Il figlio della luna

parte I

di Akane-chan

 

Capitolo 1- La premonizione

Sulla divisa da basket c’era scritto “ Michael Jordan”, ma poi sull’etichetta la verità veniva a galla sotto forma di noticina in caratteri minuti che precisava : “Prodotto in Giappone - Laboratori Osawaka-Kanagawa”.

Così si spense subito il sogno fugace che aveva avuto Hanamichi di giocare non solo negli Stati Uniti, ma addirittura di giocare come il mitico Michael Jordan, a questo punto non aveva più voglia di comprare quella divisa.

In fondo non avrebbe mai potuto illudersi di poter diventare un’altra persona, pronto a vivere una mattina totalmente diversa. Ma comunque aveva bisogno di comprare uan divisa nuova per l’allenamento, la sua l’aveva strappata e così era andato nel negozio con la madre e il fratellino prima di scuola

_ Allora, caro, hai deciso quale prendere?_

Hanamichi posò la divisa di Jordan e prese alcune divise di poco prezzo che erano poco distanti da li

_ Devo ancora vedere come mi stanno_ e così dicendo prese una divisa rossa e un’altra blu  e si diresse verso i camerini di prova. Indossò prima la divisa rossa. Gli stava davvero bene ed era delle stesso colore dei suoi capelli. Si i suoi capelli. L’unica cosa che lo distingueva dalla massa…oltre all’altezza si capisce

_ Cominci a piacere alle ragazze, Hana-chan, se non fosse per quei capelli_ gli aveva detto il suo migliore amico Mito

Ma ad Hanamichi non interessava, se le ragazze lo volevano dovevano accettarlo per quello che era

_ Allora Hanamichi_

_ Eccomi, ora esco_

_ Sta per succedere_ disse una voce

_ Che cosa sta per succedere?_ domandò Hanamichi prima di accorgersi che quella voce aveva parlato dentro di lui, non in un qualche punto del camerino.

“ È una premonizione” pensò Hanamichi con un tuffo al cuore. Già gli era capitato di averne: non spesso, ma così intense da non potersele più dimenticare. E ogni volta, ricevuta una tale premonizione, si era illuso di poter fare qualcosa per modificare o scongiurare lo sviluppo degli eventi: ogni volta, invece le cose si erano rivelate incontrollabili. La premonizione si limitava ad avvertirlo, come se volesse prepararlo a farsi forza per un futuro, imprecisato accadimento. Comunque facendosi forza uscì dal camerino

_ Sei bellissimo Hanamichi, sembri un vero giocatore_

_ IO SONO UN VERO GIOCATORE!!! Io sono il Genio del Basket!!!_

_ Lo so figliolo,ma adesso va a cambiarti che dobbiamo andare a scuola_

_ Ok_

Hanamichi si infilò nuovamente nel camerino e si guardò per un’ultima volta allo specchio

_ Non sono poi così male_ si disse sforzandosi di pensare ad altro, nella speranza che la premonizione si arrendesse e filasse via. Ma l’immagine che compariva allo specchio non lo soccorse affatto. Anzi guardandola Hanamichi fu scosso da un’inquietante terrore. Certe piccole alterazioni sono più inquietanti di quelle vistose.Se gli avessero chiesto come faceva a sapere che quel riflesso nello specchio non era il suo, non avrebbe saputo indicare alcun dettaglio estraneo ai suoi lineamenti; i capelli erano i suoi, ed anche gli occhi. Eppure malgrado tutto, quella faccia non era la sua faccia, poiché sapeva cose che lui ignorava: se ne stava lì a ricambiargli sguardo, come fissandolo da chissà quale luogo misterioso, brulicante di paure e di piaceri, che lui non era in grado di riconoscere completamente. Non aveva dubbi. Era il futuro, quello: e non solo lo preavvertiva, ma al tempo stesso cercava di adescarlo e lusingarlo

_ Piantala_ disse ad alta voce, perché era spaventato, e quand’era spaventato spesso diventava aggressivo. Sbatté le palpebre più volte e scosse la testa, e quando tornò a guardare, eccolo di nuovo normale: capelli rosso fuoco, occhi grandi e nocciola, pelle scura, tutti aspetti che lo distinguevano dalla madre e dal fratellino che avevano occhi e capelli scuri e pelli diafana. Finì velocemente di vestirsi e uscito diede al divisa da comprare alla commessa che si allontanò verso il bancone. Hanamichi allora si avvicinò alla madre e…

_ Mamma, ho avuto una premonizione! E guarda che parlo sul serio, una vera premonizione_

_ Che vuoi dire?_

_ Mi sono guardato allo specchio, e di colpo la mia immagine è diventata più vecchia_

_ Aspetta di avere la mia età,e  ti succederà tutte le mattine_

Hiroshi si attaccò ai vestiti della mamma stringendo tra le mani il suo Fuji (uno straccetto di coperta simile a quello di Linus di Snoopy) li guardava con occhi sgranati, come se la madre e il fratello stessero eseguendo un numero da circo per il suo  esclusivo divertimento

_ C’è qualcosa che non va mamma: qualcosa di strano!_ insisté Hanamichi in tono patetico _ Credo che sarebbe meglio per me che non uscissi oggi. Vorrei starmene a casa al sicuro_

_ Il casa di Giovedì!_ gridò la signora Sakuragi facendo girare quasi tutto il negozio_ Ma ti da di volta il cervello, Hana-chan? Mi serve troppo il tuo aiuto, oggi. È il giorno in cui il negozio chiude tardi, e chi ci penserebbe a prendere Hiroshi dalla baby-sitter, portarlo a casa, dargli la cena e leggergli una fiaba per farlo addormentare? Oggi vai a scuola ma salti gli allenamenti come al solito, il giovedì mi servi!_

_ Ma io non poso scegliermi il giorno_ la voce di Hanamichi cominciava ad inclinarsi _ È il giorno a scegliere me!_

_ Il giovedì non ha il permesso di sceglierti_ dichiarò con fermezza Aya Sakuragi , come se potesse controllare il destino semplicemente rifiutando di accettare i lati più assurdi _ Cerca solo distare molto attento, non ti serve altro. Guarda bene a destra e a sinistra prima di attraversare la strada. E tieniti alla larga teppisti!!!_

_ O mamma non è così semplice_ protestò il rossino_ È uan premonizione che riguarda qualcosa di grave. Tu non sai com’è!_

_ Me lo dirai più tardi_ e così dicendo la signora Sakuragi pagò la divisa ed uscirono tutti e tre da qual negozio.

Hanamichi sapeva che non gliel’avrebbe più spiegato. Era una condizione che non si poteva descrivere. Gli altri dovevano fidarsi di lui anche s forse era chiedere troppo.

_ Dov’è il tuo cestino Hiroshi?_ domandò Aya, e Hiroshi corse a prenderlo nel negozio, lo aveva dimenticato dentro: conteneva un maglioncino pulito, un ricambio di mutandine, gli album, i libri della biblioteca, il suo speciale fumetto sulle tigri e Rosebud, un sorridente coccodrillo di feltro, tutto rosa. Scrupolosamente pregò Fuji e lo adagiò su questi suoi preziosi averi

_ Andiamo!_ disse Aya _ pronti a dare il nostro consueto spettacolo stradale? Mi auguro che tu stia bene in forze Hana-chan, perché sento che la macchina avrà qualche difficoltà ad avviarsi stamattina_

_ Tanto per cambiare?_ domandò Hanamichi con educato sarcasmo, perché la macchina esibiva difficoltà ad avviarsi tutte le sacrosante mattine, senza eccezioni

_ Ha la batteria scarica: dovrei farla ricaricare. Ma probabilmente ne serve una nuova_ spiegò Aya _ E come faccio? Costano un occhio_ digrignò i denti in una fitta dolore finanziario _ Niente paura! Una volta avviata, marcia che è un piacere. Pensa a Hiroshi, Hana-chan. Non vorrei che si infilasse chissà dove_

Hanamichi ammirava l’eroismo con cui Aya si presentava in strada ogni mattina e appoggiava tutto il suo peso allo sportello socchiuso della macchina, costringendosi a spostarsi centimetro dopo centimetro : anche spingendo un’automobile Aya riusciva a conservare un aspetto elegante e aggraziato, con quel suo sorriso orgoglioso e i neri capelli che le ribollivano attorno alla testa. Il breve tratto di strada che portava allo Shohoku era in leggera pendenza: dapprima impercettibile e poi via via più  accentuata. Il trucco stava nel far muovere la macchina, saltarci dentro a volo e ingranare la marcia nel punto più ripido, cosa che Aya eseguì puntualmente, come aveva fatto molte volte.

_ Tutto regolare!_ disse Aya _ L’ ho fatto tante di quelle volte!_

_ Ma non in un giorno con la premonizione!_ gridò Hanamichi _ Per un attimo ho pensato che potessi cadere sotto le ruote e finire spiaccicata!_

_ Tu e le tue premonizioni!_ Aya parlava con affetto, ma in una sorta di vezzeggiamento scherzoso, come se si rivolgesse ad Hiroshi e non ad Hanamichi, che aveva sedici anni e meritava un tono decisamente diverso

_ Benissimo! Non credermi!_ ribatté Hanamichi_ Non te ne faccio una colpa, intendiamoci, ma sappi che è vero, punto e basta. È come se nella mia mente si accendesse tutto. Le premonizioni tu non hai idea di come si presentano. Per prima cosa è come se tutto cambiasse aspetto…le cose smettono di fluire e agganciarsi tra di loro e restano separate: un po’ ridicole magari, ma fanno una paura tremenda. Il mondo diventa tutto fortuito, tutto è affidato al caso…È come avere una casa che ti sembrava stare in piedi perché poggiava su qualcosa, e di colpo ti accorgi che non c’è niente che la tocca, da nessuna parte: tutta disgregata, senza puntelli, senza niente che la tenga insieme_ Abbassò la voce_ Quel sabato in cui papà ci ha lasciati…beh anche allora avevo avuto una premonizione_

_ Non avresti potuto far nulla lo stesso Hana-chan, non ci sarebbe stato comunque il tempo_

_ E un’altra premonizione, l’ ho avuta quando ho conosciuto Kaede Rukawa_

_ Kaede Rukawa!_ esclamò Aya, scoppiando in una risatina divertita_ Cosa mai ci sarà, in quel povero ragazzo, che esige una premonizione? È come essere messi in guardia da Cappuccetto Rosso invece che dal lupo… Non è lo studente più amato della scuola? Ordinato tranquillo, inappuntabile, silenzioso, sempre in giro con quel pallone da basket. Un tantino noioso se proprio vogliamo…_

Aya era ingiusta con lui, o quanto meno poco caritatevole, ma in fondo non era colpa sua: poteva basarsi solo sulle informazioni che le dava Hanamichi.

Kaede Rukawa si era trasferito a Kanagawa poco più di un anno e mezzo fa, sebbene sua madre abitasse nella zona fin dall’infanzia. Anzi, faceva parte della storia locale: la sua famiglia stava lì ancora prima che il nome Kanagawa comparisse sulla mappa del Giappone; prima che la città si espandesse a macchia d’olio, fino ad insinuarsi tra i contrafforti della catena di colline.

Gli amici che conoscevano da anni la famiglia dicevano che Hiyuki Rukawa non si era mai sposata, e non si spiegavano la presenza di Kaede se non per dire che era suo figlio, aveva diciassette anni, gli piaceva studiare e giocava in una squadra professionistica di Basket. In classe si comportava bene, era sempre silenzioso, o meglio dormiva sempre, ma quando era sveglio non sapeva trattenersi da dare risposte ironiche o addirittura impertinenti: ma non era certo uan cosa impensierire Hanamichi, che con lui aveva scambiato si e no uan mezza dozzina di parole. Una cosa però era impossibile da descrivere: lo straordinario sorriso con cui accompagnava le sue parole, un sorriso rivolto soltanto a lui. (lo so che stavolta ho esagerato con la fantasia Kaede non sorriderà mai nella realtà ma questa è un’ AU e quindi può succedere tutto NDAkane). Quando parlava di Kaede con la madre, Hanamichi non aveva mai accennato a questo sorriso né alla ragione per cui sorrideva così.

Anche adesso esitava a parlargliene e approfittando della pausa, Aya si sentì in dovere di aggiungere:

_ Se non c’è nulla di più allarmante di Kaede Rukawa, nelle tue premonizioni, non vedo perché mai tu debba preoccuparti_

Via via che Hanamichi e Aya si avvicinavano alla scuola, vedevano marciapiedi sempre più brulicanti di uniformi scolastiche, tutte orientate nella stessa direzione. Hanamichi sapeva che un mucchi di persone disdegnavano quel quartiere, ma lui ci si era affezionato e certe volte l’amava proprio per le cose che gli altri contestavano: perché era nuovo e grezzo allo stesso tempo, aspro e pieno di vandali che con le bombolette di vernice spray imbrattavano i muri delle più bizzarre scritte. Di notte le strade si facevano pericolose, ma spesso a lui piaceva quel sottile, tagliente confine di rischio come in agguato dietro la rassicurante porta di casa. Tutte queste cose gli scorrevano nella mente in fulminea successione, mentre si preparava ad informare sua madre di uan cosa che sapeva da tempo, ma che non aveva mai detto a nessuno

_ Kaede Rukawa è una strega!_ disse_ Non lo sa nessuno a parte me_

Aya non scoppiò a ridere né disse di non fare lo sciocco. Sapeva riconoscere le cose serie, anche mentre era impegnata a circumnavigare i bidoni di nafta, ritti come un anello magico nel bel mezzo della strada

_ Hana-chan, neanche a pensarci tutto il giorno non so se potresti venirtene fuori con una strega più improbabile del povero Kaede Rukawa_ disse infine_ Tanto per cominciare è del sesso sbagliato, anche se in questi giorni non-sessisti la cosa non dovrebbe contare poi molto; ma da quanto riesco riesco a capire è una dei ragazzi più corretti e noiosi della scuola, mi sembra che sia anche un “prefetto”, se ricordo bene, ( per chi non sapesse cosa sia un “prefetto”, è uno degli studenti Anziani cui si da l’autorità di mantenere l’ordine e la disciplina nell’istituto NDAkane)…Naturalmente_ aggiunse con una nota di entusiasmo nella voce_ se mi avessi menzionato sua nonna Azusa, o anche la madre…beh, la storia cambierebbe. Potrebbero benissimo essere delle streghe, ma diciamo che hanno quel tipo di stravaganza che dà loro la classe. Intendiamoci_ aggiunse prima che Hanamichi potesse intervenire_  proprio non riesco ad immaginarmele a tirar su un ragazzo di diciassette anni…La vecchia Azusa diventa ogni giorno più matta e Hiyuki vaga con lo sguardo perduto nel vuoto, come se vedesse solo l’indomani o il dopodomani e il presente non esistesse. Ma il ragazzo mi sembra normale, come il resto di voi…_

_ Hai finito?_ chiese Hanamichi_ Sta a sentire…io so tutto di Kaede Rukawa! Nessuno se ne accorge, a parte me. Mamma, ma proprio non vedi che è come un annuncio pubblicitario della TV, fatto per adeguarsi all’idea che la gente ha in testa e non alla vita reale? Anche quando fa qualcosa di sbagliato, pare quasi che lo stia spuntando su una specie di diario scolastico_ “20 novembre. Nota bene: pensare a qualcosa di sbagliato!”. E nessuno se ne accorge, a parte me. Ma lui sa che ho capito tutto, sia ben chiaro!_

_ Non mi hai accennato a niente del genere, prima di d’ora_ disse Aya_ Non puoi darmi colpa, se ho dei dubbi_

_ L’ ho sempre saputo!_ continuò Hanamichi_ Ma so anche che non ha intenzioni maligne. Si nasconde, ecco cosa fa. Vuole semplicemente essere lasciato in pace. Non ha mai esercitato le sue arti magiche. Vuole starsene in pace. È uno che è, non uno che agisce_

Aya non era certo il tipo che si lasciva confondere da dichiarazioni come queste. Qualche volta le faceva pure lei

_ Ricordo di averlo visto un giorno in negozio, a comprare due romanzetti d’amore_ disse pensosamente_ Se n’è rimasto per un po’ a leggere i finali, con aria piuttosto perplessa, e poi li ha comprati entrambi_

_ A quanto pare ne va matto!_ annuì Hanamichi in tono sprezzante. Come poteva un ragazzo leggere quella roba_ L’ ho visto uan volta mentre ne leggeva uno sulla terrazza. Non si comporta da strega, ma so che lo è_

C’erano molte altre cose che non disse, sul conto di Kaede Rukawa, perché erano troppo incerte da descrivere, incluso il fatto che talvolta, sapendosi riconosciuto, gli lasciava intravedere un’altra faccia di se: non la mite, gentile faccia di tutti i giorni, ma un’altra, che lui trovava eccitante perché appariva pericolosa

_ So che cavalca una moto, non una scopa!_ osservò Aya, increspando le labbra in un sorrisetto ironico

_ Una Vespa!_ confermò Hanamichi, sospirando_ Lo sapevo che non mi avresti creduto!_

_ Hana-chan come faccio?_ chiese Aya, fermando l’auto al cancello della scuola_ Non le ho mai capite le tue premonizioni…devi essere onesto… finora me ne hai parlato solo dopo che era accaduto qualcosa, non prima. Ma una cosa la so per certo: devo assolutamente spicciarmi, se no arrivo tardi al lavoro, e non vorrei trovarmi il signor Yushiko sulla soglia, tutto nervoso. Bene… Hanamichi, mi raccomando, sta attento a te stasera, e attento a Hiroshi…non si sa mai…

Si congedò con un rapido bacio affettuoso e se ne andò. Sakuragi si ritrovò tutto solo, ad affrontare il giorno che gli ansimava addosso con una pesantezza rancida e dolciastra, con un vago sentore di menta vecchia che gli fece venir voglia di vomitare sul ciglio del marciapiede, ma strinse le labbra e continuò il cammino

_ Sbrigati Sakuragi_ disse il “prefetto”, al cancello. Era Kaede Rukawa in persona a controllare che chi entrava in bicicletta lo facesse in maniera sobria senza sterzare inutilmente, o invadere il sentiero_ Ha già suonatola prima campana!_

Aveva occhi blu Kaede, con la curiosa caratteristica di diventare neri se li guardavi di profilo. A molti parevano del tutto affidabili, ma secondo Hanamichi non davano la minima sicurezza: erano occhi insidiosi, ingannevoli e sotto la loro superficie blu profondo celavano gallerie, scalinate, labirinti di specchi, nessuno dei quali conduceva in luoghi che si potessero riconoscere.

E ora Kaede e Hanamichi si scambiarono uno sguardo, sorridendo ma non per amicizia. Sorridevano per una sorta di astuzia reciproca e il segreto condiviso da entrambi guizzò come un lampo dall’uno all’altro occhio. Poi Hanamichi varcò il cancello, gettandosi coraggiosamente nella bocca del giorno, in quelle sue fauci spalancate dove doveva entrare malgrado tutte le premonizioni. Senti lo schiocco delle fauci su di lei e seppe di essere stata inghiottita. Con occhi spalancati guardò il giorno che gli allargava davanti la sua stranezza e poi piano piano affondava, mentre il suo orrore si faceva più esile e piumoso. Il mondo tornava di nuovo a fluire e la premonizione divenne una memoria, fervidamente dimenticata perché era inutile ricordarla. La premonizione era venuta. Lui l’aveva ignorata. Non c’era altro da dire.

 

Ho finito finalmente il primo capitolo e sono stanca morta non credevo venisse così lungo…spero vi sia piaciuta questa trasfigurazione di Hanamichi e Rukawa…devo avvertire i lettori che questa opera non è solo frutto della mia santa manina e del mio pazzo cervello ho preso spunto da un libro che lessi quando era molto piccolo cioè quando avevo 8 anni …adesso ne ho 17 fate voi il conto…cmq spero vi sia piaciuto e …COMMENTARE PLEASEEEEEEEEEEEEE

 

Note: Hanamichi, Rukawa & Co. non appartengono a me, ma al grandissimo Inoue ,”la figlia della luna” alla grande Margareth Mahy…io ho solo fuso le due cose, subendo l’ira di entrambi ^_^

Oddio sono arrivata oltre i  90 lettori “o mio dio” svengo………Finalmente sono riuscita ad aggiornare almeno una delle mie fic…ma sapete sta per iniziare la scuola e io purtroppo sto studiando ç_ ç