Disclaimers: i personaggi non sono miei eccetera… (tanto ormai il pezzo lo si conosce a memoria e poi non lo legge mai nessuno)

 

 


Il filo rosso

di Nana


 

Akira Sendoh si svegliò quella mattina con un pensiero ben chiaro in testa che formulò ad alta voce nella quiete della sua camera da letto

-Ora basta, è ora per me di guardare avanti-

Non era un bel periodo per il fuoriclasse del Ryonan. Aveva vissuto una difficile relazione con Hiroaki Koshino, suo compagno di squadra, troncata da quest’ultimo dieci giorni prima per la difficoltà di accettare la sua omosessualità e soprattutto renderla nota agli altri. Akira ne era uscito distrutto, si era sentito rifiutato dalla persona che considerava oltretutto il suo migliore amico da sempre.

Il periodo difficile del ragazzo aveva avuto ripercussioni anche sulla sua vita scolastica e sportiva, i costanti rimproveri dell’allenatore Taoka, la sofferenza che gli provocava ancora avere Hiroaki sempre intorno lo avevano portato a riflettere seriamente sull’opportunità di dare un taglio netto al passato e in un certo senso ricominciare da capo. Non poteva rinunciare al basket, soprattutto ora che era al terzo anno e si presentava per lui l’ultima occasione di partecipare al campionato nazionale studentesco, aveva perciò deciso di trasferirsi in un altro istituto optando per lo Shohoku, che dopo la partenza di Rukawa per gli Stati Uniti e l’uscita di squadra di Akagi e Kogure, entrambi studenti universitari, vantava comunque grandi campioni quali Miyagi il nuovo capitano, Hanamichi Sakuragi che a furia di proclamarlo tensai era diventato davvero ed infine lui, il tiratore da tre più sexy di tutto il Giappone, Hisashi Mitsui, che nonostante l’impegno degli ultimi mesi dell’anno precedente non era riuscito a recuperare il tempo buttato con il suo passato da teppista ed era stato costretto a ripetere l’anno, oltre a nuove matricole piuttosto promettenti. Sendoh pensava di potersi inserire piuttosto bene nella squadra dati i suoi buoni rapporti con i giocatori più “anziani”.

Aveva ormai maturato la decisione, ma non trovava il momento per comunicare la sua iniziativa e sbrigare le formalità necessarie, ma quella mattina finalmente si sentiva pronto. Gli ultimi dieci giorni lo avevano distrutto, ma Akira Sendoh non era il tipo da arrendersi così facilmente.

Si alzò dal letto, si fece la doccia, indossò forse per l’ultima volta la divisa dell’istituto Ryonan e si recò immediatamente nell’ufficio del preside che, seppur molto sorpreso, accolse la richiesta di Sendoh di trasferirsi in un’altra scuola.

Il momento più difficile fu comunicare la propria decisione alla squadra, a Taoka per poco non venne un infarto, Koshino abbassò la testa senza dire nulla, non tentò nemmeno di fermare l’ex capitano, e questo ferì ancora di più il giovane. L’unica parola di conforto arrivò da Fukuda, suo confidente, che gli appoggiò una mano sulla spalla

-          Coraggio Akira, ce la farai hai fatto la cosa giusta, anche se non saremo più compagni di squadra ricordati che io per te ci sarò sempre-

-          Grazie Kitcho sei un vero amico, scusami per le seghe mentali di questo periodo-

Uscito dalla palestra tirò un profondo sospiro, il passo più difficile era stato fatto.

Iniziare presso la nuova scuola fu molto più semplice, ebbe un colloquio con il preside dello Shohoku, che valutata la sua media scolastica piuttosto soddisfacente non fece obiezioni alla sua iscrizione, Sendoh presentò immediatamente domanda anche per il club di basket dove fu accolto dalle matricole come una specie di eroe.

Finì in classe proprio con Mitsui.

Anche Hisashi in quel periodo non era al meglio della sua condizione, l’aver perso un anno gli pesava infinitamente, era stato un duro colpo anche per il suo orgoglio, anche se la cosa non era del tutto inaspettata. Vedere i suoi coetanei Akagi e Kogure già all’Università lo faceva sentire ancora più un fallito.

A parte la sua situazione scolastica, in realtà era un periodo di insoddisfazione generale, sì aveva degli amici, usciva con loro la sera, ma sentiva una specie di vuoto dentro, una mancanza che aveva cercato di colmare uscendo con alcune ragazze, ma a dire la verità, dopo una serata con una di esse, tornava nel suo appartamento e si sentiva ancora più solo e inappagato.

In realtà stava cercando la sua strada, ma il futuro gli appariva quanto mai incerto e nebbioso. Questi sentimenti finivano per ripercuotersi in modo negativo nei suoi rapporti con gli altri, era infatti particolarmente nervoso e intollerante; l’unico momento buono della giornata erano gli allenamenti di basket con la sua squadra, almeno fino alla settimana prima quando era comparso in palestra smileman che a dir la verità sorrideva meno del suo solito. Non sapeva nemmeno perché ma quel ragazzo lo turbava, lo infastidiva, lo irritava, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso e questo fatto lo faceva incazzare a tal punto da evitare ogni possibile contatto con Akira.

L’ex giocatore del Ryonan dal canto suo si era inserito perfettamente nella squadra, non solo per il suo innegabile talento, ma soprattutto per la simpatia e la gentilezza innata che lo portavano ad essere cordiale e premuroso con tutti tranne che con una persona, un bellissimo ragazzo dagli occhi blu che gli lanciava occhiate come se volesse ucciderlo e gli rivolgeva la parola solo se strettamente necessario, nonostante i suoi tentativi di instaurare un rapporto amichevole.

A dire la verità il rapporto che Akira avrebbe voluto instaurare con Mitsui aveva poco dell’amichevole, quel ragazzo lo attraeva fisicamente come non gli era mai capitato prima, nemmeno con Koshino, Hisashi emanava sensualità da ogni fibra. Il suo carattere forte e scostante e la sua riservatezza contribuivano ad accrescere quell’aura di mistero che lo rendeva ancora più affascinante.

Aldilà di quello Sendoh sapeva che Mitsui nascondeva ben altro, non era solo un bell’involucro vuoto, ma gli dava al contrario l’impressione di essere un ragazzo problematico, solo, ma estremamente sensibile e dolce, nonostante facesse di tutto per nasconderlo; non era solo l’attrazione a spingerlo a cercare un contatto, ma anche una sorta di istinto di protezione. Gli capitava di avvertire, a volte, il bisogno quasi fisico di abbracciarlo, ma per il momento era impossibile, sembrava che Mitsui avesse eretto una vera e propria barriera con lui e con il mondo in generale.

Tuttavia il destino imprevedibile, che spesso si diverte ad ingarbugliare un po’ il famoso filo rosso che unisce ognuno alla propria anima gemella altre volte inspiegabilmente decide di mostrarsi benevolo sbrogliando un po’ la matassa.

Ed ecco che in un freddo pomeriggio di febbraio, un episodio di per sé spiacevole accese la scintilla…

 

Fine Cap. I

 

 

I giocatori dello Shohoku stavano disputando una partita di allenamento divisi in due squadre, la partita era agguerrita nemmeno si trattasse della finale dei campionati nazionali, nessuno dei fuoriclasse della squadra voleva cedere di fronte agli altri.

Mitsui stava per effettuare uno dei suoi micidiali tiri da tre punti quando Sendoh, con l’intento di stopparlo, perse accidentalmente l’equilibrio finendo per travolgere il compagno di squadra. Entrambi finirono a terra, Sendoh si rialzò immediatamente, Mitsui invece avvertì una dolorosa fitta al ginocchio

        Scusa Mitsui ho perso l’equilibrio– così dicendo Sendoh gli porse la mano per aiutarlo a rialzarsi. Mitsui, spaventato dall’idea di un infortunio, ebbe una reazione violenta

        Sendoh sei una testa di cazzo, levati dai ciglioni. Hana dammi una mano, voglio andare in infermeria a controllare che il mio ginocchio sia a posto, sono caduto male e ho sentito una fitta–

-          Arrivo Mitchy, dai appoggiati a me–

Sendoh ci rimase malissimo era davvero dispiaciuto e preoccupato per Mitsui, vederlo dolorante gli aveva provocato una fitta al cuore, il solo pensiero di avergli anche se involontariamente fatto del male lo faceva soffrire.

-          Scusami… Mitsui… io–

-          Lascia perdere, non me ne frega un cazzo delle tue scuse–

Hanamichi e Mitsui si diressero in infermeria, gli altri giocatori ripresero ad allenarsi, Sendoh invece si sedette in panchina con lo sguardo perso nel vuoto, ecco ogni volta che mostrava interesse per una persona questa lo rifiutava, era successo con Koshino che non aveva mai voluto accettare il loro rapporto ed ora stava succedendo con Mitsui che non voleva proprio avere niente a che fare con lui.

Intanto l’infermiere, esaminato il ginocchio di Mitsui, rassicurò immediatamente il ragazzo

        Stai tranquillo non è niente, solo una botta, ti consiglio di metterci del ghiaccio stasera e stare a riposo un paio di giorni–

-          Meno male, grazie–

-          Bene Mitchy tutte queste scene per nulla, corriamo in palestra a rassicurare gli altri, soprattutto una certa persona che mi sembrava moooolto preoccupata per te–

-          Stai parlando di Sendoh vero? E io l’ho trattato malissimo a volte sono proprio uno stronzo-

-          L’importante è saperlo! Comunque non capisco perché tu ce l’abbia tanto con lui, è davvero una brava persona ed è anche decisamente figo, se non avessi già la mia volpe ci farei proprio un pensierino…-

-          Idiota! E poi non è vero che ce l’ho con lui… è solo che mi infastidisce–

-          Sai mi ricordi tanto Ru, e hai visto come è andata a finire? Mitchy se fossi in te mi interrogherei un po’ su quello che provi davvero–

Quando tornarono in palestra gli allenamenti erano terminati ed i giocatori se ne erano già andati

-          Beh vedo che erano tutti preoccupati per me–

-          Ahahahahahahahahah-

Solo una persona era ancora seduta sulla panchina con la testa bassa

-          Beh Mitchy io vado a farmi la doccia, forse qualcuno preoccupato per te c’è, ma non so se te lo meriti–

Mitsui si sedette a fianco di Akira

        Emm… scusami per prima, ho esagerato, in realtà non mi sono fatto nulla solo che ho avuto paura, il pensiero di un altro infortunio mi terrorizza non volevo prendermela con te-

Sendoh alzò la testa

-          Ma Akira stai piangendo? Sono uno stronzo, ti prego non fare così–

Vedere il volto di Sendoh ricoperto di lacrime provocò a Mitsui una sensazione di malessere fisico, come se qualcuno gli avesse tirato un pugno nello stomaco, fu una reazione istintiva, abbracciò il ragazzo facendogli appoggiare il capo sulla sua spalla e cullandolo dolcemente prese ad accarezzargli i capelli scoprendo che nonostante il gel erano morbidi come la seta. Non sapeva nemmeno se per consolare Akira o aiutare sé stesso iniziò a parlargli del periodo difficile che stava vivendo.

-          Io mi comporto da bastardo ultimamente, lo so soprattutto con te, ma davvero non è perché tu non mi piaccia come persona, anzi, è solo che ultimamente sono arrabbiato con il mondo intero. Mi sento uno sfigato, dovrei già essere all’università e invece sono ancora qui allo Shohoku, non ho combinato niente di buono negli ultimi due anni, ho rovinato i rapporti con la mia famiglia, i miei vecchi amici, per di più ho i test di ammissione all’Università e mi sento un imbecille, non so nemmeno da dove cominciare la preparazione, ho solo il basket e quando sei arrivato tu…beh devo ammetterlo, sono invidioso, tu sei davvero bravo hai talento da vendere e non solo nel basket, hai anche una buona media scolastica, piaci a tutti, sei simpatico, sempre allegro, e mi fai incazzare perché anch’io vorrei essere come te e invece sono solo un musone rompicazzo che ti ha anche fatto piangere, ti prego scusami, ricominciamo tutto da capo ti va?–

-          Mmmm–

-          Akira non capisco, alza la testa, guardami-

Mitsui scostò dolcemente da sé l’altro ragazzo e gli mise due dita sotto il mento per fargli alzare il capo e rimase sconvolto dall’ondata di tenerezza che lo investì nel vedere un ragazzo alto un metro e novanta che si strofinava gli occhi arrossati per il pianto cercando di asciugare le lacrime.

-          Aspetta, così li irriti ancora di più-

Mitsui prese il suo fazzoletto dalla tasca e asciugò le lacrime di Sendoh che piacevolmente stupito dal gesto affettuoso disse

        Sai io non credo affatto che tu sia uno sfigato, anzi sei una persona speciale, hai avuto il coraggio di rimetterti in gioco, di ricostruire la tua vita, quanto a me cosa credi? Non è tutto oro quello che luccica! Io faccio di tutto per piacere agli altri, fondamentalmente perché sono un insicuro, e poi scopro che alle poche persone cui vorrei piacere davvero non frega niente di me. Ho cambiato scuola solo perché Hiroaki mi ha lasciato e la cosa mi faceva soffrire come un dannato. Io ho il terrore di essere rifiutato da chi amo ed è proprio quello che lui ha fatto. Quanto al resto, sì è vero piaccio a tante persone che però si fermano solo al mio aspetto, a nessuno interessa davvero come sono io, rimangono attratte dall’immagine di persona socievole ed esuberante, invece anche io mi arrabbio, soffro, sono infelice, non sono un idiota che ride sempre, si può dire che l’unico vero amico rimastomi sia Fukuda, ma, non ci crederai, si è trovato una ragazza così esce spesso con lei e io passo le mie serate in casa da solo come un coglione a pensare ancora al mio ex e soprattutto al perché mi ha lasciato–

-          Così tu stavi con Koshino eh? E lui ti ha lasciato? Deve essere proprio un idiota–

-          Sì lo credo anch’io, comunque ci sto, ricominciamo da capo, anzi ho una proposta da farti, anch’io ho i test di ammissione per l’università e se vuoi ti posso dare una mano, potremmo studiare insieme che ne dici?-

-          Ci sto, ma ad una condizione: che la sera invece di stare a casa come un coglione a farti le paranoie esci con un altro coglione così le paranoie ce le tiriamo in due ti va?-

-          Oh che proposta allettante! Sì mi va–

E così cominciò una nuova fase per entrambi i ragazzi, tutti e due con la ferma intenzione di uscire dal buio di quel periodo.

 

Fine cap. II  

 

 

Mitsui non aveva mai studiato tanto come negli ultimi tre mesi

        Akira sei un vero schiavista!!!-

        Su bello se non finisci questo capitolo di storia stasera niente cinema!-

        Non so perché ma mi sembra di essere tornato alle elementari quando se non finivo i compiti mia madre non mi lasciava guardare i Saint Seya-

        Ma dai anche tu li guardavi? Io ero innamorato perso di Shyriu, ma credo di averlo capito solo qualche anno dopo, invece tu Hisa mi ricordi un po’ quel misantropo di Ikki-

        Ma cosa stai dicendo capelli a punta? Tu piuttosto sembri quel frignone di Shun!-

        Oh fratello ti prego salvami!!- così dicendo Akira si buttò tra le braccia di Mitsui

        Ecco sei proprio uguale– disse Mitsui divertito dal gioco, Akira alzò i suoi occhi blu fino a fissarli in quelli altrettanto blu del compagno e il cuore di Mitsui mancò un battito, fatto che stava accadendo decisamente troppo spesso per i suoi gusti in quel periodo.

        Hisa volevo dirti una cosa-

Oddio e adesso cosa voleva dirgli Akira? Hisashi non era affatto uno stupido, anzi tutt’altro era un tipo sveglio ed intuitivo ed era evidente che Akira fosse attratto da lui, anzi non era solo attrazione fisica Mitsui “temeva” si trattasse di un sentimento più profondo, lo capiva da come il ragazzo gli sorrideva in un modo speciale riservato solo a lui, dalla dolcezza con la quale si dedicava ad aiutarlo a studiare, dagli sguardi carichi di desiderio che ogni tanto il giovane gli rivolgeva quando pensava che Mitsui non lo vedesse, tuttavia si era sempre comportato da amico, forse un amico particolarmente affettuoso, ma nulla di più.

- Io volevo dirti che… sono fiero di te Hisa di come ti sei impegnato in questo periodo, sono sicuro che supererai i test di ammissione per l’Università-

Ma che coglione cosa si aspettava una dichiarazione? E perché si sentiva deluso?

Akira lo abbracciò stretto appoggiando il capo sulla sua spalla e Mitsui si sentì perso sopraffatto da un’ondata di tenerezza assoluta ricambiò l’abbraccio

        Aki, io… grazie, non trovo altre parole per dirti che senza di te non ce l’avrei mai fatta-

        Sono io che devo ringraziarti, anch’io senza di te, mia preziosa guida dei pub e discoteche della città non ce l’avrei mai fatta a tornare a sorridere, tu sei il mio guru della vita notturna di Kanagawa-

        Tu non sei proprio capace di essere serio eh?-

        Con te no, è troppo bello prenderti… per il culo… in senso figurato intendo- sussurrò al suo orecchio con tono malizioso e sensuale.

Mitsui avvertì un brivido correre lungo la sua spina dorsale, ma non era assolutamente il freddo, il momento di interrogarsi sui suoi sentimenti si stava avvicinando pericolosamente…

Hisashi Mitsui quella sera nel suo letto ripensò ad una serata della scorsa settimana, era stata quella la prima volta che si era sentito attratto fisicamente da Akira, l’amicizia c’era già da tempo, forse da quel pomeriggio che lo aveva consolato dopo averlo trattato male, il rispetto beh quello c’era già dalla prima volta che aveva visto il ragazzo giocare a basket, l’affetto era nato profondo in quell’ultimo periodo di assidua frequentazione, no Mitsui ora si riferiva a qualcos’altro al desiderio puro e semplice alla fiamma che ti divampa dentro quando la persona che vuoi ti sta di fianco.

 

Flashback

 

 Quella sera Hisashi si sentiva strano era seduto di fronte ad Akira nel loro pub preferito, quello del venerdì sera, quando facevano musica live, più che altro rock, il genere preferito di entrambi.

Akira chiacchierava e sorrideva spesso com’era solito fare e dopo un paio di birre i pensieri di Hisa cominciarono a prendere una strana piega “ Però che occhi dolci ha Akira e le sue labbra sembrano così morbide e vellutate e poi… quanto è figo vestito così! La maglia a costine bianca che indossa lascia intravedere gli addominali scolpiti e poi quei jeans a vita bassa, sì me lo vorrei proprio fare!

Oddio oddio oddio un attimo rifacciamo daccapo cosa ho detto? No fortunatamente non l’ho detto l’ho pensato, ma oddio oddio oddio cosa ho pensato? Me lo farei? Io mi sbatterei il mio migliore amico? No questo deve essere un incubo, anzi un sogno un sogno a luci rosse… oh porca puttana mi sto eccitando e sì i pantaloni mi si sono ristretti di colpo in un certo punto, non è possibile io vorrei scoparmi Aki qui e adesso.”

-          Hei Hisa ci sei ancora? Guarda che sono quasi le 2:00 e domani abbiamo gli allenamenti forse è ora di andare!-

 

Fine Flashback

 

-          C’è un’unica spiegazione quella sera ero un po’ brillo e confuso, ma sono certo che non mi ricapiterà io voglio bene ad Akira, ma è solo un amico, già lui è gay, ma io no, fine del cinema, perfetto e adesso che ho convinto la parete della mia camera parlando da solo come un pirla posso anche dormire-

Così dicendo il ragazzo si girò su un fianco e cadde lentamente nel sonno.

 

Qualche mattina dopo Hisashi, uscendo per la solita corsa mattutina, trovò nella propria cassetta delle lettere una busta di colore giallo con stampato il logo dell’Università di *******, si trattava dei risultati dei test di ammissione, o meglio del suo futuro, non aveva il coraggio di aprirla da solo, non poteva, chiuse frettolosamente la porta di casa e così com’era in tenuta da jogging corse come un dannato fino a casa di Akira, Mitsui viveva solo, ma Akira no, fortunatamente però i genitori del ragazzo erano già andati al lavoro, Mitsui infatti piombò di fronte alla villetta come un uragano sudato e trafelato si mise a scampanellare in preda al panico dimentico di qualsiasi regola di buona educazione, Akira che stava ancora dormendo si svegliò di soprassalto e scese ad aprire ancora assonnato, scalzo e con indosso solo i pantaloni ampi del pigiama

-          Hisa, che cazzo vuoi a qust’ora? Dai entra e togli il dito dal mio campanello!-

-          Aki io scusa, ma ecco i test, la busta volevo aprirla, ma se poi, lo so sono un perdente-

Sendoh non aveva capito assolutamente niente di quanto gli stesse dicendo Mitsui, ma la busta che il ragazzo aveva in mano era inconfondibile

-          Sono arrivati anche a te i risultati? Io li ho visti ieri sono stato ammesso– disse il ragazzo con tutta tranquillità, alla fine avevano optato per la medesima università, che vantava una tra le migliori squadre di basket del paese

-          Coraggio che fai non apri?-

-          Aki, ti prego… fallo tu-

Akira prese dalle mani di Mitsui la busta, ne strappò il bordo superiore, scorse velocemente il contenuto della lettera e

        Signor Hisashi Mitsui saremo lieti di averla come nostro studente-

Mitsui non riusciva a parlare, si buttò letteralmente addosso a Sendoh e in preda all’entusiasmo schioccò un sonoro bacio sulle labbra dell’altro ragazzo.

“Ma allora è proprio scemo, stupendo, sexy, sensuale, caldo, sudato, eccitante, ma scemo, mi bacia e cosa crede che io me ne starò qui a fare ancora una volta il buon amico? No è arrivato il momento di guardare in faccia alla realtà, che tu sia pronto o meno Hisa ora ti mostrerò cosa significhi per me”

Sendoh abbracciò Mitsui facendo aderire i loro corpi, gli accarezzò i capelli, fece scivolare una mano dalle sue scapole fino ai fianchi in una sensuale carezza e senza indugiare oltre lo baciò, un bacio vero caldo, umido, passionale, uno di quei baci che non potevano essere equivocati, che erano solo l’inizio.. una promessa di quanto sarebbe avvenuto dopo.

Hisashi non aveva riflettuto, aveva agito d’istinto prima buttandosi tra le braccia di Sendoh, senza valutare le conseguenze del suo gesto, ma lo sguardo dell’altro ragazzo, quegli occhi blu, appannati dal desiderio… aveva sentito il torace nudo dell’altro ragazzo premere contro la stoffa leggera della maglietta che indossava, il profumo della sua pelle e poi la sua mano sulla schiena, le  labbra, la  lingua, i gemiti non sapeva nemmeno di chi.

La mano di Sendoh scese ancora più in basso accarezzando le natiche di Mitsui avvicinandolo ancora di più a se, per fargli sentire la sua eccitazione premere contro la stoffa leggera del pigiama.

-          Akira, cosa… no hai sbagliato, io non… noi siamo amici Aki …mmm… smettila…-

Mitsui allontanò da se il corpo dell’altro giocatore, si accorse di essere visibilmente eccitato, ma come lui non era gay, non gli erano mai piaciuti i ragazzi, ma cosa significava tutto questo?

        Akira io devo andare-

 

Fine cap. III

 

 

Mitsui corse di nuovo come un pazzo fino a casa sua, entrò si spogliò e si buttò sotto la doccia, ma sentiva ancora nelle narici il profumo inebriante della pelle di Sendoh, il tocco dolce, ma possessivo delle sue mani, la sua bocca, il suo sesso duro premere contro il proprio.

        Merda che casino, io ho paura, non so più chi sono, cosa voglio, io voglio… Aki…-

Intanto Sendoh buttato di traverso sul divano con le mani premute sugli occhi imprecava contro tutto e tutti, e adesso cosa doveva fare cambiare ancora a scuola, iscriversi al Kainan e che ne so provarci con Jin, chissà mai forse lui era un gay convinto… no lui voleva solo una persona e quella persona era Hisashi Mitsui, era il suo lui, la sua anima gemella, loro erano fatti per stare insieme, sì ma cosa poteva fare? Aveva bisogno di un consiglio, di qualcuno che capisse la situazione delicata, ma certo il tensai, lui stava con la volpe artica, conosceva bene Mitsui, era perfetto.

Prese il cellulare e compose il numero di Hanamichi

-          Pronto–

-          Ciao Hana, sono Akira, scusa se ti disturbo, ma ho bisogno di parlarti di una questione personale, posso passare da te?-

-          Ok ti aspetto-

Circa mezz’ora dopo Akira raccontò ad Hanamichi tutto dall’inizio, dall’episodio della palestra in poi il suo rapporto con Mitsui.

Hanamichi ascoltò attentamente il racconto dell’altro ragazzo, visibilmente in ansia, quando Sendoh ebbe terminato, gli appoggiò una mano sulla spalla

        Akira ascoltami attentamente, voi siete miei amici e voglio bene ad entrambi, ma il teppista è uno zuccone, senza che tu venissi a raccontarmi avevo capito benissimo che tra voi c’è qualcosa, Mitsui è solo spaventato, probabilmente non si era mai sentito attratto da un ragazzo, ma credimi quello che provi tu lo prova anche lui, io l’ho beccato negli spogliatoi lanciarti certi sguardi inequivocabili e correre sotto la doccia girandolo la manopola sull’acqua fredda, io lo so perché ci sono passato con Rukawa, e figurati ero io a non voler accettare di essere diverso, tu hai un carattere deciso e solare, invece il teppista sotto sotto è un fifone, ma credimi io lo conosco, sta solo aspettando che qualcuno gli sbatta in faccia la verità, come quando è rientrato in squadra, credo che tu debba solo diciamo dimostrargli di essere attratto da te, devi convincerlo e sono sicuro che Akira Sendoh è un tipo convincente, non so se mi spiego, ma se fossi in te andrei a casa sua usando argomenti…molto persuasivi, Mitsui non aspetta altro…-

        Grazie genio, credo di aver capito-

 

Il ragazzo tornò a casa, non era mai stato così deciso in tutta la sua vita, si sentiva pronto a rischiare il tutto per tutto, avrebbe fatto qualsiasi cosa per far capire all’altro ragazzo cosa c’era veramente fra di loro. Si preparò con cura, indossò un paio di jeans chiari strappati vicino al ginocchio e dietro una coscia, una camicia azzurra dal taglio sportivo, e si diresse a casa di Hisashi, davanti all’abitazione fece un lungo respiro e poi suonò il campanello, Mitsui aprì la porta, non si aspettava di trovare Akira, non dopo come si era concluso il loro precedente incontro.

-          Hisa fammi entrare ti devo parlare –

Mitsui si scostò leggermente per far passare l’altro ragazzo e richiuse la porta alle sue spalle senza dire nulla.

-          Ok, adesso ti chiedo solo un favore, se non altro perché fin’ora siamo stati davvero amici, siediti su quel divano e ascoltami, senza interrompermi, puoi fare questo per me Hisashi?-

Mitsui obbedì si sedette sul divano, le gambe accavallate e le braccia conserte.

Sendoh invece rimase in piedi di fronte a lui, e cominciò a parlare

-          Vedi per me non è facile, credimi se fossi sicuro di non avere nessuna possibilità non sarei nemmeno qui ora, ma non è  così, lo so, lo sento. Hisashi… io… ti amo, e non lo dico così per dire, io non mi sono mai sentito così… perso per un’altra persona all’inizio credo si trattasse di semplice attrazione fisica, ma poi ho scoperto che c’era dell’altro, io sento il bisogno costante di averti vicino, mi preoccupo per te vorrei vederti sempre felice–

-          Aki, cazzo anch’io ti voglio bene, mi piace stare con te e vorrei vederti felice, ma è perché siamo amici!–

-          Credimi Hisa io non vado in giro a baciare i miei amici con la lingua né mi viene voglia di scoparmeli, e adesso guardami e dimmi che anche tu non eri eccitato stamattina, che non avresti voluto andare oltre-

-          Io… io non lo so… non so più niente-

-          Lascia che ti dimostri che in realtà hai solo paura di scoprire ciò che vuoi, anzi quanto… mi vuoi-

Il ragazzo cominciò a slacciare uno a uno i bottoni della camicia, puntò i suoi occhi blu in quelli dell’altro

-          Aki ma che?-

Iniziò a passare le mani sul proprio torace muscoloso, inumidì con la saliva la punta dell’indice prima di passarselo sui capezzoli, gemendo per il piacere, buttò la testa all’indietro e con movimenti sensuali tirò fuori la propria camicia, ora completamente aperta dai jeans. Poi con lentezza esasperante slacciò i pantaloni, prima il bottone e poi aprì la cerniera, quindi fece scivolare a terra la camicia e rimase così a dorso nudo con i pantaloni aperti davanti a Mitsui che guardava rapito e incredulo lo spettacolo che gli si parava davanti.

Ma Akira Sendoh non aveva la minima intenzione di fermarsi lì, chiuse gli occhi e iniziò ad infilare una mano nell’elastico dei boxer poi li abbassò e si accarezzò il pene ed i testicoli con movimenti lenti, infine riaprì gli occhi resi ancora più scuri dall’eccitazione ed iniziò a masturbarsi ansimando per il piacere.

Mitsui si sentiva i pantaloni della tuta tirare, non aveva mai avuto un’erezione simile, Akira capì che quello era il momento, continuando a toccarsi si avvicinò a Mitsui sedendosi a cavalcioni sulle sue gambe prese una mano del ragazzo e la strinse attorno al suo sesso duro

-          Hisa… continua tu–

Mitsui non se lo fece ripetere, continuò quello che Akira aveva interrotto, intanto quest’ultimo iniziò a passare la lingua sul collo di Mitsui, poi sul mento, sugli zigomi, sulle labbra, lentamente, ripetutamente, Hisashi aprì la bocca e sentì la lingua del compagno entrare nella sua bocca esplorandone ogni anfratto con bramosia, rispose al bacio con passione succhiando la lingua di Akira come sa da quello dipendesse la sua stessa esistenza.

A questo punto Akira si rialzò in piedi per togliersi jeans e boxer quindi si inginocchiò sul tappeto davanti a Mitsui che si tolse con un unico fluido movimento la canottiera, Akira tracciò una scia umida di baci lungo il torace dell’altro ragazzo, quindi lo fece sollevare per sfilargli i pantaloni della tuta e la biancheria

-          Hisa… sei… bellissimo– si abbassò depositando una serie di baci all’interno delle cosce di Misui

-          Ah… Aki… sì…- passò la lingua sulla punta del pene di Mitsui poi lo guardò

-          Hisa, cosa vuoi che ti faccia? Devi dirmelo-

Quello era il momento di scegliere, Akira aveva rischiato il tutto per tutto ed ora toccava a lui, se fosse andato ancora oltre non sarebbe più potuto tornare indietro

-          Akira io voglio che tu lo prenda tutto in bocca, voglio che tu mi faccia impazzire dal piacere e anch’io voglio farti godere, questo è quello che voglio più di ogni altra cosa-

Sendoh sorrise e poi fece quello che il suo ragazzo gli aveva chiesto iniziò a pompare al ritmo che Hisashi gli dettava muovendo i fianchi e gemendo con le mani appoggiate tra i suoi capelli

-          Aki… io sto per…-

Sendoh si fermò

        Non ancora amore mio–

Hisashi aveva le mente annebbiata per il desiderio, ma non tanto da non capire come Akira l’aveva chiamato, amore mio, che meraviglia, questo momento era ciò che aveva sempre sognato, desiderato, quello che mancava alla sua vita per essere felice, lui era venuto al mondo solo per aspettare che Akira Sendoh lo chiamasse amore mio.

Intanto il ragazzo prese la mano di Mitsui e iniziò a infilare in bocca le dita una a una umettandole abbondantemente di saliva poi si girò carponi, Mitsui scivolò giù dal divano, si posizionò dietro Sendoh, fece scivolare una mano davanti fino ad arrivare a prendere il membro eretto del compagno iniziando a pompare con movimenti lenti, ma decisi, quindi lo penetrò dapprima con un dito, poi con due movendole all’interno del corpo del compagno aprendolo con delicatezza. Akira stava godendo come mai gli era capitato in vita sua

        Hisa, non ce la faccio più ad aspettare, prendimi adesso-

Mitsui appoggiò il pene all’apertura del compagno e si spinse all’interno del suo corpo con un movimento fluido. Poi ci fu spazio solo per i gemiti, i sospiri

-          Ancora più forte, di più… dentro… sì… spingi–

Mitsui fece sollevare leggermente Akira per penetrarlo ancora più in profondità continuando a masturbarlo con forza

-          Così ti piace, lo senti? Stai godendo?-

-          Sì Hisa… scopami… forte, non smettere… ti prego… non smettere mai-

Con un’ultima potente spinta vennero entrambi uno nel corpo del compagno, l’altro nella sua mano.

Mitsui uscì delicatamente da Akira e poi si buttò esausto sul tappeto tirandosi Akira addosso

-          Aki sei un meraviglioso, sensuale, dolcissimo maniaco sessuale e io ti amo da impazzire-

-          Anch’io sono felice, Hisa stringimi forte e non lasciarmi andare-

-          Mai Aki, io non ti lascerò mai andare, non potrei–

Si addormentarono in un groviglio di braccia e gambe, non si capiva nemmeno dove finisse il corpo di uno per cominciare quello dell’altro.

Finalmente si erano trovati, il filo rosso che li univa non si sarebbe mai spezzato, né impigliato altrove, anzi il tempo avrebbe reso il loro legame ancora più forte.

 

OWARI




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