I personaggi sono di T. Inoue. Per reclami e quant'altro, c' è sempre a disposizione il mio analista, quando farà di ritorno dalla Jamaica, s'intende!

Kissoni a tutte!

 

 


Il giornale della scuola

di Gojyina-chan


Appena varcata la soglia del  grande cancello, Hanamichi si ritrovò oggetto di inquietanti occhiatine femminili, che lo scrutavano dall’alto di una rivista.

Che cavolo stava succedendo?! Aveva la faccia sporca?Si era abbottonato male la divisa scolastica? LA PATTA DEI PANTALONI!!!

No. Era allacciata…

“Hana, sono qui!” si sbracciò Mito, dal lato opposto del cortile. Anche lui, aveva dei fogli in mano.

“Yohei, da quando hai imparato a leggere?!” scherzò, salutandolo.

“Da quando hanno inserito una sezione Shonen Ai e Yaoi, sul giornalino scolastico!” gli spiegò il ragazzo, senza scomporsi.

“Sciò che?!” cos’era? Una medicina omeopatica cinese?!

“Ignorante! Sono storie d’ amore o di sesso, a sfondo omosessuale!” borbottò l’amico, guardandolo storto.

“Tu leggi certa roba? Yohei, c’ è qualcosa che dovresti dirmi?” lo canzonò, sedendosi accanto a lui.

“Siamo simpatici, stamattina, eh? Tieni, te ne ho preso una copia. Leggi e taci. Non ho ancora finito l’articolo!” gli piazzò il giornale sullo stomaco e, rituffandosi sul suo, riprese a leggere dove si era interrotto.

Mah! Qui sono tutti ammattiti!

Sakuragi sfogliò velocemente la rivista ed iniziò, anche lui, a leggiucchiare qualche passaggio del racconto.

 

 

 

 

Prima di capire le sue intenzioni, Hanashi Sakugi si ritrovò inchiodato sul materasso. Due braccia di marmo bianco, lo avvolgevano saldamente. Così stretti, poté  sentire distintamente, la virilità dell’altro strusciarsi indecentemente, contro la propria.

“Ede!” urlò, spaventato, trovandosi il volto del compagno di squadra a pochi centimetri dal suo. Sulle labbra, un sorriso malizioso che non prometteva nulla di buono…

“Un bacio. Chi chiedo solo un bacio. Se non ti piacerà, giuro che mi fermerò!” gli promise il moretto, con una voce roca e sexy, che stentava a riconoscere.

Quel mormorio, lo aveva circondato, sommerso, escludendo il mondo intorno a loro, annullando la sua volontà.

Nel preciso istante in cui le loro labbra entrarono in contatto, Hanashi capì che nulla sarebbe più stato lo stesso. Né lui, né il rapporto che li legava da tempo, fatto di odio, incomprensioni e liti accese.

Ede Kawa, tremò d’ emozione. I muscoli,  tesi fino allo spasmo nel tentativo di controllarsi. Avvolse quel corpo tanto agognato, in una stretta possessiva, , incastrandolo tra sé ed il materasso.

Hanashi era sconvolto, preda di sensazioni sconosciute e forti. Quella bocca, sempre piena di insulti per lui, in quel momento, sembrava volesse divorarlo, costringendolo a socchiudere le labbra ed accogliere l’ invasione della sua lingua calda, obbligandolo a corrispondere. Con un gemito di resa, il biondino cinse il collo del suo aggressore, contraccambiandolo.

Si sentiva bene. Nel posto giusto, con la persona giusta e questo, Kawa, dovette intuirlo, poiché iniziò a dedicare infinite attenzioni al suo orecchio, al collo, alla gola, sempre baciando e succhiando quanta più pelle poteva.

Torturò a lungo il suo Pomo d’ Adamo, costringendo Sakugi a rovesciare la testa all’indietro, scosso da lunghi brividi di piacere.

Quando sentì le sue labbra scendere fino ad un capezzolo, succhiandolo avidamente, il biondino emise un gemito soffocato, che parve persino a se stesso, incredibilmente sensuale ed indecente.

Non aveva mai pensato di avere un petto così sensibile! Le cure che Ede stava dedicandogli lo indussero ad inarcarsi violentemente, con un grido roco.

Senza smettere di leccarlo, Kawa scese sempre più giù, seguendo la linea degli addominali dorati, puntando verso la virilità del biondino.

Il moretto, sorrise sull'ombelico del ragazzo sotto di sé, prima di iniziare una lenta tortura di quel membro sofferente.

Hanashi era stordito. L’ unica cosa che capiva, in quell’oceano di sensazioni era che desiderava essere toccato, ancora e ancora. Per farglielo comprendere, sollevò il bacino, andando incontro a quell’antro caldo e umido, capace di mandarlo in estasi.

La diabolica lingua di Ede, continuò a seviziarlo, come se fosse un cono gelato. Mordendo la cute sensibile, cospargendola di succhiotti, tempestandolo di baci sulla punta arrossata ed assaporando le prime gocce salate, che iniziavano a fuoriuscire.

Con un ultimo grido liberatorio, Sakugi avvertì un’ esplosione partire dal suo basso ventre, fino a sommergerlo completamente.

Venne nella bocca del moretto, che se lo gustò fino in fondo, come fosse il più prelibato dei nettari.

Il suo primo orgasmo!!! Hanashi sentì a malapena il suo compagno, puntellarsi sui gomiti ed osservarlo soddisfatto.

“Allora, piaciuto?” gli chiese allegramente.

Cercando di metterlo a fuoco, attraverso la nebbia che gli ottenebrava la vista, il biondino si rese conto che, tecnicamente, era stato un bacio. Ininterrotto, ma pur sempre un unico, sconvolgente, bacio.

Sollevando entrambe le mani, gli accarezzò il viso accaldato, attirandolo a sé.

“Sì!” ansimò sulle sue labbra, assaggiando il suo stesso sapore, mentre Kawa gli si coricava sopra, ricominciando tutto daccapo.

 

                                                         -FINE EPISODIO-

 

 

 

Glom!

Deglutendo a vuoto, Hanamichi si lasciò sfuggire la rivista dalle mani tremanti.

“Che ne dici? Divertente, eh? “gli chiese Mito, ridendo della sua faccia sconvolta.

“E’ osceno!!! Come si fa a …a…” non trovò le parole per definirlo.

“Sai, Kawa e Sakugi, giocano a Basket insieme…” mormorò Yohei, allusivamente.

“Che cavolo vuoi dire?! -  tuonò il ragazzo, imporporandosi all’ istante – HENTAI!!!”

Il rossino si alzò di scatto, dirigendosi all’interno dell’edificio scolastico, sentendosi addosso, sguardi maliziosi e bisbigli indistinti.

Scampanellio, frenata, botta.

Era arrivato Rukawa.

Uscendo dal suo stato comatoso mattutino, Kaede scese dalla bici, districandola dalle gambe di Sakuragi. Sospirò, preparandosi a cazzotti ed insulti.

Il rosso si rialzò, guardandolo sgomento. Balbettò qualcosa di umanamente incomprensibile e scappò via di corsa.

Caspita! Gli aveva dato un colpo decisamente forte! Pensò il volpino, sbadigliando sonoramente, del tutto insensibile alle occhiatine di cui era sempre oggetto.

Durante la pausa pranzo, si svegliò, stiracchiandosi pigramente. Una compagna di classe, sospinta da altre due, gli si avvicinò, visibilmente imbarazzata.

“S…Scusa…E’ vero che…tu e Sakuragi… state insieme?” chiese timidamente.

“Hn?”

“Beh…il giornale, dice…” la ragazza gli indicò l’articolo che il volpino lesse rapidamente.

Ecco perché era così agitato! Pensò sbuffando sonoramente.

Era proprio un Do’hao!!!

 

Quando scese in campo per il consueto allenamento, a Sakuragi parve d’ essere un gladiatore della Roma Imperiale! Una folla oceanica di studenti, lo guardavano fisso, come se da un momento all’altro, dovesse saltare addosso a quel dannato Kitsune, che seguitava a giocare, come se nulla fosse.

“Hana, non li considerare!” gli consigliò Kogure, dandogli una pacca sulla spalla.

“Non mi piace essere vivisezionato in questo modo!” borbottò, imbarazzato.

“Tra qualche giorno, se lo saranno dimenticato, vedrai!” sorrise il Sempai.

Nel bel mezzo degli allenamenti, entrò una ragazza, brandendo un giornale, sventolandolo come fosse un trofeo di caccia.

“E’ uscita l’ edizione pomeridiana!!!” annunciò, con un trillo estatico.

La palestra, si svuotò nel giro di pochi minuti.

Haruko fu la prima ad allontanarsi, seguita da Ru, Ka e Wa, che lanciarono occhiate maligne, all’indirizzo del disperato rossino.

KAMI SAMA!!! E adesso, che altro sarebbe successo?! Hanamichi iniziò a preoccuparsi seriamente!

 

 

 

 

“Che cos’è?” chiese il biondino, incuriosito.

Sorridendo maliziosamente, Kawa fece titillare la catenella, dondolandola con l’ indice.

“Qualcosa che ti manderà in Paradiso!” mormorò, ridendo sommessamente della faccia imbarazzata del suo amante.

Controllando la lunghezza della catena d’ argento, agganciò i morsetti ai capezzoli ambrati, già scandalosamente induriti.

Il gemito di Hanashi, lo eccitò impietosamente.

“Ede! Sei un Tentai!” sospirò estasiato, il ragazzo sotto di lui.

“Mmm…E sono appena all’inizio, piccolo!” lo avvertì con un ghigno diabolico, mentre svitava il tappo di un tubetto.

“Ti presento Brivido Caldo, piccolo!” scherzò il moro, premendo sul proprio dito, una dosa di crema trasparente, al gusto di amarena, che subito spalmò sui capezzoli e l’ addome del suo Koi.

“Non mi pare niente di particolare!” gli disse il biondo,  deluso ed imbronciato.

Increspando le labbra in un sorriso sornione, Kawa non rispose, limitandosi ad avvicinare la bocca alla sua pelle lucida, soffiando piano. Fu ricompensato da un lungo gemito incredulo.

“Incre...dibile…Pizzica…ed è…è caldissimo!” si stupì Hanashi, rabbrividendo di piacere.

Ede scostò i capelli biondi dal collo, spargendo la crema sulla giugulare e sulle spalle ambrate, sfiorando poi, con le labbra, quella pelle sensibile, prima di soffiarvi sopra,  nuovamente.

“Ti piace?” chiese leccando via la crema, da una clavicola.

Aaahhh…Mmmhhh….Sì...!!!” sospirò l’ altro, ad occhi socchiusi.

Ede soffiò ancora sul collo, facendolo fremere, prima di morderlo delicatamente, lambendolo con la lingua calda.

Sakugi, travolto da ondate di piacere incontrollabili, sentì un’ insistenze pulsione al suo basso ventre, che lo costrinse a serrare le gambe tremanti.

Usando i denti, Kawa afferrò la catenina attaccata ai capezzoli, tirandola appena. La sua vittima, urlò contorcendosi spasmodicamente, afferrandolo per le spalle ed allargando le gambe, in una muta, quanto  urgente, richiesta.

Sentendo la fredda crema sulla punta del suo sesso, Hanashi crollò sul materasso, artigliando il cuscino, il corpo, oramai arreso ad un’ ennesima scarica di brividi incontrollabili.

Appena sentì il fiato caldo del moro su di sé, inarcò la schiena, piegando le gambe, iniziando ad urlare perdifiato.

Bastò una lieve lappata sulla punta del suo membro arrossato, per farlo venire, schizzando il suo seme sul proprio ventre.

Perse conoscenza, sprofondando in un oscuro oblio dei sensi. 

 

                                                       -FINE EPISODIO-

 

 

 

 

Hanamichi accartocciò il giornale, appoggiandosi al muro della palestra. Non era possibile! Chi poteva essere così Hentai da…da…

“Hana?” la voce tesa di Haruko, lo riportò alla realtà.

“Ha…Harukina cara…” balbettò, arrossendo furiosamente.

La ragazza gli tirò un sonoro ceffone, incurante delle occhiate allibite degli altri giocatori, e se ne andò via, in lacrime.

Ru, Ka e Wa, gli si avvicinarono, probabilmente per insultarlo, ma accorgendosi del suo sguardo infuriato, rimasero gelate sul posto, per poi scappare a gambe levate, terrorizzate a morte.

Kaede, osservando la scena in disparte, sentì una fitta allo stomaco.

Sakuragi non meritava quel trattamento! Si stupì, rendendosi conto che avrebbe voluto…difenderlo!

LUI?! Assurdo!!!

 

 

 

La sua vita era finita!

Da una settimana, era sprofondato nel più turpe girone degli Inferi.

Oramai, uscivano TRE edizioni al giorno di quella stramaledetta storia Hentai!

Haruko, non gli rivolgeva più la parola, il Guntai lo sfotteva in continuazione, agli allenamenti, era oggetto di slogan e striscioni irripetibili, per i corridoi della scuola, sentiva alle sue spalle, bisbigli e sguardi curiosi. Allucinante!!!

Le ragazze, avevano fatto fronte comune, convinte che loro due, fossero una bella coppia e che, stando insieme ad un maschio, Rukawa era inaccessibile a TUTTE, perciò l’ amicizia tra quelle pazze furiose, sarebbe rimasta intatta!

La cosa più sconvolgente, era che…si…eccitavano, pensando a lui e…il Kitsune, che…facevano…quella…quella cosa lì

Sospirando pesantemente, si accasciò per terra, poggiando le spalle alla ringhiera della terrazza.

Il suo umore, peggiorò notevolmente, vedendo arrivare…la sua dolce metà cartacea!

 

 

 

“Hn” borbottò Kaede, sedendosi poco lontano dal rossino, palesemente adombrato.

“Mmm” gli rispose, evitando di guardarlo.

Rimasero in silenzio a lungo, poi Hanamichi sbottò “ Come cavolo fai a restare così impassibile, data la situazione?!”

Il corvino, alzò le spalle, senza scomporsi “ Non è affar mio. Non ho mai fatto certe cose. Se qualcuno scrive porcate, non vedo perché dovrei lasciarmi coinvolgere!”

“Tsk! Tanto a te nessuno ti tocca! Per me, invece, è uno schifo!!! Il Guntai mi sfotte, l’ intera scuola mi parla dietro e Haruko non mi vuole più vedere! Sibilò, con fare accusatorio.

“Se è così scema da lasciarsi condizionare da storie false e malate, non vale la pena di perderci dietro altro tempo” si limitò a dire il volpino.

Sakuragi rifletté a lungo su quell’affermazione, stupendosi non poco, trovandolo un ragionamento più che sensato.

Sospirò, affranto “Ho di nuovo scelto la persona sbagliata…” mormorò a se stesso, amaramente.

“Do’hao!”

“Baka Kitsune!” tuonò aggrottandosi.

“Sei un Do’hao! Tutta sta storia, ti sta distraendo più del dovuto! Tra poco inizia il Campionato Invernale e da giorni, in palestra, non combini niente!” borbottò, guardandolo con quell’aria di superiorità che lo mandava in bestia.

Iniziarono a spintonarsi, per poi fare a botte, rotolandosi sul pavimento.

All’improvviso, però, il rosso si fermò di colpo, trattenendo il respiro, mentre, con occhi sempre più sgranati, fissava qualcosa attraverso la ringhiera.

Il viso diventò dello stesso colore dei suoi capelli…Aveva una faccia buffissima!

Kaede lo sentì strattonargli una manica.

Ki…Kit…Kitsune…?” balbettò,  iniziando a tremare. Sembrava sotto shock.

Gli indicò con un dito, un punto imprecisato, di fronte a lui.

Spostando la testa volpina, seguì il suo sguardo. Dalla terrazza di fronte a loro, era appostato un numeroso gruppo di ragazze, munite di telescopio e macchine fotografiche, che li spiavano estatiche.

Quando si resero conto d’ esser state scoperte, li salutarono con le mani, gridando in coro “ BACIO-BACIO-BACIO!” seguiti da urletti isterici.

“Kami Sama!” gemette il rossino, ancora sconvolto.

“Hana, non…” Rukawa si preoccupò non poco, per la reazione del compagno di squadra.

“La mia vita è finita! – mormorò, prima di staccarsi da lui, come se si fosse scottato – Stammi lontano!!!” ringhiò, precipitandosi giù per le scale.

Rukawa rimase disteso per terra, fissando il cielo, azzurro come i suoi occhi.

Che situazione fastidiosa!

 

 

 

 

Bendato e legato alla testata del letto, Kawa sentì le mani calde del suo Koi, spogliarlo lentamente.

Privato della vista, gli  altri suoi sensi, sembrarono acuirsi.

La sua pelle fremeva, intenta a percepire le carezze delicate che gli venivano generosamente elargite.

Il suono dei loro respiri, era una musica che solleticava le sue orecchie.

Il profumo muschiato del suo carnefice, gli aveva intossicato i polmoni.

Nel suo palato, assaporava il gusto della propria impazienza.

Torturato dalla frustrazione di non poter toccare a suo piacimento quel corpo dorato, il suo desiderio, aumentava dolorosamente.

Le mani gli prudevano, tanto era il bisogno di sfiorare quella  pelle morbida.

Improvvisamente, sentì l’ invasione di una lingua familiare, all’interno della propria bocca. Rispose con passione al bacio, cercando, così,di fargli capire quanto, fosse pronto!

Quando cercò di prendere il controllo, muovendo la sua lingua con fermezza, Hanashi si allontanò velocemente, con una risatina roca.

Ede, imprecò tra i denti, maledicendosi, per aver permesso a se stesso di trovarsi in una simile situazione.

Le labbra carnose del biondino, gli torturarono l’ orecchio, la mandibola, per poi scendere indisturbate fino al collo.

Kawa, fu catapultato in un Universo parallelo, in cui esistevano solo le labbra e la lingua del suo Koi.

Il piacere era tale, da sentire quasi dolore. La situazione peggiorò, appena Sakugi iniziò a massaggiare il suo corpo, con la pazienza di un monaco Zen.

Era nelle mani di un Demonio! Quelle dita, massaggiavano il suo sesso, fermandosi poco prima dell’appagamento. Un momento di pausa. Una risatina sadica.

Poi, ricominciava tutto daccapo, con un ritmo delle carezze, regolare e costante, che si arrestarono nuovamente, quando Ede fu sul punto di venire.

“Me la pagherai!” ringhiò il moro, tra i denti.

“Mmm…Giuramelo!” sogghignò il biondino, prima di ingoiare la sua virilità stremata.

Kawa boccheggiò, dando un violento strattone alle corde che lo imprigionavano, facendo cigolare pericolosamente il letto.

Hanashi, continuò  a baciarlo, gemendo di piacere, aumentando, così, la sofferenza del moretto.

Ancora, si fermò quando lo sentì sul punto di perdere il controllo.

“Hana!!! Ti prego!!! Non ce la faccio più!!!” gemette, con la lingua attaccata al palato, la salivazione, completamente azzerata.

La risata maligna che insultò le proprie orecchie, lo fece imprecare sonoramente.

Mosso a pietà, il suo Koi, aumentò la pressione delle sue labbra sul povero membro seviziato.

Ede provò un orgasmo violento e sfibrante, dal quale si riprese solo dopo parecchi minuti.

Quando fu liberato, si tolse velocemente la benda, desideroso di guardare il viso tanto amato.

Hanashi aveva un’ espressione scandalosamente maliziosa, mentre gli si stendeva addosso, felice e soddisfatto.

Con il capo sul petto del suo Kawa, ascoltò estasiato il frenetico tamburellìo del suo cuore, mentre il moretto, lasciava scorrere le dita candide, sui suoi capelli biondi.

In silenzio, sazi, felici…

 

                                                       -FINE EPISODIO-

 

 

 

 

Kaede sbuffò, irritato, gettando il giornale nel cestino accanto a lui.

Era sempre peggio. Quella storia andava avanti da settimane!

Hanamichi era l’ombra di se stesso. Non gli rivolgeva più la parola, evitava di rimanere negli spogliatoi troppo a lungo, si rifiutava di marcarlo durante le partitelle.

Per la miseria! Rivoleva il Tensai che sbraitava ai quattro venti la propria bravura!

Se gli capitava tra le mani quello scrittore del piffero…GRRR!

Purtroppo, i suoi tentativi di trovarlo, si erano rivelati vani!

I racconti, venivano lasciati sulla scrivania del capo redattore del giornale, in una busta bianca, quindi, niente timbro postale o indirizzo. Erano battuti al computer, perciò addio calligrafia!

Iniziava ad essere una situazione insopportabile!

 

 

 

Hanamichi chiuse la manopola dell’acqua, ormai fredda.

Lo avrebbe ucciso! No. Non subito! Se lo voleva gustare! Prima lo avrebbe preso a testate e poi gli avrebbe spezzato le ossa, una ad una. Con moooooolta calma. Ecco, sì. Scrittore Hentai!!!

Era incavolato nero. Cosa lo irritava di più? Non poteva dirlo. Non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura! Sicuramente era stato…condizionato, ecco! Leggendo quelle storiacce, era inevitabile che il suo subconscio, da qualche settimana, gli riproponesse quelle situazioni con lui e…

Sì, sì! Era normale che sognasse di fare…con il Kitsune…

Colpa di quei racconti! Sì, sì! Spiegazione plausibile!

 Non gli restava che trovare la causa delle sue dolorose erezioni mattutine, dopo essersi svegliato in un lago di sudore…

Non poteva certo…NO! ASSOLUTAMENTE, NO!!!

Sbatté con violenza l’ anta dell’armadietto, trovandosi di fronte un Kitsune piuttosto perplesso.

Lanciò un urlo degno dei migliori film Horror, schizzando all’indietro e andando a sbattere contro il muro più lontano.

“Do’hao, mi hai assordato! Sei impazzito?” si lamentò il corvino, massaggiandosi un orecchio.

Guardandosi attorno, Sakuragi si rese conto che gli altri compagni erano già andati via…

ERANO SOLI!!!

“Io…tu…noi…” balbettò incoerentemente.

“Complimenti. Sai i pronomi personali!” sbuffò ironico il numero undici, sfilandosi la maglietta sudata.

“CHE CAZZO FAI!!??” gridò il rosso, paonazzo.

“Do’hao. Siamo in uno spogliatoio, mi spoglio!” sollevò, seccato, un sopracciglio.

“No! Non puoi! Potrebbero immaginarsi chissà che! NO!” si guardava intorno, come se dagli armadietti, potessero saltar fuori quelle pazze fanatiche.

“Do’hao!” sospirò, andando a farsi la doccia.

Quando fu di ritorno, lo trovò ancora lì, seduto per terra. Cercava di allacciarsi le scarpe, ma le mani gli tremavano così tanto, da impedirgli quel semplice gesto quotidiano.

Rivestendosi in fretta, gli si avvicinò, corrucciato.

“No! Che vuoi fare?!” strillò Hanamichi, vedendolo inginocchiarsi di fronte a lui.

“Do’hao!” ripeté per l’ ennesima volta, mentre gli allacciava le stringhe.

Passandosi stancamente una mano tra i capelli neri, lo guardò, serio in volto.

“Questa storia deve finire!”

“Esatto!” concordò il rossino.

“Ignorandole, le abbiamo solo peggiorato le cose!”

“Già, già!” annuì gravemente.

“Si sono moltiplicate in modo inquietante!”

“Cavallette! Ecco cosa sono!”

“Bisogna trovare una strategia efficace!”

“Le prendo a testate?!” chiese speranzoso.

“Non così efficace, Do’hao!” corrugò la fronte, trattenendo un sorriso.

“UFFA!”

“Devono perdere interesse per noi!”

“Sì!”

“Fingiamo di stare davvero insieme.”

“Esatc…tc…tcCOSA HAI DETTO!!??” gracchiò il rossino, guardandolo come se fosse impazzito.

“Ragiona. Ignorandole le abbiamo fatte incuriosire. Se sapranno che siamo sul serio una coppia, dopo un po’ si annoieranno. Non baderanno più a noi e ci lasceranno in pace!”

Il ragionamento, non faceva una grinza…

“Ma…noi due…di preciso…cosa dovremmo fare?” chiese, con un candore disarmante.

“Beh…potremmo…che ne so…passeggiare per i corridoi, l’uno accanto all’altro…andare sulla terrazza, come sempre, sedendoci, però, vicino…Cose del genere...” pensò ad alta voce il volpino.

Incrociando le braccia al petto, Sakuragi annuì, concordando in pieno “ Si può fare!”

“Immagino che dovremmo…scambiarci qualche…bacio…” azzardò il Kitsune, guardandolo di sfuggita.

“Sì può fc…fc…fcCOSA HAI DETTO??!!” tuonò Hanamichi, avvampando.

“Tutto, pur di levarmele dai piedi!” sibilò il corvino, con aria truce.

“Io…? Tu…? Noi…?!” ripeté, gesticolando con l’ indice.

“Conosci i pronomi personali, Do’ hao. Questo lo sapevamo già! – borbottò Rukawa – Allora? Vuoi tornare ad essere un uomo libero, oppure no?” lo provocò, nascondendo un ghigno, osservando le varie tonalità di rosso, dipingersi sul volto del ragazzo.

“Certo! Sono stufo di essere preso in giro da Mito! – si fermò un istante, riflettendo velocemente – Ok, Kitsune. Affare fatto!” annuì seriamente.

“Perfetto! Usciamo. Sicuramente saranno appostate qua fuori, ad aspettarci…” rabbrividì, immaginandosi cosa stessero pensando di loro quelle assatanate. Erano chiusi nello spogliatoio da un’ ora!

Appena giunti all’aperto, infatti, videro un folto numero di ragazze e…ragazzi?…suddivisi in piccoli gruppetti.

Hanamichi si irrigidì. Sotto quegli sguardi famelici e morbosamente curiosi.

Rukawa, lo prese prontamente per mano, trascinandolo verso la propria bici, tra le urla estatiche e gli applausi generali.

“Mi sento un fenomeno da baraccone!” mugolò il rosso.

“Quello lo sei quando giochi!” lo rassicurò il volpino, ridendo con gli occhi.

TEME KITSUNE!!!” urlò Sakuragi, riprendendosi repentinamente.

 

 

 

“Ci stanno ancora guardando?” domandò Hanamichi, seduto praticamente addosso a lui.

“Hn” annuì il volpino, senza bisogno di girarsi a controllare.

Dalla terrazza dietro di loro, sentiva distintamente il brusio femminile di quelle ninfomani…

“Mi dici come cavolo fai ad essere così caldo?!” sbottò Kaede, all’ improvviso, ustionato dalla temperatura di quel braccio ambrato, attaccato al suo.

“Sono sempre stato così! Papà mi chiamava stufetta, da piccolo!” rise divertito.

“Chiamava?” non poté impedirsi di chiedere Rukawa, pentendosene subito, vedendo la tristezza in quegli occhi color cioccolato.

“E’ morto due anni fa…un infarto…Sentì, Kitsune…- esclamò. Cambiando abilmente discorso – Andiamo in palestra? Siamo stati qui un bel po’! Saranno soddisfatte!”

“Hn…Credo che si aspettino un bacio, Do’hao!” erano tre giorni che fingevano di stare insieme e ancora non lo avevano fatto, nonostante i sospiri e gli sbuffi delle scalmanate.

“B…Bacio?” chiese il rossino, un po’ insicuro.

“Bacio!” sospirò Kaede, avvicinandosi al viso del compagno di squadra.

Si guardarono un istante, indecisi sul da farsi.

“Se io sposto la faccia così…e tu la inclini dall’altra parte…forse…” mormorò pensoso Hanamichi, come se stesse parlando di uno schema di gioco.

“Do’hao!” sbottò, rassegnato, il giovane Kitsune, prima di unite le loro bocche.

Fu solo un leggero sfioramento, ma bastò a lasciarli stupiti e confusi. Nessuno dei due si aspettava di sentire delle sensazioni così piacevoli.

Non tra loro, almeno. Non così intense, comunque.

Rimasero alcuni minuti in silenzio, seduti ancora fianco a fianco, poi, Hanamichi, iniziò a ridere sommessamente.

“Hn?”

“No…niente…- tentò di parlare, ridendo sempre più forte – Pensavo che…mi è andata piuttosto bene…Se…al posto tuo….mi fosse capitato Akagi….oppure Uozumi…” non riuscì a continuare, sghignazzando piegato in avanti.

“Hn” Rukawa dovette fare uno sforzo enorme per non ridere.

Quel Do’hao era…divertente, tutto sommato…

 

 

 

Arrivati in palestra, furono accolti dagli sguardi indagatori dei loro compagni.

Poco prima di iniziare gli allenamenti, Miyagi si avvicinò al rossino.

“Cos’è ‘sta storia di te e Rukawa che state insieme?” chiese, incuriosito.

“E’ una finta. Accontentandole, magari si stuferanno, lasciandoci in pace!” spiegò il numero dieci.

“Aaah! – comprese Mitsui, annuendo – Complimenti, Rukawa. Un piano geniale!”

“Hn”

“EHI! Potevo averlo pensato io, sai?” sbottò Sakuragi, offeso a morte.

“No. E’ un’ idea troppo intelligente!” affermarono in coro Hisashi, Ryota e Akagi.

“Bastardi!” borbottò Hanamichi, iniziando a giocare.

 

 

 

Qualcosa stava cambiando, o era già mutato, senza che se ne accorgessero.

Si era instaurato un feeling che aveva del paranormale. Percepivano l’ uno la presenza dell’ altro, senza bisogno di voltarsi, per accertarsene…

Questo, aveva dato vita ad una serie di passaggi spettacolari, che avevano completamente spiazzato i loro Sempai, annientati dalla furia delle due matricole.

Finito il loro tre contro tre, Kogure andò a complimentarsi con i suoi due compagni, mentre Mitsui, Miyagi ed il Gorilla, metabolizzavano la pesante sconfitta, il tutto, sotto gli sguardi soddisfatti di Anzai e Ayako.

“E bravi  piccioncini!” rise Hisashi, scompigliando i capelli dei due ragazzi.

“Hn” rispose Kaede, andando negli spogliatoi.

“Mmm” borbottò, invece, Sakuragi, raccogliendo i palloni per sistemarli nella cesta metallica.

Dovevano riflettere!

 

 

 

Seduti per terra, fianco a fianco, con le schiene appoggiate contro gli armadietti, osservarono la quieta desolazione della stanza vuota. I loro compagni erano tornati a casa da un pezzo, ma i due giocatori, non avevano ancora voglia di affrontare il mondo esterno.

Rukawa passava nervosamente la sua fascetta nera tra le dita, mentre Sakuragi fissava le proprie mani, come se non le riconoscesse.

“Quante storie! – sbottò il rosso, esasperato – E’ stata…SUGGESTIONE! Ecco! Suggestione!” ripeté soddisfatto.

“Hn?”

“Ma sì! A furia di fingerci innamorati, abbiamo finito con il crederlo per davvero! Noi, siamo sempre noi! Ci insultiamo, ci picchiamo, non ci passiamo mai la palla…Oggi è stato…un caso…un errore, un imprevisto!”

“Io non mi faccio condizionare da nessuno, chiaro? –sibilò il corvino, corrucciandosi – Semmai, è capitato a te, Do’hao!”

“Baka! Guarda che non mi sono mica baciato da solo, sai? E prima, ho ricevuto da te un sacco di passaggi! Non far finta di vivere su Plutone! Anche tu ti stai comportando in modo strano!” lo accusò, adirato.

“Facciamo una prova!”

“Eh?!”

“Odio vivere nell’incertezza!”

“E…quindi?!” chiese il numero dieci, sempre più confuso.

“Baciamoci di nuovo. Di sicuro, non proveremo nulla di particolare, così, finalmente, potremo tornare a denigrarci in totale libertà!”

Il Kitsune non aveva tutti i torti…Tanto più che il folto gruppo di pazze assatanate, andava assottigliandosi di giorno in giorno…Entro un paio di settimane, sarebbe tornato tutto come prima…

Perché non togliersi quell’ultimo dubbio?

“Do’hao, ti decidi o no?”

“Baka! Non mettermi fretta! Non è facile, per me, pensare di baciare uno stupido volpino, di mia spontanea volontà!” si difese Hanamichi, arrossendo.

“Lo stesso vale per me! Rischi di contagiarmi con i geni della tua idiozia!” sbuffò Rukawa, mentre si sporgeva verso di lui chiudendogli la bocca con la propria, per evitare la valanga di insulti che stava per lanciargli il rosso.

Brividi. Cascate di brividi. Uno sciabordio di deliziosi formicolii, attraversarono le loro labbra umide, riversandosi copiosamente fino al mento e al collo, lasciandoli storditi.

Hanamichi annegò in quel mare d’ inverno che erano le iridi del Kitsune. Non riusciva a credere che quegli occhi azzurri, potessero raggiungere tali tonalità di blu scuro.

Dal canto suo, Kaede, si perse tra le luci delle pagliuzze dorate del rosso, incapace di contare tutte le emozioni che si susseguivano vorticosamente nello sguardo del ragazzo di fronte a lui. Come cavolo faceva ad essere così espressivo, rimanendo immobile e silenzioso?!

Un dito volpino, andò a controllare la reale morbidezza di quelle labbra di ciliegia. Sì. Non se l’ era immaginato. Erano setose, fresche e umide, come un petalo di rosa, intinto nella rugiada mattutina…

Incuriositi, si assaporarono ancora, una mano dietro la nuca dell’ altro, mentre quella libera, scese ad artigliare la vita altrui.

Le lunghe gambe, si erano attorcigliate come liane, mandando a contatto le loto virilità, tese sotto i pantaloncini.

Fu solo l’ istinto, ad indurli a muovere i bacini, alla ricerca di qualcosa di indefinito.

“Ru…ka…” ansimò il rosso, spaventato dalla strana sensazione che iniziava a sentire al basso ventre.

“Ssh!” lo zittì il corvino, baciandolo con più forza.

I gemiti di piacere, bassi e rauchi, riecheggiarono nello spogliatoio vuoto, il quale parve arrossire, davanti a tanta sfrontata lussuria.

Impiegarono un tempo infinito, per riprendersi dall’orgasmo. Le magliette, sporche del loro stesso seme.

Hanamichi si nascose, appoggiando la fronte sulla spalla di Rukawa, sentendo il naso volpino, sfregarsi contro il suo collo.

Rimasero a lungo aggrovigliati l’ uno all’ altro, in attesa che i loro respiri tornassero normali.

Il primo ad allontanarsi, fu il rossino, che tentò una decorosa ritirata.

“Do’hao, se non mi guardi in faccia adesso, non lo farai mai più!” lo sgridò Kaede con durezza.

“Non ne saresti contento, forse? Non mi avresti più tra i piedi!” borbottò il ragazzo, continuando a fissare l’ armadietto.

Due grandi mani, gli afferrarono il volto, costringendolo a girarsi.

“Di recente, ho scoperto che mi piace averti tra i piedi!” ironizzò il corvino, con un mezzo sorriso.

“O tra le gambe!” scherzò Sakuragi, con innocente malizia.

Ancora occhi negli occhi, le dita delle mani intrecciate, uscirono dalla palestra.

Il cortile della scuola, era oramai deserto.

“Adesso che si fa?” chiese il rosso, un po’ spaesato.

“Andiamo da me a…perfezionare la messinscena. Dobbiamo allenarci molto, se vogliamo essere credibili…” mormorò il volpino, a due millimetri dal suo orecchio ambrato, facendolo rabbrividire.

“Giusto! La…messinscena!” annuì, serio in volto.

Entrambi, ebbero la netta sensazione che quella parola, avrebbe sempre fatto parte del loro linguaggio d’ amore.

Curiosamente, l ‘avverbio sempre, non spaventò per niente i due neo amanti.

Mentre Kaede liberava la sua bici dalla catena, un pensiero attraversò la mente di Hanamichi.

“Ehi, Ru! Chissà chi è stato a scrivere quella roba!”

“Hn – il ragazzo dai capelli neri, fece spallucce – Chiunque sia, è una persona che dovremmo ringraziare…” mormorò attirandolo a sé per l’ ennesimo bacio appassionato.

 

 

 

 

Dalla sua postazione, celata agli occhi dei due innamorati, Ayako sorrise soddisfatta.

Quei due addormentati, l’ avevano fatta penare non poco!

Ma, alla fine, era riuscita a far capire loro, ciò che si ostinavano a negare.

Si sfregò le mani, sogghignando.

Avrebbe avuto materiale per scrivere un enciclopedia, di Yaoi!!!

 

 

 

                               -OWARI-