Il decadimento del passato
di Hymeko
Il Faraone si sedette sulla poltrona del presidente della Kaiba Corporation, accavallando morbidamente le gambe e osservando il suo ragazzo girare per la stanza, il cordless in mano e delle cartelle nell’altra. Era piacevole vederlo discutere d’affari…a parte quando minacciava la gente, naturalmente. Ma dato che quel giorno le cose stavano andando bene, non doveva preoccuparsi…tutto si sarebbe svolto alla perfezione.
Sospirò, voltando lo schienale e osservando la sera di Tokyo. Le luci scintillavano incoronando la città, vividi punti del contorno di un disegno astratto, magico, ammaliante. Era sempre meraviglioso, per lui, ammirare la città dall’alto. La vita che pulsava, l’energia che sprigionava, il senso di vertigine che permeava gli edifici che si spingevano sino alle altezze celesti…quella città era la più bella del mondo, era il luogo fantastico dove era stato, ed era, felice, e dove aveva trovato uno dei grandi amori della sua vita.
"Yugi, devo assentarmi un attimo. Tu…fai quello che vuoi. Ma non rispondere se la segretaria chiama"
La poltrona ruotò ancora, e il Faraone assentì:
"Rimango qui a guardare fuori, allora"
bisbigliò, quasi a non voler deturpare l’aura che aveva invaso quell’ufficio.
Kaiba annuì e uscì, camminando in fretta…l’altro si rimise a riempirsi gli occhi del paesaggio, sospirando. Il giorno prima Kaiba l’aveva avvertito che avrebbero dovuto passare almeno un’oretta nel suo ufficio, perché dato che il Natale si stava avvicinando, gli ordini iniziavano a fioccare. Mancavano ancora quasi tre mesi, ma sapendo come andavano le cose alla Kaiba, non si era lamentato…sperava solo che, sotto le feste, il suo ragazzo rallentasse un po’ ritmo.
’Anche se ne dubito’
pensò, accarezzandosi il collo alto del leggero maglione bianco che lo riscaldava. Quando aveva visto Kaiba con un maglioncino viola e i pantaloni neri aveva provato un tuffo al cuore, e appena aveva trovato i capi che aveva addosso, ne aveva avuto la certezza. Probabilmente Kaiba non ci pensava più neppure, ma quelli erano gli abiti che aveva visto nell’ultima visione avuta attraverso la Millenium Tauk.
Guardò il proprio riflesso, la pelle d’ambra e gli occhi viola, più profondi di quelli di Yugi, o almeno così gli diceva il suo ragazzo. Il bianco del tessuto ammorbidiva i suoi tratti aristocratici, i pantaloni lo facevano più magro di quel che era in realtà. Era davvero bello come Kaiba gli sussurrava spesso, mentre facevano l’amore? Non lo sapeva...lui trovava abbastanza ridicoli quei capelli, e troppo improbabile il colore degli occhi. La sua corporatura poi era tanto sottile e priva di muscoli da essere quasi preoccupante. Però al presidente piaceva, quindi non ci pensava più di tanto. L’importante era solo che Kaiba apprezzasse.
’Kaiba…’
Chissà cosa sarebbe successo per spingerli al sentito abbraccio che aveva visto? Non vedeva l’ora che accadesse…le sue braccia che lo stringevano, e poi la sua bocca sul collo…
’Che voglia di fare l’amore…’
Anche se finalmente era la sua schiena a fare male dopo l’amplesso, non ne aveva mai abbastanza delle notti fra le braccia del suo amante. Kaiba aveva iniziato a fargli cose mai fatte prima…avvampò al ricordo di come era stato spalmato di glassa e poi leccato da capo a piedi…o di quando l’aveva coperto di granita alla Coca-Cola e succhiato…o di come gli mordicchiva i capezzoli dopo averli cosparsi di zucchero a velo…
Scosse il capo, mentre un calore rischioso gli si propagava nell’inguine.
’Ma quando torna?’
si chiese, sapendo però che sarebbe stato davvero imprudente farlo lì…anche se era un peccato non averlo ancora fatto su quella scrivania, da quando era tornato…e nemmeno contro la vetrata che teneva fuori gli occhi indiscreti del mondo…
Chiuse gli occhi, immaginandosi steso sul freddo legno della scrivania, senza nemmeno un velo di stoffa a proteggerlo, ma con le mani del suo focoso amante attento a scaldarlo…e poi l’avrebbe fatto violentemente suo, e lui si sarebbe perso in un bagliore profondo, annegando in un abisso scintillante…
’Non mi posso eccitare per così poco…’
Si diede del pervertito, sebbene fosse maliziosamente soddisfatto della propria immaginazione…appena Kaiba fosse tornato, gli avrebbe proposto un rovente incontro, magari proprio lì, o sul divanetto dove si erano amati spesso…
Respirò a fondo, tentando di calmarsi. Quella era la sera in cui la visione si sarebbe avverata, non doveva perdere di vista l’obbiettivo. Al sesso col suo ragazzo poteva pensarci dopo…sebbene fosse difficile toglierselo dalla testa.
"Sono diventato più maniaco di lui"
ridacchiò a voce alta, scuotendo la testa e giocando sulla poltrona, girando più e più volte, come un bambino. In fondo lo era, in quel mondo…era da così poco che vi esisteva realmente, ora lo poteva scoprire come vero membro dell’umanità…
BEEP BEEP
Il Faraone sussultò, bloccando la poltrona. La segretaria stava tentando di contattare Kaiba…le sue mani strinsero i braccioli, mentre il cuore batteva forte, sperando che smettesse presto.
Dopo qualche attimo, il rumore cessò, e il ragazzo poté tirare un sospiro di sollievo. Non sapevano bene come comportarsi coi dipendenti che lavoravano in quel palazzo. Non erano come le guardie del corpo che stavano sempre attaccate ai due fratelli, che erano persone più che fidate. Lì andava e veniva un sacco di gente…se qualcuno l’avesse visto, e avesse poi incontrato Yugi, sarebbe successo un disastro…
’Forse dovrei smettere di venire qui’
pensò, girando di nuovo la sedia e affondando lo sguardo nel buio sopra la città, mentre un aereo lontano atterrava a Narita.
………
"Nulla?"
"Mi spiace, signor Muto, ma il signor Kaiba non risponde"
Yugi sbuffò, maledicendo il proprio fato. Non solo gli era toccato presentarsi da Kaiba per portargli dei documenti da firmare da parte del consiglio studentesco, ma quando trovava il coraggio di salire sino al suo ufficio, lui non c’era neppure!
"Se vuole può lasciarli a me"
La segretaria lo invitò a posare i fogli sulla sua scrivania, ma lui scosse la testa:
"Il presidente del consiglio studentesco mi ha fatto giurare che glieli avrei dati di persona, è un tipo un po’ rigido, da questo punto di vista"
"Capisco"
La donna annuì…conosceva il tipo…il presidente era esattamente lo stesso. Studiò il ragazzo…sapeva del suo legame col signor Kaiba, quindi poteva tentare di agevolargli la via.
"Posso provare a vedere se il signorino Mokuba può contattarlo, magari si sono parlati fra loro"
"Gliene sarei grato"
Non vedeva l’ora di andarsene…essere nella torre della Kaiba senza il suo Puzzle al collo gli dava una strana sensazione…
………
BEEP BEEP
Mokuba inarcò un sopracciglio, quella era la segretaria di suo fratello…
"Sì?"
"Signorino Mokuba, il signor Muto è qui, e vorrebbe parlare con suo fratello"
’Il Faraone? Come mai sarà fuori dall'ufficio?’
"Lui non c’è?"
"No, non mi risponde"
Mokuba si massaggiò gli occhi.
’Avrà fatto quattro passi mentre mio fratello è in laboratorio’
"Lo faccia accomodare nell'ufficio di mio fratello, poi mi porti la pratica Keiyo"
"Sì, signore"
La segretaria accompagnò Yugi alla porta dell’ufficio di Kaiba, aprendola con un piccolo inchino, poi si congedò.
"Hai fatto presto a tornare"
Yugi sussultò, rabbrividendo sentendo la voce che proveniva da dietro la poltrona. Era una voce conosciuta, desiderata, sognata in decine di notti…
…una voce che però non poteva essere lì…
…le gambe di Yugi tremarono, si sentì precipitare in un sogno, mentre la sua forza sbiadiva e le ginocchia cedevano.
"Allora? Kaiba?"
La poltrona si girò, e due paia di occhi viola si spalancarono. Due ragazzi simili, che avevano condiviso corpo e mente, che erano stati una cosa sola, si fissarono. La pelle bianca del più minuto divenne ancora più pallida, mentre quella ambrata si imperlò di sudore, e piccoli brividi la percorsero. Come era potuto succedere? Perché Yugi era lì?
’Cosa accadrà ora?’
Si alzò, avvicinandosi a quel giovane che continuava a fissarlo scioccato:
"Yugi…"
Si inginocchiò accanto a lui, e gli mise una mano su una spalla.
L’altro boccheggiò:
"Ah…tu…io…c-chi…c-com…e"
"…io…"
Cosa poteva dirgli? La situazione poteva essere ancora salvata…o era l’inizio di una nuova caduta?
Yugi lo afferrò per un braccio, poi lo toccò sul viso, spostandosi sui capelli, sfregandoli fra le dita…era vero, era realmente lì, l’amico più caro di tanti anni…era tornato…era lì alla Kaiba...
…per Kaiba…
Si sentì un po’ offeso per essere stato messo in secondo piano rispetto al presidente, ma in fondo si amavano, poteva perdonarglielo…
…Kaiba sarebbe stato felicissimo, quando l’avrebbe scoperto…era tornato, non si capiva bene come ma era tornato lì…
"Quando Kaiba lo saprà impazzirà…"
Non capiva più nulla, impazziva di felicità, sarebbero stati di nuovo tutti assieme, quel buco dalla sua partenza sarebbe stato presto dimenticato, la loro amicizia avrebbe continuato a crescere…
…non avrebbe più dovuto piangere…né fingere di aver la forza di andare avanti…si sarebbe ancora potuto appoggiare a lui…
"…Yugi…"
"Sono senza parole…quando te ne sei andato io…volevo…"
"Non preoccuparti, è tutto a posto…"
Le lacrime di Yugi caddero sul tappeto, disegnando piccole macchie nere:
"Io…io…mi dispiace…mi dispiace così tanto…"
Il Faraone lo abbracciò, cullandolo dolcemente:
"E per cosa?"
"…ti ho mandato via…la tua storia con Kaiba…"
"Ssshhh…tu mi hai liberato dalla prigionia del Puzzle…"
Ma le sue lacrime non potevano essere arrestaste così facilmente:
"…io non volevo…che tu te ne andassi"
"Era il mio destino…dopo tre millenni, finalmente ero libero…"
"Ma noi…voi…"
L’antico re lo consolò:
"Va tutto bene…è tutto a posto…tu sei stato il mio salvatore…"
Fra i singhiozzi, Yugi continuò a balbettare:
"Sarà così felice…Kaiba sarà felice quando ti vedrà…torneremo tutti assieme…"
Prima che il Faraone potesse rispondere, una porta si aprì, e Kaiba entrò leggiucchiando dei fogli che teneva fra le mani:
"Ho praticamente finito. Andiamo a cena adesso?"
"Kaib…"
Ma l’altro non lo fece finire, sempre senza guardarlo:
"Posso riservare una saletta privata al KCIIP, se vuoi. All’inaugurazione, l’altro giorno, alla fine non ci abbiamo mangiato. Ci torniamo?"
Il Faraone tirò la bocca, mentre Yugi spalancava gli occhi e passava lo sguardo fra uno e l’altro. Kaiba non era sorpreso, né emozionato. Sembrava a suo agio, perfettamente calmo, e parlava di tornare al KCIIP…
"Allora?"
Kaiba alla fine si volse verso di lui, ma quando lo vide inginocchiato a terra, con Yugi vicino, si gelò. Quello non sapeva come affrontarlo…
Yugi si sollevò, passandosi una mano sugli occhi:
"Ma…tu…"
Anche il Faraone si alzò, scambiando uno sguardo disperato col suo ragazzo.
"…tu…lo sapevi…"
"…hn"
Non era una risposta…e Yugi lo sapeva…
"No no no no! Fatemi capire…tu…"
e indicò il presidente…
"…lo sapevi?"
"…sì"
Yugi fece due conti:
"Il KCIIP l’hai inaugurato due settimane fa…"
Del sudore freddo imperlò la pelle del presidente…stavano per iniziare i guai, probabilmente…
"Eh…"
Kaiba continuava a spostare gli occhi fra i due Yugi…ma il suo ragazzo sembrava nel panico. E lui lo era quasi…non sapeva che fare né cosa inventarsi. Chissà poi cosa si erano detti quei due, prima che tornasse in ufficio…
’Anche se probabilmente non si sono spiegati’
Dalla faccia che stava facendo il piccolo Yugi, non si erano detti nulla…e la cosa poteva rivelarsi tragica.
’Scocciatura in arrivo’
pensò, accomodandosi su un divano. Si era dato tanto da fare perché il suo ragazzo non dovesse più pensare a loro, e Yugi spuntava fuori proprio mentre stavano per uscire per una seratina romantica?
’Che gran rompiscatole’
In più il Faraone sarebbe andato per l’ennesima volta in crisi, e lui avrebbe dovuto ricominciare a essere dolce, tenero e romantico…quanto ci sarebbe voluto perché potessero di nuovo fare sesso?
"Si può sapere che sta succedendo?"
Il tono della voce di Yugi stava diventando basso e pericoloso…dallo stupore stava passando alla rabbia…e il peggio era che Kaiba comprendeva il motivo…
’Spero solo non gli salti addosso…’
Il presidente ricevette lo sguardo del suo ragazzo, ma non poté far altro che alzare le spalle: non poteva certo pretendere che fosse lui a interagire col piccolo Yugi!
"Ehm…"
Il Faraone gli prese le mani:
"Yugi…vedi…"
L’altro si allontanò di scatto, digrignando i denti:
"Tu c’eri all’inaugurazione del KCIIP?"
"Io…"
"Tu eri all’inaugurazione del KCIIP???!!!"
Al Faraone non restò che annuire:
"Sì…ero in uno dei palchi con Kaiba…sono stato felice di vedere che state tutti bene"
Kaiba si morse la lingua: quella era una brutta frase, soprattutto detta a uno che era in cerca di ogni scusa possibile per litigare.
E infatti Yugi sbiancò:
"Tu eri lì…ci hai visti…e non sei nemmeno venuto a salutarci?"
Il Faraone non poté che boccheggiare…e sperare che Kaiba accorresse in suo aiuto.
’Subito però!’
"Yugi…"
’Grazie Kaiba’
"…stai calmo"
"Perché mai dovrei?"
"…la situazione è un po’ complicata"
Il Faraone annuì convinto, ma l’occhiata gelida che il suo vecchio corpo gli rivolse lo bloccò.
"Ho tempo per ascoltare la storia"
ringhiò Yugi, appoggiandosi a braccia incrociate alla porta d’ingresso. Nessuno sarebbe uscito di lì finché non fosse stato soddisfatto.
Di nuovo il Faraone e Kaiba si guardarono, poi il primo sospirò piano e annuì:
"In poche parole gli dei Inferi ci hanno concesso di stare assieme…anche se io non dovrei tornare qui. Hai presente i Dioscuri?"
"No e non mi interessa. Quel che voglio sapere è perché non sei venuto da noi. Ci hai dimenticati o eri troppo impegnato a scopare?"
Il Faraone aprì la bocca, mentre Kaiba dovette soffocare una risata. Quella sì che era una novità!
"Yugi…per favore"
"No! Adesso io chiedo e tu rispondi!"
La sua voce si stava alzando pericolosamente…il Faraone annuì, mordendosi l’interno della guancia.
"Da quanto sei tornato?"
"Q-Qualche giorno"
Yugi diede una manata sulla porta, facendo sobbalzare il Faraone, mentre Kaiba inarcava stupefatto un sopracciglio. Come si permetteva di trattare così il suo ufficio?
"Qualche giorno quanto?"
I due amanti si fissarono…le cose sarebbero sicuramente precipitate. Ormai stava diventando una costante.
"Più o meno…"
La sua voce tremò, poi riprese forza:
"…due mesi e…mezzo"
Il silenzio durò pochi attimi, poi lo schiocco secco di uno schiaffo lo infranse.
Kaiba scattò, raggiungendo il suo ragazzo, tirandolo indietro. Sulla sua guancia risaltava l’impronta rossa della mano di Yugi, nei suoi occhi l’incredulità e il dolore per il gesto subito. Yugi l’aveva appena schiaffeggiato…sentiva accanto a lui Kaiba che gli stava chiedendo qualcosa, ma non lo ascoltava. Lo aveva colpito…sentiva il sapore di metallo del sangue che gli rendeva amara la bocca…
"Y-Yu-gi…"
"Due mesi e mezzo…e non sei venuto nemmeno una volta…"
"Ho deciso di non venire perché…era l’unico modo per dare a voi, e soprattutto a te, la possibilità di crescere liberi…da me"
Kaiba guardò il suo ragazzo. Non avrebbe mai pensato che l’avrebbe detto con tanta chiarezza.
"Crescere? Non saperti qui ci avrebbe aiutati a crescere?"
L’altro annuì:
"Le difficoltà della vita, i problemi che io ho affrontato al tuo posto…se te l’avessi detto, tu non saresti ancora ricorso al mio aiuto?"
"E che male ci sarebbe stato?"
schiamazzò Yugi, gli occhi colmi di lacrime.
"Yugi…"
"Perché mi hai tradito?"
La sua voce si stava clamorosamente alzando…non l’avevano mai visto così.
"Non l’ho fatto…ma tu mi hai sconfitto a duello per iniziare la tua nuova vita da solo! La tua crescita è iniziata da lì, se avessi saputo del mio ritorno non si sarebbe arrestata?"
"E allora? Saperti qui mi avrebbe dato forza!"
Anche il Faraone si infervorò:
"È questo che non sarebbe dovuto accadere! A che è servito quello che è successo in Egitto allora? Non sarebbe cambiato niente se avessi saputo del mio ritorno!"
"Saperti qui mi avrebbe reso più forte! Mi avrebbe reso felice!"
"Tu devi essere forte e felice anche senza sapere di me!"
La risposta di Yugi gli morì sulle labbra:
"È inutile…non cambierò idea. Non ti perdonerò per non avermi nemmeno salutato. Per non avermi nemmeno dato la possibilità di rivederti…né di scusarmi per avervi diviso e causato dolore"
Kaiba esitò, mentre il Faraone abbassava lo sguardo…cosa poteva dire?
"Io…non potevo tornare da voi…il mio tempo adesso è con lui"
"…questo lo posso capire. Ma non accetto di non essere nemmeno salutato- e assolto- dalla persona con cui ho diviso la parte più importante della mia vita"
"Se fossi tornato da voi avrei alterato il corso delle vostre vite!"
Yugi perse la testa e alzò di nuovo il braccio, ma non arrivò a colpire di nuovo: Kaiba gliel’aveva bloccato a metà strada.
"Non osare più colpire il mio ragazzo"
sibilò con rabbia. Poteva accettare che litigassero, ma non che gli venisse fatto del male.
"Come vuoi…"
Afferrò una manciata dei fogli che gli erano caduti e li buttò per aria:
"…questi sono dei documenti che devi firmare per la gita di metà anno, manchi solo tu. Riportali entro domani mattina alla capoclasse. Kaiba, ci vediamo a scuola. Fantasma, addio"
e se ne andò sbattendo la porta, ringhiando insulti non ripetibili.
Il presidente sospirò. Sapeva che non aveva molta scelta…doveva lasciaro andare:
"Dai, corrigli dietro"
Se si fossero chiariti in fretta magari non sarebbe andato in crisi…
"…no"
"Eh?"
Adesso che gli prendeva?
"Atem…"
Il Faraone gli sorrise e gli cinse la vita con le braccia. Gli era grato d’averlo chiamato col suo nome…
"Prima ero qui per lui, e dovevo separarmi da te. Ora sono qui per te, ma non me ne andrò per lui. Abdicherò dal titolo di Re delle Tate…anche conoscere rabbia e rancore lo aiuterà a crescere"
Kaiba lo strinse a sé, nascondendo quel corpo minuto contro il suo, avvolgendolo nel suo calore. Stava rinunciando ai suoi amici per lui…era uno dei più grandi pegni d’amore che gli avesse mai donato.
"Ne sei sicuro?"
"Sì…ora è questo il mio unico desiderio. Rimanere con te"
Kaiba lo strinse a sé, affondando il viso fra i suoi capelli…avevano un profumo misterioso, quasi mistico, di mirra e unguenti speziati…l’altro alzò il viso e lo baciò dolcemente:
"Era questo…era questo il momento dell’abbraccio che ho visto nella mia visione"
"Allora ogni tanto quella collana ci azzeccava"
Il presidente lo sollevò e lo portò a uno dei divanetti, sedendosi con lui fra le braccia. Il Faraone sospirò, lasciandosi cullare dal leggero ondeggiare del suo corpo…era certo di averlo reso felice. Kaiba aveva sofferto molto in passato, quando l’aveva messo dopo i suoi amici…ora che poteva, non l’avrebbe più deluso.
"Cosa devo fare domani con gli altri?"
La voce di Kaiba gli arrivava distante, quasi ovattata…come stava bene…
"Quali altri?"
"Jono-uchi…Anzu…Honda…"
"Mmmhhh…non so se glielo dirà"
"E se dovesse farlo?"
Sbuffando, il Faraone si staccò da lui e lo guardò male:
"Ma perché te ne preoccupi?"
"Perché verranno da me a chiedere spiegazioni!"
Riappoggiandosi al suo petto, l’antico re gli baciò la fossetta alla base del collo:
"Quando e se dovesse accadere, rispondi che è una cosa che dovrebbero discutere con me. Parlerò io con loro…al massimo in un quarto d’ora. Se me lo concederai"
Kaiba si succhiò un labbro:
"Andrai in crisi?"
"No…promesso. Parlerò, spiegherò…e chiuderò la questione"
Anche se aveva qualche dubbio sull’arrendevolezza di quei deficienti, Kaiba annuì:
"Per tirarti su di morale, che ne dici di andare a cena?"
"Al KCIIP?"
L’altro alzò le spalle:
"Ovunque tu voglia"
"Al KCIIP vedremo le costellazioni?"
"Sì"
Il suo ragazzo si alzò e si stiracchiò, tendendogli la mano:
"Andiamo…"
Ma Kaiba lo prese, lo tirò a sé e gli sussurrò:
"Abbiamo ancora dieci minuti"
e iniziò a baciarlo.
Fine
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