DISCLAIMERS: La storia è originale. I personaggi di Hansi e Yuri sono miei. Till e Richard (e i Rammstein) invece no. Appartengono solo a se’ stessi, alla loro casa discografica e ,casomai, alle loro mamme ^_^. I testi delle canzoni appartengono ai loro legittimi proprietari. E comunque, questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e quindi io non ci guadagno niente.

 

Il concerto

parte VIII

di Schwarze Fee


Prima di uscire da casa mi ha baciato ancora.

-          Ciao, e divertiti. Non fare tardi, lo sai che io poi mi preoccupo.-

A volte mi tratta come un bambino, ma a me piace. Mi fa sentire che ci tiene a me.

-          Si, certo. Torno subito appena finito il concerto. E tu, cosa farai? –

-          Niente. L’emicrania mi sta spaccando la testa! Ora faccio una doccia e vado a letto. Mi raccomando, non te lo consumare con gli occhi, quel tipo.

-          Geloso? –

-          Da impazzire! –

* * *

Quando sono uscito era quasi buio. Ho preso l’autobus e poi il metrò. Era tanto che non prendevo il metrò. Di solito giro in moto, ma non sapevo bene dove parcheggiarla una volta arrivato allo stadio. Dopo i concerti c’è sempre qualche bastardo che si diverte a fare danni. Mi scoccerebbe uscire e trovare la moto senza qualche pezzo. Inutile dire che ci tengo, è un regalo di Yuri.

Seduto in un angolo mi guardo in giro. Non c’è molta gente. Dall’altra parte della carrozza un gruppo di ragazzi schiamazza. Uno di loro accenna una canzone. La riconosco subito, e guardando meglio vedo che indossano le T-shirt nere con scritto Rammstein. Stanno andando anche loro al concert

Con un gesto furtivo controllo in un taschino del giubbetto. Mi tranquillizzo sentendo il leggero rigonfiamento che tradisce la presenza di uno spinello. Mi sento una specie di fuorilegge. Se solo Yuri lo sapesse. Lui non vuole nemmeno sentirne parlare, e io lo capisco, dopo quello che ha passato. Dice che è merda, che io non ne ho bisogno e che di cazzate ne ha fatte abbastanza lui per tutti e due. Ma io ho sempre fumato un po’, di nascosto, quando stavo con i miei amici e lui non c’era. E’ forse l’unica cosa che non sa di me.

A volte mi soffoca un po’. Lui è diventato così serio. Si comporta con me come una specie di genitore. Forse io sono rimasto un ragazzino, mi piace divertirmi e fare qualche stupidaggine. Non faccio del male a nessuno se ogni tanto mi ubriaco o mi faccio una canna.

Forse è perché io non sono mai stato libero di fare niente, non mi sono mai divertito da ragazzino. Invece lui ne ha combinate talmente tante che adesso vuole solo una vita tranquilla. Poi lui viaggia, gira il mondo con il suo lavoro. Va a fare servizi fotografici un po’ dappertutto. Io non ho che lo studio, perciò credo di meritare un po’ di svago ogni tanto.

* * *

Quando arrivo allo stadio c’è già ressa. Ma io mi sono ripromesso di assistere al concerto dalla prima fila, così, un pezzetto alla volta, spingendo e sgomitando, mi avvicino e alla fine sono lì, proprio sotto il palco.

Ancora non ci posso credere. Fra poco lo vedrò, non più in foto o in video, ma qui, davanti a me.

E’ il secondo uomo al mondo che amo, dopo Yuri. Certo è un amore diverso, Yuri è il mio uomo e Till è il mio idolo. A volte, scherzando, dico a Yuri che se mai dovesse lasciarmi, io correrei da Till e lui, vedendo il mio dolce faccino, non potrebbe fare a meno di innamorarsi di me. Yuri ride, ma sotto sotto è geloso, lo so, e questo mi piace da morire.

Lui chi è?

Ma è l’uomo più bello del mondo, naturalmente.

Till Lindemann, il cantante dei Rammstein.

Ancora non suonano, ma le luci, la gente, le grida, tutto contribuisce a creare un’atmosfera magica, è come vivere un sogno. Già girano lattine di birra e canne. Mi sento bene, tranquillo, pronto per qualsiasi cosa possa accadere.

Le luci si spengono. Le prime note di “Spiel mit mir” partono. La folla esplode in un boato. Il palco è buio. Poi un’esplosione ed ecco comparire Flake, il tastierista. Un’altra esplosione e compare Christoph, il batterista, e via di seguito, altre tre esplosioni e compaiono Oliver, il bassista, Paul, il secondo chitarrista e Richard, il primo chitarrista. E qui la folla esplode in un altro boato: Se Till è l’uomo più bello del mondo, Richard è sicuramente al secondo posto. Vederli insieme su un palco è un’esperienza che sfiora il trascendente.

E Till? Dov’è? Ma ecco un’altra esplosione e dall’alto scende una piattaforma. Eccolo! E’ lui! La folla impazzisce, il boato che si alza fa tremare la terra sotto i piedi.

E così inizia il concerto.

Lui è bellissimo, con quei capelli corti dietro e lunghi davanti, pitturati d’argento. Non so dire cosa mi piaccia di lui. Non è nemmeno il mio tipo. Ma è il suo modo di muoversi sul palco, la sua espressione, la sua sensualità. E’ un essere che sprigiona sesso da tutti i pori. Ecco cosa mi piace di lui, l’idea che possa prenderti e rivoltarti come un calzino. L’idea che possa sbatterti come uno zerbino. L’idea di essere piccolo e indifeso fra le sue mani, senza nessuna possibilità di scampo.

E’ proprio davanti a me. E… mi sta fissando! No, forse mi inganno, c’è tanta gente! Ma i suoi occhi verdi sono proprio fissi su di me. Mi sento andare a fuoco.

“Spiel mit mir ein spiel

spiel mit mir ein spiel”

 

“Gioca con me un gioco

gioca con me un gioco”

Si, mi fissa, sembra che stia parlando con me, che lo stia dicendo a me. I suoi occhi hanno un’intensità ipnotizzante. Io annuisco con la testa. Si, si. Poi se ne va, torna a cantare per tutti. Ma per un istante, ne sono sicuro, ha cantato solo per me.

Man mano che le canzoni si susseguono la folla diventa sempre più eccitata.

Arriva il turno di “Bestrafe mich” (Puniscimi) e Till torna sul palco a dorso nudo e con un gatto a nove code in mano. Mentre canta si fustiga. Lo so, è solo per finta, ma io non riesco a togliere gli occhi dalla sua pelle. Oh, Dio! E’ così eccitante!

Più avanti c’è “Heirate mich” (Sposami). Till si inginocchia di fronte a Richard e canta “sposami” tendendogli una mano. Richard gli sorride in modo così sensuale, poi si abbassa e lo cinge con un braccio. Cantano nello stesso microfono. Le loro labbra si sfiorano. Sono entrambi a dorso nudo e vedere la loro pelle a contatto fa venire i brividi. Il pubblico esplode. A quanto pare non sono solo io a sentirmi eccitato da quella visione.

Ad un tratto Till scende dal palco e passa davanti a noi picchiando i suoi palmi contro le nostre mani tese. Tutta la prima fila si tende verso di lui, tutti vogliono toccarlo anche solo per un istante. Anche io tendo una mano verso di lui. Quando passa davanti a me si ferma un attimo. La sua mano indugia sulla mia. Il mio palmo è a contatto con il suo. E’ solo per un breve istante. Ma lo ha fatto solo con me. E’ incredibile! Lui mi ha notato. In mezzo a tutte queste persone, lui ha notato proprio me. E’ come un sogno!

Improvvisamente immagino che lui venga da me e mi chieda di restare con lui, di passare la notte con lui. Cosa farei in questo caso? Accetterei? E Yuri? Oh, credo che per una volta Yuri dovrebbe tirarsi da parte. Qui non stiamo parlando di un uomo qualsiasi, nooooo! Stiamo parlando di TILL! E quando mai mi ricapita un’occasione simile?

Poi mi riscuoto! Assurdo! Cosa sto pensando? Sogni, sono solo sogni! Il concerto finirà e lui se ne andrà, e io tornerò a casa a sfogare i miei bollenti spiriti sul povero, ignaro Yuri.

 

Il concerto continua, in mezzo alle fiamme. I microfoni prendono fuoco, tutto prende fuoco. E alla fine esplosioni e fiamme persino sopra le nostre teste. E’ uno spettacolo grandioso. Ma è lui che riempie il palco, è lui che va avanti e indietro con migliaia di occhi puntati su di lui. E’ lui che si passa la lingua sulle labbra e si infila la mano nei pantaloni. E migliaia di bocche gridano ad ogni suo gesto, ad ogni suo sguardo.

Intorno a me ci sono ragazze che gridano e ragazzi perfettamente etero disposti a fare qualunque cosa lui chiedesse loro.

E per tutto il tempo io canto e grido, senza nemmeno rendermene conto. Non ho più un filo di voce e la gola mi brucia come se dentro ci fosse del fuoco, il fatto di essere sotto il palco mi obbliga a respirare una parte del fumo che viene prodotto dalle esplosioni e dalle fiamme. Senza contare il fumo che respiro di mio, facendo un tiro e prendendo un sorso di tutto quello che mi passa sotto al naso, senza chiedermi cosa sia.

Per due ore vivo fuori dalla realtà, in un mondo incantato. Mi sento un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie. Un mondo dove c’è solo la musica, lui e la sua voce. Non ho più nemmeno la sensazione del mio corpo. Sono come sospeso nel tempo e nello spazio. Ma mi sento così bene! Yuri non approverebbe, no, no. Anzi, si incazzerebbe tantissimo. Ma io non sto facendo niente di male, mi sto solo divertendo.

Dopo tutto che concerto sarebbe senza un po’ di sballo?

Poi, l’ultima canzone. Ed ecco che come tutte le cose belle, anche il concerto finisce. I componenti del gruppo salutano il pubblico e poi si sdraiano a terra e strisciano fuori dal palco. Si, un’uscita tipica di loro.

La gente comincia a sciamare via, ma io no. Rimango fermo, immobile, non voglio andarmene ancora. Non sono ancora pronto a rinunciare a questa magia. Decido di uscire per ultimo. Mi sposto dietro una cassa e qui accade l’imprevisto. L’alcool e il fumo stanno lottando dentro di me. Improvvisamente tutto diventa buio e io collasso.



 
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