Il buio
dell'angelo, la luce del diavolo
di Anna
***Akira
Sendoh***
Oggi
è il gran giorno!
La
sveglia suona e mi avvisa che il momento dei sogni è ormai finito e che è il
caso che io abbandoni il calduccio del futon per iniziare una nuova
giornata, una giornata molto speciale! Finalmente mi sono deciso: parlerò al
mio amore dei miei sentimenti nei suoi confronti... E se tutto andrà bene,
come mi auguro, finalmente potrò dire che quel cucciolotto scontroso è mio,
mio e di nessun altro! Soprattutto Jin del Kainan dovrà rivedere le sue
mire, oppure lo riduco a una triglia cotta la forno! Se finora mi sono
trattenuto è stato perché il buonsenso mi aveva messo in guardia verso il
fatto che io non avevo alcun diritto di essere geloso di qualcuno che non mi
apparteneva, ma se il destino sarà benevolo finalmente tutta la mia
appassionata possessività potrà avere il suo sfogo!
Ho
riflettuto molto prima di prendere questa decisione, ho dovuto mettere a
tacere tutte quelle vocine che mi suggerivano che sarebbe stato un suicidio,
mi sono scontrato con la mia razionalità e con la paura di perdere il mio
migliore amico, ho passato notti insonni alla ricerca di una risposta ai
miei dubbi che non arrivava mai, mi sono anche beccato le lavate di capo di
Taoka-sensei perché agli allenamenti ero distratto e perso nei miei
pensieri, ma alla fine ha prevalso il voler confessare il mio amore al
ragazzo di cui sono innamorato!
Scosto le coperte e inizio a vestirmi con questa odiosa divisa che fa
sembrare noi studenti tanti piccoli soldatini, tutti uguali e pronti ad
essere inglobati in una società conformista che vuole ad ogni costo
classificarti in schemi rigidi e precisi e che è subito pronta a giudicare
le persone come esseri "sbagliati" solo perché queste hanno il coraggio di
essere se stesse e non si adeguano alle regole del gregge... Sospiro: questi
ragionamenti non mi servono molto per raccogliere il coraggio che mi servirà
a dichiararmi, anzi... Già io ne ho poco di mio, ma se mi metto anche a
guardare in faccia il lato peggiore del mondo, perderò anche quel minimo di
impavidità che Fukuda è riuscito a risvegliare in me dicendomi che non
dovevo essere spaventato, perché sicuramente Hiro ricambia i miei
sentimenti, ma che se anche così non fosse, di sicuro non si farà beffe di
me o di quello che riuscirò a dirgli... Ancora mi risuonano in mente le
parole provocatorie di quel mezzo teppistelli che gioca con il nostro n^13:
"Dai, capitano, smettila di fare il cerbiatto spaventato! Al massimo ti
rifiuta! Ma a me sembra impossibile... E poi non dirmi che il seduttore più
incallito di tutta Kanagawa se la fa sotto al solo pensiero di confessare
una cosa così bella a qualcuno che quasi certamente lo ricambia!" Il suo
discorso, unito al tono canzonatorio con cui è stato pronunciato, ha
rappresentato la scintilla che ha acceso la miccia di una bomba che tra poco
meno di sei ore esploderà, decidendo il mio futuro.
Vado
in bagno e immergo le dita nel barattolo del gel, mentre fisso per un attimo
quella sostanza azzurra e molliccia con cui mi impiastriccio ogni giorno i
capelli per spararli verso l'altro come primo chiaro segno di protesta verso
un mondo che mi vuole ridurre ad adeguarmi a uno stereotipato stile di vita
che non condivido... Stamattina la mia pettinatura deve essere impeccabile,
anzi, tutto deve essere perfetto! Ho già programmato ogni singolo
particolare: oggi tocca a me e Hiro fermarci a pulire la classe, così quando
saremo soli gli dirò finalmente che sono innamorato pazzo di lui! Sì, perché
quell'irritante, dolcissimo, principe degli scorbutici ha la maledetta
prerogativa di farmi battere il cuore a delle velocità pazzesche! Quando lui
mi sorride in quel modo suo caratteristico, che tra l’altro conosco solo io,
mi sento sempre una morsa che mi attanaglia lo stomaco... E prima di
incontrarlo sono sempre piacevolmente teso, come non mi capita nemmeno alla
vigilia di un'importantissima partita di basket... Ma la tortura peggiore è
vederlo accanto a me mentre facciamo la doccia, dopo l'allenamento... La sua
pelle bianca, i capelli neri che gli ricadono sulla fronte, il viso
rilassato e rivolto verso l'alto e le labbra dolcemente socchiuse per
accogliere qualche goccia di acqua... I rivoletti che scendono dalle sue
spalle verso il petto, fino a giù... E' uno spettacolo irresistibile, tanto
che ormai ho preso l'abitudine di fare la doccia con l'acqua gelata e gli
occhi serrati per evitare imbarazzanti performance di Akira junior... Per
non parlare di quando, dopo essersi asciugato, quel pazzo incosciente si
china per prendere il cambio dalla borsa, offrendomi una magnifica visuale
del suo bel culetto... Devo far violenza a me stesso per non allungare una
mano e toccarlo! Certo, magari Hiro non avrà la prestanza fisica di Sakuragi
o Rukawa, ma è comunque un gran bel bocconcino! Una cosa che adoro di lui e
che non ha nessun altro è l'espressione che assume il suo bel musetto che mi
trovo davanti quando arrivo in ritardo agli allenamenti o ad un
appuntamento, oppure quando lo faccio irritare! Mi fa venire una tale voglia
di far sparire quelle magnifiche labbra imbronciate sotto le mie che a volte
mi sono ritrovato a dover mordermi la lingua e stringere i pugni per non
saltargli addosso e riempirlo di coccole... Ma il massimo dell'imbarazzo lo
raggiungo quando lui viene da me in cerca di conforto e consolazione, nelle
occasioni in cui è particolarmente e io l’abbraccio per fargli capire che
gli sono e gli sarò sempre vicino: ci sono state alcune volte in cui mi sono
appellato a tutta la mia forza di volontà per non stringerlo più forte a me
e stenderlo, per poi iniziare a baciarlo e non solo!
Mi do
un'ultima occhiata allo specchio e finisco di fissare una ciocca ribelle
che, sfuggendo all'impalcatura del gel, ricade mollemente sulla mia fronte.
Sorrido: sono pronto ad affrontare l'Armageddon! Suonate o trombe, perché è
finalmente giunto il giorno del Giudizio! Se Koshino mi dirà di sì, si
apriranno per me le porte del Paradiso; se mi dirà di no... Non voglio
nemmeno pensarci!
Scendo in cucina e faccio per sedermi a far colazione, quando lo sguardo mi
cade sull'orologio appeso alla parete sopra il frigorifero e un brivido
gelido mi corre lungo la schiena: SONO IN RITARDO! Di scatto mi ritiro in
piedi e trangugio una tazza di caffè, afferrando al volo una fetta di pane
imburrato.
-
Ciao mamma, io vado! - bofonchio, stampandole un bacio sulla guancia e
lasciandole un segno di burro e briciole. Lei mi saluta e io mi precipito in
strada, finendo di mangiare il toast. Hiroaki sarà furioso!
Sigh!
E io che volevo che fosse tutto perfetto!
***Hiroaki
Koshino***
Anche
oggi quel cretino è in ritardo! Sai che novità!
Mi
appoggio comodamente al muretto dell'entrata del parco, rassegnato a una
lunga attesa: ci fosse mai una volta chr quello sbadato arrivasse puntuale!
Mi ricordo che anche alle elementari riusciva ad entrare in classe sempre
all'ultimo minuto, anzi secondo! E questo successe sin dal primo giorno! Mi
sembra ancora di vederlo fiondarsi in classe, giusto un istante prima che
entrasse il professore, lasciarsi cadere sulla sedia accanto alla mia e
riprendere fiato. Ricordo che io pensai subito che fosse un cretino, ma poi
quando si riprese e ci presentammo mi raccontò che, nonostante abitasse a
cento metri dalla scuola, aveva perso tempo perché si era fermato davanti a
un negozio di animali ad osservare i pesci rossi che nuotavano negli
acquari... Nel corso degli anni è diventato un velocista su quella distanza,
visto che se la doveva sempre fare di corsa! Sorrido quando ripenso alla
volta in cui ha addirittura dovuto scavalcare il cancello chiuso per non
rimanere fuori ed è entrato in classe con mezz'ora di ritardo, venendo
interrogato all'istante e riuscendo nonostante tutto a rimediare una
sufficienza... Come abbia fatto, per me è un mistero ancora adesso! Però
rammento benissimo che quella è stata la prima mattina in cui ha avuto il
coraggio di presentarsi pettinato come un puntaspilli…
Sposto il peso dalla gamba destra a quella sinistra, poi mi giro ad
osservare la via, illudendomi di vedere la sua particolarissima (e
ridicola!) pettinatura spuntare da dietro l'angolo, ma senza successo... La
prima ora abbiamo lezione di biologia, dovrebbe saperlo! E abbiamo pure il
compito in classe! Si può sapere dove diamine è finito? Le uniche occasioni
in cui quel demente arriva in orario è quando dobbiamo andare a pescare,
oppure organizziamo una gita al lago, luogo in cui lui può sedersi ad
aspettare che i pesci abbocchino! Altrimenti è sempre la stessa storia: devi
dargli appuntamento almeno 30 minuti prima del necessario, se no ti tocca
aspettarlo! Quando mai gli ho detto che ok, mi andava bene se la mattina ci
incontravamo per andare insieme a scuola!
Se
non arriva entro dieci secondi, prendo e me ne vado senza di lui! Che
s’impicchi! Non voglio arrivare tardi solo per colpa sua e della sua mania
di voler vincere a colpi di gel la forza di gravità!
Dieci...
Nove...
Otto...
Sette...
Sei...
Cinque...
Quattro...
Tre...
Due...
Uno...
Tempo
scaduto! Ciao Akira!
Mi
incammino verso il Ryonan, da solo, imprecando contro quel cretino che, come
suo solito del resto, non avrà sentito la sveglia e non si sarà svegliato...
Ma perché mi stupisco, poi? E' sempre così! Anzi, ho quasi la certezza che
più che non essersi risvegliato abbia perso un sacco di tempo per pettinarsi
in quella maniera assurda!
Sospiro, rendendomi conto che non ha senso che io continui a fingermi
arrabbiato quando invece mi sento solo sollevato... Meno male che non mi
tocca vederlo da solo... Con che coraggio potrei guardarlo negli occhi, dopo
quello che ho fatto stanotte? Come in un film horror, rivedo le scene di un
sogno, anzi di un incubo, che conosco a memoria, visto che lo rivivo ogni
notte e spesso nemmeno una volta soltanto: Akira si avvicina a me, entrambi
siamo completamente nudi, mi abbraccia e inizia a baciarmi per poi prendermi
in braccio, portarmi su un letto all'occidentale e fare l'amore con me... E
di solito, quando l’esperienza onirica finisce, tutto si risolve con una mia
doccia ghiacciata... Ma stanotte, quando mi sono svegliato eccitato e in un
bagno di sudore, non ho saputo resistere e ho iniziato ad accarezzarmi
pensando alle sue mani, alla sua bocca su di me... E alla fine sono venuto,
oh sì se sono venuto! Non nego che mi sia piaciuto, ma i problemi sono sorti
nel momento in cui ho realizzato quello che avevo fatto: mi ero masturbato
pensando ad Aki... Mi sono messo a piangere, per la mia stupidità... Sapevo
già di essermi innamorato di quel porcospino sempre sorridente, ma non
pensavo che mi sarei spinto così in là con la mia malattia... Non credevo di
poter arrivare a questi punti così estremi... Ho usato l'immagine di un
ragazzo puro come il mio migliore amico per un piacere sbagliato! Sì, perché
nonostante la sua fama di re degli hentai, lui è candido come un angelo...
E' uscito con molte ragazze, ma il massimo che ci ha fatto è stato
scambiarsi qualche bacio! Su questo non ho alcun dubbio, visto che poi il
seduttore di cuori femminili, veniva sempre da me a raccontarmi di tutte le
sue conquiste, torturandomi senza nemmeno saperlo! Vivevo (e vivo!)
nell’incubo che un bel giorno mi si presenti davanti dicendomi: “Ho trovato
la donna della mia vita! Con lei faccio sul serio perché sono proprio
innamorato! Sai, ci sono anche andato a letto ed è stato magnifico…”
Che
cosa direbbe ora lui se sapesse come mi sento? Come reagirebbe se venisse a
conoscenza del fatto che l'unico pensiero capace di farmi avere un orgasmo
non è una bella ragazza formosa, ma il capitano della mia squadra di basket?
-
Hiro-kuuuuuuuuuuuuuuuuuuuun! -
La
voce dell'oggetto dei miei pensieri che urla a squarciagola il mio nome mi
riporta alla realtà, facendomi sobbalzare. Mi volto e lo vedo che corre
verso di me, fermandosi quando poi mi ha raggiunto, tutto trafelato e con il
fiatone. Seguo l'alzarsi e abbassarsi veloce del suo petto, lasciandomi
ipnotizzare per un attimo dall'affanno del suo respiro. La mia mente bacata
mi ripropone spezzoni dei miei sogni, dove lui respira così per ben altri
motivi che non hanno nulla a che vedere con la corsa!
Ti
amo, Akira Sendoh, lo sai? No, fortunatamente!
-
Hiro! Potevi aspettarmi! - tenta di apostrofarmi, mentre recupera il fiato.
Io mi
scuoto e riprendo il mio solito cipiglio freddo e imbronciato: - Eri in
ritardo... - replico, ricominciando a camminare.
Lui
mi segue e inizia una lunga apologia, raccontandomi tutte le sue avventure e
sventure mattutine, dalla sveglia che non ha suonato, ai capelli che non gli
stavano a posto, fino ad arrivare alla gatta che stava male e che ha dovuto
portare dal veterinario...
-
Akira, tu non hai gatti... - commento io, cercando di non mettermi a ridere
e di mantenere un cipiglio serio e mortalmente offeso.
- Ma
certo che ce l’ho! Me l'ha regalato ieri sera la mia mamma... - tenta di
giustificarsi lui, interrompendomi e sfoggiando il suo migliore sorriso.
- ...
E sia tu che tua madre siete allergici al loro pelo... - concludo,
facendogli un sorrisetto divertito e una linguaccia, dimostrandogli che in
fondo non sono arrabbiato.
Lui
fa per replicare qualcosa, ma quando sta per aprire bocca arriva di corsa
Aida, che urla i nostri nomi... Se qualcuno aveva dei dubbi sulla nostra
presenza al Ryonan, ora se li è certamente levati!
- Che
c'è? - chiedo, abbastanza seccato per il fatto di dovermelo sorbire sin
dalle 7:40 della mattina.
- Ho
uno scoop! Sakuragi e Rukawa sono stati espulsi dallo Shohoku e non
giocheranno il campionato! - ci risponde. Sì, certo, come no! E le mucca
viola piovono la notte di San Lorenzo al posto delle stelle cadenti!
-
Perché? - gli domando, molto scettico riguardo alla veridicità di quest'informazione.
- A
quanto pare sembra che abbiano una relazione e che un'alunna li abbia
sorpresi a baciarsi in terrazza, andandolo a riferire al preside... E lui li
ha espulsi... - replica, concitato e gesticolando.
Cosa
significa? Guardo Akira e noto che è sbiancato e che fissa il vuoto di
fronte a sé... Io non so come reagire... Beh, diamo per scontato che questa
news sia vera… Da una parte sono contento per il fatto che senza le sue due
colonne portanti lo Shohoku non sarà un problema durante le eliminatorie per
i Nazionali, ma dall'altro lato, quello umano e personale che non prevede il
basket, sono sconvolto e terrorizzato.
- Chi
è la ragazza? - se ne esce il mio migliore amico, con voce flebile, ma come
se stesse facendo una domanda di cui conosce già la risposta ed è
consapevole che quello che sentirà non gli piacerà.
-
Pare che sia la sorella di Akagi, l'ex-capitano... - inizia Hikoichi,
continuando poi a raccontare di come si dice che lo abbia fatto perché era
stata rifiutata dal rossino, ma quando si era saputo del fatto che era colpa
sua se i due innamorati ora erano nei guai, aveva subìto un pestaggio da
parte delle fans dei due giocatori. Io non lo ascolto, troppo preoccupato
della reazione di Akira. Sentendo i miei occhi su di lui, il mio capitano
alza lo sguardo e lo fissa nel mio e io ci posso leggere tanta tristezza e
anche una punta di rabbia.
-
Questo non è giusto... - mormora ed io mi trovo ad ammettere che gli do
ragione. Caccio via in malo modo la matricola petulante che nel frattempo ha
continuato a blaterale, poi mi preoccupo di accompagnare uno sconvoltissimo
Sendoh al suo armadietto. Velocemente vado a cambiarmi le scarpe, pensando
che quello che è successo ai nostri avversari è un monito anche per me a
reprimere i sentimenti che provo verso un altro ragazzo. Quando torno, vedo
che il porcospino non ha ancora mosso un dito e allora lo incito a
cambiarsi, cosa che lui fa meccanicamente, prima di guardarmi e dirmi: -
Adesso andranno sicuramente in America... Andiamo a salutarli all'aeroporto?
-
Io
annuisco ed entrambi andiamo nella nostra classe, con la perfetta
consapevolezza che tanto il compito ci andrà male perché nessuno dei due è
abbastanza lucido per affrontarlo.
***Akira
Sendoh***
Le
lezioni sono finalmente finite, anche se ammetto di non aver seguito nemmeno
una parola di tutto quello che hanno detto i professori, perché nella mia
mente continuavano a ripetersi le parole di Hikoichi, come un disco rotto...
Durante la pausa pranzo ho telefonato ad Hana: lui e Kacchan partono domani
per l'America ed entrambi sono decisi tentare la carriera cestistica in NBA,
visto che hanno trovato già una squadra disponibile a far loro un provino...
Ho preferito sorvolare su quello che sapevo e non gli ho chiesto nulla, ma
la sua voce mi è sembrata serena come sempre, come se non successo nulla...
Io e
Hiro stiamo ora ripulendo l'aula e siamo tutti e due stranamente
silenziosi...
Koshino porta nel ripostiglio la scopa e poi torna, sedendosi sul davanzale
della finestra e fissando il vento che gioca tra le fronde degli alberi con
lo sguardo più triste che io abbia mai visto. Finisco di ripulire la lavagna
e poi vado a sedermi accanto a lui, aspettando che si decida a parlarmi;
tanto ormai ho rinunciato all'idea di dichiararmi: non credo che sia il
momento giusto!
- Il
campionato senza quei due non avrà più lo stesso tono... - commenta,
rompendo il silenzio e stringendo le mani a pugno. Se lo conosco bene, sta
lottando contro l'istinto di mettersi a piangere, perché anche se a vederlo
da fuori non sembra, lui è sensibile al punto da avvertire come proprio il
dolore degli altri.
Mi
alzo e mi metto di fronte a lui, stringendolo a me.
- Lo
so che vuoi piangere... - gli sussurro, con il tono più dolce che mi riesce.
Lui mi si accoccola contro, ma poi si tira indietro, puntando i suoi occhi
nei miei.
-
Cosa pensi di questa storia, Aki? - mi chiede, serissimo.
Cosa
ne penso? Che la sorella del Gorilla dovrebbe essere lapidata, non solo
pestata, che ancora una volta due persone sono costrette a soffrire per
colpa dei pregiudizi del mondo, che la gente dovrebbe chiedersi se sa amare
prima di sparare giudizi a raffica sugli altri, che Hana mi mancherà, che
vorrei mettermi a piangere anche io perché non posso fare nulla per
contrastare una decisione che qualcuno ha preso senza tener conto dei
sentimenti delle persone, che ha ragione a dire che la cosa più importante
al giorno d’oggi non è quello che sei ma ciò che appari, che sono innamorato
di te ma che adesso ho di nuovo paura di dirtelo...
-
Penso che... Anche loro due dovrebbero essere liberi di amarsi alla luce del
sole, senza per questo essere additati come diversi e cacciati da scuola! -
dico deciso, mentre Hiro nasconde di nuovo il viso contro la mia spalla.
- E
non ti fanno schifo? - mi domanda ancora, con un tono che non riesco a
decifrare.
Non
so cosa devo rispondere: da una parte vorrei mentirgli e dirgli che ogni
ragazzo dovrebbe innamorarsi di una ragazza perché ho paura che poi lui
possa non essere contento delle mie parole, dall'altra voglio dirgli la
verità... Ed è quello che faccio: - No, perché anche io sono come loro... -
Il
mio è solo un mormorio, ma lui lo sente e si irrigidisce, scostandosi
violentemente da me e guardandomi, allarmato.
-
Nani? - mi chiede, sgranando le sue iridi scure.
-
Sono gay... - gli ripeto, parlando piano e trattenendo il fiato, forse per
paura, forse solo per cercare di ignorare il battito furioso del mio cuore.
Hiro non parla e io non riesco a capire cosa significhi la luce che gli
brilla nello sguardo.
-
Stai scherzando? - riesce a dirmi, mentre due gocce salate gli scorrono
lungo le guance. Lo sciolgo dal mio abbraccio e gli asciugo dolcemente le
lacrime, posandogli un bacio in fronte, come facevo quando dovevo consolarlo
da piccolo.
-
No... - replico, scuotendo leggermente la testa in un cenno di diniego.
Lui
scoppia in singhiozzi e fa per scostarsi da me, cosa che io gli permetto di
fare senza opporre troppa resistenza.
- Sei
sicuro? - mi chiede, impaurito.
-
Sì... - confermo, ferito dalla sua reazione, ma soprattutto dandomi del
cretino per quello che sto per fare, ben sapendo che non è propriamente il
momento giusto per dar voce a quello che covo dentro da tanto, troppo tempo.
- Sei
sicuro? - domanda, sempre più nel panico il mio migliore amico.
-
Sì... - ripeto, tentando di trovare le parole giuste per il finale della mia
confessione. Ma, inconsciamente, lui mi facilita il compito...
- E
come puoi esserne così sicuro? - sussurra, tirando su con il naso.
-
Perché amo te... - ribatto, senza distogliere lo sguardo dal suo.
-
Vuoi dire che mi vuoi bene come a un amico? - domanda, ma non penso che in
fondo abbia veramente frainteso le mie parole, aggrappandosi alla falsa
speranza di aver capito male.
- Non
solo… Aishiteru, con tutto ciò che questo fatto comporta! - ammetto.
I
suoi occhi si dilatano, prima che lui si muova per scappare via.
Io lo
afferro per un polso, bloccandogli la fuga.
-
Lasciami... - sibila, tentando di essere minaccioso, senza molto successo.
Io
faccio un cenno di diniego con il capo e me lo tiro contro.
- No,
perché prima di essere un ragazzo innamorato sono il tuo migliore amico... E
tu ora hai bisogno di me! - gli mormoro all'orecchio. Koshino smette di
dibattersi e si blocca un attimo, poi ricambia il mio abbraccio.
Non
so quanto tempo restiamo così, ma poi lui mi spinge via e scappa fuori dalla
classe...
Per
oggi gli allenamenti sono finiti: nessuno di noi riusciva a combinare molto,
così il coach ci ha spedito a cambiarci dopo un'ora di infruttuosi tentativi
di simulare una partita... Credo che anche Taoka-sensei sia rimasto
abbastanza scosso dalla notizia che quest'anno la prefettura di Kanagawa non
potrà annoverare tra le sue fila due degli atleti migliori della
pallacanestro delle scuole superiori...
Negli
spogliatoi mi avvicino a Koshino, chiedendogli di aspettarmi prima di andare
a casa. Lui non dà alcun segno di aver capito quello che gli ho detto e io
allora lo lascio solo, iniziando a spogliarmi.
Mi
infilo sotto la doccia e, quando finalmente le altre cabine restano vuote,
sferro un pugno contro il muro, lasciandomi sfuggire un gemito per il dolore
che mi sono procurato! Maledizione! Il male alla mano però non riesca a
cancellare le mille emozioni che si susseguono nel mio animo: incazzatura
per il modo schifoso in cui va il mondo, rabbia per la mia impotenza di
fronte a un'ingiustizia che mi coinvolge in prima persona, frustrazione per
non essere riuscito a far breccia nel cuore di Hiro, terrore di aver perso
per sempre il mio migliore amico...
La
mia mente torna da sola alla telefonata che ho fatto ad Hanamichi: il
rossino non sembrava minimamente toccato da quello che è successo, come se
non avesse avuto importanza il fatto che sia stato espulso da scuola e che
per colpa del bigottismo di questa società sia costretto a cambiare
continente... Credo che per lui non sia importante quello che gli altri
pensano sia giusto o meno o di come lo considerino, ma che l'unica cosa a
cui tenga sia avere al suo fianco Kaede... E sono convintissimo che lo
stesso valga per il volpino...
Sorrido: due persone che si odiavano riescono a superare ostacoli che
fermerebbero chiunque solo appoggiandosi l'uno all'amore dell'altro... E io
li ammiro, per il coraggio che stanno dimostrando nel non rinunciare ad
amarsi e a stare insieme, senza tentare in alcun modo di nascondere la
loro... La loro… Temo che "diversità" sia il termine che stavo cercando...
Chiudo il rubinetto dell'acqua e torno negli spogliatoi, notando che tutti
gli altri se ne sono già andati. Bene, non mi andava di dover tenere ancora
sul viso il mio sorriso, dal momento che il mio umore è più nero dei miei
capelli!
Mi
vesto con calma, ripensando alla reazione che ha avuto oggi Kosh: perché
quelle lacrime? Che si sia sentito tradito da me? Oppure che la realtà di
quello che sono lo abbia deluso?
Sospiro ed esco dalla palestra, salutando con il mio solito sorriso il
custode che stava aspettando me per chiudere tutto. Esco in strada e mi
prende un colpo quando noto che, appoggiato a un palo della luce, c'è il mio
migliore amico che mi sta aspettando. Mi blocco e lo osservo, indeciso se
sia il caso o meno di andargli vicino...
No,
io non farò nulla: la prima mossa sta a lui!
Il
tempo si dilata mentre lo vedo scostarsi dal cemento e mettersi di fronte a
me. Mi guarda: i suoi occhi sono lucidi ed arrossati come se avesse appena
finito di piangere... Per un attimo restiamo così, immobili e in silenzio,
poi lui si decide a parlare: - Andiamo a casa insieme? -
Io
esito un attimo, poi annuisco.
Camminiamo fianco a fianco, mentre il silenzio teso e carico di aspettativa
di pochi istanti fa cala di nuovo su di noi.
Hiroaki sembra pensieroso e non fa nulla per scostarsi da me, nonostante le
nostre mani continuino a sfiorarsi... Perché non mi dice nulla?
- Aki?
- mi chiama e io tiro un impercettibile sospiro di sollievo di fronte al
fatto che abbia usato il mio diminutivo.
- Sì?
- rispondo, voltando la testa per fargli capire che ha tutta la mia
attenzione.
- Mi
dispiace per prima... Siamo ancora amici? - chiede, fissandomi con sguardo
incerto.
Sorrido: certo che sì! Annuisco e lui allora continua: - A che ora domani?
Per l'aeroporto... -
-
Passo a prenderti io con la moto alle tre? - chiedo, speranzoso.
Lui
mi regala un sorriso e mi fa cenno di sì con la testa...
Eccoci qui: aeroporto di Kanagawa... Oltre a noi ci sono Ryota Miyagi, Ayako,
Uozumi, Kyota, Maki, Jin-occhi-da-triglia, Fujima, Hanagata, il Gorilla,
Mitchy e Kogure, i ragazzi dell'Armata e una marea di ragazzine piangenti
che presumo essere le componenti dei fan's clubs di Hanamichi e Kaede.
-
Ciao Akira! Koshino! - ci saluta il rossino, non appena ci scorge, con il
tono di chi più che partire sta salutando gli amici di sempre dopo una
rimpatriata.
-
Ciao... - dico io sorridendo, mentre anche Hiro bofonchia qualcosa di molto
simile a un saluto.
Vedo
Rukawa che sta abbracciando Ayako, mentre scambia qualche battuta con il
nanerottolo che è il capitano dello Shohoku, ma nemmeno lui sembra
eccessivamente triste.
Sakuragi abbraccia sia Mitsui sia Kogure, senza perdere l'occasione per
scherzare l'uno per il suo passato da teppista e l'altro per il solito
atteggiamento protettivo e paternalistico che assume nei confronti del
Genio. Quando ha finito con loro, Kyota gli si butta tra le braccia e
scoppia a piangere, intimandogli di non osare sparire nel nulla e di non
dimenticarsi di loro, al che la scimmia gli scompiglia affettuosamente i
capelli e gli fa notare che non sta partendo per andare in guerra, anche se
uno stupido babbuino come lui non lo può capire. Nobunaga gli urla che è un
primate deficiente, ma poi si mettono a ridere e sciolgono l'abbraccio, non
prima che Hana abbia promesso di fargli avere al più presto email, indirizzo
e numero di telefono. Maki stringe la mano ad entrambi i suoi avversari, il
pesce bollito lo imita e così fa anche Hanagata. Fujima si alza in punta di
piedi dando un bacio su una guancia alle due pertiche dello Shohoku, mentre
Toru, il suo compagno, scocca un'occhiata inceneritrice ai due. I ragazzi
dell'armata consegnano ai due un pacco regalo e Mito stringe a sé colui che
è stato il suo amico di una vita, facendosi estorcere la promessa di andare
a trovare la coppia in America al più presto. Uozumi tiene Akagi per mano e
lo lascia solo quando il suo ragazzo saluta Hanamichi con un abbraccio e un
leggero pugno in testa, giusto per non guastare la tradizione! Takenori si
fa promettere che qualunque cosa succeda, il rossino non commetta una delle
sue solite cazzate, raccomandandosi a Ru per tenere d’occhio quello che, in
fondo, è stato un po’ il suo fratellino. Ryota scherza con entrambi, prima
di mettersi a consolare una disperatissima Ayako che ancora non capisce come
mai stia succedendo tutto questo.
E' il
mio turno: Hana si avvicina e mi abbraccia.
- Oi,
porcospino! -
- Oi
scimmia! - gli faccio il verso.
-
Vedi di tagliarti i capelli prima o poi, altrimenti non passi più dalle
porte! - commenta, tastando con la mano la solidità della mia cresta.
-
Veramente non sei triste? - gli domando, di fronte al suo sorriso solare.
- Ho
Kaede, il resto non conta! - replica, lanciando una dolcissima occhiata al
suo compagno, che viene prontamente ricambiata. Come è possibile che questi
due uomini che ho di fronte abbiano solo diciassette anni?
- In
bocca al lupo, scimmione! - gli dice Hiro, dandogli la mano.
-
Anche a te, orso scorbutico! - replica il rossino, scoppiando a ridere di
fronte all'occhiata malevola del mio amore.
I
nostri discorsi vengono interrotti dalla voce della hostess che chiama il
loro volo e io capisco che è arrivato il vero momento dei saluti, quello
definitivo.
-
Ragazze, se sentite la nostra mancanza, accendete la tv e guardate le nostre
imprese in NBA! - urla Sakuragi alla mandria di ragazzine in lacrime,
ottenendo in risposta una marea di urli isterici, di fazzoletti che
sventolano e di promesse di fedeltà eterna... No comment!
- E
noi ci vediamo in nazionale! - aggiunge, guardando noi giocatori e
intrecciando le dita con quelle del suo ragazzo.
-
Esaltato! - commenta Ryota.
- Il
do'aho, per una volta, ha detto la verità! - ribatte la kitsune, ottenendo
in cambio un "volpino del mio cuore, quanto ti amo!" da parte dell'autoproclamato
Tensai, cui segue uno sbuffo esasperato da parte del diretto interessato e
una serie di risate da parte nostra.
***Hiroaki
Koshino***
Siamo
arrivati di fronte a casa mia...
Non
penso di aver mai assistito ad una partenza più singolare di questa: né
Sakuragi né Rukawa sembravano minimamente turbati da quello che stava
succedendo o dal fatto che sono stati trattati come dei rifiuti di cui
sbarazzarsi.
E poi
c'è quella frase che il rossino ha mormorato ad Akira, ma che io ho sentito
lo stesso: "Ho Kaede, il resto non conta!"
Mi
tolgo il casco e lo porgo al suo proprietario, offrendogli di venire dentro
a prendere un tea. Lui tentenna un attimo, ma capitola di fronte al mio "Non
puoi dirmi di no!" detto con il tono di chi non accetta una negazione come
risposta.
Prepariamo la bevanda e dei biscotti, poi saliamo in camera mia, per evitare
di venire disturbati quando i miei genitori torneranno a casa dal lavoro.
Sorseggiamo il liquido caldo, discutendo del più e del meno, probabilmente
sentendo entrambi il bisogno di un po' di tranquillità dopo le emozioni di
questi due giorni.
- ...
e così mia madre ha minacciato di non comprarmi più gel, finche non le
porterò a casa almeno un otto in storia! E' una tragedia! - conclude Aki,
dopo avermi raccontato la reazione della sua adorata genitrice quando ha
scoperto che il figlioletto diligente aveva preso una serie di insufficienze
con Minamino-san.
-
Perché una tragedia? - chiedo, capendo perfettamente dove stia il problema,
ma non resistendo all’impulso di prendere un po’ in giro la reincarnazione
di Narciso che ho davanti.
- E
come pensi che riuscirò a tenere in piedi i capelli senza gel? - replica
lui, fintamente offeso.
-
Potresti lasciarli giù... - dico io, sfiorando con una mano le sue punte
indurite da quella sostanza schifosa con cui le impregna sempre. L'atmosfera
tra noi cambia improvvisamente, mentre ci guardiamo negli occhi, entrambi
senza più voglia di scherzare. I nostri visi sono vicinissimi e io sento la
tensione crescere dentro di me, soprattutto quando il mio migliore amico
avvolge la mia mano con le sue.
- Non
devi starmi così vicino, Hiro... - sussurra, con la voce improvvisamente
arrochita.
-
Perché? - domando, per tentare di rompere l'imbarazzo che mi sta facendo
colorare le guance di bordeaux.
- Lo
sai, perché... - mormora Sendoh, avvicinando pericolosamente le labbra alle
mie che istintivamente inumidisco, passandoci la lingua. Vedo i suoi occhi
seguire avidi ogni mio movimento e un brivido mi attraversa tutta la
schiena… So che dovrei scostarmi, ma non ne sono capace... Anzi, non ne ho
voglia...
Aki
si sporge ancora verso di me e sfiora la mia bocca con la sua, in una dolce
carezza, cui fa subito seguito un'altra. Non so quanto tempo passiamo così,
a baciarci innocentemente, ma quando sento la sua lingua sfiorarmi le labbra
riprendo coscienza di quello che stiamo facendo e mi stacco bruscamente,
allontanandomi da lui.
-
Perché? - mi chiede il ragazzo dai capelli a punta, chiaramente ferito dal
mio comportamento.
-
Io... - inizio, ma poi non finisco.
- Tu
cosa? - insiste, con voce incrinata il mio migliore amico.
-
Gomen ne... - sussurro, voltandogli la schiena per cercare di impedire che
veda le lacrime che minacciano di cadere fuori dai miei occhi...
Lui
non deve stare con me, deve innamorarsi di una ragazza... Se accettassi di
stare con lui, donandogli il mio amore, gli farei solamente del male...
-
Guardami, Hiro... - sussurra lui, alle mie spalle.
Stringo le palpebre, ma non mi muovo: non ne ho il coraggio. Sento che lui
allora si alza e si mette di fronte a me, chiedendomi di nuovo di guardarlo.
Obbedisco, ma non avrei dovuto farlo, perché quando lui mi chiede cos'è che
mi fa star male, io non riesco più a fermarmi e scoppio a piangere,
chiedendogli di andarsene via.
- Non
me ne vado, Hiro... - s’impunta lui.
- Vai
via! - urlo, ma lui m’ignora.
- No,
finché non ti decidi a spiegarmi il tuo comportamento! - insiste,
abbracciandomi teneramente.
Che
cosa vuoi che ti dica, Akira? Che non voglio sporcarti? Che non voglio che
anche a te succeda quello che è successo al tuo rivale numero uno e ad un
tuo grande amico?
Mi
calmo un attimo, mentre lui continua a cullarmi dolcemente, poi decido di
dirgli la verità e mandarlo via, perché so che lui non mi lascerà solo,
finché non avrà ottenuto quello che vuole.
- Sei
sicuro di volerlo sapere? - gli domando, sistemandomi meglio nel suo
abbraccio, godendo per un attimo del calore del suo corpo, consapevole che
non lo farò mai più.
Lui
annuisce: - Qual è il problema, Hiro? -
Tiro
un gran respiro e sparo fuori quello che mi fa stare così male in questi
giorni: - Il problema è che anche io ti amo, Aki... -
Lui
mi scosta da sé e mi guarda con occhi sbarrati, ma non dice nulla,
invitandomi con il suo silenzio a spiegargli meglio quello che penso.
- Aki,
hai visto cosa è successo a Sakuragi e Rukawa? Io non voglio che questo
accada a te... Il mio amore verso di te è qualcosa di sbagliato... Io vorrei
donarti il mio cuore, poter sperare di vivere con te la mia vita ed essere
felici insieme, ma so anche che proprio perché ti amo da impazzire io non
posso permetterti di cadere nel fango con me... - bisbiglio.
I
suoi occhi si accendono di rabbia e mi urla di smettere di dire cazzate, che
il mio discorso non vuol dire nulla...
Fai
bene ad arrabbiarti, koi, ma la realtà non si cambia... Io ho sbagliato, lo
so, non dovevo innamorarmi di te, ma non ho avuto altra scelta...
-
Akira, smettila! - lo imploro.
- No
che non la smetto! Tu stai buttando via la possibilità per noi di essere
veramente felici! - urla, stringendomi i polsi. Mi fa male, ma dubito che
nello stato in cui è possa rendersene conto… E a me in fondo importa ben
poco dei segni rossastri che sta lasciando sulla mia pelle, visto che so che
domani non li degnerò nemmeno di uno sguardo, troppo preso dal tentare di
rimarginare le ferite che mi resteranno nel cuore quando il mio amore uscirà
dalla porta di casa mia, per non rientrarci mai più…
- Io
sto cercando di impedirti di fare la più grande stronzata della tua vita! -
ribatto, alzando la voce anche io.
Lui
non risponde, mentre fra di noi cala di nuovo un silenzio teso.
Dopo
attimi che mi sembrano eterni, lui si decide a lasciarmi andare, ma nei suoi
occhi continuo a leggere una tristezza profonda che non sopporto.
-
Akira... Aki... Tu sei un angelo per me, un bellissimo angelo che illumina
la mia vita... E' per questo che non posso sopportare di vedere le tue ali
tarpate, a costo di soffrire... - gli mormoro.
Lui
mi fissa, poi china il capo e si nasconde il viso tra le mani, lasciando che
le lacrime scorrano lungo il suo viso. E io non riesco a sopportarlo: non ho
mai potuto vederlo triste per delle sciocchezze, figurarsi se ora sono
capace di vederlo singhiozzare per colpa mia! Mi avvicino e lo abbraccio,
stringendolo a me, mormorandogli di perdonarmi...
Lui
ricambia la mia stretta, dando sfogo a tutto quello che aveva dentro, al
dolore e all’ira profonda...
Quando si calma, rimaniamo immobili per qualche istante, poi lui alza il
viso e sfiora di nuovo le mie labbra... Le sue sono salate, ma anche tanto
dolci... Si muovono sulle mie con una delicatezza che mi fa sentire ancora
più in colpa per il male che sto facendo al loro padrone… E quando questa
volta la sua lingua chiede il permesso per approfondire il bacio, io non
riesco a dirgli di no e schiudo le labbra per lui...
Finiamo stesi a terra, lui sopra di me, avvinghiati in un abbraccio che sa
più di disperazione che d’amore.
-
Hiro... Non m’importa di quello che gli altri pensano... - mi sussurra,
finito il nostro bacio.
Io lo
guardo, incapace a parlare.
-
Hiro... Hai sentito Hana? Ha detto che è felice perché ha Kaede accanto a
sé... Lo stesso vale per me, perché senza di te non m’importa di nulla... -
Mi
fissa negli occhi e io vengo sommerso da tutto l'amore che ci leggo
dentro... E realizzo che anche io, senza di lui, non riuscirei ad andare
avanti...
- Ho
bisogno di te... - mi sussurra ancora, stringendomi di più.
-
Anche io ho bisogno di te... - gli mormoro.
Ho
deciso: se ce l'ha fatta un impiastro come Hanamichi a essere felice, perché
non posso riuscirci anche io??
Aki-chan mi bacia di nuovo, poi si sdraia accanto a me e mi fa accoccolare
contro di lui.
- Se
la luce vuol dire stare senza di te, preferisco il buio dell'Inferno...
Perché se la dannazione è la felicità che mi provoca averti al mio fianco,
allora preferisco bruciare tra le fiamme piuttosto che essere un angelo! -
dice serissimo.
Va
bene, Aki, bruciamo insieme all'Inferno... Perché per me il tuo sorriso vale
più di ogni altra luce, le tue braccia intorno a me sono il mio Eden…
- Ti
amo, Aki… - gli confesso.
Al
diavolo tutti! Io sono innamorato di lui e voglio stare con il mio
porcospino preferito! E al massimo, se dovessimo avere problemi, ci saranno
sempre Sakuragi e Rukawa pronti ad ospitarci!
*****
Questa ff è tutta per la mia sorellina Miriam, che mi dà sempre il tormento
perché dice che me la prendo sempre con Akira, così forse per qualche giorno
la smetterà di torturarmi le orecchie con le sue proteste! ^__-
*****
Aki:
Hiro! Hiro, presto chiama il 118!
Hiro:
E perché dovrei?
Aki:
Muoviti! Questa qui sta male!
Me_allarmata: Chi sta male?
Aki: Tu…
Me:
No, io sto benissimo!
Aki:
E questa ff allora? Ti rendi conto che non mi hai trattato male e mi hai
anche fatto mettere con il mio Hiro?!?!
Hiro:
Io non ci vedo nulla di strano…
Me:
Neanch’io…
Ru:
Bene, ora che hai messo giù quest’obbrobrio torna all’altra ff! Subito!
Me:
Sì, mio dolcissimo amore!
Hana:
Giù le mani dal mio volpino!
K__K
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