Piccola premessa: è una fic senza troppe pretese, solo l’ho praticamente “dovuta” scrivere perché era da molto che mi ronzava in testa e non se ne voleva proprio andare; è basata su un vero episodio del manga (che troverete al volume 7 di Rave, di cui tutti i diritti sono del maestro Mashima e per l’edizione italiana della Star Comics), anche perché mi sono sempre piaciute le fic che non stravolgono troppo né la storia né i personaggi, e spero sia a voi gradita ☺ Ultimissima cosa: il pairing è Musica x Haru, ovviamente!!!! ☺ Il rating invece è tra PG e NC-17 (o almeno credo….)
♫ ♪ Il Giorno più lungo di Musica ♪ ♫
di Rumiko
“Ma capo, con che coraggio ci abbandoni qui?” “Non puoi farci questo!!!” “Non è possibile!!!” , si stavano lamentando gli uomini della sua banda. “Finitela di frignare!!!”, li interruppe Musica, “ormai ho deciso di proseguire il viaggio con Haru… e gli altri”, continuò, soffermandosi un po’ più a lungo del dovuto forse nel pronunciare il nome di colui al quale da un po’ di tempo a quella parte gli capitava di pensare sempre più spesso; poi proseguì, come quasi se parlasse solo tra sé e sé, e addolcendo il tono della sua voce aggiunse: “Ve la caverete anche senza il sottoscritto… mentre Haru ha bisogno della mia forza…” Già, Haru…ancora lui, ancora quel nome ormai a lui tanto familiare, ancora tanti pensieri che gli tonrvano in mente su quel ragazzo che, aveva deciso, non avrebbe abbandonato per nessun’altra cosa e nessun’altra persona al mondo, e che avrebbe sempre aiutato, sostenuto e protetto anche a costo della propria vita. Non sapeva ancora il perché della sua scelta, né perché Haru esercitasse su di lui tanta attrattiva, e neanche perché lui stesso si fosse lasciato prendere, catturare in qualche modo da quel ragazzino,e neanche se l’avventura in cui aveva deciso di buttarsi avrebbe portato veramente a qualcosa di buono, ma sentiva che doveva andare, glielo diceva il suo istinto, e sapeva che se non l’avrebbe assecondato se ne sarebbe pentito per il resto di tutta la sua vita, anche se la cosa destava in lui non poche preoccupazioni….
Questi stessi pensieri lo stavano accompagnando e allo stesso tempo tormentando, anche mentre insieme ad Haru, Elie, Plue e Griff si stavano dirigendo verso la stazione di Blues City, dove avrebbero dovuto prendere il treno per proseguire il loro viaggio, e il loro continuo turbinio nella sua testa non lo rendevano di certo molto di compagnia né troppo ben disposto verso gli altri, oltre ad imprimergli in volto uno sguardo costantemente serio ed accigliato, che non poteva nascondere ai suoi amici. “Lo sai che oggi sei proprio di cattivo umore?” lo apostrofò ad un certo punto Haru, ed Elie continuò: “Ha ragione lui! Ti manca forse qualcosa, Musica?” Centro. Era proprio così. Nonostante tutto, nonostante avesse sempre fatto ciò che più gli era piaciuto, nonostante lo stesse anche ora facendo, e per di più insieme a delle persone che ormai considerava uniche e speciali, ancora sentiva che gli mancava qualcosa, che c’era una parte dentro di lui ancora vuota, e il non sapere come o con che cosa riempire quel vuoto, non faceva che peggiorare il suo già pessimo umore: aveva pensato che cambiare vita, lasciare anche solo per un po’ la sua banda per seguire Haru e per vivere nuove avventure glielo avrebbe colmato, quel vuoto, ma era come se avesse la sensazione che solo questo non gli sarebbe bastato: alla fine, cosa diavolo voleva veramente???? Era proprio una giornata no quella, per lui, ma magari era solo perché aveva pensato a troppe cose tutte insieme, che forse nemmeno c’entravano nulla le une con le altre, ma che in qualche modo si erano così tanto aggrovigliate tra loro, da formare un labirinto tale dentro la sua testa che per quel giorno proprio non sarebbe riuscito a venirne fuori…..
E come se non fosse bastato, alla stazione…. “Che cosa????” esclamò Musica, visibilmente alterato, “…il treno è in panne???”, proseguì, con in volto un’espressione terrificante. L’addetto cercò loro di spiegare i problemi che avevano avuto e la loro entità, e quindi la causa del rinvio della partenza, e quando seppero che ci sarebbero voluti almeno altri due o tre giorni, Musica continuò a protestare: “Ma ci prendete in giro??? Noi dobbiamo partire subito!!! Preparatene un altro!!!”, ma nonostante tutte le sue rimostranze, non ci fu nulla da fare, e alla fine Elie concluse: “Pazienza, non ci resta che aspettare…”, non senza che Musica esprimesse da ultimo il suo disappunto: “Pazienza un accidente!!”, per poi dare le spalle ai suoi amici e andarsene verso la direzione a loro opposta. A quel punto Haru, ora visibilmente preoccupato per il suo amico, cercò di fermarlo, dicendogli, con la maggiore calma possibile e con tono anche un po’ dispiaciuto: “Sta’ calmo, Musica…è da prima che ti scaldi per qualsiasi sciocchezza..” , poi aggiunse, più dolcemente: “Ti è forse successo qualcosa?” Ecco fatto. Col suo assurdo comportamento aveva fatto preoccupare anche la persona per cui solo poche ore prima aveva giurato che avrebbe perfino dato la vita, e invece… sorrise mestamente, rispondendo nel modo più pacato possibile, e rassegnato al tempo stesso: “… questa è la città dove sono cresciuto… se avessi potuto l’avrei evitata volentieri…” Già, oltre a tanti pensieri, anche quello: voleva assolutamente evitare di fare soprattutto “certi” incontri in quel posto, ma allo stesso tempo non voleva stare un secondo in più ancora a turbare i suoi amici, e soprattutto Haru, con la sua presenza, il suo comportamento e il suo strano umore; quindi magari andarsene un po’ per fatti suoi gli avrebbe fatto bene, per tranquillizzarsi e riflettere su tutto con la dovuta calma, perciò senza più voltarsi disse a Haru: “Vado a farmi un giro..” e si allontanò.
Era ancora immerso nel turbinio di tutti quei pensieri, quando si accorse di essere arrivato davanti ad un bar a lui molto familiare. “Ma come, ‘sta baracca è ancora in piedi? Ci venivo spesso qui…con lei….” E non appena terminato di pensarlo, ecco che proprio la “lei” in questione gli apparve davanti, carina come lo era sempre stata, in un vestitino a fiori corto e attillato che le stava alla perfezione, e che non poteva non attirare l’attenzione di lui… era proprio questo il tipo di incontri che Musica aveva temuto di dover fare in quella città, e che avrebbe molto, molto volentieri evitato… Ma non ebbe modo di pensare a molto altro, che lei, Melodia, lo investì con un fiume di parole, e con la sua contagiosa allegria e spontaneità, dopo un momento di sorpresa per esserselo trovato davanti all’improvviso dopo tanto tempo. “Ma tu sei Musica!!! Sei proprio Musica! Quanto tempo!! Da quando sei partito non mi hai più chiamato… ma guarda quanto sei cresciuto!!! E quante cose avrai da raccontarmi! Dai, entriamo a bere qualcosa! Ti ricordi di questo bar? Ci venivamo spesso….” , e continuò così di seguito a riempirlo di frasi, domande, esclamazioni e complimenti, che lui proprio non potè fare a meno di accennare un sorriso, seppur debole, di fronte a tanta vivacità.
Dalll’altro lato della città, Haru ed Elie, all’interno di un casinò dove la ragazza li aveva trascinati tutti quanti, stavano anche loro parlando di Musica, ma Haru più di tutti gli altri sembrava preoccupato, e ad un certo punto chiese: “Elie…non ti è sembrato che oggi Musica fosse un po’ strano?”, e senza prestare molto attenzione alla risposta della ragazza, abbassò la testa e quasi sussurrando, come rivolto solo a sé stesso, domandò: “…chissà perché?” Era sinceramente preoccupato ed in pensiero per il suo amico, e vederlo così, e non poter far nulla per lui, era una cosa che odiava, lo faceva sentire inutile e impotente, di fronte a tutto quello che non immaginava che Musica provasse e soffrisse…
“Dimmi, Musica… hai trovato una ragazza?” La domanda di Melodia per poco non gli mandò di traverso la birra che stava bevendo, e per tutta risposta, le disse: “Ma che razza di domande?!!”, anche se nella sua mente iniziava a profilarsi l’immagine di un ragazzo dallo sguardo deciso, dal sorriso solare e contagioso, e dai capelli chiari… cercò di non badarvi troppo, e proseguì: “Sai, in questi anni mi sono successe un sacco di cose…” – ma soprattutto nell’ultimo periodo – ammise a sé stesso, “..e poi basta guardarmi, col mio fascino irresistibile… tuttavia per adesso non c’è nessuna…” – anche se vorrei che qualcuno ci fosse – fu il pensiero che per un attimo gli balenò in mente. “Lo immaginavo”, continuò a stuzzicarlo Melodia, ma lui la interruppe, con tono un po’ seccato: “E piantala!”, poi però si riprese, chiedendole: “Che mi dici di te, invece?”, e dovette insistere per farsi rivelare dalla ragazza ciò che le aveva chiesto, ma da lei ottenne solo di sapere che non aveva più l’anello che lui le aveva regalato, il suo primo manufatto d’argento, e qualche parola di incoraggiamento, con la quale lei, che lo aveva visto molto giù di morale, gli disse, con la sua solita allegria: “Dacci dentro, mi raccomando!! Vedrai, andrà tutto bene!” E Musica, a quel punto, preso di nuovo da quell’estremo senso di vuoto provato qualche ora prima, e da una lontana nostalgia di loro due, di quello stare sempre insieme a parlare, ridere e scherzare, a sostenersi ed incoraggiarsi a vicenda, le chiese con tono serio, quasi da disperato ormai, se si sarebbero potuti vedere anche il giorno dopo: aveva estremamente bisogno della presenza, della vicinanza di qualcuno per risollevarsi da tutti quei problemi e quei pensieri che lo stavano assillando sempre di più, per fare chiarezza dentro di sé e nel suo cuore: e se proprio lei fosse stata quel qualcuno a lui destinato?
La notte, mentre gli altri alloggiavano in un piccolo albergo in città, con Haru ancora molto turbato e preoccupato per l’amico che dal primo pomeriggio non si era fatto più vivo, Musica la passò completamente in bianco e all’aperto, seduto su una panchina e sotto un cielo sereno e stellato, che contrastava enormemente con tutto ciò che gli passava per la testa e che gli si agitava nel cuore: pensava a tante, troppe cose, ad Haru e al viaggio che forse con lui avrebbe intrapreso, e a Melodia, e a tutto quello che con lei c’era stato, all’anello che ora lei non aveva più…. Pensò e ripensò, così tanto che ad un certo punto si sentì un vero e proprio disastro, totalmente indeciso cosa fare di sé e della sua vita….
La mattina successiva, però, era già di nuovo abbastanza tranquillo: se lo era imposto, non era da lui farsi assillare così tanto da tutti quei pensieri, e poi in giornata avrebbe rivisto Melodia, avrebbe avuto modo di parlare con lei con più calma rispetto al giorno prima, quando l’improvviso incontro aveva preso entrambi alla sprovvista, e avrebbe avuto ancora molte ore per decidere. O almeno questi erano i suoi piani. Che andarono in fumo. Infatti, quando raggiunse i suoi amici alla stazione, con grande sollievo di Haru nel rivederlo dopo che non era rientrato per la notte, venne a sapere che il treno era già stato riparato, e questa fu una cosa talmente tanto inaspettata che nuovamente lo colse il panico: sul momento, appena saputa la cosa, l’istinto fu quello di correre subito da Melodia per restare con lei, ma esitò, e questo gli bastò per arrivare a pensare che allora forse non era con lei che voleva rimanere, ma… guardò il suo amico: no, non poteva lasciarlo andare così, e alla fine non l’avrebbe lasciato; come aveva detto anche alla sua banda , sentiva e sapeva che Haru arebbe avuto bisogno di lui, della sua forza, del suo supporto, e anche lui, ora lo sentiva, avrebbe avuto bisogno di Haru: era lui, con la sua determinatezza e ferma convinzione in un futuro migliore, con il suo trascinante ottimismo, col suo senso di sacrificio verso coloro ai quali voleva bene, proprio lui, che voleva avere al fianco più di chiunque altro al mondo… ma nel marasma di pensieri che continuavano ad agitarglisi nella testa, capì anche che non poteva abbandonare di nuovo Melodia così, senza farsi rivedere o sentire per un’ultima volta, senza darle una spiegazione del perché alla fine aveva deciso di partire, ed iniziò a correre verso casa di lei, non senza essersi prima raccomandato con Haru di aspettarlo, con tono talmente perentorio da lasciare l’altro ragazzo senza parole, ma con una promessa: quella che sarebbe tornato; promessa a cui sapeva che Haru avrebbe fermamente creduto, perché era fatto così: credeva negli amici, e anche nei nemici, quando intuiva che in loro non c’era nulla di malvagio in realtà, e tentava sempre, a tutti i costi, di salvare coloro che erano in difficoltà e che incontrava sulla sua strada…. già, il “suo” Haru era proprio fatto così… “Suo”… questo pensiero colpì quasi come un pugno allo stomaco, proprio mentre giungeva davanti casa di Melodia, così tanto forte che lo portò a fermarsi e pensare: Dopo che l’ho incontrata, che faccio?
“Quel Musica è in ritardo!!!”, disse Haru visibilmente in ansia: ma credeva in quello che gli aveva detto Musica, e forse credeva in lui più che in tutte le altre persone fino a quel momento incontrate, e avrebbe fatto di tutto, se fosse stato necessario, per non far partire quel treno all’orario stabilito, per bloccarlo, fermarlo in qualche modo finchè il suo amico non fosse tornato… ma i suoi pensieri furono interrotti da una voce a lui già ben nota: “Ehi, gente, che ci fate ancora lì? Non sapete che tra un po’ si parte?” Haru ne fu molto sorpreso, ma non dimentico di quello che poteva aver tanto fatto preoccupare Musica, gli chiese, serio: “Musica..hai sistemato quella faccenda?”, ma rimase perplesso e allo stesso tempo si tranquillizzò quando il moro per tutta ripsosta disse, quasi imbarazzato: “Scusate il ritardo…in verità non avevo nulla da fare in questa città…”, e si aprì per la prima volta dopo tante preoccupazioni e tanta ansia in un sorriso sincero e gioioso, al quale anche Haru rispose, felice ora come non mai, per aver ritrovato e in un certo senso riconquistato il suo carissimo compagno di viaggio e di avventura, dopo aver tanto temuto di averlo perso per sempre… Melodia invece, avendo saputo del ripristino del treno dalla TV, era corsa alla stazione con in mano l’anello di Musica che in realtà non aveva mai smesso di tenere con sé, per salutare un’ultima volta il suo primo e unico amore, ma vedendo la gioia del ragazzo e dei suoi amici nel ritrovarsi, aveva deciso di non turbarli con la sua presenza, avendo capito dai loro sguardi che sì, Musica in realtà qualcuno a cui ora teneva lo aveva trovato, e sicuramente prima o poi anche loro se ne sarebbero accorti…
Il fatidico momento infatti non giunse molto tardi. Dovendo viaggiare anche di notte su quel treno, erano state assegnate ad ognuno di loro nel vagone letto delle cuccette dove poter dormire e ad Haru e Musica ne fu assegnata una a due posti, i cui letti erano messi a castello. Cosa che non impedì a Musica, dopo poche ore di sonno di svegliarsi e al chiaro di luna sbirciare nel letto sotto il suo Haru dormire sereno, con un’espressione tanto innocente da sembrare quella di un bambino, e dopo un po’ si accorse che il solo osservarlo non gli bastava più: voleva stargli il più vicino possibile, continuare a contemplarlo e vegliarlo fino all’alba, quindi il più silenziosamente possibile scese. Quando si ritrovò ancora più vicino al suo amico, nel continuare ad osservarlo fu colto da una sensazione di estrema dolcezza e di calore, che gli si irradiò dal cuore per tutto il corpo, e non potè resistere all’impulso di avvicinarsi, accarezzargli lievemente la morbida guancia e i soffici e folti capelli, e poi di posargli un bacio sulla fronte. Fu a quel punto che Haru, avendo sentito i vari movimenti del suo amico e il suo gentile e fresco tocco su di sé, aprì lentamente gli occhi e dolcemente gli sorrise, cercando con la propria mano quella libera del compagno e gli disse sussurrando: “Musica…non sai quanto ho temuto di perderti….” Seguì un momento in cui Musica non fu in grado di rispondergli, ma gli strinse più forte la mano e continuò a guardarlo intensamente negli occhi, come a rassicurarlo, che ormai non l’avrebbe più perso e non l’avrebbe mai, mai più lasciato…. poi lo sguardo divenne quasi improvvisamente desiderio, ma per non affrettare troppo le cose si avvicinò lentamente ad Haru per dargli modo di sottrarsi se non avesse voluto, cosa che Haru non fece, e le loro labbra si incontrarono in un leggero bacio. Quando si staccarono Haru gli sorrise di uno di quei sorrisi che più amava, e lui lo ricambiò, poi il suo compagno con sua sorpresa lo attirò di nuovo a sé per un altro bacio, stavolta più intenso, più lungo, che li portò pian piano ad esplorarsi a vicenda sempre di più e sempre più profondamente, in un dolce e allo stesso tempo violento incontro di lingue, che si lambivano, accarezzavano, scoprivano lentamente una con l’altra per la prima volta. Poi, non potendo più resistere oltre, Musica si portò sopra Haru e si distese completamente su di lui e a quei movimenti mugolarono entrambi, nel bacio che avevano ripreso: le loro parti basse iniziavano a risvegliarsi e sembravano reclamare maggiori attenzioni, ma nessuno dei due, forse un po’ per timore che all’altro non sarebbe piaciuto, forse perché era in realtà la prima volta per entrambi, sembrò subito voler dar loro ascolto, ma ciò non fu più possibile nel momento in cui Musica per sistemarsi meglio fece maggiore pressione e le loro erezioni furono a più stretto contatto, premute l’una sull’altra, facendo uscire un forte gemito di piacere dalle labbra di entrambi. Vista la reazione, Musica continuò ancora con quel più che piacevole movimento, per bearsi dei mugolii di Haru, del suo volto che iniziava ad arrossarsi lievemente, del suo fiato spezzato dai gemiti, dei suoi baci ormai infuocati frammisti a versi di piacere, mentre si stringevano sempre più uno all’altro, e mentre le loro carezze e i loro movimenti si facevano sempre più frenetici…. Senza dire nulla, Musica interruppe quel movimento, e i baci, e le carezze, per guardare ora anche più intensamente Haru, che continuava a ricambiare il suo sguardo e dal quale capì che non si sarebbe tirato indietro se lui avesse voluto spingersi oltre quello che già stavano facendo… sentiva anche la sua eccitazione pulsare dolorosamente nei boxer e immaginò che altrettanto doveva essere per Haru, ma nonostante l’urgenza decise che se doveva accadere, doveva essere una cosa bella e speciale per entrambi, la loro prima volta… Riprese dunque a baciarlo più dolcemente e in posti che prima aveva solo accarezzato, tornò sulla fronte, poi scese al naso, alle labbra, sul collo, infine insinuò una mano sotto la maglietta dell’altro iniziando a sfiorare la calda pelle, come a corteggiarla, con carezze lente e circolari…. Haru non rimase indifferente al dolce ed eccitante tocco di quelle mani così grandi e calde e che gli trasmettevano un enorme senso di protezione e sicurezza… lui ce l’aveva d’istinto, il volere sempre proteggere tutti e tutto da qualsiasi pericolo e difficoltà, ma in realtà non aveva mai trovato qualcuno disposto a proteggere lui, e ora sapeva che invece finalmente c’era, ed era lì, ora, insieme a lui: quelle mani glielo stavano dicendo, trasmettendo… preso da un forte senso di commozione, tornò a reclamare dal suo compagno un altro profondo bacio, in cui cercò di mettere tutto sé stesso e tutto ciò che in quel momento stava provando, non solo a livello fisico, subito gettandogli le braccia al collo, poi carezzando proprio come l’altro stava facendo, la sua schiena sotto la maglia, per sentire anche lui quanto fosse calda la pelle, e provare così un estremo bisogno e desiderio di giungere, finalmente, ad un totale e più profondo contatto con tutto il corpo delll’altro. Lo allontanò quindi leggermente da sé, e allo sguardo stupito e preoccupato di Musica, che temeva di aver fatto qualcosa di sbagliato, Haru di nuovo sorrise, dolce, iniziando a togliersi la maglia, in un invito all’altro a fare altrettanto, ma Musica lo fermò, posando le sue mani su quelle di Haru ed iniziando lui a sfilare la maglia di Haru, invitandolo, sorridendo anche lui, a fare altrettanto. Ora erano seduti uno di fronte all’altro, Haru appoggiato alla spalliera del letto e Musica a cavalcioni su di lui, le loro visibili erezioni che di nuovo si sfioravano attraverso la stoffa dei corti e provocanti boxer, e i loro corpi uniti in un abbraccio pelle contro pelle che li fece sospirare di piacere; poi ripresero a baciarsi e carezzarsi e Musica iniziò a scendere con la bocca, le labbra e la lingua lungo quel corpo, ancora più di quanto avesse fatto prima, verso il petto dell’altro, si soffermò sui capezzoli che al minimo contatto si ersero turgidi per il piacere, mentre Haru infilava le mani fra i suoi capelli scuri, mugolando e sospirando, chiudendo gli occhi e gettando indietro la testa. Musica si fermò a quella visione: era troppo eccitante, più di quanto avesse potuto immaginare fino a quel momento, tornò verso Haru, per leccargli ogni centimetro di quel collo che gli si offriva così tanto innocentemente, e allo stesso tempo iniziò ad armeggiare con l’apertura dei suoi boxer, sentendo sotto di sé Haru mugolare e gemere lievemente, poi più forte quando Musica iniziò a sfiorare il membro ora esposto e teso dell’altro. Il ragazzo moro tornò ad impossessarsi della bocca di Haru mentre insisteva sempre più con le carezze sulla sua erezione, masturbandola, ed ora il bacio era diventato un frenetico scontro delle loro lingue, che quando smise lasciò Haru quasi frastornato e ansante. Non resistendo più, Musica si allontanò di nuovo un momento da lui per sfilargli i boxer e sfilarsi i propri, mentre Haru si distese nuovamente e nuovamente il contatto tra i loro membri ormai tesi e duri allo spasmo generò un rauco gemito che soffocarono l’uno nella bocca dell’altro, ma Musica non continuò ancora per molto con quel giochetto, e passò ad esplorare con le dita di una mano le zone più nascoste del compagno, che blandito dalle carezze dell’altra mano e dagli infuocati baci dell’amico non si ritrasse affatto a quei tocchi, anzi cercò di rilassarsi il più possibile, immaginando quello che prima o poi sarebbe successo e allo stesso tempo fidandosi di lui, sapendo che non voleva fargli male, ma anzi, forse dargli più piacere di quanto potesse egli stesso provare. Quindi si abbandonò completamente ai movimenti di Musica, che pian piano lasciò la sua bocca e scese verso il suo petto, poi verso l’addome e infine verso il suo sesso, continuando a stuzzicare la sua apertura, mentre anche con la bocca e le labbra iniziava a darsi da fare sull’erezione, accogliendone la punta e poi tutto il resto, per poi tornare su, lasciarla libera e riprendere a leccarla per tutta la lunghezza. Haru, essendo la sua prima volta, non potè resistere a lungo: dopo alcuni di quei movimenti sul proprio sesso, quando Musica giunse al suo interno a toccare un punto che gli provocò una forte scossa, affondando le dita tra i suoi capelli, si inarcò, tese tutti i suoi muscoli e venne in un rauco gemito nella bocca del suo compagno, gettando indietro la testa quasi con violenza e restando per un po’ ansante e stordito. Musica lo raggiunse subito e si preoccupò che fosse tutto a posto, abbracciandolo dolcemente, baciandolo teneramente, accarezzandogli delicatamente il volto e i capelli leggermente umidi, ma Haru gli sorrise rassicurante, lo sguardo ancora annebbiato per l’estremo piacere che l’altro gli aveva dato, accorgendosi allo stesso tempo dello stato di Musica, ancora molto eccitato, che nonostante ciò aveva pensato prima a lui che a sé stesso, e pensò che ora era lui che gli doveva qualcosa, quindi continuando a sorridergli dolcemente ricambiò l’abraccio dell’altro ma si spostò in modo da allargare le gambe e accogliere tra di esse il duro membro dell’amico, in un invito che Musica non potè equivocare. Interrompendo il silenzio di quel momento, Musica gli chiese: “Ma Haru…tu…non sai…vuoi veramente….” Haru gli pose dolcemente un dito sulle labbra e continuando a sorridergli sussurrò soltando: “Sì….” Musica quindi si spostò nuovamente verso il basso e scese giù, sempre più giù, di nuovo a lambire, corteggiare quel corpo, quella pelle ora così bollente, col tocco delle sue labbra, delle sue mani, fino a raggiungere la piccola apertura e iniziare a prepararla con la lingua e con le dita, entrando piano per poi spingersi sempre più in fondo mentre Haru ricominciava a mugolare per l’intrusione e il piacere… quando Musica si accorse dello stato di totale rilassatezza di Haru, che gli si offriva ora così innocentemente e fiducioso, decise che era il momento, e posizionandosi su di lui, iniziò a penetrarlo lentamente, insinuandosi in lui sempre più in profondità e senza troppe difficoltà, finchè non entrò del tutto: ora si guardarono intensamente negli occhi e si baciarono a lungo: presero coscienza che finalmente erano davvero uniti, come avevano desiderato fin dall’inizio, e mentre il bacio aumentava di intensità e di profondità, Musica iniziava il suo movimento dentro e fuori Haru, all’inizio molto lentamente e dolcemente, poi sempre più velocemente e freneticamente man mano che sentiva Haru aumentare i gemiti e i mugolii, e man mano che lo sentiva aprirsi sempre di più a quella penetrazione, per accoglierlo il più profondamente possibile, nel canale stretto e bollente, che lo stava mandando in estasi… così aumentò aumentò e aumentò ancora le sue spinte in intensità e velocità, provocando in Haru e a sé stesso fortissime scosse di estremo piacere per tutto il corpo, e rauchi ed incontrollabili gemiti, portando entrambi all’estasi e quasi alla perdita dei sensi, fino a giungere all’orgasmo, che ancora una volta colse per Haru un attimo prima e poi Musica, che si sentì stringere dalle contrazioni degli infuocati muscoli interni dell’amico che veniva in un gemito più forte tra di loro, bagnare dal suo seme per poi venire egli stesso dentro l’altro con un’ultima violenta spinta, boccheggiando verso l’alto, ad occhi chiusi, sudato e ansimante. Quando si stese nuovamente su Haru, quasi gli cadde addosso, tanto era lo stordimento che aveva provato; Haru che si era già un po’ ripreso, lo accolse tra le sue braccia, lo baciò lievemente sulla fronte e attese per un po’ che anche l’altro si riprendesse, mentre gli accarezzava dolcemente a tratti il volto e i capelli e a tratti la schiena. Quando riaprì gli occhi, Musica gli sorrise, dolce e compiaciuto e poi disse, con espressione alquanto furbesca e maliziosa: “Ora però siamo due a uno per te… domattina recuperiamo ok?” “Sì…” riuscì appena a dire Haru anch’egli sorridente e divertito per l’uscita dell’amico “….domattina..” poi di nuovo si baciarono e si addormentarono tra le braccia l’uno dell’altro, con quella reciproca promessa che avrebbero certamente mantenuto, come sarebbero stato per tutte le altre in futuro, nella loro vita insieme.
FINE
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