Ho scritto questo racconto prima dell’uscita dell’ultimo libro, quando ancora non si sapeva come J.K. Rowling avesse deciso di terminare la sua saga.

Chi vorrà leggere questo racconto si scordi l’ultimo capitolo e pensi solo a come è finito il 6°.

È la prima volta che mi cimento in un simile genere e spero di non aver troppo esagerato.

Tipo : Harry x Draco

I personaggi, come per tutti, o di proprietà dell’autrice… ma anche di tutti noi.


 


 

 

Il guinzaglio di Draco

 

Parte VII - La quiete prima della battaglia

 

di Lady Radcliffe

 


 

Di Voldemort non giunsero notizie e i mesi passarono.

Grazie a Draco Harry riusciva a saltare le serate del Lumaclub.

Il professore di pozioni non era troppo propenso alla compagnia dell’ex-serpeverde, che mal sopportava anche in classe, ma lì non lo poteva evitare…

Malfoy si rendeva pienamente conto di essere diventato il capro espiatorio di Potter per molte delle scuse  che usava per saltare gli impegni che non gradiva.

All’inizio se ne era un po’ risentito, ma poi, per contro, aveva notato che Harry, per avvalorare le sue giustificazioni, era costretto a passare più tempo in sua compagnia.

E questo gli andava più che bene….

In oltre durante il giorno l’atteggiamento del grifone era quello sempre scocciato e rassegnato… ma poi… la notte!

 

Anche quell’anno Hogwarts si preparava a festeggiare il Natale.

Quando arrivarono le feste Harry e Draco scoprirono di essere tra i pochissimi che restavano al castello.

La signora Weasley se ne dispiacque molto ( anche se Harry sospettava che non avrebbe gradito la presenza di un ex-serpeverde nella sua cucina…) e gli mandò più regali del solito.

Sulla porta del Castello Ron era pronto con il baule e attendeva Hermione e Ginny.

- Ron non ti preoccupare per me. – gli disse Harry vedendolo restio a partire.

- Vorrei rimanere ma mamma insiste tanto… vorrei che potessi venire anche tu. – si lagnò il rosso.

- Ron ,lo sai, non posso lasciare il castello e, se anche ottenessi il permesso non credo che tua madre sarebbe così felice della compagnia che mi porterei dietro. – cercò di farlo ragionare.

- Quella serpe! – stizzito Ron proprio non riusciva a seppellire l’ascia di guerra.

- Ascolta. E’ inutile che te la prenda così. Non è tutta colpa sua questa situazione. –

- Lo so! E’ per questo che mi sento così… non so con chi prendermela…! – sbuffò.

 - Ti capisco, ma adesso vai. E’ arrivata anche Hermione… il treno non aspetta te. Starò bene, vedrai. –

 - Sicuro! Fa attenzione Harry, va bene? –

 - Ma sì, sì. Spicciati! – lo scacciò con un sorriso il moro.

Ron si avviò trascinandosi dietro il baule poi si voltò ancora una volta verso le porte del castello prima di varcare i cancelli. Harry lo salutò con la mano.

L’ultima volta che lo aveva lasciato da solo si era ferito gravemente, ora Harry non correva nessun pericolo, lo sapeva bene, ma non poteva sentirsi meno in colpa per questo…. Era il primo Natale che trascorrevano separati da che si erano conosciuti… e già gli mancava…!

Sospirando Ron seguì Hermione e Ginny che lo stavano aspettando.

Scomparso Ron alla vista, Harry girò su se stesso e rientrò al caldo nella Sala Grande.

Come ogni anno gli studenti che rimanevano per il Natale pasteggiavano allo stesso tavolo, mischiando anni e case differenti.

Fu così che quella sera Harry si sedette accanto a Draco, unici due membri del Grifondoro in tutta la scuola.

Quando ritennero che l’ora fosse tarda si ritirarono nella loro Torre per la notte.

 

La vita con Draco era una novità per Harry: il giorno e la notte, sempre diversi.

Non ha ancora risposto alla confessione di Malfoy che, per il momento, ha deciso di non insistere.

La loro non è quindi una storia sentimentale anche se nessuno dei due non lesina romanticherie l’uno all’altro…

Non ci sono dominanti o dominatori, in ogni cosa sono alla pari.

E’ Natale.

L’alba è passata da poco quando Harry si sveglia per il freddo. La stanza è gelida, la finestra deve essersi spalancata durante la notte e un po’ di neve si è posata sul davanzale.

Prova a chiudere gli occhi, per tornare a dormire, ma è inutile, fa troppo freddo.

Con un enorme sforzo di volontà riesce ad alzarsi a va a chiudere la finestra.

Sul suo letto, ormai d’abitudine, Draco dorme tra le lenzuola informi.

Gli lancia un’occhiata e scuote la testa divertito Malfoy con la voce impastata dal sonno mormora: - Che ore sono?-

- Dormi, è ancora presto. –

Gli sistema le coperte che sono scivolate via; ancora in dormiveglia Draco lo prende per il polso e non lo lascia. Anzi, lo attira a sé.

- Torna a letto, fa freddo… -.

Harry acconsente e si sdraia al suo fianco, la schiena di Draco contro il suo petto fasciato e tanto calore corporeo che scaccia via il  gelo della stanza.

La pelle setosa del biondo compagno è morbida e invitante… terribilmente irresistibile…

Si morde forte un labbro per lottare contro la voglia che gli è venuta, ma non riesce.

La sua erezione si è svegliata prepotente, non riesce a non reprimere la voglia di strusciarglisi addosso, palesando il suo desiderio.

Alza il più delicatamente possibile la gamba di Draco e insinua le dita tra di esse, sfiorando i bordi rugosi dell’ano di Draco in movimenti continui. Affonda il volto nel calore della pelle morbida del collo, baciandolo leggero.

Le dita si sono aperte un varco nel corpo del compagno, e piano vi scivolano dentro, e fuori, e nuovamente dentro, mimando quelle che sono le sue intenzioni, aprendo e dilatando quello stretto passaggio.

- Fallo, Harry- bisbiglia Draco semiaddormentato spingendosi più verso il suo petto, corpo contro corpo, calore contro calore.

Harry lo bacia alla nuca e poi lo penetra piano sostituendosi alle dita, e, quando Draco non fa cenno di scostarsi per il dolore, il grifone prende a muoversi lentamente, sempre più a fondo, ma senza mai interrompersi.

La mano che non sorregge il peso scivola davanti, carezzando i muscoli del ventre piatto e sodo, per poi affondare tra i chiari riccioli dell’inguine di Draco, e prende a masturbarlo al ritmo delle spinte, sempre più profonde, sempre più veloci…

Dura a lungo.  Ed è bello.

Harry rimane abbracciato a Draco, poi si ricorda.

- Buon Natale – bisbiglia baciandolo sotto l’orecchio mentre scivola fuori da lui.

- ‘azie- mormora Draco semiaddormentato.

 

I giorni passano e anche le feste stanno per terminare.

Gli studenti partiti per le ferie saranno lì tra poche ore.

Harry non vede l’ora di ritrovare Ron e Hermione.

E’ notte fonda.

Sta nevicando.

Harry è seduto nudo sul muretto sotto la finestra, la fronte premuta contro il vetro, le gambe piegate contro il petto e le braccia strette intorno in cerca di calore. I capelli lunghi ormai fino alle anche sono un fragile velo contro il gelo della notte.

Fece un lungo sospiro, appannando il vetro.

Mai come in quel momento si sentiva così prigioniero delle sue promesse.

Voldemort era vicino, lo sentiva a pelle, e non era sicuro di essere così pronto ad affrontarlo.

Voleva un po’ di tempo.

Non l’aveva detto a nessuno ma la cicatrice è sempre più fastidiosa.

Hermione gli avrebbe detto di andare da Madama Chips che non aspettava altro che un suo nuovo malessere per incatenarlo definitivamente ad un letto dell’infermeria.

Improvvisamente il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un borbottio, e dallo scricchiolio metallico di molle liberate.

Draco si è svegliato e gli si avvicina piano, i capelli tutti scompigliati. Non ha un’aria tanto sveglia, non ha dormito molto.

- Ciao- biascica sbadigliando, e - Ciao - gli risponde Harry sorridendo.

Allunga un braccio, glielo avvolge intorno alla vita e lo attira a sé. L’odore del suo corpo, il suo calore. Ora va meglio.

Il bacio che gli da è lento, esigente, ricco di parole non dette. È dolce.

Draco affonda il viso nell’incavo del collo di Potter lo fa girare con le gambe verso di lui, sciogliendole, per sistemarsele intorno ai fianchi.

Harry è ora seduto con la schiena contro il vetro gelato e i piedi che penzolano giù, Draco tra le sue gambe, in piedi. Le mani di Malfoy percorrono la sua schiena fino alle natiche. Sorride a Potter, poi lo attrae a se e lo penetra bruscamente. Ad Harry si mozza il respiro in petto, affonda le unghie nelle scapole di Draco e digrigna i denti per soffocare un urlo. Draco scivola dentro, affonda sino ai testicoli.

- Male?- domanda Malfoy in un bisbiglio.

Harry non risponde, la fronte sudata premuta contro la pelle ancora più bollente della spalla di Draco.

Mugugna qualcosa d’incomprensibile. L’ex-serpeverde lo prende come un invito a continuare. Si spinge nuovamente dentro … entra… esce… avanti. E avanti.

Spinge, e preme, e tocca qualcosa dentro, la punta del suo membro urta contro qualcosa di cedevole, ed affonda sempre di più, e più affondo, e di più… Harry segue il suo ritmo.

Harry, che lo stringe forte e geme, il cui respiro si fonde, si confonde, si mischia al suo, mentre le spinte continuano, sempre più veloci, i muscoli si serrano insieme, e…

Vengono insieme gridando, ed Harry si sente bene … coccolato…

Le gambe tremano per averlo retto troppo intorno ai fianchi di Draco.

Reprime un brivido e si scosta da Draco il tempo di abbassare le gambe. Di nuovo pelle conto pelle, le mani di Draco gli scorrono sulla schiena, lo riscaldano… è bellissimo…

 

 

Gennaio era giunto e con lui gli esami di metà anno. Tutti i ragazzi dal terzo anno in su pregavano perché quei giorni passassero in fretta perché il week-end successivo era prevista un’altra uscita a Hogsmeade.

Hermione si trovava in biblioteca, la testa inclinata mentre cercava un volume nello scaffale, seguendo i titoli dei libri con l’indice.

Ad un certo punto aveva colto una voce nota provenire dallo scaffale accanto e aveva gettato un’occhiata oltre la doppia fila di volumi.

Nel corridoio accanto, al tavolo tra due alte scaffalature, sedevano Draco e Harry.

Stavano studiando.

Riconobbe il tomo di pozioni del Principe Mezzosangue aperto tra loro.

Harry sedeva di testa e Draco era alla sua sinistra, voltandole le spalle.

Non si erano accorti di lei e quell’angolo forniva loro sufficiente riparo da occhi indiscreti.

Non capiva le parole ma a un certo punto Harry sorrise, interrompendo il fiume di parole che stava vergando. Era sereno… e rilassato.

Poi scosse la testa negando a qualcosa che Draco gli stava chiedendo, tornando a scrivere.

Draco si alzò, iniziando a girare attorno al tavolo, parlando e gesticolando, perorando la sua causa.

Ad un certo punto tornò al suo posto ma non si sedette.

 - Ma mi stai ascoltando? – disse con più fervore sbattendo le mani sul tavolo.

Harry allargò di più il sorriso e fece cenno di sì con la testa, ma non interruppe il suo lavoro.

Non soddisfatto Draco allungò una mano per prendere il viso di Harry sotto al mento affinché lo guardasse in faccia.

Harry non smise di sorridere.

Draco abbassò le spalle sconfitto e si chinò a baciarlo sulle labbra.

Harry, che forse se lo aspettava, smise di sorridere, assorbito da quel bacio.

Quando, dopo un debito lasso di tempo Draco lo lasciò andare, Harry rimase ancora qualche istante con gli occhi chiusi, assaporando l’attimo, poi li riaprì e Hermione ( che non si era persa una virgola) rimase folgorata dalla loro luminosità.

 - Allora? – disse Draco.

 - Comunque, no. – rispose tornando a sorridere.

Draco sbuffò, ma stavolta si era decisamente arreso.

Potter tornò al tema.

Hermione un po’ lo invidiò.

Ron non si sarebbe mai azzardato a comportarsi così con lei ( pubblico o privato che fosse).

Harry e Draco avevano due caratteri molto forti e determinati.

La ragazza tornò a malincuore alla sua ricerca.

 

Più tardi seppe che Harry aveva negato a Malfoy la possibilità di andare per una volta a Hogsmeade.

L’incantesimo Guardian e tutti quei mangiamorte a piede libero li costringeva a non lasciare il Castello.

Harry aveva avuto precisi ordini via gufo dal Primo Ministro in merito alle restrizioni cui era soggetto l’ex-serpeverde. Ma quest’ultimo faticava ancora ad abituarsi a certe restrizioni…

 

 

Era già febbraio inoltrato quando nuovamente la Gazzetta del Profeta riportò la notizia dell’avanzata delle truppe del Signore Oscuro verso la scuola.

Come spiegò la Preside McGranitt, probabilmente stava studiando gli antichi incantesimi che proteggevano la scuola…

 

Era ormai marzo quando Madama Chips, a malincuore, aveva dato a Harry il permesso di tornare a giocare a Quiddich.

Fu così che, super ansioso, il ragazzo aveva affrontato i suoi primi allenamenti, dopo mesi di fermo.

Draco protestò con tutti: la Preside, la squadra, Madama Chips… non aveva nessuna voglia di starsene bloccato in tribuna…!

Ma non ottenne nulla.

Sbuffando infilò il mantello e con un tomo sotto braccio si era accodato alla squadra diretta all’arena.

Tre ore dopo, morto di stanchezza, Harry crollò sul letto.

L’inattività lo aveva impigrito e ora, dolorante sul materasso, scopriva di aver dimenticato l’esistenza di certi muscoli.

 - Sei uno scemo. Te l’avevo detto che sarebbe finita così! – lo sgridò draco.

 - Ma che cosa vuoi? Questa sarà l’ultima partita che gioco prima della fine della scuola e non ci rinuncio. –

 - Sarà, ma guardato. Sei uno straccio. –

 - Un paio di allenamenti ancora e torno in forma come prima. –

 - Si, certo. Non ti facevo masochista. –

 - Uomo di poca fede. –

Draco sghignazzò.

Trascinandosi Harry si chiuse in bagno per riemergere dalla doccia pulito e rilassato.

 - Dai, vieni qua che mi fai pena! – lo invitò il biondo sul letto. – Ti grazio delle mie cure e ti faccio un massaggio -

Harry, inizialmente perplesso, sorrise assecondandolo e si sdraiò a pancia in giù sul materasso.

Draco gli si sedette sulle gambe e, cominciando dal collo, scese col massaggio sulle spalle.

Harry gemette rilassato… che sensazione piacevole!

Malfoy constatò, dopo qualche minuto, che il suo lavoro stava sortendo un effetto soporifero sul compagno e spostò il massaggio sulle natiche vestite del solo asciugamano.

Potter spalancò gli occhi.

 - Dovevo immaginarmelo… - bisbigliò.

 - Cosa? –

 - Che sarebbe emerso il tuo lato maiale, prima o poi. – disse mentre l’altro intensificava il massaggio al suo sedere.

 - Bene. Se lo sapevi perché hai accettato? –

 - Ho sperato fino all’ultimo di essermi sbagliato. –

 - Male, male. Ricordati che sono sempre ‘’ un’infida serpe ’’, come direbbe il rosso. –

Così dicendo sciolse il nodo dell’asciugamano e lo lanciò lontano, esponendo la pelle rosea e fremente della sua vittima al suo sguardo.

Harry gemette.

Draco prese fra le mani i globi di carne tenera e soda e riprese il massaggio che lo portava ad aprire e chiudere il solco tra le natiche.

Arrapate lo spettacolo che ne ricavava!

Draco scivolò più in giù sulle gambe del moro e affondò il volto in quella carne che sapeva di     ‘ Harry ’ e di ‘ bagnoschiuma ’ e sorrise quando la sua vittima irrigidì i muscoli.

Diede una prima leccata la dove la pelle era più brunita.

- Ah… - gemette Harry. – Sei proprio un porco… -

 - Davvero? – ghignò il biondo – Vuoi che smetta? – chiese accompagnando la domanda con un’altra leccata, lunga e intrigante.

 - No…. –

 - Sicuro? Continuo? – e leccò la dove sapeva che era più sensibile.

 - Sì… - la risposta gli scappò in un rantolo.

 - Allora ti piace? – altra leccata, profonda…

 - Si… - piagnucolò Potter. Ormai privo di ogni volontà di resistergli.

Draco si sollevò per poi sdraiarsi quasi addosso.

Un morso alla spalla colse Harry impreparato mentre un dito del biondo varcava lo stretto anello muscolare dell’ano.

Harry allargò un po’ le gambe per fornirgli maggiore accesso.

L’ex-Serpeverde sorrise alla manovra del compagno e lo penetrò più a fondo, aggiungendo un altro dito.

Si chinò a baciarlo sulla nuca prima di riportare la sua attenzione al fondoschiena.

Harry era totalmente in sua balia.

Si staccò brevemente dal corpo caldo di Potter per spogliarsi velocemente e ritornare al suo fianco.

Harry non si mosse dalla sua posizione…. In attesa.

Draco ne ammirò come sempre la tranquillità. Anche quando, come ora, era lui a comandare il gioco.

Bagnò di saliva le dita e con delicatezza continuò il lavoro interrotto.

Con una mano tornò ad allargare il solco tra le natiche mentre le dita affondarono dentro al corpo caldo e umido del compagno che gemette di dolore e piacere.

Ben presto le dita divennero quattro.

Draco le spingeva dentro e le ritirava con ritmo lento e costante, mentre i muscoli di Harry si tendevano e si rilassavano allo stesso ritmo.

Tutto nel suo compagno era in sintonia con lui… il respiro… i gemiti… i movimenti sinuosi e ondeggianti del corpo…

Preso dal gioco erotico che aveva innescato Draco costrinse Harry a posizionarsi carponi e, infilato un ginocchio tra le sue gambe, lo liberò dalla sua mano e lo penetrò in un unico, fluido, movimento, agevolato dalla dilatazione che lui stesso aveva indotto a quel bollente passaggio.

Potter gemette e si alzò sulle ginocchia, arcuando la schiena, fino ad arrivare ad appoggiarsi al petto dell’amante.

Incoraggiato da quella reazione Draco accelerò le spinte e impugnò la virilità di Harry, masturbandola con vigore.

La doppia stimolazione fece andare in tilt tutti i sensi Harry che esplose in un pirotecnico orgasmo mentre Draco implodeva dentro di lui.

Stremato ricadde sul materasso, esausto e appagato.

Boccheggiando Draco gli si accoccolò accanto e lo attirò verso di se per baciarlo. Harry sospirò e affondò il viso nell’incavo del suo collo, in pace, e si addormentò.

Malfoy lo abbracciò coccolandolo, era stata una giornata pesante per il grifone, poi con la bacchetta procedette alle pulizie di rito e coprì entrambi con un plaid.

Soddisfatto l’ex-serpeverde cedette a sua volta al sonno….

 

 

Una mattina di fine aprile volute di fumo di elevarono dalle case del villaggio di Hogsmeade e furono visibili fin dalla scuola….

 

 

 

                                                                                     Continua…