DISCLAIMER: i personaggi e la storia sono miei. (Si, questa è quella dei
cantanti xò i cantanti vengono (hem...) + avanti)
Il concerto
parte I
di
Schwarzefee
Da più di un'ora me ne sto qui seduto davanti alla porta. La testa
appoggiata alle ginocchia. Non ho nemmeno la forza di tenerla su.
Sento un ronzio nelle orecchie, e un pulsare sordo nella testa, nelle
braccia e nello stomaco. Dove lui mi ha colpito. Un pulsare che si sta
lentamente trasformando in dolore, mano mano che le botte si raffreddano. Se
non mi alzo fra poco sarò tanto indolenzito da non riuscire più a
muovermi.
Yuri mi ha picchiato. Me le ha date tanto forte che sono stato sul punto di
svenire. Poi mi ha sollevato da terra e mi ha scaraventato fuori dalla
porta.
Per ora non ho nulla nella mente. Credo di essere leggermente sotto shock.
Mi viene da ridere. Forse sto per avere una crisi isterica. Non riesco a
pensare a cosa è successo. Ho la testa completamente vuota.
Abbraccio le ginocchia e mi cullo, da solo, canticchio sottovoce. Si, devo
essere davvero sotto shock. Uno che ha appena preso un sacco di botte non
canticchia come se fosse sotto la doccia.
Me lo sono meritato. Questa volta l?ho combinata davvero grossa. Almeno
credo. Altrimenti Yuri non mi avrebbe mai picchiato.
Yuri mi ha picchiato?
* * *
Soltanto poche ore fa sono uscito da questa porta, eccitato come mai. Dopo
mesi di attesa finalmente andavo al concerto. A vedere LORO! A vedere LUI!
Mi sentivo proprio come un ragazzino. Va bè, non è che io sia molto di più.
Dopotutto ho soltanto ventitre anni. Ma andare a quel concerto mi faceva
sentire come uno di quindici.
Avevo fatto tutti i preparativi. Ero stato in bagno per ore. I vestiti
giacevano ai piedi del letto già da una settimana. Alla fine il risultato
era più che soddisfacente. Non sono un brutto ragazzo. In genere mi
considerano piuttosto carino.
Niente di particolare comunque, un paio di jeans, la maglietta nera e il
giubbetto di jeans, ma tutto sciupato al punto giusto. E le All Star verdi,
vecchissime. I capelli sparati in aria. Nell'insieme una specie di
teppistello, quell'aria tra lo stronzetto e il bravo bambino. Quell'aria che
Yuri adora.
Un'ultima occhiata nello specchio. Tutto a posto. Pronto per andare.
In cucina Yuri stava ancora mangiando. Era tornato presto dallo studio.
Di solito torna tardissimo, spesso lavora anche tutta la notte, se ha
qualche servizio fotografico particolarmente importante. Ma ieri sera voleva
salutarmi prima di uscire. E poi aveva una delle sue emicranie.
Mi ha dato un?occhiata e poi si è alzato, si è avvicinato e mi ha baciato.
E che bacio! Ancora adesso a pensarci mi vengono i brividi.
- Non capisco perché non vuoi farmi da modello. Sei bellissimo!? -
Io ho sbuffato. Abbiamo parlato di questa cosa decine di volte. Non mi va di
farmi fotografare per finire su qualche rivista. Non è da me. Io sono un
ragazzo serio. E poi non mi sembra giusto approfittare del fatto che il mio
ragazzo è un famoso fotografo. Io farò lo scrittore. Studio lettere per
questo. E se non dovesse andare farò il professore di lettere.
E poi dei due quello bellissimo è lui. Adesso, a quasi trent'anni è un
uomo stupendo. Ha i capelli neri con le punte blu. Ha sempre un?aria
come di uno che si è appena svegliato e che ci dorme nei vestiti. Ma quando
l'ho conosciuto, otto anni fa? Era una specie di dio sceso sulla terra!
Allora i suoi capelli arrivavano fino alle anche, ed erano lucidi e
leggermente mossi. E due occhi che facevano paura. Azzurri e trasparenti.
Sempre circondati da una riga nera, il che li faceva sembrare ancora più
azzurri e grandi.
Allora faceva il modello di lavoro e il fotografo per hobby. Adesso è il
contrario. Allora beveva e si drogava come un pazzo, dormiva dove capitava e
mangiava quando se ne ricordava. Aveva ventidue anni e ne dimostrava
quaranta.
Ma era bellissimo. Adesso è vegetariano e va in palestra. Ha trent'anni
e ne dimostra venticinque. Ed è sempre bellissimo.
Spesso mi chiedo perché stia con me. Io in fondo sono un tipo banale.
Studio, vado in piscina. Non sono molto alto, non ho niente di particolare,
ho i capelli biondicci e gli occhi marroni, come tanti altri.
Però ringrazio in ogni momento che lui sia mio. E? la cosa più bella e
importante che ho. E? la cosa più importante che io abbia mai avuto.
* * *
E allora perché l'ho fatto?
Sono stato uno stupido. Mi sono fatto trascinare. E? stato tutto così
veloce, non ho potuto neanche rendermi conto di quello che stava accadendo.
E' stata la magia di quel momento. Magia? Sto ancora tentando di illudermi.
Non c'è stata nessuna magia. Semplicemente non ho avuto la forza di
oppormi. Non lo volevo davvero.
E adesso cosa succederà? Me ne dovrò andare? Ecco che in un attimo sto
perdendo tutto. La casa in cui vivo. L'università. Certo dovrò lavorare.
Altro che scrittore!
Cazzo! Cosa ho combinato! Ma queste sono tutte stupidaggini. Yuri. Sto
perdendo lui.
Finalmente sento qualcosa, un nodo nello stomaco che sale fino alla gola.
E? dolore. Non voglio perderlo. Da otto anni lui è tutta la mia vita. E io
lo amo ancora. Questa maledetta notte non ha cancellato quello che provo per
lui. Non c?entra niente con quello che provo per lui.
* * *
Otto anni fa non ero altro che un ragazzino sbandato. I miei erano sempre
troppo occupati ad adorare mia sorella. La mia bellissima intelligente
sorella.
Lei era quella brava a scuola, per lei erano i regali, gli elogi, i vestiti,
i giocattoli, i corsi di danza. Io sono arrivato dopo, per sbaglio, ed
ho trovato il loro cuore già pieno d?amore per lei. Per me non rimaneva più
niente.
Poi è saltata fuori quella cosa che a me piacevano i ragazzi. Non ho mai
fatto niente per nasconderlo, tanto a loro non sarebbe importato. In genere
non gli importava niente di me. E invece questa volta importava. Mio padre
non mi ha più parlato da allora. Ricordo quella telefonata, parlava con non
so chi e gli diceva che avrebbe preferito se io avessi avuto un tumore.
E mia madre che mi guardava come si guarda uno che sta per morire da un
momento all'altro. E sospirava.
Allora io andavo in giro. Non avevo dei veri amici, mi univo un po' ai
ragazzi delle bande, tanto per avere qualcuno con cui chiacchierare, andare
in giro a fare casino e fumare qualche canna.
A scuola ci andavo si e no tre giorni alla settimana e quando c'ero ero
sempre dal preside. Iscrivermi a quel liceo era stata una mossa di mio
padre.
Mi aveva permesso di iscrivermi dove volevo, bastava tenermi fuori casa.
Mi piaceva la letteratura, potevo essere bravo se volevo. Studiavo di
nascosto ed ero molto più preparato di quasi tutti gli studenti e anche di
qualche professore. Però nelle verifiche facevo schifo di proposito. Non
volevo dare ai miei neppure quella soddisfazione. Loro non se ne aspettavano
da me e io non facevo altro che accontentarli. Se avessero scoperto che
anche io ero intelligente, ci sarebbero rimasti male. Probabilmente non me
lo avrebbero perdonato.
Sinceramente la mia vita era uno schifo.
* * *
Poi un giorno mi trovavo davanti a quel negozio. Davo un?occhiata ai nuovi
album, le solite cose, Iron Maiden, Judas Priest, Ozzy Osbourne. Certo
quanto a metal, ho sempre avuto dei gusti piuttosto classici e antiquati.
Quando un riflesso nella vetrina ha attirato la mia attenzione. Mi
giro e per poco non cado per terra.
Indossava un chiodo di jeans verde militare, jeans strappati e anfibi, e
guanti di lana grigia senza dita. Cintura borchiata e capelli lunghi come da
manuale. Un vero metallaro!!! Una razza in via d'estinzione.
Incominciamo a parlare di musica. La musica è un ottimo argomento per
attaccare bottone. Soprattutto quando scopri di avere più o meno gli stessi
gusti.
Si chiama Yuri. Dopo poco siamo a casa sua. Più che casa una specie di
topaia.
Un cucinino inutilizzato, un bagno lercio e una stanza quasi vuota con un
materasso per terra e uno scatolone con i vestiti. Su una cassa di legno tre
macchine fotografiche, e sui muri un sacco di foto. Foto strane, di posti
strani, vecchie case, alberi spogli, gatti. Ma soprattutto persone, visi. Mi
vede osservare quelle foto e mi butta lì che è il suo hobby. Così, come
se fosse una cosa da niente. Però sotto sotto si vede che ne è orgoglioso.
E incassa i miei complimenti con un sorrisetto trattenuto. E poi ha un
impianto HI FI pazzesco. L?unico mobile della stanza è stracolmo di Cd. Ne
ascoltiamo qualcuno, cose che non avevo mai sentito, Nevermore, Dark
Tranquillity, Savatage, beviamo birra a litri, parliamo, ridiamo.
Quella musica è diversa. E? potente e antica. E' un'eco degli antichi canti
celti, canti da guerra. Mi entra dentro e mi scuote. E' come se mi stesse
purificando, portando via da me tutto lo sporco che mi sento dentro. E lui
è fantastico. A dispetto del suo aspetto è un ragazzo dolce. Parliamo un
po' di tutto. Mi sento subito in sintonia con lui. E' intelligente e
simpatico.
Un po' triste forse.
Poi lui tira fuori una chitarra e canta. Me la sento ancora nelle orecchie.
'I am the way I am the light
I am the dark inside the night
I hear your hopes I feel your dreams
And in the dark I hear your screams??
Aveva una voce bellissima, calda e un po? rauca. Io lo ascoltavo incantato.
'I never wanted to know, never wanted to see
I wasted my time till time wasted me?
Per la prima volta mi sono trovato veramente a mio agio con una persona.
Ma era tutto troppo bello per durare. Poco dopo lo shock. Yuri tira fuori da
una scatoletta uno strano armamentario. Un cucchiaio, un accendino, un
pezzetto di stagnola con dentro della polvere bianca. Mezzo limone, un
laccio emostatico. Una siringa. Rimango lì come ipnotizzato a guardarlo
mentre fa i preparativi. Ho la gola secca, non riesco neppure a deglutire.
Sento il panico salire. 'Ma cosa sta facendo?' mi ripeto dentro la testa.
Guardo l'ago entrare, lo stantuffo scendere lentamente. E poi
improvvisamente lui non c'è più, e io non ci sono più per lui. Rimango
ancora un po' a guardarlo.
Perché? Poi mi alzo e me ne vado. Dalla porta lo saluto ma lui non si
muove.
Quella notte ho pianto per ore prima di addormentarmi. Sapevo già che
volevo passare con lui tutta la mia vita e forse quella vita sarebbe stata
troppo corta.
Tutto è cominciato da lì.
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