Today is Ria day...buon compleanno
Ria!!!
Grazie per tutto ciò che fai per noi, saremmo perse senza di te, sei grande!!!
Un enorme ringraziamento anche a Violet, che è stata nostra complice per questo regalo^^
Il disegnatore di doujinshi
di Hymeko
La pioggia picchiettava leggera i suoi abiti, infradiciandoli e modellandoglieli addosso, un velo sottile che mascherava, rivelando, le sue forme. L’odore dell’asfalto bagnato si mischiava a quello della terra, inebrianti nel loro complesso delirio.
Correndo sotto l’acqua, si sentiva libero. Il liquido gli scorreva addosso, rigandogli la pelle di tracciati trasparenti. Si sentiva davvero libero…i suoi sensi dilagavano, assaporando ogni attimo di quella corsa sfrenata, immedesimandosi totalmente con ciò che sorpassava. Pedoni, stazioni della metro, vetrine scintillanti dei negozi, colmi di gente appena uscita dagli uffici…tutto si fondeva con uno sfondo dai tenui color pastello, quasi invisibili…solo la strada di fronte a lui aveva importanza…correre, correre fino a sfiancarsi, essere libero…
Così lo evitò, scartando di lato…quasi lo sentì arrivare, anche da oltre la siepe.
E mentre la testa si voltava verso di lui, gli occhi di zaffiro si spalancarono, turbati. Sulla pelle di bronzo, perfetta a meno di una loro rissa, iniziavano a scurirsi ombre violacee, mentre l’acqua, impietosita, ripuliva i tagli sul suo viso.
Il suo corpo si bloccò, l’energia improvvisamente svanita, come se un sole improbabile l’avesse fatta evaporare, assieme all’acqua che non sentiva più cadergli addosso.
"S-Sakuragi?"
Hanamichi alzò il volto, riemergendo dalla sorta di coma in cui sembrava essere caduto…il cuore del volpino sussultò, vedendo una lunga striscia rossa rigargli l’altro lato della faccia, dalla tempia fino al mento.
"Volpino…ti sei addormentato da qualche parte, prima che iniziasse a piovere, eh? Sei bagnato come un cucciolo dopo un tuffo…ti beccherai una polmonite!"
"Idiota"
La rabbia s’impadronì di Rukawa…quello scemo si preoccupava della sua salute, mentre sembrava non accorgersi delle sue condizioni pietose. Non poteva lasciarlo lì così, alla furia dell’acqua…quel cretino sarebbe morto, se non l’avesse aiutato.
"Andiamo, carciofo!"
ringhiò, afferrandolo per un polso e trascinandolo via, incurante delle deboli proteste che quella bella voce creava.
"Rukawa dove mi porti???!!!"
I loro piedi distruggevano la superficie delle pozzanghere, precedentemente rotta solo dalla delicatezza della pioggia…schizzi di fango macchiavano le divise scolastiche, marchi della fretta con cui si muovevano.
"Qui"
spiegò il volpino, davanti a un cancello…la serratura scattò, e i cardini ruotarono senza rumore.
Rukawa lo costrinse a seguirlo fino alla porta, e aprì anche quella…l’oscurità dell’interno li avvolse, calda e accogliente rispetto al freddo e alla brezza esterna, intrisi di pioggia.
"Ma…dove siamo?"
Hanamichi, spinto dal compagno, entrò nell’ingresso, togliendosi le scarpe…Rukawa sbuffò, togliendole a sua volta e dirigendosi verso le scale:
"Dove vuoi che siamo? A casa mia, deficiente!"
"Eh?! Ma…Ru!"
Il volpino si voltò a malapena, per squadrarlo…incontrò un cucciolo fradicio, le braccia strette attorno al torace, il volto ferito e implorante per un po’ di calore. Non lo avrebbe seguito, non da solo…aveva bisogno di essere accompagnato, di qualcuno che lo tenesse per mano e gli facesse sentire la sua presenza.
"Andiamo, scemo"
mormorò, tornando indietro e cingendogli la vita con un braccio, spingendolo piano per vincere la sua resistenza…Hanamichi si lasciò vincere facilmente, inoltrandosi con lui nella casa silenziosa.
"I tuoi?"
mormorò, guardandosi attorno. L’aria sapeva di chiuso, di solitudine…il corridoio spoglio, senza un quadro, una foto o almeno un ricordo, sembrava davvero triste.
"…trasferiti a Osaka"
Hanamichi si morse le labbra, preoccupandosi di aver toccato un tasto sbagliato…Rukawa lo sbirciò, avvertendo il suo silenzio, e scrollò le spalle:
"Ci video-telefoniamo tutte le sere, non farti venire strane idee sulla mia condizione famigliare"
"Ah…ma allora perché non sei andato con loro?"
Il moro lo spinse in una stanza, sparendo poi nel bagno comunicante, e uscendone seguito dallo scroscio dell’acqua:
"Perché Osaka non mi piace. Adesso vai a farti una doccia, che poi ti medico"
"Ma…Ru…"
"Muoviti!"
"Uffa!"
………
"Ahi stupido volpino! Un po’ di delicatezza!"
"Hn. Idiota"
Senza ascoltare le sue proteste, Rukawa continuò a medicarlo come nulla fosse, concentrandosi sulle ferite, invece che sul bel corpo che giaceva vicino a lui. La pelle, ancora leggermente imperlata d’acqua, riluceva invitante, quasi implorando un bacio dalle sue labbra.
Scosse la testa, concentrandosi invece sui brividi che la increspavano. Non capiva bene cosa li causassero…nonostante tutte le sue scene, non gli stava facendo male. E non faceva certo freddo, lì dentro. Aveva acceso al minimo il riscaldamento, proprio per farlo stare a suo agio…non capiva. Che gli era preso, a quell’idiota?
"Ti manca ancora molto, volpastra spelacchiata?"
"Stai fermo"
Hanamichi continuava a muoversi, e più si scuoteva, più lui ci metteva a finire di rappezzarlo. Da una parte lo rendeva felice…potevano stare di più vicini, e soprattutto gli poteva mettere per bene le mani addosso…più o meno.
Dall’altra, costringeva il suo autocontrollo agli straordinari. Già era abbastanza difficile non saltargli addosso quando usciva dalla doccia, ma così…era una tortura.
"Voglio andare a casa!!!"
"Senza vestiti?"
gli ricordò il moro, gli occhi che luccicavano, all’idea di quel bel ragazzo, coperto solo da un asciugamano, sgattaiolare per i vicoli della città.
"Ma certo che no!"
Hanamichi avvampò, desiderando tanto di poter seppellirsi sotto un vulcano…quella volpaccia maniaca era troppo vicina, e lui non riusciva più a rimanere calmo!!!
‘Non ricordavo che mi avessero ferito sulla coscia…’
si disse, mentre Rukawa gli piazzava un bel cerotto sulla gamba, passandoci sopra per bene una mano, per farlo aderire.
"Allora aspetterai. Accendo l’asciugatrice, fra un po’ saranno asciutti"
"E che faccio nel frattempo?!"
piagnucolò il rossino, terrorizzato alla sola di dover rimanere ancora lì così, quasi nudo nella stanza della bella volpastra, con il legittimo proprietario che, con la scusa di curarlo, l’aveva palpeggiato per bene.
Almeno così credeva…era la sua immaginazione a farglielo sperare.
"Tieni questi…"
L’odore di Rukawa, mischiato all’ammorbidente, lo sommerse, quando il volpino gli tirò in volto un po’ di suoi vestiti…
"…io vado a lavarmi, vedi di non toccare nulla"
"Stupido volpino non voglio rischiare di prendermi le tue pulci!!!"
"Hn"
Hanamichi si lasciò andare sul letto, appena la porta del bagno si fu chiusa. Aveva gridato con tutto il fiato che aveva solo per arrossire.
Perché così Rukawa avrebbe scambiato per rabbia l’eccitazione che provava.
Indossare i vestiti della sua volpe, essere solo nella sua stanza…un’occasione che mai, nemmeno nei suoi sogni, aveva immaginato.
Lentamente, con venerazione mista a paura, indossò la tuta felpata che gli aveva dato, venendo immediatamente avvolto nel calore di quel tessuto…chiudendo gli occhi, Hanamichi poteva quasi immaginare che fosse la sua pelle, a scaldarlo così.
Era morbida, e profumata, proprio come il suo volpino…senza nemmeno rendersene conto, si stese sul suo letto, le sue stesse mani che gli accarezzavano il colpo, le dita che si concentravano sui suoi punti erogeni. L’interno delle braccia, i fianchi, la vita…il rossino si morse violentemente le labbra, quando due dita iniziarono a torturare il sesso.
Stava rischiando troppo…se il legittimo proprietario fosse uscito dal bagno, e l’avesse trovato così, lui…si sarebbe buttato nel Fuji, poco ma sicuro.
‘Meglio qualcosa di meno pericoloso. Come l’esplorazione della stanza…secondo lui io mi dovrei perdere l’opportunità di guardarmi in giro?!’
scendendo dal letto, si accucciò sul tatami, osservando dal basso il punto migliore da dove iniziare la ricerca.
"Che idiota…il cuscino!"
Rimproverandosi per non esserci arrivato subito, Hanamichi sgattaiolò fino alla cima del letto, dove recuperò tutti i capelli che vi trovò, raccogliendoli in un fazzoletto di carta rubato dal comodino…il suo tesoro più prezioso, il ricordo dell’amato.
I capelli di Rukawa splendevano come neri fili di tenebra, sotto il riflettore della luna…Hanamichi sospirò, prima di infilarli in tasca. Non gli bastavano, voleva di più.
"E se ravanassi un po’ nei cassetti?"
Tese le orecchie…l’acqua scrosciava ancora forte.
"Bene"
mormorò, aprendo con delicatezza il cassetto più vicino al letto, trovandovi…riviste di basket. In giapponese, in inglese, in coreano…solo giornali sul basket.
"Ma da quando la volpastra legge il coreano?"
Hanamichi si grattò la testa, osservando il bel poster a metà pagina:
"Mi sa che guarda solo le figure"
concluse, rimettendole a posto. Lui amava il basket, ma in quel momento aveva altro cui pensare. A una stanza che, al contrario di quel poco della casa che aveva intravisto, era viva, vissuta, palpitante. Quello era il vero regno del volpino, il resto solo un’appendice…
"Vediamo qua…"
Aprendo il cassetto sotto, il rossino trovò…altro basket.
"………lasciamo stare"
Ciondolando via, raggiunse l’armadio da cui il compagno aveva preso la tuta…con un sospiro un po’ spaurito, aprì le ante.
Agli ometti di plastica erano appese varie tute, le uniformi della scuola e altri vestiti più o meno eleganti…
"Non c’è dubbio, ha gusto nel vestire. Anche se, a lui, starebbe bene qualsiasi cosa…"
mormorò, prendendo una camicia color avorio e provandola su di sé. Anche a lui, in fondo, non stava male. Ma sul volpino doveva essere magnifica.
"Chissà perché non l’ha mai messa"
sospirò, rimettendo a posto quella sacra reliquia, e sbirciando nei cassetti sotto.
Nel primo biancheria, molto semplice e neutrale, blu, bianca e nera…il suo volpino non era tipo da certe cose. Lui era un esibizionista solo sul parquet.
Hanamichi non tirò fuori nulla, limitandosi a sfiorarli. Non gli sembrava il caso di invadere così un cassetto tanto intimo. Era innamorato, ma non maleducato. Quel cassetto era per lui intoccabile, non l’avrebbe profanato. Non sarebbe stato giusto.
E poi, ne aveva anche altri da aprire, pieni di…riviste da basket.
"Quasi quasi brucio tutto…"
minacciò, comprendendo che erano proprio quelle maledette, a tenerli divisi. Se il basket non fosse esistito, lui forse avrebbe avuto una possibilità, di finirgli fra le braccia.
Scosse la testa, orecchiando i rumori provenienti dal bagno, dove l’acqua continuava allegramente a scorrere.
"Certo che è lento…non si sarà mica addormentato sotto l’acqua?"
Sbadigliando, e massaggiandosi una spalla dolente continuò la sua ricerca, mentre ancora il tempo scorreva dalla sua parte. Finché quell’acqua avesse accarezzato il corpo del suo volpino, lui avrebbe potuto continuare la sua cerca, coltivare la speranza di poter portare via un frammento della sua vita, che a Rukawa sarebbe certamente sfuggito, ma che per lui…
"Bella collezione di manga…"
notò, scorrendo lo sguardo sulle coste ordinate. C’erano i generi più svariati, anche alcuni shojo…Hanamichi sorrise, riconoscendo in essi la forza di Rukawa, che mai si sarebbe vergognato di comprarli, come molti maschi giapponesi invece facevano. Lui era troppo…sicuro di sé, per tremare.
‘Chissà se ha mai avuto paura…’
si chiese, spostando lo sguardo sulla scrivania, dove accanto ai libri di scuola erano ordinatamente impilati dei fogli di carta A3, e delle cartellette per contenerli.
"Che ci farà mai con gli A3?"
Le due orecchie da scimmietta curiosa che gli erano spuntate si mossero birichine, mentre slacciava lo spago che ne teneva gelosamente chiusa una.
"Vediamo un po’…"
All’interno erano custoditi una trentina di fogli…il rossino cadde in ginocchio, dimentico di tutto, dell’acqua che avrebbe potuto zittirsi in qualsiasi momento, del padrone della stanza che lo avrebbe trovato così, se fosse entrato, anche i suoi sentimenti si annullarono…sulla copertina inchiostrata, dolci tonalità pastello costruivano i loro volti.
I loro volti, uno accanto all’altro…incorniciati da morbide arabesche color crema, leggermente celate dalle volute dorate del titolo: Gocce di cioccolato.
RuHana Only Book, recitava una scritta sottile, in basso.
Come autore, una semplice definizione: Volpe.
Lui…Rukawa…e lui…Rukawa lo…
La sua mano tremava, mentre appoggiava il primo foglio sul tatami, con l’illustrazione in basso, pronti per esser di nuovo messi via, anche se in realtà non sarebbe mai riuscito a muoversi velocemente, e lo sapeva. Non sentiva nulla, poteva confessare a se stesso. A parte un leggero stato d’intontimento, quasi come dopo la migliore delle sue testate.
Erano…davvero loro.
I suoi occhi si sgranarono, mentre osservava rapito le pagine sfuggire via, susseguirsi rapide, mangiando porzioni di giorno. Loro due che uscivano dall’allenamento, assieme. E uno accanto all’altro camminavano per le vie di Kanagawa, fino a una pasticceria vicino all’ora di chiusura, come avvertiva un cartello. Si sedevano, vicini, ordinavano una cioccolata, e mentre parlavano da amici Rukawa gli accarezzava il ginocchio, e lui…Hanamichi vide se stesso arrossire compiaciuto, felice…estasiato per quelle dita che non facevano che blandirlo, quasi da quel tocco dipendesse la loro vita.
E poi un tremore, un palpito del cuore troppo forte, un’emozione così intensa da fargli rovesciare il liquido fumante. Una macchia scura, come i suoi occhi, sulla camicia della divisa.
"Io non sono così scemo!"
protestò all’aria, ma senza dilungarsi troppo. Un po’ era curioso, molto era spaventato…cosa gli avrebbe fatto quel volpino, nel bagno dove lo vedeva trascinarlo?
"C’è solo un modo per saperlo…"
Hanamichi girò l’ennesima pagina, sfogliando piano la loro vita immaginata dalla volpe, dove realtà e fantasia si mischiavano. Il tutto miscelato dai loro sentimenti…dall’amore che si espandeva dal bacio caldo con cui s’erano uniti, nella toilette del locale.
Osservò Rukawa sollevargli delicatamente la manica, osservare sua la pelle, controllare che la cioccolata non l’avesse ustionato…il rossino stesso, nella realtà, si massaggiò il braccio, tanta era la preoccupazione in quegli occhi finti, da suggestionarlo.
Le labbra del volpino si posarono sul braccio intonso…con una risata, l’Hanamichi della dj svicolò via, tornando nella sala.
Vuota.
Era vuota, non c’era più nessuno…soli. Si erano dimenticati di loro.
Hanamichi sussultò. Nella realtà e nella finzione. Due mani erano scivolate attorno alla sua vita, una bocca vogliosa gli stava leccando il collo.
Si lasciò docilmente condurre fino al banco del bar, rabbrividendo al contatto fra la sua schiena e il marmo freddo…senza sbraitare, come si sarebbe aspettato facesse, attese il ritorno del volpino, che velocemente fece capolino dal retro, con in mano una sac-a-poche.
"C-Che vuoi fare?"
Lo chiesero entrambi i rossini, quello inginocchiato a contemplare quella storia, e il ragazzo steso sul marmo…Rukawa sorrise, sorrise davvero.
"Per me…lui sorride"
Il silenzio era suo amico…senza aggiungere nulla Rukawa disegnò sul suo petto un cuore, prima di abbassarsi su di lui e laccarlo via.
Gli Hanamichi tremarono, mentre la lingua passava più volte sul capezzolo ancora sporco, ripulendolo bene.
Rukawa si rialzò, osservando il corpo scosso da tremiti, con un vistoso gonfiore fra le gambe. Non gli avrebbe ancora dato soddisfazione…quello era solo l’inizio di un gioco divertente.
Gocce di cioccolato caddero dall’alto, sul petto e sul viso, un disegno disordinato ma non per questo meno bello…gustoso da mangiare quel corpo decorato fu in fretta ripulito, mentre i gemiti del rossino disegnavano strani suoni sulla carta.
"S-Santo cielo"
mormorò, leggermente accaldato. Sentiva il sesso pulsare piano, quasi si stesse preparando per una vera scena di sesso…i fogli scorrevano e Rukawa continuava a spogliarlo, a sporcarlo e a leccarlo, uno schema sempre uguale che però, a lui, non spiaceva affatto…godeva, si agitava sul bancone e piangeva, spesso consolato dai baci del volpino, che correvano sulla sua bocca quando ne aveva bisogno…Rukawa faceva tutto, per renderlo felice. Non solo fisicamente.
I pantaloni di entrambi caddero a terra, e la doujinshi terminò.
"Eh?"
Inconsciamente deluso, Hanamichi osservò le ultime pagine. Non c’era la lemon, anche se odiava ammettere che la desiderava, voleva assolutamente quella scena di sesso fra lui e il suo volpino. Ma la dj finiva con Rukawa che si sistemava fra le sue gambe, e lui che gli sorrideva…senza entrare nei particolari, lasciava alla fantasia il proseguo.
"Maledetto volpino…"
sbottò, senza sapere esattamente cosa provare.
Da un lato, si costringeva a esser felice che fosse finita. Dall’altro…confusione e incredulità si mischiavano, scontrandosi frontalmente e fondendosi, accompagnandosi nelle profondità del suo animo.
Una parte di lui era felice, doveva riconoscerlo.
Rukawa, da quel che aveva visto, provava sicuramente qualcosa per lui. Forse solo un desiderio meramente sessuale, ma era pur sempre un inizio. La prova che quel cuore non era più gelido, e che la sua testa rossa, calorosa e irruente, un po’ l’aveva sciolto. E quel rivolo d’acqua fresca sembrava scorrere in lui, avvincendo il suo cuore, avvolgendolo con le spire fresche e trasparenti, una prigione di delicato cristallo in cui poteva riposare, immerso nella sicurezza dei loro sentimenti.
"No, non è solo sesso…"
bisbigliò, una speranza che si trasformava in certezza, mentre sceglieva un’altra cartelletta da sbirciare.
Carezze di ciliegio recitava il titolo, e poco sotto campeggiava, in rosa metallizzato, la sigla RuHana Only Book. Autore, come sempre, solo la sua Volpe.
Hanamichi lesse la prima frase:
"Primo aprile, Okinawa"
grattandosi il mento, sfogliò altre pagine, osservando il susseguirsi fluido delle vignette. Indubbiamente, si riferiva al suo compleanno…non si chiese come facesse il compagno di squadra a sapere la data. Non importava…quella dj rappresentava un viaggio solo per loro, nella ricorrenza della sua nascita, in un luogo dove i ciliegi, in quel giorno, sono già fioriti…quella dj recava in sé tutta la dolcezza che il volpino custodiva nel cuore.
Nessuna scena di sesso, il rossino scorse rapidamente le pagine. Solo una torta, grande ma non esagerata, perfetta per due, coperta di morbidi petali di zucchero…vinello leggero, comprato facendo l’occhiolino a chissà quale commessa, per brindare soli, assieme, in una radura nascosta, lontano dagli occhi spregevoli, che chissà come li avrebbero giudicati.
Nessuno poteva capire ciò che Rukawa provava…nemmeno lui stesso avrebbe potuto, se non si fosse riempito gli occhi di quelle pagine. Non aveva mai sentito su di sé uno sguardo colmo d’amore, come quello con cui la volpe disegnata guardava l’Hanamichi d’inchiostro.
Era strabiliato dalla delicatezza con cui l’accarezzava, usando al posto delle mani rami grondanti di fiori, le uniche cose più morbide delle sue dita. Nonostante giocasse a basket Rukawa aveva delle mani così morbide…
I loro tratti, puri e definiti, erano frammezzati da petali fragili di ciliegi momentanei, la loro bellezza passeggera incorniciava quella più stabile, o almeno così percepiva, del loro amore.
Hanamichi rimise a posto quella doujinshi, stringendo a sé la cartelletta. Avrebbe fatto volentieri delle copie di quei fogli, se solo ne avesse avuto la possibilità…
…sussultò, ricordando finalmente dove fosse, e a chi appartenessero quelle cartellette. Deglutì, mentre il sudore gli colava sul viso, sentendo improvvisamente freddo…l’acqua scorreva ancora, il volpino non era ancora uscito dalla doccia.
"C-Che sia stato male?"
mormorò preoccupato…stava esagerando, non poteva rimanere lì sotto ancora!
O forse era lui a gonfiare la preoccupazione, causa un certo sentimento che lo faceva inutilmente impensierire? Non lo sapeva, però…non era pronto a perdere quello stupido senza avergli detto nulla.
Un’imprecazione dal bagno lo calmò.
"Quello scemo s’è addormentato sul serio"
mugugnò, aprendo con noncuranza una terza cartelletta.
Hard night era il titolo.
"Un nome, un programma…"
commentò un po’ allarmato, notando come, sotto il solito RuHana Only Book, spiccasse a caratteri cubitali un Adult Only che sarebbe potuto esser visto anche da un cieco.
La copertina era del tutto innocente…più o meno…steso fra le braccia del volpino, avvolti in nuvole di piume che coprivano i loro corpi, affidava a lui il suo sonno. E Rukawa, nel momento incantato fra la veglia e il riposo, lo guardava con quegli occhi annacquati di stanchezza, ma da cui continuava a trasparire un sentimento intenso e puro…
Un grido rischiò di sfuggire alla bocca carnosa, quando le mani aprirono le prima pagine.
"Io sto…oh cielo…"
Hanamichi voltò pagina, tendendo gli occhi ben chiusi, l’immagine comunque tatuata nella mente. Socchiuse le palpebre, senza convinzione…quella cosa continuava nelle pagine successive, con molto gusto Rukawa si era disegnato appoggiato a una parete, con lui…inginocchiato di fronte…che glielo leccava…succhiava…mordicchiava…toccava con le dita…e il volpino godeva, si spingeva più a fondo nella sua gola…
Hanamichi si portò una mano al collo, quasi sentendo la punta del suo sesso sfiorargli il fondo. Se chiudeva gli occhi lo immaginava, mentre lo possedeva anche così…il suo sapore gli sarebbe entrato nel sangue…
Scosse la testa, tentando di riprendersi. Non sapeva che fare, esattamente.
Metterla via? Forse, sarebbe stata la scelta più logica, sì. Ma…quando avrebbe avuto l’opportunità di vederne la fine? Di scoprire le fantasie più inconfessabili della volpe, e prepararsi in segreto per…soddisfarle tutte?
"C-Coraggio"
mormorò, aprendo una nuova pagina, a caso.
Rukawa l’aveva fatto alzare…era venuto, attorno alla sua stessa bocca il rossino vide le tracce di sperma.
"Chissà che sapore ha…"
si disse, imponendosi di non rabbrividire.
L’immagine di Rukawa lo spingeva indietro, verso una parete…Hanamichi aggrottò le sopracciglia, non capiva bene…cos’erano quelle cose che spuntavano dritte dal muro? Sembravano…
"…no…ti prego…n-no…non dirmi che…"
Un primo piano di quelle protuberanze, e l’arcano fu svelato. Impiantati per la base nella parete, svettavano dei vibratori di varia grandezza, inguainati in preservativi lubrificati…Hanamichi dovette ficcarsi una mano in gola, per non urlare.
Rukawa l’aveva spinto contro uno di quelli, uno tra i più grossi, l’aveva acceso e poi s’era tuffato sul suo sesso, leccandolo e succhiandolo come aveva fatto fare prima a lui stesso.
"Oddio…"
La saliva stava rischiando di annegarlo, il sesso iniziava a pulsargli forte nei pantaloni…il finto lui stava godendo, non c’era dubbio.
Il viso tirato piangeva, mentre i denti mordevano a sangue le labbra. Le sue mani, cariche di forza, artigliavano le spalle del volpino, per sostenere quel piacere immenso…Rukawa non sembrava accorgersene, troppo impegnato nella suzione, nel gustare il sesso che gli si offriva, nell’aiutare il suo corpo a impalarsi sul vibratore, avanti e indietro, senza tregua…
Le dita bianche corsero ad accarezzargli i testicoli, il rossino si trovò a sognare di poterlo imitare…lo stava aiutando a venire, voleva aiutarlo a raggiungere l’orgasmo. Quel tocco, una carezza leggera, doveva essere così erotico…Sakuragi si guardò venire, inondare la bocca di Rukawa col suo sperma.
"Scimmia curiosa e disobbediente!"
Hanamichi tirò un urlo pauroso, schizzando per aria come un elastico rotto, e rovesciando a terra tutti i fogli della doujinshi. Si voltò di scatto, così all’improvviso che sentì una fitta nel collo, ma non le diede importanza.
Appoggiato allo stipite della porta, Rukawa lo stava fissando, un’espressione indecifrabile stampata sul viso. Il corpo modellato dall’esercizio era celato solo da un asciugamano, attorno alla vita. L’acqua gocciolava ancora lungo i suoi muscoli, e i capelli bagnati gli ricadevano scomposti sulla fronte.
Bellissimo…
Hanamichi balbettò qualcosa d’incomprensibile, sentendo il sangue defluire dalle guance…non ragionava più bene, non riusciva a capire come avesse potuto farsi scoprire così. Abituato allo scrosciare dell’acqua nella doccia, non vi aveva fatto più caso, dopo un po’.
E lì era caduto…la volpe l’aveva beccato, e negare sarebbe stato inutile.
‘Che cosa devo fare?’
Aveva la bruttissima sensazione che il sentimento che il volpino provava per lui stesse iniziando a sgusciargli via, come uno spirito libero nel vento, non desideroso di rimanere troppo ancorato alla sporca terra.
Iniziò a non sentirsi bene…aveva platealmente ficcanasato nei suoi effetti personali, nei suoi pensieri più intimi, nei sentimenti che mai a nessuno aveva rivelato. Peggio che se avesse letto il suo diario segreto…
‘Che cosa faccio?’
Stanco di quel silenzio, il volpino si staccò dalla parete, muovendosi lentamente, senza permettere ai loro sguardi di slacciarsi.
Hanamichi deglutì, ustionato da quegli occhi di zaffiro che lo tenevano imprigionato…una farfalla, accanto a una candela, avrebbe avuto più possibilità di uscire indenne, rispetto a lui.
"I-Io…"
balbettò, quando il compagno di squadra lo raggiunse…il moro lo fronteggiò un attimo, poi iniziò lentamente ad abbassarsi, tendendo una mano…Hanamichi urlò ancora, balzando indietro, rifugiandosi in un angolo del letto, tenendosi stretti i pantaloni.
"Ma che…"
Rukawa lo fissò stupito, grattandosi la testa, incerto su come interpretare quel rossino scemo che continuava a sfondargli i timpani…poi osservò bene le mani che artigliavano la tuta, e sbuffò:
"Stupidissimo idiota. Voglio solo raccogliere i fogli…"
A dimostrazione delle sue intenzioni, si inginocchiò a terra e raccolse le pagine della doujinshi, rimettendole in ordine, prima di chiudere la cartelletta e riporla, con le altre, sulla sua scrivania.
Poi si girò, un movimento fluido che colse di sorpresa il rossino…di nuovo, si trovò incatenato al suo sguardo, che non era in grado di decifrare.
Era arrabbiato? Non lo capiva. Irritato? Forse…ma perché aveva ficcato il naso, o perché aveva scoperto il suo segreto? Desiderava massacrarlo di botte? Ne avrebbe avuto tutto il diritto. O forse, voleva solo…fare sul serio ciò che aveva solo disegnato?
Quel pensiero gli mise i brividi…se da una parte lo terrorizzava l’idea di provare sulla sua pelle ciò che aveva visto, dall’altra…beh, era certo che sarebbe stata l’esperienza più esaltante della sua vita, e non solo perché si fidava dal volpino, dei suoi disegni. Aver Rukawa dentro di sé, sarebbe stato come raggiungere un’estasi mistica.
"…e comunque, quello non è il posto adatto per rifugiarsi"
Rukawa lo riscosse dai suoi pensieri, facendogli notare come avesse cercato riparo…nell’angolo del suo letto. Un invito a farlo suo, in poche parole.
"Oh merda…"
si lasciò sfuggire il rossino, mentre la volpe, silenziosa come in una notte di caccia, lo raggiungeva, sedendosi sul bordo del letto…Hanamichi deglutì, impallidendo mentre le ginocchia gli si rannicchiavano al petto, e le mani stringevano gli stinchi.
Istintivamente tentò d’arretrare, d’allontanarsi da quella figura che occupava la stanza…dietro di lui, il muro sembrò respingerlo in avanti, fra le braccia del suo padrone.
Ridacchiando, Rukawa colse il momento di sbandamento, allungando una mano, e appoggiandola sulle sue mani…le dita abbronzate, così diverse da quelle bianche e sottili dell’altro, si contrassero, quasi affondando le unghie nella cute.
"Stai buono…"
lo ammonì il volpino, spostando la mano. La sua non voleva che essere una carezza…solo un tocco leggero, per assaporare la consistenza delle sue gambe.
"L-Le hai fatte tu, vero?"
sbottò Hanamichi, appigliandosi al primo pensiero che gli era venuto, per farlo smettere…non sapeva come sarebbe finita, se l’avesse continuato ad accarezzare così. Non era esattamente ciò di cui voleva davvero parlare, ma era stata la prima cosa cui aveva pensato…
Senza aprire bocca, Rukawa annuì, continuando a passare avanti e indietro il palmo sul suo arto, dal ginocchio alla caviglia, passando sulle mani ora intrecciate, quasi potessero preservarlo, proteggerlo da lui. In fondo, era divertente osservare il suo rossino boccheggiare, al limite di una crisi di nervi. Poteva esser considerata la sua piccola, credule vendetta, una punizione…il suo cuore aveva mancato parecchi battiti quando l’aveva trovato accoccolato a terra, con gli occhi sgranati, a fissare i disegni in cui lui se lo faceva…ma proprio quella doveva andare a pescare? Non ero certo che avesse visto anche le altre…
Una piccola lacrima brillò nell’angolo di uno degli occhi castani…forse stava un po’ esagerando, voleva spaventarlo sì, ma non fargliela pagare fino a quel punto. Però…come poteva rimediare? Non era certo di esser in grado di consolarlo, ma neppure l’idea di lasciarlo andare così lo rendeva felice.
Rukawa sbirciò fuori dalla finestra, a quel cielo cui nessuno, da un po’, prestava attenzione. Ancora pioveva, ma le lacrime di quelle nuvole erano fini, leggere come cipria.
"Ti sono piaciute?"
domandò, sentendosi davvero, davvero scemo. Che razza di domanda gli aveva fatto? Il rossino avrebbe quasi potuto accusarlo di stupro!
"D-Disegni bene"
fu la sua risposta, balbettata fra un mordersi le labbra, e un guardare altrove, in cerca d’aiuto.
Ma era una risposta sincera, Rukawa l’aveva visto nei suoi occhi, nel rossore delle guance…prima che potesse parlare, Hanamichi lo gelò con la sua domanda:
"Perché io?"
chiese.
La mano del volpino si fermò, poco sopra la caviglia. Già, perché lui? Aveva perso notti intere a chiederselo, a tentare di darsi una spiegazione.
Solo che una risposta non c’era…non era un computer da programmare, senza emozioni e sentimenti. Era così, e basta. Pazzo, sciocco, stupido, forse. Ma innamorato cotto, e questo gli era bastato, alla fine.
E ora glielo doveva spiegare…ma come fargli comprendere che non era attratto solo dal suo corpo? Le immagini delle altre dj avrebbero potuto parlare per lui, forse, ma…Hanamichi non meritava una simile spiegazione. Per lui, avrebbe dovuto tirar fuori la voce…anche così gli avrebbe dimostrato i suoi sentimenti.
"Non lo so…"
bisbigliò infine, assorbendo forza dalla pelle calda che ancora toccava…
"…so solo che mi piaci tu"
Cambiando direzione, la pioggia picchiettò sul vetro per qualche secondo, prima che compagno di squadra annuisse, consentendo al volpino di riprendere a respirare. Almeno, aveva compreso.
Ma non parlava, se ne stava zitto così, a fissarlo un po’ spaesato, come in equilibrio su un filo sottile.
La mente del rossino vorticava, gli occhi gli dolevano. Aveva due strade da poter percorrere, ma non aveva idea di quale intraprendere.
Da una parte, se l’avesse respinto, tutto sarebbe tornato più o meno come prima, entrambi avrebbero fatto finta di non ricordare l’accaduto, e quelle dj sarebbero cadute nell’oblio perenne.
Dall’altro, se si fosse un po’ sbilanciato, sarebbe di certo sprofondato fra le braccia forti del volpino, e la volpe l’avrebbe stretto forte, e gli avrebbe chiesto di provare a iniziare una storia, con lui…Hanamichi sbarrò gli occhi, trovandosi il viso di Rukawa accanto al proprio.
Vicini, i loro fiati si mischiavano.
Vicini, dotati di vita propria, si muovevano uno verso l’altro.
Contatto…le labbra si sfiorarono, morbidamente attardandosi le une contro le altre.
Rukawa contò i battiti roboanti del cuore, cinque o sei colpi forti, prima di staccarsi e guardarlo.
Hanamichi lo fissava, stupito quanto lui, con la tenue luce della sera piovosa a splendergli nelle iridi.
L’aveva baciato…e lui aveva inequivocabilmente risposto.
"Perché?"
domandò il volpino, la testa che gli girava…era la prima volta che pensava seriamente d’avere una possibilità.
Il rossino accennò alle dj, ordinatamente impilate sulla scrivania:
"Io…non vi ho trovato solo sesso, ma anche tantissima dolcezza, e attenzione. Per me, per il mio corpo, per i miei sentimenti…"
Il volpino non gli permise di finire…con un altro bacio ancora casto, bevve le sue parole, facendole totalmente sue…quando lo lasciò libero, trovò i suoi occhi ad attenderlo, e un sorriso ad abbracciarlo:
"Che cosa vorresti disegnare ancora, bel volpino?"
"Hn…se vuoi, ne possiamo discutere assieme…"
Fine
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