle per ascoltarlo. “Fa male il marchio?” Avrebbe voluto chiederle,
ma ormai i due scimmioni, sempre più grandi e più grossi (e stupidi,
pensava) erano arrivati e non voleva far sembrare di avere paura, di
fronte a loro.
Quando l’autista ebbe collocato il baule in uno scompartimento vuoto,
Draco salì sul treno, seguito come un’ombra dai due energumeni, chiuse gli
occhi e finse di dormire per tutto il viaggio.
Quando, quella sera, finalmente il treno si fermò, una piccola marea di
studenti dagli undici ai diciassette anni si riversò sul piazzale dove li
attendevano le carrozze trainate dai Thestral, i cavalli invisibili a
coloro che non hanno visto la morte.
Malfoy spintonò di lato una ragazzina che era corsa avanti per
accaparrarsi un posto in una carrozza ancora vuota e vi salì con Tiger e
Goyle. Subito vennero raggiunti da Pansy Parkinson, che si sedette accanto
a lui, ma dopo neppure cinque minuti le sue chiacchiere avevano annoiato
Malfoy che, in tono sgarbato la mise a tecere con uno “Sta zitta!” assai
poco rassicurante.
Nella carrozza, nessuno osò più spiccicar parola.
La cerimonia dello smistamento, ad opera del Cappello Parlante, ebbe
inizio dopo una breve introduzione di Silente, che sembrava decisamente di
buon umore. Draco gli scoccò un’occhiata velenosa: era anche colpa di quel
maledetto vecchio se suo padre era in prigione!
A tutti voi del primo anno, bene arrivati!
Siete già pronti per esser smistati?
Leggendovi nel cuore con certezza vi saprò mandare
nella casa in cui per sette anni andrete ad abitare
Per orgoglio e coraggio vi manderò a Grifondoro
Oppure Tassorosso se prediligerete dedizione e lavoro.
Serpeverde ama la gloria a qualunque prezzo
e Corvonero invece saggezza ed intelletto.
Ma ormai sapete che son giunti tempi perigliosi
Perciò sempre siate buoni ed operosi
E se -He he- tra le case nuovi amori nasceranno....
Sian di buon auspicio e ci risparmin qualche danno!
...........
Quel ridicolo cappello continuava la sua canzonetta, quell’anno si era
addirittura messo a ridere per i fatti suoi, ma Draco non lo ascoltava
più, lo sguardo gli correva al suo rivale per antonomasia, colui che
presto sarebbe stato un nemico a tutti gli effetti e che avrebbe dovuto
odiare...
Tre tavoli più in là, Harry Potter applaudiva ogni nuovo arrivo a
Grifondoro e rideva, contento, con il suo amico pezzente e la saccente
smorfiosetta mezzosangue.
-Hey Harry! Malfoy continua a guardare da questa parte! Chissà come gli
rode che tutti sappiano che suo padre sta ad Azkaban!- Ridacchiò Ron.
-Lascialo perdere- Tagliò corto Harry, a lui era bastato non doverselo
sorbire durante il viaggio in treno.
-Comunque ha proprio una brutta cera!- Mormorò Hermione, servendosi una
fetta di torta di mele.
In effetti, se possibile, Malfoy sembrava ancora più pallido e slavato del
solito e, quando sorrideva, si vedeva che lo faceva forzatamente.
Quel primo lunedì mattina, ad Harry non andava proprio di frequentare tre
ore filate di Pozioni, ma, incredibilmente, aveva ottenuto “Eccezionale”
al G.U.F.O. di quella materia e, per dirla tutta, quando, per posta, gli
erano giunti, nel luglio appena trascorso, i risultati degli esami era
rimasto sbalordito dalla quantità di G.U.F.O. che aveva preso. Sospettava
che gli esaminatori, dopo la faccenda di Voldemort, avessero rivisto i
loro giudizi, dato che aveva preso “Accettabile” persino in Divinazione.
Comunque fosse, tutte le strade gli erano aperte, grazie a quei voti.
Tuttavia la professoressa McGranitt gli aveva fatto pervenire una piccola
nota in cui gli raccomandava di impegnarsi di più nel corso del professor
Piton, se davvero intendeva diventare Auror.
Durante l’estate zia Petunia era stata un po’ meno... rigida con lui.
Aveva il vago sospetto che il merito andasse alla strillettera di Silente
dell’anno prima, tuttavia aveva finito per convincersi che, in qualche
strano modo di cui persino lei aveva orrore, si era affezionata al suo per
nulla desiderato nipote. Su questa poco stabile premessa, si era chiesto
se altrettanto valesse per Piton. Non si aspettava certo che tutti lo
amassero semplicemente perché lui era il_bambino_che_era_sopravvissuto, ma
Piton lo odiava solo perché era figlio di suo padre... certo anche suo
padre aveva affermato di odiare Piton per il semplice fatto che esisteva,
ma... se lui fosse andato da Piton e gli avesse chiesto scusa per aver
ficcato il naso nel Pensatoio quando non doveva e gli avesse detto che non
apprezzava affatto il comportamento di suo padre nei suoi riguardi....
Harry scosse la testa: prima di fare un passo del genere voleva pensarci
ancora molto bene!
Immerso in questi pensieri, Harry si sedette in ultima fila, guardando
Piton che armeggiava con il contenuto di un cassetto della sua cattedra e
si accorse che, dalla prima fila, ogni tanto, Malfoy si girava a
guardarlo.
Quella prima lezione, per Malfoy, si rivelò un vero disastro. Continuava a
rovesciare gli ingredienti a sbagliare le dosi, a metà lezione il
contenuto del suo calderone esplose.
Piton, che si era premurato di fargli avere “O” nella sua materia, gli
disse soltanto “Malfoy, credo lei sia molto stanco. Vada a riposare”.
Harry notò che, nonostante il portamento anche più fiero del solito, che
gli faceva tenere la testa sfrontatamente alta, Malfoy aveva gli occhi
bassi e che, uscendo dall’aula, lo fissò di nuovo, prima di chiudere la
porta.
Harry non vedeva l’ora di raggiungere la casetta di Hagrid e di fare una
bella chiacchierata con lui. Il guardiacaccia gli aveva scritto, durante
l’estate, che Silente gli aveva ordinato di trovare un posto adatto a Grop
o di rimandarlo a casa sua, ma dato che Grop si era molto affezionato a
lui si era impegnato per imparare le buone maniere, ora lo aiutava in
qualità di “Custode della foresta proibita” ed era diventato ottimo amico
di Fiorenzo che, avendo cercato di parlare ancora una volta col suo
branco, era stato di nuovo attaccato e poi protetto proprio da Grop.
Hagrid diceva che Grop doveva essersi riconosciuto in Fiorenzo in quanto
emarginato dal suo gruppo. Hermione sosteneva che non poteva essere così
dato che le capacità intellettive di Grop erano piuttosto... “ridotte”.
Ron ribatteva che, per certe cose, bastava l’istinto e, così li aveva
lasciati a discutere per ore se contasse di più la ragione o il
sentimento.
Dal canto suo, Harry prese a correre lungo il corridoio semideserto del
secondo piano per raggiungere in fretta il parco.
A quell’ora molti studenti si dirigevano nella Sala grande, qualcuno si
attardava ancora nelle aule o in biblioteca ed alcuni si avventuravano nel
parco. Questi ultimi erano macchie nere con sciarpe colorate che
apparivano e sparivano dalle cornici delle finestre, un po’ come i
personaggi animati dei ritratti che riempivano tutti i muri della scuola.
Felice di quella visuale tanto familiare, Harry non si accorse di andare a
sbattere contro qualcuno ed, ancora prima di averlo identificato, si
sbrigò a chiedere scusa.
Draco lo fissò senza dire nulla per alcuni istanti, poi sibilò un “Potter”
molto simile a quelli di Piton. Lo fissava con occhi smarriti ed arrossati
ed Harry si ritrovò a non sapere cosa dire.
Malfoy gli girò in torno e se ne andò. Harry si sentiva turbato; non
poteva dire che Lucius non si meritasse quello che gli era successo,
tuttavia capiva il dolore di Draco di essere separato da suo padre.
Per altre due settimane abbondanti Hermione riuscì a mantenere il segreto
su cosa avesse detto alla McGranitt al colloquio orientativo dell’anno
prima. Harry e Ron avevano in comune la maggior parte dei corsi, lei
spesso li abbandonava mormorando che avrebbe voluto avere di nuovo un
Giratempo. Un mercoledì sera, davanti al fuoco scoppiettante della sala
comune di Grifondoro, però, dovette cedere alle domande insistenti dei
suoi amici.
-E va bene! Ve lo dico: voglio lavorare al Ministero della Magia! Quando
diventerò Primo Ministro, perché potete giurarci che ci riuscirò, potrò
fare molto sia per i Maghi che per i Babbani! Pensate quanti problemi ha
causato Caramel per la sua bigottaggine! Non si può affidare un ruolo
tanto importante a persone del genere!-
Ron ed Harry l’avevano ascoltata a bocca aperta, ma immaginavano che, da
lei, non avrebbero duvuto aspettarsi nulla di meno. Del resto aveva preso
tanti G.U.F.O. che non pensavano neppure ci fossero tutti quei corsi ad
Hogwarts e con la media di “Oltre ogni immaginazione”.
-E tu, Ron?-
-EH? Io? Ehm... ecco.... io, credo che, si, vorrei diventare Auror...
comunque, ora ho altro per la testa- Arrossì.
-E cioè?- Lo incalzò Hermione.
-Nulla che ti riguardi!- Fu troppo rapido a rispondere, diventando ancora
più rosso.
La domenica pomeriggio seguente, ormai era quasi l’inizio di ottobre,
mentre si recavano da Hagrid, vennero quasi travolti da un vortice in
lacrime con indosso la divisa scolastica ed una sciarpa di Serpeverde.
-Ma non era Pansy Parkinson, quella? Che le prende?- Chiese Ron, che era
quasi finito a terra.
-Magari Malfoy l’ha lasciata- Seggerì Hermione.
-EH?- Chiesero ad una sola voce i due amici, sorpresi.
-Bhe, ultimamente Malfoy è alquanto scostante ed hanno litigato spesso...
non ditemi che non ve ne siete accorti?!-
Ron ed Harry si guardarono: loro non si erano accorti di nulla. Ma come
faceva Hermione a non perdersi mai nulla di quello che accadeva nella
scuola?
Finalmente giunse il giorno che Harry e Ron attendevano di più: il primo
allenamento del nuovo anno con la squadra di Quiddich!
Negli ultimi due anni, Harry non aveva avuto molte occasioni di giocare,
ma aveva tutta l’intenzione di rifarsi. Su suggerimento della
professoressa McGranitt, responsabile di Grifondoro, era stato eletto,
come nuovo capitano, Ginny: il membro più giovane, ma anche il più
grintoso della squadra.
-Accidenti! Dovrò sottostare a mia sorella minore! Già vedo Fred e George
quando lo sapranno!- Si limitò a commentare Ron, ma la sua espressione era
molto eloquente.
-Senti Harry...- Lo chiamò Ron, al termine dell’allenamento.
-Dimmi-
-Uff- Si sedette, un’espressione seria in viso che Harry non gli aveva mai
visto.
-Cosa c’è?-
-Hermione- Ron alzò gli occhi e lo fissò.
-Hermione, cosa?- Chiese senza capire.
-Lo sai che, ad agosto, è stata quindici giorni da Krumm?-
-Oh-
-Non ci dormo di notte, Harry. Non mi racconta niente e io... non so cosa
pensare! Sono completamente cotto di lei!-
Harry spalancò occhi e bocca. In quel momento somigliava molto ad un
pesce.
-Harry, io devo dirle qualcosa, se no, sento che impazzirò e dovrete
portarmi al San Mungo!-
Harry era sorpreso, ma soprattutto era un po’ felice ed un po’ triste.
-Credo che dovresti parlarle, Ron. Spiegale i tuoi sentimenti-
Era da quando aveva rotto con Cho che Harry non pensava più a questo
genere di argomenti: nessuna ragazza l’aveva più attratto a quel modo.
Quella sera, dopo cena, Ron avrebbe parlato con Hermione. Dall’anno prima
avevano il permesso di gironzolare per il castello fino alle nove, anziché
rintanarsi nelle rispettive Case. Harry li avrebbe lasciati soli con una
scusa, quello era l’accordo, ma quella sera, proprio, non gli andava di
tornare alla torre di Grifondoro. Prese a girovagare per i corridoi del
castello, rispondendo ai saluti di quelli che lo salutavano, ovvero tutti,
dato che era diventato una vera star, dal momento in cui era stato
ufficializzato il ritorno di Voldemort. La sua ricerca di un corridoio
tranquillo ebbe successo una buona mezz’ora dopo, quando si avventurò per
uno stretto camminatoio poco illuminato.
-Potterino Potter! Ti sei perso?- Chiese una voce che conosceva assai
bene, da un angolo buio di fronte a lui.
-Vuoi litigare, Malfoy?-
Non c’era nessuno nei paraggi: né Gazza, né la sua gatta spelacchiata:
avrebbero potuto picchiarsi senza che nessuno li interrompesse.
Malfoy non pensò neppure per un istante di estrarre la sua bacchetta:
aveva troppa rabbia da sfogare. Si lanciò contro Harry con i pugni chiusi,
deciso a picchiarlo finché non gli avrebbero fatto male le braccia.
Harry, però, aveva una discreta conoscenza di questo tipo di risse, grazie
al suo pachidermico cugino Dudley e schivò agilmente tutti i colpi di
Malfoy, che, evidentemente, era più abituato a lasciare che, a menar le
mani, fossero Tiger e Goyle.
Poi, però mise un piede in fallo ed inciampò all’indietro, cadendo a
terra. Malfoy, incapace di frenare il suo impeto, gli rovinò sopra, col
fiato corto.
Ansimavano entrambi. Harry girò il viso per non essere costretto a
guardare Draco e, dopo un momento, sentì qualcosa di umido colpirgli la
guancia e poi scivolare giù.
Possibile che Malfoy stesse....?
-E’ tutta colpa tua!- Singhiozzò Draco e, dopo un attimo, aveva nascosto
il viso tra i capelli di Harry e si era messo a piangere silenziosamente.
Harry sentiva sussultare il corpo che lo premeva a terra e non sapeva cosa
fare. Fosse stato qualcun altro... chiunque altro... ma Malfoy?!
-Malfoy?- Lo chiamò con voce insicura.
Sentì il suo respiro farsi più lento ed i sussulti cessarono. Malfoy si
mosse appena, sentì il suo naso percorrere tutto il perimetro del suo
orecchio come in una carezza e poi... un bacio leggero sul lobo. Il cuore
di Harry sussultò. Cosa aveva in mente Malfoy?
Draco prese tra le labbra umide il lobo di Harry e lo tirò appena, senza
serrare i denti e, con un piccolo sospiro, si alzò e se ne andò a passo
svelto.
Poco dopo era già nel suo letto. Nessuno gli aveva rivolto la parola: in
quei giorni si era abituato al distacco con cui tutti lo trattavano. Fissò
il soffitto scuro del dormitorio e si preparò a passare un’altra notte
pressoché insonne.
Harry impiegò qualche minuto a rimettersi in piedi... non perché il
disegno del soffitto era particolarmente bello, per la verità non lo
vedeva neppure, ma perché il cuore batteva così forte che credeva di stare
per avere un infarto e perché sentiva le gambe molli come se le ossa si
fossero sciolte e perché non si ricordava la strada che doveva fare.... Ma
poi corse più veloce che poté per raggiungere il dormitorio. Gridò alla
Signora Grassa la parola d’ordine, “Galletto Canterino”, ancora in corsa e
si infilò nel buco dietro il ritratto come un razzo. Ignorò i saluti di
chi era ancora nella sala comune e salì i gradini due alla volta,
tuffandosi a letto senza nemmeno controllare se Ron fosse tornato.
Nel buio morbido e confortevole del suo letto, il cuore prese finalmente a
rallentare, mentre tutto il suo corpo era percorso da un incontenibile
tremore.
Malfoy gli aveva.... cioè, davvero aveva.... bhe, l’idea non era affatto
terribile, anzi.... si era ritrovato a chiedersi si Malfoy baciasse meglio
di Cho! In quel momento si era sentito pervadere da un formicolio molto
piacevole, tutto il suo corpo bruciava e rabbrividiva assieme! Harry
sorrise al ricordo ancora palpabile e si sentì arrossire. Tirò la coperta
fino agli occhi e, ancora sorridente, scivolò dentro un sogno limpido e
sereno.
Si trovava sopra la scala che conduceva al dormitorio maschile di
Grifondoro. Un fuoco ardeva nel caminetto diffondendo un piacevole calore.
Il buco coperto dal ritratto della Signora Grassa si aprì all’improvviso
e, ridendo, vi entrarono due studenti. Li riconobbe subito: erano suo
padre e Sirius. Suo padre aveva i capelli arruffati e le guance arrossate
come dopo una corsa, sembrava davvero felice. Sirius aveva quell’aria
raffinata ed elegante che Azkaban gli aveva strappato tanto tempo prima.
Anche lui sembrava felice, anche se, dalla sua voce, traspariva una punta
di amarezza. Abbracciò James e prese a ringhiargli scherzosamente dietro
il collo. Suo padre rideva. Si accorse che Sirius lo stava baciando e le
sue mani avevano cominciato a muoversi sul petto di James, sbottonandogli
la camicia.
-Voglio fare l’amore, Felpato! Sbrigati!- Lo incoraggiò James,
sottraendosi alla sua presa e trascinandolo per mano sulle scale.
Harry li seguì come in trance.
Sirius spinse suo padre sul letto, continuando a spogliarlo. Sembravano
quasi giocare.
-Questa è la nostra ultima volta, James- Disse Sirius, cercando di
nascondere l’amarezza della sua voce.
-Non deve esserlo per forza!- Protestò suo padre, di colpo più serio.
Sirius scosse la testa e gli sorrise. -Ormai sei di Lily! Non le farei mai
una cosa simile!-
Harry li guardò baciarsi, poi uscì dalla stanza, capendo di avere visto
qualcosa che non lo riguardava. Un ricordo, forse, rimasto impresso nel
dormitorio. Suo padre ed il suo padrino erano stati amanti...
improvvisamente si sorprese di non averlo mai capito da solo! Eppure il
loro sentimento era così palese anche dopo tutti quegli anni e la morte di
suo padre! Per la prima volta il pensiero della morte di Sirius non lo
faceva soffrire: ora si dovevano essere ricongiunti, da qualche parte, in
cielo. Si chiese se sua madre lo avesse saputo e, su questo pensiero, le
trame del sogno si assottigliarono, permettendogli di sentire la voce di
Ron che lo chiamava.
-....ry! Harry! Finalmente! E’ un’ora che ti chiamo!-
-Ron... Cosa succede?- Biascicò, scoprendo che il suo amico era seduto sul
suo letto.
-Indovina!- Gli sorrise elettrizzato come dopo una partita di Quiddich.
-Hermione ed io stiamo insieme! OH! Ha fatto tutto lei! E’ bastato che le
dicessi che ero geloso di Krumm e lei mi ha baciato!...-
-Waw Ron! E’ fantastico!- Rispose Harry mentre il suo amico continuava a
parlare, ma la sua mente era sintonizzata su qualcos’altro: se aveva fatto
quel sogno proprio quella notte, un motivo doveva esserci! E quale poteva
essere, se non Malfoy?
Harry decise che, il giorno dopo, avrebbe dovuto parlare con Draco.
Il giorno dopo, neppure la lezione di Piton riuscì a togliere il sorriso
dal viso di Harry.
Ron continuava a ridere nervosamente ed a sbagliare ingredienti ed
Hermione sembrava persa nel mondo dei sogni; quasi non si accorsero di
quando Harry li salutò, uscendo di corsa all’inseguimento di Malfoy, che
si era eclissato appena terminata la lezione.
Malfoy si sentì chiamare a gran voce da Harry e notò che molti sguardi
curiosi si fissarono su di loro. In quel momento avrebbe voluto che tutte
quelle persone scomparissero e lui stesso potesse sprofondare. Troppa
gente aveva sentito il richiamo di Harry perché lui potesse ignorarlo o
fingere di non averlo sentito.
-Malfoy!- Ansimò Harry, fermandosi a mezzo metro da lui. -Devo parlarti!-
Tiger e Goyle si misero tra il loro capo ed Harry, con aria minacciosa, ma
Draco schioccò le dita.
-Sparite, idioti! Potter ed io dobbiamo parlare. Muoviti, Potter!- Disse
col suo solito tono calmo, trascinando quasi le parole.
Molti sguardi continuarono a seguirli e Draco tornò verso il castello,
cercando un posto dove nessuno li potesse disturbare. Ogni tanto girava
appena la testa per vedere se Harry lo seguiva: era sempre un passo dietro
di lui, in silenzio. Draco si chiedeva cosa volesse da lui.... forse era
per quello che aveva fatto la sera prima, ma tanto... cosa gli importava,
ormai? La bocca gli era diventata secca e la testa era insopportabilmente
leggera, ma non poteva scappare via, ormai doveva assumersi le
responsabilità del capofamiglia Malfoy!
-Avanti, Potter: cosa devi dirmi di tanto importante!- Esordì, con falsa
calma, quando ebbero trovato un riparo, dietro uno dei torrioni del
castello.
-Ieri sera...- Iniziò Harry.
-Ieri sera ti ho baciato perché avevo voglia di farlo, Potter!- Lo aggredì
subito Malfoy. -Volevo farlo almeno una volta prima di rinunciare a te!
Tra poco saremo nemici giurati: grazie a te mio padre è ad Azkaban e
toccherà a me prendere il suo posto!-
-Cosa?- Chiese Harry, travolto dal fiume di parole che Draco non era
riuscito a trattenere. Ora lo vedeva tremare, gli occhi di nuovo lucidi.
-Sono il nuovo capofamiglia dei Malfoy e tra poco diventerò un Mangiamorte,
Potter! Sei soddisfatto?!- Gli sibilò in faccia.
-NO!- Harry lo fissava ad occhi sgranati e gli aveva afferrato le braccia.-Non
te lo permetto! Non puoi diventare un Mangiamorte!- Harry sembrava
infuriato.
Malfoy non se lo aspettava. Harry si era avvicinato e Malfoy proprio non
riuscì ad evitare di baciarlo. Non sapeva nemmeno lui quando la rivalità e
l’odio erano diventati quell’idea fissa. Forse la verità era nascosta nel
suo consiglio di cinque anni prima di scegliersi bene gli amici: già
allora voleva che Harry fosse..... suo.
Contrariamente a quanto si era aspettato, Harry non era fuggito via
inorridito: rispondeva al suo bacio e la sua bocca era molto, molto più
dolce di quanto fosse mai stata quella di Pansy.
-Non diventare un Mangiamorte- gli chiese in un sussurro Harry, mentre lui
continuava ad assaporare le sue labbra morbide. Non c’era ancora traccia
di barba sulle sue guance, mentre quelle di Draco si stavano riempiendo
già di una morbida lanuggine bionda.
Draco si ritrasse e i suoi occhi si riflessero sulle lenti di Harry.
-Non... non ho scelta!- Draco si sentì in trappola: non era mai stato così
vicino ad Harry, non senza azzuffarsi, almeno.
Harry si protese di nuovo per baciarlo, ma Draco non poteva sostenere
ancora quella sensazione: doveva scappare. Allontanò Harry e corse via,
sul prato e poi su, sulle scale, dentro il portone, sparendo allo sguardo
di Harry.
Draco non andò a cena quella sera. Harry lo cercò inutilmente per tutta la
sera. Hermione e Ron erano troppo presi dalla loro storia nascente per
badare a lui, quindi non notarono che chiedeva praticamente a tutti se
avessero visto Malfoy.
A colazione, la mattina dopo, Malfoy comparve circondato da un nugolo di
Serpeverde che si guardarono bene dal permettere ad Harry di avvicinarsi.
I gufi scesero dal soffitto, che, quella mattina, era cosparso di
nuvolette bianche simili a tante pecorelle al pascolo. Hermione pagò uno
zellino al gufo che le recapitava la consueta Gazzetta del Profeta, ma
ricevette anche due lettere: una veniva dai suoi genitori (che in tutti
quegli anni s’erano ormai abituati alla posta via gufo) ed una era della
madre di Ron, che scriveva anche a suo figlio. Le tre lettere erano molto
simili: tutti erano felici per loro e si auguravano che non trascurassero
lo studio. La madre di Ron era particolarmente infervorata: non aveva
ancora digerito che Bill stesse con una straniera che per di più era per
un quarto Veela!
Harry notò che pure Malfoy ricevette una lettera e, dopo averla letta, non
parve molto felice: si alzò facendo stridere la sedia ed uscì rapidamente
dalla sala con la pergamena stretta in pugno.
Herry non perse un attimo a riflettere e lo seguì come un razzo.
Draco si sedette in riva al lago. Harry non ricordava di avergli mai visto
fare qualcosa del genere, comunque si sedette di fronte a lui ed aspettò
che Malfoy decidesse di parlargli.
-Mia madre mi ha scritto per comunicarmi la data della cerimonia- Disse
Draco, dopo un po’.
-Che cerimonia?-
-Quella del marchio. Per diventare un Man...-
-Ti ho già detto di no!- Lo interruppe Harry.
Draco gli tese la lettera. Era stilata nella grafia piccola ed elegante di
Narcissa, in calce c’era la sua firma svolazzante e decisa. Gli comunicava
la data, non diceva nulla di compromettente, evidentemente temendo che la
lettera venisse intercettata, ma non chiedeva neppure al suo unico figlio
come stesse.
-E’ per il giorno di Natale....- Mormorò Harry. Non mancava poi molto.
-Già-
-Rimani qui- La voce di Harry era parsa per un momento roca, ma poi era
tornata normale.
-Perché?- Chiese Draco, scuotendo la testa.
-Per me... Per noi!-
-Potter, se il tuo è un tentativo per portarmi dalla tua parte...-
-NO!- Harry era balzato sulle ginocchia e gli aveva appoggiato le mani
sulle spalle.
Intanto molti studenti erano usciti nel parco: stava per iniziare la
lezione di Cura delle creature magiche.
Hermione e Ron corsero avanti per avvisare Hagrid che Harry era in riva al
lago con Malfoy a parlare! Hagrid sembrava sorpreso quanto loro e si
diresse al lago per vedere con i suoi occhi. I due ragazzi correvano per
stare al passo con lui e quasi gli sbatterono contro quando lui si fermò.
-Bhe, io credo che non è tanto male se quei due diventano amici!- Disse,
poco convinto, il mezzo gigante, quando li ebbe visti, da una
ragguardevole distanza.
Draco continuava a non capire l’atteggiamento di Harry. Era troppo
pessimista, in quel periodo, per poter credere che ricambiasse i suoi
sentimenti.
-Di a tua madre che sei troppo giovane, o... che vuoi finire Hogwarts... -
-Potter...-
-Harry!-
-Come?-
-Harry! Chiamami Harry! Non Potter!-
-Harry, mia madre mi ucciderebbe con le sue mani piuttosto! Oppure lo
farebbe mio padre appena fuori di prigione! Per non parlare di come
reagirebbe Lui se mi rifiutassi!-
-Allora scappa!-
-E come dovrei vivere? Non ho uno zellino che sia mio!-
-Questo non è un problema!- Rispose Harry, risoluto.
-Perché ti fai tanti problemi per me?-
Harry, per tutta risposta lo baciò di nuovo. Draco si staccò fulmineo,
guardandosi intorno. Per fortuna sembrava che nessuno li avesse visti.
(In realtà Hagrid aveva visto molto bene, anche se non riusciva a credere
ai suoi occhi! Comunque, per ogni evenienza, aveva coperto gli occhi dei
suoi due allievi col le sue manone.)
-Ma non ti faccio schifo? Come fai a non odiarmi?- La sua voce era
incrinata dalle lacrime e, per un attimo Harry pensò “Ti prego, no!”.
Sembrava una maledizione: possibile che ogni volta che baciava qualcuno,
quello si mettesse a piangere?!
-Non ti odio e non mi fai schifo! Ma ti prego, non metterti a piangere!-
Draco annuì e si asciugò gli occhi. -Senti, ti va se entriamo, prima che
qualcuno ci veda?-
-Si, hai ragione- Ad Harry non passò neppure per la mente che stava
marinando la sua lezione preferita.
Dopo un po’, mentre ancora cercavano un nascondiglio sicuro, Harry volle
togliersi un dubbio che aveva preso ad assillarlo da dieci minuti buoni.
-Senti Draco... e Pansy?-
-Oh, lei... non era niente di serio!-
-Lei però, a te, ci teneva!-
-No, ci teneva al nome Malfoy!-
-Però l’ho vista piangere....- Obbiettò.
-Alle donne piace piangere!- Rispose con tono esperto.
-Ad Hermione no-
-Io pensavo che, a te, piacesse lei...- Buttò lì con un po’ di timore.
-No! Hermione sta con Ron!-
-Proprio una bella coppia!- Ironizzò Malfoy, ritrovando il consueto tono
sprezzante.
-Non dovresti prenderli in giro: sono i miei migliori amici!- Lo
rimproverò Harry, un po’ piccato.
-Scusa.... comunque, vi invidio. Dev’essere bello avere amici così-
-Bhe, tu, Tiger e Goyle...-
-Non è la stessa cosa! I loro genitori sono legati ai miei... sono due
scimmioni senza cervello! I miei genitori dicono che non ci sono molti
maghi abbastanza aristocratici per stare alla pari con no... scusa!- Draco
si era interrotto notando lo sguardo di disapprovazione di Harry. Non
sarebbe stato tanto facile: erano così diversi... Draco sospirò,
chiedendosi quante delle sue vecchie convinzioni avrebbe dovuto
abbandonare per Harry.
Ad un certo punto Harry si fermò. Draco conosceva quel corridoio, ma
aspettava. Alcuni amici dell’ES avrebbero disapprovato, ma... lui era
sicuro. Sicurissimo. Adesso che aveva trovato Draco non se lo sarebbe
fatto portare via. Non gli era ancora chiaro perché fosse così importante,
ma sentiva che lo era.
-Devi giurarmi che non svelerai questo segreto a nessuno! Mai!-
-Giuro!-
Harry gli sorrise e lo prese per mano. L’arazzo di Barnaba il Babbeo gli
parve più ridicolo che mai. “Ti prego! Ti prego: ho bisogno di un posto
accogliente dove nascondere Draco!” Pensò con tutta la convinzione che
aveva, camminando avanti e indietro per tre volte e portandosi dietro
Draco che sembrava non capire cosa stesse facendo.
Dopo il terzo passaggio, sulla parete comparve una porta.
Harry, soddisfatto, strinse la mano di Draco ed aprì la porta.
Davanti a loro comparve una grande stanza arredata come un comodo salotto,
con il fuoco scoppiettante e due tazze di the fumante sul tavolino dalle
gambe ricurve.
Draco notò che i piedi del tavolo raffiguravano teste di leoni i cui corpi
salivano, a foggia di serpenti, sulle gambe e lo stesso fregio si ripeteva
sul caminetto.
-Potranno rivoltare il castello come un calzino, ma sta sicuro che qui non
ti troveranno!- Disse Harry con una punta di orgoglio nella voce.
Draco fece qualche passo avanti, guardandosi intorno sorpreso.
-Ti piace?- Volle sapere Harry.
-E’... fantastico!-
-Questa stanza cambia aspetto a seconda di cosa serve a chi la usa-
-Ma sicuramente Silente sa di questa stanza!-
-Si, ma solo gli elfi domestici sanno come entrarci-
Draco lo fissò sempre più sorpreso. Harry arrossì all’improvviso ed
abbassò lo sguardo.
-Cosa c’è?- Chiese subito Malfoy.
-Niente! Solo... pensavo... qui siamo completamente soli...-
Anche Malfoy, allora, arrossì debolmente.
Harry notò come i capillari sottili irrorassero il suo viso pallido e
protese una mano per accarezzarlo. Aveva pensato che quella situazione
somigliava molto a quella del sogno in cui aveva visto suo padre e Sirius...
un Black e un Potter... un’altra volta!
Draco si chinò appena per baciarlo. Le mani di Harry scivolarono tra i
suoi capelli. Harry non li avrebbe mai immaginati così freschi e
sottili... Gli venne in mente che forse Draco usava la stessa lozione che
aveva usato Hermione al Ballo del Ceppo.
Lentamente Draco lo sospinse fino al divano. I mantelli avevano già
toccato il suolo e le mani fredde, dalle dita sottili, di Malfoy cercarono
la pelle sotto il maglione. Harry rabbrividì, ma si lasciò sfilare il
maglione e fece altrettanto con quello di Draco.
I loro cuori sembravano impazziti, il sangue pulsava nelle vene, rombava
nelle orecchie; il desiderio impellente di toccare ed assaggiare il corpo
dell’altro era diventato il loro unico pensiero lucido. Harry desiderava
scaldare quella pelle immacolata che era davvero fredda come aveva
immaginato e Draco continuava senza tregua ad accarezzargli il petto ed a
cospargere la sua pelle di baci. I loro corpi, ormai chiedevano
soddisfazione, ma loro sembravano decisi a prolungare il più possibile
quell’agonia.
-Draco!- Gemette Harry. Gli occhiali gli erano scivolati di traverso e poi
erano caduti sul pavimento, sopra il resto dei loro abiti. -Prendimi!-
-Sei.... sei sicuro?- Draco sembrava spaventato. Non aveva creduto di
avere mai la possibilità di arrivare a quel punto con Harry.
Harry sorrise come non aveva mai fatto. - E’ l’unico modo in cui ti
permetterò mai di farlo!-
Draco capì al volo l’allusione e colse la sua possibilità colmo di gioia.
I fuochi del castello scoppiettarono all’improvviso più vivi e i fiori
nella serra sbocciarono tutti assieme. Il Cappello Parlante, nella stanza
di Silente, prese a ridere ed il preside alzò gli occhi dalla scrivania,
sorridendo a sua volta, sapendo solo che qualcosa di bello doveva essere
accaduto nel castello.
Harry si aggrappò saldamente alle braccia di Draco mentre questi veniva
dentro di lui e poi anche il suo piacere esplose, confondendosi con la
pelle bianca del suo amante.
Intinse un dito in quel segno tangibile della loro reciproca appartenenza
e tracciò una piccola saetta sul braccio sinistro di Draco con un’idea ben
precisa:
-Adesso sei mio per sempre!-
Fine
O_O: Che orrore!
-_-: Concordo!
>°-°<: Cattivi!
-_-: Io e Potter! Tz!
O_O: Malfoy, vuoi la guerra?!
>*-*<: Si! Si! Come nella mia fic!
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