Disclaimers: i
personaggi non sono miei eccetera… (tanto ormai il pezzo lo si conosce a
memoria e poi non lo legge mai nessuno)
Il filo
rosso
di Nana
Akira Sendoh si svegliò
quella mattina con un pensiero ben chiaro in testa che formulò ad alta
voce nella quiete della sua camera da letto
-Ora basta, è ora per me
di guardare avanti-
Non era un bel periodo per
il fuoriclasse del Ryonan. Aveva vissuto una difficile relazione con Hiroaki
Koshino, suo compagno di squadra, troncata da quest’ultimo dieci giorni
prima per la difficoltà di accettare la sua omosessualità e soprattutto
renderla nota agli altri. Akira ne era uscito distrutto, si era sentito
rifiutato dalla persona che considerava oltretutto il suo migliore amico da
sempre.
Il periodo difficile del
ragazzo aveva avuto ripercussioni anche sulla sua vita scolastica e
sportiva, i costanti rimproveri dell’allenatore Taoka, la sofferenza che gli
provocava ancora avere Hiroaki sempre intorno lo avevano portato a
riflettere seriamente sull’opportunità di dare un taglio netto al passato e
in un certo senso ricominciare da capo. Non poteva rinunciare al basket,
soprattutto ora che era al terzo anno e si presentava per lui l’ultima
occasione di partecipare al campionato nazionale studentesco, aveva perciò
deciso di trasferirsi in un altro istituto optando per lo Shohoku, che dopo
la partenza di Rukawa per gli Stati Uniti e l’uscita di squadra di Akagi e
Kogure, entrambi studenti universitari, vantava comunque grandi campioni
quali Miyagi il nuovo capitano, Hanamichi Sakuragi che a furia di
proclamarlo tensai era diventato davvero ed infine lui, il tiratore da tre
più sexy di tutto il Giappone, Hisashi Mitsui, che nonostante l’impegno
degli ultimi mesi dell’anno precedente non era riuscito a recuperare il
tempo buttato con il suo passato da teppista ed era stato costretto a
ripetere l’anno, oltre a nuove matricole piuttosto promettenti. Sendoh
pensava di potersi inserire piuttosto bene nella squadra dati i suoi buoni
rapporti con i giocatori più “anziani”.
Aveva ormai maturato la
decisione, ma non trovava il momento per comunicare la sua iniziativa e
sbrigare le formalità necessarie, ma quella mattina finalmente si sentiva
pronto. Gli ultimi dieci giorni lo avevano distrutto, ma Akira Sendoh non
era il tipo da arrendersi così facilmente.
Si alzò dal letto, si fece
la doccia, indossò forse per l’ultima volta la divisa dell’istituto Ryonan e
si recò immediatamente nell’ufficio del preside che, seppur molto sorpreso,
accolse la richiesta di Sendoh di trasferirsi in un’altra scuola.
Il momento più difficile
fu comunicare la propria decisione alla squadra, a Taoka per poco non venne
un infarto, Koshino abbassò la testa senza dire nulla, non tentò nemmeno di
fermare l’ex capitano, e questo ferì ancora di più il giovane. L’unica
parola di conforto arrivò da Fukuda, suo confidente, che gli appoggiò una
mano sulla spalla
-
Coraggio
Akira, ce la farai hai fatto la cosa giusta, anche se non saremo più
compagni di squadra ricordati che io per te ci sarò sempre-
-
Grazie
Kitcho sei un vero amico, scusami per le seghe mentali di questo periodo-
Uscito dalla palestra tirò
un profondo sospiro, il passo più difficile era stato fatto.
Iniziare presso la nuova
scuola fu molto più semplice, ebbe un colloquio con il preside dello Shohoku,
che valutata la sua media scolastica piuttosto soddisfacente non fece
obiezioni alla sua iscrizione, Sendoh presentò immediatamente domanda anche
per il club di basket dove fu accolto dalle matricole come una specie di
eroe.
Finì in classe proprio con
Mitsui.
Anche Hisashi in quel
periodo non era al meglio della sua condizione, l’aver perso un anno gli
pesava infinitamente, era stato un duro colpo anche per il suo orgoglio,
anche se la cosa non era del tutto inaspettata. Vedere i suoi coetanei Akagi
e Kogure già all’Università lo faceva sentire ancora più un fallito.
A parte la sua situazione
scolastica, in realtà era un periodo di insoddisfazione generale, sì aveva
degli amici, usciva con loro la sera, ma sentiva una specie di vuoto dentro,
una mancanza che aveva cercato di colmare uscendo con alcune ragazze, ma a
dire la verità, dopo una serata con una di esse, tornava nel suo
appartamento e si sentiva ancora più solo e inappagato.
In realtà stava cercando
la sua strada, ma il futuro gli appariva quanto mai incerto e nebbioso.
Questi sentimenti finivano per ripercuotersi in modo negativo nei suoi
rapporti con gli altri, era infatti particolarmente nervoso e intollerante;
l’unico momento buono della giornata erano gli allenamenti di basket con la
sua squadra, almeno fino alla settimana prima quando era comparso in
palestra smileman che a dir la verità sorrideva meno del suo solito. Non
sapeva nemmeno perché ma quel ragazzo lo turbava, lo infastidiva, lo
irritava, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso e questo fatto lo
faceva incazzare a tal punto da evitare ogni possibile contatto con Akira.
L’ex giocatore del Ryonan
dal canto suo si era inserito perfettamente nella squadra, non solo per il
suo innegabile talento, ma soprattutto per la simpatia e la gentilezza
innata che lo portavano ad essere cordiale e premuroso con tutti tranne che
con una persona, un bellissimo ragazzo dagli occhi blu che gli lanciava
occhiate come se volesse ucciderlo e gli rivolgeva la parola solo se
strettamente necessario, nonostante i suoi tentativi di instaurare un
rapporto amichevole.
A dire la verità il
rapporto che Akira avrebbe voluto instaurare con Mitsui aveva poco
dell’amichevole, quel ragazzo lo attraeva fisicamente come non gli era mai
capitato prima, nemmeno con Koshino, Hisashi emanava sensualità da ogni
fibra. Il suo carattere forte e scostante e la sua riservatezza
contribuivano ad accrescere quell’aura di mistero che lo rendeva ancora più
affascinante.
Aldilà di quello Sendoh
sapeva che Mitsui nascondeva ben altro, non era solo un bell’involucro
vuoto, ma gli dava al contrario l’impressione di essere un ragazzo
problematico, solo, ma estremamente sensibile e dolce, nonostante facesse di
tutto per nasconderlo; non era solo l’attrazione a spingerlo a cercare un
contatto, ma anche una sorta di istinto di protezione. Gli capitava di
avvertire, a volte, il bisogno quasi fisico di abbracciarlo, ma per il
momento era impossibile, sembrava che Mitsui avesse eretto una vera e
propria barriera con lui e con il mondo in generale.
Tuttavia il destino
imprevedibile, che spesso si diverte ad ingarbugliare un po’ il famoso filo
rosso che unisce ognuno alla propria anima gemella altre volte
inspiegabilmente decide di mostrarsi benevolo sbrogliando un po’ la matassa.
Ed ecco che in un freddo
pomeriggio di febbraio, un episodio di per sé spiacevole accese la
scintilla…
Fine Cap. I
I giocatori dello Shohoku
stavano disputando una partita di allenamento divisi in due squadre, la
partita era agguerrita nemmeno si trattasse della finale dei campionati
nazionali, nessuno dei fuoriclasse della squadra voleva cedere di fronte
agli altri.
Mitsui stava per
effettuare uno dei suoi micidiali tiri da tre punti quando Sendoh, con
l’intento di stopparlo, perse accidentalmente l’equilibrio finendo per
travolgere il compagno di squadra. Entrambi finirono a terra, Sendoh si
rialzò immediatamente, Mitsui invece avvertì una dolorosa fitta al ginocchio
–
Scusa Mitsui
ho perso l’equilibrio– così dicendo Sendoh gli porse la mano per aiutarlo a
rialzarsi. Mitsui, spaventato dall’idea di un infortunio, ebbe una reazione
violenta
–
Sendoh sei
una testa di cazzo, levati dai ciglioni. Hana dammi una mano, voglio andare
in infermeria a controllare che il mio ginocchio sia a posto, sono caduto
male e ho sentito una fitta–
-
Arrivo
Mitchy, dai appoggiati a me–
Sendoh ci rimase malissimo
era davvero dispiaciuto e preoccupato per Mitsui, vederlo dolorante gli
aveva provocato una fitta al cuore, il solo pensiero di avergli anche se
involontariamente fatto del male lo faceva soffrire.
-
Scusami…
Mitsui… io–
-
Lascia
perdere, non me ne frega un cazzo delle tue scuse–
Hanamichi e Mitsui si
diressero in infermeria, gli altri giocatori ripresero ad allenarsi, Sendoh
invece si sedette in panchina con lo sguardo perso nel vuoto, ecco ogni
volta che mostrava interesse per una persona questa lo rifiutava, era
successo con Koshino che non aveva mai voluto accettare il loro rapporto ed
ora stava succedendo con Mitsui che non voleva proprio avere niente a che
fare con lui.
Intanto l’infermiere,
esaminato il ginocchio di Mitsui, rassicurò immediatamente il ragazzo
–
Stai
tranquillo non è niente, solo una botta, ti consiglio di metterci del
ghiaccio stasera e stare a riposo un paio di giorni–
-
Meno male,
grazie–
-
Bene Mitchy
tutte queste scene per nulla, corriamo in palestra a rassicurare gli altri,
soprattutto una certa persona che mi sembrava moooolto preoccupata per te–
-
Stai
parlando di Sendoh vero? E io l’ho trattato malissimo a volte sono proprio
uno stronzo-
-
L’importante
è saperlo! Comunque non capisco perché tu ce l’abbia tanto con lui, è
davvero una brava persona ed è anche decisamente figo, se non avessi già la
mia volpe ci farei proprio un pensierino…-
-
Idiota! E
poi non è vero che ce l’ho con lui… è solo che mi infastidisce–
-
Sai mi
ricordi tanto Ru, e hai visto come è andata a finire? Mitchy se fossi in te
mi interrogherei un po’ su quello che provi davvero–
Quando tornarono in
palestra gli allenamenti erano terminati ed i giocatori se ne erano già
andati
-
Beh vedo che
erano tutti preoccupati per me–
-
Ahahahahahahahahah-
Solo una persona era
ancora seduta sulla panchina con la testa bassa
-
Beh Mitchy
io vado a farmi la doccia, forse qualcuno preoccupato per te c’è, ma non so
se te lo meriti–
Mitsui si sedette a fianco
di Akira
–
Emm… scusami
per prima, ho esagerato, in realtà non mi sono fatto nulla solo che ho avuto
paura, il pensiero di un altro infortunio mi terrorizza non volevo
prendermela con te-
Sendoh alzò la testa
-
Ma Akira
stai piangendo? Sono uno stronzo, ti prego non fare così–
Vedere il volto di Sendoh
ricoperto di lacrime provocò a Mitsui una sensazione di malessere fisico,
come se qualcuno gli avesse tirato un pugno nello stomaco, fu una reazione
istintiva, abbracciò il ragazzo facendogli appoggiare il capo sulla sua
spalla e cullandolo dolcemente prese ad accarezzargli i capelli scoprendo
che nonostante il gel erano morbidi come la seta. Non sapeva nemmeno se per
consolare Akira o aiutare sé stesso iniziò a parlargli del periodo difficile
che stava vivendo.
-
Io mi
comporto da bastardo ultimamente, lo so soprattutto con te, ma davvero non è
perché tu non mi piaccia come persona, anzi, è solo che ultimamente sono
arrabbiato con il mondo intero. Mi sento uno sfigato, dovrei già essere
all’università e invece sono ancora qui allo Shohoku, non ho combinato
niente di buono negli ultimi due anni, ho rovinato i rapporti con la mia
famiglia, i miei vecchi amici, per di più ho i test di ammissione
all’Università e mi sento un imbecille, non so nemmeno da dove cominciare la
preparazione, ho solo il basket e quando sei arrivato tu…beh devo
ammetterlo, sono invidioso, tu sei davvero bravo hai talento da vendere e
non solo nel basket, hai anche una buona media scolastica, piaci a tutti,
sei simpatico, sempre allegro, e mi fai incazzare perché anch’io vorrei
essere come te e invece sono solo un musone rompicazzo che ti ha anche fatto
piangere, ti prego scusami, ricominciamo tutto da capo ti va?–
-
Mmmm–
-
Akira non
capisco, alza la testa, guardami-
Mitsui scostò dolcemente
da sé l’altro ragazzo e gli mise due dita sotto il mento per fargli alzare
il capo e rimase sconvolto dall’ondata di tenerezza che lo investì nel
vedere un ragazzo alto un metro e novanta che si strofinava gli occhi
arrossati per il pianto cercando di asciugare le lacrime.
-
Aspetta,
così li irriti ancora di più-
Mitsui prese il suo
fazzoletto dalla tasca e asciugò le lacrime di Sendoh che piacevolmente
stupito dal gesto affettuoso disse
–
Sai io non
credo affatto che tu sia uno sfigato, anzi sei una persona speciale, hai
avuto il coraggio di rimetterti in gioco, di ricostruire la tua vita, quanto
a me cosa credi? Non è tutto oro quello che luccica! Io faccio di tutto per
piacere agli altri, fondamentalmente perché sono un insicuro, e poi scopro
che alle poche persone cui vorrei piacere davvero non frega niente di me. Ho
cambiato scuola solo perché Hiroaki mi ha lasciato e la cosa mi faceva
soffrire come un dannato. Io ho il terrore di essere rifiutato da chi amo ed
è proprio quello che lui ha fatto. Quanto al resto, sì è vero piaccio a
tante persone che però si fermano solo al mio aspetto, a nessuno interessa
davvero come sono io, rimangono attratte dall’immagine di persona socievole
ed esuberante, invece anche io mi arrabbio, soffro, sono infelice, non sono
un idiota che ride sempre, si può dire che l’unico vero amico rimastomi sia
Fukuda, ma, non ci crederai, si è trovato una ragazza così esce spesso con
lei e io passo le mie serate in casa da solo come un coglione a pensare
ancora al mio ex e soprattutto al perché mi ha lasciato–
-
Così tu
stavi con Koshino eh? E lui ti ha lasciato? Deve essere proprio un idiota–
-
Sì lo credo
anch’io, comunque ci sto, ricominciamo da capo, anzi ho una proposta da
farti, anch’io ho i test di ammissione per l’università e se vuoi ti posso
dare una mano, potremmo studiare insieme che ne dici?-
-
Ci sto, ma
ad una condizione: che la sera invece di stare a casa come un coglione a
farti le paranoie esci con un altro coglione così le paranoie ce le tiriamo
in due ti va?-
-
Oh che
proposta allettante! Sì mi va–
E così cominciò una nuova
fase per entrambi i ragazzi, tutti e due con la ferma intenzione di uscire
dal buio di quel periodo.
Fine cap. II
Mitsui non aveva mai
studiato tanto come negli ultimi tre mesi
–
Akira sei un
vero schiavista!!!-
–
Su bello se
non finisci questo capitolo di storia stasera niente cinema!-
–
Non so
perché ma mi sembra di essere tornato alle elementari quando se non finivo i
compiti mia madre non mi lasciava guardare i Saint Seya-
–
Ma dai anche
tu li guardavi? Io ero innamorato perso di Shyriu, ma credo di averlo capito
solo qualche anno dopo, invece tu Hisa mi ricordi un po’ quel misantropo di
Ikki-
–
Ma cosa stai
dicendo capelli a punta? Tu piuttosto sembri quel frignone di Shun!-
–
Oh fratello
ti prego salvami!!- così dicendo Akira si buttò tra le braccia di Mitsui
–
Ecco sei
proprio uguale– disse Mitsui divertito dal gioco, Akira alzò i suoi occhi
blu fino a fissarli in quelli altrettanto blu del compagno e il cuore di
Mitsui mancò un battito, fatto che stava accadendo decisamente troppo spesso
per i suoi gusti in quel periodo.
–
Hisa volevo
dirti una cosa-
Oddio e adesso cosa voleva
dirgli Akira? Hisashi non era affatto uno stupido, anzi tutt’altro era un
tipo sveglio ed intuitivo ed era evidente che Akira fosse attratto da lui,
anzi non era solo attrazione fisica Mitsui “temeva” si trattasse di un
sentimento più profondo, lo capiva da come il ragazzo gli sorrideva in un
modo speciale riservato solo a lui, dalla dolcezza con la quale si dedicava
ad aiutarlo a studiare, dagli sguardi carichi di desiderio che ogni tanto il
giovane gli rivolgeva quando pensava che Mitsui non lo vedesse, tuttavia si
era sempre comportato da amico, forse un amico particolarmente affettuoso,
ma nulla di più.
- Io volevo dirti
che… sono fiero di te Hisa di come ti sei impegnato in questo periodo, sono
sicuro che supererai i test di ammissione per l’Università-
Ma che coglione cosa si
aspettava una dichiarazione? E perché si sentiva deluso?
Akira lo abbracciò stretto
appoggiando il capo sulla sua spalla e Mitsui si sentì perso sopraffatto da
un’ondata di tenerezza assoluta ricambiò l’abbraccio
–
Aki, io…
grazie, non trovo altre parole per dirti che senza di te non ce l’avrei mai
fatta-
–
Sono io che
devo ringraziarti, anch’io senza di te, mia preziosa guida dei pub e
discoteche della città non ce l’avrei mai fatta a tornare a sorridere, tu
sei il mio guru della vita notturna di Kanagawa-
–
Tu non sei
proprio capace di essere serio eh?-
–
Con te no, è
troppo bello prenderti… per il culo… in senso figurato intendo- sussurrò al
suo orecchio con tono malizioso e sensuale.
Mitsui avvertì un brivido
correre lungo la sua spina dorsale, ma non era assolutamente il freddo, il
momento di interrogarsi sui suoi sentimenti si stava avvicinando
pericolosamente…
Hisashi Mitsui quella sera
nel suo letto ripensò ad una serata della scorsa settimana, era stata quella
la prima volta che si era sentito attratto fisicamente da Akira, l’amicizia
c’era già da tempo, forse da quel pomeriggio che lo aveva consolato dopo
averlo trattato male, il rispetto beh quello c’era già dalla prima volta che
aveva visto il ragazzo giocare a basket, l’affetto era nato profondo in
quell’ultimo periodo di assidua frequentazione, no Mitsui ora si riferiva a
qualcos’altro al desiderio puro e semplice alla fiamma che ti divampa dentro
quando la persona che vuoi ti sta di fianco.
Flashback
Quella sera Hisashi si
sentiva strano era seduto di fronte ad Akira nel loro pub preferito, quello
del venerdì sera, quando facevano musica live, più che altro rock, il genere
preferito di entrambi.
Akira chiacchierava e
sorrideva spesso com’era solito fare e dopo un paio di birre i pensieri di
Hisa cominciarono a prendere una strana piega “ Però che occhi dolci ha
Akira e le sue labbra sembrano così morbide e vellutate e poi… quanto è figo
vestito così! La maglia a costine bianca che indossa lascia intravedere gli
addominali scolpiti e poi quei jeans a vita bassa, sì me lo vorrei proprio
fare!
Oddio oddio oddio un
attimo rifacciamo daccapo cosa ho detto? No fortunatamente non l’ho detto
l’ho pensato, ma oddio oddio oddio cosa ho pensato? Me lo farei? Io mi
sbatterei il mio migliore amico? No questo deve essere un incubo, anzi un
sogno un sogno a luci rosse… oh porca puttana mi sto eccitando e sì i
pantaloni mi si sono ristretti di colpo in un certo punto, non è possibile
io vorrei scoparmi Aki qui e adesso.”
-
Hei Hisa ci
sei ancora? Guarda che sono quasi le 2:00 e domani abbiamo gli allenamenti
forse è ora di andare!-
Fine Flashback
-
C’è un’unica spiegazione quella
sera ero un po’ brillo e confuso, ma sono certo che non mi ricapiterà io
voglio bene ad Akira, ma è solo un amico, già lui è gay, ma io no, fine del
cinema, perfetto e adesso che ho convinto la parete della mia camera
parlando da solo come un pirla posso anche dormire-
Così dicendo il ragazzo si
girò su un fianco e cadde lentamente nel sonno.
Qualche mattina dopo
Hisashi, uscendo per la solita corsa mattutina, trovò nella propria cassetta
delle lettere una busta di colore giallo con stampato il logo
dell’Università di *******, si trattava dei risultati dei test di
ammissione, o meglio del suo futuro, non aveva il coraggio di aprirla da
solo, non poteva, chiuse frettolosamente la porta di casa e così com’era in
tenuta da jogging corse come un dannato fino a casa di Akira, Mitsui viveva
solo, ma Akira no, fortunatamente però i genitori del ragazzo erano già
andati al lavoro, Mitsui infatti piombò di fronte alla villetta come un
uragano sudato e trafelato si mise a scampanellare in preda al panico
dimentico di qualsiasi regola di buona educazione, Akira che stava ancora
dormendo si svegliò di soprassalto e scese ad aprire ancora assonnato,
scalzo e con indosso solo i pantaloni ampi del pigiama
-
Hisa, che
cazzo vuoi a qust’ora? Dai entra e togli il dito dal mio campanello!-
-
Aki io
scusa, ma ecco i test, la busta volevo aprirla, ma se poi, lo so sono un
perdente-
Sendoh non aveva capito
assolutamente niente di quanto gli stesse dicendo Mitsui, ma la busta che il
ragazzo aveva in mano era inconfondibile
-
Sono
arrivati anche a te i risultati? Io li ho visti ieri sono stato ammesso–
disse il ragazzo con tutta tranquillità, alla fine avevano optato per la
medesima università, che vantava una tra le migliori squadre di basket del
paese
-
Coraggio che
fai non apri?-
-
Aki, ti
prego… fallo tu-
Akira prese dalle mani di
Mitsui la busta, ne strappò il bordo superiore, scorse velocemente il
contenuto della lettera e
–
Signor
Hisashi Mitsui saremo lieti di averla come nostro studente-
Mitsui non riusciva a
parlare, si buttò letteralmente addosso a Sendoh e in preda all’entusiasmo
schioccò un sonoro bacio sulle labbra dell’altro ragazzo.
“Ma allora è proprio
scemo, stupendo, sexy, sensuale, caldo, sudato, eccitante, ma scemo, mi
bacia e cosa crede che io me ne starò qui a fare ancora una volta il buon
amico? No è arrivato il momento di guardare in faccia alla realtà, che tu
sia pronto o meno Hisa ora ti mostrerò cosa significhi per me”
Sendoh abbracciò Mitsui
facendo aderire i loro corpi, gli accarezzò i capelli, fece scivolare una
mano dalle sue scapole fino ai fianchi in una sensuale carezza e senza
indugiare oltre lo baciò, un bacio vero caldo, umido, passionale, uno di
quei baci che non potevano essere equivocati, che erano solo l’inizio.. una
promessa di quanto sarebbe avvenuto dopo.
Hisashi non aveva
riflettuto, aveva agito d’istinto prima buttandosi tra le braccia di Sendoh,
senza valutare le conseguenze del suo gesto, ma lo sguardo dell’altro
ragazzo, quegli occhi blu, appannati dal desiderio… aveva sentito il torace
nudo dell’altro ragazzo premere contro la stoffa leggera della maglietta che
indossava, il profumo della sua pelle e poi la sua mano sulla schiena, le
labbra, la lingua, i gemiti non sapeva nemmeno di chi.
La mano di Sendoh scese
ancora più in basso accarezzando le natiche di Mitsui avvicinandolo ancora
di più a se, per fargli sentire la sua eccitazione premere contro la stoffa
leggera del pigiama.
-
Akira, cosa…
no hai sbagliato, io non… noi siamo amici Aki …mmm… smettila…-
Mitsui allontanò da se il
corpo dell’altro giocatore, si accorse di essere visibilmente eccitato, ma
come lui non era gay, non gli erano mai piaciuti i ragazzi, ma cosa
significava tutto questo?
–
Akira io
devo andare-
Fine cap. III
Mitsui corse di nuovo come
un pazzo fino a casa sua, entrò si spogliò e si buttò sotto la doccia, ma
sentiva ancora nelle narici il profumo inebriante della pelle di Sendoh, il
tocco dolce, ma possessivo delle sue mani, la sua bocca, il suo sesso duro
premere contro il proprio.
–
Merda che
casino, io ho paura, non so più chi sono, cosa voglio, io voglio… Aki…-
Intanto Sendoh buttato di
traverso sul divano con le mani premute sugli occhi imprecava contro tutto e
tutti, e adesso cosa doveva fare cambiare ancora a scuola, iscriversi al
Kainan e che ne so provarci con Jin, chissà mai forse lui era un gay
convinto… no lui voleva solo una persona e quella persona era Hisashi Mitsui,
era il suo lui, la sua anima gemella, loro erano fatti per stare insieme, sì
ma cosa poteva fare? Aveva bisogno di un consiglio, di qualcuno che capisse
la situazione delicata, ma certo il tensai, lui stava con la volpe artica,
conosceva bene Mitsui, era perfetto.
Prese il cellulare e
compose il numero di Hanamichi
-
Pronto–
-
Ciao Hana,
sono Akira, scusa se ti disturbo, ma ho bisogno di parlarti di una questione
personale, posso passare da te?-
-
Ok ti
aspetto-
Circa mezz’ora dopo Akira
raccontò ad Hanamichi tutto dall’inizio, dall’episodio della palestra in poi
il suo rapporto con Mitsui.
Hanamichi ascoltò
attentamente il racconto dell’altro ragazzo, visibilmente in ansia, quando
Sendoh ebbe terminato, gli appoggiò una mano sulla spalla
–
Akira
ascoltami attentamente, voi siete miei amici e voglio bene ad entrambi, ma
il teppista è uno zuccone, senza che tu venissi a raccontarmi avevo capito
benissimo che tra voi c’è qualcosa, Mitsui è solo spaventato, probabilmente
non si era mai sentito attratto da un ragazzo, ma credimi quello che provi
tu lo prova anche lui, io l’ho beccato negli spogliatoi lanciarti certi
sguardi inequivocabili e correre sotto la doccia girandolo la manopola
sull’acqua fredda, io lo so perché ci sono passato con Rukawa, e figurati
ero io a non voler accettare di essere diverso, tu hai un carattere deciso e
solare, invece il teppista sotto sotto è un fifone, ma credimi io lo
conosco, sta solo aspettando che qualcuno gli sbatta in faccia la verità,
come quando è rientrato in squadra, credo che tu debba solo diciamo
dimostrargli di essere attratto da te, devi convincerlo e sono sicuro che
Akira Sendoh è un tipo convincente, non so se mi spiego, ma se fossi in te
andrei a casa sua usando argomenti…molto persuasivi, Mitsui non aspetta
altro…-
–
Grazie
genio, credo di aver capito-
Il ragazzo tornò a casa,
non era mai stato così deciso in tutta la sua vita, si sentiva pronto a
rischiare il tutto per tutto, avrebbe fatto qualsiasi cosa per far capire
all’altro ragazzo cosa c’era veramente fra di loro. Si preparò con cura,
indossò un paio di jeans chiari strappati vicino al ginocchio e dietro una
coscia, una camicia azzurra dal taglio sportivo, e si diresse a casa di
Hisashi, davanti all’abitazione fece un lungo respiro e poi suonò il
campanello, Mitsui aprì la porta, non si aspettava di trovare Akira, non
dopo come si era concluso il loro precedente incontro.
-
Hisa fammi
entrare ti devo parlare –
Mitsui si scostò
leggermente per far passare l’altro ragazzo e richiuse la porta alle sue
spalle senza dire nulla.
-
Ok, adesso
ti chiedo solo un favore, se non altro perché fin’ora siamo stati davvero
amici, siediti su quel divano e ascoltami, senza interrompermi, puoi fare
questo per me Hisashi?-
Mitsui obbedì si sedette
sul divano, le gambe accavallate e le braccia conserte.
Sendoh invece rimase in
piedi di fronte a lui, e cominciò a parlare
-
Vedi per me
non è facile, credimi se fossi sicuro di non avere nessuna possibilità non
sarei nemmeno qui ora, ma non è così, lo so, lo sento. Hisashi… io… ti amo,
e non lo dico così per dire, io non mi sono mai sentito così… perso per
un’altra persona all’inizio credo si trattasse di semplice attrazione
fisica, ma poi ho scoperto che c’era dell’altro, io sento il bisogno
costante di averti vicino, mi preoccupo per te vorrei vederti sempre felice–
-
Aki, cazzo
anch’io ti voglio bene, mi piace stare con te e vorrei vederti felice, ma è
perché siamo amici!–
-
Credimi Hisa
io non vado in giro a baciare i miei amici con la lingua né mi viene voglia
di scoparmeli, e adesso guardami e dimmi che anche tu non eri eccitato
stamattina, che non avresti voluto andare oltre-
-
Io… io non
lo so… non so più niente-
-
Lascia che
ti dimostri che in realtà hai solo paura di scoprire ciò che vuoi, anzi
quanto… mi vuoi-
Il ragazzo cominciò a
slacciare uno a uno i bottoni della camicia, puntò i suoi occhi blu in
quelli dell’altro
-
Aki ma che?-
Iniziò a passare le mani
sul proprio torace muscoloso, inumidì con la saliva la punta dell’indice
prima di passarselo sui capezzoli, gemendo per il piacere, buttò la testa
all’indietro e con movimenti sensuali tirò fuori la propria camicia, ora
completamente aperta dai jeans. Poi con lentezza esasperante slacciò i
pantaloni, prima il bottone e poi aprì la cerniera, quindi fece scivolare a
terra la camicia e rimase così a dorso nudo con i pantaloni aperti davanti a
Mitsui che guardava rapito e incredulo lo spettacolo che gli si parava
davanti.
Ma Akira Sendoh non aveva
la minima intenzione di fermarsi lì, chiuse gli occhi e iniziò ad infilare
una mano nell’elastico dei boxer poi li abbassò e si accarezzò il pene ed i
testicoli con movimenti lenti, infine riaprì gli occhi resi ancora più scuri
dall’eccitazione ed iniziò a masturbarsi ansimando per il piacere.
Mitsui si sentiva i
pantaloni della tuta tirare, non aveva mai avuto un’erezione simile, Akira
capì che quello era il momento, continuando a toccarsi si avvicinò a Mitsui
sedendosi a cavalcioni sulle sue gambe prese una mano del ragazzo e la
strinse attorno al suo sesso duro
-
Hisa…
continua tu–
Mitsui non se lo fece
ripetere, continuò quello che Akira aveva interrotto, intanto quest’ultimo
iniziò a passare la lingua sul collo di Mitsui, poi sul mento, sugli zigomi,
sulle labbra, lentamente, ripetutamente, Hisashi aprì la bocca e sentì la
lingua del compagno entrare nella sua bocca esplorandone ogni anfratto con
bramosia, rispose al bacio con passione succhiando la lingua di Akira come
sa da quello dipendesse la sua stessa esistenza.
A questo punto Akira si
rialzò in piedi per togliersi jeans e boxer quindi si inginocchiò sul
tappeto davanti a Mitsui che si tolse con un unico fluido movimento la
canottiera, Akira tracciò una scia umida di baci lungo il torace dell’altro
ragazzo, quindi lo fece sollevare per sfilargli i pantaloni della tuta e la
biancheria
-
Hisa… sei…
bellissimo– si abbassò depositando una serie di baci all’interno delle cosce
di Misui
-
Ah… Aki…
sì…- passò la lingua sulla punta del pene di Mitsui poi lo guardò
-
Hisa, cosa
vuoi che ti faccia? Devi dirmelo-
Quello era il momento di
scegliere, Akira aveva rischiato il tutto per tutto ed ora toccava a lui, se
fosse andato ancora oltre non sarebbe più potuto tornare indietro
-
Akira io
voglio che tu lo prenda tutto in bocca, voglio che tu mi faccia impazzire
dal piacere e anch’io voglio farti godere, questo è quello che voglio più di
ogni altra cosa-
Sendoh sorrise e poi fece
quello che il suo ragazzo gli aveva chiesto iniziò a pompare al ritmo che
Hisashi gli dettava muovendo i fianchi e gemendo con le mani appoggiate tra
i suoi capelli
-
Aki… io sto
per…-
Sendoh si fermò
–
Non ancora
amore mio–
Hisashi aveva le mente
annebbiata per il desiderio, ma non tanto da non capire come Akira l’aveva
chiamato, amore mio, che meraviglia, questo momento era ciò che aveva sempre
sognato, desiderato, quello che mancava alla sua vita per essere felice, lui
era venuto al mondo solo per aspettare che Akira Sendoh lo chiamasse amore
mio.
Intanto il ragazzo prese
la mano di Mitsui e iniziò a infilare in bocca le dita una a una umettandole
abbondantemente di saliva poi si girò carponi, Mitsui scivolò giù dal
divano, si posizionò dietro Sendoh, fece scivolare una mano davanti fino ad
arrivare a prendere il membro eretto del compagno iniziando a pompare con
movimenti lenti, ma decisi, quindi lo penetrò dapprima con un dito, poi con
due movendole all’interno del corpo del compagno aprendolo con delicatezza.
Akira stava godendo come mai gli era capitato in vita sua
–
Hisa, non ce
la faccio più ad aspettare, prendimi adesso-
Mitsui appoggiò il pene
all’apertura del compagno e si spinse all’interno del suo corpo con un
movimento fluido. Poi ci fu spazio solo per i gemiti, i sospiri
-
Ancora più
forte, di più… dentro… sì… spingi–
Mitsui fece sollevare
leggermente Akira per penetrarlo ancora più in profondità continuando a
masturbarlo con forza
-
Così ti
piace, lo senti? Stai godendo?-
-
Sì Hisa…
scopami… forte, non smettere… ti prego… non smettere mai-
Con un’ultima potente
spinta vennero entrambi uno nel corpo del compagno, l’altro nella sua mano.
Mitsui uscì delicatamente
da Akira e poi si buttò esausto sul tappeto tirandosi Akira addosso
-
Aki sei un
meraviglioso, sensuale, dolcissimo maniaco sessuale e io ti amo da
impazzire-
-
Anch’io sono
felice, Hisa stringimi forte e non lasciarmi andare-
-
Mai Aki, io
non ti lascerò mai andare, non potrei–
Si addormentarono in un
groviglio di braccia e gambe, non si capiva nemmeno dove finisse il corpo di
uno per cominciare quello dell’altro.
Finalmente si erano
trovati, il filo rosso che li univa non si sarebbe mai spezzato, né
impigliato altrove, anzi il tempo avrebbe reso il loro legame ancora più
forte.
OWARI
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