Ho scritto questo racconto prima dell’uscita dell’ultimo libro, quando ancora non si sapeva come J.K. Rowling avesse deciso di terminare la sua saga.

Chi vorrà leggere questo racconto si scordi l’ultimo capitolo e pensi solo a come è finito il 6°.

È la prima volta che mi cimento in un simile genere e spero di non aver troppo esagerato.

Tipo : Harry x Draco

I personaggi, come per tutti, o di proprietà dell’autrice… ma anche di tutti noi.


 


 

 

Il guinzaglio di Draco

 

Prologo - La fuga

 

di Lady Radcliffe

 


 

Il cuore batteva all’impazzata.

Sentiva forte, sul braccio, la presa ferrea del professor Piton che lo trascinava giù per le scale della torre di Astronomia e poi fuori, nel parco del Castello.

L’aria fresca della notte gli frustava il viso e feriva gli occhi appannati dalle lacrime e dal terrore.

Ricordava di aver sentito la voce di Potter intimar loro di fermarsi e Piton che si voltava e lo schiantava.

Alla sua sinistra i mangiamorte in fuga avevano appiccato il fuoco alla capanna del Guardiacaccia.

Varcati i cancelli della scuola Piton si smaterializzò portandolo con se per poi ri-materializzarsi in un tetro cimitero.

Per tutto il tragitto l’uomo non gli rivolse la parola, rigido, e lo condusse in una vecchia casa dall’aspetto trasandato che Draco, ormai, conosceva bene: casa Riddle.

- Silente è morto.- annunciò Piton non appena si trovò al cospetto del Signore Oscuro.

- Mi compiaccio… quindi si può dire: missione compiuta?-

- Si, mio signore. – rispose il mago e poi rivolse lo sguardo verso gli altri mangiamorte che nel frattempo erano sopraggiunti.

- Allora è vero? Silente è morto?- chiese conferma Voldemort.

- Si mio signore. Lo abbiamo visto precipitare dalla torre di Astronomia.- confermo Blaise.

- Molto bene… ora non rimane che Potter… -

Draco, che fino a quel momento si era sentito come una bambola di pezza, riprese coscienza di se e del mondo fissando le tavole sporche del pavimento…. Ma che cosa ci faceva li?

Con la memoria tornò agli occhi dolci di Silente, che lo aveva compreso e gli offriva aiuto… occhi che si erano spalancati quando Piton lo aveva tradito… lo aveva colpito a morte…. E occhi verdi ansiosi, terrorizzati che gli chiedevano di fermarsi… che lo chiamavano indietro…

Merlino! Ma cosa aveva fatto? Come era giunto a trovarsi in quella situazione?

Non riusciva a sentire/comprendere quello che dicevano le persone attorno a lui, era tutto stranamente ovattato…

Ad un certo punto sua madre lo abbracciò, traendolo a se, e conducendolo in una piccola stanzetta dove lo fece coricare su una branda.

Alzò gli occhi chiari, e la guardò in volto… Narcissa era mortalmente pallida.

- Hai fallito. – gli disse – Ma me lo aspettavo.-

Draco non parlò, continuando a fissarla.

- Tu non sei mai stato come noi, ma la colpa è mia.- parlò amara. –Tuo padre mi ha sempre rimproverato per questo… l’iper protezione di cui ti ho investito è stata la mia rovina… e la tua.-  sospirò.

- Che cosa succederà, ora, madre? –

- Morte per te… per aver fallito. – disse mentre una lacrima scivolava lungo una guancia. –Piton non avrebbe detto nulla pur di proteggerti, ma gli altri che hanno assistito hanno riferito ciò che è successo. –

- Silente mi stava dicendo che avevo ancora una possibilità… che non era troppo tardi, che poteva aiutarmi.-

- Cosa vorresti dire? Il tuo pensiero è blasfemo, figlio!-

- Oh no, ora sono molto più calmo, e penso che avesse ragione…!-

- Cosa vuoi fare, ribellarti? Non pensi a tuo padre?- urlò Narcissa.

- Mio padre… - disse amaro il giovane. – lui ha avuto la sua vita e l’ha vissuta come a scelto di fare… e ora ne paga le conseguenze. Io l’ho sempre rispettato ma, … non sono come lui, ora lo so!-.

- Il signore Oscuro ha già sentenziato la tua morte: non c’è più niente da fare.-

- No. Non sono pronto per morire!- esclamò il ragazzo balzando in piedi – Me ne vado, ho un mucchio di cose da fare, fuori di qua. –

- E come pensavi di fare? Come pensavi di andartene? –

- Ovvio. Col vostro aiuto. –

- Io non posso… - disse la donna facendo un passo indietro.

- Voi siete troppo succube dell’Oscuro signore, madre, ma confido nel vostro affetto per me, nel vostro aiuto per scappare da qui. –

- Io ti ho sempre aiutato. – disse lei in un impeto d’istinto materno. – non mi tirerò indietro… ma non potrò aiutarti più, dopo. Dovrai cavartela da solo. – Narcissa si mordicchiò un labbro soprapensiero.

- Rimani qui e aspettami.- gli disse lasciandolo solo nella stanzetta.

Draco tornò a sdraiarsi.

Stava facendo la cosa giusta… nella sua mente si formò la nota immagine di un paio di occhi verdi che lo fissavano, che lo chiamavano….

Sarebbe tornato per lui… per scoprire che cosa volevano dirgli… per rispondere al loro richiamo…

- Draco, presto! – lo incitò la madre entrando di corsa- stanno arrivando!-

- Che cosa devo fare?-

- Prendi questo pozione: è il CrystalDolor. È un pozione che in dose massiccia t’immobilizzerà dandoti la parvenza di morte, ma sarai sempre cosciente. Prendila presto!-

Draco ubbidì ingoiando la pillola e il suo corpo reagì come se fosse stato sotto l’effetto di un Pietrificus Totalus.

- Ascoltami bene: quando l’effetto del pozione sarà finito confido che tu sia già molto lontano da qui… che la fortuna ti assista, figlio… addio per sempre-

Narcissa lo baciò in fronte.

Alle sue spalle la porta si aprì con uno schianto.

- Gli hai detto addio come si deve? Lord Voldemort lo aspetta.- gracchiò la voce di McNair.

- Ho fatto di meglio. Non sopporto l’onta che mio figlio ha gettato sul nome dei Malfoy e ho provveduto personalmente. Draco ha pagato con la vita il suo errore.-

- Cosa? Lo sai che il Lord voleva per se questo piacere!-

- Mi spiace, come puoi vedere è tardi, ormai…-

- Maledizione, donna! Ora vedrai che guaio hai combinato. Voldemort ci rimarrà molto male. Gli hai negato un gioco che già pregustava.-

- Non ci ho pensato… poco male, si rifarà con Potter. -

- Su questo non ci sono dubbi.- ribatté l’uomo. – Riferirò della dipartita del ragazzo… liberati del cadavere.-

- Lo faccio subito. –

Con l’incantesimo Levitacorpus Narcissa postò Draco fuori dalla casa fino al cimitero.

Qui, con un colpo di bacchetta, scavò una fossa.

Narcissa depose il corpo del figlio nella fossa, nel caso che qualcuno la stesse osservando, e con la bacchetta sollevò il cumulo di terra per ricoprirla.

Giusto un attimo prima di lasciar andare la terra gettò sul petto di Draco il suo fermacapelli, l’aveva prima trasformata di passaporta,che quando atterrò sul ragazzo si attivò facendolo svanire. Il cumulo di terra ne prese il posto un attimo dopo.

Narcissa sospirò. Era riuscita nel suo intento.

Uno scricchiolare di ghiaia alle sue spalle l’avvertì che non era più sola.

- Bene, bene,bene… cosa abbiamo qui? – domandò una gelida voce sibillante fin troppo nota alle sue orecchie. La donna chiuse gli occhi, rassegnata, poi prese coraggio e si voltò verso il suo interlocutore. Ma non rispose.

- Mia cara, fedele, amica… cosa stai combinando? –

Lady Malfoy rimase silenziosa. Lord Voldemort voleva giocare, lo sapeva bene, lo conosceva bene.

Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla in lacrime.

La sua condanna a morte era scritta a lettere cubitali su quel volto spettrale.

In fondo lo aveva sempre saputo che non sarebbe morta di vecchiaia, ma il saperlo non mitigava la paura.

- Cara, mi hai privato del piacere di trastullarmi un po’ con lui prima di punirlo come meritava… non si fa così, ti sei comportata molto, ma molto, male….- disse sollevando la bacchetta. – le bambine cattive devono essere punite, e tu lo sai vero? –

Narcissa tremò ma non si sottrasse all’Avada Kedavra.

Mentre cadeva al suolo il suo ultimo pensiero fu per Draco, poi il nulla….

 

 

A molte miglia lontano da casa Riddle, nel sottosuolo del cuore di Londra, direttamente nell’ufficio del Primo Ministro della Magia, si materializzò Draco Malfoy.

Subito gli allarmi scattarono e l’ufficio fu invaso dagli Auror intervenuti. Draco, immobilizzato dal pozione, assistette  terrorizzato alla scena.

- Come sei riuscito ad arrivare fin quì? -  lo interrogò il Primo Ministro, agitato che qualcuno avesse superato le protezioni del ministero e del suo ufficio..

non ebbe risposta.

Kinsley, che era la sua guardia, si avvicinò al corpo del ragazzo e lo perquisì.

Fu così che oltre alla bacchetta, tra le pieghe del mantello, trovò un fermacapelli da donna. Esaminandolo scoprì l’involucro della pozione CrystalDolor e capì perché non c’era stata nessuna reazione nell’intruso.

Trasportato dagli Auror all’ospedale San Mungo, un medimago somministrò a Malfoy un antidoto al pozione immobilizzante.

Non appena il ragazzo fu nuovamente in grado di muoversi e parlare venne riportato al ministero e qui interrogato per ore… giorni dagli Auror.

In più, per esser certi che stesse loro dicendo la verità, fu ri-interrogato dal Primo Ministro in persona con l’ausilio del Veritaserum… 

 

Draco era alloggiato nelle celle di detenzione del Ministero, in quanto testimone nella lotta contro il Signore Oscuro.

Un giorno, era già la fine di luglio, il Primo Ministro decise di andarlo a trovare.

Aveva una certa ideuzza in testa….

- Dimmi, Signor Malfoy, cosa faresti se ti dicessi che pensavo di rimandarti a Hogwarts? –

- Non lo so… mi piacerebbe tornare a scuola ma credo che sia impensabile. La mia vita è una cella 3 x 3 … -

- Non è detto. La tua bacchetta è stata esaminata e non sono stati riscontrati incantesimi proibiti… pensavo di darti una possibilità… mi sembri abbastanza pentito, e soprattutto non sei un mangiamorte… hai avuto il coraggio di capire i tuoi errori. –

Draco attese… una chance…

- Saresti interessato? –

- Diciamo di si. Ma non c’è nulla che non abbia un prezzo. Qual è il vostro, Primo Ministro? –

- Potter. –

- Come ? volete Potter? In che senso? –

- Potter ha una missione da compiere, un compito affidatogli direttamente da Silente… se riuscissimo a sapere di che cosa si tratta… l’unica cosa che presumiamo è che lo scopo di questo compito è ostacolare in qualche modo l’Oscuro signore…. Ma come? –

- Se è come dice, perché ostacolarlo? –

- Potter è solo un ragazzino con la testa calda, l’Oscuro Signore è una questione da non prendere sottogamba… è ora che il Ministero subentri in questa fantomatica missione e la porti a termine con mezzi sicuramente più appropriati e maghi più competenti. –

- Quindi io torno a scuola, scopro per voi le sue tresche, e viviamo tutti felici e contenti? –

- Esattamente. E’ ora che il Ministero prenda il controllo di tutta la faccenda. – dichiarò.

- Ho capito. Ma voglio qualcosa in cambio anch’io. – rilanciò - Voglio che venga annullato il sortilegio del Marchio Nero.. –

- Fattibile.-

- E Potter. –

- In che senso? –

- In tutti i sensi. Trovi il modo per cui io stia sempre con lui… non solo come vostro informatore.-

 - C’è altro? –

- No. Mi riterrò soddisfatto così, in alternativa ho questa mia bella cella in cui svagarmi allegramente…. –

- Si può fare, Signor Malfoy. Per il marchio vedrò di chiamare un medimago o un Auror . Affare fatto. –

Il Primo Ministro e Malfoy si strinsero la mano in segno di accordo.

L’uomo se ne andrò mentre Draco si sdraiava sul letto gongolante… qualcosa nel suo futuro si stava muovendo nel migliore dei modi…

Chiuse gli occhi e alla sua mente gli presentarono un paio di occhi verdi che lo scrutavano….

Il primo settembre sarebbe arrivato in fretta…. Non vedeva l’ora!

 

 

 

                                                                                                       Continua…