Il genio e la maga

 

Parte II

 

di Releuse

 




 

L'agitazione lo stava divorando.

Pezzo per pezzo il suo corpo sembrava il cemento fresco a presa rapida, di quello che al contatto con l'aria diventa subito rigido, inflessibile ed indeformabile.

 

Fu così che Hanamichi Sakuragi appariva un tutt'uno con il palo dell'energia elettrica al quale era appoggiato.

 

Neppure il sole, che batteva ardente su quel lato della strada, lo aiutava a sciogliersi un po'.

Non si era mai sentito così nervoso, se non quando decideva di dichiararsi a qualche ragazza, ma quella ormai era una sensazione conosciuta.

Si avvicinava tutto convinto, si imbarazzava, si dichiarava...e infine veniva scaricato!

Ecco, più o meno le cose si svolgevano con codesta monotonia.

Stavolta però era diverso, aveva un appuntamento!

E non sapeva davvero come comportarsi.

 

Come un robot un poco arrugginito, prese a voltare la testa sui due lati, a scatti, per i nervi del collo eccessivamente tesi, ispezionando la zona.

Non c'era ancora nessuno.

Erano le diciotto in punto, e lui era lì da ben mezz'ora prima. Non poteva certo rischiare di arrivare in ritardo!

Aveva pure iniziato a prepararsi dalle tre del pomeriggio!

Per evitare un abbigliamento trasandato, era stato secoli a scegliere i capi più opportuni, optando infine per un paio di jeans scuri un poco aderenti e una maglia bianca a manica corta, con una piccola cerniera che gli ornava la spalla.

Sembrava proprio un bravo ragazzo...

 

La sala giochi di fronte la quale aspettava, si trovava alla fine di una discesa abbastanza ripida, che il rossino prese a fissare, pensando come sarebbe stato divertente percorrerla con uno skateboard.

Improvvisamente, all'inizio della salita, comparve una sagoma, sulla quale Hanamichi cercò di concentrarsi, poiché il sole che si infrangeva sopra di essa, impediva di metterla a fuoco.

Una bici, e una figura sopra.

Bicicletta blu scuro, forse.

Figura esile, dai capelli neri.

 

Come ogni giorno, a scuola. O al rientro dagli allenamenti.

 

*Ki-kitsune?*, pensò fra sé Sakuragi, con l'impressione di trovarsi di fronte ad un miraggio, che generava  in lui sensazioni inquiete.

 

“Hanachaaaaan! Spostatiiii!! I freniiiii!!” Gridò all'improvviso una voce.

 

“Cos...” Il rossino sembrò risvegliarsi da quello stato di trance, sentendo lo stridio di una brusca e lunga frenata.

La vide all'ultimo:era Kaoru.

 

CHRASH!

 

Ma era troppo tardi...

Nel giro di pochi secondi Hanamichi venne travolto dalla bicicletta della ragazza, cadendo disastrosamente a terra.

Un fortissimo dolore per il corpo. Poi tutto buio.

 

“Sakuragi! Hanamichi! Hanachan!!” Lo chiamava Kaoru inginocchiata di fianco a lui e visibilmente mortificata.

La bici era poco distante, ormai riversa a terra, con le ruote che giravano a vuoto, ronzando fastidiose.

“Hanachan, rispondi!” La ragazza  cercava di farlo rinsavire.

 

“Mh...” Mugolò il rossino.

Lentamente aprì gli occhi, ma il sole nuovamente gli annebbiò la vista. O forse era il dolore che sentiva sulle guance.

“Ahi!” Uno schiaffo.

“Ahi!” Un altro.

 

Spalancò gli occhi.

 

“Dannata kitsune!” Sbraitò sollevandosi a sedere, “perchè diavolo mi stai...” Si bloccò, notando come la bella Kaoru lo stesse guardando perplessa, nascondendosi le mani dietro la schiena, un poco imbarazzata.

“Stai...stai bene?” Domandò lei arrossendo.

Il ragazzo la osservò per bene: era proprio lei!

Si guardò intorno, notando che erano seduti in terra, e poco distante vide la bici.

Avvicinò la mano alla sua guancia e prese a massaggiarla. Gli doleva non poco! Certo che c'era andata pesante la ragazza!

 

“AH, AH, AH! Certo che sto bene! Sto benissimo!” Rise sguaiatamente il rossino cercando di alzarsi, nascondendo il dolore che sentiva per tutta la schiena.

“Scusa, non volevo travolgerti...ma vedi, i freni...” Cercò di spiegare la ragazza vergognandosi.

“Tranquilla! Il tensai è una roccia!” La rassicurò Sakuragi con le mani sui fianchi e il petto gonfio d'orgoglio.

Kaoru rise nervosamente. “Meno male...”

 

Bene, pensava fra sé Hanamichi. Come primo incontro...era stato un vero disastro! E lei che aveva deciso pure di andarci davvero a quell'appuntamento.

Come minimo ora prendeva la bici, e lo stava già facendo, e gli avrebbe detto che era tutto finit...

 

“Dove andiamo allora?” Chiese, tutta sorridente, posizionando la bici nell'apposito parcheggio sul lato della sala giochi.

 

Questo superava tutte le sue aspettative. Kaoru sembrava proprio non aver rinunciato! Lo guardava, lì, in piedi, curiosa.

Era davvero snella, la ragazza. Quei pantaloni corti fin sotto il ginocchio color giallo limone, e quella maglietta bianca a mezze maniche con gli orli ricamati, mettevano in risalto il bel fisico, asciutto, ma non troppo esile, poiché comunque aveva delle braccia visibilmente sode.

 

 

Il tensai, stupito per la domanda, iniziò a spremere per bene le meningi.

*Dove potrei portare questa ragazza? Mannaggia  a me, non lo so proprio! Devo fare bella figura, che posso...*

 

“Andiamo a bere una cosa?” Chiese lei sempre più sorridente. “Scusa, ma vengo da un po' lontano e questo tragitto sotto il sole mi ha messo una sete!”

“Oh, cer-certo.” Rispose pensieroso il ragazzo.

 

Ma sì! Quale occasione migliore per farsi onore, se non offrire una cosa da bere a questa dolce e delicata fanciulla?

Sì sì, era l'occasione per dimostrare di essere un vero cavaliere! Alla faccia di chi gli dava del teppista e dell'incapace con le ragazze!

 

Entrarono in un grazioso locale poco distante da lì, e si sedettero nell'ampia sala da tè, fatta di ampie vetrate che si affacciavano sulla strada,  decorate in rilievo da figure stilizzate che rappresentavano numerose varietà di fiori.

 

“Oh, che bel posto Hanachan! Non lo conoscevo!” Esclamò entusiasta Kaoru guardandosi intorno.

“Eh, eh, eh! Visto? Sono contento che ti piaccia. Ci vengo spesso qui.” Disse il rossino sorridendo con fare galante e dicendo una sonora bugia.

In realtà era stato lì solo una volta con la madre, che doveva incontrarsi con una collega per discutere di affari di lavoro.

 

*Ah, ho fatto benissimo a portarla in questo locale chic, certo, è un po' caro, ma tanto mi conterrò ordinando solo un sano tè verde. Non posso certo fare brutte figure ingozzandomi al primo appuntamento...*

 

“I signori desiderano?” Chiese gentilmente la cameriera.

 

“Sì, allora, un succo alla pesca, una coppa gelato fragola e limone, una fetta di crostata di mele, e infine una macedonia di frutta!” Esclamò felicemente la ragazza.

 

Il rossino spalancò la bocca sconcertato.

 

“Ahhh! Ho proprio bisogno di fare il pieno di energie!” Continuò Kaoru piegando il menù sul tavolo. “Ah! E aggiunga anche la panna montata al gelato per favore!” Aggiunse, rivolgendosi alla cameriera, mentre questa chiedeva l'ordinazione a Sakuragi.

“Per me un'acqua tonica.” Disse il rossino ormai angosciato, mentre, con le mani nascoste sotto il tavolo sbirciava nel suo portafogli preoccupato.

 

*Sigh, addio risparmi!*

 

“Non mangi nulla Hanachan?” Domandò la ragazza con innocenza.

“Eh, eh, he, no, è che...sono a dieta! Sai, il basket!” Cercò di cavarsi d'impaccio il ragazzo.

“Uh, certo, capisco, sei uno sportivo tu! Devi tenerti in forma! Con tutto quel movimento e quelle splendide azioni! Sei un vero genio del basket!” Disse con convinzione.

“Ah, ah, ah! Sono il tensai, nessuno mi può superare!” Rise il rossino pavoneggiandosi.

“Sììì! È vero! Sei un vero tensai!” Confermò Kaoru battendo le mani eccitata.

“Ah, ah, ha!” Fece lui.

“Ah, ah, ah!” Lo seguì lei.

 

Ridevano proprio allo stesso modo!

 

“Wah, che bello, io adoro il basket! Mi piace molto e ormai da tempo seguo i campionati interscolastici, e il campionato nazionale!”

“Davvero? Come mai questa passione?” Chiese curioso il ragazzo.

“Bè...” la ragazza sembrò un po' in difficoltà “...vari motivi...influenze a scuola, gli amici...insomma è un bello sport! Ah!L'anno scorso siete stati favolosi! Avete battuto quelli del Ryonan e siete riusciti a vincere contro il Sannoh! Mi sono emozionata tantissimo! Poi contro di loro tu hai giocato egregiamente!” Aggiunse lei, all'improvviso, con occhi che le brillavano.

 

“Ah, ah, ha! Hai visto? Ho giocato benissimo, ma non ero al massimo della forma! Io gioco molto meglio!” Esclamò il rossino inorgogliendosi.

 

Inutile. Non sapeva resistere ai complimenti.

 

“Anche tu pratichi il basket?” Chiese poi il ragazzo.

Kaoru si sentì spiazzata con quella domanda.

“Bè, ecco...io no, in verità...”

 

“Ecco le vostre ordinazioni!” Li interruppe la cameriera, facendo gioire la ragazza, e riportando invece il rossino nell'abisso dello sconforto.

 

 

Sakuragi era allibito.

La ragazza nel giro di dieci minuti aveva letteralmente divorato tutte le ordinazioni, ingurgitando grossi bocconi e ingoiandoli di colpo, quasi furiosamente.

La guardava senza parole...

E lui che si era messo un sacco di problemi!

 

“Aaah! Ci voleva proprio!” Esclamò lei, gettandosi sullo schienale della sedia e massaggiandosi la pancia soddisfatta.

Aveva un'espressione talmente buffa che Hanamichi non riuscì a trattenere una buona risata.

Kaoru rimase perplessa un attimo, ma poi, guardando il tavolo, e vedendo ormai vuoti i suoi piatti, e il ragazzo con ancora a metà il suo bicchiere d'acqua tonica, capì.

E scoppiò a ridere anche lei. Di gusto.

 

Il ghiaccio era stato rotto e forse, per il rossino, quell'appuntamento non sarebbe stato così disastroso come temeva! Kaoru era molto più alla mano di quanto si aspettava! E questo lo rassicurò non poco.

Gli piacque il suo sorriso, quel modo di ridere spontaneo, che portava le sue gote ad alzarsi leggermente sotto i suoi lunghi occhi a mandorla.

 

* Chissà se anche Rukawa quando ride ha questa espressione*

Si ritrovò  a pensare, ma non appena si rese conto di quello che egli era balzato nel cervello, prese a darsi pugni in testa.

 

“Basta, Rukawa!!” Gridò nervoso, facendo balzare Kaoru.

“Scusa...eh? Rukawa?” La ragazza lo guardò confusa, decidendo di non approfondire circa quella strana reazione.

**************************************

 

“Grazie, per avermi invitato,non dovevi!” Ringraziò Kaoru appena uscirono dal locale.

“Scherzi? Ah, ah, ah! Non sia mai che Hanamichi Sakuragi faccia pagare una donna!” Esclamò il ragazzo sicuro di sè.

 

In verità stava piangendo lacrime amare. I suoi risparmi si erano volatilizzati.

 

 

Fecero una lunga passeggiata per le vie della città, chiacchierando animatamente, cosa che ad Hanamichi veniva molto bene, soprattutto perché alle parole accompagnava il suo tipico gesticolare plateale.

Dal canto suo, non si poteva certo dire che Kaoru fosse una tipa timida o di poche parole, tutt'altro! Faceva al rossino tantissime domande sulle sue performance sportive, e si divertiva un mondo a sentirsele raccontare. Inoltre il ragazzo le parlava delle sue 'imprese' con i teppisti, e di come aveva steso Tetsuo durante la rissa in palestra l'anno prima.

 

“Quel maledetto aveva picchiato a sangue Ryota, ed era riuscito pure a stendere Rukawa!” Esclamò il rossino con un velo di rabbia, che non sfuggì alla bella Kaoru, la quale sorrise, impercettibilmente, come vide il ragazzo stringere i pugni nel pronunciare l'ultimo nome.

 

“Immagino...sei davvero forte, Hanachan!” Rise la ragazza. “..bè anche io me la cavo...oh! Guarda!” Si bloccò lei indicando un campetto da basket di fronte loro, che faceva parte di un complesso scolastico.

 

C'erano alcuni ragazzini che si allenavano  a tirare su un lato del campo, mentre l'altro canestro era completamente libero.

 

“Entriamo?” Chiese Kaoru congiungendo le mani, improvvisamente esaltata.

“Certo! Ah, ah, ah! Così il tensai ti darà prova del suo immenso talento!” Rispose il rossino, contento per avere avuto quell'idea geniale.

Avrebbe fatto rimanere Kaoru a bocca aperta, ne era sicuro!

 

“Mmmh, ora che ci penso non abbiamo pallone, ma...” Sospirò demoralizzandosi Hanamichi, mentre stavano entrando, notando però subito che i ragazzini dall'altra parte ne avevano più di uno.

“Semmai va...”

“Vado a chiederglielo!” Esclamò allegramente Kaoru togliendogli le parole di bocca.

“Ah? Ok...ma attenta...” Disse piano, mentre la ragazza saltellava già verso il canestro opposto.

Non si sa mai...i ragazzini di oggi...

 

“Scusa!” Sorrise Kaoru rivolgendosi con estrema gentilezza e cordialità ai tre ragazzini che si allenavano.

“Potreste lasciarci una palla da basket per una mezz'oretta?”

Il suo era un sorriso splendente.

 

Due dei ragazzi arrossirono un po', ma quello un po' più grandetto la guardò con scherno, assumendo un atteggiamento un poco sbruffone.

“Uh, se ti presto il pallone tu cosa mi dai?” Domandò, con molta malizia ed arroganza.

 

Kaoru  a quelle parole sorrise, nuovamente, finché il suo sguardo non cambiò all'improvviso.

Con uno scatto, afferrò il ragazzino alla collottola, sollevandolo da terra. Il muscolo del suo braccio si ingrossò all'istante.

 

“Dammi quel pallone se non vuoi che ti ammazzi!” Ringhiò la ragazza molto irritata.

 

I due ragazzi ai lati sbiancarono, il tipo fra le sue grinfie aveva perso la parola.

Erano spaventati a morte.

 

“Kaoru! Tutto bene?” Chiamò il rossino, che non aveva visto la scena, dato che la ragazza era di spalle, ed il movimento aveva riguardato solo il suo braccio, rimanendo lei perfettamente immobile.

 

Kaoru continuando a fissare il tipo negli occhi, mollò la presa per voltarsi da Sakuragi con un dolce sorriso.

 

“Certo, Hanachan! Questi simpatici ragazzi ci lasceranno una palla con tanto piacere! Veeero?” Si rivoltò da loro con sguardo truce.

 

“Sì, sì!” Annuì il trio, porgendo tremanti le sfere che avevano in mano.

“Ne va bene una, grazie fanciulli!” Esclamò Kaoru mandando loro un bacio con la mano, raggiungendo poi il rossino.

 

I tre caddero  a terra sconvolti. Le loro ginocchia non avevano retto.

 

“One to one, Hanachan?” La ragazza strizzò un occhio, con una lieve aria di provocazione, mentre porgeva la palla al rossino.

Questi rimase dapprima un poco perplesso, ma, poi, pensò che non fosse una cattiva idea.

Certo avrebbe dovuto regolarsi e non esagerare troppo col suo talento, altrimenti avrebbe rischiato di umiliare la ragazza.

Sì, sì. Le avrebbe dato un po' di spazio, almeno per non deluderla o farla sentire incapace.

Era proprio un vero tensai! Ed anche un vero cavaliere!

 

“Ok!” Rispose deciso alla sfida.

 

Si posizionarono l'uno di fronte all'altra.

La palla era in mano a Kaoru, per volere del rossino. Almeno la faceva partire con un po' di vantaggio.

Si scrutarono, attentamente.

Uno scatto da parte della ragazza...e via!

Lo scontro aveva inizio.

Hanamichi si fiondò sul pallone...non riuscendo a prenderlo! La marcava, la rimarcava, lei lo superava, e lui la raggiungeva.

Ma non riusciva  a prenderle la sfera! E si stava pure impegnando!

La guardò, e si rese conto di quanto fosse serio ed attento lo sguardo di Kaoru in quel momento.

Osservava precisa le sue mani, i suoi piedi, studiava il suo movimento con scrupolo, attendendo l'attimo giusto per smarcarsi.

Era veloce, attenta, dinamica.

Quella concentrazione, quello sguardo un po' cupo ed allo stesso tempo compiaciuto.

Sembrava...sembrava...

 

*Kitsune...* Il rossino non ebbe il tempo di soffermarsi su quello che  aveva appena pensato, poiché la ragazza riuscì a smarcarsi da lui con un movimento fulmineo e, palleggiando con maestria, corse sotto il canestro.

E saltò.

Tenendo gli occhi leggermente socchiusi, le labbra un poco increspate, i capelli neri che ondeggiavano sul suo viso.

Stessa espressione.

Stessa decisione.

Stesso canestro andato a segno.

 

E il cerchio metallico che continuava a vibrare, spegnendosi lentamente, interrotto solo dal rumore delle scarpe, che battevano decise sul suolo.

 

*Rukawa* Il cuore del rossino batteva come impazzito.

 

Kaoru alzò lo sguardo verso il canestro. Portò le mani sui fianchi, allargò di un poco le gambe e...cominciò a ridere sguaiatamente.

 

“Ah, ah, ah! Sono la maga del basket! Ah, ah, ah!” Continuava,  facendo bella mostra del suo petto gonfio d'orgoglio.

Si voltò verso Sakuragi e, notando che il ragazzo era in uno stato di shock, si ridimensionò, portando le mani alle guance.

 

“Oh, oh, oh! È stata solo fortuna!” Esclamò arrossendo.

“Ah. Vedo...” Il rossino era senza parole.

 

Ripresero poi  a giocare, e questa volta il tensai riuscì a scansare Kaoru, che stranamente non fece più esibizioni come quella di poco prima, riuscendo a mostrarle anche qualche bella azione e degli spettacolari slam dunk che andarono perfettamente a segno.

 

“Wow, sei grande Hanamichi!” Gridava la ragazza battendo le mani entusiasta, ogni volta che Sakuragi compiva le sue imprese.

Ed il rossino si sentiva sempre più esaltato.

 

“Cavolo...salti davvero in alto...” Sorrise la ragazza, mentre erano seduti su una delle panche in pietra ai lati del campetto, per riposarsi un po'. “..sei migliorato!”

“Uh?” Il rossino colse quell'esclamazione con un po' di perplessità, di cui Kaoru si accorse.

“Eh...te l'ho detto...seguo i campionati...” Ricordò la ragazza.

“Ahh, sì, è vero!” Annuì il rossino, “Già sono migliorato. Diventerò il numero uno di Kanagawa, anzi del Giappone! E batterò Rukawa! Ah, ah, ah!”

“Hihihi!” Ridacchiò lei. “Rukawa. Il numero undici. È il tuo rivale diretto eh? Durante le partite non si capisce se lo tratti da compagno o da avversario!” Scherzò lei.

 

Hanmichi si stupì di quell'annotazione precisa. Certo che Kaoru lo doveva avere osservato per bene durante le partite!

 

“Bè, certo! Perché Rukawa si da un sacco di arie, è convinto di essere il numero uno, e non ha capito che lui non è nessuno in confronto al talento del sottoscritto! È uno sbruffone, un pagliaccio, vuole sempre fare tutto da solo quel mentecatto di un volpino! E poi ha tutte quelle odiosissime ragazze dietro che con i loro starnazzi impestano il campo, e quando si allena...”

 

Nei successivi dieci minuti Hanamichi non fece che parlare, o meglio sparlare, di Kaede Rukawa.

 

“Ah, ah, ah! Lo conosci proprio bene, eh?” Sorrise infine Kaoru, divertita.

Ma Hanamichi non colse la sua ironia.

 

“Ma che dici? Non ci conosciamo affatto! Figurati, lui non si fa avvicinare da nessuno! Gli unici approcci che abbiamo sono le botte!”

“Eh, eh, si vede che non hai provato in altro modo!” Esclamò la ragazza.

 

Sakuragi si bloccò, incerto, poiché questa volta aveva intuito un'ironia. Che cosa intendeva con quelle parole Kaoru? Per un attimo il ragazzo ebbe un sussulto, credendo che lei stesse alludendo a qualcosa, ma poi si rese conto che era molto tranquilla e che il suo sguardo non tradiva le parole pronunciate.

Forse era lui ad avere un'eccessiva coda di paglia in quel periodo!

 

“...siete due teste calde...” Stava continuando la ragazza con molta tranquillità. “ ...certo quel Rukawa non si rende molto simpatico, lo ammetto. Infatti manco a me piace. Non so cosa ci trovano quelle tipe che stanno  dietro a uno così, che neanche le degna di uno sguardo! E così testardo, così difficile!” Esclamò sbuffando, Kaoru.

Sembrava anche irritata, mentre parlava di Rukawa.

 

“Ah, ah, ah! Sei la prima ragazza che sento parlare così di lui!” Sakuragi era sinceramente divertito.

“Eh, ma guà, mi irritano i tipi come lui! Non ammetterebbero mai un errore neppure se li scanni!” Si imbronciò la ragazza incrociando le braccia.

 

“Però...” Continuò, “...forse è uno che ha bisogno di un approccio diverso, per riuscire a parlargli. Magari puoi provare a sorridergli gentile qualche volta, potreste diventare amici!” Disse lei distratta, come riflettendo meglio sulla cosa, mentre si massaggiava il mento dubbiosa.

 

“Ma che dici?! Cosa vuoi che mi importi di quel Baka? Ma chi la vuole la sua amicizia!” Balzò Sakuragi come infastidito.

 

Ma in verità la sua era solo una reazione meccanica, non poteva reagire diversamente quando si trattava di Rukawa!

Kaoru lasciò perdere, e rise per quelle parole.

 

*************************************

 

 

“Grazie per la bella serata Hanamichi!Sono stata davvero bene!” Esclamò Kaoru sorridendo al rossino.

 

Erano nuovamente di fronte alla sala giochi e la ragazza stava per salire sulla  sua bicicletta.

Il sole ormai stava tramontando, e le prime luci elettriche della città cominciavano ad illuminare la strada.

 

“Anche io, Kaoru, grazie!” Rispose Hanamichi sinceramente.

 

Si era divertito molto, la compagnia della ragazza gli era proprio piaciuta. A parte un po' di imbarazzo iniziale, si era sentito subito a suo agio, cosa che difficilmente gli era mai capitata con una ragazza.

Ora però il panico tornava a farsi sentire.

Cosa doveva dire in quel momento? Se uscivano insieme avrebbero dovuto darsi un altro appuntamento, no?

Ma se lei non voleva? E se avesse rifiutato? E se fing...

 

“Quando ci rivediamo?” Chiese improvvisamente lei, fiduciosa.

 

Al rossino sembrò aprirsi il cielo. Quella ragazza era unica, sembrava riuscisse a leggergli nel pensiero! E poi, metteva Ko tutte le sue paure!

 

“Mmmh! Bè...” Hanamichi cercava di farsi coraggio. Non era da uomini non prendere una decisione!

Ci pensò qualche secondo...

“Mercoledì, che non ci sono gli allenamenti!” Azzardò in preda all'ansia, ma il sorriso rassicurante di Kaoru lo rincuorò.

 

“Va bene, tensai! Allora solita ora, solito posto!” Esclamò lei, strizzando un occhio.

“Ok, signora maga!” Scherzò il rossino, coinvolgendo Kaoru nella sua risata per quella battuta.

 

Poi si salutarono con un cenno della mano, e la ragazza, in sella alla sua bici, sparì poco distante. Solo il roteare delle ruote si udì ancora per pochi secondi, aldilà della strada.

 

Hanamichi si sentiva davvero soddisfatto! Aveva passato proprio una bella e divertente giornata con una ragazza simpaticissima e vivace!

Fischiettando tornò a casa con sprizzante euforia.

 

************************************

 

“ALLORAAAAA!?”

 

Non aveva ancora toccato il suolo della palestra con il piede sinistro, che Sakuragi fu investito e circondato dai suoi compagni di squadra, Mitsui e Miyagi in prima fila, con occhi curiosi e colmi di attesa.

Non ne poteva più!

Non era bastato il Guntai, che gli aveva teso l'agguato appena uscito di casa, per poi importunarlo e tempestarlo di domande fino al cancello dello Shohoku! Macchè! Fino all'entrata in classe, e anche dopo! Neppure alla pausa pranzo lo avevano lasciato in pace!

Dovevano pure iniziare a fare i conti sui guadagni delle loro scommesse! Peccato che probabilmente non ci avrebbero guadagnato niente, dato che a quanto pare nessuno aveva scommesso su un secondo appuntamento!

Ed invece li aveva lasciati di stucco! Uomini di poca fede!

Alla fine aveva dovuto promettere loro di fargliela conoscere questa Kaoru, organizzando un incontro 'casuale' il mercoledì dell'appuntamento. Mentre gli altri lo facevano più per divertimento, l'unico era Mito, che sembrava invece volerla conoscere per inquadrarla meglio.

Era sempre così Yohei Mito, protettivo verso il suo migliore amico.

Solo che va bene il Guntai, che ormai faceva il tutto in maniera bonaria, ma ora anche i compagni di squadra ci si mettevano!

Gli sarebbe venuto un esaurimento!

Comunque il tensai non poteva certo perdere occasione per smontare gli infidi giocatori, e farsi bello alla faccia loro che avevano scommesso sulla fine immediata di quell'uscita!

 

“Ah, ah, ah! È andato tutto alla perfezione! Abbiamo passato una serata magnifica! E vuole pure rivedermi!”

“Davvero!?” Erano tutti increduli.

 

SDENG!

 

Rukawa aveva nuovamente mancato il canestro, e la palla era rimbalzata sul bordo metallico.

“Hn!” Esclamò il numero undici raccogliendo il pallone con noncuranza, per poi riposizionarsi fuori della linea dell'area. Quel giorno sembrava stare meglio.

Il moretto era l'unico a non essersi avvicinato, o comunque, a non prestare minimamente attenzione a tutto quel caos generale.

O almeno apparentemente.

“Casinisti!” Ringhiò fra sè.

 

Il rossino lanciò un veloce sguardo nella sua direzione e, stranamente infastidito, alzò la voce per farsi sentire meglio in tutta la palestra.

 

Per farsi sentire meglio da lui.

 

“Certo! Cosa credevate? Nessuna donna può resistere al fascino del tensai!” Esclamò esaltato il ragazzo.

Cominciò così a raccontare della sua uscita, dando peso soprattutto all'entusiasmo che la ragazza aveva dimostrato nel sentirsi raccontare le sue imprese, e a tutti i complimenti che gli aveva lei stessa rivolto.

 

I compagni erano tutti senza parole. Non se lo aspettavano proprio! Però in fondo, anche se scherzavano e prendevano in giro il loro numero dieci, erano contenti.

Soprattutto Hisashi e Ryota.

I due giocatori ormai conoscevano bene il rossino, e sapevano che nonostante fosse una testa calda era un gran bravo ragazzo, ed un ottimo amico. Si meritava di essere felice!

E loro erano felici per lui!

 

“Bene! La nostra scimmia rossa sta diventando un uomo!” Esclamò  Mitsui, canzonandolo un po', mentre gli cingeva il collo con un braccio.

“Aaargh, Mitchi, lasciami!”

“E dimmi...” Sorrise malizioso il numero quattordici “Vi siete baciati?”

 

Silenzio.

 

SBAM!

 

Solo un canestro deciso di Rukawa, perfettamente andato a segno.

 

Il rossino non afferrò subito la domanda, ma poi, appena ci rifletté un attimo, il suo viso avvampò per l'imbarazzo.

Ma non solo per quello...cioè... era stato bene con Kaoru. Si era divertito, avevano bevuto qualcosa insieme, avevano chiacchierato, scherzato, avevano pure giocato a basket!

Solo che, solo ora se ne rese conto, non gli era mai, neppure per un secondo, passato per la testa di baciarla!

Neppure un bacino piccolo piccolo, neppure una sfiorata di mani!

Si stupì lui stesso per quella presa di coscienza, ma...come l'avrebbe spiegata ai compagni?

Ecco, arrossì pure per quello.

 

“No, cioè si, no...non c'è stato modo, e io, e lei...” Balbettò il rossino.

“Ho capito, non l'hai fatto! Lo immaginavo!” Esclamò Mitsui.

 

Sakuragi si stava arrabbiando, credendo che il ragazzo volesse nuovamente prenderlo in giro, ma poi si rese conto che la guardia aveva assunto un'espressione comprensiva.

 

“Eh, lo so, queste ragazze sono difficili!” Sospirò il numero quattordici.

“Già già..” Annuì Miyagi, confermando.

 

Hanamichi si rilassò. A volte sapevano fare anche gli amici quei due! Bè, in fondo anche loro si erano fidanzati da poco, e alla fine neppure per entrambi doveva essere stato tutto così semplice.

 

“Mmmm, senti, Hana...”Cominciò Mitsui “Quand'è che dovete rivedervi?”

“Uh? Ah, mercoledì pomeriggio...” Rispose incerto il ragazzo non capendo dove lo volesse portare il suo amico.

“Allora, stammi bene a sentire!” Lo sguardo di Mitsui si fece serio, mentre afferrava le spalle del rossino per poterlo meglio fissare negli occhi. “Voi uscite...tu la porti in un bel locale...”

 

*Non ho più risparmi, Mitchan...* , pensò sconsolato Sakuragi.

 

“...le offri un buon cocktail, anche due..tre...di quelli dolci che vanno subito giù...ed è fatta!” Concluse con grande sapienza Hisashi, sempre più convinto.

 

“Ehh? E perché scusa?!” Domandò ancora più rosso Hanamichi, in realtà intendendo bene cosa volesse dire il compagno.

“Bè, coi sensi un pochino annebbiati, lei sarà più fragile, e tu potrai baciar..Ahi!” Si interruppe con dolore il ragazzo, colpito in pieno sulla testa da una palla da basket.

 

“Hn, scusa, senpai...mi è sfuggita!” Esclamò con indifferenza Rukawa, cercando di nascondere uno sguardo truce verso la guardia dello Shohoku.

Mitsui non afferrò di certo il concetto, ma ormai era distratto dalla fitta che martellava la sua testa.

 

“Bè, insomma hai capito!” Aggiunse infine verso Sakuragi.

“Ah, eh? Bè...” Il ragazzo non sapeva cosa dire.

“Ma non stare a sentire questo maniaco dai mezzi subdoli!” Intervenne Ryota. “Le donne vanno conquistate con dolcezza, con le piccole attenzioni, coi fiori, con la galanteria!” Si esasperò il playmaker.

“Io stavo solo cercando di aiutare Sakuragi!”Mitsui si stava alterando, offeso da quell'intervento del ragazzo.

“Sì, sì, coi tuoi consigli idioti!” Continuò Miyagi.

 

I due presero a litigare, finché l'improvvisa sventagliata di Ayako sulle loro teste dure, non sancì l'inizio degli allenamenti.

 

Questi si svolsero tranquillamente, con le prove dei nuovi schemi d'attacco in vista del campionato, nel tentativo di dare un ruolo anche alle nuove leve. Anche quell'anno lo Shohoku vantava di ottimi giocatori fra le matricole.

Fra una corsa e l'altra, Sakuragi e Rukawa ebbero anche il tempo per farsi il solito scambio di “do'hao” e “baka kitsune”, e finire così a menare le mani.

Entrambi i ragazzi si sentivano davvero appagati ogni volta che lo facevano.

Forse serviva loro per scaricare la tensione!

 

Improvvisamente però, mentre era sotto la doccia, e si massaggiava la testa con lo shampoo, Hanamichi fu assalito da uno strano turbamento.

 

' Magari puoi provare a sorridergli gentile qualche volta...'

 

Ebbe un sussulto, e l'acqua per un istante gli sembrò farsi gelata.

 

*Perchè diavolo mi vengono in mente le parole di Kaoru?*

 

Il suo cuore aveva cominciato ad accelerare i suoi battiti.

 

' forse è uno che ha bisogno di un approccio diverso...'

 

*Ma che diavolo, cosa mi importa di quel baka!*

 

Il rossino innervosendosi per quel pensiero, prese a grattare la sua testa con maggior forza.

 

 

Era pronto per andare.

Yohei lo stava aspettando al cancello. Quel giorno era rimasto a scuola per studiare un po' in tutta tranquillità, quell'anno aveva deciso di impegnarsi sul serio, dato che l'anno prima aveva rischiato la bocciatura.

Mise così la divisa nel borsone, chiuse la lampo, se la portò sulle spalle e decise di avviarsi.

 

Si bloccò sulla porta, incrociando lo sguardo di Rukawa che stava per uscire anche lui.

Erano entrambi lì, immobili a fissarsi.

 

Quegli occhi blu così profondi

 

“Ti dai una mossa, do'hao?” Domandò Rukawa spazientito.

“Senti, dannato vol...”

 

 'forse è uno che ha bisogno di un approccio diverso...'

 

I pensieri del rossino per un attimo si offuscarono.

Un brivido sulla schiena.

Una scintilla per la sua testa.

Trattenne il respiro, si voltò da Rukawa e, portandosi le dita ai lati della bocca,  tirò la pelle per accompagnare un bizzarro sorriso.

Poi schizzò subito via, svanendo dalla visuale di uno sbigottito volpino.

 

*Ma che diavolo gli è preso?* Si chiese stranito Rukawa.

Poi sospirò, alzando le spalle per rinunciare a capire quella scimmia rossa.

Prese la sua borsa e si incamminò verso la sua bicicletta.

 

* Credo che mercoledì pomeriggio farò un giro in centro...*