Il desiderio della Divinità
Parte IX
di Hymeko
”Ehi
nii-san, vi manca tanto?”
Kazuho entrò nella palestra dove Yukimi stava allenando Yoite,
e attirò l’attenzione del fratello. Portava bibite e asciugami
freschi, e un po’ di frutta come spuntino.
”Arriviamo subito”
Yukimi indicò a Yoite il modo migliore per colpire con gli
shuriken infuocati più bersagli contemporaneamente, poi lo
spedì a rimettere a posto tutte le armi usate quel pomeriggio.
”Kazuho-san, è successo qualcosa?”
La donna non si stupì di trovare lì Miharu. Da quando
il fratello aveva iniziato ad addestrare Yoite, lui frequentava assiduamente
la palestra. Non si allenava, naturalmente, ma quello che di
solito faceva chiuso nel suo studio o in biblioteca lo aveva trasferito
lì. Fra rotoli di pergamena, testi, calamai e dizionari occupava
tutte le panche che c’erano su un lato della palestra…e Yukimi non
faceva che sbraitare contro quel moccioso inutile che gli portava
via spazio.
”No, certo che no. Solo che manca poco alla cena, poi dobbiamo andare”
Yukimi si diede una manata sulla fronte, mentre con l’altra teneva
un grappolo d’uva:
”Accidenti, me n’ero dimenticato! Yoite, finisci di mettere a posto
e poi fatti una doccia. Lo lascio a te, moccioso demoniaco. Anzi,
dagli una mano, che almeno rimedi un po’ ai fastidi che porti”
”Sì”
Mentre i due fratelli uscivano, Miharu fece sparire tutte le carte,
e iniziò a raccogliere le armi sparse per la palestra. Quello
spazio era come tutti gli altri, ovvero una superficie di marmo bianco,
circondata da colonne, che dava sul mondo…solo una lievissima aria
fresca filtrava fra i fusti, per alleggerire l’allenamento senza dar
vita a fastidiosi raffreddori.
”Miharu, dove dobbiamo andare?”
”A vedere i fuochi d’artificio”
”Hn?”
Miharu rimise a posto i kunai con fare allegro:
”Oggi a Mantecarlo si tiene il Campionato Mondiale di fuochi d’artificio”
”Dobbiamo andare fin là?”
L’altro scosse il capo mentre imboccavano il corridoio:
”Ci sarebbe troppa gente…ho solo spostato il monte Sumeru in mezzo
al mare, così potremo godercelo per bene da una delle pendici”
”Ah”
Miharu lo studiò…Yoite si stava impegnando davvero molto per
rispettare il patto che avevano concluso, sforzandosi più di
quanto lui avesse previsto, quindi decise di dargli un po’ di respiro.
Non doveva esser facile cambiare in modo totale la propria vita in
modo così repentino…
”Yoite…non sei obbligato a venire, se non te la senti…immagino sarai
stanco”
Il ragazzo lo studiò. Sapeva che Miharu voleva dargli un po’
di riposo, e gliene era grato. Però…
”Preferirei venire…li vorrei vedere”
rispose, guardandolo. Da quando si allenava con Yukimi, Miharu non
lasciava mai il suo fianco, rimanendo con lui fin quando non aveva
finito. Era una presenza costante, discreta e affidabile. La sua salvezza,
la sua unica vera compagnia. L’unico a conoscenza della verità,
e che lo rispettava e sosteneva.
”Sicuro?”
L’altro annuì, e Miharu si lasciò andare a un sospiro
di sollievo:
”A dir la verità sono contento che venga anche tu. Saranno
belli, ci tenevo a vederli con te”
”Dureranno molto?”
”Sì, parecchio. Ti piacciono i fuochi artificiali?”
Yoite si bloccò un secondo, prima di rispondere:
”Non sono mai riuscito a vederli bene”
bisbigliò…dalla finestrella della sua cantina riusciva a scorgerne solo dei rari sprazzi, quando era fortunato…Miharu
dovette sentire la sua tristezza, perché proseguì come se nulla fosse:
”Non ti preoccupare…saremo nel posto migliore, stasera”
”Sì…vado a lavarmi”
”A dopo”
Yoite sparì oltre la porta della sua stanza, e Miharu vi si
appoggiò contro. Voleva stare vicino a lui, stargli accanto
il più possibile, non lasciare mai il suo fianco…gli sarebbe
piaciuto poterlo aspettare nella sua stanza mentre si lavava, ma Yoite
non l’aveva mai invitato ad entrare…voleva passare più tempo
possibile con lui, vederlo, sentirlo…prima che sparisse dalla sua
vita.
’Yoite…ho paura’
Lo sentiva…Yoite gli avrebbe di nuovo chiesto di cancellarlo, alla
fine dei cinque anni…erano trascorsi sei mesi da quando avevano stipulato
il patto, e già dipendeva da Yoite…cosa sarebbe accaduto, quando
si fosse trovato senza di lui?
’Impazzirò?’
”Yoite”
mormorò, infilandosi nella propria stanza e gettandosi sul
letto. Se anche tutti gli altri lo avessero abbandonato gli sarebbe
andato bene lo stesso…l’unico che gli interessasse veramente era Yoite.
”Non voglio che tu te ne vada”
bisbigliò contro il cuscino…che ne sarebbe stato di lui, in
quel momento? Come avrebbe fatto senza di lui? Yoite era diventato
tutto il suo mondo.
Tutto. Era il motivo della sua esistenza, e anche lui sembrava piacergli
parecchio, oltre a Yukimi e a Hanabusa era l’unico con cui interagisse…dunque
perché il loro rapporto era ancora così superficiale?
’Forse dovrei fare io il primo passo…e anche il secondo e il terzo’
Poteva essere che Yoite non se la sentisse di compierli, ancora intimidito
dal suo ruolo di Divinità, o fosse incapace di decidere cosa
fare esattamente…
”Come se io lo sapessi”
mugugnò scuotendo la testa. Era meglio andare in sala da pranzo,
non gli andava di farsi trovare lì. Se Yoite se lo fosse trovato
davanti nel corridoio, magari avrebbe potuto pensare a un qualche
tipo di molestia…
’No…devo trovare un modo più sottile’
si disse tra sé, mentre sedeva controvoglia su una sedia, grato
agli altri che lo stavano lasciando in pace. Ormai dovevano averlo
capito…se era senza Yoite, era meglio non andargli troppo vicino…
”Scusate il ritardo”
mormorò il ragazzo giungendo nella sala, prima di accomodarsi vicino a Miharu.
”Nessun ritardo, non è ancora pronto”
sorrise Hanabusa, mentre il professore terminava di apparecchiare e tutti si rilassavano…lo avevano di certo notato, Miharu si era come rianimato dopo la comparsa di
Yoite.
’È una cosa buona che abbia trovato un legame, ma è
anche un problema…’
pensò Yukimi, guardando Shijima che ridacchiava davanti alla
tv che trasmetteva le previsioni del tempo…
’…se Yoite dovesse venir a mancare, che accadrebbe alla Divinità?’
”Eccoci!!!”
Intanto che Raimei e Kōichi aiutavano il professore a portare in tavola,
Yukimi si chiese cosa poteva fare per proteggere quel loro legame.
Era compito degli adulti, in fondo, prendersi cura dei mocciosi…
………
”Mi raccomando, copritevi bene”
”Meow”
Shiratama si accoccolò in braccio a Kōichi, che iniziò
ad accarezzarla automaticamente, mentre Raimei aveva la faccia di
chi desiderava sfoderare la katana e affettarla…il loro era un rapporto
davvero complicato.
Hanabusa emise un piccolo sospiro, poi passò a rimboccare il
plaid sotto cui erano accoccolati Miharu e Yoite.
”Non prendete freddo”
”No”
risposero i due in coro, stando vicini ma senza sfiorarsi…Miharu rispettava
il desiderio di isolamento di Yoite, però era contento che
gli concedesse di stargli quasi accanto. Era dolce, in un certo senso.
E lo rendeva felice…era come se avesse compiuto uno dei passi avanti di cui aveva vagheggiato.
”Se poi volete qualcosa da bere, ho portato del tè e della
cioccolata caldi”
”Grazie, Hanabusa-san”
”Di nulla. Ora prepariamoci ai fuochi”
E mentre Raikō dava una manata in testa a Gau, che aspettava l’inizio
in modo troppo ardente, Yoite si abbandonò al cumulo di cotone
contro cui erano seduti. Quando erano arrivati lì non aveva
capito subito cosa fossero, poi Miharu lo aveva invitato vicino a
lui, e gli aveva spiegato cosa fosse la distesa bianca che copriva
quella parte di montagna. Sedersi per terra era sicuramente bello,
però per loro quella notte doveva essere indimenticabile, così
aveva sparso uno spesso strato di cotone sul prato, creando poi alcune
montagnole qua e là, perché ci fosse un po’ di privacy
per chi la desiderava. In pratica giacevano nell’abbraccio del cotone
bianchissimo…come su un prato coperto di neve appena caduta, ma senza
il freddo.
Sbadigliò, sistemandosi meglio. Stava così bene…non
era troppo caldo né freddo, e il plaid li riparava dal vento.
Sebbene fosse agosto, erano sul mare e in alta montagna, una coperta
ci voleva…il tepore di quell’abbraccio era meraviglioso…
”Hai sonno?”
Il ragazzo aprì un occhio, guardò Miharu e scosse il
capo:
”Si sta bene”
”Già”
Miharu si stese vicino a lui, il viso accanto al suo. Poteva quasi
sentirne il fiato sulla pelle…
’Ne valeva davvero la pena’
Aspettare per avere la certezza di non essere allontanati durante
quei momenti, che balsamo per il suo cuore…
Uno scoppio lontano attirò l’attenzione di tutti, e Miharu
fece un cenno d’assenso a Yoite. Era il segnale di inizio dei fuochi.
”Che bel posto per guardarli”
mormorò, mentre i primi fiori di fuoco illuminavano il cielo.
”Ti piace?”
”Sì. Anche i fuochi sono bellissimi”
”Già”
Era solo l’inizio, però i partecipanti si erano già
scatenati in fontane di luce, cascate che viaggiavano fra le sfumature
e abbaglianti lampi di colore…Miharu si avvicinò di più
a Yoite e socchiuse gli occhi. Erano quasi a contatto, sentiva il
suo calore accarezzargli il viso…andava bene, andava bene anche così.
’Yoite…’
Non capiva esattamente cosa stesse accadendo al suo animo, però…la
cosa gli piaceva molto.
………
”Noi andiamo…quando si sveglia accompagnalo tu”
Yoite annuì, e Hanabusa gli strizzò un occhio, tutta
contenta. Aveva sussurrato per non svegliare Miharu, che si era placidamente
addormentato contro la spalla di Yoite.
”A domani”
Il ragazzo li guardò sparire nella montagna, verso le loro
stanze. Alla fine erano rimasti solo loro due, avvolti nel tepore
protettivo in cui li stava cullando lo Shinrabanshō. Anche se i fuochi
erano finiti, non se l’era sentita di svegliare Miharu. A dire la
verità il ragazzino non ne aveva visti molti, di fuochi, dato
che si era addormentato praticamente subito…e lui, nonostante non
amasse il contatto con un altro essere umano, non si era scostato.
Solo a lui l’avrebbe concesso…era bello averlo accanto mentre dormiva.
Era una testimonianza di fiducia e affetto…e gli trasmetteva una vicinanza
la cui mancanza, si rendeva conto, aveva scavato un baratro nel suo
cuore. Non aveva mai avuto nessuno accanto, ma da quando conosceva
Miharu quell’abisso sembrava riempirsi gradualmente…certo, non aveva
ancora una visione ottimistica della vita, però…però
andava leggermente meglio.
’Almeno non sono più solo’
Stava inoltre rimanendo fedele al suo ruolo…essere il braccio destro
di Miharu, prendersi cura di lui. Aveva la netta sensazione che Miharu
non si sarebbe addormentato accanto a nessun altro…l’espressione di
tutti era stata di aperta meraviglia, quando l’avevano visto dormire
vicino a lui.
’Sono davvero il suo preferito…’
Rendersene conto era bello…essere importante per qualcuno, speciale
nei suoi pensieri, di ineguagliabile valore nel suo cuore, era incredibile…e
lo rendeva felice. Miharu non lo avrebbe mai abbandonato né tradito,
e anche se lui era immerso nell’acqua più oscura, Miharu lo
aveva raggiunto e preso per mano, e non l’avrebbe mai lasciato…non
era più solo.
’Perché non sei comparso prima? Perché solo così
tardi mi sono offerto come dono?’
Se lo avesse conosciuto prima, forse non sarebbe giunto al punto di
esprimere quel desiderio…
”Hhhhhmmmm”
Miharu si strofinò contro la sua spalla, ma non si svegliò…Yoite
poté rilassarsi, guardando il cielo e inspirando l’aria che
arrivava dal mare. Le stelle brillavano limpide, in quella notte senza
luna né nubi, una nottata perfetta per assistere a uno spettacolo
pirotecnico. In lontananza vedeva le luci delle città della
costa europea…forse un giorno vi si sarebbero recati.
’Non sarebbe brutto’
Fra i libri che aveva letto ce n’era uno che parlava dei castelli
occidentali, in particolare di Germania, Italia e Francia…aveva sognato
a occhi aperti su quei luoghi, non immaginando nemmeno di poter arrivare,
un giorno, a pochi chilometri dalla costa. E di certo non si sarebbe
mai sognato di essere sul sacro monte Sumeru, piazzato in mezzo al
mare dalla Divinità…se fosse stato il tipo, si sarebbe messo
a ridere.
Scrollò il capo, guardando Miharu che dormiva ancora. Chissà
se, se un giorno gli avesse chiesto di portarlo a vedere i castelli,
lui gli avrebbe risposto affermativamente. Era quasi certo che sarebbe
accaduto, in fondo come diceva Yukimi era lui il preferito di Miharu.
E la cosa che lo stupiva di più era che non ne facesse alcun
mistero, anzi…a volte sembrava voler mettere bene in chiaro con gli
altri che erano tutti meno importanti di lui.
’Chissà se qualcuno se la sarà presa a male’
A Miharu poteva non importare, però lui non desiderava più
sentire parole d’odio…di cicatrici, sia vere che invisibili, ne portava
già abbastanza.
Si appoggiò a lui, certo di essere abbastanza leggero da non
dargli fastidio. Miharu l’aveva detto apertamente, sarebbe vissuto
per lui, e l’avrebbe infinitamente amato. Aveva parlato anche per
gli altri, però vedeva bene che non tutti condividevano il
suo smisurato affetto. Hanabusa, Yukimi e Kazuho di certo lo adoravano,
e anche Raikō sembrava averlo preso parecchio in simpatia. A Gau andava
bene tutto quello che piaceva a Raikō, quindi con lui non c’erano
problemi, e nemmeno con Raimei. Lei inoltre era sempre dalla parte
di Miharu, e di certo si sarebbe schierata con loro, se fosse stato
necessario.
Però non aveva compreso quali fossero i pensieri dei due immortali…
‘Hakutaku…li hanno definiti così’
…e del professore.
Gli Hakutaku non li capiva…erano misteriosi, indecifrabili, soprattutto
Shijima. I suoi occhi penetranti, la smorfia sulla bocca, l’aria
di chi sa sempre tutto ed è due passi avanti lo facevano rabbrividire.
’Quella ragazza ha un che di malvagio’
A dire la verità, sperava che Miharu si liberasse presto di
loro…
’Anche se immagino sia impossibile…e che sia meglio non parlarne’
Non desiderava certo mettersi a seminare zizzania…anche perché
per quello c’era già il professore. Non che lo avversasse apertamente,
però era chiaro che desiderasse che Miharu avesse con lui un
tipo di rapporto meno profondo. O era invidioso, oppure pensava che
stando vicino a Miharu, lui lo mettesse in qualche modo in pericolo.
’Non vuole che Miharu usi lo Shinrabanshō…forse è per questo’
Tutti quelli che la Divinità accettava esprimevano un desiderio…il
professore non sapeva se il suo fosse stato esaudito o no, però
probabilmente non voleva correre il rischio che Miharu lo usasse anche
solo per fargli piacere…chissà, poteva aver avuto da ridire
anche per quella bella serata…
”Hhhmmm”
’Si sta svegliando?’
Yoite si scostò per guardarlo…effettivamente era così…
”Yoi…te?”
”Sono qui”
Gli occhi di Miharu misero a fuoco il suo viso, la bocca si stese
in un sorriso sereno, e Miharu si riaccoccolò inconsciamente
contro di lui. Yoite ebbe un sussulto, poi si rilassò…Miharu
era talmente placido che sarebbe stato un peccato svegliarlo.
”Come sono i fuochi?”
borbottò, danzando sulla linea fra l’essere completamente desto
e la veglia tendente al sonno.
”Sono terminati”
”Eh?”
”Sono finiti quasi mezz’ora fa”
”Hn?”
Quasi avesse finalmente compreso le sue parole, Miharu si mise a sedere,
sbadigliando e guardandosi attorno.
”Ma quando mi sono addormentato?”
”All’inizio”
”…quindi sono…le due e mezza di notte?”
L’altro scrollò le spalle:
”Credo”
”Mmmhhh”
Senza pensarci due volte, il ragazzino tornò a infilarsi nella
cuccetta calda:
”Gli altri?”
”Se ne sono andati quando sono finiti i fuochi”
”Cos’hanno detto?”
”Di riaccompagnarti quando ti saresti svegliato”
”Ah”
Passarono parecchi minuti, durante i quali Miharu fu talmente silenzioso
da suggerire a Yoite che si fosse addormentato ancora…il suo respiro
era calmo, e il viso rilassato…fin quando gli occhi non si socchiusero:
”Dici che potremmo dormire qui?”
”Hn?”
”Non ho voglia di andare in camera”
sussurrò con il tono di chi sta supplicando…Yoite si guardò
in giro. Lì non ci sarebbero stati pericoli, ma erano pur sempre
all’aperto:
”Non prenderemmo troppo freddo?”
L’altro scosse il capo, rannicchiandosi…
”Mi prenderò io la responsabilità, Yukimi-san non ti
dirà nulla”
”Non è per quello…Miharu, davvero non ci ammaleremo?”
Non voleva correre il rischio…ma l’altro scosse il capo:
”Non permetterò che accada”
e sembrò che un velo protettivo calasse su di loro.
”Allora…rimaniamo qui”
Miharu si mise su un fianco e lo guardò, decisamente più
vispo:
”Tu hai mai dormito sotto le stelle?”
Yoite ripensò alla finestrella attraverso cui vedeva il cielo,
e fece ondeggiare il capo:
”Più o meno”
rispose alla fine…ma all’altro a quanto pareva bastava come risposta:
”Allora hai più esperienza di me…non mi hanno mai lasciato
dormire fuori”
”Saranno stati preoccupati per te”
”…forse. Però adesso ci sei tu”
Sorrise come un bimbo che ha appena ottenuto il dolcetto che desiderava,
risistemandosi sotto il plaid…era felice che Yoite l’avesse accontentato.
Quella notte la distanza fra loro si era ridotta moltissimo…prima gli permetteva
di dormirgli vicino, poi esaudiva quel suo capriccio, infine gli sarebbe
rimasto al fianco fino all’alba…lui era la Divinità, però
le sue maggiori conquiste le aveva fatte quella notte…
’Non voglio che termini’
pensò, allungando due dita e stringendo forte il suo soprabito.
Non voleva perderlo, non voleva rimanere più solo…senza Yoite.
”Dormi…veglierò io su di te”
Annuendo, Miharu si lasciò andare al sonno…non desiderava nient’altro…solo
lui.
Yukimi
e il sensei Kumohira erano di fronte a loro, a squadrarli dall’alto
in basso con cipiglio alterato:
”Ma braaaavi, passare la notte fuori senza avvertire! Ehi, moccioso
demoniaco, non osare rovinare il mio allievo”
Yoite tentò di prendere le difese di Miharu, ma Yukimi scosse
il capo:
”Tu fila a cambiarti, ci vediamo in palestra. Quanto a te, mocciosetto,
spero che tu abbia tenuto tutti e due al coperto. Sai che accadrebbe
se si prendesse il raffreddore?”
Miharu si imbronciò:
”Yukimi-san, sono il primo a tenere alla salute di Yoite!”
esclamò con suoi occhi da cucciolo…ma sul biondo non funzionavano:
”Con chi credi di parlare, col professorino sprovveduto? Fila in cucina
a prenderti una ramanzina da Kazuho!”
Il ragazzino sbuffò seguendo Yoite nel corridoio, con Yukimi
che continuava a sgridarli e il professore che lo guardava severamente,
senza aggiungere nulla.
”Lo sai che non possiamo interrompere il suo addestramento, maledizione!
Che ti è saltato in mente, eh Miharu?”
”Yukimi…”
Ma l’uomo indicò la palestra, e a un cenno di Miharu Yoite
non poté che infilarsi nello spogliatoio. Ne uscì dopo
pochi minuti, e trovò solo Yukimi ad aspettarlo. Sapeva che
avrebbero dovuto allenarsi, però non ce la faceva. Non avevano
fatto nulla di male, perché se l’erano presa così?
Yukimi comprese dallo sguardo che non poteva iniziare senza parlarne,
per cui si fece forza:
”Ascolta, moccioso. Immagino ti stia chiedendo perché vi abbiamo
sgridati”
”…sì. Ma ve la siete presa più con Miharu che con me”
”Hai ragione. Perché abbiamo sgridato Miharu. Non ci arrivi?”
Yoite scosse il capo, deciso a non fare nessuno sforzo per facilitargli
il compito.
”Tu adori Miharu, non è vero? Almeno quanto lui adora te”
L’altro annuì.
Sospirando, lo shinobi si grattò la testa:
”Ma perché mi tocca farvi la balia? Io che odio i mocciosi,
grazie al cielo Kazuho non ne ha di figli! Comunque abbiamo sgridato
Miharu perché è quello, fra voi due, che ha bisogno
di essere messo a freno. Lui è abituato ad avere tutto semplicemente
schioccando le dita o accogliendo persone che lavorino per lui, ma
certe cose non le aveva mai fatte proprio perché non aveva
nessuno con cui condividerle. Come dormire sotto le stelle…non l’avrebbe
mai fatto se non ci fossi stato tu”
Yoite inclinò il capo:
”Ho sbagliato a dirgli di sì?”
chiese dubbioso.
”No, certo che no. Solo che lui sa che tu non gli dirai mai di no,
vero?”
C’era un leggerissimo rimprovero in quell’affermazione, ma Yoite non
vi badò:
”Esatto”
”Per questo vorremmo che lui non esagerasse troppo nelle richieste,
diciamo. Dato che tu sarai sempre dalla sua parte, è lui quello
che dovremmo limitare”
”Perché?”
Yukimi sbatté gli occhi:
”Scusa?”
”Perché dovreste limitarlo?”
”…non capisco”
”Perché non permettete a Miharu di fare ciò che desidera?”
”Perché in certe occasioni si dimostra essere uno sconsiderato!”
”Ma è per questo che mi avete chiesto di essere il suo braccio
destro”
L’altro annuì titubante…quella conversazione stava prendendo
una brutta piega. Yoite era già totalmente schierato con Miharu, partivano già battuti.
”Lo sappiamo…ma quello che temiamo è che Miharu molli tutto…per te. Che perda la testa. Che diventi ancora più apatico quando non sei coinvolto tu. E temiamo anche la sua reazione, se tu fossi implicato, diciamo, in qualcosa di spiacevole”
”Implicato in qualcosa di spiacevole?”
”Già…se ti trovassi in pericolo, come reagirebbe lui? Scatenerebbe lo Shinrabanshō o saprebbe mettergli un freno? E tu sarai in grado di distinguere quale sia il meglio per lui?”
Yoite strinse gli occhi:
”Farò di tutto per il bene di Miharu. Anche portarlo fuori
a dormire tutte le notti, se servisse a farlo stare bene”
Si fissarono in silenzio, poi Yukimi ghignò:
”Stai iniziando a tirar fuori gli artigli. Bene…è ora che ti
prepari, perché d'ora in poi sarà ancora più dura”
Yoite si mise in guardia, e Yukimi si chiese se avessero fatto bene
a mettere assieme quei due. Si erano ingannati vedendo il carattere
di Miharu addolcito dalla presenza di Yoite…lo stesso Yoite ora era
schierato con Miharu, non era più il suo braccio destro, erano
entrambi la stessa persona. La cosa poteva essere pericolosa…avrebbero saputo affrontare con lucidità i pericoli che sarebbero apparsi? E se uno dei due fosse rimasto ferito, o peggio, l'altro come avrebbe reagito?
”Fatti forza moccioso, che stasera non sarai nemmeno in grado di camminare!”
Yoite attaccò…era grato a Yukimi per i suoi insegnamenti, ma
era giunto il momento di stare sempre con Miharu.
Fine parte IX
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