Il fantasma di Jody parte I di Sappe
In una tranquilla cittadina inglese il vento spazzava via svogliatamente
le foglie dai viali. Questa danzavano sotto la leggera guida della
brezza primaverile, e andavano a posarsi sull’erba fresca dei
giardini appena tosati dei parchi pubblici. Un uomo sulla
cinquantina era intensamente occupato a raccoglierle, e ogni tanto
si fermava per asciugarsi la fronte. I bambini più mattinieri già
correvano come scalmanati cercando di sfuggire ai rimproveri delle madri
e delle nonne che li controllavano, e andare a divertirsi.
Là, in fondo alla strada, un solo posto non usufruiva della calda luce del sole: la vecchia villa dei Black
era buia e tetra, e i passanti che si trovavano a doverla sorpassare
affrettavano il passo. Si diceva in giro che là vivesse un
fantasma, il fantasma di un ragazzo di nome Jody, e il suo spirito non
trovasse la pace perché era stato ucciso da sua madre, presa da
un attacco isterico che, dopo avergli inflitto sette coltellate al
petto uccidendolo, lo aveva tagliato in sette parti e nascosto per la
casa in
sette posti diversi. I coraggiosi non vi si addentravano, e chi lo
faceva poteva essere solo chiamato… FOLLE.
Jeff e Andrew erano due normalissimi ragazzi omosessuali e si volevano
bene.
Andavano a scuola insieme e per questo motivo non si erano mai
dichiarati, ma erano molto amici. Un giorno, nascosti nei bagni
scolastici a fumare di nascosto una sigaretta con altri amici,
Fredrick, Micheal e Terence, saltò fuori un discorso strano…
“Voi sapete mantenere un segreto?” Fredrick assunse un’aria
sinistra mentre pronunciava quelle parole. Gli altri annuirono in
silenzio.
“Io e Terrence vogliamo andare alla villa dei Black”
“Che siete matti?” Andrew odiava i posti umidi “Lì ci vanno solo i cannati, magari per prendersi un po’ di roba da uno spacciatore di turno, e le coppiette per trombare. E io non voglio fare nessuna di quelle cose!” “Inoltre…” Micheal era il più cacasotto e non voleva rischiare “…Dicono che ci fanno i riti satanici. Io non voglio trovare qualche gatto morto o stronzate del genere!” “Ragazzi, ragazzi…” Jeff assunse un’aria spavalda “…Fred e Terry…” “Non ti azzardare a chiamarmi così, stronzo” “…Ok, ok non te la prendere… Dicevo che Fred e Terence hanno ragione. Insomma, e che cazzo! Abbiamo tutti quindici anni e nessuno di noi ha mai sgarrato al di là delle sigarette e un paio di cazzutissime birre… E’ tempo di dimostrare che noi siamo veri uomini con una vera prova di coraggio! Sì, è così! Allora io dico di andarci di notte!” “Guarda che l’idea di partenza era proprio quella,coglione” “Oh boddo, vuoi le botte? Mica l’avevate detto no?” Fred incrociò le braccia sul petto imprecando contro gesù e il budello della mamma di Jeff. Jeff fece finta di nulla e continuò “Allora, chi ci sta per stanotte?” tutti alzarono la mano, tutti tranne Andrew “Non mi guardate così. Io non ci vengo punto e basta.” “Dai Andy, non fare il cacasotto. Ci viene pure Micheal, che è cacasotto più di te!” “Oh, che hai detto?” “Quello che hai appena sentito, scemo” Jeff e Micheal si
picchiarono per un po’ scherzando, poi tutti gli occhi vennero
puntati nuovamente su Andrew “Oh no eh? Io ho detto di no voi fate
quel che cazzo vi pare. Io non ci vengo.”
Gli ci volle molto per convincerlo, ma alla fine Jeff, lo prese da
parte, gli parlò in modo così dolce, dicendogli che non c’era
niente da aver paura e affermando che lo avrebbe protetto lui da
qualsiasi fantasma, che non sembrava neanche più lui e Andrew si
lasciò convincere. In fondo, che sarebbe mai potuto accadere?
Continua...
|