Ho scritto questo racconto prima dell’uscita dell’ultimo libro, quando ancora non si sapeva come J.K. Rowling avesse deciso di terminare la sua saga.

Chi vorrà leggere questo racconto si scordi l’ultimo capitolo e pensi solo a come è finito il 6°.

È la prima volta che mi cimento in un simile genere e spero di non aver troppo esagerato.

Tipo : Harry x Draco

I personaggi, come per tutti, o di proprietà dell’autrice… ma anche di tutti noi.


 


 

 

Il guinzaglio di Draco

 

Parte VI - Quotidianità

 

di Lady Radcliffe

 


 

Draco si svegliò scoprendo di esser rimasto solo.

Era sabato e non se ne preoccupò.

Sotto la doccia ripensò alla notte brava appena trascorsa e sorrise.

Di buon umore scese in Sala Grande per la colazione e trovò Harry e Hermione sepolti fra le pagine dell’ultima edizione della “Gazzetta del Profeta”.

Parlavano fitto-fitto e la cosa lo infastidì, ma non disse nulla limitandosi a prendere posto di fronte a loro e limitandosi a fissarli di tanto in tanto mentre sorbiva in silenzio una tazza di the.

Harry aveva uno sguardo buio quando abbassò il giornale… era furioso! ‘ … cominciamo bene la giornata….’

La ragazza, invece, era sull’orlo di una crisi di pianto.

Di Weasley nessuna traccia...

- Lasciami fare come mi pare! – Harry sbuffò alzandosi di scatto da tavola.

- Harry…! – singhiozzò Hermione.

- Non intrometterti !-

-  Ma… - piagnucolò lei.

Harry stava per risponderle con acidità quando si accorse della presenza di Draco e si blocco.

Malfoy lo stava fissando con un sopracciglio sollevato e si era bloccato nel gesto d’imburrare una fetta di pane tostato.

- Buona giornata a entrambi. – Bofonchiò andandosene.

Hermione seguì con lo guardo l’uscita dalla sala dell’amico e poi si fermò a guardare l’ex-serpeverde, notando che il biondo con sguardo perplesso aveva fissato le grandi porte fino a quando Harry non era sparito varcandole.

- Che c’è? – chiese con aria scocciata Malfoy accorgendosi dello sguardo indagatore della ragazza fisso su di se, provando un vago senso d’imbarazzo che non sapeva perché lo stesse provando.

Hermione sbuffò.

- Guarda qui… sarai contento! – gli disse gettandogli il giornale aperto all’articolo sul quale aveva appena finito di discutere con Potter.

Draco rimase di sasso… l’articolo riportava a caratteri cubitali la notizia della distruzione di alcuni villaggi distanti poche leghe da lì. L’aggressione, commentava il giornalista, era sicuramente opera dei giganti: Voldemort si apprestava a ritornare a Hogwarts.

- Cosa vuole fare… affrontarlo? -  chiese Malfoy con un filo di voce chiaramente riferendosi a Potter.

Hermione lo fissò sorpresa. Era preparata a controbattere a eventuali battute sulla vittoria dei maghi “purosangue” e del loro potente Oscuro Signore… e invece? … Malfoy che si preoccupava per Harry?!...

- Sì, - rispose infine – E’ tutta la vita che si prepara a questo momento, anche se, all’inizio, inconsciamente…-

Draco la fissò, alzando un sopracciglio, non capiva.

- Oh, dai... non venirmi a dire che in questi anni che hai passato a offenderlo, indispettirlo e altro non hai seguito i guai in cui, nolente o volente, si è trovato!- sbottò lei.

- Beh, più o meno… -

- Non fare lo gnorri! Harry non sapeva niente di magia e ha dovuto superare trabocchetti e barriere per evitare il furto della Pietra Filosofale, ha affrontato il basilisco, i Dissennatori di Azkaban, cavalcato l’ippogrifo, per non parlare di Draghi e sirene… e di Voldemort… per tre volte… ed è sopravissuto, sempre…!- lo investì lei.

Il biondo chinò il capo.

- Non è che non ci ho fatto caso ma… no, della pietra filosofale non sapevo niente, del primo anno ricordo i punti aggiuntivi di Silente che avevano fatto vincere la casa del Grifone. Della camera dei segreti mi ha raccontato mio padre ma non conoscevo la storia del Basilisco. Al terzo anno l’ho visto tremare di terrore al solo sentir parlare di Dissennatori e l’ippogrifo mi era sembrato una pagliacciata di quel bifolco del guardiacaccia per par felice il suo amichetto. Al torneo Tremaghi ho giudicato tutta fortuna la sua vittoria e, la notte in cui mio padre è stato arrestato al ministero della magia, lui è stato spalleggiato e protetto da Silente e dal suo esercito…- confessò. In tutti quegli anni aveva visto in Potter solo il suo ruolo di “cocco di Silente”.

Stare con lui, fianco a fianco, stava modificando la sua opinione sul suo conto…

Hermione se ne andò, senza parole.

 

 

 

Hermione era sconvolta.

Harry se n’era andato piantandola lì con Draco che lo aveva seguito con lo sguardo… prima di sconcertarla con la sua preoccupazione per l’amico.

Raccolse i libri e se ne andò in biblioteca… il suo rifugio.

Harry si fidava a tal punto di lei da confidargli senza remore anche una cosa così intima riguardante la vita privata e lei… lei si era bloccata.

Sentiva ancora dalla sua viva voce la cronaca ( per fortuna non dettagliata) della sua esperienza notturna con l’ex-serpeverde. Era stato shokkante.

Si era molto più spaventata quando gli aveva detto che alla base di tutta quella la storia era stata usata la sua paura in merito alla guarigione delle ferite magiche che lo affliggevano!

Harry era molto arrabbiato per questo. Non era assolutamente vero che aspirasse al suicidio!

Malfoy aveva interpretato a suo vantaggio quella frase e l’aveva utilizzata per i suoi fini…

Hermione aveva molto su cui riflettere.

Harry non gli era mai sembrato attratto dai ragazzi e ricordava bene le sue esperienze sentimentali con Cho e con Ginny.

Come avrebbe reagito la ragazza se avesse saputo che cosa stava succedendo tra i due ragazzi? Lei che non aveva assolutamente abbandonato il suo sogno d’amore?

Hermione sospirò.

Aveva seguito abbastanza da vicino la maturazione sessuale e psicologica di Harry e non sapeva come valutare questa sua esperienza con Draco.

Quando poi le aveva raccontato che la prima volta, immobilizzato dalla pozione, aveva solo subito… lei si era arrabbiata!

Potter si diceva, invece, confuso e frastornato…spiazzato dal comportamento dell’altro.

E ci credeva bene!

Ma non era finita lì.

Harry proseguiva nel suo racconto con quello che era successo la sera dopo… e non c’era più la pozione a immobilizzarlo…!

Hermione era rimasta senza parole…

’ Ma che cosa ti sta succedendo?” Gli aveva chiesto.

‘’ Non lo so davvero. Non lo so nemmeno io…’’ le aveva risposto.

‘’ Ma ragioni?’’ aveva urlato lei ‘’ siete due maschi e tu non sei affatto gay!’’

‘’ Cosa vuoi che ti risponda? Neanche Draco lo è: puoi chiedere a qualsiasi ragazza serpeverde!’’ le aveva ribattuto lui.

‘’ Ma allora…’’

‘’ Non lo so…. Ma mi sento così strano… e così bene!’’

Hermione si rendeva conto che doveva sentirsi felice per lui, in quel mare di eventi funesti… ma le veniva da piangere…. E aveva pianto.

Harry si era innervosito.

Aveva ragione… a chi altri avrebbe potuto confidare i suoi pensieri se non a lei? Lei che era quella sorella che non aveva mai avuto?

Con Ron? No… lui non avrebbe capito….

Lei gli aveva chiesto di riflettere su quello che stava facendo… sulla vita che stava intraprendendo al fianco di Draco… ci si poteva fidare di lui?

Per non si sa quale motivo Harry le disse che sì, si fidava.

L’esperienza come mangiamorte lo aveva profondamente cambiato.

Tutti quei suoi atteggiamenti altri non erano che una radicata educazione da Lord più mere imitazioni delle gesta dei genitori.

Lei aveva scosso la testa, poco convinta....

Malfoy sembrava quello di sempre, se possibile più acido e taciturno.

Certo, doveva riconoscere che non dava più quei problemi comportamentali che avevano reso difficile la loro vita lì a scuola, i serpeverde lo evitavano e i grifondoro lo tenevano sotto sorveglianza…

Sbuffò.

Tirando le somme si rese conto che comunque non avrebbe potuto farci nulla. Per di più condividevano la stessa camera. Chi li poteva fermare?

Decise quindi che sarebbe rimasta in disparte, pronta a raccogliere i cocci quando Draco avesse ridotto in frantumi quella bella persona che era Harry.

Sarebbe sempre stata pronta a raccogliere ogni sua confidenza, l’avrebbe fatto per lui, per la splendida e profonda amicizia e per l’affetto incondizionato che esisteva tra loro.

Ora che era giunta a una decisione si sentiva meglio.

Guardò l’ora e le venne un colpo! Rischiava di far tardi alla lezione di ripasso di Aritmanzia!

Prese i suoi libri e lasciò di corsa la biblioteca.

 

 

 

Quando Draco rintracciò Harry era già quasi ora di pranzo.

Il moro era sepolto sotto una pigna di libri in biblioteca.

Prese posto di fronte a lui.

Potter aveva le labbra stirate in una smorfia irritata, gli occhi scintillanti e fermi… fissava senza vederla la pagina di un tomo voluminoso… la testa su un altro pianeta.

Harry stava ripensando alla conversazione con Hermione…non si era aspettato da lei una reazione così… ma forse, a pensarci meglio, come avrebbe dovuto reagire ad una simile confidenza?

Pensò che anche lui sarebbe rimasto molto shokkato se lei gli avesse spifferato di una sua improbabile storia di sesso con una come poteva essere la Parkinson….! No?

Sbuffò. Ma lei avrebbe accettato e capito, una volta che si fosse calmata un attimo… la conosceva bene.

Poi aveva tirato fuori la Gazzetta e tutto il suo discorso cadde alla vista dei titoli relativi agli attacchi da parte dei mangiamorte, e da li si era scatenata un’altra discussione altrettanto seria… e anche lì lei aveva sostenuto ragioni contrarie alle sue.

Non poteva pensare di uscire dal castello e dire: “ Ehi bello! Sono qui, perché non ci sfidiamo?”

Ridicola …. Ma aveva interpretato bene le sue ragioni… dio come trovava sempre il modo di fargli capire che lei aveva ragione! Irritante!

Con uno sbuffo Harry chiuse il libro e appoggiò la fronte alla copertina.

Poi improvvisamente conscio di un’altra presenza alzò gli occhi verso il biondo, il volto rosso d’imbarazzo.

- Mi spiace per questa mattina. – disse.– Ero fuori di me. – si giustificò.

- Ho letto il giornale. – disse Draco.

- Già, Voldemort è a due passi da qui e io sono bloccato nel castello!- picchiò un pugno sul tavolo per la frustrazione.

Draco non rispose, combattuto sul “cosa” dirgli. Era così carino quando era arrabbiato, certo che incuteva anche un certo timore…

- Sono qui, - proseguì il suo monologo il grifondoro. – bloccato da una stupida promessa… e lui è là con i suoi giganti, con i suoi mostri… che avanza sempre più… e non ci posso fare niente!-

- Ma cosa vorresti fare, scusa, affrontarli?-

- Certo! Combatterei! –

- Non puoi volerlo veramente, ti ucciderà!-

- Sono più forte dell’ultima volta. –

- Non sei alla sua altezza! Non hai il suo odio o il suo rancore!-

- E’ vero. Io ho solo la mia rabbia e la mia vendetta, sono più che sufficienti!-

- Non essere assurdo…-

- Discutere con te è come scontrarsi con Hermione. Non vi reggo in due. – sbuffò Potter.

- Se anche lei ha tentato di dissuaderti allora, è migliore di quello che pensavo.-

- Tsè –

- Avanti, cerca di calmarti, non è agitandoti come un pesce rosso che risolvi i tuoi problemi. Metti via che è ora di pranzo. –

- Va bene. -  si arrese Harry alla fine riponendo i libri.

I due si avviarono verso la Sala Grande.

Lì trovarono Ron intento ad abbuffarsi mentre Hermione e Ginny lo guardavano schifate…

- Che ti succede Ron? – chiese Harry non capendo lo strano comportamento dell’amico.

- Niente.- rispose a bocca piena.

- Come sarebbe! Non ti ho visto per tutta la mattina!-

- Quiddich. –

- C’erano gli allenamenti e non me lo hai detto?-

- La McGranit ha deciso che finché non guarisci non giochi, ora hai un sostituto.-

Harry lo guardò basito…

Inutile dire che ci era rimasto molto male…

A passo di carica si alzò dal tavolo e si diresse verso il tavolo dei Professori, dalla preside.

- Mi permette una parola? – chiese senza preamboli.

- Certamente, Potter. –

- Perché mi ha tolto dalla squadra? –

- Ho avuto molte pressioni in tal senso. –

- Ah si? Da chi? –

- Non entrerò nel dettaglio ma… vediamo… - disse sollevando le mani e cominciando a enunciare contando sulle dite delle mani. – madama Chips, il professor Lupin, Hagrid, i Weasley, la signorina Granger, i membri dell’ordine… poi tutti gli studenti del Grifondoro, Corvonero e Tassorosso…dimentico qualcuno? – sorrise.

- Come? – Harry era senza parole.

- Potter, sono tutti preoccupati per la tua salute dopo l’incidente a fine partita..  – sospirò.  – Si rassegni: ha un fanclub molto vasto. –

Potter chinò la testa e senza proferire parola girò sui suoi passi e abbandonò la Sala Grande di corsa.

Ron gli corse dietro.

Riuscì a raggiungerlo solo quando si fermò in riva al Lago Nero dove cominciò a scagliare sassi nell’acqua per sfogare la rabbia.

Ron, che conosceva Harry da una vita, comprendeva perfettamente il senso di frustrazione che provava in quel momento, e che non si curava di nascondere…

Dopo un buon quarto d’ora, e col fiato corto (… l’esercizio muscolare aveva risvegliato tutto il dolore delle ferite magiche), Harry trovò un minimo di calma e raggiunse l’amico che si era seduto a terra, in attesa.

- Scusa, Ron. – disse sedendoglisi affianco.

- Fa niente. Anch’io mi sentirei uno schifo se fossi in te. – disse facendogli capire che era dalla sua parte – Sai a volte ripenso a quando ci siamo conosciuti, quella volta sul treno, ricordi? –

- Come si fa a dimenticarsi di una cosa del genere? E quando Hermione entrò nel nostro scompartimento? Aveva già un’aria così saccente… -

- Già. Sempre stata brava lei, vero? –

- E io che non sapevo neanche tenere in mano una bacchetta… -

- Sembra ieri… - sospirò Ron. – Guarda adesso dove siamo. –

- Dove siamo? – lo stuzzicò il moro.

- Beh… la scuola è quasi finita…- disse il rosso fissando il confine tra il lago e il cielo. – Silente è morto… io e Herm stiamo insieme… Tu-sai-chi è sempre molto più vicino….-

Harry chinò la testa. – Già… Silente è morto e Voldemort è dietro l’angolo…-

- Su… non ti abbattere! Ricorda sempre che siamo tutti al tuo fianco! – lo incoraggiò Ron.

- E’ vero. Hai ragione… è che ogni tanto mi deprimo da solo.-

Il silenzio calò tra i due amici fino a quando uno scricchiolare di passi sulla ghiaia non li riportò alla realtà.

- Ma sei ovunque! Non puoi proprio lasciarlo in pace un momento? – sbuffò Ron all’indirizzo del nuovo arrivato.

 - Lascialo stare, amico. Mi stavi cercando Malfoy? –

 - No… girellavo… sai a causa del guinzaglio non riuscivo ad andare oltre la sala grande… quando una zecca fastidiosa mi ha detto che non avete ancora finito i compiti per lunedì e che se non rientrate non vi aiuta. –

 - Miseriaccia! – esclamò il rosso balzando in piedi – me n’ero scordato! C’è pozioni e non ho scritto un solo rigo sugli effetti della pozione “mani d’oro”! – urlò correndo verso il castello. Harry l’osservò ridendo. Non sarebbe mai cambiato!

 - Tu non vai? – gli domandò Malfoy vedendolo ancora immobile a terra.

 - Pozioni non è un problema, ho già fatto il tema e gli altri compiti questa mattina. –

 - Bravo Potter. Non ti sembra in ogni caso che è ora di rientrare? Manca poco all’ora di cena.-

Disse l’ex-serpeverde prendendo il posto di Weasley.

 - Sai, pensavo… che giornata eh? Una notte da urlo e una giornata schifosa. –

 - In che senso schifosa? –

 - …lascia stare  – sospirò  - Per fortuna non è sempre così. –

 - Ah, no? –

 - No… più giornate schifose che notti da urlo. –

Draco sorrise.

- Ma come: il Grande Harry Potter… il Prescelto…ect. ect che ha giornate schifose? – lo istigò.

- Già. Quasi tutta la mia vita è costellata di giornate schifose. –

 - Dai, non ci credo… cosa te lo fa dire? –

 - Beh, da dove comincio? Fu una giornata schifosa quando i miei morirono e Silente ebbe la grande idea di darmi ai miei zii babbani, che non erano soddisfatti se non rendevano un supplizio ogni mia giornata. Un cugino prepotente e manesco… uno zio che non tollerava il termine MAGIA e ogni suo sinonimo, una zia che vedeva in me solo il frutto della vita scellerata della sorella…

poi sono venuto qui.

Innanzitutto ci si è messo Piton col suo odio atavico per mio padre e poi tu che non la finivi di attaccarmi e stuzzicarmi…

Non dimentichiamoci di Voldemort che tentava di tornare.

Al secondo anno, con quella storia dell’erede del Serpeverde e il fatto che sono rettilofono non ti dico… tutta la scuola mi avevi aizzato contro… Giornata schifosa quando ho duellato col Basilisco.

Poi la storia di Sirius… per fortuna poi abbiamo scoperto che era innocente…

Nel quarto anno ci si è messo il finto Professor Moody e il torneo TREMAGHI…e non trascuriamo di citare il qui presente per le sue carinissime spille pro-Diggory! Giornata schifosa quella quando è morto Diggory e Voldemort di è reincarnato…

Il quinto anno è stata una passeggiata con la Umbridge e un Malfoy prima prefetto e poi Capo della Squadra d’inquisizione…Non trascuriamo che su tutto ha sempre sovrastato l’ombra nera di quell’uccellaccio di Piton.. e tu che l’anno scorso tentavi di uccidere Silente…

Allora, vogliamo discutere di giornate schifose? – Harry si era sfogato – Secondo te? –

 - Dai non può essere così tragica…voglio dire, qualche bel momento ci sarà pur stato! –

 - Beh, certo, non posso negarlo… se non ci fosse stato qualche momento positivo… altro che combattere contro Voldemort, lo avrei supplicato di uccidermi! –

 - Non dirlo neanche per scherzo… non lo sopporterei! –

 - Ehi, ma che ti prende? –

 - Cosa mi prende? Ma che cos’hai al posto del cervello? Ghiaia! – Draco lo fissò.– Proprio non ci arrivi vero? –

 -  Non ci arrivo dove? – Harry davvero non capiva.

 - Non starò qua a perder tempo con uno tardo come te. –

 - Non sono tardo… e solo che…ecco… non può essere quello che sto pensando… -

 - Ah, si? Perché sei capace di pensare? –

 - Si direbbe… ma… Draco non è che tu … -

 - Che io? – lo sollecitò il biondo.

 - Che tu… insomma… che mi vuoi bene. –

 - Che io ti voglia bene? Ma che ti sei bevuto questa mattina a colazione: Wisky Incendiario? – urlò balzando in piedi – Come ti è venuto in mente? –

Harry scrollò le spalle, un po’ spaventato dalla sua reazione, un po’ deluso… forse.

Con uno strattone Malfoy lo prese per il bavero del mantello e lo tirò in piedi, come se fosse un sacco di patate.

Potter lo guardò allibito e confuso. Draco scrollò la testa esasperato.

Con impeto gli prese il volto fra le mani e traendolo a se e lo baciò con foga.

Per un attimo Harry subì interdetto, per poi sciogliersi pian piano..

Quando Draco interruppe il bacio per mancanza d’aria, appoggiò la sua fronte a quella del grifone.

- Sei uno stupido… - ansimò fissandolo negli occhi. – Ma mi piace anche questo di te… -

Harry lo fissò, in attesa, senza osare dire nulla.

- Ma non capisci…? Io ti amo. – si risolse a confessargli.

Harry lo fissò sgranandogli in viso quei suoi bellissimi occhi verdi.

Quando capì che in quel momento Potter era più decelebrato del solito e che non avrebbe detto nulla, Malfoy si allungò per rubargli un altro bacio a fior di labbra prima di scappare.

Il grifone si volse a guardarlo correre verso il castello, perplesso, portandosi una mano alle labbra, laddove per un attimo si erano appoggiate quelle dell’ex-serpeverde.

Aveva visto gli occhi di Draco lucidi di lacrime….

Si sentiva il cervello vuoto… i pensieri volati via come uccelli…

Piano rientrò a sua volta nella scuola.

 

Non vista, dalla finestra della biblioteca, hermione era stata muta testimone di quella fuga.

Al suo fianco Ginny aveva trattenuto il fiato per poi scappare via sconvolta…

 

 

                                                                                          Continua…