Eccomi qui con la fine di questa storia^__^ Finalmente! Ringrazio davvero chiunque ha letto questa follia e sia riuscito ad arrivare alla fine sano e salvoXDD
Spero che il finale vi piaccia e non deluda..ormai tutti i nodi vengono al pettine^__^
Ed ora a voi...Buona Lettura!!
Il genio e la maga
Parte VIII
di Releuse
Il sole era ormai tramontato, nel cielo le ultime lingue di fuoco si affievolivano velocemente, risucchiate dal manto di quella notte che si prevedeva priva di nubi. Notte rischiarata dallo spicchio di luna che, a poco a poco, assumeva consistenza e sagoma definita. Intanto una leggera brezza si dispiegò nell'aria, scuotendo le foglie delle piante intorno, diffondendo il loro fruscio che si mescolava ai granelli di terra rotolanti sul suolo.
Socchiuse gli occhi Kaede, temendo che quella folata di vento potesse infastidirli, ma non levò un solo istante il suo sguardo dal cielo che dominava sopra di lui, sentendosi parte di quel miliardo di puntini luminosi e solitari che lo animavano. Il ragazzo stava disteso per terra, con le mani dietro la nuca e una gamba poggiata sul ginocchio dell'altra. Era la posizione che preferiva, quella più comoda, quando si recava lassù, su quella piccola altura alla periferia della città, per osservare il cielo. Era una zona non ancora violata dalle luci elettriche e quindi, nelle notti chiare come quella che stava vivendo, l'universo si offriva nitido al suo sguardo, mostrando le sue meraviglie e i suoi misteri. Ma non era solamente quello. Kaede sapeva bene che recarsi lì non significava unicamente contemplare il cielo, ma dimostrava anche il suo desiderio di stare da solo, lasciando che i suoi pensieri si confondessero nell'atmosfera. L'universo era la sua personale cura per l'inquietudine che ogni tanto lo assaliva, ma questa volta sembrava essere più ostinata delle altre, forse perché più dolorosa.
Ed intanto il tempo passava, senza che il ragazzo si rendesse conto di quanto la luna avesse camminato nel cielo. Solo un rumore insolito riuscì improvvisamente a distrarlo dai suoi pensieri, rumore di passi che si arrestarono a pochi metri da lui. Ancora stordito e distratto, Rukawa inclinò leggermente il viso sul lato destro, cercando di capire se ciò che stava vedendo era frutto della sua immaginazione o una figura reale.
Poco distante da lui c'era una qualcuno in piedi, con le mani in tasca e postura eccessivamente rilassata, che lo guardava accennando un sorriso sicuro e un poco divertito, come se non avesse dubbi che uno come lui potesse trovarsi lì. Era buio, è vero, ma la luce fu sufficiente a Kaede per riconoscere il colore di quei capelli.
“Che diavolo ci fai qui, Sakuragi?” Domandò quasi sprezzante Rukawa, continuando a guardare il cielo e cercando di nascondere il suo stupore per la presenza del rosso. Hanamichi sorrise fra sé di fronte al disinteresse dimostrato dal moro, poi cominciò a guardarsi intorno mantenendo un atteggiamento calmo e scherzoso. “Mah, stavo facendo due passi da queste parti e ho visto la tua bici...” Disse distratto, indicando col mento la bicicletta poggiata ad un albero.
In verità, era stata Kaoru ad indicargli quel posto, dicendogli che, con molta probabilità, Rukawa si trovava lì. La ragazza glielo aveva rivelato con una punta d’imbarazzo, spiegandogli che l'aveva saputo da Kaori ed inoltre lo aveva pregato di non rivelarlo a Rukawa. Non era la verità, pensò fra sé Hanamichi, mentre la ragazza parlava, avendolo notato nei suoi gesti e nell’espressione del viso. Ma non gli importava. Aveva trovato la sua kitsune, il resto non contava.
“Questo posto è degno di te.”Aggiunse il rosso, alzando gli occhi al cielo per ammirare quanto fosse splendente quella sera e comprendendo i motivi per i quali Kaede avesse scelto di recarsi lì. “Trasmette una certa calma...” “Appunto, voglio stare calmo, quindi puoi anche andartene.” Rispose ancora con freddezza il moro, leggendo, erroneamente, del sarcasmo nelle parole del numero dieci. Non riuscì nemmeno a chiedergli com'era possibile che facesse una passeggiata da quelle parti e a quell'ora. Nella sua testa capiva che qualcosa non tornava, ma non voleva parlare. Desiderava solo che lui se ne andasse.
“Guarda che non è di tua proprietà, kitsune!”Sorrise nuovamente il rossino, sedendosi di fianco a lui e a poca distanza. Abbracciandosi le ginocchia piegate, Hanamichi cominciò ad osservare il cielo, a condividerlo con Rukawa. “Posso stare dove voglio, no?” Gli rivolse uno sguardo, cercando i suoi occhi. “Stai dove vuoi, basta che mi stia lontano!” Ribadì Rukawa seccato, senza distogliere gli occhi dal manto stellato, cercando di mostrarsi indifferente al ragazzo. Eppure il suo cuore cominciava ad agitarsi e controllarlo diventava sempre più difficile. “Ok! Come vuoi!” Esclamò Hanamichi gettandosi all'indietro, finendo per distendersi completamente su quel terriccio morbido. L'erba era ancora intrisa dell'odore della pioggia caduta nel pomeriggio e, respirarlo, aiutava il rosso a rilassarsi.
Kaede si stava irritando ancora di più, infastidito da quel comportamento del ragazzo, incapace di capire i suoi pensieri. Che cosa ci faceva lì? Cosa cercava? Iniziò seriamente a pensare che volesse farlo impazzire.
Dopo alcuni minuti passati in completo silenzio, Sakuragi si sollevò su un gomito, voltandosi ad osservare il ragazzo di fronte a sè. Non sapeva cosa pensasse, ma osservando i suoi occhi blu che sembravano una sfumatura di quel cielo, si rese conto di quanto Kaede stesse lottando dentro di sè, impedendosi di reagire. Osservò ancora le sue labbra sottili, ricordandosi quanto fossero morbide ed accoglienti; scrutò il suo profilo, la linea del collo leggermente teso in cui pulsava il suo sangue agitato, i capelli che si smuovevano sotto le folate di vento.
“Mi dai fastidio...” La voce roca e bassa di Rukawa, improvvisamente. “Si può sapere cosa vuoi?” Il ragazzo infine era scattato, non ne poteva più di tutta quella tensione.
Hanamichi non si scompose, anzi, continuò a sorridere. “Ti guardo...”
Kaede sussultò. “La vuoi smettere di dire cretin...” “E pensare che la verità era sempre davanti a me...” Lo anticipò il rossino, bloccando le sue parole. “...e io la negavo spudoratamente. Hai ragione, sono un vero do'hao!”
Rukawa non capiva, non voleva capire ciò che il suo cuore gli stava dicendo. Non voleva più credergli, aveva già sofferto troppo. “Perchè continui a fissarmi?” Chiese, quasi contro la sua volontà, cercando per la prima volta il suo sguardo, quella sera. “Perchè voglio imprimermi bene la tua immagine nella mente, per non confondermi più...”Rispose Hanamichi, come se fosse la cosa più ovvia e naturale che potesse dire. “Hn?” Kaede si chiedeva se lo stesse prendendo in giro e rimase in silenzio a riflettere, osservando la sua prossima mossa e tenendosi sulla difensiva.
“Non ho baciato Kaoru...” Pronunciò Sakuragi con un forte sospiro, come liberandosi di un peso. “Era una bugia...” Kaede sussultò ancora. In verità, aveva intuito che quella spiegazione fosse falsa, ma non ne aveva compreso il motivo e ora non voleva di certo illudersi con conclusioni affrettate e dettate dai suoi sentimenti.
Ma ciò che temeva di pensare non tardò ad arrivare, perché la calda voce di Hanamichi lo raggiunse come una sospirata confessione.
“Io ti ho baciato perché lo desideravo. Tantissimo. È stato qualcosa d’incontrollabile, che non volevo controllare...questa è la verità.”
Kaede rimase in silenzio per qualche istante, tempo che gli servì per capire il vero significato di quelle parole, per cercare conferma anche in quegli occhi castani che continuavano ad osservarlo senza remore, occhi nitidi e davvero sinceri. “Se è uno scherzo questa volta ti riempio di pugni do'hao...”Sbuffò Kaede, cercando di non cedere, non ancora almeno. “Non è uno scherzo. Volevo baciarti...come vorrei farlo ora...” Gli sussurrò Hanamichi, sporgendosi verso di lui.
“Do'hao...” Sospirò il moro, alzando un sopracciglio e mostrandosi poco convinto. “Se poi mi vieni a dire che l'hai fatto per paragonarmi a qualcun' altro, giuro che non toccherai mai più una palla da basket , per come ti riduco!” “Va bene...è un buon compromesso...” Gli sorrise Sakuragi spostandosi ancora verso il suo corpo, intrappolando il suo busto fra le braccia tese. “Posso, allora?” Domandò divertito, tendendosi sollevato sopra di lui. “Hn, ti preferivo la sera al planetario...parlavi meno e agivi di più...”Gli fece notare Rukawa, con una punta di malizia nella voce. Ormai la tensione lo aveva completamente abbandonato. Sentiva che poteva fidarsi di quella testa calda, del suo do'hao.
“Posso rimediare, kitsune...” Sussurrò il rosso, lasciando che le sue braccia, allentandosi, lo portassero all'altezza di quel viso, permettendogli di assaporare nuovamente quelle labbra invitanti che tanto gli erano mancate da quella sera al planetario.
Fu dapprima un leggero sfiorarsi della pelle, un rincontrarsi, un riscoprirsi, ma l'attimo successivo fu passione. Hanamichi si abbandonò totalmente sul corpo di Kaede, afferrandogli il viso, spingendosi sempre più verso di lui, spingendo la sua lingua dentro quella bocca inesplorata, curioso di conoscerne il sapore. Rukawa rispose con la stessa curiosità a quell'approccio del rossino, scoprendo delle intense scariche elettriche agitarsi per tutto il corpo. Ed intanto afferrava le sue spalle, abbracciava la sua schiena, tenendolo stretto a sè, come se volesse impedirgli di fuggire, per sentirlo finalmente suo.
Hanamichi, inebriandosi del calore che trasmetteva la bocca del volpino, del mescolarsi della loro saliva, sentì il cuore esplodergli nel petto, comprendendo di non essersi sbagliato. Era Kaede che aveva sempre desiderato.
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“Sicuramente a quest'ora quei due testardi si saranno chiariti!”
Kaoru si stiracchiava le braccia e le gambe, mentre stava seduta sullo schienale della panchina nel parco dove aveva parlato con Hanamichi poco prima. Di fronte a lei, con le mani in tasca, c'era Yohei Mito che la guardava con un sorriso di soddisfazione.
“Finalmente ce l'abbiamo fatta! Ce n'è voluta!” Strizzò l'occhio il ragazzo, con complicità. “Sì! È che quei due hanno la testa troppo dura e sono troppo orgogliosi! Ci hanno fatto penare! Di Kaede lo sapevo bene, ma Hanamichi...non mi aspettavo fosse così testardo!” Constatò la ragazza, pensando agli avvenimenti degli ultimi giorni.
Mito liberò una risata sincera. “Io me lo aspettavo, lo conosco da fin troppo tempo, Hanamichi!” “Già...infatti senza il tuo aiuto non ce l'avrei mai fatta Yohei! Grazie davvero!”Confessò Kaoru con sincerità, scatenando un lieve imbarazzo nel giovane teppista. “Bè, ho fatto quello che ho potuto...” Cercava di spiegarsi il ragazzo, nascondendo la sua reazione. “Diciamo che è stato un ottimo lavoro di squadra!” Sorrise infine, tornando in sè. “Sììì! Dobbiamo festeggiare! Che ne dici di andare a mangiare una cosa fuori? Offro io, per l'aiuto che mi hai dato!” Propose la ragazza, battendo le mani entusiasta. “Mh, si può fare...ma non voglio che sia tu a pagare!” “Uh, vedremo! Intanto...vengo da te a cambiarmi, non ne posso più per oggi di questi vestiti! Poi se macchio questi pantaloni, chi la sente mia sorella Kaori!” Tremò fintamente Kaoru.
“Già...” Rispose Mito divertito. Ormai era da tempo che Kaoru passava da lui a cambiarsi, prima di uscire con il suo migliore amico e quando doveva rientrare a casa. Succedeva dal giorno che aveva scoperto la verità, quella mattina al liceo Ryonan, quando vi si era recato per smascherare la sorella di Rukawa.
“Allora mi hai scoperto, Mito. Dovevo aspettarmelo per come mi guardavi ieri sera...”, aveva detto Kaoru alle sue spalle, mentre lui l' aspettava all'entrata. Provò una grande soddisfazione il moretto, nel sentire quelle parole, per aver scoperto la verità.
Ma le situazioni sono davvero imprevedibili ed infatti Yohei non avrebbe mai dimenticato lo stupore che lo aveva atterrito nel voltarsi verso quella voce conosciuta. Era sbigottito ed incredulo.
Stava sognando?
Certo, i capelli erano corti, privi della lunga coda di cavallo, la frangia più spettinata, gli occhi meno marcati, ma era quello... il viso di Kaoru. Solo che c'era qualcosa che non gli tornava. La ragazza non indossava la classica marinaretta della scuola, bensì la nera e ben conosciuta divisa maschile.
“Perchè diavolo sei vestita così?” Era stata la sua prima spontanea reazione, per la quale si diede subito dopo mille volte dell'idiota.
Kaoru lo aveva guardato dapprima incerto, per poi capire la situazione e scoppiare in una fragorosa risata.
“Ah, ah, ah! Non dirmi che non lo avevi capito!” Rise, tendendosi la pancia. Mito era scioccato. “Ma, ma...quindi tu sei...” “Kaoru Rukawa!” Rideva ancora Kaoru, cercando però di ricomporsi. “Oh, Kami...fin qui c'ero arrivato...”Yohei si teneva la testa con una mano, cominciava a capire, ma tutta quella situazione gli stava facendo venire un forte dolore alle tempie. “Quindi non sei...la sorella di Kaede Rukawa...” “Come vedi no! Sono suo fratello minore!”Esclamò con naturalezza il giovane Rukawa. “Non sono famoso come mio fratello, ma diciamo che qui ho un certo peso!” Sghignazzò, indicando al moretto gli studenti che passavano a debita distanza da loro. “Diciamo che ho più o meno la fama che hai tu allo Shohoku...” “Teppista...?!” Mito era sempre più sconvolto e non credeva ai suoi occhi e neppure alle sue orecchie. Certo, aveva capito che Kaoru non fosse il massimo della femminilità, ma da lì ad essere un teppista...anzi, ad essere un maschio, ce ne passava!
“Bene, soddisfatto ora?” Scherzò ancora Kaoru, con un pizzico d’ironia. “Ma non c'è nulla da ridere!” Scattò Mito, ritrovando lucidità. “Si può sapere cosa significa questa farsa? A che gioco stai giocando con il mio amico, eh?” Per un istante il teppista divenne minaccioso. “Hey, calmati!” Si difese subito Kaoru, per nulla spaventato. “Con tutto quello che sto facendo per Hanamichi, ti permetti pure di parlare così? Ma hai idea di quanto mi stia costando questa 'farsa', come la chiami tu? Ieri mi sono dovuto subire gli sguardi minuziosi dei tuoi colleghi temendo mi avessero scoperto!” “Bè...sì, ma...” “Ma ti sei accorto che il tuo migliore amico è perso di mio fratello e che non se ne rende conto? E Kaede non lo ammetterebbe mai così apertamente! Per questo io...” “Aspetta un attimo...”Lo bloccò Mito alquanto sorpreso. “Hai detto che Kaede non lo ammetterebbe? Quindi è interessato anche lui ad Hana...”
Kaoru rimase colpito dallo sguardo colmo di speranza del teppista. “Anche? Quindi... ti sei accorto anche tu che Sakuragi...”
I due ragazzi si guardarono curiosi, finché scoppiarono entrambi in una fragorosa risata. “Credo che siamo sulla stessa barca, Yohei!” Gli strizzò l'occhio Kaoru, cercando la complicità del ragazzo, che arrivò immediatamente con un cenno di conferma.
“Il fatto è che Kaede è un vero testardo!” Cominciò il giovane Rukawa stringendo i pugni irritato. “ Non parla mai di sé quando stiamo insieme...ho scoperto di Hanamichi per caso, una sera, mentre guardavamo una partita di basket davanti alla tv, mangiando una pizza e bevendo della birra. Ma devi sapere che mio fratello non regge per nulla l'alcol e quando esagera anche di poco, comincia a non capire più nulla e a diventare logorroico!” Ridacchiò Kaoru, mentre Mito rifletteva fra sé sul fatto che forse Kaede rientrava nella norma; da quanto si ricordava, era Kaoru che non si ubriacava neppure con venti litri d’alcol. Quindi chissà cosa intendeva lui per 'esagerare di poco'.
“Rukawa logorroico, non ce lo vedo!” Commentò poi Mito. “Bè, è così...sta di fatto che ogni volta che volevo sapere qualcosa di più...bè...sfidavo mio fratello ad una gara di birra e, come ben saprai, lui non rifiuta mai una sfida! Peccato che la vinca sempre io!” Rise Kaoru compiaciuto.
Yohei era sempre più scioccato. Kaoru era davvero pericoloso...
“Alla fine comunque Kaede l'ha capito che sapevo di Hanamichi, ma non me ne ha mai voluto parlare da sobrio. Il fatto è che ogni volta che gli chiedevo come andasse con lui, mi rispondeva nervoso dicendo che non c'era nulla da fare. Io gli suggerivo di provarci, di non lasciarselo sfuggire, ma lui sosteneva che aspettava il momento giusto. Ma diamine, non temeva non si accorgesse neppure di lui e si fidanzasse con un altro?! Infine mi è venuta la rabbia!” Kaoru strinse un pugno dando un calcio nervoso al terreno, facendo sussultare Yohei. Poi continuò. “Cosa mi dice l'ultima volta? Che ha litigato con Sakuragi e che gli ha detto 'nessuna ragazza ti vorrà mai'! Più un'altra serie di frasi simili!”
“Eh...ricordo...” Yohei scosse la testa amareggiato. “Ma ti rendi conto? Va a dire una cosa del genere al ragazzo che gli piace! Ero sconvolto, avrei voluto prenderlo a pugni. Gli ho detto che era stato un vero cretino e lui cosa mi risponde? Che la pensava davvero così, per questo non temeva rivali. Quindi...” “Non mi vorrai dire che...”Yohei non sapeva se ridere o disperarsi per la follia di quel ragazzo. “Sì! Mi sono travestito da donna per dare una bella lezione a quel testardo di mio fratello e assestare un bel colpo al suo orgoglio! Così impara a lottare per ottenere ciò che vuole!”
Mito se ne convinceva sempre di più, il giovane Rukawa era terribilmente fuori di testa.
“Naturalmente quando sono venuto a scuola a cercare Hanamichi, ho fatto in modo che Kaede bevesse molto la sera prima, infatti la mattina era uno straccio e non è riuscito ad alzarsi!” Esclamò con soddisfazione Kaoru, suscitando ulteriori perplessità al moro che cominciò a collegare i fatti. Era vero, quella volta Rukawa si era presentato agli allenamenti con una pessima cera e dopo pochi minuti se n'era andato via visibilmente fuori forma.
“Ma quindi l'hai fatto...per una questione personale? Perché Kaede non ti ha mai dato ascolto...” Mito si rese conto che era quella la verità. “Bè...all'inizio sì...” Kaoru abbassò improvvisamente lo sguardo, velando un lieve imbarazzo nell'affrontare quell'argomento. Yohei notando quel cambio di tono, si concentrò sulle parole del ragazzo. “Solo che sin dal primo incontro con Hana davanti alla scuola, mi sono reso conto che anche lui doveva provare qualcosa per Kaede...mi ha scambiato per mio fratello...e nelle prime uscite...bè me ne ha dato conferma! Non faceva che parlare di lui e scambiarmi per lui!”
Yohei comprese le parole del ragazzo e cominciò a focalizzare la situazione. “Ma Hana non l' ha ancora capito...” “Già...per questo alla fine ho deciso di proseguire su questa linea. Magari continuando ad uscire con me, Hanamichi si renderà conto dei suoi sentimenti e standogli vicino potrò anche suggerirgli qualche mossa indirettamente, avvicinarli insomma! Altrimenti di questo passo quei due non si capiranno mai! Kaede è troppo testardo...ma fondamentalmente è anche incapace di gestire un rapporto interpersonale, secondo me non sa come muoversi!”
Yohei sorrise nel notare come il tono di Kaoru si era fatto dolce e speranzoso nell'esprimere quelle ultime parole, si rese così conto che il ragazzo teneva molto al fratello e che aveva combinato tutto quel casino solo per dargli una mano. “Sei incredibile...”Gli disse infine, in modo gentile, sorridendo. “Certo non era da tutti travestirsi da donna per il bene di un fratello...” Constatò il ragazzo.
Kaoru arrossì, per la prima volta di fronte alla considerazione di Mito. Abbassò gli occhi grattandosi la testa. “No, va bè, è che mi dispiace...Kaede è così testardo...” “E Hanamichi è un do'hao...tuo fratello ha ragione!” Scherzò Yohei comprensivo, guadagnandosi un sorriso di gratitudine da parte del ragazzo. “Il fatto è che non è facile gestire il tutto. Devo ogni volta trovare un posto per cambiarmi, le ultime volte l'ho fatto da Sendo...” “Eh? Sendo?”
Mito venne così a conoscenza del legame fra Sendo e la famiglia Rukawa, nonché del fatto che il porcospino si era offerto di dare una mano al giovane cognato, solleticato da quell'idea che riteneva davvero singolare e divertente. Era infatti stata una sua trovata quella di farsi vedere in giro con Kaede, così da scatenare la possibile gelosia del rossino.
“Solo che da Akira è rischioso. Kaede prima o poi potrebbe vedermi...” Sospirò Kaoru scoraggiato. “Bè, se vuoi, io una mano potrei dartela...” Si offrì Yohei, anch'egli incuriosito da quella bizzarra situazione ed in fondo desideroso di aiutare il suo migliore amico a fare chiarezza sui suoi sentimenti.
Era così che Yohei aveva cominciato a fare parte di quel pazzo gioco. Un gioco fatto di telefonate segrete, appuntamenti combinati, cambi d'abito di Kaoru che ormai aveva preso la sua casa come punto di riferimento. Un gioco in cui in fondo si era divertito molto, dove aveva avuto modo di conoscere meglio il suo migliore amico, Akira Sendo e lo stesso Kaoru. Non poteva dimenticare i resoconti degli appuntamenti e dei risultati che si scambiavano con il giovane Rukawa quasi ogni giorno, le serate passate a preparare i piani d'azione o a ridere su quelli svolti.
Era stato un gioco bellissimo, ma che stava per concludersi. Non capì perchè, nell'osservare Kaoru su quella panchina e nel pensare ai giorni trascorsi insieme con lui, Mito sentì un groppo salirgli alla gola.
“Ormai abbiamo raggiunto la conclusione...” Sospirò Kaoru con improvvisa malinconia, come se fosse entrato in sintonia con i sentimenti di Yohei. Con i gomiti sulle ginocchia, poggiò il viso sui palmi delle mani, tenendo lo sguardo fisso a terra e rimanendo per pochi attimi in silenzio. “Sei...dispiaciuto?” Domandò Mito, notando il suo improvviso cambio d'umore. Non aveva mai visto Kaoru con quell'espressione e sentì un moto d'agitazione e preoccupazione invadergli il petto.
Kaoru fece un lungo respiro in cui sembrò riflettere su mille cose diverse. “Sì...” Disse infine, con un filo di voce, quasi temendo di parlare. “Come mai?” Si sforzò di chiedere Yohei, turbato, ma desideroso di capire lo stato d'animo del ragazzo. “Ecco...non saprei. Ce l'abbiamo fatta, abbiamo raggiunto la nostra meta. Mio fratello e Hanamichi staranno finalmente insieme. Solo che...bo, un po' mi dispiace...” Mito fraintese quella risposta, o comunque le diede il significato che temeva da tempo. Strinse i pugni nervoso, provando rabbia dentro di sè, provando rabbia verso il suo migliore amico.
Provando gelosia.
“Forse a forza di uscire con Hanamichi...” Si sforzò di emettere quella sentenza. “...hai finito per affezionarti troppo a lui...” “Come?” Kaoru alzò gli occhi, non afferrando subito quelle parole, ma Mito lo precedette continuando ad insistere, alterando il suo tono. “...ed ora stai male nel capire che non lo vedrai più come prima...” Mito non riuscì a guardare Kaoru negli occhi, mentre parlava in quel modo. Era troppo nervoso. “Veramente...” Kaoru era sorpreso. “...quello che temo è non vedere più te, come prima...” Confessò con sincerità.
Mito alzò gli occhi, stupito da quelle parole. “Da...davvero?” La rabbia circolante nelle sue vene si attenuò, lasciando spazio ad una forte emozione che si alimentava ogni secondo di più. “Bè, sì...in fondo sto bene con te, è stato divertente e mi chiedevo se ci saremmo visti ancora dopo aver finito con questa cosa, ma non so cosa tu pensi e...” Kaoru in preda alla confusione tremò, percorso da un brivido lungo la schiena, scatenato dalla mano di Yohei che si poggiava sulla sua guancia, accarezzandola dolce. Il teppista gli sorrise, scoprendo per la prima volta un lato sconosciuto del giovane Rukawa. L'imbarazzo e l'incapacità di affrontare certi discorsi. In questo, capì, non era poi così diverso dal fratello.
“Sai, credo che il nostro piano non abbia giovato solo ad Hanamichi e Kaede...” Gli sussurrò Mito, prima di sporgersi verso di lui, sollevandosi sulla punta dei piedi, per chiudere le labbra del ragazzo con le sue. “Già...” Sospirò Kaoru dopo un primo, morbido contatto. “In fondo... non si fa niente per niente...”Scherzò, affondando le mani fra i capelli di Mito e gettandosi ancora una volta sulle sue labbra.
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“Ah...” Kaede emise un gemito nel sentire i palmi di Hanamichi sfregare sul suo torace, chiudersi lungo i fianchi, espandersi verso la schiena, con un ritmo sempre più incalzante, mentre la lingua bagnata del rossino lottava sul suo collo, scendendo lenta, conquistando il petto, impadronendosi dei capezzoli turgidi. Rukawa si sentiva impazzire, sentiva che ogni cellula del suo corpo si stava trasformando in follia, sotto le mani e i baci di quel ragazzo che scopriva dotato di una sconvolgente sensualità e che lo stava guidando verso sensazioni che non aveva mai pensato potessero rivelarsi così intense. Quando la maglietta che indossava gli fu sfilata di dosso, spirali d'aria fredda vorticarono sulla sua carne, ma non furono sufficienti ad annullare il calore bruciante che proveniva da Hanamichi, dal suo corpo che sembrava la lava bollente di un vulcano, mentre strusciava il suo petto nudo contro quello di Kaede, lasciando che i loro capezzoli si stimolassero durante quell'oscillazione, eccitandoli ogni secondo di più. Sakuragi, per la prima volta nella sua vita, si sentì privo di freni, desideroso di agire, di dare libero sfogo ai sentimenti e alle sensazioni che aveva appena scoperto di provare verso la kitsune. Era come se in una sola volta volesse colmare quel vuoto che lo aveva dominato negli ultimi tempi, recuperare il tempo che aveva speso con inutili pensieri e problemi inesistenti. Era chiaro che aveva sempre desiderato Kaede. Era chiaro più che mai.
“Ah, Hana!” Lo chiamò Kaede, cercando di aggrapparsi all'erba sulla quale era disteso, non appena sentì le mani del ragazzo sfilare i suoi pantaloni, solleticato dalla sua lingua che scivolava al di sotto dell'ombelico, inoltrandosi verso il pube. “Sì, Kaede, chiamami ancora...”Lo incitava il rossino, godendo nell'udire il proprio nome pronunciato in maniera tanto provocante, provando soddisfazione nel sentirsi così desiderato dal suo amante. Voleva donargli ancora più piacere, trasmettergli tutta la sua passione.
Perché il piacere di Kaede era anche il suo piacere.
Hanamichi prese così fra le mani il membro di Rukawa, che si era presentato subito turgido ai suoi occhi, quando l'aveva privato dell'ultimo indumento che lo nascondeva. Cominciò a massaggiare, dapprima lentamente, per non perdersi alcuna reazione del suo ragazzo e, non appena capì quanto il moretto non disdegnasse quel trattamento, mosse la mano ancora più velocemente, sempre di più, esaltandosi per i gemiti soffocati della kitsune e per il suo viso contratto.
Inebriandosi del forte profumo della sua pelle. Soffermandosi sulle scosse di piacere che quel gesto gli provocava.
Ed intanto le sue labbra cercavano ancora quelle di Rukawa, i loro respiri affannati si mescolavano, sciogliendosi nell'aria, riscaldando ancora di più quell'involucro d'ossigeno che li circondava. Kaede sentiva le mani di Hanamichi agitarsi sempre di più sul suo sesso e desiderò fare altrettanto, lasciandosi coinvolgere in quell'amplesso rovente. Allentò il pugno nel quale teneva stretti fasci d'erba e guidò la sua mano fra le gambe del rossino, sfiorando la sua parte più sensibile. Il gemito che strappò al suo ragazzo lo spinse a continuare quel trattamento, abbassando la cerniera dei jeans di Hanamichi e aprendosi uno spiraglio con le dita in quella fessura. Trovò così i boxer del suo ragazzo, aldilà dei quali si ergeva il suo membro duro ed eccitato che Kaede solleticò con la punta del dito medio. Hanamichi a quel contatto si morse il labbro, gemendo piano e questa sua reazione spinse l'altra mano di Rukawa ad agire, portandosi sui jeans per slacciarli completamente. Quel gesto facilitò le dita del moretto che andarono ad accarezzare i testicoli gonfi del compagno, coinvolgendolo ne suo piacere. Ma un attimo prima d'impossessarsi del sesso del rossino, Kaede sentì un formicolio risalire dalle cosce fino all'inguine, gonfiando le sue vene, soffocando il suo respiro. Colto da un'improvvisa e costante scossa, inarcò la sua schiena aggrappandosi di colpo alle spalle di Hanamichi e, privato della lucidità, in balia delle sensazioni più travolgenti che avesse mai provato, pose fine a qualsiasi freno.
“Ti voglio, Hanamichi...” Si sforzò di sussurrare al suo orecchio, tenendosi stretto alla sua schiena, allargando le gambe di riflesso, ormai pronto per offrirsi totalmente a quel ragazzo che da tempo desiderava. “Kae...sei sicuro?” Hanamichi ammorbidì il movimento della sua mano sul sesso del compagno, poi lo guardò negli occhi, cercando, in quei brevi attimi, la risposta nelle sue profonde iridi blu. Intanto sentiva il suo cuore battere emozionato e per un istante provò una lieve confusione pensando a ciò che Rukawa gli aveva appena espresso.
Lo voleva anche lui, non poteva negarlo, ma si sentì anche caricato di una importante responsabilità alla quale si aggiunse un velo di imbarazzo. Non l'aveva mai fatto e questo non lo aiutava a sentirsi più sicuro. Inoltre temeva di fare del male a Kaede ed era l'ultima cosa che voleva.
Quello stato d'animo non sfuggì al suo ragazzo che gli accennò un breve, ma comprensivo sorriso.
“Do'hao...io ho fiducia in te...” Lo incoraggiò Kaede tingendo le labbra di un accenno di malizia. Hanamichi fece un respiro profondo, sentendo solo allora il calore bruciargli le guance e l'affanno dei suoi polmoni. “Tsk, kitsune, questa è la prima volta che dici di fidarti di me...” “Bè, perché sono certo che in questo gioco sei più bravo che a basket. Fino adesso me ne hai dato una buona prova...”Ironizzò Kaede. “Baka kitsune! Lo devo prendere come un complimento o cosa? Io sono un tensai sia nel basket sia nel...”Si bloccò con le parole in gola, distogliendo gli occhi da quel corpo seducente che fremeva sotto di lui. “Sesso, do'hao...” Suggerì il moro, rendendosi conto che il suo ragazzo fosse molto più portato per i fatti che per le parole. “Sì, quello!” Esclamò Hanamichi, poggiando lievi baci sul mento del ragazzo per distrarsi dal suo imbarazzo. “Allora dimostramelo...”Sussurrò infine Kaede, spingendolo verso di sè, per ricominciare quella danza di corpi e voci soffocate.
Ci furono ancora lunghi baci, carezze intense, esplorazione dei reciproci corpi, su quel manto erboso poco distante dalla città, lontano dagli occhi delle persone, sottoposto però alla veglia di quel cielo stellato. Sakuragi e Rukawa non sentirono più l'aria fresca della sera inoltrata, le folate di vento che avevano disturbato a tratti il loro corpo fino ad allora. Non c'era più nulla di quelle sensazioni.
Sentivano solo il calore dei loro corpi, le fiamme dei loro respiri, le vampate del loro piacere.
“Ahhh!” Gridò Kaede, non appena Hanamichi fu dentro di lui. Provò dolore, ma fu solo una sensazione passeggera, travolta subito dopo da un turbine di estasi che si diffuse per tutto il suo corpo. Tenendo i palmi premuti per terra, Rukawa faceva leva sulle braccia e sulle spalle, sollevando il suo bacino, offrendolo completamente al rossino inginocchiato fra le sue gambe che si spingeva dentro di lui.
Hanamichi sentì la ragione abbandonarlo quando fu dentro il corpo di Kaede, sentendo il suo membro circondato e compresso da quella carne pulsante. Bloccatosi in un primo momento per fare abituare il ragazzo alla sua presenza, cominciò a muoversi lentamente, spingendo con piccoli colpi, lasciando crescere dentro il suo petto quel fervore che sentiva sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro. E che alimentò con spinte più decise, sempre più veloci, ottenendo gemiti di piacere da parte del suo amante, ai quali ben presto si unirono anche i suoi, diventando un unico suadente suono.
Non riusciva più a fermarsi. Non volevano più fermarsi.
Hanamichi afferrò le cosce di Rukawa, sostenendosi ad esse, costringendosi a spingere ancora più forte. Non gli importava dei graffi che si stava procurando alle ginocchia, sfregandole sul terriccio, durante quell'incalzante movimento; non sentiva alcun dolore. Kaede oscillava il bacino verso di lui, sentendo intanto il sudore farsi più copioso, scivolare dalle sue spalle per tutto il braccio, mescolandosi al terreno sul quale erano poggiate le sue mani.
Alla fine il culmine del piacere s'impadronì di loro e i due ragazzi liberarono senza controllo un grido impastato di piacere ed emozione che sembrò raggiungere il cielo, dissolvendosi nell'atmosfera.
“Peso kitsune?” Chiese Hanamichi dopo alcuni minuti di dolce silenzio in cui lui e il suo ragazzo riprendevano lentamente fiato. Il rossino, al termine dell'amplesso, era crollato a peso morto sul corpo di Kaede, abbandonandosi fra le sue braccia, stringendolo a sua volta fra le proprie. “Hn, sei sopportabile do'hao...” Rispose con finta noncuranza Rukawa, omettendo che stare in quella posizione non gli pesava affatto e che anzi, l'avrebbe voluta mantenere per infinite ore. Aveva tanto desiderato poter abbracciare quella scimmia rossa e casinista ed ora che il desiderio si era avverato, perlopiù nel suo luogo preferito...bè, non ci avrebbe rinunciato tanto facilmente.
“Mmmh, d'accordo...” Mugolò il rossino, stringendosi ancora di più su di lui per cercare un po' di calore nel contatto con la sua pelle morbida. “Do'hao così mi soffochi...” Si lamentava il moro sbuffando, rendendosi conto che forse era difficile sostenere tutto il peso di Sakuragi. “Ma che dici! Il tensai è una piuma!” Rideva il rosso, spettinandogli i capelli un pochino arruffati. “Tsk, come no...” Sospirò Kaede ignorandolo, ma le mani di Hanamichi improvvisamente poggiate sulle sue guance lo costrinsero a guardarlo negli occhi.
“Mi piaci tantissimo, Kaede! Da impazzire!” Esclamò Hanamichi arrossendo impercettibilmente. Kaede si stupì di quel gesto, ma poi portò la mano sulla testa del ragazzo, affondando le dita in quella morbida capigliatura rossa. “Anche tu mi piaci Hanamichi...e da impazzire...” Ricambiò il ragazzo.
“Allora mi perdoni di tutto?” Chiese fiero il rossino. Kaede non rispose subito. Pensò a qualcosa, finché i suoi occhi parvero illuminarsi. “Mh, può darsi...ma ad una condizione...”
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Bip Bip, Bip bip, Bip bip...
Il fastidioso avviso del cellulare svegliò Kaoru che, infastidito e stordito, cercò di afferrarlo dal comodino. Appena lo ebbe fra le mani cercò di aprire gli occhi, anche se la luce che filtrava dalla finestra lo costrinse a tenerli socchiusi. Girandosi faticosamente sul lato esterno del letto, il ragazzo riuscì ad acquistare un po' di lucidità e forza, aprendo il messaggio che era appena apparso sul display. Sorrise fra sé nel leggere quelle parole.
“Buone notizie?” Chiese Mito con voce assonnata, mentre premeva il proprio corpo nudo verso la schiena altrettanto scoperta del ragazzo, per stringerlo in un abbraccio. Kaoru si lasciò inebriare da quel calore, voltando poi la testa indietro per incontrare le labbra di Yohei e sfiorarle con un leggero bacio. “Buongiorno...” Sussurrò. “È Hanamichi. Dice che è andato tutto bene e mi ringrazia per quello che ho fatto. Vuole vedermi questo pomeriggio, dopo la scuola, per raccontarmi tutto...”Spiegò con espressione soddisfatta il ragazzo. “Sono felice per Hana...ma ora sta con Rukawa, quindi non è il caso che vi vediate come prima...”Disse un po' imbronciato Mito. “Ma che dici, scemo!” Rise Kaoru. “Siamo amici con Hana! Non vorrai essere geloso del tuo migliore amico!” “Mmmh...un pochino. In fondo sei sempre uscito con lui...” Lo stuzzicò volontariamente Yohei. “Uff... e va bene. Allora, dato che ormai si è fatto tardi e non andremo a scuola, credo che stamattina rimarrò qui a casa tua e ti dimostrerò che è solo te che voglio...”Rispose maliziosamente Kaoru, voltandosi completamente verso il suo ragazzo, poggiando il dito medio sulle sue labbra e facendolo poi scorrere giù per il collo. “Questa è una buona soluzione...” Ammise Yohei, rispondendo con un bacio appassionato.
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“Ma non era necessario che venissi!” Faceva notare Kaoru a Mito, mentre camminavano per la strada quel tardo pomeriggio. “Mah, gli diciamo che ci siamo incontrati per caso...”Sbadigliò Yohei, senza dare importanza alle parole del suo ragazzo che non sapeva se ridere o prenderlo a pugni. Certo in una rissa fra i due, pensava, sarebbe stato difficile immaginarsi il vincitore. “Bè la cosa che mi fa pensare è se dire ad Hanamichi la verità; se non lo faccio dovrò continuare a vestirmi da donna a vita...”Sospirò Kaoru, guardando rassegnato quella gonna sopra il ginocchio che indossava. Yohei stava per dire qualcosa, ma la voce squillante del rossino li raggiunse all'improvviso.
“Kaoruuuu! Eccoti! Ah, Yo! Ci sei anche tu amico mio!” Gridò Sakuragi, avvicinandosi ai due sbracciandosi felice. “Ah, ah, ah! Che espressione beata che hai, Hana!” Sottolineò Kaoru prendendolo in giro e avvicinandosi a lui. “Immagino che le cose siano andat...” Il ragazzo non finì la frase ed arrestò il suo passo, ammutolito.
Mito si portò una mano alla fronte, scuotendola con disappunto.
Poco distante dal rossino c'era Kaede Rukawa, ma anche lui sembrava essere stato colpito all'istante da una paralisi fulminea, non appena aveva visto avvicinarsi Yohei Mito e la famosa Kaoru. La sera prima aveva chiesto al rossino di conoscerla, in fondo non ne aveva mai avuto occasione, dato che ogni volta per un motivo o per l'altro gli sfuggiva. Inoltre, cosa che nascose al suo bel ragazzo, voleva fare due chiacchiere con la fanciulla per sottolineare la sua proprietà esclusiva del rossino.
Solo che ora tutti i suoi propositi, positivi o negativi che fossero, sembrarono volatilizzarsi.
Kaede e Kaoru erano l'uno di fronte all'altro, senza parole, si guardavano sconvolti. Hanamichi non capì quella reazione e cercò di porvi rimedio sfoggiando la sua risata da tensai. “Bè volevo farti una sorpresa Kaoru e presentarti Rukawa così da...”
“TU?!” Il grido dei due ragazzi zittì il rossino, che continuava a non capire. “Kaede...” Pronunciò Kaoru. “Kaoru...”Fece altrettanto Kaede, confuso.
Kaoru indietreggiò un poco, ridendo nervosamente. “Hey là Kaede, come va?” Salutò con la mano. “Tu!” Rukawa si gettò rabbioso sul fratello, afferrandolo alla collottola. “Che diavolo ci fai...eri tu? Cioè sei tu Kaoru...” Il ragazzo sgranò gli occhi, cominciando a capire. “Bè, sì...” Rispose Kaoru, evitando di scoppiare a ridere. Ormai era stato scoperto.
“Eh? Vi conoscete?” Hanamichi era il più perplesso fra tutti, ma continuava ad essere ignorato.
“Come diavolo ti sei conciato?!” Sbraitò Kaede viola per la rabbia, ma anche per la confusione.
“Em, ragazzi...”
“Non ti piaccio? Sto benissimo non trovi?” Gli sorrise innocente Kaoru. “Smettila di dire cretinate! Mi spieghi cosa significa tutto questo?” Rukawa si innervosiva sempre di più.
“Ehy...Kaede...Kaoru...”
“Quello che vedi, Kacchan! Dovresti ringraziarmi invece di arrabbiarti, l'ho fatto per te...”Scherzò maliziosamente Kaoru. “Ma tu sei completamente matt...”
“RUKAWA!” Gridò all'improvviso Sakuragi, furente.
“Sì?” Risposero in coro i due ragazzi, voltandosi finalmente verso il rossino. “Ops...” Kaoru si morse la lingua per aver risposto al suo cognome, cosa di cui il rossino si rese conto immediatamente.
“Rukawa...e...entrambi...” Balbettava Hanamichi, indicandoli. Poi osservò meglio i loro visi, per la prima volta così vicini.
Guardò Kaede, poi guardò Kaoru. Si voltò di nuovo dal suo ragazzo e poi ancora dalla sua amica.
“Ma voi...vi assomigliate davvero!” Esordì il ragazzo, con enorme sorpresa. “Ma no, Hana!” Intervenne Kaoru sorridendo. “È solo la tua impress...AHI!”
Kaede gli tirò un pugno sulla testa, afferrandolo per le spalle e portandolo sotto gli occhi del rossino. “Ciao, sono la sorella di Kae...AHI!” Kaede gli diede un altro colpo in testa. “Non dire fesserie!” Ringhiò Kaede spazientito.
“Do'hao...la persona con cui tu sei uscito fin'ora...è mio fratello minore Kaoru!” Rivelò il moro.
Mito poco distante assisteva divertito a quell'inevitabile confronto.
“Cosa?!” Hanamichi strabuzzò gli occhi, sbalordito ed incredulo. “Ma...ma come...tuo fratello?” “Sì...C'è Kaori, poi io e poi questo scemo!” “Mi dispiace, Hana!” Kaoru strinse le spalle. “ Ma non avevo altra scelta...” “Ma quale scelta, deficiente!” Lo sgridò Kaede.
“Non ci capisco nulla...” Ammise Sakuragi ancora sconvolto.
Kaoru si liberò dalla presa del fratello, mettendosi a braccia conserte, irritato. “Con tutta la fatica che ho fatto per te, questo è il ringraziamento, Kaede? Se non fosse stato per me, avresti aspettato le prossime venti vite per dichiararti a Hanamichi!”Sbraitò Kaoru, sdegnato.
“Eh? Cosa intende?” Domandò curioso il rosso, rivolgendosi al suo ragazzo. “Hn? Che diavolo stai dicendo?” Chiese Kaede al fratello, finalmente deciso a farlo parlare.
Kaoru in poche, ma efficaci, parole spiegò le sue ragioni, dall'esclamazione del fratello, alla sua idea di uscire con Hanamichi per farlo ingelosire, agli sviluppi inaspettati con il rossino.
“E alla fine ero io che davo consigli a Hanamichi per avvicinarlo a te!Quindi vedi di non lamentarti! È solo merito mio se ora state insieme!” Sbuffò offeso Kaoru. “Ma guarda tu questo ingrato di mio fratello!” Esclamò, rivolgendosi ad un divertito Yohei Mito.
Kaede era rimasto senza parole. Certo, non gli aveva fatto molto piacere che il fratello aveva rivelato certi particolari al suo rossino, cosa per la quale si sarebbe al più presto vendicato, ma il suo più immediato pensiero...fu l'idea che Kaoru fosse davvero impazzito. Non lo avrebbe mai creduto capace di fare una cosa simile. Ma a preoccuparlo davvero fu la reazione di Hanamichi.
Il rossino li guardava, senza parole. “Tu mi volevi da tanto, Kae...e mi hai detto quelle frasi così...” Sembrava scioccato. “Hn, do'hao... non sapevo come comportarmi...” Rispose incerto Kaede, timoroso di averlo ferito.
“E tu, Kaoru...ti sei vestito così per farmi capire...tutte le volte che siamo usciti...” “Hana io...mi dispiace...davvero...” Kaoru era mortificato.
“Yohei anche tu sapevi...”Si rivolse anche all'amico, avendo intuito il suo coinvolgimento. “Sì Hana, però...l'ho fatto per te...” Mito lo guardava preoccupato, conosceva troppo bene la sensibilità del suo migliore amico.
“Voi...io...” Hanamichi si fermò. Pochi istanti di tensione e silenzio.
“WAH, AH, AH, AH!” Il rossino scoppiò a ridere, stupendo di non poco i tre ragazzi. “Siete riusciti a fregare il Tensai! Ah, ah, ah!”
Kaoru, Kaede e Mito rimasero senza parole. Poi sospirarono, sollevati. Hanamichi l'aveva presa meglio del previsto.
“Comunque sei pietoso con quella roba!” Esclamò cinico Kaede, rivolgendosi al fratello. “Se Kaori sa che hai usato i suoi vestiti ti trucida...” “Ma veramente, è stata proprio lei a consigliarmi gli abbinamenti!” Rivelò con orgoglio Kaoru. “CHECCOSA?” Kaede indietreggiò, barcollando. “Anche lei sapeva di questa...” “Ebbene sì!” Rispose fiero il ragazzo.
Kaede strinse i pugni, meditando vendetta. “Credo che Akira rimarrà vedovo ancora prima di sposarsi...”
“Veramente anche Akira sapeva tutto. Perché credi che io e te non ci siamo mai incontrati fin'ora? Akichan è stato un grande!” Rivelò Kaoru, ancora più soddisfatto per il loro perfetto lavoro di squadra.
“Che cosa dici?!” Kaede cominciò a ricordare le uscite con Sendo, i suoi ritardi, le sue deviazioni assurde per i negozi... iniziò a sentirsi il bersaglio di un infimo complotto contro di lui. “Credo che il Ryonan dovrà rinunciare al campionato invernale...il suo asso sta per morire di morte violenta!” Ringhiò, scricchiolandosi le dita.
“Ma dai, Kaede, è divertente! L'hanno fatto per noi!” Rise Hanamichi poggiandogli una mano sulla spalla, ottenendo un occhiataccia da parte del suo ragazzo, non concorde con le sue parole.
“Parlate di noi?” Improvvisamente il coro delle voci squillanti di Kaori e Sendo, appena giunti sul posto. “VOI!” Tuonò Kaede nella loro direzione.
“Heilà fratellini, come va?” Sorrise pimpante Kaori. “Heilà cognati, come va?” Sorrise a sua volta il porcospino, trattenendo una fragorosa risata vedendo il tanto evitato confronto fra Kaoru e Kaede.
“Kacchan! Vero che è tenerissimo Kaoru così?” Kaori si gettò sul fratello minore, sfregando le loro guance. “Aaargh, Kaori, mollami!”Si dimenava il più piccolo dei Rukawa.
“Hn è ridicolo...” Rispose acido Kaede.
“Fratello ingrato!” Si lamentò Kaoru. “Aaargh, come osi mettere in dubbio la mia sublime abilità nel vestirlo e truccarlo?” Kaori era rabbiosa ed offesa. “Secondo me hai fatto un bel lavoro!” Intervenne Hanamichi, osservando meglio Kaoru. “Ricordatevi che avete fregato il tensai e non è cosa da poco!”
“Hn, che do'hao...” Scosse la testa Kaede, esausto da tutta quella follia.
“Oh, Hanachan, tu sì che capisci la mia arte!” “Oh, Hanachan tu sì che riconosci i miei sforzi!”
“Wah, wah, wah! Sono o non sono un tensai?”Rise sguaiato il rossino “Wah, wah, wah! Sono o non sono un mago?”Seguì nello stesso tono Kaoru. “Wah, wah, wah! Sono o non sono la migliore?” Si unì Kaori.
“Kaede...” Sendo poggiò pazientemente la sua mano sulla spalla di Rukawa. “Credo che tu sia un po' masochista...” Kaede annuì esasperato. “Non ne voglio più sapere...”
Mito guardò all'improvviso l'orologio. “Kaoru il film...” Li interruppe, indicando l'ora al suo ragazzo. “Ah, è vero!” Si ricordò questi, avvicinandosi a Yohei. “Si è fatto tardi, noi ora andiamo al cinema!“Esclamò Kaoru, salutando tutti con la mano. Hanamichi sorrise. “Ah, ok! Ci vediamo domani Yo...”
“Aspettate un attimo!” Intimò Kaede. “Che diavolo significa...” Indicò con la testa il braccio di Mito che aveva circondato le spalle di suo fratello.
“Quello che vedi, Rukawa!” Rispose divertito Yohei. “Scusa fratellone, ma mica potevo fare solo i tuoi interessi in questa storia. Ci ho guadagnato anche io!” Gli strizzò un occhio Kaoru. Kaori batteva le mani esaltata. “Oh, come siete carini! E poi in questo modo potete uscire abbracciati, tanto è vestito da donna!”
“Ah, ah, ah!” Rise Hanamichi,i comprendendo la situazione. In effetti aveva notato che Kaoru e Mito si erano avvicinati molto nell'ultimo periodo, ma troppo preso dai suoi problemi con Kaede non ci aveva dato nessun peso. “Hanno ragione kitsune!”
“Ragione un corno!” Esclamò per nulla convinto il moretto. “Guarda che non sono davvero una donna, Kaede! Non vorrai controllarmi come con Kaori, vero?” Kaoru gli lanciò un'occhiataccia d’avvertimento.
“Oh, no!” Stavolta Sendo poggiò la mano sulla spalla di Mito. “Spero non ti segua ovunque come ha fatto con me...” Sospirò rassegnato, mentre Kaori confermava scuotendo la testa. “Me lo auguro!” Rise Mito, nervosamente.
“Su, su, baka kitsune! Lasciali stare, anche noi abbiamo la nostra serata, ricordi?” Lo tirò a sé Sakuragi sorridendogli malizioso, nel tentativo di rabbonirlo. Kaede lo guardò negli occhi, ricordando il loro programma per la serata: cena a casa del rossino, un bel film e...ripetizione delle pratiche sperimentate la sera prima all'aperto.
“Sul mio letto possiamo affinare la tecnica...” Gli aveva detto Sakuragi, mentre decidevano cosa fare nella serata.
Kaede osservò Mito e Kaoru. Poi Kaori e Sendo. E di nuovo il suo rossino.
“Hn, non fate tardi...”Disse infine ai fratelli, prendendo Hanamichi per il braccio. “Andiamo do'hao!” Esclamò sicuro di sè. “Bravo volpino!” Rise Hanamichi, salutando poi il resto del gruppo, soddisfatto di aver convinto il suo ragazzo.
Kaede non era pentito della sua scelta. Il suo rossino era sicuramente meglio di qualsiasi altra cosa. Ai quattro cospiratori avrebbe pensato con calma.
La vendetta, sapeva bene, è un piatto che va servito freddo...e lui non aveva alcuna fretta...
FINE
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