Getsuyobi
Ecco oggi è il primo giorno. Mi
chiedo ancora come sia possibile!! Forse sono finito in un sogno, in un
brutto sogno, e tra un po’ mi sveglio!
"Ciao Hanamichi!" Ma la voce di
Yohei mi riporta alla triste realtà. "Certo che come maritino non dev’essere
male!" Mi sbeffeggia e io mi arrabbio, come da copione.
"Yameru!!! Mito!!! È da tre giorni
che mi rompi con sta storia!!" Già perché tre giorni fa, il prof di economia
ci ha dato un nuovo compito da svolgere di cui ci spiegherà i dettagli oggi,
durante la prima ora di lezione.
FlashBack
Adoro questa nuova classe, anche se
c’è la volpaccia. Sì, intendiamoci, lui dorme tutto il tempo e non gli
dicono niente, quindi se dormo anch’io, per proprietà transitiva, non
possono dire niente neanche a me! Che genio che sono!
"Bene ragazzi, avete una settimana
di tempo per preparare un compito scritto..." Ah, ah. Queste parole, giunte
non so come alle mie orecchie, hanno la capacità di svegliarmi. Non so, ma
ho come una brutta sensazione. "Come potete vedere, in quest’urna
appositamente preparata per l’occasione ci sono dei bigliettini con su
scritti i vostri nomi. Ogni volta estrarrò un biglietto azzurro per un
maschio e uno rosa per una femmina, in modo da dividervi a coppie."
Rosa e blu, che fantasia! Ma cosa
siamo all’asilo?!
"Però ci sarà una coppia formata da
due ragazzi!" Si alza la voce stridula di una tipa dalla prima fila.
"Si, infatti... L’ideale sarebbe
stato se foste 12 femmine e 12 maschi ma purtroppo... Ho dovuto studiarmi un
piccolo stratagemma."
"Sarebbe?" Fanno eco alcuni dal
fondo della classe. Ma che ve frega, dico io. Però il prof li accontenta.
"Dopo aver preparato i bigliettini
blu, dei ragazzi, ne ho estratto uno e quello che è uscito l’ho riscritto su
un foglio rosa. Va beh, poi capirete." Se lo dice lui, perché sinceramente,
non ho ben compreso tutto quello che ha detto e non sono l’unico, anche i
miei compagni hanno iniziato a guardarsi intorno e a chiedersi quale sia la
strampalata idea di questa settimana. Si, perché questo se ne inventa sempre
una nuova. Io penso sia colpa del fatto che è andato in America per
specializzarsi. Ma non poteva restare là?!... Nel frattempo ha iniziato a
estrarre i foglietti e a formare le coppie, sembrano tutti più o meno
contenti. Ecco l’ennesimo foglietto blu e quella strana sensazione di
malessere che mi assale. "Rukawa Kaede e..."
Ed ecco i gridolini isterici di
speranza e non che si elevano in tutta l’aula al solo pronunciare il nome di
quell’essere spelacchiato. Ma io mi chiedo: come si fa? Ma cosa ci trovano
in quel musone, lunatico e menefreghista di Rukawa. Mah, chi le capisce le
donne! Poi... Il foglietto rosa e i miei pensieri vengono interrotti dal
nome pronunciato dal prof. "Sakuragi Hanamichi."
Com’è possibile??? Non ci credo,
continuo a sentire il mio nome dalla voce del prof e...
Quando ho messo bene a fuoco.
"NANI!?!?" Mi alzo protestando con tutte le mie forze. Beh, mi sto
decisamente irritando. Ditemi che non è vero!!
"Ma era un foglietto rosa!! Mi ha
scambiato per una ragazza?" E Rukawa che non dice nulla, non possono
metterci in coppia, qualunque sia il compito da svolgere. Già non ci
sopportiamo durante gli allenamenti, finiremmo per ammazzarci di brutto!!
"Rukawa di’ qualcosa!!" Lo esorto e
lui che fa?! Spallucce!! Il prof mi guarda e mi fa cenno di calmarmi e di
sedermi e io lo faccio, più che altro perché oramai non posso proprio più
fare niente, mi tocca sopportare il supplizio. Ecco cosa diavolo voleva dire
prima con ‘stratagemma’. Accidenti a lui e ai suoi fogliettini blu e rosa!!
Poi, quando il prof ha finito di dividerci in coppie, riprende a parlare e
di nuovo quella brutta sensazione di prima mi ritorna alla bocca dello
stomaco, ho come l’impressione che il peggio debba ancora arrivare.
"Ora vi spiego quale sarà il vostro
compito... Dovrete semplicemente fare finta di essere una coppia sposata..."
Una coppia sposata, una coppia sposata.
"NANI?!?!" Mi alzo di nuovo in
piedi, tutti che mi guardano, le ragazze che scoppiano a ridere mentre i
ragazzi iniziano a fare battute poco piacevoli su me e... e Rukawa!!
"Prof, è forse impazzito!! Kami
Rukawa, almeno stavolta, di’ qualcosa!!!" Mi giro sconvolto verso di lui,
che neanche mi guarda, ed è il prof a parlare.
"Sakuragi, non c’è niente di male...
Invece che essere marito e moglie, sarete una coppia di gay e esporrete il
vostro compito allo stesso modo." Cos’ha detto?? Non ci credo!!! Non voglio
crederci!!! Tra l’altro, credo di essere diventato dello stesso colore dei
miei capelli e sto persino boccheggiando.
"Doahou!" Tutto lì quello che ha da
dire?! Io mi chiedo se è normale..
End of FlashBack
Kami, pensare che non mi sono ancora
abituato all’idea! Ehi, ferma un attimo, cos’ho detto? Abituato all’idea? Io
non intendo abituarmi a quest’assurda idea!! Ci mancherebbe altro!!! Senza
contare che...
"Yohei senti un po’..." Si gira
verso di me e mi guarda con una faccia strana.
"Che c’è? Mi preoccupi quando sei
così serio!?" Freno il mio istinto di tirargli un cazzotto e continuo.
"Per quella faccenda di ieri,
allora?"
"Oh..." Si ferma in mezzo al
corridoio e io neanche me ne accorgo, quando mi giro per guardarlo in
faccia, è tre metri più indietro.
"Allora?" Sono un po’ spazientito,
si vede?
"Sta volta non posso, mi dispiace."
Sospiro rassegnato.
"Perché non lo chiedi a Rukawa??"
Alzo la testa di scatto al solo sentire quel nome e punto nei suoi occhi
quello che credo sia il mio sguardo omicida peggiore e sta volta una bella
testata non gliela toglie nessuno! Tsk! Chiederlo a Rukawa... Neanche morto!
Mnnn... È suonata la campanella di inizio lezioni, sarà il caso che vada.
Mito lo lascio lì, così impara a dire panzane!
Entro in classe e mi dirigo alla
svelta verso il mio banco, in fondo all’aula, senza badare agli isterismi
delle mie compagne di classe che continuano a ripetermi quanto sia fortunato
ad essere in coppia con Rukawa. Ma per chi mi hanno preso?! La chiamano
fortuna dover far finta di essere... di essere... Kami, al solo pensarci
divento color pomodoro. Non è possibile!!!
Ma quale fortuna e fortuna, io credo
che qualcuno lassù ce l’abbia con me e si diverta a prendermi in giro,
altroché!! Poi si zittiscono tutti, il prof è appena entrato e dopo i soliti
convenevoli, inizia a spiegarci nei minimi dettagli in cosa consiste il
nostro compito. Lui bla, bla, bla e bla e io ho capito che praticamente
dobbiamo redigere un resoconto dei tutti i soldi in entrata e in uscita
durante un intero anno di convivenza. Se vado a chiedere in banca, faccio
prima. Ma poi mi chiedo perché per fare un compito di un pomeriggio noi
dobbiamo fingere per una settimana! Nel frattempo ha iniziato a distribuire
al capofamiglia di ogni coppia un fascicoletto, spiegando a ognuno di loro
varie cose, quindi si rivolge a tutta la classe.
Sembra ci abbia dimenticati. "Bene,
in ogni fascicolo ho allegato anche degli schemi con su scritti prezzi che
possono esservi utili. Io ho solo scelto per voi il numero dei componenti
della famiglia e il tipo di lavoro svolto dai vari membri. L’età dei figli,
il tipo di casa, il numero e il tipo di macchine in vostro possesso e altre
cose di questo genere, spettano a voi. Naturalmente, vedete di non scegliere
una ferrari e una villa a due piani con piscina se il vostro reddito mensile
non ve lo permette. Avete capito?! Sono riuscito a spiegarmi nel migliore
dei modi?" Nessuno risponde. "Speriamo."
"Prof, si è dimenticato della coppia
più bella!" Chi è stato, ditemi subito chi è stato ad aprire quella ciabatta
che si ritrova al posto della bocca che lo riduco in poltiglia seduta
stante!! Morsicati la lingua prima di parlare!!
"Oh no, non ti preoccupare. Voi due,
vi ho solo lasciati per ultimi. Ho dovuto riflettere a lungo su cosa farvi
fare e beh, il risultato è che..." E porgendo a Rukawa il fascicoletto,
prosegue.
"Sarete semplicemente due studenti
universitari che vivono insieme e che lavorano per mantenersi. A voi, a
differenza degli altri però, il lavoro non l’ho scelto, quindi dovrete
arrangiarvi anche per questo. Ma non credo vi comporterà molte difficoltà."
Quindi torna in cattedra.
"Se avrete dei problemi, io sarò
lieto di aiutarvi anche oltre le mie ore con voi." Io continuo a ragionare
sul perché abbia dato il fascicolo a Rukawa. Poi, quando ci arrivo, credo
che i miei occhi si siano spalancati all’inverosimile e da copione. "Perché
è lui il capo famiglia??" Si girano tutti verso di me, un urlo di ilarità
generale invade l’aula e il solito. "Doahou!" Lanciato in tono piatto e
distaccato mi giunge senza ostacoli.
"Sakuragi, adesso queste tue scenate
iniziano a darmi fastidio!" Che figuraccia che ho fatto! Ma porca vacca, già
devo fare coppia con quel congelatore ambulante di Rukawa, già dobbiamo fare
finta di essere una coppia a tutti gli effetti e come se non bastasse è lui
il capofamiglia e no, quando è troppo è troppo! Le mie elucubrazioni vengono
interrotte dal prof.
"Semplicemente sono andato in ordine
alfabetico, Sakuragi!" E te pareva! Sta storia proprio non mi piace. Guardo
male un mio compagno che ancora infieriva sulla mia penosa situazione e il
resto della lezione lo passo sonnecchiando sul banco, ma che vadano tutti al
diavolo. Tanto più che ho già i miei problemi e questa volta non so proprio
come risolverli. Ooooooh! E che diamine!! Ma tutte a me devono capitare?!?
Passo il resto delle ore di lezione a pensare e ripensare come sistemare la
situazione in cui, disgrazia vuole, mi sono trovato... Ma niente.
All’intervallo cerco disperatamente
Yohei e quando lo trovo che mangia il suo solito panino in terrazza, gli
urlo. "Ti prego!! Non so che fare!" Tra un po’ si strozza con il boccone
appena addentato e sapendo di non avere altre vie di uscita, cerca di
tirarmi su di morale.
"Dai, non sarà mica la morte di
nessuno, se per una volta vai da qualcun altro..." Ma credo che i miei occhi
lo stiano implorando. "Hanamichi, te l’ho detto, questa settimana, mi è
impossibile ospitarti. Prova chiederlo a un altro della banda." Delusione
totale.
"L’ho già fatto, non può
nessuno." Silenzio, poi dopo un po’.
"Io prima dicevo sul serio, perché
non lo chiedi a Rukawa?" Di nuovo, i miei occhi si fanno di fuoco ma prima
che a Mito arrivi un pugno in faccia, una voce mi ferma.
"Chiedermi cosa?" Non ci credo. Mi
giro e vedo quel baka di Rukawa per terra, appoggiato al muro vicino alla
porta con gli occhi ancora chiusi. Lascio il bavero della giacca di Yohei e
mi alzo in piedi.
"Niente!" Mito sbuffa e poi si mette
a parlare. "La madre di Sakuragi non c’è per tutta la settimana, per di più
sta sera vogliono chiudere il suo condominio perché sembra ci sia una
perdita di gas e non riescono a trovarla. Una volta riparato il guasto
ritornerà tutto come prima, ma fino ad allora, non sa dove andare a dormire
e io non posso ospitarlo."
"Chi cazzo ti ha dato il permesso di
dirglielo??" Sbotto piuttosto irato interrompendo il suo discorso e
riprendendolo per il bavero iniziando tra l’altro a scuoterlo con forza.
"Ok. Puoi venire." Mi blocco. Giro
la testa verso la volpe e.
"Che hai detto?"
"Doahou!" Una parola sempre di
troppo! Poi si alza e fa per andarsene ma io non sono dello stesso parere.
"Kitsune no baka!" La campanella che
annuncia la fine della pausa pranzo, arriva però proprio al momento giusto.
Giusto per questa stupida volpe, sì perché se no ne avrei fatto uno
scendiletto. Il resto delle ore pomeridiane, lo trascorro in pace, come le
ore precedenti. Anche se dire ‘in pace’, non è esattamente la parola giusta.
Perché ha accettato di ospitarmi a casa sua? Non mi va giù, però, purtroppo,
non posso fare altrimenti. E dovrò persino ringraziarlo! Forse è per questo
che l’ha fatto!
...
Gli allenamenti scorrono come al
solito. Non c’è più il gorilla a tempestarmi di pugni, in compenso c’è
ancora Mitsui che non la finisce di prendermi in giro. Ed è abbastanza
normale, visto che lo fa tutti i giorni. Ma adesso esagera, lui e le sue
insinuazioni su... me e... e quella stupida volpe. Non ne posso più!! Appena
due secondi dopo che il prof ha estratto quel pezzo di carta con su scritto
il mio nome, sono diventato lo zimbello di tutta la scuola! Non che prima
fosse diverso... Sigh! Che schifo! La voce si è sparsa peggio di una macchia
d’olio! E io mi sono rotto di sentire ’sti commenti, alle volte persino
osceni!!
"Mitchi no baka! Yameru!" Gli urlo
saltandogli alla gola rosso in viso, non solo di rabbia.
"Non chiamarmi così!" E passiamo
alle mani, fin quando non sopraggiunge Ayako a dividerci con il suo
inseparabile ventaglio.
"Perché sei arrossito?" Mi chiede
poi allusiva. Io le strappo il pallone dalle mani e mi dirigo a fare i miei
esercizi sui fondamentali. Sì, perché quelli non me li ha tolti ancora
nessuno. Dopo un po’ la nostra manager mi raggiunge.
"Beh, non me lo dici perché sei
arrossito?" E al solo pensarci, arrossisco ancora di più. Ma porca vacca!!
Cos’ho fatto di male?!? Ma io a Mitsui la lingua gliela taglio... Se solo ci
ripenso! -Comunque poi... Fammi sapere com’è il ghiacciolo a letto.- Ma come
gli è saltato in mente?? E poi l’idiota sarei io! Mezz’ora dopo, Miyagi
annuncia la fine degli allenamenti e ci dirigiamo tutti alle docce. Caso
strano oggi viene anche Rukawa, di solito lui si ferma almeno tre quarti
d’ora in più per allenarsi ai tiri. Mah! Per fortuna la giornata è quasi
finita, non ce la faccio proprio più!
...
Mentre finisco di vestirmi, noto che
Rukawa è un po’ spazientito. Mi metto la giacca e caccio tutta la mia roba
nel borsone, faccio per salutare gli altri e andarmene ma.
"Sei pronto?" La voce atona di
Rukawa fa calare un silenzio disumano all’interno degli spogliatoi.
"Oh, oh... Sakuragi te lo ha mai
detto nessuno che non devi fare aspettare la tua dolce metà?!" Ma io quello
lo strozzo, ha finito di vivere, saluta il mondo e il resto dei tuoi denti.
"Mitchi, io ti disintegro!" Faccio
per tirargli un pugno, ma qualcuno mi blocca il braccio, è Rukawa.
"Andiamo." Poi si allontana e
aspetta che lo raggiunga.
"Questa me la paghi, Mitchi." Gli
dico raccogliendo il borsone e andando verso la porta e, prima di chiuderla,
riesco ancora a sentire un suo commento alquanto stupido.
"Divertitevi! Se non sbaglio sarà la
vostra prima notte di nozze!!" Stiamo camminando a fianco, lungo la strada
poco illuminata e io credo di essere ancora bordeaux, di rabbia e
d’imbarazzo. Dopo un po’, scoppio, credo di essermi persino trattenuto
abbastanza.
"Adesso tu mi spieghi perché mi hai
fermato! Anzi, iniziamo dal principio, spiegami perché non ti sei lamentato
per tutta ‘sta storia! E perché sembra che solo io mi debba sentire così in
imbarazzo! Poi vorrei anche che mi spiegassi perché mi hai aspettato e dove
stiamo andando!!" Silenzio. Mi fermo, lo prendo per le spalle e lo scuoto un
pochino per vedere se reagisce, sono decisamente incazzato. "Mi vuoi
rispondere Rukawa!!" "Lasciami." Al che lo mollo, devo dire che mi ha fatto
davvero paura stavolta. Però non demordo. "Spiegami!"
"Stiamo andando a casa tua, doahou,
dovrai pur prenderti dei vestiti..." E riprende a camminare, mi ha
spiazzato. Poco dopo lo raggiungo.
"Ehi, dobbiamo girare a destra
allora, faremo prima." Camminiamo in silenzio, fino a casa, non mi sembrava
davvero il caso di riprendere il discorso. Però giuro che prima o poi sarà
costretto a darmi spiegazioni e spero per lui che siano convincenti. Beh,
siamo arrivati. Il mio appartamento è al piano terra, non è molto grande ma
è confortevole, ci abito insieme a mia madre che questa settimana aveva dei
corsi di aggiornamento a Tokyo. Una volta dentro, io mi dirigo subito in
camera mia e da lì gli urlo. "Senti, non restartene lì davanti alla porta!
Guarda che puoi anche entrare! Anzi, perché non vai in cucina e metti dentro
un sacchetto tutto quello che c’è nel frigo, lo portiamo da te." Non so se
lo farà, ma di sicuro se fossi stato lì mi avrebbe incenerito con lo
sguardo. Nel frattempo prendo una sacca e ci metto dentro le prime cose che
trovo, biancheria, jeans, magliette, vestiti per gli allenamenti... Credo di
aver preso tutto. "Senti ce l’hai un accappatoio da prestarmi o mi devo
portare il mio?" Non che mi faccia molto piacere indossare qualcosa della
volpe. Ma il borsone, anzi i due borsoni, sono stracolmi di robe, forse tra
un po’ scoppiano. Li poso a terra e non appena Rukawa si gira e chiude
l’anta del frigo, li guarda alzando un sopracciglio.
"Stai via per un mese, doahou?" Non
lo sopporto! Prende il sacchetto con le cibarie e dopo aver preso la sua
sacca, va verso la porta.
"E ancora che non ho preso i libri
di scuola, userò i tuoi." Gli dico alzando le spalle chiudendo la porta a
chiave.
"Perché tu i libri li hai?" Raccolgo
la mia roba e lo raggiungo in strada.
"Tu vuoi morire, vero?!" Kami quanto
è grande la sua capacità di farmi infuriare. Dopo un po’ gli chiedo.
"Senti, com’è che non sei venuto in
bici oggi?" Non risponde. Calmo Sakuragi, magari lo sta facendo
semplicemente apposta. Respira e conta fino a dieci. Uno, due, tre... Gli
punto gli occhi in faccia e... Dieci!!
"L’ho rotta." Kami che nervi.
"Ti ci vuole sempre così tanto per
rispondere?" Sicuramente sarà andato a sbattere contro un cassonetto della
spazzatura, lo sanno tutti che si addormenta sempre quando va in bici. Se
non sta attento, un giorno o l’altro ci lascia le penne. Arriviamo a casa
sua dopo circa venti minuti, passati in assoluto silenzio. Credo di avere i
nervi a fior di pelle. Come farò a resistere con sto qui per un’intera
settimana?? Accidenti alle idee malsane di Yohei!!
"Ehi, siamo arrivati."
"Mnn??" Non mi ero accorto che si
era fermato davanti a un cancelletto. Però! Una villetta a due piani con
tanto di giardino, sapevo che se la passava bene, ma non credevo così tanto.
"Wow!" È il mio commento non appena varcata la soglia. È veramente bella,
arredata con gusto e ha uno stile particolare. Orientale mischiato anche a
quello occidentale. Poso i borsoni all’entrata e mi fa cenno di dargli il
giaccone che poi appoggia ad un attaccapanni con il suo. Mi porge delle
ciabatte che tra l’altro mi sono un po’ corte. Raccolgo il sacchetto.
"Dov’è la cucina?" E mi fa cenno con
la testa. "Le corde vocali ti si consumano, kitsune?" Wow! Ma forse l’ho già
detto, è il doppio, se non il triplo, della cucina di casa mia.
"Hai fame?" Ma stavolta non mi
aspetto certo un risposta. Vediamo, con quello che c’è potrei preparargli...
Ehi no, oggi proprio non ci siamo. Preparargli?? A lui?? Ma pensa te!!
Scuoto la testa per riprendermi da quello che ho appena pensato e mi metto a
cucinare. Quando ho quasi finito, sento dei passi dietro di me. "Apparecch..."
È la seconda volta in questa giornata assurda che Rukawa mi sconvolge. Non
l’ho mai visto in questa mise, solo e sempre in versione scolastica oppure
in tenuta sportiva. Certo che fa la sua figura con un paio di jeans
scoloriti sulle cosce e una maglietta senza maniche azzurra e blu. Ma che
cavolo vado a pensare. Forse ho la febbre. Ma torniamo ai fornelli che è
meglio. "Con la tempura ci vuoi l’udon o la soba?"
"Gohan." Secco e lapidario come al
solito. Per lo meno si è messo ad apparecchiare. "Udon o soba... Gohan! Sei
proprio degno di tali risposte!" Faccio un sospiro e... Mettiamoci a
preparare il riso per sua signoria allora.
...
La cena scorre tranquilla, anche
troppo. Non sono abituato a tutto ‘sto silenzio, di solito con mia madre
parliamo di tutto.
"Meow!!" Faccio un salto dalla
sedia. In tutto questo silenzio, ‘sto coso peloso tutto nero che mi è appena
saltato in braccio miagolando, mi ha fatto prendere un colpo. Rukawa si
alza, afferra il micio dalle mie ginocchia e lo accompagna dalla sua ciotola
che subito riempie con del cibo in scatola. Quindi torna a sedere.
"Come si chiama?"
"Doahou."
"Perché devi essere così?? Ti ho
semplicemente chiesto come si chiama, non mi sembrava tanto difficile! Ma
evidentemente per te lo è."
"Baka, si chiama come te." Oggi mi
sono trattenuto troppe volte da prendere a pugni un po’ di gente, ma per il
suo bene mi trattengo anche adesso. Mi alzo da tavola piuttosto arrabbiato e
inizio a sparecchiare e lui che fa, piglia e se ne va in salotto a guardarsi
uno speciale sul basket, persino la palla di pelo lo segue.
"Tranquillo Rukawa, metto a posto
io!" Non appena ho finito, lo raggiungo sedendomi sul divano non troppo
vicino a lui e subito il micio mi viene in braccio, inizio ad accarezzarlo e
lui fa le fusa. Ma Rukawa, indispettito dal gesto del gatto, o dal mio?! lo
prende per posarlo sulle sue ginocchia.
"Non ti facevo così possessivo." Non
replica nemmeno. Io intanto, indeciso se riprendere il discorso interrotto
oggi pomeriggio o meno, mi accorgo che lo sguardo di Rukawa è totalmente
rapito dalle immagini che a me paiono semplici azioni di basket, a volte
anche un po’ troppo stravaganti. Finita la trasmissione che scopro essere
una registrazione di qualche settimana fa, prendo il coraggio a due mani...
Si, perché con una volpe come lui non si sa mai cosa potrebbe succedere. "Tu
mi devi qualche spiegazione." Esorto io, anche troppo serio... A volte mi
spavento da solo. Ma lui si gira alzando il solito sopracciglio e
guardandomi come per dire io-non-ti-devo-niente. Ma io insisto. "Sto
aspettando... Innanzi tutto perché non ti sei mai lamentato della situazione
che si è creata in classe per via del compito di economia?"
"A me sta bene così." Stavolta mi ha
risposto subito, ma la sua risposta non mi piace molto.
"Ma che vuol dire... A me sta bene
così?!"
"Non c’è bisogno che urli." Si alza
e va verso le scale. "Meglio te di una qualsiasi oca starnazzante."
"Non parli mai e quando lo fai
faresti meglio a stare zitto. Baka!" Spengo le luci e poi lo raggiungo,
vorrei anche sapere dove devo dormire. Mi avvicino a l’unica porta socchiusa
dalla quale intravedo uno spiraglio di luce e la apro. Rukawa si sta
cambiando. Ops.. Forse avrei dovuto bussare, è a torso nudo e per niente
imbarazzato, di me non si può dire la stessa cosa però. Sento le guance in
fiamme e non ne capisco il motivo, l’ho visto mezzo nudo un sacco di volte
negli spogliatoi prima o dopo gli allenamenti o le partite.
"La tua stanza è quella lì di
fronte." Sono imbambolato e ho anche la gola secca. "O forse vuoi dormire
qua con me, per non deludere le aspettative di Mitsui." Queste parole mi
risvegliano all’istante. Non ci credo, già è assurdo che abbia parlato così
tanto ma poi, quello che ha detto. Avvampo non so bene se per l’eccesso di
imbarazzo del significato nascosto delle sue parole o perché sto iniziando
ad arrabbiarmi. "Doahou!" Esco dalla stanza sbattendo la porta
"Baka kitsune, la devi smettere di
umiliarmi." Entro nella camera che mi ha detto e noto che è molto simile a
quella di Rukawa, ha il letto all’occidentale contro il muro e un comodino
dall’altro lato con una piccola abatjour, una scrivania sotto la finestra e
un grosso armadio occupa la parete opposta. Agitato per quello che è appena
successo e per tutto il resto, inizio ad aprire i borsoni che sono sul letto
e a svuotarli mettendo tutto un po’ alla rinfusa nell’armadio. A lavoro
finito, noto che un po’ mi sono anche calmato, mi cambio e mi butto subito
sul letto. Voglio dormire. Poco prima di addormentarmi però, mi viene in
mente che i borsoni deve averli portati su Rukawa, poi mi cade l’occhio
sulla sedia della scrivania, un accappatoio bianco, è appoggiato allo
schienale. "Non riuscirò proprio mai a capirlo." E piombo in un sonno
profondo.
...tsuzuku